Milioni di anni. Quello che siamo è il risultato dell'evoluzione entro un ambiente in cui ogni elemento dell'ecosistema vive in equilibrio con gli altri. Ad evolversi non è infatti solo il singolo organismo, ma il rapporto tra essi.
Un bel giorno l'uomo fa la scelta più avventata mai fatta: modificare il codice genetico di determinati organismi per fini produttivi. Senza avere una pallida idea delle implicazioni che questa scelta potrebbe avere sul genere umano. Senza sapere cosa, sul lungo periodo, potrebbe accadere con la diffusione nell’ambiente di questi organismi modificati.
Una arroganza che potremmo pagare cara, eppure il principio di precauzione, crescenti testimonianze della pericolosità degli OGM (vedi la sterilità riscontrata nei topi), il pericolo infestazione / riduzione della ricchezza genetica del pianeta, finanche la loro produttività molto più scarsa del previsto, i problemi legali e i danni economici alle economie locali derivanti dai brevetti genetici: tutto questo non è stato finora sufficiente a fermare la follìa degli OGM.
Segue una serie di news dalla newsletter di Equivita
24/11/10
Germania: Corte costituzionale riafferma la validità delle “regole stringenti” sugli Ogm
Fonte: Ufficio stampa Corte costituzionale
Pronunciandosi sul ricorso presentato dal Land Sassonia-Anhalt contro la “Legge federale sull’ingegneria genetica”, la Corte costituzionale tedesca ha riaffermato la legittimità e costituzionalità delle misure in essa contenute. La Corte ha riconosciuto che l’ingegneria genetica comporta una modifica irreversibile delle strutture elementari della vita e che è difficile, se non impossibile, arginare la diffusione del materiale geneticamente modificato immesso nell’ambiente. Mancando ancora una conoscenza scientifica degli effetti a lungo termine dell’ingegneria genetica, è compito del legislatore preservare dai possibili effetti avversi delle colture gm i cittadini e l’ambiente, anche in virtù del vincolo di responsabilità che lega le generazioni attuali a quelle future. Resta in piedi, così, l’obbligo per chi contamina coltivazioni tradizionali o biologiche di risarcire i propri vicini, nonché quello di iscrivere le coltivazioni gm sperimentali in un registro di pubblico accesso che ne consenta il costante e trasparente monitoraggio.
12/11/10
“Eurobarometro sulla biotecnologia 2010”: cresce in Europa l’opposizione al cibo gm
Fonte: Greenpeace
Secondo il nuovo “Eurobarometro sulla biotecnologia” la percentuale di quanti in Europa si oppongono ai cibi geneticamente modificati è in aumento. Dichiara Marco Contiero di Greenpeace: “Il sondaggio ha prodotto risultati inequivocabili: il 61% della popolazione europea è contraria a un’ulteriore diffusione degli alimenti gm in UE”. Nel precedente Eurobarometro riguardante gli Ogm (“Attitudine dei cittadini europei verso l’ambiente”, 2007) i contrari al cibo gm costituivano il 58% della popolazione.
Per i cittadini europei gli alimenti gm sono fondamentalmente innaturali (70%), non sicuri per la salute umana (59%), non sicuri per le generazioni future (58%), vantaggiosi per alcuni, ma causa di rischi per altri. Meno di un terzo di tutti gli intervistati ritiene che gli Ogm siano utili all’economia e l’84% dei cittadini dimostra di avere una buona conoscenza del problema. Ciò prova che, contrariamente a quanto sostiene l’industria biotech, l’opposizione dell’opinione pubblica europea agli Ogm è il prodotto di una scelta informata e non di ignoranza. Lo conferma la cospicua perdita di consensi in un paese, la Spagna, tradizionalmente pro-Ogm e in cui i transgenici sono coltivati su vasta scala: tra il 2005 e il 2010 la percentuale dei favorevoli agli Ogm è passata dal 53 al 35%.
10/11/2010
Unione europea: debutto disastroso per la patata Amflora
Contaminazione, rifiuto sociale e il ricorso di cinque governi sintetizzano il suo primo anno di coltivazione
Rompendo un’ultradecennale moratoria di fatto, la Commissione europea ha autorizzato lo scorso marzo la coltivazione della patata gm Amflora sul territorio dell’Unione. Dopo la prima semina, tuttavia, il bilancio non potrebbe essere più negativo. Rifiutata dall’opinione pubblica e dall’industria, gran parte del raccolto del vegetale gm è risultato contaminato e quindi sequestrato. Austria, Ungheria e Lussemburgo ne hanno proibito la coltivazione e cinque governi europei ne hanno contestato l’approvazione davanti alla Corte di Giustizia europea.
Nel corso del 2010 la patata Amflora è stata coltivata complessivamente su 267 ettari di terra, suddivisi tra Svezia, Germania e Repubblica ceca. In Svezia il debutto di Amflora si è intrecciato con lo scandalo provocato da un’altra patata gm, Amadea, coltivata sul suolo dell’Unione pur non essendo autorizzata. Per effetto della contaminazione causata dalla patata illegale, 16 dei 120 ettari di Amflora coltivati in Svezia sono stati distrutti. Sorte non migliore è toccata ai 15 ettari coltivati in Germania, anch’essi sequestrati per il rischio contaminazione e assicurati in un magazzino del governo federale fino a nuovo ordine.
Anche l’industria europea dell’amido ha voltato le spalle ad Amflora, per evitare problemi di contaminazione e non incorrere nel rifiuto dei consumatori. Del resto, esistono già sul mercato patate tradizionali dotate dello stesso contenuto di amido, a ulteriore conferma del fatto che metterne in circolazione una geneticamente modificata pericolosa per la salute umana fosse del tutto innecessario.
01/11/2010
Giappone: approvato un protocollo internazionale contro i rischi posti dagli Ogm
Fonte: Clarissa, di G. Sinatti
Un nuovo protocollo sulla responsabilità ed il risarcimento in caso di danni causati dagli spostamenti transfrontalieri di organismi viventi geneticamente modificati (LMO) è stato adottato lo scorso 15 ottobre nel quadro della Convenzione sulla Biodiversità (CBD), approvata il 22 maggio del 1992 e sottoscritta ad oggi da 188 Paesi.
Ci sono voluti ben sei anni di negoziati per giungere a questo "protocollo addizionale di Nagoya-Kuala Lumpur" che rende operativo l'articolo 27 del cosiddetto Protocollo di Cartagena sulla Bio-sicurezza, del 29 gennaio 2000, un accordo internazionale sviluppato nel quadro della CBD, il cui scopo è di definire a livello internazionale misure rivolte a proteggere la diversità biologica dai rischi potenziali posti dagli organismi geneticamente ingegnerizzati dalle moderne biotecnologie: il citato articolo 27 prevede appunto l'elaborazione di regole e procedure internazionali per la responsabilità ed il risarcimento in caso di danni alla biodiversità causati dalla movimentazione di organismi viventi geneticamente modificati.
Il documento approvato il 16 ottobre scorso stabilisce infatti che tutti gli operatori (commerciali, produttori, esportatori, importatori, trasportatori) saranno ritenuti responsabili anche dal punto di vista finanziario della movimentazione di questo tipo di organismi fra Stati diversi e degli eventuali danni conseguenti.
Il nuovo accordo sarà disponibile per ulteriori adesioni presso la sede delle Nazioni Unite dal 7 marzo 2011 al 6 marzo 2012 ed entrerà in vigore novanta giorni dopo essere stato ratificato da almeno 40 Paesi che aderiscono al Protocollo di Cartagena sulla Biodiversità.
13/09/10
Stati Uniti: Fondazione Gates investe nella Monsanto
Fonte: Via Campesina e Community Alliance for Global Justice
Nel secondo quadrimestre del 2010 la “Fondazione Bill and Melinda Gates” ha acquistato 500.000 azioni della Monsanto investendo oltre 23 milioni di dollari nella multinazionale. Lo ha reso noto un sito web di finanza suscitando un’ondata di indignazione tra le organizzazioni di agricoltori e della società civile di tutto il mondo. La “Fondazione Gates” è stata costituita nel 1994 dal fondatore della Microsoft Bill Gates e oggi esercita un’influenza egemone sulla politica globale per lo sviluppo agricolo, riversando centinaia di milioni di dollari su progetti che incoraggiano gli agricoltori dei paesi poveri a utilizzare sementi gm e fitofarmaci della Monsanto. La recente acquisizione delle azioni della multinazionale, però, dimostra che tale attività di promozione è motivata più dalla ricerca di profitti che dalla filantropia.
Lo stretto legame con la Monsanto e altre multinazionali biotech, tuttavia, non è l’unica stigmate dei progetti e delle iniziative multimiliardarie che fanno capo alla “Fondazione Gates” (AGRA, GAFSP, “Feed the Future Initiative”, ecc …).
Un rapporto del 2008 commissionato dalla Banca Mondiale e dalle Nazioni Unite (International Assessment of Agricultural Knowledge Science and Technology for Development - IAASTD) promuove soluzioni alternative ai problemi della fame e della povertà, evidenziandone l’origine sociale ed economica. Secondo il rapporto, l’agricoltura agro-ecologica su base familiare risponde meglio di quanto non faccia il modello industriale esportato dalla Fondazione Gates alle necessità dei paesi poveri ed è in grado di produrre cibo continuando a rispettare il pianeta.
Nelle parole di un’esponente di “Via Campesina”, inoltre: “Nessuna fondazione – quand’anche ben intenzionata - può arrogarsi il diritto di definire le politiche agricole e alimentari di una nazione. La democrazia richiede la partecipazione informata della società civile, affinché questa valuti ciò che è nel migliore interesse della gente”.
29 dicembre 2010
Organismi Geneticamente Modificati news
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