"PERCHE' IL CORO DI NO ALL'INCENERITORE : "DOPO 20 ANNI POTREBBERO ESSERE STATI SPESI 160 MILIONI DI EURO PER DANNI ALLA SALUTE ED ALL'AMBIENTE"
Biggeri et al. 1996, Trieste:
INCREMENTO DEL RISCHIO DI CANCRO POLMONARE
Michelozzi et al. 1998, Roma:
INCREMENTO DELLA MORTALITÀ PER ALCUNE CAUSE E RIDUZIONE DELLA SEX – RATIO ALLA NASCITA
Chellini et al. 2002, Prato:
INCREMENTO DEL RISCHIO DI CANCRO POLMONARE
Comba et al. 2003, Mantova:
INCREMENTO DEL RISCHIO DI SARCOMA DEI TESSUTI MOLLI
Biggeri e Catelan 2005, Campi Bisenzio (FI):
INCREMENTO DEI LINFOMI NON HODGKIN
Biggeri e Catelan 2006, 17 Aree della Toscana con inceneritori:
INCREMENTO DEI LINFOMI NON HODGKIN
Bianchi e Minichilli 2006, 25 comuni italiani con inceneritori:
INCREMENTO DEI LINFOMI NON HODGKIN
Tessari et al. 2006, Venezia:
INCREMENTO DEL RISCHIO DI SARCOMA DEI TESSUTI MOLLI NELLE DONNE
Ranzi et al. 2006, Forlì:
INCREMENTO DI MORTALITÀ NELLE DONNE PER TUTTE LE CAUSE, TUMORE DEL COLON E DELLA MAMMELLA, PER DIABETE E MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Zambonetal. 2007, ASL Prov. Venezia:
INCREMENTO DI RISCHIO DI SARCOMA IN ENTRAMBI I GENERI E DI TUMORI DEL COLON E DI ALTRI TESSUTI MOLLI NELLE SOLE DONNE
·AnnIstSSanità2004;40(1):101-115
2Ann Ist Sup Sanità 2004;40(1):101-115
Rabl, Spadaro e Zougnaib, ricercatori della famosa Ecole des Mines di Parigi, hanno recentemente pubblicato sulla nota rivista internazionale Waste Management & Research un articolo dal titolo “Environmental impacts and costs of solid waste: a comparison of landfill and incineration” (1).
Lo studio, effettuato da autori di particolare rilievo ed esperienza, ha cercato di determinare i costi per la società, in termini economici, per tonnellata di rifiuti smaltiti attraverso sia il loro incenerimento che lo smaltimento in discarica. I ricercatori per la loro valutazione del danno hanno utilizzato tutta l’esperienza racchiusa nei risultati del progetto ExterneE della Commissione Europea.
Nello studio è stato rilevato che, se si escludono le spese per la produzione di gas serra quali la CO2 (ExternE 19 € per tonnellata di gas), la CH4 e gli N2O, oltre il 95 % dei costi esterni è causato da danni alla salute, in particolare dalla mortalità.
Secondo i risultati della ricerca LA COMBUSTIONE DI UNA TONNELLATA DI RIFIUTI, IN TERMINI DI DANNI ALLA SALUTE ED ALL’AMBIENTE, ARRIVA A COSTARE 21.2 euro.
L’INCENERIMENTO ANNUO DI 400.000 TONNELLATE DI RIFIUTI POTREBBE COMPORTARE UNA SPESA PER I DANNI ALLA SALUTE ED ALL’AMBIENTE DI OLTRE 8.000.000 DI EURO. DOPO 20 ANNI DI ATTIVITÀ, I COSTI POTREBBERO ESSERE PARI A 160.000.000 DI EURO.
Inoltre, inquinanti quali metilmercurio, arsenico e piombo, anche in quantità ritenute non tossiche, sono responsabili di danni al sistema nervoso in via di sviluppo che si esprimono in patologie conclamate e sintomi sempre più diffusi quali la riduzione del quoziente intellettivo, disturbi dell’attenzione, fini turbe della coordinazione motoria e modificazioni del comportamento (aggressività) che hanno recentemente spinto alcuni ricercatori della Harvard School of Public Health a lanciare l’allarme circa una “Pandemia Silenziosa” che sta lentamente minando la salute e il futuro dei nostri figli [1]. E’ quasi superfluo sottolineare che a fronte di simili rischi, concernenti le generazioni future, qualsiasi valutazione di tipo energetico o economico dovrebbe passare in secondo piano.
1)Environmental impacts and costs of solid waste: a comparison of landfill and incineration Waste Management & Research, Vol. 26, No. 2, 147-162 (2008).
Giovanni Ghirga
Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio)
14 gennaio 2009
"EFFETTI SULLA SALUTE ASSOCIATI ALLA RESIDENZA IN PROSSIMITA’ DEGLI INCENERITORI"
"Richiesta di istituzione di un Registro dei Tumori nella ASL RM F e nelle altre ASL del Lazio"
Al Sindaco di Civitavecchia
Al Sindaco di Santa Marinella
Al Sindaco di Allumiere
Al Sindaco di Tolfa
Al Sindaco di Cerveteri
Al Sindaco di Ladispoli
Al Direttore Generale della ASL RM F
Al Presidente della Giunta Regionale del Lazio
All’Assessore alla Sanità della Regione Lazio
Al Presidente della Provincia di Roma
Al Direttore Sanitario della Asl RMF
Al Presidente dell'Ordine dei Medici e dei Chirurghi di Roma
Al Dirigente del Dipartimento di Prevenzione - Servizio Igiene e Sanità Pubblica - ASL RMF
Ai Dirigenti dei Servizi di Oncologia - ASL RM F
e per conoscenza
Alla PROCURA della REPUBBLICA di CIVITAVECCHIA
Alla COMMISSIONE EUROPEA
Oggetto: richiesta di istituzione di un Registro dei Tumori nella ASL RM F e nelle altre ASL del Lazio
L'Associazione Italiana dei Medici per L'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Sezione Alto Lazio);
il Coordinamento dei Medici e dei Farmacisti del Comprensorio di Civitavecchia;
il Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Sezione Lazio):
chiedono che sia istituito un REGISTRO dei TUMORI nella Asl RM F e nelle altre ASL del Lazio.
Il registro dei tumori rappresenta uno strumento indispensabile per sorvegliare l'andamento della patologia oncologica nel nostro territorio e per meglio attuare strategie di prevenzione, studio e ricerca.
Il registro ha la funzione di ricevere, ricercare, codificare ed archiviare tutte le informazioni riguardanti i casi di neoplasia tra i residenti. Le informazioni includono il tipo di tumore diagnosticato, i dati anagrafici dei pazienti, le condizioni cliniche, i trattamenti terapeutici e l'evoluzione della malattia.
Questi dati sono essenziali per la ricerca sulle cause del cancro, per la valutazione dei trattamenti più efficaci, per la progettazione d’interventi di prevenzione e per la programmazione delle spese sanitarie.
L'importanza di legare la raccolta dei dati alla residenza sta nel fatto che in questo modo la casistica raccolta rifletterà la reale condizione del nostro territorio e permetterà di conoscere l'incidenza, la prevalenza, la sopravvivenza e la mortalità per neoplasie di anno in anno. Le informazioni ottenute potranno essere confrontate sia con quelle delle altre regioni italiane che con i dati internazionali.
L’Agenzia di Sanità Pubblica della Regione Lazio ha messo in evidenza nel Comprensorio di Civitavecchia un Aumento della Mortalità per CANCRO AL POLMONE, alla PLEURA ed un aumento dei casi di ASMA INFANTILE e di INSUFFICIENZA RENALE CRONICA (Epidemiologia & Prevenzione Anno 30 (4-5) Luglio – Ottobre 2006).
Tuttavia, i dati sui tumori raccolti esclusivamente in base alla mortalità, anche se molto significativi, potrebbero non essere sufficienti per valutare la vera incidenza del cancro in una data popolazione perché la mortalità per neoplasie tende a diminuire sia per l’attuale maggior possibilità di una diagnosi precoce che per le nuove terapie.
Con l’istituzione di un registro dei tumori verrebbe alla luce anche l’incidenza di neoplasie come il cancro della tiroide ed il carcinoma della pelle, raramente associate a mortalità.
La patologia tumorale purtroppo è in aumento, soprattutto in età pediatrica ed in aree industrializzate. Si rende quindi indispensabile ed urgente che sia istituito questo importante strumento di monitoraggio, al momento operativo nella nostra regione soltanto nella provincia di Latina (Ass. Reg. Tumori 2007).
L’importanza dell’istituzione dei registri dei tumori è stata recentemente confermata dalla Commissione Europea: Action against cancer: European platform Brainstorming workshop organised by DG SANCO on the European Platform on Cancer Luxembourg, 29 October 2008 --- Improving cancer control in the European Union: conclusions from the Lisbon roundtable under the Portuguese EU Presidency, 2007. EJC (44), 1457-1462 (http://www.acs.min-saude.pt/wp- content/uploads/2007/12/15h45robertozanettilisbonmeeting_new.pdf and Gouveia J. et al, 2008).
La necessità di istituire un registro dei tumori nel comprensorio di Civitavecchia è inoltre messa in evidenza dal contenuto dell’interrogazione parlamentare presentata dal Senatore Fernando Rossi - Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01105 Atto n. 3-01105 - Pubblicato il 5 dicembre 2007 - Seduta n. 261 - dove si afferma il costo in centinaia di milioni di euro per la mortalità e la morbilità potenzialmente causate dall’inquinamento provocato da nuove attività industriali.
Questa richiesta è stata già inoltrata alcuni anni fa anche ai più alti livelli istituzionali (Ministero del Salute, Min. Livia Turco) incredibilmente senza alcun risultato.
Certi della vostra attenzione ed in attesa di un sollecito riscontro, vogliano gradire distinti saluti.
Dr.ssa Antonella Litta
Dr. Giovanni Ghirga
Dr. Mauro Mocci
Dr. Paolo Giardi
Dr. Gian Pio Viti
Dr. Paolo Ghirga
Dr. ssa Donatella Palomba
Dr.ssa Di Giovanni Tiziana
Dr. Bonaventura Mocci
Dr. Sandro Bartolucci
Dr.ssa Patrizia Caccamo
Associazione Italiana dei Medici per L'ambiente (ISDE - International Society of Doctors for the Environment - Sezione Alto Lazio); Coordinamento dei Medici e dei Farmacisti del Comprensorio di Civitavecchia (CMFCC); Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute (CNCMAS - Sezione Lazio)
Civitavecchia, 8 gennaio 2008
"Lettera ai distratti e agli increduli"
A coloro che ancora non abbiano ben compreso quale sarà lo scenario di Civitavecchia e del suo comprensorio dopo l’entrata in funzione a pieno regime della centrale a “carbone pulito” di TVN, l’Enel produzione ha fornito un esempio esplicito alcuni giorni orsono.
Domenica 11 gennaio infatti, con in funzione uno solo dei tre gruppi operativi, fuoriusciva nell’atmosfera un fumo denso e nerastro che in poche ore ha formato una cappa marrone sopra la città ben visibile soprattutto dalle colline in modo particolare nel pomeriggio. A noi, che da anni ci battiamo per il diritto alla salute e in difesa di un ambiente vivibile, viene in mente la frase trionfalistica propagandata nel sito internet www.enel.it il giorno 12/05/2003 (di cui conserviamo copia): “Dalle ciminiere di TVN non usciranno fumi” (SIC!).
A questo proposito ricordiamo anche che a suo tempo l’Ente elettrico, a dimostrazione del fatto che la ciminiera non avrebbe emesso fumi neri, si era impegnato, nel progetto di trasformazione, a dipingerla completamente di bianco cosa che a tutt’oggi non è stata ancora attuata. Per dimenticanza o per qualche altra ragione a noi sconosciuta? Attendiamo fiduciosi una risposta.
Se questo è l’inizio il futuro diverrà certamente sempre più “buio”.
In tale situazione continua ad essere assordante il silenzio di tutti coloro che per legge, sarebbero chiamati a vigilare.
Noi cercheremo di essere ancora, come per il passato, la spina nel fianco delle Istituzioni, perennemente assenti, e continueremo a sollecitare le coscienze dei cittadini di buona volontà che purtroppo sembrano essere vittime della rassegnazione e del disimpegno sociale.
Civitavecchia, 14 gennaio 2009
Coordinamento dei medici e dei farmacisti.
10 gennaio 2009
Denuncia alla Commissione Europea - agisci!
Denuncia alla commissione Europea.
Copia, firma e spedisci all'indirizzo email SG-PLAINTES@ec.europa.eu
DENUNCIA
ALLA COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE
RIGUARDANTE INADEMPIMENTI DEL DIRITTO COMUNITARIO
DA PARTE DEL GOVERNO ITALIANO IN MATERIA DI INCENTIVAZIONE
AD ENERGIE RINNOVABILI, DIVIETO AIUTO DI STATO, DIRETTIVA RIFIUTI
Egregi Signori,
vi comunico che la Camera del Parlamento della Repubblica Italiana, in data 16 dicembre 2008 (http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/stampati/pdf/16PDL0016260.pdf) ha approvato il decreto legge del n.172 del 6 novembre 2008 relativo “l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale”. Tale decreto stato definitivamente convertito in legge per mano del Senato della Repubblica con atto n. 1280 del 22 dicembre 2008.
Tale provvedimento contiene interventi, validi per altre Regioni d’Italia e non solo per la Campania, in spregio a nostro avviso alle normative europee 2001/77 relative all'incentivazioni delle fonte d'energia rinnovabili, alle norme del Trattato relative al divieto di aiuti di Stato, nonché al rispetto della gerarchia d’intervento della direttiva Rifiuti recentemente approvata dal Parlamento Europeo.
Nel d.l. 172 all’articolo 9 (incentivi agli inceneritori) vengono confermati gli incentivi cosiddetti “Cip6” all’incenerimento della parte non biodegradabile dei rifiuti ed alle cosiddette “fonti assimilate”. Gli incentivi Cip6 vengono concessi a tutti gli impianti verrà riconosciuto a tutti gli impianti in costruzione o entrati in esercizio prima del 31 dicembre 2008. Vengono altresì confermati per la quota del 51% gli incentivi sottoforma di “Certificati Verdi” a tutte le forme d’incenerimento (sia rifiuti tal quali residui da raccolta differenziata che per il cosiddetto “combustibile da rifiuti”). Questo sia che si tratti di rifiuti non biodegradabili che biodegradabili. Che si tratti d’impianti per produzione d’energia rinnovabile quindi che citato testualmente nel testo “non rinnovabile”.
Questi incentivi all’incenerimento che alterano il mercato , è stato calcolato, comporteranno una ulteriore spesa sulle bollette dei cittadini pari a 2 miliardi di euro che anziché alle fonti realmente rinnovabili andranno all’incenerimento di rifiuti anche per la parte non rinnovabile sottoforma di Cip6 e cosidetti "Certificati Verdi". Di questi contributi, circa 1.6 miliardi di euro è stato calcolato che verranno inviati per i costruendi inceneritori nella Regione Sicilia, dove si progetta di bruciare il 65% dei rifiuti solidi urbani prodotti (vi preghiamo leggere a http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/11/sicilia-inceneritore-sprechi.shtml ), mentre la legge nazionale italiana indica nell’obiettivo di legge del 65% la percentuale di raccolta differenziata da raggiungere entro il 2012 (il contrario) e quella europea sulla parte urbana del 50% a livello continentale sugli urbani e del 70% per gli industriali.
Nella legge in questione (articolo 9-ter) viene inoltre approvato un “Piano Nazionale Inceneritori” (l’Italia ha già 50 impianti d’incenerimento funzionanti) che ricalca la proposta presentata nel luglio 2008 dalla lobby italiana del settore (Anida-Confindustria) (Piano Nazionale Termovalorizzatori per costruire 50 nuovi inceneritori: articolo: http://matteoincerti.blogspot.com/2008/07/pnt-il-piano-anida-confindustria-per.html).
Nella stessa legge approvata definitivamente il 22 dicembre 2008, mentre l’Unione Europea discute della importante direttiva Biowaste sul riciclo, riutilizzo e recupero della parte organica dei rifiuti sia ai fini energetici (produzione di biogas) che della fertilizzazione naturale dei terreni agricoli, si prevede (articolo 9-quater) invece la possibilità di immettere in fognatura rifiuti organici “provenienti dagli scarti dell’alimentazione trattati con apparecchi dissipatori di rifiuti alimentari che ne riducano la massa in particelle sottili”. Tutto ciò, oltre a creare possibili problemi alle tubature e reti fognarie, porta alla creazione di migliaia di tonnellate di fanghi di depurazione (con relativo problema di smaltimento e costi aggiuntivi) ed inficia l’incentivazione della raccolta differenziata degli scarti organici urbani.
Detto ciò, ricordiamo ciò che la Commissione Europea in data 20.11.2003 (risposta E-2935/03IT all’interrogazione dell’eurodeputato Monica Frassoni) ribadì con l’allora Commissario Loyola De Palacio in tema di energie rinnovabili e loro incentivazione prevista dalla direttiva 2001/77 e cioè che "la frazione non biodegradabile dei rifiuti** non può essere considerata fonte di energia rinnovabile”.
I provvedimenti adottati dalla Camera rappresentano a nostro avviso un aiuto di Stato illegittimo che altera il mercato a favore dell’industria degli impianti d’incenerimento a discapito del settore della produzione di energie realmente rinnovabili (solare, geotermico, idrico, eolico, ecc.) come è inteso da parte della normativa europea (e quindi incentivabile) ed anche una concorrenza sleale nei confronti di chi nel settore dei rifiuti si occupa di prevenzione, riciclo, recupero e trattamento rifiuti anche con produzione d’energia diversa dalla combustione (es: raccolta differenziata domiciliare, compostaggio, digestione anaerobica con produzione di biogas, trattamento meccanico biologico, centri riciclo e recupero materiali tramite estrusione-trasformazione di materiali non riciclabili, ecc.).
Interventi - quelli di prevenzione/riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero lo ricordiamo - che sono prioritari per la normativa UE rispetto all’incenerimento, che non rappresenta l’unica forma di trattamento e/o recupero energetico da rifiuti. L’incenerimento anche con recupero eneregetico nella gerarchia d’interventi della direttiva UE è al penultimo posto.
Vi chiediamo quindi di aprire una procedura d'infrazione verso l’Italia e annuncio altresì che come cittadino italiano chiederò di rivalermi nel caso di una sanzione economica da parte della Commissione Europea, verso i parlamentari che hanno votato tali provvedimenti.
In attesa di un vostro gentile riscontri
invio i più distinti saluti
Lo annunciamo da anni: assieme al carbone arriva un altro regalo. 450.000 tonnellate all'anno di rifiuti trattati da bruciare dentro TVN
"La centrale di Civitavecchia funzionerà come inceneritore".
Clicca qui per leggere l'articolo di Repubblica.
Intanto a Civitavecchia parte del mondo politico e sindacale (vedi) si dice scandalizzato da questo accordo AMA - ENEL, quando noi da anni mettevamo in guardia da questo pericolo incombente. Ovvio che la maggior parte di queste lamentele, oggi, sono strumentali e false, non credibili quanto offensive. Servirà un pò di olio (ma neanche tanto) sugli ingranaggi politici giusti, e qui si arriverà a bruciare tutto il CDR del Lazio.
Dichiarazioni: UDC, De Marco, Tidei, Cgil, centumcellae.it.
Il comunicato dei Verdi Civitavecchia:
La stampa nazionale ci informa che la gestione dei rifiuti di Roma è avviata a soluzione: è già quasi pronta la grande centrale a carbone di Civitavecchia che sarà in grado di bruciare Cdr insieme al prezioso e “pulito” combustibile nero. L’Amministratore di AMA, l’azienda romana dei rifiuti, tal Panzironi, attraverso calcoli dettagliati, conclude che insomma a regime un milione e duecentomila tonnellate all’anno di rifiuti saranno smaltite nella modernissima centrale. Prima di bruciarle se ne ricaverà il combustibile da rifiuto, Cdr “di qualità”! Ben presto qualche nostro Amministratore illuminato – non solo di destra e non soltanto, ahinoi, a livello locale - farà seguire altri calcoli, altre cifre: quanti soldi incasserà la città, quanta nuova occupazione, quanta gratitudine dalla capitale, ecc. Che dunque? Non vorremo mica azzardare la sindrome Nimby?!… Quello che né Panzironi né alcun Sindaco o Governatore di Regione ci diranno, perché è calcolo arduo e pericoloso, è quanti morti in più deriveranno al nostro territorio per le emissioni gravissime di diossine e di furani, nano-particelle altamente cancerogene. Al contrario, secondo loro dovremmo considerarci fortunati: possediamo il Polo Energetico maggiore d’Europa; prossimamente vi si bruceranno oltre 4 mln di tonnellate/anno di carbone pulito; adesso si progetta per noi la combustione di Cdr ma sarà, parola di Panzironi, Cdr di qualità. Che altro pretendiamo? Metafora per metafora, anche l’esito finale, con gli auguri di Buon Anno, non sarà altro che una dolce morte. Eutanasia, appunto.
8 gennaio 2009
"L'osservatorio ambientale è una bufala"
Concrete novità per i comitati che si battono contro il carbone e da anni denunciano l'inaffidabilità dei rilevamenti per testare il livello di inquinamento ambientale.
La Procura della Repubblica di Civitavecchia ha aperto un'inchiesta per indagare sulla reiterata omissione di atti d'ufficio da parte di funzionari pubblici incaricati di acquisire e pubblicare i dati ufficiali delle centraline di rilevamento della qualità dell'aria.
La questione riguarda l'Osservatorio ambientale di Civitavecchia, istituito in base alle previsioni prescrittive della Via di Torrevaldaliga nord, che al punto n.5 stabilisce: "si dovrà istituire un osservatorio ambientale allo scopo di analizzare lo stato ambientale del comprensorio".
L'Osservatorio ambientale, che avrebbe dovuto essere un presidio a tutela delle popolazioni, non ha prodotto un solo studio sulla reale condizione ambientale e sanitaria del comprensorio, perché è stato pianificato per non funzionare.
Se il controllato (Enel) è coinvolto in qualunque modo nella procedura di controllo è stupido ritenere che i dirigenti di Enel possano agevolare l'acquisizione regolare e corretta di dati che li potrebbero "inchiodarli".
Per comprendere che l'Osservatorio ambientale è una bufala, al pari del "carbone pulito", basta sapere che le centraline di rilevamento della qualità dell'aria appartengono a Enel Spa, che ne cura pure il funzionamento.
Anche Tarquinia è presente nella mappa dei rilevamenti, ma dove sia la centralina è da sempre un mistero.
Per capire ancora meglio che l'Osservatorio ambientale è un'autentica fregatura, è sufficiente andare sul sito web www.osservatorioambientale.org e appare subito chiaro che l'informazione rivolta agli utenti è ridicola.
Ogni dato rilevato dalle centraline dovrebbe essere liberamente accessibile sul sito, invece non esiste nulla.
Ma qualcosa si muove dopo tanti anni.
L'inquinamento prodotto non si ferma a Civitavecchia e difendere la salute dei cittadini della città portuale è difendere la salute di tutti, perché le particelle ultra fini emesse bruciando combustibili fossili si spostano molto velocemente spinte dal vento e non risparmiano nessuno.
Se fino a poco fa le responsabilità maggiori sul funzionamento dell'Osservatorio ambientale ricadevano sul sindaco di Civitavecchia, oggi la platea dei responsabili è più vasta.
Gli altri sindaci stanno cadendo nel tranello di fare comunella con il controllato.
Il grado di compromissione del sindaco di Tarquinia sta crescendo.
Grazie a lui, l'Enel, già proprietaria delle centraline che rilevano la qualità dell'aria e già finanziatrice dei monitoraggi, sarà il simbolico "padrone di casa" delle strutture che ospiteranno l'Osservatorio ambientale presso le Saline di Tarquinia.
È auspicabile che l'iniziativa della magistratura sia di monito per gli altri sindaci e i consiglieri comunali che li sostengono.
La nostra preoccupazione ora è rivolta all'evidenza delle mancanze da parte dei responsabili dell'Osservatorio ambientale, che oltre le centraline, hanno riguardato anche le indagini epidemiologiche necessarie a monitorare lo stato di salute degli abitanti del comprensorio inquinato, prima e dopo l'accensione della centrale di Torrevaldaliga nord, ma che non sono mai state fatte.
Manca del tutto lo stato sanitario prima dell'accensione dell'impianto a carbone, e i sindaci potrebbero essere responsabili di ciò che accadrà in futuro.
Rimarrà tra le mani dei quattro sindaci un cerino acceso: se i monitoraggi saranno falsi i comitati saranno i primi a dare l'allarme.
Se invece daranno risultati allarmanti, quale sindaco per primo ammetterà che il nostro territorio è compromesso?
Dato che hanno stipulato un accordo economico per l'esercizio della centrale, quando verranno diffusi i dati allarmanti sull'inquinamento cosa faranno? Chiuderanno il traffico nelle città? Se la prenderanno con le caldaie casalinghe? Se la prenderanno con gli agricoltori?
Daranno, come a Brindisi, la colpa dell'eccessivo aumento di PM10 alla combustione delle potature delle campagne?
Enel Spa li sta impacchettando.
Movimento no coke Alto Lazio
La casa del futuro è già presente, in attesa che i dormienti...
Dal NewYorkTimes online un articolo sulle case che consumano il 95% in meno per il riscaldamento. Con un investimento iniziale più alto del 5-7% rispetto alla norma, è possibile realizzare abitazioni usando isolanti così efficienti da permettere risultati eccezionali. Vedi l'articolo cliccando qui (lingua inglese).
15 dicembre 2008
"se difendere l'ambiente vuol dire frenare le rinnovabili in Europa e favorire il carbone in Italia, il Ministro Prestigiacomo dovrebbe dimettersi"
Da greenpeace.it
"Roma, Italia — La direttiva per le rinnovabili è stata finalmente approvata. L'Unione europea ha raggiunto un accordo storico per garantire un futuro energetico sicuro e pulito a milioni di cittadini europei. Certo non grazie al Governo italiano con le sue posizioni da medioevo su diversi aspetti del pacchetto 'energia e clima. Sabato scorso i volontari di Greenpeace in tutta Italia hanno svolto attività di sensibilizzazione in occasione della giornata per il clima. Ma il Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e un esponente del Pdl, Lucio Malan, hanno espresso a riguardo diverse obiezioni. Ecco le risposte di Greenpeace. Punto per punto."
Clicca qui per leggere l'articolo
10 dicembre 2008
Piattaforma della manifestazione nazionale "No-Turbogas"
comunicato
APRILIA 14 DICEMBRE 2008
PONTINIA 14 DICEMBRE 2008
Siamo donne e uomini di Aprilia e dei comuni limitrofi impegnati da anni in una dura battaglia per la difesa del nostro territorio, per il riconoscimento della salute e dei beni comuni come diritti umani universali da sottrarre al mercato e al profitto e da restituire alla gestione partecipata delle comunità locali. Uomini e donne che
nella notte del 18 novembre scorso, con lo sgombero del Presidio permanente
pacifico creato l'11 marzo 2007 nel sito ove Sorgenia intende
costruire la centrale, hanno sentito sulla loro pelle cosa significa
opporsi a questo modello di sviluppo basato sul profitto di pochi,
sempre più aggressivo verso gli uomini e la natura e che ritiene di
sopravvivere alla crisi devastando in modo irresponsabile il
territorio. Sono arrivati a notte fonda a centinaia. Agenti in tenuta
antisommossa, scortati da elicotteri e camionette pronte a portar via
quanti dissentono dallo scellerato progetto di installare una centrale
Turbogas nel cuore del territorio di Aprilia. Con un blitz in piena
regola, durante lo sgombero, un cordone di poliziotti, carabinieri,
finanzieri e guardie forestali (!!) ha "protetto" operai e mezzi di
scavo ed è stata avviata la recinzione del terreno dove dovrebbe
sorgere la centrale.
Il Presidio è stato per 20 mesi un centro di democrazia diretta,
aperto e solidale con tutte le vertenze per la tutela dei beni comuni,
vissuto e partecipato intensamente dalla popolazione e da centinaia di
cittadini che lo hanno animato e sorretto. Lì si è svolta una delle
più riuscite riunioni del Patto di Mutuo Soccorso. Lì si è tenuto un
partecipatissimo campeggio estivo, condiviso con tutte le vertenze
ambientali aperte del Lazio e con numerose delegazioni nazionali. Pare
sia così che ora in Italia "risolvono" le criticità: quanti andrebbero
ringraziati per la generosità con cui difendono il territorio e la
salute dell'intera popolazione, vengono "scacciati" come fossero un
problema, un errore, che impedisce ai soliti potentati economici di
procedere speditamente per la realizzazione di un impianto energetico
di concezione vetero-industriale, che serve solo a soddisfare le
politiche che incentivano il consumo energetico nazionale, legato per
l'ennesima volta alle fonti fossili di provenienza extra-europea e
sovradimensionato rispetto alla capacità di carico del nostro
territorio. L'autorizzazione concessa a Sorgenia dal Ministero dello
Sviluppo Economico è, ad oggi, incompleta (e quindi non consentirebbe
l'avvio di nessun lavoro) mancando la dichiarazione di compatibilità
territoriale, e soprattutto, essendo basata su risultanze di dati
fermi al 1975! La "Turbogas", inoltre, insisterebbe su un territorio
già martoriato da anni di cementificazione selvaggia, che vive il
preoccupante depauperamento delle falde acquifere, la cui aria, dalla
campagna di monitoraggio che sta ultimando l'Università "La Sapienza"
di Roma (su incarico e finanziamento della Regione Lazio), risulta già
gravemente compromessa.
Forti di queste ragioni i cittadini di Aprilia e dei comuni limitrofi,
stanno portando avanti la loro battaglia per chiedere alle
istituzioni, dalla Regione Lazio al Governo nazionale, che venga
annullata l'autorizzazione a costruire.
Riteniamo indispensabile che i governi nazionali e locali si facciano
promotori di politiche concrete di riduzione dei consumi energetici e
di razionalizzazione delle infrastrutture/strutture esistenti,
incentivando nuovi modelli di sviluppo basati sul risparmio e sulle
fonti energetiche realmente rinnovabili, anziché dissipare milioni di
euro pubblici in Cip 6, Certificati Verdi e bolletta elettrica a
beneficio di vecchi impianti inquinanti, inceneritoristi e petrolieri.
Consideriamo vergognoso privatizzare e liberalizzare i servizi
pubblici locali, ormai diventati S.p.A. con al centro il profitto e
non più l'interesse della collettività. Vogliamo che la Regione Lazio
e il Governo aprano immediatamente un tavolo per analizzare
accuratamente ed approfonditamente la questione energetica nel Lazio,
in cui si parli anche della Turbogas di Aprilia non considerandola
"cosa fatta"!
Facciamo quindi appello ai singoli cittadini, a tutte le forze
sociali, alle associazioni e ai movimenti, alle Reti nazionali e
locali che si battono per la ripubblicizzazione del servizio idrico,
alle forze sindacali, al mondo del lavoro, dei disoccupati e dei
precari, al mondo della scuola e dell'Università, ai partiti e ai
movimenti, alle comunità territoriali e nazionali in lotta per
difendere i DIRITTI UMANI FONDAMENTALI:
IL 14 DICEMBRE SI SVOLGERÀ PER LE STRADE DI APRILIA UNA GRANDE
MANIFESTAZIONE ( ore 10 ,p.za Roma) A CARATTERE NAZIONALE
IN CONTEMPORANEA CON PONTINIA
APRILIA SA DI NON ESSERE SOLA IN QUESTA BATTAGLIA, PERCHÉ CREDIAMO CHE UN
MONDO MIGLIORE SIA POSSIBILE, ORA!