Enrico Luciani, presidente della Commissione Mobilità della Regione Lazio:
"Questo è l'epilogo di una situazione che si trascina da due anni. Il lavoro incessante che l''Enel ha imposto per portare a termine in tempi brevi la realizzazione della Centrale a carbone è un dato appurato. I sindacati e le imprese implicate nella costruzione, già da tempo avevano denunciato i ritmi serrati a cui gli operai sono sottoposti, anche a fronte degli incidenti accaduti in precedenza. Ma, oggi una vita si è spenta definitivamente. Una morte annunciata che deve farci riflettere su quale prezzo siamo costretti a pagare. Mentre, l'Enel con l'appoggio di una parte delle forze politiche continua a spadroneggiare propinando quest'opera come sinonimo di sviluppo, eccone i risultati.
Auspico che questo drammatico episodio sia da monito ai responsabili affinchè prevalga la consapevolezza che questa centrale a carbone lascerà un segno indelebile sul territorio, sia dal punto di vista umano che ambientale.
Questo è un giorno che sarà tristemente ricordato da tutta la cittadinanza di Civitavecchia. Mi unisco al dolore della famiglia Cozzolino, gettata improvvisamente nella disperazione per la perdita di Michele. Una situazione a cui non avremmo mai voluto assistere."
SINISTRA EUROPEA - Nodo Ambientalista:
Vogliamo esprimere tutto il nostro dolore e la nostra indignazione per l’ennesimo incidente sul lavoro nel cantiere per la riconversione a carbone della centrale di TVN, questa volta, purtroppo, con esiti mortali.
Una tragedia annunciata dalle innumerevoli denunce dei sindacati e dei lavoratori che, a più riprese, e da svariato tempo, avevano espresso le proprie preoccupazioni riguardo la sicurezza, legate ai serrati ritmi lavorativi imposti e alla sovrapposizione di operazioni lavorative di vario e diverso genere, oltre al non controllo di maestranze fortemente variabili e precarizzate, nella totale latitanza dell’Enel che, in qualità di committente, avrebbe dovuto garantire l’andamento in sicurezza del cantiere.
Era, invece, troppo impegnata nelle operazioni di marketing pubblicitario per far ingoiare la pillola amara della riconversione a carbone alle popolazioni da sempre contrarie.
In tale contesto indignano ancora di più le vergognose parole dell’ente energetico che parla di “accidentalità assoluta” e, nel tentativo di trovarsi un alibi, comunque non plausibile, afferma che” Quello di oggi è il primo incidente mortale e veramente grave dall'apertura del cantiere di Torrevaldaliga Nord nel marzo 2004 e dopo un monte di 8 milioni di ore lavoro”, come se uno o più infortuni, una o più vite fossero un prezzo già messo in conto e quindi poco rilevanti.
Una ulteriore dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, dell’arroganza con cui l’Enel ha colonizzato il nostro territorio, considerandone cittadini e lavoratori semplici variabili dipendenti, a volte, peraltro, sacrificabili alla propria ricerca smodata di profitto, e di come l’inerzia, quando non proprio la subalternità, delle istituzioni, Comune in testa, abbia consentito che ciò avvenisse.
Di questa gravissima morte, come di quelle che saranno conseguenti l’avvio della centrale a carbone, riteniamo responsabili l’Enel, i massimi rappresentanti delle istituzioni, primo fra tutti il Sindaco, ed anche il nostro “illuminato” ministro Bersani, ai quali,senza ombra di dubbio,la popolazione chiederà conto.
Nel frattempo ci aspettiamo che il Consiglio Comunale, in qualità di massima assise rappresentativa della popolazione, si costituisca parte civile nell’eventuale processo che verrà intentato per stabilire le responsabilità di questa tragedia.
Lettera aperta - Gianni Naggi, responsabile energia del PRC
Ho saputo da Liberazione che è morto Michele, operaio di 35 anni, nel cantiere della centrale ENEL di Valdaliga nord. Il primo istinto è di essere triste e non dire nulla per non strumentalizzare la morte di uno dei tanti che insanguinano i luoghi di lavoro d’Italia e del mondo. Per non fare retorica. Ma poi mi viene da pensare che povero Michele non potrà nemmeno essere ricordato come un eroe del lavoro, caduto per il bene della collettività. Perché quella collettività di Civitavecchia e dintorni, da quella centrale a carbone, quando entrerà in funzione, riceverà altre morti e danni alla salute. Perché sappiamo e l’abbiamo scritto nel Programma del governo, quella centrale non dovrebbe essere messa in funzione. Perché sappiamo che il nostro paese è fortemente in ritardo in efficienza energetica, solare, eolico, maree ecc. da cui trarre energia e tanto altro lavoro diverso. Perché sappiamo che ogni giorno la nostra atmosfera si riempie di altra CO2, di cui le centrali a carbone sono le maggiori emettitrici, e il clima diventa invivibile.
Ciò che più mi fa incazzare è che anche il ministro Bersani lo sa, ma continua a sostenere il volere di ENEL, e così Michele è morto aggiungendosi alle molte migliaia di morti che ogni anno produce il ciclo del carbone, sporco o pulito che sia, primi fra tutti le molte migliaia delle miniere da dove lo si estrae (almeno 4.000 ogni anno in Cina). Anche là a causa della scarsa sicurezza per ridurre i costi, così l’ENEL può dirci che il carbone costa poco.
CONFEDERAZIONE COBAS:
"Lavoro in nero e caporalato, turni sovrapposti, lavoro di notte e nei giorni festivi, appalti ai massimi ribassi possibili, fretta di terminare i lavori.
Questo( incidente!??) ” Michele Cozzolino 31 anni, moglie e 1 figlia ed un altro in arrivo, lavorava alla Ceit , una delle tante ditte di appalto nella riconversione a carbone della centrale Torvaldaliga Nord di Civitavecchia.”
Morto sul lavoro non è da imputare alla condotta degli operai che lavorano all’interno del cantiere di Tvn, ma alla gestione di Enel Produzione e delle ditte appaltatrici, su cui la stessa ente energetica dovrebbe vigilare. Non serve alla tutela dei lavoratori l’ennesimo ed inutile tavolo delle trattative. Basterebbe il rigoroso rispetto delle leggi vigenti in materia di sicurezza sul posto di lavoro e la tutela dei diritti sindacali riconosciuti. Per questo suonano come estremo esercizio di gratuita cinicità le dichiarazioni del direttore di Enel Produzione Sandro Fontecedro che, poche ore dopo la tragedia (peraltro già annunciata da innumerevoli incidenti più o meno denunciati), correva ai ripari tentando di scagionare l’ente elettrico da ogni responsabilità.
A lui vorremmo ricordare che la responsabilità diretta di tutto ciò che accade all’interno del cantiere è innanzi tutto del committente – e quindi proprio del partito trasversale Enel Spa. In questo caso la mancanza di reti di protezione (già richieste da tempo) e la sovrapposizione delle fasi lavorative hanno determinato direttamente l’accaduto. Evocare il fato per pulirsi la coscienza risulta essere soltanto una fastidiosa provocazione ad una cittadinanza che già ha pagato caro il prezzo della dipendenza da questa azienda. Quante altre vittime sacrificali bisogna ancora immolare sull'altare del profitto prima che la Regione Lazio, la Provincia di Roma, i vari Comuni decidano di intervenire drasticamente ?
E’ per questo che rivolgiamo un appello ai lavoratori di Tvn ed alla cittadinanza affinché non vengano ripresi i lavori di riconversione fin quando non sia garantito il massimo livello di sicurezza.
Non un ora di lavoro senza sicurezza!
Civitavecchia,19 Ottobre 2007 "
"Non un'ora di lavoro senza sicurezza?" Viene da pensare che Enel stia lavorando consapevolmente, in realtà, in perfetta coerenza coi propri fini. Come può occuparsi della sicurezza dei propri operai, quando agisce contro il pubblico dirito alla salute?
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