Da VocedItalia
"Mentre Assocarboni annuncia l’incremento del 7% delle importazioni di carbone in Italia per l’anno 2011 (a fronte di una media globale che raggiunge a malapena i cinque punti percentuali) il Partito Pirata critica le scelte della politica energetica made in Italy, scelte che non prendono in considerazione i fenomeni globali, gli impegni internazionali e il rispetto per l’ambiente.
“L’Italia dopo aver archiviato la pratica nucleare – fa sapere l’ingegner Marco Masini, responsabile nazionale delle politiche energetiche e ambientali del Partito Pirata – cerca ora di soddisfare la fame di energia con il carbone. Ma se il nucleo atomico ha problemi, il carbone ne ha ancora di più. Non si può turare una falla con un cavatappi!”.
“L’intensità energetica del carbone è molto inferiore a quella del petrolio, e ha un contenuto di carbonio molto più alto. Questo determina un grande potere inquinante, che si può limitare solo a fronte di ingenti investimenti”. Senza poi dimenticare il trasporto stesso, “che induce un fenomeno di inquinamento indiretto molto importante, e di certo maggiore rispetto a quello del petrolio”.
Esistono altre soluzioni, ci sono altre strade da seguire. “Il geotermico italiano, dopo una fase iniziale di espansione ed interesse che ha fatto dell’Italia un’apripista con i giacimenti di Larderello, ha smesso di investire in questa direzione. Non ci sono investimenti in ricerca e in sviluppo sufficienti, e non si pensa strategicamente al contributo delle rinnovabili. Che possono giocare un ruolo significativo”.
26 novembre 2011
Il "Pirate Party" italiano è critico verso l'energia dal carbone
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