No al carbone Alto Lazio

12 aprile 2008

Sul "voto utile"

VEDI:
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per il bene comune
IL BLOG DI STEFANO MONTANARI - venerdì 11 aprile 2008
© IL BLOG DI STEFANO MONTANARI

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(quanto segue NON è da considerarsi rappresentativo del Movimento Nocoke, ma è espresso a titolo personale dal redattore del Blog)

L'espressione "voto utile" non può essere utilizzata solo in relazione alla spendibilità del proprio voto per determinare direttamente la formazione di un governo.
Un dibattito politico dovrebbe essere fondato su proposte chiare, centrato sulla discussione dei problemi e delle sfide di maggior rilevanza. L'opposto di quanto è avvenuto in questa campagna-farsa, dove si è fatto di tutto perché la scelta dei cittadini fosse incanalata in sensi obbligati davvero poco alternativi tra loro: V o B. Davvero l'unico voto utile è quello dato ai due sconci gemellini?
Non lasciamoci infarcire la testa di sciocchezze.

Esiste la possibilità di utilizzare il proprio voto come investimento lungimirante, per far sì che venga introdotta in parlamento una forza portatrice di quelle idee che si vogliono sostenere. Ovvio che una decisione simile trova senso contestualizzata in date circostanze, e cioè io credo che in questo momento votare V o B destìni il Paese a una sorte non tanto diversa, e significa affidarsi a chi finora ha tradito in modo quasi sistematico la fiducia e le aspettative degli elettori.

Secondo questa prospettiva un voto utile può essere indirizzato verso la Lista "Per il bene comune": il suo programma è semplice, chiaro e pragmatico, oltre che del tutto condivisibile per chi scrive. In esso non si trova distanza tra i princìpi ispiratori e i propositi di azione (trasparenti).

I dubbi restano, certo.

Sul blog di Beppe Grillo nel giorno 10 aprile è apparso un post intitolato proprio così, "Il meno peggio" (vedi qui), che pur colmo di slogan facili e semplicismi, contiene anche alcune solide "verità": a forza di andare avanti col "meno peggio" l'Italia affonda.



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10 aprile 2008

Nuovo studio WWF: il sistema Emission Trading 2008-2012 favorisce il CARBONE


Distribuire gratuitamente le quote di CO2 al settore termoelettrico equivale ad incentivare le centrali a carbone.


Un nuovo rapporto di Point Carbon mette in luce come la distribuzione gratuita delle quote di CO2 agli operatori elettrici nel secondo periodo di Emission Trading 2008-2012, garantisce un rendita alle centrali termoelettriche, in soli cinque paesi dell'Unione, equivalente al Pil della Repubblica Ceca. La combustione di carbone nelle centrali termoelettriche da sola è responsabile di circa un miliardo di tonnellate di CO2 di emissioni annue, corrispondente al 20% delle emissioni europee, ed il suo contributo nel settore elettrico europeo sembra volere aumentare.
Un nuovo rapporto, commissionato dal Wwf, mette in luce come il sistema dell'Emission Trading di fatto permetta a questa fonte pesantemente inquinante di guadagnare miliardi di euro da un meccanismo in realtà creato per diminuire le emissioni.
Ci sono ad oggi progetti per 40 nuove centrali a carbone in Europa nei prossimi cinque anni. «Queste centrali se realizzate rimarranno operative per i prossimi 50 anni bloccando le nostre economie in scenari di emissioni insostenibili – fa notare Sanjeev Kumar, Emission Trading Scheme Coordinator per il Wwf –, oggi più che mai è fondamentale che il settore elettrico sia messo di fronte ai reali costi delle emissioni di CO2, anziché scaricarli sull'ambiente e sulla collettività» (SEGUE).

Vedi qui per l'articolo intero (vglobale.it)

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10 aprile, Allumiere (Rm): proiezione del documentario sulla centrale a carbone di Brindisi

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Comunicato:


Carbone, svegliamoci! E’ il titolo dell’incontro durante il quale i cittadini dell’alto Lazio, asserviti da più di 50 anni di servitù energetiche, sono invitati a vedere la verità raccontata in un film dossier sul carbone. Giovedì 10 Aprile ad Allumiere
.

Giovedì 10 Aprile alle 18.00, presso la SALA STEFANINI di Allumiere, verrà proiettato il documentario “verità” sul carbone, su come si vive vicino ad una centrale a carbone, quella di Brindisi. Il documentario è stato realizzato dalla produzione di Giovanni Leoni e organizzato dal movimento no coke Alto Lazio in collaborazione con il Comitato dei Cittadini Liberi. Il progetto iniziale del documentario era quello di portare a conoscenza di tutti quanto accaduto a Brindisi con la centrale a carbone e ciò che accade qui con l’inganno del “carbone pulito” di TVN. La similitudine con Brindisi è il filo conduttore del film, la storia infatti si ripete anche da noi. Brindisi prima della colonizzazione delle società elettriche era la zona agricola più generosa e famosa del Salento, nota per le colture mediterranee come carciofi, finocchi e meloni. Cosa è accaduto è evidente: nessuna istituzione si è occupata di verificare i danni che avrebbe procurato la combustione del carbone, delle ricadute sulla salute umana e sull’ambiente. Semplicemente la verità, raccontata da cittadini, da agricoltori derubati del proprio territorio, del proprio lavoro, per i profitti delle lobby che producono energia per venderla all’estero. Le testimonianze più forti, contenute nel racconto, sono a cura di medici ed oncologi dell’area Brindisina e del Presidente della Provincia di Brindisi che dà letteralmente lezioni di politica onesta agli amministratori del nostro comprensorio. Il messaggio finale che danno tutte le testimonianze è unanime “non fatela accendere, la centrale a carbone”, qui a Brindisi potete vedere le lacrime del popolo e della terra, fermatela, prima che sia troppo tardi”. Il documentario prossimamente verrà proposto anche a Civitavecchia, sollecitando alla visione il sindaco Moscherini, così affaccendato a firmare convenzioni con l’ente elettrico. Nell’Alto Lazio, si ripete la storia di Brindisi: sono tanti i sindaci che sono stati addomesticati dalle compensazioni e dai famigerati tavoli dello sviluppo, dopo Civitavecchia anche Tarquinia ed Allumiere, per non parlare poi di Montalto di Castro, tutti sindaci di città condannate alla povertà e alle alte percentuali di morte per tumore. Nel film ci sono molti messaggi per i nostri sindaci, quelli che per miopia bilaterale non vedono i danni irreversibili che procura la combustione del carbone su un territorio meraviglioso come il nostro, generoso di agricoltura e di risorse naturali.

La proiezione del film sarà introdotta dal Dott. Mauro Mocci, medico di base di Allumiere e portavoce dei medici del comprensorio, impegnati da sempre in difesa della salute e contro la riconversione a carbone di TVN.

Movimento no-coke Alto Lazio

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9 aprile 2008

Fotovoltaico anche di notte con le nanoantenne



"Ricercatori americani hanno sviluppato un pannello solare dotato di un'efficienza dell'80% e capace di catturare l'energia solare anche di notte nel campo dell'infrarosso. Il segreto sta in milioni di micro-antenne più sottili di un capello umano"

Vedi qui per l'articolo intero
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inoltre:

APPROVATO IL “CONTO ENERGIA” PER IL TERMODINAMICO
L'Italia prende esempio dalla Spagna. Finalmente è incentivata la produzione di energia elettrica da impianti solari termodinamici, un progetto a suo tempo ideato da Carlo Rubbia e successivamente “incubato” nella penisola Iberica in attesa di una legge ad hoc. L'incentivo va dai 0,22 ai 0,28 euro per kWh prodotto, a seconda della percentuale di frazione solare, ed è concesso anche nel caso di impianti ibridi

Vedi qui per l'articolo intero

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infine, direttamente dal...Presente!

ILLUMINARE CON LA FORZA DI GRAVITÀ
Realizzata, da un designer americano, una lampada da interni dotata di led che si auto-produce l'energia necessaria per illuminare grazie al moto oscillatorio di un peso. E può durare oltre 200 anni

Vedi qui per l'articolo intero

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Greenpeace invita all'azione

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Comunicato stampa Greenpeace

Non lasciamo che Francia e Germania facciano uno “sporco accordo” sulle emissioni di CO2 delle auto! Non svendete il clima!

Germania e Francia stanno concludendo a porte chiuse uno “sporco accordo” sulle emissioni di CO2 delle auto. I due Paesi stanno cercando di indebolire la legislazione europea per permettere alle proprie industrie automobilistiche di sottrarsi agli impegni per proteggere il clima.

Petizione al Presidente del Consiglio Europeo Janez Jansa
Chiediamo al Consiglio Europeo di prendere posizione contro il tentativo di Germania e Francia di indebolire la decisione dell’Ue di ridurre le emissioni di CO2 delle auto. Sulla protezione del clima, l’Unione Europea deve passare dalle parole ai fatti. Difendi l’obiettivo di 120gCO2 per km al 2012, accompagnato da forti multe per chi non lo rispetta, e di 80 gCO2 per km al 2020.
Non lasciare che Germania e Francia vadano avanti con questo “sporco accordo”

Fai CLIC QUI per firmare la petizione

Ricordiamo che sulla colonna destra di questo blog, scorrendo in basso la pagina, è visibile un riquadro dove sono riportate tutte le cyber-azioni che possiamo intraprendere sul web a sostegno delle lotte di Greenpeace.


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7 aprile 2008

Dagli USA la lieta novella: tramonta l'era del carbone!

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Comunicato stampa

Evento storico
Stati Uniti: l’inizio della fine del carbone

La preoccupazione del riscaldamento del pianeta ed il fatto che la combustione del carbone emetta una quantità enorme di anidride carbonica, il più importante gas serra, danno il via negli Stati Uniti all’inizio della fine del suo uso nella produzione di energia.

Un documento del Dipartimento USA dell’Energia, pubblicato i primi mesi del 2007, elencava 151 nuove centrali a carbone in via di autorizzazione.
Tuttavia, nel corso dell’anno, 59 progetti di queste centrali in parte non sono stati approvati o sono stati ritirati dalle aziende che li avevano proposti, altri 50 progetti sono stati contestati presso vari tribunali americani e circa altri 50 saranno probabilmente contestati a vari livelli non appena riceveranno l’approvazione.

L’opposizione al carbone, iniziata dai comitati dei cittadini, si è ormai trasformata in una marea montante. Organizzazioni sanitarie, di agricoltori, i più importanti climatologi e, soprattutto, vari stati americani hanno preso una netta posizione contro il carbone.

I gruppi finanziari più importanti hanno espresso la preoccupazione per le spese accessorie legate alle emissioni di anidride carbonica.

L’11 marzo 2008, la California ed il Massachusetts hanno presentato una proposta di legge per la messa al bando delle centrali a carbone senza meccanismi di interramento della CO2.

Tuttavia, le preoccupazioni economiche legate all’aumento del prezzo del kWh causato dall’enorme spesa per gli interventi di segregazione della CO2 stessa, anche senza ancora una legge dedicata, hanno già segnato negli USA l’inizio della fine del carbone nella produzione di energia.

Con la diffusione della possibilità della valutazione globale del danno causata dalla combustione del carbone, oggi possibile per mezzo della Commissione Europea (CE), i gruppi finanziari si guarderanno bene dal continuare ad investire nel carbone.

Infatti, secondo
Ecosenseweb (http://ecosenseweb.ier.uni-stuttgart.de/index.html) il software specifico della CE, una centrale a carbone di circa 2000 MW ogni anno causa danni legati alle morti premature, alle malattie, all’agricoltura, agli edifici ed i patrimoni archeologici ed all’effetto serra per una somma pari a oltre 100 milioni di euro.

La possibilità reale della commercializzazione su larga scala della segregazione della CO2 inoltre potrebbe essere realistica non prima di un decennio… “This technology is at least a decade away from commercial viability”.

Fonte: Earth Policy Institute, www.earthpolicy.org, April 2008. http://www.earthpolicy.org/Updates/2008/Update70_timeline.htm


Coordinamento Dei Comitati Italiani dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio)

Dr. Giovanni Ghirga (portavoce)



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NDR, vedi anche:

"Niente carbone senza sequestro della CO2"
In attesa che il governo britannico stabilisca regole precise per la cattura e il sequestro della CO2, un progetto di una centrale a carbone in Inghilterra si ferma. Una sorta di moratoria alle centrali a carbone?
Articolo comparso pochi giorni fa su QualEnergia.it, visibile interamente qui




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6 aprile 2008

Appello dalla Puglia all'Alto Lazio: "non fate accendere TVN, dopo non sarete più in tempo"



Appello dalla Puglia all’Alto lazio :” tvn non la fate accendere, dopo non sarete più in tempo”.

Davanti ad una numerosa platea estremamente attenta si è svolta a Tarquinia, presso il TOP 16, la prima proiezione del documentario su come si vive all’ombra di una centrale a carbone.

Uomini e donne, agricoltori, commercianti, semplici cittadini hanno visto scorrere con sconcerto le testimonianze di altri uomini, donne, agricoltori, madri, cittadini del brindisino che narravano degli enormi danni alla salute e all’economia del territorio causati dalla mega centrale a carbone Federico II di Brindisi.

Preoccupazione, indignazione, ma anche commozione, erano quello che esprimevano i volti attoniti di quanti erano presenti.

Indignazione che si è trasformata in volontà di mobilitazione dinanzi alle testimonianze degli amministratori, ma anche dei medici brindisini che, raccontando dell’inutilità dei monitoraggi e dei controlli, del loro sentirsi impotenti dinanzi al colosso energetico che, interessato solo ai propri guadagni, ha trasformato un intero territorio in area di saccheggio della salute, dell’ambiente e dell’economia, raccomandavano “Tvn non la fate accendere, dopo non sarete più in tempo”.

Dalla necessità di difendere il proprio territorio e la propria economia, dal diffusamente sentito dovere di difendere la salute e il futuro dei propri figli, dalla comune volontà di evitare che la storia si ripeta e dalla triste consapevolezza che la maggior parte della classe politica, di cui basta guardare i programmi, è colpevolmente succube della menzogna del carbone pulito, ci si è lasciati con la decisione di dare vita ad una grande manifestazione che, probabilmente, si svolgerà nella seconda metà di maggio, e verrà preparata ripetendo la proiezione del documentario su tutto il territorio dell’Alto Lazio.

Perché una certezza era comune a tutti i presenti: non permetteremo all’ENEL ed ai suoi accoliti di aggredire ulteriormente il nostro territorio.

E’ questione di legittima difesa.

Comitato Cittadini Liberi in difesa della Salute e dell’Economia

Com.difedasalute@difesa.it

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3 aprile 2008

IMPORTANTE: appuntamento VENERDÌ 4/3/08

Conoscere il problema non può che aiutarci a capire la verità.

Agricoltori, commercianti, artigiani, medici e abitanti di Tarquinia si sono riuniti nel COMITATO DEI CITTADINI LIBERI CONTRO IL CARBONE
per ribadire la contrarietà della nostra Città alla riconversione a carbone della centrale elettrica di Civitavecchia. Perché la nostra salute e il nostro lavoro non si comprano. L’imbarazzante immobilismo dell’Amministrazione Comunale ci rammarica perché s’intravvedono linee di comando diverse dalla volontà popolare. Punto e a capo, i cittadini faranno da soli. Perciò chiediamo a tutti i cittadini di partecipare attivamente aderendo al COMITATO DEI CITTADINI LIBERI. Sarà allestita una SEDE OPERATIVA ED UN PUNTO DENUNCE ED INFORMAZIONI in Piazza Matteotti (di fronte al Comune).
Vi aspettiamo.


Per info scrivete a: com.difesasalute@virgilio.it
Comitato dei cittadini liberi

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Il nostro premio Nobel Rubbia: no al petrolio, no al carbone, ma quale nucleare. "Soltanto il sole può darci energia"

Pubblichiamo alcuni estratti da un'intervista di Repubblica (vedi qui per l'articolo intero) al premio Nobel per la fisica C. Rubbia.

"GINEVRA - Petrolio alle stelle? Voglia di nucleare? Ritorno al carbone? Fonti rinnovabili? Andiamo a lezione di Energia da un docente d'eccezione come Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica: a Ginevra, dove ha sede il Cern, l'Organizzazione europea per la ricerca nucleare.

[...]

Che cosa significa tutto questo, professor Rubbia? Qual è, dunque, la sua visione sul futuro dell'energia?
"Significa che non solo il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l'uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni, come del resto anche l'oro, il platino o il rame. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra".

[...]

Ora c'è anche il cosiddetto "carbone pulito". La Gran Bretagna di Gordon Brown ha riaperto le sue miniere e negli Usa anche Hillary Clinton s'è detta favorevole...
"Questo mi ricorda la storia della botte piena e della moglie ubriaca. Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell'umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo l'anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso".

E allora, professor Rubbia, escluso il petrolio, escluso l'uranio ed escluso il carbone, quale può essere a suo avviso l'alternativa?
"Guardi questa foto: è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell'elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità".

Ma noi, in Italia e in Europa, non abbiamo i deserti...
"E che vuol dire? Noi possiamo sviluppare la tecnologia e costruire impianti di questo genere nelle nostre regioni meridionali o magari in Africa, per trasportare poi l'energia nel nostro Paese. Anche gli antichi romani dicevano che l'uva arrivava da Cartagine. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l'energia necessaria all'intero pianeta. E un'area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell'Italia, un'area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma".

[...]

Se è così semplice, perché allora non si fa?
"Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com'è accaduto del resto per il computer vent'anni fa"."

Più chiaro di così?
Chissà se F. Conti (AD Enel), U. Veronesi (l'oncologo pro-nucleare e pro-inceneritori), Scaroni (AD Eni), e tutto il seguito di gentaglia così impegnata a lucrare a discapito dell'interesse e della salute pubblica, se la sentirebbero di rispondere alle parole di Rubbia (s'intende entrando nel merito dei problemi, senza attestarsi sulla solita demagogia strumentalizzante e disinformativa). Ci piacerebbe ascoltare anche Veltroni o Bersani, in merito. Visto che che molti, in vista di un presunto "voto utile", si apprestano a concedere loro una fiducia immeritata.





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"Negli Usa il business delle “rinnovabili” è già iniziato. 1.000.000.000.000 di dollari e un boom di nuove industrie"


"Addio Wall Street: meglio i deserti e le le onde dei mari"
Invitiamo alla lettura di un interessante articolo su lastampa.it. Fai clic QUI

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Enel fa conoscere la sua generosità anche ad Ischia

Enel ci regala un'altra bella storia emblematica. Che ce ne ricorda altre, tante altre.

Nell'"isola verde", come la chiamano affettuosamente gli abitanti, l'estate scorsa, si rompe uno dei 4 cavi ad alta tensione che alimentano la cabina di trasformazione dell'Enel... una centrale, come viene definita semplicisticamente. L'Enel ammette la rottura, interviene per riparare il cavo, ma durante le operazioni di ripristino si registra una continua fuoriuscita di olio, che è contenuto nel cavo, funziona da isolante e serve per mantenerlo a pressione. L'azienda ammette anche la perdita di olio. Ma dov'è il nodo? 33 giorni dopo la rottura, l'Agenzia regionale per l'ambiente della Campania preleva, in quello stesso tratto di mare, un campione di acqua. I risultati sono chiarissimi: vengono rilevati valori di Policlorobifenili, una sostanza cancerogena e altamente tossica, 186 volte superiori ai limiti fissati dalla legge. L'area, pero', non viene bonificata, i turisti continuano a bagnarsi in quelle acque e i pescatori buttano le reti, ignari di tutto. Chi doveva intervenire e non l'ha fatto? E soprattutto perche'? Capitaneria di Porto, Comune di Lacco Ameno, Asl di NA2... Tra chi nega di aver ricevuto i risultati delle analisi e chi temeva di mettere a rischio l'intera stagione turistica, abbiamo cercato di capire dove fossero le responsabilità e le menzogne, e se è possibile stabilire un rapporto di causa-effetto tra la rottura del cavo Enel di giugno e le sostanze inquinanti trovate a luglio.

Vedi qui per l'articolo originale (Rai News 24)


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