Il giornalettismo da quattro soldi continua a parlare di "riduzione delle emissioni" a proposito delle tecnologie CCS (Carbon Capture and Storage = Cattura e Stoccaggio della CO2), che permettono di SEPPELLIRE sotto terra o nelle profondità del mare EMISSIONI di CO2 provenienti da impianti industriali (solo di piccolissima taglia). Non c'è alcun taglio, a meno di sostenere che gettare la polvere sotto il tappeto equivale ad eliminarla.
Quanto alle CCS applicate alle centrali energetiche a carbone, le emissioni di nanopolveri cancerogene, tipiche della combustione del carbone, in nessun modo vengono intaccate.
Vediamo di ripassare un po' di cosa stiamo parlando, rispondendo ad alcuni tra i più frequenti questiti riguardo queste tecniche.
“Se finanzio gli ENORMI costi delle CCS (sono davvero spaventosi) per renderli appetibili ai privati, QUEI SOLDI DOVE LI PRENDO?”
Dagli incentivi alle rinnovabili, ovvio! E gli incentivi alle fossili sono già oggi più alti di quelli alle rinnovabili.
“POSSO APPLICARE OGGI LE CCS?”
Certo che no, oggi si fanno solo piccolissime sperimentazioni! La prospettiva riguarda solo un ipotetico futuro.
“QUANTA ENERGIA MI SERVE PER STOCCARE LA CO2 PRODOTTA DA UNA CENTRALE A CARBONE?” Una parte cospicua di quella che produco. Dite che non ha senso? Difficile darvi torto.
“COME POSSO SAPERE QUANTO A LUNGO TERRANNO I DEPOSITI DI STOCCAGGIO?” Che domande, certo che no. “E SE FUORIUSCISSE UNA GRANDE MASSA DI CO2 ALL'IMPROVVISO?” Cavoli amari per chi si trovasse in quei pressi.
“E LE NANOPOLVERI CANCEROGENE RISULTANTI DALLA COMBUSTIONE DEL CARBONE?” Quelle restano lì, intatte, non filtrabili e pericolose come sempre.
“E I MIGLIAIA DI MORTI ANNUALI NELLE MINIERE? E LE DEVASTAZIONI CAUSATE DALLE MINIERE?” Purtroppo non sono filtrabili neanche questi…
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29 aprile 2011
CCS riducono un bel niente (ma lasciano inalterato il modello di sviluppo)
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