No al carbone Alto Lazio

3 novembre 2010

I colossi dell'energia sporca provano a distruggere un fotovoltaico ormai pericoloso per i loro business

Da crisis.blogosfere.it "Avvelenati dal sole? Parte una nuova crociata contro il fotovoltaico"
E' in atto una vera e propria campagna di diffamazione contro le energie rinnovabili in genere e contro il fotovoltaico e l'eolico in particolare.
Ugo (Bardi) ne ha appena parlato, molto meglio di me, qui. Ma aveva già affrontato l'argomento qui. Analogamente l'argomento è stato affrontato anche sul blog Nuove Tecnologie Energetiche qui, qui e qui.
Il fotovoltaico sta per affrontare la prima, vera rivoluzione tecnica, con la transizione dal Silicio al Cd-Te, necessitata dai costi contenuti, le ottime rese e l'ottimo rapporto tra energia spesa per realizzare i pannelli ed energia prodotta dai medesimi. Il tutto in una prospettiva di rapido crollo dei prezzi e di raggiungimento della "grid parity" ovvero del pareggio di costo del kWh fotovoltaico e prodotto dal mix energetico tradizionale (anf...respirone).
Gli attuali pannelli in Cd-Te hanno un costo industriale di circa 500 $/kWp. La prospettiva, sulla base di tecnologie già collaudate e di prossima implementazione industriale, è di una discesa a 200 $ per kWp.
Vi sono poi in vista clamorosi sviluppi anche nel settore del fotovoltaico a "microconcentrazione", del film sottile di silicio e di altri ulteriori tecnologie, senza contare ovviamente il megaprogetto desertec dove si sperimenterà, in una scala mai tentata prima, il solare a concentrazione di Rubbia.
Il raggiungimento di una convenienza NETTA, per semplice confronto kWh/kWh del fotovoltaico rispetto alle fonti fossili è un vero incubo per i produttori di energia elettrica. Se è vero che il singolo piccolo utente non usufruisce, ovviamente, dei risparmi di scala dei grandi e medi impianti fotovoltaici è anche vero che il costo REALE del kWh, ottenuto dividendo, molto semplicemente, l'importo bimestrale della bolletta elettrica può riservarvi delle "belle" sorprese.
Provate e, specialmente se avete consumi contenuti, potrete constatare con stupore che già oggi il costo medio onnicomprensivo di tutti i costi fissi, imposte, addizionali etc etc del vostro kWh sta intorno o oltre i 30 centesimi. Orbene il costo ATTUALE, chiavi in mano, di un kWh fotovoltaico, per un piccolo impianto, sta intorno a questa cifra, 30 centesimi /kWh ipotizzando una durata semplicemente quindicennale.
Vedete quindi che già oggi il conteggio economico anche senza conto energia, di un impianto stand-alone potrebbe essere, paradossalmente (esiste la complicazione dello stoccaggio) attraente. Per lo scambio sul posto la situazione è complicata dal sistema normativo/tariffario che purtroppo prezza in modo diverso il kWh in ingresso ed uscita.
Dal punto di vista dei fornitori di energia elettrica la situazione è grave: non solo rischiano quote di utenza crescenti ma le rischiano in modo irreversibile, dato che si tratta di impianti dalla durata pluridecennale. Quindi si muovono tutte le leve a disposizione, da un lato cercando di attirare la maggior parte delle risorse possibili sui grandi impianti centralizzati piuttosto che sugli impianti domestici dall'altro, semplicemente, diffondendo "memi" che screditano il fotovoltaico e le energie rinnovabili in tutti i modi.
Dopo la bufala della "occupazione del suolo" da parte degli impianti fotovoltaici (conti alla mano le rotonde alla francese si sono mangiati negli ultimi anni quote di territorio maggiori) e le lamentele sul loro costo per la collettività ( allo stato l'85% dei fondi a disposizione grazie alla componente A3 della bolletta va ad inceneritori ed altri impianti che di rinnovabile, sostenibile o auspicabile non hanno niente, gli attuali impianti possono essere quintuplicati senza costi aggiuntivi per la collettività, semplicemente smettendo di incentivare quello che di rinnovabile non ha niente) dopo questa prima e ben orchestrata campagna di disinformazione, dicevo partirà presto quella contro le nuove tecnologie prima accennate.
Prima fra tutte il film sottile.
Il Cd-Te, questa la facile tesi, contiene il mefitico, mefistofelico, cancerogeno e spaventoso Cadmio e quindi è o dovrebe essere una tacca al di sotto di un bell'inceneritore, nel grado di sopportazione da parte della popolazione.
Le cose non stanno cosi, ne abbiamo già parlato su Crisis ed ulteriori conferme arrivano dai grafici che vedete qui sotto, presi da questo documento certo di parte ma che fa riferimento a studi indipendenti.


Come vedete, a parità di energia produttiva, non c'e' storia: il Cd-Te ha un eroei (ed un livello di emissioni di gas serra nel ciclo produttivo) ALMENO doppio rispetto al silicio. Il motivo è legato al processo produttivo, altamente energivoro di quest'ultimo.

In questo secondo grafico si vede che i pannelli in film sottile rilasciano molto meno Cadmio nell'ambiente del petrolio, a parità di energia prodotta ed addirittura, paradossalmente, meno dei pannelli tradizionali.
Infine in questo grafico si vede il livello di rilascio di altri metalli pesanti nel ciclo di vita di vari tipologie di impianti ( cosi portandosi un poco avanti con il lavoro). Anche in questo caso il Cd-Te è nettamente in vantaggio. Il motivo?
Semplice: quella che è una sua apparente debolezza, giustappunto la presenza di Cadmio, diventa un punto di forza: Impone, infatti, un ciclo altamente controllato di produzione e inoltre l'impegno al ritiro e recupero (quasi totale) dei pannelli. In pratica un ciclo chiuso, come tale vicino a quelli che dovremo concepire, in un futuro non lontano, per ogni genere merceologico non alimentare e/o biologico.
I dati oscillano un poco ma la letteratura sembra ragionevolmente sicura su un punto: i pannelli in Cd-Te sono non solo sicuri ma altamente produttivi, affidabili ed economici. In pratica: il futuro del settore. Mentre da noi siamo agli inizi, tanto che i nostri due di Caprese e Sansepolcro sono i primi impianti a film sottile di questa dimensione installati in Toscana, la First Solar, il principale produttore per questa tecnologia, si avvia a diventare la più grande azienda fotovoltaica mondiale, superando le altre big dopo una rincorsa di pochissimi anni.
Per ora è terza, dietro a due produttori cinesi, che sono competitivi grazie all'energia a basso costo delle inquinanti centrali a carbone tipiche del mix energetico di quel paese ed ovviamente agli altri costi di produzione, ugualmente bassi.
E' ovvio che, con l'aumentare dell'installato i problemi aumenteranno, qui un recentissimo articolo, ma è anche ovvio che il genere di problemi che nasceranno saranno sempre di gran lunga preferibili di quelli a cui andremo incontro se rinunceremo a perseguire con la necessaria decisione ed urgenza l'obbiettivo del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro la finestra temporale a nostra disposizione.
Probabilmente abbiamo a disposizione non più di due-tre di decenni per giungere a quell'obbiettivo e forse dieci anni per arrivare al raddoppio dell'attuale % di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. Un compito difficile ma non impossibile, specialmente se non distoglieremo risorse per dedicarle alla progettazione di fantomatiche centrali nucleari che non vedranno mai nemmeno l'inizio dei lavori.

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