Da teleReggioCalabria
“Incontri ravvicinati di quarto tipo”: così Nuccio Barillà, del direttivo nazionale di Legambiente, etichetta, ironicamente, le riunioni “off-media” che i sindaci di Montebello, Melito e di qualche altro comune di Capo Sud stanno tenendo a ritmo intensificato con la SEI, la società che continua a perseguire l’insano progetto di costruzione di una Centrale a Carbone a Saline. “E’ dello studioso di Ufo, Jacques Fabrice Vallèe – spiaga l’ambientalista- la definizione di questo particolare tipo di “incontri” come quelli “nel corso del quale i testimoni provino una sensazione di alterazione del loro senso della realtà", nonché rapimenti di natura
allucinatoria”. Il senso della “realtà reale” avrebbe richiesto che le Amministrazioni, a partire da quella di Montebello, esprimessero a “muso duro”, in molti casi riconfermandolo, un no netto al progetto di cui è capofila la società svizzera. Ciò nell’interesse del territorio, delle popolazioni e sulla base di già acquisite valutazioni sia di carattere tecnico-scientifico( vedi controdeduzioni VIA) sia riferite a scenari i(nconciliabili) di sviluppo dell’area interessata. Invece, nel “dietro le quinte”, seppure non chiaramente espressa, sembra si sia preferito avviare una trattativa spicciola sul tipo di opere integrative e sull’entità di ritorni finanziari e occupazionali, da “portare a casa”. In sostanza – ipotizza Barillà - si starebbe alzando il prezzo sulle contropartite da ottenere per far ingoiare la polpetta avvelenata ai cittadini e garantire l’assenso a livello territoriale alla Centrale. In questo contesto, l’istituzione dell’ennesima Commissione, decisa dai Sindaci, per l’esponente ambientalista “è solo la “coperta” o forse più semplicemente la “foglia di fico” per nascondere, dietro la sventolata esigenza di “approfondimento scientifico” del progetto, quella che è una operazione di mercato oltre a un modo come un altro per precostituirsi un alibi.” Ambiguo e deludente, in questo contesto, è, soprattutto -continua Nuccio Barillà - il comportamento del Sindaco di Montebello Ionico, dottore Guarna, che dopo aver fatto del no alla centrale ,“senza se e senza ma”, un fortunato vessillo elettorale, adesso tradisce, attraverso molti “se” e tanti “ma”, la sua parola e il suo mandato, allineandosi, balbettante, al suo collega di Melito Iaria, che di questa operazione mutualistica sembra essere la vera “testa di ponte”. “Maldestro è, infine – attacca ancora il dirigente di Legambiente - il tentativo di bollare il no diffuso e variegato al carbone come un no “ideologico” piuttosto che, semplicemente, “logico”. “La vera ideologia- ribatte Barillà - è quella di chi pensa che con i soldi e con il ricatto occupazionale è possibile comprare il consenso e la salute dei cittadini calabresi. Forse anche stavolta, come trent’anni fa a Gioia Tauro, le lobby che si sono coalizzate attorno all’affare-carbone, hanno sbagliato calcoli e previsioni. Ormai diffusa è la consapevolezza che la Centrale rappresenterebbe la peggiore risposta alle esigenze del territorio della fascia ionica reggina che, dopo le beffe e il fallimento del disegno di industrializzazione forzata dei decenni passati, aspira ad un cambiamento di scenario”.
Secondo Nuccio Barillà “è inutile continuare a parlare di un “carbone pulito” che non esiste. Una Centrale di “ultima generazione” come quella di Saline rilascerebbe nell’atmosfera una quantità massiccia di inquinanti, con particolare riferimento alla anidride carbonica che rappresenta il principale e più micidiale gas serra e alterante climatico prodotto sulla Terra; Va, peraltro, ancora una volta sottolineato – insiste il dirigente di Legambiente - come ,allo stato attuale della ricerca, mentre, per l’abbattimento di altri inquinanti atmosferici, nuove tecnologie impiegate hanno prodotto dei positivi seppure parziali risultati, non esiste scientificamente al mondo nessun apprezzabile miglioramento tecnologico né sezione di abbattimento fumi capace di ridurre anche minimamente le emissioni di CO2 emessa da combustione; Per non parlare del versamento di mercurio nelle acque marine e la produzione di polveri ultrafine. La stessa reclamizzata tecnologia, cosiddetta Carbon Capture and Storage (CCS) - che dovrebbe permettere anche a Saline la cattura della CO2 generata dal carbone e il suo stoccaggio in depositi geologici marini individuati in profondità - non solo è in fase di sperimentazione e si dovranno attendere diversi anni prima che diventi matura, ma ha costi insostenibili. Peraltro, contrariamente a quanto alcuni “venditori di fumo” dicono, non si tratta di una tecnologia a emissioni zero. Ci sono studi ufficiali che dimostrano come per ogni kWh prodotto si genererebbero 54-120 grammi di CO2, secondo altri 105-206 grammi. La stessa SEI, a leggere bene tra le carte del progetto, afferma che l’impianto della Centrale sarà predisposto per questa futura tecnologia non che verrà da subito attivata. Campa cavallo che l’inquinamento cresce. Su questo e su tutti gli altri aspetti relativi al progetto Legambiente e il suo comitato scientifico nazionale hanno invitato , da oltre due anni,al confronto pubblico la SEI. La società a trazione svizzera, che si dice a ogni piè sospinto “aperta al confronto” ,non ha mai risposto. E’ giusto infine - sottolinea Nuccio Barillà - esprimere apprezzamento per le recenti prese di posizioni bipartisan di esponenti del Consiglio regionale, condensate sulla riconferma del rigetto dell’ipotesi carbone. “La posizione della Regione Calabria, già espressa, in modo inequivocabile, durante la presidenza Loiero e ribadita dall’attuale Presidente Scopelliti, resta – a parere di Nuccio Barillà - importante e forse decisiva. Queste giuste esternazioni – aggiunge- non devono restare fini a sé stesse. Hanno bisogno, piuttosto, di essere accompagnate da investimenti certi nell’area di Saline (e non, come in precedenza, solo annunciati) per la riconversione della zona ex industriale e la valorizzazione sostenibile del territorio; Solo offrendo risposte concrete al bisogno occupazionale e di sviluppo dell’Area si potrà archiviare
8 ottobre 2010
Nuccio Barillà: in Calabria si chiuda per sempre il capitolo carbone
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