No al carbone Alto Lazio

5 giugno 2011

In Italia e Germania il carbone fatica a restare nei parametri di legge

Da Ticinolibero
"Questo fine settimana sapremo infine cosa decideranno i ticinesi. Tutto è nato dalla decisione dell’Azienda elettrica ticinese (AET) di investire svariati milioni nella centrale a carbone in costruzione a Lünen, in Germania. I Verdi, appoggiati dal Partito socialista e dalla Lega dei ticinesi ha quindi deciso di lanciare un’iniziativa, “Per un’AET senza carbone”, che propone l’uscita dal carbone entro il 2015.

Il Gran Consiglio ha proposto invece un controprogetto, che propone un termine molto più lungo per l’uscita dall’investimento di Lünen, ossia il 2035, e l’istituzione di un fondo per le energie rinnovabili.

Sulla centrale tedesca, malgrado la costruzione della centrale sia ormai quasi ultimata, pende tuttavia una spada di Damocle, quella giudiziaria. Un ricorso dell’associazione “Bund für Umwelt und Naturschutz Deutschland” è infatti stato accolto a metà maggio dalla Corte europea, in Lussemburgo. Nulla è ancora deciso, il ricorso verteva unicamente sulla legittimità di ricorrere da parte dell’associazione, che ora potrà far valere le sue ragioni.

Al momento un’altra sentenza di tribunale della corte europea sta già impedendo da mesi la messa in funzione di un’altra centrale a carbone, quella di Datteln.

Problemi con il carbone li si riscontrano anche in Italia, dove recentemente una sentenza ha bloccato la riconversione dell’impianto di Porto Tolle, in provincia di Rovigo. È infatti stato accolto un ricorso di diverse associazioni ambientaliste e operatori turistici della zona, grazie al quale è stato annullato un decreto del Ministero dell’ambiente che dava parere positivo alla valutazione d’impatto ambientale del progetto.

Commentando la sentenza, il WWF (uno dei ricorrenti) ha voluto sottolineare che i “desolfatori” e i “denitrificatori” presenti nelle nuove centrali a carbone permettono un abbattimento soltanto parziale delle sostanze inquinanti, motivo per il quale sono da preferire le centrali a gas (il progetto prevedeva la riconversione da gas a carbone).

Sul fronte opposto l’Enel, la società che intendeva realizzare la riconversione, il governo e i sindacati, preoccupati per la sorte dei lavoratori dell’impianto. Come dire… tutta Europa è paese.

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