No al carbone Alto Lazio

31 agosto 2010

"Rossano Calabro chiama Brindisi"

Intervento del dott. Maurizio Portaluri
"Rossano Calabro è una cittadina di 45mila abitanti sul mare Ionio, adagiata sulla collina che scende dalla Sila fino al mare. In alto il nucleo storico, in basso la marina di sant'Angelo ed in mezzo la parte nuova intorno allo scalo ferroviario.
A metà luglio scorso il Forum Ambientale della Calabria ha organizzato una tre-giorni di riflessione su quanto sta accadendo in questa area del Paese.
I dibattiti si svolgevano sulla marina, una attrezzatissima passeggiata di lidi balneari rispetto alla quale la costa brindisina impallidisce per frammentarietà e disorganizzazione. Spiagge ampie ed attrezzate, bar e ristoranti sul mare, parcheggi, pulizia.
Ma in fondo al panorama si erge, come un pugno nell'occhio, la centrale elettrica, proprio sul mare.
Una delle ragioni per cui la tre-giorni è stata convocata è costituita dal progetto dell'Enel di trasformare la centrale suddetta dall'attuale alimentazione a gas a quella a carbone.
Il progetto prevede anche la costruzione di un imponente molo per le carboniere.

La storia di Rossano Calabro fornisce tre insegnamenti.
Il primo riguarda la politica energetica e la continua espansione del ricorso al carbone, combustibile poco costoso per chi lo brucia, molto costoso per chi ci vive vicino.
Mentre a Brindisi si parlava in passato di convertire le centrali a carbone in centrali a metano, osserviamo a Rossano un passaggio dal gas al carbone, dal meno inquinante al più inquinante. A meno che lì non si voglia bruciare il carbone gasificato. Ma non ci risulta.

Il secondo riguarda gli enti locali che lì si sono schierati nettamente contro la riconversione a carbone, sia per le note ricadute ambientali e sanitarie, sia per il previsto aumento del traffico pesante sulle strade calabresi.
Una parte del carbone arriverebbe infatti dalla Puglia via gomma.
Si tratta di oltre 50 Comuni, dell'Amministrazione Provinciale di Cosenza e della Regione Calabria che ha approvato anche una legge con la quale vieta la costruzione di centrali a carbone in quella regione. Un po' come la California, che pure ce le ha, ma ha deciso di non costruirne più e di non importare energia da centrali a carbone di altri Stati.

Il terzo riguarda il turismo. Se si vuole davvero sviluppare il turismo non si può abbandonare la costa a se stessa e non porre in atto nessuna azione di contrasto all'uso del carbone.
Gli imprenditori di Rossano sanno bene, e lo hanno dimostrato sostenendo la tre-giorni, che se arriva il carbone, lì non andranno più turisti.

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