Fonte
GME dati di marzo 2011, cliccare sull'immagine per ingrandire.
Appena dimostrato, con un ottimo studio, che il fotovoltaico, in realtà, non peserà sulle tasche degli italiani e farà anzi risparmiare soldi in bolletta, SOPRATUTTO alle industrie più energivore, possiamo ora portare una prova di quanto affermato in quel recentissimo post.
Il grafico che vedete in alto (ringrazio Giuseppe per la ragionata segnalazione) si riferisce agli ultimi dati disponibili disponibili presso il GME, Gestore del Mercato Elettrico, l'equivalente della borsa, per il settore.
Molto semplicemente è la pistola fumante, la PROVA, al di la delle chiacchiere, e/o fino a prova contraria, della forza calmierante delle energie rinnovabili, rispetto ai prezzi di mercato.
Vedete che la Curva, che descrive l'andamento orario medio dei prezzi per il mese di marzo mostra che i prezzi sono mediamente aumentati rispetto all'analoga stagione del 2010. Cosa è successo? Molto semplicemente il barile è schizzato a livelli quasi record facendo da traino, come al solito anche alle altre fonti energetiche non rinnovabili, gas e carbone.
Se guardate meglio, però, potrete notare una cosa: nei momenti di massima richiesta i prezzi sono rimasti quasi invariati. Questo, da un punto di vista di un mercato che non avesse visto una crescita delle energie rinnovabili non ha senso.
E' proprio nei momenti di massima richiesta che vengono attivate le centrali di riserva, ad esempio a turbogas, per definizione poco efficienti, ma che permettono di coprire rapidamente l'aumento di richiesta.
Ci saremmo quindi attesi una oscillazione ancora maggiore, nei momenti di punta, visto il maggior costo di produzione, esacerbato dalla scarsa efficienza. Perchè questo, con tutta evidenza, non si è verificato? Perchè nell'anno appena trascorso e fino a Marzo 2011 sono stati installati ed allacciati quasi 4 GWp di impianti fotovoltaici.
Di questi quasi tre GWp, ragionevolmente, nel periodo Marzo 2010 Marzo 2011.
Sono questi tre GWp di fotovoltaico in più rispetto al 2010 che, producendo al massimo proprio nei momenti di massima richiesta, hanno di fatto annullato gli aumenti di ALMENO 10 euro/MWh che altrimenti si sarebbero verificati.
Una controprova?
I dati dei giorni festivi, nei quali, per la minore richiesta complessiva, non sono attivati gli impianti meno efficienti.
Per questi giorni l'ingresso in produzione del fotovoltaico ha da un lato una influenza percentualmente maggiore, per la minore richiesta complessiva di energia, dall'altro un effetto calmierante superiore, perchè non oscurato dall'aumento dei costi di esercizio delle centrali turbogas e simili, a bassa efficienza, di cui nei giorni festivi non vi è necessità.
Come si vede, l'effetto mitigante e talmente forte da INVERTIRE l'andamento dei prezzi, che risultano INFERIORI rispetto agli analoghi orari di punta dell'anno scorso.
Con buona pace di chi, nei qualificati commenti del precedente post,cercava di dimostrare il contrario, non solo avevamo ragione ma avevamo anche valutato correttamente il valore di questo effetto di mitigazione svolto dalla messa in produzione degli impianti fotovoltiaci sui costi dell'energia elettrica.
Credo, mi scuserete l'immodestia, che la serie di post e di studi che noi di ASPO abbiamo prodotto nell'ultimo mese su questo tema sia uno dei maggiori contributi dati per la comprensione dell'importanza delle energie rinnovabili ed in particolare del fotovoltaico nel nostro paese, anche nella sempre ribattuta ottica economica e strategica.
Giova qui ricordare, a mò di pietra tombale, che il nucleare, anche SE avessimo già realizzato, grazie ad una bacchetta magica, quattro o cinque centrali, NON avrebbe sortito alcun effetto calmierante e/O moderatore dei prezzi di mercato (al contrario di quanto pervicacemente affermato dai sostenitori), perchè, per sua natura il nucleare fornisce la potenza di base (anche una parte di quella italiana, "comprata" dalle centrali transalpine)e quindi non modula ne mitiga, in alcun modo, i picchi di costo e di consumo giornalieri.
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