Da LegambienteVeneto una risposta ai troppo facili proclami di vittoria delle lobby pro-carbone sulla riconversione a Porto Tolle
"In Legambiente strappa un sorriso l’eccessivo ottimismo del governatore del Veneto Zaia che dichiara: “Oggi la giunta regionale ha chiuso la partita della centrale Enel di Porto Tolle” annunciando l’approvazione in Giunta regionale di un disegno di legge che va a modificare l’articolo 30 della legge regionale n. 36 del 1997, istitutiva del Parco regionale del Delta del Po.
“Se Zaia ritiene che il problema sia risolto – dichiara Michele Bertucco, presidente di Legambiente Veneto – si sbaglia di grosso. Non solo perché la nostra opposizione non cesserà, ma soprattutto perché le ragioni che hanno portato il Consiglio di Stato ad annullare la riconversione a carbone non verranno meno”.
All’associazione ambientalista appare pura retorica, buona per tener buoni i sostenitori del carbone, l’affermazione, sempre di Zaia, che “la modifica dell’art. 30, come prevista nel provvedimento che è stato adottato, e che è stato inviato al consiglio regionale per l’approvazione definitiva, ci permetterà di recuperare quasi il 90 per cento del lavoro fatto in questi sei anni”.
Tale sicurezza cozza contro la sentenza del Consiglio di Stato dove si dice che è ammissibile “una differente alimentazione solo a condizione che siano utilizzate “fonti alternative di pari o minore impatto ambientale”. Il problema è proprio qui: Enel, salvo asserire falsità, non potrà mai dimostrare che il carbone ha “pari o minore impatto ambientale”. Oppure la Regione Veneto vorrà legiferare per alimentazioni peggiorative nel Delta del Po?
Quand’anche una eventuale nuova legge regionale riuscisse, con artifici, a ignorare tali limitazioni, resterebbe in piedi la normativa nazionale sulla VIA, scoglio difficilmente aggirabile.
Ma la sentenza non si limitava alla questione alimentazione. Richiamava il parere dell’Arpa Veneto e la decisione della Commissione Regionale Via che prospettava ad Enel, pur in un parere favorevole, alcune decine di raccomandazioni e prescrizioni. Cancellare anche le riserve dei tecnici regionali?
Potrà poi l’Enel riproporre lo stesso progetto ignorando le linee guida comunitarie relative ai grandi impianti di combustione per quanto riguarda le emissioni, così come ha rilevato il Consiglio di Stato?
“Ci permettiamo – conclude Bertucco - di consigliare al governatore Zaia, alla Giunta regionale e al Consiglio di dedicare le proprie attenzioni ed energie a convincere l’Enel a riconvertire a gas Porto Tolle. Ne guadagnerà il Delta del Po, la sua popolazione e il Veneto si avvierà sulla augurabile strada della riconversione pulita del proprio apparato energetico
26 giugno 2011
Legambiente Veneto: Zaia perde il suo tempo, convinca enel a riconvertire a metano
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