No al carbone Alto Lazio

21 ottobre 2010

Le lobbies energetiche che ostacolano le riforme di Obama

Da greenreport:
"Ecco come Big Oil e Big Carbon finanziano i candidati repubblicani perché fermino le politiche ambientali di Obama"

Forse Obama è un presidente troppo timido nell'imporre i suoi buoni propositi ambientali, forse è troppo condizionato dal business e da un Partito democratico invischiato in mille traffici e bisognoso dei finanziamenti delle multinazionali, ma a leggere il rapporto "Big polluters big ad Spending" del Center for american progress action fund si capiscono molti perché ed anche quali siano i reali "padroni" della possibile alternativa repubblicana ad Obama. Roba da far rimpiangere Gerge W. Bush ed i suoi falchi neocon.

Ecco i finanziamenti elettorali-pubblicitari dei gruppi di interesse conservatori Stato per Stato rivelati dal rapporto:

American Action Network: negli ultimi 3 mesi ha speso 19.690 $ nel New Hampshire e in Florida e 172.710 $ in tutto il 2010. Questo "shadow Gop group" (gruppo fantasma del Partito repubblicano) ha legami di lunga data con Wall Street, ed ha previsto di spendere 25 milioni di $. E' specializzato in spot contro il clean energy bill di Obama, accusato di produrre un drammatico aumento dei costi dell'energia e di eliminare milioni di posti di lavoro.

American Coalition for Clean Coal Electricity ha speso più di 16,3 milioni di $ nel 2010, di cui 2 milioni e 960,09 dollari per spot nazionali diffusi in Washington, DC, Montana e Texas, negli ultimi tre mesi. Il gruppo ha stanziato 20 milioni $ per campagne online. Questo Big Coal front group è famoso per i suoi documenti falsi inviati ai membri del Congresso che si oppongono alle energie pulite ed alla legislazione sul clima che hanno portato addirittura ad un'indagine del Congresso.

American Crossroads GPS ha speso $ 519.510 negli ultimi tre mesi per spot in Florida e New Hampshire. Il gruppo è una propaggine di American Crossroads, uno scado group che si autodefinisce 527 group (secondo il codice fiscale federale), istituito da Karl Rove ed Ed Gillespie come «Parte di una più ampia network Gop, messo insieme negli ultimi mesi per aiutare a realizzare il brand repubblicano. E' organizzato in base al comma c 4 del 501, permettendo così di aumentare le sue spese senza limiti e senza rivelare l'identità nessuno dei suoi donatori.

The American Future Fund da agosto ha speso $ 736.410 in spot in Alabama, Iowa, Kentucky, Michigan, e Washington. Il gruppo ha speso più di $ 834.000 per spot nel 2010 e prevede di spendere fino a $ 25 milioni senza fornire informazioni sui donatori.

American Petroleum Institute nel 2010 ha speso quasi $ 2 milioni in spot nazionali a Washington DC, Michigan, Missouri per opporsi a nuove tasse sull'energia. L'Api, che è l'associazione di categoria e il braccio per la lobbying dei più grandi produttori di petrolio e gas Usa, quest'anno ha speso più di 39,2 milioni di dollari in spot. Da due anni organizza gli Energy Citizens rallies per denunciare i pericoli delle ppolitiche dei democratici per l'energia pulita e il clima

Americans for Job Security con annunci pubblicati in North Carolina, New Mexico, Indiana, Virginia, costati $ 579.510 da agosto, sostiene che le politiche energetiche pulite fanno male all'economia e porteranno a perdite di posti di lavoro, accusano i democratici di voler letteralmente uccidere i lavoratori del carbone in Virginia.

Americans for Prosperity nel 2010 ha speso più di 1 milione di $ in spot in Colorado, Florida, Kansas, Missouri, Washington, Wisconsin. Si tratta di un front group fondato e finanziato da David Koch delle Koch Industries (accusate da Greenpeace di essere il finanziatore del negazionismo climatico) e ha organizzato manifestazioni del Tea Party in favore della Proposition 23 per annullare la legge sul global warming della California. Ha inoltre organizzato il "Regulation Reality Tour" per bloccare la direttiva dell'Environmental protection agency che limita le emissioni di gas serra attraverso il Clean Air Act.

Club for Growth Action è stata fondata da Steve Moore e Ed Crane, il presidente del Libertarian Cato Institute, fondato dai terribili Koch-Brothers. Il club quest'anno è stato "molto influente", ha sostenuto c i candidati vincenti pro-industrie alle primarie repubblicane che hanno difeso la Bp dopo il disastro golfo. E' anche finanziato dalla JP Morgan, il più grande investitore nella Bp. Il gruppo ha speso $ 989.250 in spot in Pennsylvania e Wisconsin a partire dalla fine di agosto e metà settembre, per un totale di più di 1 milione di $ nel 2010.

Committee for Truth in Politics il 16 agosto 2010ha speso 698.310 $ per uno spot in Ohio. Il gruppo, che si rifiuta di rilasciare informazioni sui soci e donatori, è descritto da CQ Politics come «A shadowy Republican-Leaning 501(c)4» ed ha citato in giudizio la Federal Election Commission perché sostiene che «Le regole per la comunicazione nella pubblicità politica sono un ostacolo incostituzionale alla libertà di parola».

National Association of Manufacturers da agosto ha speso più di 1,1 milioni di $ in annunci pubblicati in Arkansas, Indiana, Missouri, Ohio, Wisconsin, West Virginia Il gruppo è famoso per le sue ipotesi strampalate e i dati scelti a convenienza sulle politiche energetiche che i suoi spot presentano sempre come anticrescita e anti-occupazione.

The National Taxpayers Union da agosto ha speso quasi 2,1 milioni di $ in spot nazionali in Arkansas, Iowa, Nebraska, Virginia, Washington, Wisconsin,. Anche questo è un gruppo finanziato dai Koch che nega l'evidenza scientifica del global warming e si oppone a energia pulita e alla legislazione sul clima.

The U.S. Chamber of Commerce (la Camera di Commercio statunitense) negli ultimi 3 mesi ha speso più di 3,5 milioni di dollari in spot sul consumo energetico in Missouri, New Hampshire, Pennsylvania, Colorado, Nevada, Pennsylvania. Nel 2010 l Foreign-funded chamber ha speso circa 3,8 milioni di dollari in annunci riguardanti il consumo come parte anti-science ed anti-climate legislation lobbying che non rappresenta l'opinione delle imprese statunitensi. La spesa della Camera di Commercio è solo una piccola parte dei 75 milioni di dollari che si è impegnata ad investire. La campagna "Yes on 23" delle Big Oil è partita con I primi spot il 28 settembre e fib no ad ora è costata più di 1 milione di dollari. Gli spot puntano a confondere I californiani sugli effetti delle leggi si clima ed energia che la campagna sta cercando di bloccare con la Proposition 23 per aumentare la quota destinata alle energie fossili.

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