Quattro anni fa erano 150 le nuove centrali a carbone che si volevano costruire negli Stati Uniti. Dei 150 impianti progettati ce n’erano alcuni che da soli avevano più emissioni di certi paesi africani. Tutte assieme le centrali avrebbero rilasciato circa un miliardo di tonnellate di CO2 all’anno, più di quanta ne devono ridurre i paesi che hanno firmato il protocollo di Kyoto.
Oggi di quei 150 progetti solo 14 sono in fase di avvio
anche se rimangono al centro di aspre dispute legali. Degli altri 136, metà sono stati abbandonati per strada, sconfitti nei tribunali dagli avvocati ambientalisti o accantonati per motivazioni economiche; gli altri sono ancora bloccati da una vasta opposizione.
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4 settembre 2008
"La battaglia contro il carbone negli USA"
A Saline Joniche (RC) pronto il "Manifesto del no al carbone".
Fonte: Strill.it
"Il Coordinamento delle Associazioni contrarie alla Centrale a Carbone si riunirà venerdì 5 settembre alle ore 18 presso Villa Rognetta a Saline Joniche per presentare pubblicamente il “Manifesto del No al carbone e del si ad un programma di sviluppo alternativo dell’Area Grecanica”.
Anticipando i punti forti del manifesto, ribadiamo la nostra netta contrarietà all’ipotesi di realizzare una centrale termoelettrica alimentata a carbone e ci dichiariamo assolutamente favorevoli a promuovere e partecipare a processi decisionali volti allo sviluppo sostenibile della nostra Area.
Salutiamo positivamente le dichiarazioni del Presidente Loiero apparse sui giornali nei giorni scorsi e siamo lieti della sua contrarietà al carbone anche se non è sufficiente affermare che “il progetto della Centrale non è coerente con i programmi della Regione”. Serve un disegno chiaro, un impegno concreto, un programma realizzabile fondato sulle vocazioni naturali della fascia basso-jonica e sulle sue potenzialità.
Il Coordinamento, nella sua ferma intenzione di opporsi alla realizzazione della Centrale, da scongiurare a discapito di ogni altra ipotesi di sviluppo futuro e per le ricadute in termini di “danno” diffuso che ne conseguiranno, intende farsi promotore anzitutto di una capillare sensibilizzazione della popolazione e di tutte quelle iniziative utili alla causa, assumendo come prioritaria e legittima la battaglia per la salute delle generazioni attuali e di quelle future.
IL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI
3 settembre 2008
"Un Inno alla Vita, contro tutti i veleni di Puglia e d’Italia"
Lecce, 02/09/2008, Fonte: Brundisium.net
"La Confederazione Cobas di Brindisi aderisce alla iniziativa organizzata dalla sezione della” Lega Italiana lotta ai tumori” di Lecce per Sabato 6 Settembre con inizio alle ore 20,30 nell’area ex-Foro Boario a Lecce all’ingresso della superstrada Brindisi-Lecce , sul tema della emergenza ambientale che attraversa le province di Taranto, Lecce e Brindisi.
La serata prevede gli interventi di tre medici , uno per Provincia, a nome delle associazioni e dei movimenti che sono presenti in tutto il Salento e che si battono per una inversione di tendenza a quel modello di sviluppo che tanti danni ha procurato e continua a procurare alla salute dei cittadini.
Per la nostra Provincia interverrà il Dottor Maurizio Portaluri , di Medicina Democratica , che dirà come Brindisi sta lottando da numerosi anni per respingere ulteriori attacchi alla salute come nel caso del Rigassificatore tentando di costruire un nuovo sviluppo compatibile con l’ambiente.
Condividiamo inoltre l'idea degli organizzatori e delle associazioni che stanno aderendo a questa iniziativa di costruire un forte movimento Salentino unitario capace di conseguire dei risultati positivi , come nel caso dell’Ilva , delle carboelettriche di Brindisi , delle centrali a bio-masse del Leccese , di tutto ciò che contribuisce a peggiorare una situazione disastrosa.
A questa campagna aderiscono anche numerosi musicisti , come i Sud Sound Sistem e l’ Emsemble della Notte della Taranta , i quali daranno il loro contributo nel corso della serata del 6 Settembre.
Una adesione convinta quella di questi musicisti che continuerà anche dopo , nel corso di altre iniziative e manifestazioni , a segno di una situazione che non può più lasciare nessuno indifferente.
La Confederazione Cobas di Brindisi sarà presente con un video sulla realtà della nostra provincia , realizzato dal comitato No-Coke di Tarquinia dalle nostre parti in questa primavera con la collaborazione del Cobas di Torchiarolo.
L'idea e la realizzazione del video è nato dopo la manifestazione di Gennaio a Torchiarolo in quanto è stata seguita con molto interesse dai militanti No-Coke intorno a Civitavecchia.
Ricordiamo che Civitavecchia è sede della riconversione a carbone di una centrale dell'Enel simile come potenza a quella di Cerano e che ha dato luogo ad un gemellaggio sulle comuni disgrazie.
Il Cobas durate la serata venderà un libro sulla Nigeria , dove si parla di questo paese produttore di materie prime come petrolio, gas, uranio, completamente depredato da multinazionali come la Azienda Italiana di Stato Eni , utilizzando anche piccoli eserciti privati.
In buona sostanza la manifestazione del 6 settembre è una speranza che si accende a sostegno della necessità di cambiare e a costruire finalmente il nuovo.
Per la Confederazione Cobas Gianni Liaci
2 settembre 2008
"Un metro quadrato di sole vale un barile di petrolio". Proposta del governo tedesco per creare un'agenzia mondiale per il solare
Proposta del governo di Berlino alla fiera internazionale di Valencia
L'energia fotovoltaica cresce, ma troppo lentamente: "Nel 2020 sarà solo il 3%".
Fonte
VALENCIA - Un metro quadrato di sole vale un barile di petrolio. Da qui bisogna partire per vincere la scommessa del futuro e i ricercatori europei, insieme alla commissione europea, hanno scelto la 23esima Fiera del Fotovoltaico aperta oggi a Valencia per lanciare un vero e proprio appello. "In un barile di petrolio, pari a 159 litri di oro nero, sono contenuti 1,5 MW di energia. Questo significa che ogni metro quadrato della nostra terra riceve ogni giorno la stessa quantità di energia dal Sole", ha detto in un accalorato intervento Daniel Lincot, direttore della ricerca al Cnrs, il Cnr francese, aprendo i lavori della conferenza.
"Ma nonostante la crescita degli ultimi anni - ha aggiunto - la nostra previsione è che nel 2020 il contributo dell'energia solare in Europa arriverà solo al 3% dell'energia globale con una copertura di non più di 1000 km quadrati complessivi. Per questo abbiamo preparato una appello internazionale per il sostegno della ricerca e dello sviluppo del fotovoltaico, nella convinzione che sia possibile fare molto di più coordinando le forze dei tanti soggetti che stanno lavorando per lo sviluppo dell'energia più sostenibile per il pianeta".
Per spingere la crescita del fotovoltaico si punta moltissimo sui nuovi film sottili, prevalentemente in telloruro di cadmio, che costa sensibilmente meno rispetto ai tradizionali pannelli a base di silicio e garantisce un rendimento paragonabile. Ma molto resta ancora da fare nel campo della ricerca e la Germania, che detiene la leadership mondiale con il 42% dell'installato e il 46% del generato, ha lanciato a Valencia la proposta di dare vita ad un'agenzia internazionale per le rinnovabili: "Il governo tedesco propone ai partner europei e internazionale di dare vita ad un agenzia, come l'Aie, che possa lavorare con risorse almeno paragonabili a quelle che vengono destinate al nucleare", ha sottolineato Hans-Joef Fell, deputato del Parlamento tedesco.
Il 2007 si è chiuso con incredibile crescita del mercato (+35,5% sul 2006), secondo l'Epia (l'associazione delle industrie del settore), sfiorando 1 GW di produzione, obiettivo ampiamente superato nei primi mesi di quest'anno. Per la prima volta l'Italia compare nella classifica dei primi cinque, seppur con soli 100 MW di installato e 50 MW di energia prodotta, a fronte dei 1100 MW della Germania, ma anche dei 512 MW della Spagna.
(1 settembre 2008)
Orsi polari alla deriva, countdown to extinction
"L'immenso iceberg su cui si trovavano si è dapprima staccato dalla terraferma e quindi si è gradualmente, completamente sciolto. Così nove orsi polari si sono ritrovati nelle acque gelide del mare d'Alaska, trasportati dalla corrente, costretti a nuotare 24 ore su 24 per sopravivere. La terra più vicina era a una distanza raggiungibile per questi instancabili animali:
un centinaio di chilometri più a sud. Ma l'istinto li ha spinti a muoversi in direzione opposta, verso nord, e in quel senso di marcia il primo pezzo di ghiaccio che offrirebbe loro un approdo si trova a seicento chilometri, una distanza quasi certamente insormontabile anche per formidabili nuotatori come loro. Un tempo era più vicino, ma si è ridotto a causa del cambiamento climatico che riscalda il pianeta, facendo ritirare il manto di ghiaccio sempre di più verso il Polo Nord.
L'avventura degli orsi sperduti tra l'Alaska e il Polo è così presto diventata una tragica odissea per tornare a casa, filmata, fotografata e seguita dagli specialisti del governo americano e delle compagnie petrolifere che operano in quella desolata, inospitale, selvaggia regione del globo. Il gruppo ha percorso finora un centinaio di chilometri. Alcuni degli orsi sono morti, affogando per la stanchezza: i rilevatori che li osservano dall'alto in aereo e in elicottero non sono sicuri di quanti siano ancora in vita. Di certo i superstiti appaiono stremati. Il World Wide Fund for Nature sta considerando di chiedere alle forze armate degli Stati Uniti l'invio di una nave per cercare di salvare gli orsi: anche se il salvataggio sarebbe un'operazione estremamente complicata.
La vicenda è stata raccontata oggi dal Daily Mail di Londra, che ha pubblicato la foto di uno degli orsi nel mare d'Alaska, scattata da distanza ravvicinata da un elicottero. Non è la prima volta che orsi polari finiscono in mare a causa dello scioglimento dei ghiacci. Sempre più spesso capita che arrivino a nuoto, o su piccoli iceberg, fino all'Islanda, dove la popolazione locale peraltro li uccide a fucilate appena raggiungono la riva. La foto di un orso polare su una minuscola piattaforma di ghiaccio ha fatto il giro del mondo qualche mese or sono. "Tutti gli orsi polari sono minacciati dal surriscaldamento del pianeta, rischiano l'estinzione", dice al Mail il professor Richard Steiner della Università dell'Alaska. Chissà se qualcuno dei nove bestioni dispersi riuscirà a salvare la pelle, completare l'odissea e ritrovare miracolosamente la via di casa."
Fonte: Repubblica Ambiente
30 agosto 2008
Centrale a carbone a Saline Joniche? I commenti
La Regione Calabria, le Associazioni, Legambiente rispondono con un coro di no e proposte alternative alla costruzione di una centrale a carbone a Saline Joniche (Reggio Calabria).
Regione Calabria
"Calabria/ No al progetto centrale a carbone a Saline Joniche (RC)
Lo ha comunicato Loiero al MinAmbiente
Catanzaro, 29 ago. (Apcom) - La Regione Calabria dice no al progetto, presentato nel 2007 dalla Sei Spa, di costruire una centrale a carbone a Saline Joniche (RC) nell'area ex Liquichimica. Il Piano Energetico Ambientale Regionale, spiega il Presidente della Regione Agazio Loiero, vieta su tutto il territorio regionale l'utilizzo del carbone per la produzione di energia elettrica.
Il diniego è stato comunicato al Ministero dell'Ambiente con una relazione a firma di Loiero. "La Regione Calabria - si legge nella relazione- presenta un saldo energetico positivo: già dal 2005 ha fatto sapere che non fornirà alcuna ulteriore intesa in sede di conferenza di servizi, indette dal Ministero delle Attività Produttive e dal Ministero dell'Ambiente, per la realizzazione di centrali termoelettriche sul territorio regionale, ritenendosi sufficiente il numero delle cinque autorizzazioni già rilasciate da parte del Ministero delle Attività Produttive. Inoltre,il POR Calabria FESR 2007-2013 che definisce obiettivi, priorità,strategie e azioni in materia di energia non prevede la realizzazione di nuove centrali termoelettriche a carbone".
La società civile
Centrale a Carbone: arriva il no dalle Associazioni
di Federico Curatola - Continua a tenere banco la questione della Centrale a Carbone. Nel basso jonio sono diverse le voci che già si sono levate per affermare la propria contrarietà al progetto. Dal punto di vista istituzionale, ad esprimersi ufficialmente è stato solo il Consiglio Comunale di Montebello Jonico il cui primo cittadino, Loris Nisi, ha affidato a degli esperti, lo studio sulle emissioni e sulle ricadute che ne conseguirebbero.
Da oggi però il fronte del no annovera nuovi ed importanti membri. Il mondo dell’associazionismo dell’Area Grecanica si mobilita infatti contro la Centrale a Carbone. Circoli culturali, associazioni, cooperative e gruppi di volontariato insieme per redigere il manifesto del no e sensibilizzare la popolazione sui rischi cui si andrà incontro se la centrale verrà realizzata.
Nonostante i proclami e le rassicurazioni fornite dalla Sei che ha acquistato intere pagine promozionali di quotidiani locali, le associazioni si dicono sicure che la presenza della centrale, oltre a rappresentare un pericolo per la salute dei residenti ed una fonte di inquinamento ambientale, escluderà qualsiasi altra possibilità di sviluppo sostenibile per questo territorio.
Per questo molte associazioni dell’Area si riuniranno questo pomeriggio a Saline Joniche per costituire un coordinamento che servirà per intraprendere iniziative pubbliche di sensibilizzazione e dissenso al progetto della Sei.
“Quello che ci preme – dicono gli organizzatori presentando l’iniziativa – è creare una rete tra le associazioni ed i gruppi che a vario titolo e con diversi oggetti sociali operano sul territorio dell’Area Grecanica per compiere una capillare attività di informazione ai cittadini”.
Fino ad ora molte associazioni hanno inoltrato osservazioni nei tempi e nei modi giusti al Ministero dell’Ambiente dove si sta snodando il percorso della Valutazione di Impatto Ambientale.
“Come è stato per Civitavecchia – proseguono gli organizzatori - anche qui nel profondo Sud dobbiamo creare un fronte del no esternando le nostre motivazioni che sono quelle della salute e dello sviluppo sostenibile, perché siamo convinti che siano altre le vocazioni di questo territorio e che le sue potenzialità sono inimmaginabili. Ad una sola voce chiederemo quindi alla politica di ascoltare le nostre istanze e di dare a queste la risonanza che meritano nei consessi a tutti i livelli istituzionali”.
Quello su cui si vuole puntare è raffrontare gli ipotetici benefici promessi dalla costruzione della centrale con i costi in termini di “danno procurato” che ne conseguiranno sulla salute, sull’agricoltura, sui valori immobiliari, sull’ecosistema marino e sulla qualità della vita in generale.
“Siamo certi che il totale dei “costi” supera di gran lunga quelli che ci vengono presentati come benefici ed è questo che ci convince che sia una scelta errata quella di costruire la centrale a carbone a Saline Joniche. Per non parlare della presenza di importanti siti di interesse comunitario a poche decine di metri dal sito destinato ad accogliere la centrale e di uno dei fondali più belli di tutto il litorale calabrese la cui flora scomparirebbe sotto un mare surriscaldato dalle acque di raffreddamento della centrale”.
L’appuntamento per le associazioni è per questo pomeriggio, alle ore 18:30 in Piazza Chiesa a Saline Joniche.
Infine, spiega Loiero, "il progetto non è coerente con i programmi della Regione e degli enti locali per il territorio...l'impatto negativo degli effetti della centrale a carbone sulla qualità della vita e sull'attrattività dell'area grecanica sarebbe disastroso".
Legambiente
"ENERGIA: LEGAMBIENTE, NO A CENTRALE CARBONE SALINE IONICHE
(AGI) - Reggio Calabria, 31 lug. - Legambiente non si limita alla contestazione ma propone anche soluzioni alternative e realmente compatibili con gli aspetti naturalistici e culturali dell’area che puntino all’innovazione tecnologica e alle fonti energetiche alternative. “Abbandonare il progetto della centrale a carbone - continua la nota di Legambiente - e’ necessario per una riconversione sostenibile dell’ex area industriale di Saline ma anche nell’ottica globale di riduzione delle nostre emissioni di CO2, che male si combina con un aumento del carbone nel mix energetico del Paese. Oltre ai progetti di sviluppo in ambito portuale, le alternative, potrebbero essere quelle di utilizzare alcune delle strutture e dei silos industriali per realizzare una delle due centrali solari termodinamiche a concentrazione in Calabria e un parco tecnologico per le energie alternative che serva come luogo di produzione ma soprattutto di sperimentazione delle varie applicazioni tecnologiche che la ricerca avanzata in questo campo propone. Tale iniziativa - concludono i dirigenti di Legambiente - darebbe l’opportunita’ di un coinvolgimento dei centri di ricerca, delle imprese, delle Universita’. Lo stesso parco potrebbe avvalersi dell’utilizzo delle fonti energetiche attraverso la realizzazione di attrattive capaci di abbinare divertimento a educazione scientifica ed ambientale”. Legambiente infine preannuncia che nei prossimi giorni presentera’ al Ministero dell’Ambiente le osservazioni allo Studio di impatto ambientale sulla centrale di Saline e lancia una sfida alla SEI “per un confronto tecnico-scientifico sulla opportunita’ ambientale, economica e occupazionale del progetto della centrale”. (AGI)
Red"
29 agosto 2008
"Magistratura: ultima speranza"
Molti italiani pensano che la Magistratura occupi spazi e si arroghi prerogative non proprie. In realtà l’Autorità giudiziaria cerca affannosamente di porre rimedio alla ignavia e alla colpevole inerzia di altri Organi dello Stato.
Da molto tempo denunciamo la presenza nel nostro territorio di gravi ed incontrollate fonti di inquinamento (centrali termoelettriche, porto, depositi di idrocarburi, discariche tossiche, cementificio ecc.). Le nostre segnalazioni sono state “seppellite” nell’indifferenza delle Autorità preposte (Comune, Autorità portuale, ARPA, Azienda USL ecc.).
Ora, con grande sollievo, apprendiamo dagli organi di stampa che
il Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Pantaleo Polifemo, motu proprio, ha disposto dei controlli che hanno portato a pesanti sanzioni pecuniarie per molti inquinatori. E’ possibile che il Dott. Polifemo sia la sola Autorità sensibile al problema?
Se la Procura della Repubblica ha rilevato gravi irregolarità nelle emissioni delle navi ormeggiate, perché le Autorità istituzionalmente preposte ai controlli non si sono mai accorte di nulla? Ed inoltre, quale organismo di controllo si è mai preso la briga di accertare l’entità delle emissioni provenienti dalle ciminiere delle centrali termoelettriche e le esalazioni degli idrocarburi stoccati nei depositi costieri?
Possiamo legittimamente nutrire la speranza di non morire di inquinamento grazie alla attuazione dei controlli voluti dalla legge o la dobbiamo riporre unicamente nella meritoria attività del Dr. Polifemo?
Restiamo in attesa che analoghe iniziative vengano intraprese dalle Istituzioni di vigilanza, quelle stesse che fino ad ora hanno vissuto nei limbo dello accidioso mènage burocratico deresponsabilizzante e autoreferenziale.
Civitavecchia, 26 agosto 2008.
Coordinamento dei medici e dei farmacisti.
Il Comitato dei Cittadini liberi - Tarquinia: "Nemico in Comune"
"Il Comitato dei cittadini liberi ringrazia per il fiume di messaggi di solidarietà arrivati alle due donne imprenditrici denunciate dall'amministrazione comunale di Tarquinia:”Sono lo stimolo giusto per continuare a fermare la centrale carbone”.
Comitato dei cittadini liberi: “numerose aziende agricole ,turistiche e commerciali,preoccupate per le ricadute occupazionali che si prospettano ci contattano per essere tutelate ,affinché nessuna azienda debba fare la fine che hanno fatto a Brindisi.
Il sindaco non tutela le aziende agricole e Turistiche e sceglie il carbone,questo emerge dai tanti comunicati del comune di Tarquinia che sceglie la polemica piuttosto che rispondere ai temi concreti che riguardano la riconversione a carbone di Civitavecchia,come quello legato all’economia.
Per onorare la verità,bisogna però fare chiarezza su un tema che il nostro sindaco usa fin troppo spesso,su cui vorrebbe ricadesse una sorta di ruolo rassicurante:il “monitoraggio” .
Il sindaco di una città ha il potere ed il dovere di fermare la centrale di TVN. Ma scegliendo di prendere i soldi sporchi del carbone,è evidente che Il sindaco del comune di Tarquinia non ha scelto la tutela del territorio:rimane da una parte a guardare il monitoraggio ambientale,che per legge compete agli istituti regionali e nazionali.
Un sindaco dovrebbe tutelare i cittadini e la loro economia,piuttosto spieghi meglio la relazione che c’è tra il ruolo tecnico del monitoraggio e i soldi che intende incassare dall’accordo con Enel.
Il sindaco continua ad utilizzare la parola “monitoraggio”come fosse una tutela,ma i cittadini hanno capito bene che è solo un ruolo passivo e parassita di un sistema basato sulle compensazioni economiche.
Spieghi poi per quale motivo prende i soldi da Enel per un ruolo istituzionale che non gli compete,il monitoraggio,magari con le centraline acquistate proprio dall’ente elettrico che si fa controllare dallo stesso sindaco che accetta i suoi soldi. Per favore!Non siamo stupidi come lei vorrebbe.
Infatti nella delibera del 13 Agosto il sindaco non è stato delegato dal consiglio comunale per fare il monitoraggio,ma per prendere i soldi da Enel,non si può mistificare la realtà fino a questo punto.
Un sindaco che sceglie come strumento di tutela,il monitoraggio,fa la scelta che hanno fatto altri sindaci,come quello di Brindisi,Porto Tolle, etc ,di stare dalla parte di Enel,dalla parte sbagliata per i cittadini e per le aziende.
Il sindaco di Tarquinia poteva scegliere di stare dalla parte dei cittadini e dell’economia del nostro territorio,ha scelto di stare dalla parte di Enel,dalla parte di chi prende i soldi e non gli resta altro che “monitorare”!.
Prende i soldi dall’inquinatore e sta a guardare gli effetti delle ricadute senza alzare un dito.
L’unico vero monitoraggio lo stanno facendo i cittadini rispetto a quanto tempo impiegherà questa amministrazione a cadere dalle scale della propria incapacità a governare un dissenso che monta di giorno in giorno.
Le aziende che insistono sul territorio coinvolto dalle ricadute dell’utilizzo del carbone non staranno a guardare il proprio tracollo economico e si organizzano senza il proprio sindaco.
Quindi il comune invece di polemizzare su due parole gridate in consiglio comunale ed arrivare addirittura a denunciare i suoi stessi elettori dovrebbe dire come salvare l'economia ,l’agricoltura fiorente,la storia millenaria di questa meravigliosa cittadina che ha radici profonde nella storia ricca di tesori archeologici di valore inestimabile .
Stare sul libro paga di Enel non potrà mai essere una tutela,ma una grande preoccupazione.
Infine,rimane curioso il motivo per cui il sindaco è preoccupato di quanti siano i no coke. Signor sindaco sono pochi,come i voti che l’hanno incoronato,tanti,tantissimi invece i cittadini che ne condividono la rabbia e la delusione. Se poi ci sia qualcuno dei no coke che non lotta più,non si può pensare che sia più intelligente,più illuminato,oppure semplicemente più educato,un motivo forse è perché crede,ancora, a Babbo Natale…
Le due imprenditrici denunciate hanno ricevuto fiumi di messaggi di solidarietà,questo per tutti noi è lo stimolo giusto per continuare a lottare contro il carbone e contro tutti coloro che lo sostengono,sindaco compreso."
Comitato dei Cittadini liberi - Tarquinia
26 agosto 2008
Il Comune di Mazzola denuncia due libere cittadine
A Tarquinia alcuni amministratori e consiglieri comunali del Pd denunciano due imprenditrici locali. La loro colpa? “Tutelare la propria azienda dalle conseguenze dell’avviamento a carbone di TVN”
L’amministrazione comunale denuncia due donne che lottano contro la riconversione a carbone.
Il Comitato dei Cittadini Liberi: “Difendiamo e sosteniamo le nostre amiche a cui sono state notificate le denunce per presunte offese verbali ricevute nell’ambito dei consigli comunali infuocati a causa della presa di posizione dell’amministrazione di Tarquinia completamente antitetica a quanto promesso in campagna elettorale”. Quali siano le parole che hanno spinto l’amministrazione a denunciare i propri elettori, rinunciando a quell’etica di sinistra che pretende coerenza e democraticità oltre che dialogo, non lo sappiamo. Se le parole che hanno offeso e scaldato gli animi dei nostri amministratori siano state “traditori e venduti” non le riteniamo così esagerate, poiché il tradimento c’è stato e anche l’acquisizione di denaro dal padrone inquinatore, nonostante le numerose delibere pre-elettorali ” contro ogni tipo di compensazione”. I cittadini continuano rivolgendosi all’amministrazione: “Dopo questo atto, ritiriamo le centinaia e centinaia di voti ( oltre ai 56: differenza che ha permesso a questa gente di vincere grazie a noi) e quindi la delega ad amministrare questa città. Non siete più il nostro sindaco, i nostri amministratori e non ci rappresentate più. “In realtà pensiamo che questa amministrazione voglia spostare l’attenzione dai fatti, cioè il problema del carbone, alle parole, perché incapaci di dare risposte vere atte alla salvaguardia dell’economia di questa terra. Con le denunce si tenta soltanto di far abbassare la voce ai cittadini che vogliono fermare la centrale a carbone! Ma non ci riusciranno mai, perché dalla nostra abbiamo la ragione. Al dialogo e ai fatti si prediligono le denunce: è vergognoso che sindaco, consiglieri ed assessori denunciano quei cittadini che esprimono indignazione e di contro smettono di denunciare il loro inquinatore, arrivando addirittura ad aprigli le porte della città, nonostante i cittadini siano ancora lì a difenderla cercando di tenerla chiusa. Ricordiamo poi che le prime offese siano venute proprio dal palazzo, abbiamo assistito a sproloqui a suon di bestemmie, insulti e minacce indirizzati alla volta dei cittadini. La differenza tra loro e noi è in questo: noi crediamo nel valore della dialettica e non temendola non abbiamo ancora denunciato alcuno. Sulla vicenda interviene il Consigliere Comunale Marco Tosoni: l’amministrazione avrebbe dovuto lasciar cadere la cosa -riferisce- In quanto certe parole forti sono volate sotto la spinta di una grande delusione, la delusione di aver delegato qualcuno, avergli creduto e poi averlo ritrovato inaspettato nemico.
“Comprendo bene la delusione e rimango al fianco dei cittadini denunciati”.
Comitato dei Cittadini Liberi
Il Coordinamento dei Medici e Farmacisti a proposito di alcuni servizi giornalistici sull'inaugurazione di TVN
Su TRC (Teleradio Civitavecchia, principale emittente televisiva civitavecchiese, ndr) è stato replicato, almeno tre volte, il servizio sulla inaugurazione di TVN. I rappresentanti dello Stato (Ministro Scaiola, Presidente Marrazzo, Sindaco Moscherini) nonché il Plenipotenziario dell'Enel Fulvio Conti hanno esaltato
la riconversione a carbone come una conquista della tecnologia energetica, invidiataci da tutto il mondo. Non si è levata una sola voce critica sincera e obiettiva che mettesse in guardia le Istituzioni di garanzia contro gli effetti collaterali nocivi indotti dalla massiccia combustione del carbone (che, per sua intrinseca natura, non è né sarà mai “pulito” e che continuerà ad immettere nell'atmosfera milioni di metri cubi di CO2 che nessun marchingegno avveniristico potrà mai bloccare e rendere innocua). Il Presidente Marrazzo ha tuonato che “sarà il garante pubblico della sicurezza nei posti di lavoro, che difenderà l'ambiente attraverso l'ARPA e che ai primi di settembre convocherà un nuovo tavolo della salute”. Nient’altro che un' altra pantomima o specchietto per le allodole, che dir si voglia! Il Sindaco di Civitavecchia ha inviato un timido invito ai movimenti NO COKE ad entrare in quell'Osservatorio Ambientale (in coma ormai da anni) che gli è stato delicatamente sfilato di sotto il naso dalla Regione Lazio la quale, non solo non è in grado di attivare e far funzionare l'ARPA, ma non riesce nemmeno a soddisfare gli appetiti dei Sindaci del Comprensorio che “sognano” di avvicendarsi nella Presidenza di quell'orrendo giocattolo che è stato costruito con i soldi dell'Enel (parliamo sempre di quell'aborto tecnico-politico che si chiama eufemisticamente "Osservatorio" ma che finora ha soltanto dilapidato milioni di euro ed ha “osservato” svanire ogni possibilità di creare in questo comprensorio un polo di sviluppo energetico compatibile e sostenibile).
L'unica nota positiva è consistita nella assenza del Vescovo della Diocesi di Civitavecchia e Tarquinia a quella inaugurazione-farsa che ha preferito il silenzio all'ossequio imbarazzato.
Civitavecchia, 24 agosto 2008
Coordinamento dei medici e dei farmacisti.