No al carbone Alto Lazio

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21 novembre 2007

Carbone e mercurio: danni al sistema nervoso e pericolo per il settore ittico



"I risultati di uno studio presentato il 7 novembre scorso al Congresso Annuale dell'American Public Health Association, svoltosi a Washington, D.C., mettono in guardia contro il consumo di pesce proveniente da acque vicine a centrali a carbone (1).

Lo studio è stato effettuato a Pittsburgh, Pennsylvania, USA, in un'area situata lungo la direzione dei venti prevalenti rispetto ad una centrale a carbone. Gli studiosi hanno trovato nel tessuto dei pesci di questa zona un alto contenuto di mercurio e selenio, due ben noti inquinanti emessi dalla combustione del carbone.

Di particolare interesse è il fatto che, nel caso di emissioni importanti, l'inquinamento interessava anche aree verso le quali non spiravano i venti prevalenti.

I ricercatori hanno messo in evidenza come l'ingestione di pesce contaminato da mercurio avrebbe aumentato di molto il rischio di danni neurologici nei bambini quali ritardo mentale, difficoltà di apprendimento, ritardo dello sviluppo neurologico, deficit del linguaggio, della funzione motoria, dell'attenzione e della memoria.

L'ingestione di pesce "al mercurio" può causare oltre a danni neurologici, malattie cardiocircolatorie e malformazioni congenite.

Non è possibile valutare la quantità di mercurio che, in seguito alla combustione del carbone, una delle fonti più importanti di inquinamento da mercurio, verrà immessa nell'aria in forma ossidata ed in forma elementare. La prima porrà un rischio di inquinamento da mercurio per le popolazioni che risiedono in un raggio di centinaia di km dalla centrale a carbone; le emissioni di mercurio in forma elementare causeranno invece un danno su scala mondiale (U.S. Department of Energy National Energy Technology Laboratory - Five Year Research Plan on Fine Particulate Matter in the Atmosphere. FY2001-FY2005).

Nel decreto di Valutazione di Impatto Ambientale che ha autorizzato la conversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord di Civitavecchia si afferma: "Con la centrale a carbone ci sarà un aumento del 50 % delle emissioni di mercurio"...e... "Si esprime perplessità riguardo al fatto che le emissioni di mercurio possano essere effettivamente contenute nel valore dichiarato di 0.8 microgr/Nm3". Nonostante le tecnologie applicate, infatti, il carbone può contenere fino a 150 volte la quantità di mercurio presente nell'olio combustibile (European Commission - Ambient Air Pollutio By Mercury Position Paper).


CI RIVOLGIAMO ALL'INDUSTRIA ITTICA AFFINCHÉ INTERVENGA PRESSO IL MINISTERO DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE PER CHIEDERE LA RIAPERTURA DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI, AL FINE D' INCLUDERE NELLA VALUTAZIONE D' IMPATTO AMBIENTALE I DANNI ECONOMICI AL SETTORE DELLA PESCA CHE POTREBBERO DERIVARE DALLA CONVERSIONE A CARBONE.


I DANNI AL SISTEMA NERVOSO IN SVILUPPO CAUSATI DAL MERCURIO AVREBBERO DOVUTO FAR RIFLETTERE PROFONDAMENTE SULL'USO DEL CARBONE


Per approfondire su mercurio ed ingestione di pesce contaminato:
Proceedings of the Sept. 2007 National Forum on Contaminants in Fish

http://www.epa.gov/waterscience/fish/forum/2007/pdf/section2d.pdf
"Higher Levels Of Pollutants Found In Fish Caught Near A Coal-fired Power Plant"


Medici per l'Ambiente dell'Alto Lazio


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19 novembre 2007

Triclorometani nell'acqua

Riceviamo e pubblichiamo:
"E’ assurdo che un’intera popolazione sia condannata a subire passivamente non solo le aggressioni all’ambiente in cui vive, ma anche l’offesa di essere considerata inetta, abulica e incapace di reagire a decisioni ministeriali che mettono in serio pericolo la propria salute.Da decenni siamo costretti a convivere con l’aria inquinata dalle centrali elettriche, dalle emissioni delle navi che stazionano in un porto non elettrificato, dalle ormai obsolete ciminiere dell’Italcementi, dalle discariche a cielo aperto e dal caotico traffico veicolare.Come se non bastasse, anche il ciclo alimentare è a rischio perché i prodotti ortofrutticoli DOC crescono su terreni pregni di metalli pesanti e ammorbati dalle sostanze chimiche più disparate.Anche i prodotti della pesca sono inquinati da mercurio e si assiste ad una latitanza di chi dovrebbe cautelarci dai pericoli d’una alimentazione subdolamente nociva.Oggi apprendiamo dalla stampa - nell’assoluta indifferenza delle Istituzioni - che il Governatore del Lazio ha richiesto, e ottenuto, un Decreto congiunto dai Ministri della Salute e dell’Ambiente (D.M. del 04/10/2007, in G.U. 06/11/2007) che, invece di interdire la captazione e la distribuzione delle acque del fiume Mignone (inquinate dagli scarichi fognari, mal depurati, di quattro Comuni: Vejano, Oriolo, Montevirginio e Canale Monterano), si concede al Comune di Civitavecchia la facoltà di erogare acqua contenente un surplus di trialometani fino a 80 microgrammi per litro e almeno fino al 31/12/2007 (salvo proroghe)!La sfrontatezza del Decreto arriva al punto da asserire (contro ogni evidenza scientifica certificata dall’Istituto Superiore di Sanità): “la valutazione di non potenziale pericolo per la salute umana” quando venga superato il parametro di legge che è di 30 microgrammi per litro.Sappiano, i nostri distratti concittadini, che i trialometani sono sostanze tossiche per tutti gli organi vitali e che è dimostrata la loro patogenicità cancerosa.Pretendere che “per Decreto” le leggi di Natura e le certezze scientifiche si possano modificare ad libitum è un delitto contro l’intelligenza, oltre che contro ogni elementare principio di uno Stato di diritto quale ci illudiamo che sia la Repubblica Italiana.Qualora il nostro primo cittadino (che è la più alta carica di garanzia d’una corretta gestione della salute pubblica) non si opponga a tale ferita inferta alla pacifica convivenza dei propri amministrati, presenteremo un esposto-denuncia alle Autorità giudiziarie, ipotizzando l’omissione di atti dovuti e l’elusione di doveri etici verso una collettività da decenni abbandonata a se stessa."
Coordinamento dei medici e dei farmacisti per la tutela dell’ambiente e della salute.

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18 novembre 2007

Civitavecchia: un’area a rischio di grave incidente industriale

Riceviamo e pubblichiamo:

Il Comprensorio di Civitavecchia è un’area a rischio di grave incidente industriale quale quello di Seveso. Si veda quanto riportato dall'"Inventario nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti" (scaricabile dalla SEZ. MATERIALI, ndr). Sul territorio sussistono svariati Deopisiti di Olii minerali: COMPAGNIA ITALPETROLI SPA, S.I.P.I.C. SPA, SO.DE.CO. SPA, PRAOIL OLEODOTTI ITALIANI SPA. A tale situazione va inoltre sommata la pericolosità di avere a pochi km da Civitavecchia, un Centro Tecnico NBC (Nucleare, Biologico, Chimico) dove si trovano, come si legge da notizie di cronaca, “20.000 proiettili contenenti iprite”, una sostanza estremamente tossica utilizzata nel corso della prima guerra mondiale e rinvenuti sul territorio.

Tale situazione rende imperativo il fatto che in questo comprensorio non solo non si devono aumentare i rischi ma che, viceversa, bisogna ridurli.

Sentiamo così parlare di boe a gas, inceneritori, tentativi di innalzare la soglia nell’acqua potabile dei triclorometani (sostanze cancerogene e mutagene).

Tutto ciò è una pazzia ed ignora completamente il principio di precauzione a vantaggio esclusivo degli interessi di pochi e completamente a discapito della popolazione.

Medici per l’Ambiente Alto Lazio

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10 novembre 2007

Ecco i rischi dello stoccaggio di CO2 nel sottosuolo

Ormai le pressioni dell'opinione pubblica su aziende e politica, affinché si fermi questa follia della rincorsa al carbone, si fanno forti a livello mondiale. Ne è la prova il fatto che sempre più spesso si sente parlare di sperimentare tecnologie di stoccaggio degli enormi quantitativi di CO2 risultanti dagli impianti di produzione energetica a carbone. Tecnologie che fino a qualche mese fa venivano descritte come in fase del tutto sperimentale, il loro uso relegato in un futuro ancora lontano. E invece sentiamo dire che anche qui a Civitavecchia si sta pensando di utilizzare un pozzo sottomarino, individuato nel tratto di mare antistante la centrale Torre Valdaliga Nord, per stoccare la CO2.
Noi crediamo che si tratti di una follia, direi commisurata all'idea stessa di utilizzare, oggi, il carbone per produrre energia. Ecco qualche motivo a sostegno di questa nostra opinione: si tratta di una email che il Coordinamenteo dei Medici per la Salute e l'Ambiente sta facendo circolare:


"...Nel documento pubblicato di recente dal famoso Laboratorio di Ricerca del Dipartimento per l’Energia (DOE) degli Stati Uniti si possono leggere quali sono i rischi del sequestro dell’anidride carbonica (Risk Assessment and Management for Long-Term Storage of CO2 in Geologic Formations – Unites States Department of Energy R6D).

I rischi più importanti conseguenti al sequestro della CO2 sono il suo ritorno in superficie. Qualora questo avvenisse in alta concentrazione, porrebbe dei gravi rischi alla salute sia degli esseri umani che degli animali.
Il paragone con quello che successe in Camerun, vicino ai laghi Monoun e Nyos, dove morirono molte persone ed animali in seguito all’improvvisa salita in superficie di un’elevata quantità di CO2 che era profondamente sepolta sotto il fondo dei laghi stessi, serve ad illustrare l’estrema tossicità di questo gas ad alte concentrazioni.
La CO2 inoltre, sempre secondo gli autori del documento, potrebbe migrare vicino a falde acquifere e comprometterne la potabilità.
Fenomeni naturali come uragani o atti terroristici potrebbero causare delle crepe nei condotti che veicolano questo gas e la cronaca non è certo avida nel riportare questi incidenti:



Pipeline Accident Reports

Title:Hazardous Liquid Pipe Failure and Leak, Marathon Ashland Pipe Line, LLC Winchester, Kentucky, January 27, 2000
NTSB Report Number: PAB-01-02, adopted on 05/03/2001 [Full Text | PDF document]

Title: Hazardous Liquid Petroleum Products Pipeline Rupture, Colonial Pipeline Company, Knoxville, Tennessee February 9, 1999
NTSB Report Number: PAB-01-01, adopted on 03/28/2001 [Full Text | PDF document]

Title:Natural Gas Service Line and Rupture and Subsequent Explosion and Fire, Bridgeport, Alabama January 22, 1999
NTSB Report Number: PAB-00-01, adopted on 11/28/2000 [Full Text | PDF document]

Title: Pipeline Accident Report: Natural Gas Pipeline Rupture and Subsequent Explosion, St. Cloud, Minnesota, December 11, 1998
NTSB Report Number: PAR-00-01, adopted on 07/11/2000 [Abstract | PDF document]
NTIS Report Number: PB2000-916501

Title: Hazardous Liquid Petroleum Products Overpressure Rupture, Murfreesboro, Tennessee, November 5, 1996
NTSB Report Number: PAB-99-03, adopted on 04/29/1999 [Full Text | PDF document]

Title: Pipeline Rupture and Fire, Indianapolis, Indiana, July 21, 1997
NTSB Report Number: PAB-99-02, adopted on 04/20/1999 [Full Text | PDF document]

Title: Pipe Failure and Leak, Morgan Falls Landfill, Sandy Springs, Georgia, March 30, 1998
NTSB Report Number: PAB-99-01, adopted on 03/22/1999 [Full Text | PDF document]

Title: Pipeline Rupture, Liquid Butane Release and Fire Lively, Texas August 24, 1996
NTSB Report Number: PAR98-02*, adopted on 11/06/1998 [Abstract | PDF document]
NTIS Report Number: PB98-916503

Title: Pipeline Rupture and Release of Fuel Oil in the Reedy River at Fork Shoals, South Carolina June 26, 1996
NTSB Report Number: PAR-98-01, adopted on 11/04/1998 [Abstract | PDF document]
NTIS Report Number: PB98-916502

Title: Pipeline Accident Summary Report Natural Gas Pipeline Rupture and Fire During Dredging of Tiger Pass, Louisiana October 23, 1996
NTSB Report Number: PAR98-01*, adopted on 09/28/1998 [Abstract | PDF document]
NTIS Report Number: PB98-916501

Title: Release of Hazardous Liquid Near Gramercy, Louisiana, May 23, 1996
NTSB Report Number: PAB-98-01, adopted on 09/21/1998 [Full Text | PDF document]

Title: San Juan Gas Company, Inc./Enron Corp. Propane Gas Explosion in San Juan, Puerto Rico on November 21, 1996 (ALSO AVIALABLE IN SPANISH)
NTSB Report Number: PAR-97-01, adopted on 12/23/1997 [Abstract |PDF document]
NTIS Report Number: PB97-916501

Title: UGI Utilities, Inc., Natural Gas Distribution Pipeline Explosion and Fire Allentown, Pennsylvania June 9, 1994
NTSB Report Number: PAR-96-01, adopted on 02/26/1996 [Abstract | PDF document]
NTIS Report Number: PB96-916501

Title: Texas Eastern Transmission Corporation Natural Gas Pipeline Explosion and Fire Edison, New Jersey March 23, 1994.
NTSB Report Number: PAR-95-01, adopted on 01/18/1995
NTIS Report Number: PB95-916501

Title: Highly Volatile Release from Underground Storage Cavern and Explosion Mapco Natural Gas Liquids, Inc. Brenham, Texas April 7, 1992.
NTSB Report Number: PAR-93-01, adopted on 11/04/1993
NTIS Report Number: PB93-916502

Title: Natural Gas Explosion and Fire Department of Defense/Army Fort Benjamin Harrison Indianapolis, Indiana December 9, 1990
NTSB Report Number: PAR-92-01, adopted on 04/08/1992
NTIS Report Number: PB92-916501

Title: Liquid Propane Pipeline Rupture and Fire Texas Eastern Products Pipeline Company North Blenheim, New York March 13, 1990
NTSB Report Number: PAR-91-01, adopted on 06/11/1991
NTIS Report Number: PB91-916501

Title: Kansas Power and Light Company Natural Gas Pipeline Accidents September 16, 1988 to March 29, 1989 (Revised).
NTSB Report Number: PAR-90-03, adopted on 03/27/1990
NTIS Report Number: PB-90-916503

Title: Fire on Board the F/V Northumberland and Rupture of a Natural Gas Transmission Pipeline in the Gulf of Mexico Near Sabine Pass, TX October 3, 1989.
NTSB Report Number: PAR-90-02, adopted on 09/11/1990
NTIS Report Number: PB90-916502

Title: Kansas Power and Light Company Natural Gas Pipeline Accidents (revised PAR-90-03) September 16, 1988 to March 29, 1989.
NTSB Report Number: PAR-90-01, adopted on 03/27/1990
NTIS Report Number: PB90-916501

Title: Piedmont Natural Gas Company Natural Gas Explosion and Fire Winston-Salem, North Carolina January 18, 1988
NTSB Report Number: PAR-88-01, adopted on 10/25/1988
NTIS Report Number: PB88-916501

Title: Lone Star Gas Company Gas Explosion and Fire Fort Worth, Texas March 12, 1986.
NTSB Report Number: PAR-87-03, adopted on 08/04/1987
NTIS Report Number: PB87-916503

Title: Williams Pipe Line Company Liquid Pipeline Rupture and Fire Mounds Views, Minnesota July 8, 1986.
NTSB Report Number: PAR-87-02, adopted on 07/20/1987
NTIS Report Number: PB87-916502

Title: Texas Eastern Gas Pipeline Company Ruptures and Fires at Beaumont, Kentucky on April 27, 1985 and Lancaster, Kentucky on February 21, 1986.
NTSB Report Number: PAR-87-01, adopted on 02/18/1987
NTIS Report Number: PB87-916501

Title: Northeast Utilities Service Co. Explosion and Fire Derby, Connecticut December 6, 1985.
NTSB Report Number: PAR-86-02, adopted on 11/14/1986
NTIS Report Number: PB86-916503

Title: Continental Pipe Line Company Pipeline Rupture and Fire Kaycee, Wyoming, July 23, 1985.
NTSB Report Number: PAR-86-01, adopted on 03/18/1986
NTIS Report Number: PB86-916501

Title: National Fuel Gas Company Natural Gas Explosion and Fire, Sharpsville, Pennsylvania, February 23, 1985

NTSB Report Number: PAR-85-02, adopted on 10/25/1985
NTIS Report Number: PB85-916502.



Di estrema importanza è il fatto che non c’è esperienza per dire come si comporteranno 10.730.000 tonnellate di CO2 sepolta ogni anno per almeno 25 anni. Questa, infatti, è la quantità di emissioni dichiarate nella Valutazione di Impatto Ambientale per la conversione a carbone della centrale di TVN di Civitavecchia. Inoltre, l’incertezza maggiore è il comportamento della CO2 iniettata sotto formazioni saline.
[...]
Anche se il rischio associato al sequestro della CO2 è molto basso, come sottolineano i ricercatori del DOE, tuttavia la popolazione va informata su cosa può succedere nel caso di un’esposizione ad alte dosi di anidride carbonica.
Nel documento più recente ed importante sul sequestro della CO2, pubblicato dall’IPPC, un organo della Commissione Europea dedicato alla prevenzione ed al controllo dell’inquinamento, a pag. 27 si afferma che l’applicazione di questa tecnologia aumenterebbe il costo della produzione di energia dal 35 – al 70 % (pag. 27, seconda colonna, settima riga). Il costo sarebbe a carico, come al solito, della popolazione e lo troveremmo sulla bolletta.

(Seguono estratti dal documento indicato)


Camerun, Lake Monoun

Erano le 23 e 30 del 15 agosto del 1985, in molti udirono un forte rumore, un’esplosione proveniente dalla zona del lago Monoun. Dissero che una scossa di terremoto era stata avvertita a 6 chilometri a nord del lago. Una nube di anidride carbonica fuoriuscì dalla parte est del lago stesso, dove si trovava un cratere largo 350 metri e profondo 96 metri. Le vittime della nube tossica, un numero imprecisato, si trovavano nella parte bassa del lago e morirono la maggior parte tra le 3 e l’alba. Non furono eseguite autopsie ma tutti i corpi mostravano segni di ustioni diffuse di primo grado.
La nube, simile a fumo, iniziò a dissiparsi verso le 10 e 30. Entro un raggio di 100 metri dal punto di fuoriuscita della nube la vegetazione mostrava segni di inondazione.
Il lago Monouns è al centro di una zona vulcanica ma l’evento non venne causato da un’eruzione. Le indagini eseguite giunsero alla conclusione che un terremoto o un movimento delle acque del lago provocò l’improvvisa fuoriuscita di un’enorme quantità di CO2 che soffocò la popolazione.


Camerun, Lake Nyos


...Il 12 agosto 1986 un’improvvisa grande nube di anidride carbonica, circa un chilometro cubo, si innalzò dal lago Nyos causando la morte per asfissia di circa 1.700 persone e di tutti gli animali che si trovavano in un raggio di circa 25 chilometri."


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24 ottobre 2007

Ciclo del carbone e morti nere

LETTERA AL PORTAVOCE DEL MINISTRO BERSANI
di Gianni Naggi . responsabile Energia del PRC/SE

Omicidi bianchi. Ma di lavoro si continua a morire.

Caro direttore, ti scrivo in merito alla lettera del portavoce del ministro dello Sviluppo Economico, pubblicata il 20 ottobre, a proposito della mia in merito alla morte dell'operaio cantierista nella centrale di Torrevaldaliga nord. Mi stupisce la necessità di sottolineare che l'operaio è morto in «un incidente in nessun modo riconducibile all'uso di un combustibile piuttosto che un altro». In nessun modo ho addebitato la morte all'uso diretto del carbone, visto che la centrale è ancora in costruzione. Bensì lo collegavo alle altre morti presenti nel ciclo del carbone, richiamando direttamente quelle nelle miniere cinesi, anche là non addebitabili all'uso diretto del carbone. Il portavoce del ministro ricorda l'impegno del governo per aver varato un nuovo testo per la sicurezza, cosa che ritengo utile, ma non sufficiente. Non risolveremo certo il problema delle morti sul lavoro solo con le norme, è fondamentale mettere in discussione i criteri di appalto e l'abuso di subappalti frequentemente in nero, fondamentale per rimuovere le principali cause d'infortuni, altrimenti finiremmo per dire che tutta la colpa della morte di Michele è dell'operaio che ha lasciato cadere il pezzo di tubo che l'ha ucciso. Del resto per quel cantiere sono già state presentate alcune denunce da parte della Fiom locale, a causa della grande quantità di manodopera irregolare e quindi senza tutele, che certamente si guarda bene dal denunciare gli incidenti che accadono. Voglio ricordare che l'Enel è ancora per il 30% proprietà dello Stato. In conclusione, se mi è permesso, ricordo al portavoce del ministro Bersani, che da nessuna parte è scientificamente riconosciuta l'esistenza del "carbone pulito", come egli cita, tanto meno per l'impianto che si sta costruendo a Civitavecchia. Forse sarà la messa in dubbio di questo dogma a infastidire tanto il ministro?

Gianni Naggi


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22 ottobre 2007

17/10/07: Interrogazione al SENATO sull'ARSENICO emesso dalla combustione del carbone

Riceviamo e pubblichiamo:
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Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02841


Atto n. 4-02841

Pubblicato il 17 ottobre 2007


Seduta n. 231

ROSSI - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -

Premesso che:

  • secondo il Registro europeo di emissione degli inquinanti (EPER-INES) le centrali ad olio combustibile ed a carbone emettono nell’ambiente ogni anno numerose sostanze tossiche e, in particolare, centinaia e centinaia di chili di arsenico. Quest’ultimo viene veicolato da polveri di dimensioni migliaia di volte più piccole di una sezione di un capello;
  • gli effetti acuti dei composti inorganici di arsenico possono consistere in irritazioni: pelle, occhi, mucose; se inalato: tosse, dispnea, dolori al torace, laringite, bronchite, danni all’apparato respiratorio; se ingerito: debolezza, disturbi gastro-intestinali, crampi muscolari, cianosi, coma, convulsioni, paralisi, morte; neuropatie periferiche, epato e nefrotossicità;
  • gli effetti cronici dei composti inorganici di arsenico possono essere: congiuntivite faringite, ulcerazione e perforazione del setto nasale, iperpigmentazione e sensibilizzazione cutanea, ipercheratosi, disturbi respiratori, anemia, disturbi ematopoietici, danni cardiovascolari, neuropatie periferiche;
  • secondo il Centro Internazionale di ricerca sul cancro (IARC) l’arsenico può causare il cancro nell’uomo;
  • a livello comunitario, la protezione della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro è disciplinata dalla direttiva “quadro” 89/391/CEE e dalle sue direttive particolari che coprono settori specifici; in particolare vi è inoltre la direttiva 2004/37/CE che si applica alle attività in cui i lavoratori sono esposti o suscettibili di essere esposti ad agenti cancerogeni o mutageni derivanti dal loro lavoro;
  • a livello nazionale gli articoli 16 e 17 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626 delineano il contenuto ed i criteri di massima in base ai quali effettuare la sorveglianza medica in ambito lavorativo; inoltre, in particolare, l'art. 16 comma 1, codifica esplicitamente l'obbligo di effettuare "la sorveglianza sanitaria nei casi previsti dalla normativa vigente". La normativa attualmente in vigore prevede espressamente che la sorveglianza medica venga attuata nel caso di esposizioni ad amianto, piombo, rumore, ad agenti cancerogeni, ad ammine aromatiche, ad agenti biologici, a movimentazione manuale dei carichi, eccetera. La sorveglianza medica si rende cioè necessaria in tutte quelle attività lavorative che, sulla base di indicazioni epidemiologiche, hanno dimostrato di comportare dei rischi per la salute dei lavoratori;
  • l’esempio della conversione a carbone della centrale ad olio combustibile di Torre Valdaliga Nord di Civitavecchia, certificata EMAS nel 1998 e nel 2002, è lampante. Il controllo periodico per l’arsenicosi cronica non è avvenuto e non avviene nonostante che la dichiarazione INES dell’anno 2003, per la stessa centrale Torre Valdaliga Nord di Civitavecchia, riporti che nell’anno 2002 siano stati emessi nell’aria 287 chilogrammi di arsenico e che il carbone, futuro combustibile, contenga una quantità molto più elevata di questo cancerogeno.Di tale situazione di rischio di esposizione ai carcinogeni in ambiente di lavoro sono stati informati il Ministero del lavoro, il Ministero della salute, la Procura della Repubblica di Civitavecchia, la Direzione provinciale del lavoro, l’Ispettorato provinciale del lavoro di Roma, il Nucleo dei Carabinieri dell’Ispettorato del lavoro, la ASL RM F - Servizio di igiene e medicina del lavoro (Civitavecchia), la Confederazione generale italiana del lavoro, la Confederazione italiana sindacati dei lavoratori, l’Unione italiana del lavoro, la Commissione europea. A distanza di un anno, solamente la Commissione europea finora è intervenuta, confermando la necessità di un controllo dei lavoratori a rischio;
  • non risulta che le persone che hanno lavorato e lavorano nelle centrali a carbone o ad olio combustibile siano state e siano periodicamente sottoposte a screening per l’esposizione cronica all’arsenico, come la ricerca in un campione di capelli. Infatti, la negatività del dosaggio dell’arsenico nel sangue e/o nelle urine, prassi consolidata per la valutazione delle intossicazioni acute, può falsamente rassicurare le persone colpite da arsenicosi cronica,

si chiede di sapere:

  1. se il Governo non ritenga opportuno provvedere ad emanare con urgenza apposite direttive affinché le persone che hanno lavorato e lavorano nelle centrali a carbone o ad olio combustibile, nonché i cittadini che abitano nella zone di caduta delle micropolveri, siano periodicamente sottoposte ad apposito screening che ricerchi le tracce di arsenico;
  2. SE IL GOVERNO NON INTENDA RIVALUTARE LE PROPRIE POLITICHE ENERGETICHE, RIDUCENDO L’USO DEL CARBONE, PERCHÉ È RICCO DI ARSENICO, DAL MOMENTO CHE LO SCREENINGOBBLIGATORIO METTE IN EVIDENZA LE DECINE DI MIGLIAIA DI PERSONE INTOSSICATE E DI SOGGETTI A RISCHIO.

I Medici per l’Ambiente e la Salute dell’Alto Lazio sottolineano l’importanza di questa interrogazione ed aggiungono che il problema riguarda anche le persone che lavorano e vivono vicino ad un inceneritore. LE LEGGI SUL LAVORO VANNO RISPETTATE E LA SALUTE DELLA POPOLAZIONE DIFESA STRENUAMENTE


Il portavoce

dr. Giovanni Ghirga (Medici per l'Ambiente e la Salute - Alto Lazio)



---vedi anche http://www.centumcellae.it/leggi.php?id=17540

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12 ottobre 2007

"La risposta dei medici a Bersani"

la risposta dei medici al ministro Bersani
IL BLOG DI STEFANO MONTANARI - venerdì 12 ottobre 2007

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20 settembre 2007

La Pandemia Silenziosa di cui nessuno parla

Ormai è trascorso quasi un anno dalla pubblicazione su una delle più famose riviste mediche di uno studio sui danni neurologici al sistema nervoso in via di sviluppo causati da numerose sostanze chimiche immesse dall’uomo nell’ambiente (The Lancet, Nov 8, 2006 - Vol. 368).
Gli autori hanno denunciato alla comunità scientifica internazionale una “Pandemia Silenziosa”, vale a dire una vastissima epidemia di danni neurologici, più o meno gravi, provocata dall’azione tossica sul sistema nervoso in via di sviluppo di agenti chimici che lo raggiungono attraverso l’inquinamento del cibo, dell’acqua e dell’aria. Epidemia della quale nessuno parla.

Pochi mesi fa nelle Isole Fær Øer si è svolta una importantissima conferenza internazionale sulla tossicità di numerose sostanze chimiche su organi ed apparati in via di sviluppo (vedi http://www.pptox.dk/Consensus/tabid/72/Default.aspx ).



Gli scienziati sono giunti alle seguenti conclusioni:

  • le sostanze chimiche presenti nel corpo della madre sono condivise con il feto ed il neonato;
  • il bambino viene esposto a dosi superiori a quelle della madre per il suo minor peso corporeo;
  • la suscettibilità all’azione tossica di varie sostanze è maggiore durante lo sviluppo, dal momento del concepimento all’ adolescenza;
  • le conoscenze attuali hanno permesso di sostituire l’antico paradigma sviluppato oltre 400 anni fa da Paracelso: “La dose fa il veleno”, con l’attuale verità scientifica: “Il momento dell’esposizione fa il veleno”. Vale a dire che più precoce è l’esposizione ad una sostanza tossica e maggiori sono i danni. Anche dosi prima ritenute talmente basse da non essere pericolose, oggi sappiamo che causano danni molto importanti all’organismo;
  • malattie neurologiche,cardiovascolari, respiratorie,immunologiche, dell’apparato della riproduzione, disfunzioni endocrine, alcuni tipi di cancro, l’obesità ed alterazioni genetiche sono la conseguenza dell’esposizione nelle prime fasi della vita a sostanze chimiche tossiche;
  • di particolare importanza è la capacità di modificare l’espressione genetica. Vale a dire di cambiare il fine dell’attività di un gene. Tale modifica può predisporre ad una malattia e viene trasmessa alle generazioni successive.

Un apporto considerevole alla presenza nell’ambiente di questi veleni lo danno la combustione del carbone, dell’olio combustibile e dei rifiuti.
Nel passato si cercava di dare una dote ai figli. Adesso che la società è evoluta le cose sono cambiate ed a loro lasciamo una minaccia. Un rischio legato al loro patrimonio genetico. Questo nuovo tipo di dote sarà tramandata ai figli dei figli e così via fino alle generazioni più lontane.
Loro non ce lo perdoneranno.

Dr. Giovanni Ghirga
Pediatra - Medici per l’Ambiente e la Salute dell’Alto Lazio

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17 luglio 2007

Il Ministero della Salute: SI ALLA NUOVA CONFERENZA DEI SERVIZI

Comunicato n. 195 17 luglio 2007

Ministero della Salute
UFFICIO STAMPA

G.P. Patta: CIVITAVECCHIA, MOLTE LE FONTI DI INQUINAMENTO.
SI ALLA NUOVA CONFERENZA DEI SERVIZI PER LA CENTRALE ENEL

Il Sottosegretario alla Salute Gian Paolo Patta ha incontrato oggi i sindaci di Civitavecchia, Tarquinia, Allumiere, Tolfa, Ladispoli, Santa Marinella e una delegazione dei comitati dei cittadini. All’incontro erano presenti anche rappresentanti dei dicasteri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, della Protezione Civile, dell’Istituto Superiore di Sanità, della ASL Roma F, dell’ARPA Lazio, dell’ISPESL, dell’ENEL.
Dopo aver illustrato il documento di sintesi messo a punto dal gruppo tecnico composto dallo stesso Ministero della Salute, I.S.S. e Dipartimento di Epidemiologia dell’Asl Roma E, il Sottosegretario Patta ha rilevato che i problemi ambientali e di salute a Civitavecchia e nei comuni limitrofi rivestono una serietà epidemiologica che merita la piena attenzione da parte del Governo e delle Amministrazioni locali competenti. “Dobbiamo considerare però – ha sottolineato Patta – il problema inquinamento nel suo complesso. Il serio dato epidemiologico è il risultato di decenni di attività inquinanti mai seriamente monitorate e limitate. Tuttavia, è opinione dei tecnici che le nuove centrali a carbone di ultima concezione siano meno inquinanti di quelle ad olio combustibile “.

Di conseguenza il Ministero si è reso disponibile, per la parte di competenza, ad un vaglio generale della situazione ambientale del territorio compreso tra Santa Marinella e Tarquinia che si ponga lo scopo di limitare le emissioni inquinanti tenendo in considerazione tutti i fattori presenti sul territorio (centrali, porto, traffico, siti industriali, ecc.).
A conclusione dell’incontro il Sottosegretario ha annunciato l’adesione del Ministero della Salute alla richiesta di riapertura della Conferenza dei servizi per l’autorizzazione alla conversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga nord, già formulata dal Ministro dell’Ambiente nei confronti del Ministero dello Sviluppo economico, in relazione a specifiche verifiche tecniche.

Ufficio Stampa
Ministero della Salute
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tel. 06/59945397-5289

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22 aprile 2007

Coordinamento dei Medici del comprensorio

Da un comunicato del Coordinamento dei Medici del comprensorio:
[..] L'uso del carbone può dar luogo ad una serie di consegenze dannose...Che fanno della produzione e conversione di questo combustibile in energia utile UNA DELLE ATTIVITA' PIU' DISTRUTTIVE DEL PIANETA.
"Malgrado la diffusione del termine PULITO, in realtà il carbone E' SPORCO, e la produzione ed il consumo di questo combustibile sono tuttora uno dei processi PROCESSI INDUSTRIALI PIU' DISTRUTTIVI" (vedi le ricerche scientifiche di D.G. Hawkins, D.A. Lashof e R. H. Williams).
[...] Noi diciamo all'Enel e ai nostri governanti che bisogna smettere di usare METAFORE INGANNEVOLI con le quali ancora oggi si prendono gioco delle nostre popolazioni. Sarebbe ora di iniziare ad attribuire al carbone l'aggettivo di SPORCO, che è l'unico che scientificamente gli compete.

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