Da tempo seguiamo le vicende degli amici del Ticino (Svizzera), che con noi condividono la battaglia per una politica energetica lungimirante e non autodistruttiva, contro il carbone. Intervento di P. Zanchi, fonte
"Diciamolo chiaramente: il Ticino e i suoi abitanti hanno bisogno dell’energia prodotta nella centrale a carbone di Lünen? L’investimento è una pura speculazione, come lo sono stati altri investimenti che AET ha fatto nel gas in Albania (una decina di milioni persi) o quello nell’olio di palma in Malesia (altri milioni buttati al vento). Ma non per questo la tariffa della bolletta elettrica dei consumatori ticinesi è aumentata. Da 23 anni sono titolare di un’azienda artigianale di 5 impiegati e se dovessi fare un investimento sbagliato dove non ci guadagno, so che l’investimento viene contabilizzato come perdita. Dunque non faccio utili, ma non è per questo che chiudo la ditta. E se faccio un investimento è perché prima ho accantonato degli utili. Lo sbaglio dovrebbe però consigliarmi maggiore prudenza. Dunque la questione della perdita di soldi, tutto sommato, non è una grande ragione per appoggiare il controprogetto. Mentre votare sì all’iniziativa permette di mandare un segnale politico forte: errori come quelli commessi all’estero da AET non se ne devono più fare; e le ragioni per uscire dall’investimento nel carbone sono molte. Eccone alcune:
il prezzo del carbone continua ad aumentare e dal 2013 aumenteranno pure i certificati d’emissioni di CO2; ciò renderà l’energia prodotta più cara di quello che i fautori e sostenitori del controprogetto vogliono far credere;
se l’energia dovesse servire ai ticinesi ci sono da considerare le perdite di energia dovute al trasporto in rete (8-10%) e il costo non indifferente caricato dai gestori delle reti da Lünen fino in Ticino; una centrale a carbone “moderna” che rende solo il vantato 45% è un insulto per una tecnologia che viene spacciata per moderna; tenuto conto che alla fine si dovrebbero pure conteggiare le perdite energetiche per l’estrazione, il trasporto del carbone dalla Colombia, cosi come il trasporto dell’energia prodotta. Qualcuno ha già fatto questi conti?
i costi ambientali e sociali (inquinamento e aumento dei costi sanitari, sfruttamento minorile e minatori sottopagati) dovrebbero far riflettere se dal punto di vista umano e sindacale sia una scelta pulita e coerente. Le soluzioni alternative (efficienza ed energie rinnovabili) sviluppate nel nostro cantone danno più sicurezza in posti di lavoro (e a lungo termine), ci rendono più indipendenti dall’estero e migliorano la nostra e altrui qualità di vita.
Se ad AET, al Governo Ticinese e al Gran Consiglio stanno a cuore un vero futuro energetico per il nostro Cantone, con meno implicazioni negative, i soldi proposti nel controprogetto ci sarebbero comunque; è una questione di buon senso e di volontà ad agire e a voltare pagina verso un modo nuovo di investire, di fare economia, come pure quello di fare politica.
Pertanto il prossimo 5 giugno voterò un chiaro sì all’iniziativa per un’AET senza carbone e NO al controprogetto ingannevole dei fautori del carbone.
Pierluigi Zanchi, titolare d’azienda Gerra Piano
16 maggio 2011
Carbone a Lunen? Speculazione sulla pelle dei cittadini
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