No al carbone Alto Lazio

3 novembre 2010

Carbone a Vado Ligure, i cittadini chiedono una presa di psizione netta

Da Savonaeponente.com
"Prendere al più presto una decisa posizione sul futuro della centrale di Tirreno Power. E’ la richiesta di numerose associazioni, comitati e singoli cittadini, savonesi e non, compresi diversi medici in campo nazionale che fanno parte dell’ Unione Associazione, Comitati e Cittadini per la Tutela dell’Ambiente in provincia di Savona.

“Dopo anni di riunioni, tavole rotonde, posizioni assunte e poi modificate, delibere, ricorsi e controricorsi, esposti, gli abitanti di Vado e quelli di tutta la provincia di Savona si ritrovano nell’identica, precisa situazione di trent’anni fa. Anzi, sotto alcuni aspetti la situazione è addirittura peggiorata” scrivono associazione e cittadini savonesi.

“Dopo aver studiato a lungo i moltissimi documenti prodotti dalla stessa Azienda, dal Ministero dell’Ambiente, dalla Regione Liguria, dai medici locali italiani, europei e mondiali, dalle amministrazioni locali e da tutti coloro che, nel corso di questi anni, si sono occupati dell’argomento “centrale a carbone”, crediamo sia venuto il momento di fare il punto della situazione. Un punto che verrà presentato anche all’Assessore all’ambiente regionale Briano, che ha promesso di “venire sul territorio” quanto prima per ascoltare il punto di vista dei comitati, delle associazioni e di tutte le realtà che rappresentano i cittadini e che quindi sono l’espressione forse meno “istituzionale”, ma sicuramente più “vera”, della democrazia” .

In particolare l’ Unione Associazione, Comitati e Cittadini per la Tutela dell’Ambiente in provincia di Savona punta il dito contro “il carbone responsabile di causare malattie e uccidere decine di persone all’anno”.

“L’atteggiamento della politica locale – prosegue l’Unione Associzione per la tutela dell’ambiente - partendo dai Comuni ed arrivando alla Regione, è sempre stato all’insegna dell’ambiguità. Partiti e singoli politici che hanno impostato le proprie campagne elettorali sul No forte e deciso al carbone hanno, in seguito, fatto una parziale o totale marcia indietro, o hanno completamente smesso di occuparsi del problema.Sembra lecito supporre che i sindaci vengano tenuti in scacco dalla possibilità di un’”emergenza rifiuti” sicuramente non lontana, data la situazione delle discariche locali, a cui si potrebbe profilare la soluzione tristemente presente nell’ultimo Piano Provinciale dei Rifiuti, ovvero quella di bruciare CDR nella centrale (con emissioni ancor più letali delle attuali, in quanto si aggiungerebbero quantità insostenibili di diossine e benzene).
Tutte le autorità locali, quando e se interrogate su questo punto, si sono sempre chiuse in un sospetto riserbo o nel totale silenzio”.

“Ma i cittadini non sono disposti ad accettare che questi compromessi vengano fatti sulla loro pelle, e per questo motivo non si ritengono sufficientemente rappresentati da istituzioni che, di fatto, appaiono condizionabili e ricattabili, oltre che non sufficientemente preparate dal punto di vista scientifico. Ma a rendere noto il punto di vista scientifico dovrebbe essere stato chiamato, fin dal primo momento, l’Ordine dei Medici della Provincia”.

“A fronte di tutto questo, ci chiediamo come sia possibile che questo impianto operi a tutt’oggi 24h/24, in modo indisturbato, nonostante esposti, mobilitazioni, inadempienze, silenzi e omertà. La nostra conclusione può essere una sola: basta morire per gli sporchi affari altrui. Basta carbone. Se i nostri amministrazioni arriveranno a conclusioni diverse, dovranno motivarle con argomentazioni ineccepibili: in caso contrario, per noi saranno colpevolmente consapevoli di non aver fatto nulla per impedire il dilagare di malattie e morti. E dovranno renderne conto alla cittadinanza e alla giustizia, oltre che alla propria coscienza.
Per tutti i motivi sopra esposti, i gruppi a carbone 3 e 4 (che producono più del’80% dell’inquinamento della centrale intera e non rispettano, superandoli di molto, i valori limite di emissione BAT della Ue), dovrebbero essere immediatamente chiusi . Infatti, anche se fossero ristrutturati, per dichiarazione dello stesso Ministero dell’Ambiente (vedi dichiarazione di VIA) non potrebbero MAI raggiungere mai le BAT richieste dalla Ue.
Non ha alcun senso che Sindaci e amministratori locali continuino a tergiversare in attesa dell’AIA, accettando magari qualche insignificante miglioria (controlli aria, nuovi esami epidemiologici, copertura dei parchi carbone ecc.)” concludono cittadini, comitati e associazioni savonesi.

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