No al carbone Alto Lazio

27 dicembre 2011

Porto di Genova, sequestrato il terminal carbone

Da la Repubblica del 21/12
"Il pubblico ministero della procura di Genova, Walter Cotugno ha disposto il sequestro del 70% della superficie del terminal rinfuse del porto di Genova. All’origine del decreto ci sarebbero problemi ambientali, legati alla movimentazione del carbone. Quattro persone sono indagate. L’operatività del terminal, gestito dalla Compagnia Pietro Chiesa, è attualmente interrotta. Si apre così un nuovo fronte sulle banchine del porto di Genova.
FOTO DEL TERMINAL CARBONE

L'indagine del sostituto procuratore Walter Cotugno nasce da una segnalazione inviata dall'ufficio Ambiente e Territorio della Provincia, l'ente cui compete il monitoraggio dell'aria anche all'interno del porto. I tecnici avevano riscontrato all'interno e nell'area circostante il Terminal Rinfuse, una quantità di polveri di carbone superiori ai livelli consentiti e avevano inoltrato la relazione alla procura.
VIDEO, MERLO: "BISOGNA RISPETTARE LE REGOLE"

L'indagine mira alla tutela della salute dei lavoratori che operano nel terminal - in primis i "carbunin" - ossia i camalli della storica compagnia Pietro Chiesa -, ma anche dei dipendenti di altre società e uffici confinanti. E poi c' è l'incolumità degli stessi abitanti dei quartieri a ridosso della zona di San Benigno.

Negli anni, infatti, sono state molte le denunce di operai, impiegati, cittadini che si lamentavano per le nubi nere che si sollevano nelle giornate di vento, oppure per quella polvere di carbone depositata sulle scrivanie, sui davanzali, sulla biancheria stesa.

Ai quattro indagati, due appartenenti al settore dirigenziale e due a quello tecnico, sono contestati 15 capi d'imputazione. Secondo l'accusa non avrebbero attuato le procedure necessarie per evitare l'aumento delle emissioni di polveri derivanti dalla movimentazione e dallo stoccaggio del carbone e delle rinfuse bianche. Tra le accuse, quella di utilizzare ruspe non idonee a impedire la dispersione delle polveri. Contestata l'omissione della pulizia delle aree di stoccaggio.

Si è appreso che l'autorizzazione prevedeva lo stoccaggio di 15-20.000 tonnellate di carbone, i cui cumuli non avrebbero dovuto superare in altezza apposite barriere protettive di 5 metri. Al contrario erano state stoccate 60.000 tonnellate. Tra le anomalie riscontrate anche la mancata installazione di uno specifico autolavaggio per la pulitura dei mezzi utilizzati per il trasporto, quindi la mancata comunicazione all'Asl dell'arrivo di navi con carico di rinfuse polverose.

"La Procura è attenta nei settori che possono provocare inquinamenti" ha detto il procuratore capo reggente, Vincenzo Scolastico. Il presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Luigi Merlo, si è limitato a questo commento: "Sull'azione giudiziaria abbiamo notizie frammentarie, si parla di elementi di carattere ambientale. Dico solo che, nella delibera di oggi, abbiamo evidenziato che in quel terminal ci sono carenze strutturali e ambientali che avevo già segnalato con una lettera del 24 novembre all'azienda. Sono preoccupato soprattutto per i lavoratori, ma ci attiveremo con le organizzazioni sindacali una volta compreso bene l'atto".
(21 dicembre 2011)

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