Roma, 4/12/2007
Forte condanna delle scelte di politica energetica da parte del Senatore Fernando Rossi (MPC), quest'oggi in apertura di seduta.
"Il nostro paese ha svolto una meritoria opera di sostegno per ottenere un voto dell'ONU per la moratoria sulla pena di morte. Nei giorni scorsi ho visitato il quartiere S. Giovanni di Napoli e mi chiedo perché, con l'autorizzazione a realizzare un impianto Turbogas, si sia deciso di applicare la pena di morte ad un imprecisato numero di abitanti di quella città, addirittura senza nemmeno applicare una parvenza di tutela della salute rappresentato dalle procedure obbligatorie di Valutazione Impatto Ambientale. Sono lavori illegittimi ed in violazione di ogni elementare regola di tutela della salute dei cittadini.
Altrettanto avviene a Modugno (BA), dove gli stessi EE. LL. rinunciano a verificare l'osservanza delle, pur labili, disposizioni da loro emanate.
Quello delle Turbogas è un businnes osceno, che l'Organizzazione Mondiale della Sanità, pur fermandosi alle PM 10 (e quindi non calcolando il devastante impatto delle nanopolveri), stabilisce portatore di morti, malattie invalidanti e danni permanenti al sistema cardiovascolare, alle vie respiratorie ed all'apparato digerente.
Ho già presentato, in data 16 maggio, una interrogazione sull'incredibile immissione in atmosfera di diossina all'Ilva di Taranto (90,3% del totale nazionale), una sulla centrale a carbone di Civitavecchia (il 17 ottobre), una su Modugno e oggi stesso ne presenterò una su Napoli, ma i tempi delle risposte sono lunghissimi e lo diventano ancor più quando di mezzo c'è la vita delle persone."
Rossi ha poi rivolto un accorato appello al Presidente del Senato: "Mi rivolgo quindi a lei, che è la seconda carica dello Stato, augurandomi che voglia far sentire la sua autorevole voce presso il Governo, e presso tutte le sedi competenti; ma se anche questo risulterà inutile, a causa delle buone protezioni politiche di cui godono le grandi società coinvolte nell'affare delle Turbogas, ....non ci resterà che rivolgerci alla Magistratura per bloccare i lavori e per ottenere, nonostante i tempi lunghi, la condanna dei responsabili.....sempre che il potere politico non decida di intervenire per sbarrarle la strada."
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