No al carbone Alto Lazio

13 luglio 2010

Rossano: si allarga il fronte del no al carbone

Fonte
"Una settimana sin troppo concitata questa, in merito al problema riconversione a carbone della centrale ENEL di Rossano, segnata dall’annunciata Conferenza dei Servizi che il Ministero per lo Sviluppo Economico ha indetto per il prossimo 15 luglio a Roma. Numerosissimi gli enti chiamati in questa assise, che rappresenta lo strumento tecnico giuridico attraverso il quale si raccoglieranno tesi, pareri e posizioni che potranno portare al rilascio di processi autorizzativi o, come tutti ci auguriamo, al rigetto degli stessi, perlomeno fintanto che ENEL proporrà una riconversione basata sul carbone, aldilà di qualsiasi percentuale di utilizzo.
Nel lungo elenco di enti che dovranno comparire alla prima convocazione della Conferenza dei Servizi, qualcosa però non torna, il Sindaco di Corigliano è stato interpellato solo “per conoscenza”, senza essere chiamato a pronunciarsi su un progetto che si dovrebbe attuare ad un solo chilometro di distanza dal confine est del proprio territorio comunale e basato peraltro sull’utilizzo del Porto di Corigliano per fasi di carico e scarico di materiali da utilizzare nella nuova centrale. Non solo, anche fra gli enti “invitati” ci sono enormi perplessità: sia la Capitaneria di Porto di Corigliano che la Provincia di Cosenza, sono state convocate in assenza di una qualsiasi Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.) che si sarebbe dovuta produrre in relazione al progetto, anche e soprattutto per consentire a tutti i soggetti istituzionali di avere maggiori strumenti di valutazione. Mentre la Provincia di Cosenza e il Comune di Corigliano hanno presentato al Ministero dello Sviluppo Economico opportuna istanza legata a tali gravi mancanze, si fa sempre più importante a questo punto il ruolo giocato dalla Regione Calabria sul futuro del progetto, soprattutto in sede di Conferenza dei Servizi.
Il Governatore Scopelliti incontrerà lunedì 12 luglio una delegazione formata dal Presidente della Provincia di Cosenza Oliverio, dal Sindaco di Rossano Filareto e da quello di Corigliano Straface e da alcuni membri del COMITATO PER LA DIFESA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA SIBARITIDE con in testa il proprio Presidente Avvocato Minnicelli, per discutere del progetto ENEL. L’attesissimo incontro segue alla lettera aperta inviata pochi giorni fa dal CO.DI.S³ al Governatore, agli Assessori Trematerra e Gentile, nonché al Presidente del Consiglio Regionale Talarico e ai Capigruppo in Consiglio Regionale, e rappresenta un’occasione importante per capire come la Regione si esprimerà a difesa del territorio della Sibaritide. All’appuntamento con Scopelliti, reso possibile anche grazie alla mediazione dell’Onorevole Dima, prenderanno parte anche i Consiglieri Regionali Caputo e Gallo, nonché gli stessi assessori Trematerra e Caridi.
“Ci auguriamo che dall’incontro coi vertici della Regione si giunga ad un allargamento del fronte del NO al carbone, a fianco dei Sindaci dei Comuni della Sibaritide che hanno deliberato e che ancora stanno deliberando contro questo progetto, siamo certi che oltre alla Provincia di Cosenza ci sarà anche la Regione Calabria, in modo da far prevalere una posizione di comune e motivato dissenso in Conferenza dei Servizi. L’obiettivo è quello di poter far confluire nella Sibaritide un progetto di investimento che sia davvero compatibile con il territorio, con il suo modello di sviluppo economico e con la salute dei cittadini. Il piano di ENEL non solo non sarà in grado di elevare il livello occupazionale dell’impianto una volta andato a regime, ma distruggerà per sempre importanti elementi dell’economia endogena quali le produzioni agricole, il settore ittico e quello turistico, arrecando gravissimi danni alla salute dovuti alle concentrazioni di metalli pesanti e polveri ultrafini che ad oggi nessun filtro è in grado di bloccare, così come la più parte della comunità scientifica ha da tempo ampiamente dimostrato. Il carbone pulito è una pericolosa mistificazione, ENEL avrebbe mezzi e modi per poter investire un miliardo e duecento milioni di euro in un progetto di riconversione che rilanci l’impianto di Rossano attraverso la produzione di energie rinnovabili, come peraltro ha fatto altrove nel nostro paese, salvaguardando posti di lavoro attuali e futuri che nessuno intende negare alla popolazione, specie in questo momento di grave stallo economico.”, afferma l’Avv. Minnicelli.
“Civitavecchia e Brindisi sono territori diversissimi dal nostro, vantano un ampio bacino industriale e un polo chimico che la Sibaritide non possiede, hanno caratteristiche geo morfologiche molto differenti dalla Piana di Sibari e il livello d’inquinamento di quelle aree è molto elevato anche per la presenza delle Centrali rispettivamente di Tor Valdaliga Nord a Cerano, nonostante ENEL si prodighi per sostenere il contrario. Le recenti analisi effettuate nel comprensorio di Civitavecchia e finanziate in maniera autonoma dai Comitati cittadini, hanno fatto rilevare dati preoccupanti che a breve diffonderemo come ulteriore punto di vista informativo. Nei territori immediatamente limitrofi alle suddette centrali sono state vietate le coltivazioni di prodotti agricoli ad uso alimentare, mentre nelle zone circostanti, gli agricoltori lamentano che i propri ortaggi non vengono più acquistati dalla più parte della grande distribuzione proprio perché provenienti da aree considerate inquinate, ove di registra un incremento di gravi patologie fra cui varie forme tumorali. Tutto questo è misurabile molto spesso soltanto al di fuori di questi super impianti tecnologici, è quindi necessario guardare dentro ai territori vicini ad essi e dialogare con le popolazioni che li abitano” conclude Luigi Pisani.

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11 luglio 2010

Carbone e nucleare, pesi morti dell'innovazione

Sulla Terza edizione di Energy [R]evolution, (vedi PDF) un articolo da Ilsostenibile.it:


La terza edizione di “Energy [R]evolution”, commissionata da Greenpeace e dall’European Renewable Energy Council (EREC) e presentata oggi a Bruxelles mostra come l’obiettivo del 100% di fonti rinnovabili ed efficienza può aiutare l’Europa a riguadagnare i vantaggi competitivi nella sfida tecnologica con Usa e Cina, senza dover ricorrere al nucleare e al carbone. Secondo lo studio, condotto dall’Istituto di termodinamica Tecnica del Centro Aerespaziale tedesco (DLR), il 97% dell’elettricità e il 92% degli usi energetici totali possono venire dalle fonti rinnovabili al 2050, tagliando le emissioni di CO2 del 95%.
Anche prendendo in considerazione i costi dei maggiori investimenti, i risparmi sui combustibili fossili consentirebbero un risparmio economico nell’Ue di 19 miliardi di euro all’anno fino al 2050. Diverse centinaia di migliaia di posti di lavoro verrebbero creati dando impulso alle econome europee.

‘Quarant’anni fa – si legge in una nota Greenpeace – le rinnovabili erano un sogno, oggi sono una realtà e nei prossimi 40 anni devono diventare la norma. Carbone e nucleare sono i pesi morti per l’innovazione, mentre le rinnovabili possono sviluppare ancora nuove tecnologie, creare posti di lavoro e sicurezza energetica. Per sbloccare questo potenziale, la Commissione europea deve studiare i benefici e la fattibilità di uno scenario energetico rinnovabile al 100%. La volontà politica è quello che manca per un futuro energetico sostenibile in Europa’ Se si confronta il rapporto presentato oggi con altre “roadmap” per il 2050 si vede che “Energy [R]evolution” è ambizioso ma basato su ipotesi realistiche e che può fornire energia in modo flessibile, producendola più vicino a dove viene consumata e con un mix bilanciato di fonti che garantisce una vera rivoluzione energetica. Per trasformare l’Energy [R]evolution in realtà, l’Ue deve realizzare le sue ambizioni nella sfida ai cambiamenti climatici, bloccare i massicci sussidi alle fonti fossili e al nucleare e sostenere attivamente la creazione di una forte economia basata sulle fonti pulite di energia.

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9 luglio 2010

Cultura e partecipazione vanificano ogni bavaglio


No alla legge bavaglio

No all'ignoranza, progetto politico bi-partisan
senza una formazione adeguata l'Informazione non serve a nessuno,
non servono bavagli per zittire chi non ha idee.





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Carbone e inquinamento delle falde acquifere

Riceviamo e pubblichiamo:

Ecco quello che il carbone della Federico II scarica nelle acque di Brindisi
In una cosa i dirigenti di Arpa Puglia, al cospetto dei dirigenti Enel, sono stati chiari: le falde acquifere della provincia di brindisi sono «inquinate e compromesse al 90%». In pratica sono tossiche. Allo stesso tempo, però, la stessa agenzia regionale precisa che la causa non è da attribuirsi all'Enel, bensì è da ricercare nel petrolchimico e nelle industrie farmaceutiche del territorio.
Anche in questo caso non mettiamo in dubbio la parola di nessuno, saranno i cittadini a giudicare, ci prendiamo semplicemente la briga di sottolineare quanto riportato dai dati degli autorevoli registri europei, di pubblico dominio, quali Registro Europeo delle Emissioni Inquinanti (EPER, fino al 2005) e Registro Europeo Emissioni e Trasferimenti di Sostanze Inquinanti (E-PRPT) istituito dal parlamento europeo nel 2006. Anche per le falde acquifere, facendo riferimento esclusivamente agli scarichi della centrale a carbone Federico II, le scoperte sono sorprendenti. Partiamo dai floruri, altamente tossici: Enel ne ha scaricato nel 2005 più di 6,5 tonnellate, mentre gli ultimi dati attestano 5,3 tonnellate: in qualche anno sono centinaia le tonnellate riversate dall'impianto a carbone. L'arsenico, vero e proprio veleno prodotto dalla combustione del carbone, dovrebbe essere scaricato per una quantità massima di 5 kg l'anno secondo gli organi europei: una quantità che comunque ha degli effetti pesanti sulla salubrità dell'acqua. Nel 2005 Enel ne ha versato 134,4 kg, mentre oggi ne versa circa 42,2 kg l'anno. Il mercurio ha degli effetti terrificanti: con una soglia massima di un chilo l'anno, nel 2005 ono stati versati 2,7 kg, ad oggi sappiamo che vengono scaricati 3,8 kg di mercurio l'anno. Ecco altri dati interessanti: Nichel, con una soglia massima di 20 kg, nel
2005 ne sono stati versati 120 kg, gli ultimi dati riportano 75,7 kg l'anno; cadmio, nel 2005 15 kg versati, ad oggi 7 kg l'anno; Rame, con una soglia di 50 kg, viene riversato per quasi 80 kg l'anno; Zinco, con una soglia di 100 kg, viene riversato per 150 kg l'anno; quasi 40 kg di piombo l'anno; quasi 70 kg di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA). Stiamo parlando di sostanze altamente tossiche e cancerogene, le cui soglie massime stabilite definiscono comunque delle quantità pesantissime per la salute. Tali soglie vengono abbondantemente e costantemente superate da Enel ormai da decenni. Se il il petrolchimico è molto inquinante, la centrale a carbone di brindisi non ci sembra un miracolo sanitario, come sanno bene i reparti oncologici degli ospedali pugliesi. Le falde acquifere della sibaritide non saranno avvelenate dal carbone per il solo profitto di Enel e dei suoi faccendieri. Il carbone pulito non esiste, il futuro della nostra terra si.
Flavio Stasi
Forum Ambientalista Calabrese
Coordinamento Nazionale Contro il Carbone

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Sviluppo sostenibile per la Sibaritide: l'Amministrazione di Rossano calabro si mobilita

Riportiamo da Sibarinet.it (con la speranza che non siano solo chiacchiere)

'Il Comune contro gli "attacchi" al territorio. In programma per la prossima settimana due importanti manifestazioni

"Il Sindaco Franco Filareto, per come annunciato nei giorni scorsi, ha convocato due importati iniziative istituzionali per la settimana prossima. Si tratta di due presidi pubblici in cui si manifesterà il disaccordo delle popolazioni del nostro territorio su alcune decisioni imposte dall’alto.

Il primo presidio si svolgerà, lunedì 12 luglio alle ore 19, sulle strade comunali presso la discarica di Bucita per manifestare il forte, civile, democratico, dissenso contro le vessatorie e illegittime ordinanze del Commissario per il Superamento dell’Emergenza Rifiuti, tese a realizzare un ulteriore sovrabbanco di rifiuti provenienti dall’intera regione sulla discarica di Bucita, giunta ormai all’esaurimento, con conseguenze devastanti sulla salute dei cittadini, sul turismo e sull’economia locale. Il secondo presidio si terrà, mercoledì 14 luglio alle ore 9, nella zona di contrada Cutura, presso la centrale Enel di Rossano per manifestare, il netto, civile, democratico, inequivocabile, dissenso contro la pretesa neocolonialista della società Enel Spa di riconvertire a carbone il sito elettrico di contrada Cutura, in spregio alle volontà decisamente contraria, manifestata ripetutamente dai 57 Comuni dell’Area Urbana Rossano Corigliano e della Sibaritide-Pollino, della Provincia di Cosenza, della Regione Calabria, dalle associazioni dell’agricoltura e del commercio, della pesca, dell’ambientalismo, della cultura e dal “Comitato dei cittadini per il No al carbone e per il SI allo sviluppo sostenibile”. Alle due importanti manifestazioni sono stati invitati, nella mattinata, i Sindaci e i Presidenti dei Consigli Comunali dei Comuni della Calabria del Nord est, il Presidente della Giunta Regionale Scopelliti, il Presidente della Provincia di Cosenza Oliverio, i Parlamentari e i Consiglieri Regionali del territorio, i Consiglieri Comunali di Rossano, i comitati di Bucita e quello per il No al carbone, le associazioni e i cittadini. L’intento del Sindaco e dell’Amministrazione Comunale è quello di dare vita a due presidi, sereni, dimostrativi in cui le Istituzioni e i cittadini possano manifestare il loro dissenso verso posizioni e progetti calati dall’alto".

L'Amministrazione comunale di Rossano

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7 luglio 2010

Centrali a carbone che diventano inceneritori

Eh già, cementifici e centrali a carbone si prestano più spesso di quanto si pensi -in deroga a qualsiasi legge- alla combustione di certi rifiuti, magari nelle occasioni in cui la popolazione è meno vigile.

Da savonaeponente.com
"Dopo il “cornuto” arriva sempre il “mazziato”. E quindi, dopo la splendida notizia che il nostro splendido Comune ha fatto pappa&ciccia con Tirreno Power per – ci dicono – 50.000 miseri euro di sponsorizzazioni estive, ecco il comunicato che invita a partecipare alla conferenza stampa di presentazione della campagna “Io lo riciclo e tu?”. Comune di Savona, Ata, Tetra Pak, in collaborazione con Centrale Latte Savona e Legambiente, tutti insieme appassionatamente a spiegare che i tetrapak (quelli minuscoli: insomma, i cartocci del latte) vanno raccolti insieme a carta e cartone per essere poi avviati al riciclaggio.
MADDAI?
Sembra una spiegazione adeguata ad un Comune con un’alta ed efficiente raccolta differenziata : ma a Savona la differenziata non si fa, se non in minima parte e pure male.

Quindi? Se mi dicono di raccogliere carta, cartone e tetrapack io lo faccio…dopodiché? Abitando in corso Mazzini (pieno centro di Savona), dove NON esistono neppure i bidoni per la differenziata, o mi faccio qualche chilometro con la mia rumenta e vado a cercarmeli, oppure, dopo averli raccolti, piegati e messi accuratamente via, li ficco in un bel saccone nero e li butto nel cassonetto multirumenta che sta sotto casa mia. Però da lì, se sono fortunata e se esco all’ora giusta, posso sentire i concerti sponsorizzati da Tirreno power, che paga perché il Comune continui a non rompere troppo le scatole anche se inquina un filino… anche se, dai dati della Comunità Europea, risulterebbe che ammazzi 30 persone all’anno e che gravi sui cittadini per 133 milioni di euro in costi sociali.
Ma che vuoi che siano: 50.000 euro e passa tutto. Anche il cancro, come cantava il buon Jannacci.
Ma perché, secondo voi, la Tirreno Power vuole tenersi così buona e così cara la nostra amministrazione comunale? Perché non vuole chiudere i due gruppi a carbone degli anni ‘60, quelli che – alla faccia delle “migliori tecnologie disponibili” imposte dall’Europa e pure pubblicizzate su tutti i media (e i muri) locali? Perché non vuole passare al metano, che inquinerebbe un quarto?
Sorge il vaghissimo dubbio che quei due gruppi obsoleti servano non tanto a bruciare il carbone, quanto a bruciare i rifiuti prossimi venturi, così come sembra siano stati bruciati “sperimentalmente” quelli passati (v. articolo del Sole24 ore riportato dal MODA qui).
L’ingegnere della Tirreno power che intervistai il 19 giugno, a una domanda specifica sul CDR, rispose “Mi coglie impreparato perché non è nei nostri programmi”. Ma quando domandai: “E se qualcuno vi chiedesse di bruciarlo?” rispose, molto vagamente: “Be’, in tal caso dovremmo valutare la cosa”.
Un “NON SE NE PARLA PROPRIO” sarebbe stato sicuramente più gradito… però non l’ha detto.
E allora, magari, lo chiederemo a Gosio, o a chiunque altro possa/voglia rispondere:
E’ nei programmi futuri della centrale a carbone bruciare ANCHE CDR?
SI – NO

Basta mettere una crocetta, non è difficile. Così, almeno, sapremo regolarci… e sapremo anche se varrà la pena di piegare, conservare e metter via accuratamente i tetrapak… o se potremo portarli direttamente alla Tirreno Power, in attesa che vengano imballati nel mucchio selvaggio di plastica, umido e magari qualche bella sostanzina tossica, che non fa mai male…e poi bruciati allegramente tutti insieme.

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6 luglio 2010

"Poesia per l'ambiente" - 09/07/2010 Civitavecchia


recital
"Poesia per l'ambiente"

Opere di: Baglioni Fiorella, Bonanzinga Annarita, Bufi Christian, Cascioli Marco, Cozzi Sandro, Di Leo Salvatore, Giardi Paolo, Maerini Silvano, Pennesi Pierino, Peris Giancarlo, Pierotti Fabio, Puppi Maurizio, Rosati Franco, Scorpioni Arnaldo.

Civitavecchia, Piazza San Giovanni
9 LUGLIO ore 21.00
Al termine sarà offerto un Buffet

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Energia dal Nord Africa all'Europa

(vedi anche progetto DESERTEC, NdR)
Da LaStampa.it
Progetto per trasportare energia verde in Europa dal Sud

Parigi, 5 lug. (Apcom-Nuova Energia) - Varato oggi a Parigi il consorzio Transgreen, composto da una dozzina di società europee, che studierà la fattibilità di una rete elettrica sotto il mediterraneo che consenta di trasportare verso nord l'energia prodotta a sud del bacino. L'iniziativa rientra nel Piano solare mediterraneo, che prevede la costruzione entro il 2020, sulle sponde sud e est del Mediterraneo, di impianti per la produzione di energia solare della capacità di 20 gigawatt. Del totale circa un quarto verrà esportato in Europa. Il consorzio, guidato dal colosso francese Edf, conta tra i partecipanti le francesi Areva e Alstom, le spagnole Abengoa e RED eletrica, la tedesca Siemens. L'obiettivo di Transgreen, che in un primo tempo avrà un budget modesto "2 o 3 milioni di euro", non è di investire nelle infrastrutture, ma di promuovere questo genere di interconnessioni, ha spiegato André Merlin, presidente del Consiglio di Sorveglianza di ERDF e RTE, controllate di Edf. "L'obiettivo è la piena operatività dell'ufficio studi entro fine anno" ha detto Merlin, secondo il quale il costo del progetto, per la sola parte di trasporto dell'elettricità, è di otto miliardi di euro. Concretamente, Transgreen ha l'obiettivo di proporre uno schema per l'attuazione tecnica ed economica della rete e di promuovere un quadro istituzionale favorevole agli investimenti e alla loro redditività degli investimenti sulla riva sud del Mediterraneo. Secondo i promotori Transgreen è complementare a Desertec, l'iniziativa tedesca con una ventina di partner che mira a creare nel giro di 40 anni una vasta rete di impianti solari ed eolici in Africa del nord e nel Medio oriente, destinati a coprire il 15% dei consumi eelettrici europei. (fonte Afp) Copyright APCOM (c) 2008

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ANEV: dal Governo mazzata alle Rinnovabili

Da Repubblica Finanza
"Roma, 5 lug - La prossima approvazione del testo della manovra in Commissione Bilancio del Senato, rischia di sancire per il settore delle nuove rinnovabili, e per il Paese, un enorme danno. Lo si legge in una nota dell'associazione nazionale energia del vento( ANEV).
La decisione di penalizzare solo alcune tecnologie del settore delle rinnovabili, e peraltro quelle con le maggiori potenzialità, sembra essere una scelta discriminatoria e ingiustamente penalizzante per una piccola parte del settore più efficiente del comparto delle Fonti Rinnovabili di Energia.

Infatti l'aver introdotto l'abrogazione del meccanismo di salvaguardia del sistema di sostegno allo sviluppo del settore delle Fonti Rinnovabili, meccanismo delegato al GSE per il mantenimento dell'equilibrio di mercato tra domanda e offerta dei Certificati Verdi, se mantenuto penalizzerà in maniera drammatica il Paese per occupazione e penalità Comunitarie, le Aziende italiane del comparto che sono moltissime (l'Italia nell'eolico è diventata negli ultimi anni esportatrice di tecnologia e componentistica) e i cittadini per i mancati benefici occupazionali e ambientali connessi. Questo peraltro avviene in un momento storico in cui l'economia è in recessione, fatti salvi proprio quei settori, come la produzione di energia a basso impatto ambientale qual è l'eolico, nel mondo continuano a crescere riducendo i danni della crisi economica.

Il tutto peraltro a fronte di un supposto beneficio per le casse pubbliche che semplicemente non esiste, infatti tale onere o beneficio viene inserito o levato dalla componente A3 della bolletta elettrica.

Per chiarire meglio l'abbaglio che il Governo sta per prendere sul tema, la componente A3 della bolletta "vale" 2,5 miliardi di Euro all'anno dei quali 1,5 miliardi sono afferenti al CIP6/92 (meccanismo che incentiva le fonti "assimilate alle rinnovabili" quali gli scarti della raffinazione del petrolio per la quasi totalità), mentre il restante incentiva le vere fonti rinnovabili, di questo totale complessivo l'onere di "contribuire" alla Manovra per circa 500 milioni di Euro viene chiesto solo alle rinnovabili (non si capisce perché visto che sono la parte minore della componente) e peraltro solo ad una parte di queste (vengono escluse alcune tecnologie delle vecchie rinnovabili e tutto il fotovoltaico).

In questo quadro quindi non solo si sbaglia chiedendo ad un settore privato di contribuire alla riduzione della spesa pubblica con un "espropriazione coattiva della proprietà e degli investimenti" in stile illiberale a non di mercato, ma addirittura si arriva a colpire solo le vere fonti rinnovabili lasciando gli altri comparti più pesanti liberi da ogni gravame, e si ipotizza un prelievo nelle tasche delle aziende italiane del settore che comporta come saldo un risultato negativo per oltre 8 miliardi di € - senza considerare le salatissime penalità Comunitarie per l'inadempimento degli obiettivi assunti - come calcolato nella tabella allegata per mancate entrate fiscali al 2020 sulla base dei dati del Ministero dello Sviluppo Economico).

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No al carbone a Rossano, prosegue la mobilitazione

Da Dirittiglobali.com

"Cresce la protesta nella Sibaritide per la conversione dell´impianto
ROSSANO (COSENZA) - Cresce la protesta contro la riconversione a carbone (al 95%) della centrale di Rossano, in provincia di Cosenza. Per il Consiglio provinciale il progetto è «irricevibile perché contraddice non solo il piano energetico regionale, ma anche la vocazione e le potenzialità dello sviluppo della Sibaritide: il nostro obiettivo è la riconversione a ciclo combinato con fonti rinnovabili».
L´Enel e il Comitato per il sì replicano parlando di nuovi posti di lavoro e ricordando che «il carbone è il combustibile più utilizzato al mondo e in particolare in Europa: la media è il 31 per cento, con punte del 47 per cento in Germania e del 34 in Inghilterra, Danimarca e Spagna».
Ma il malumore si allarga. Il Pd di Cassano si chiede «a cosa serva una manciata di posti di lavoro in più se poi la riconversione causerà una drastica diminuzione dell´occupazione agricola e di quella turistica nonché un serio aumento di malattie a carico della popolazione residente. E´ dimostrato scientificamente che il processo di combustione del carbone produce innumerevoli elementi tossici inquinanti, tra cui i ben noti metalli pesanti, nonché elementi radioattivi e prodotti di scarto potenzialmente tossici con effetti cancerogeni». Anche Ferdinando Aiello, della Federazione della Sinistra, ha presentato un ordine del giorno al presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, chiedendo un impegno per il no. Sulla stessa posizione il consigliere regionale di Idv, Mimmo Talarico: «Il carbone costituisce l´archeologia delle fonti energetiche. Ragioni di ordine ambientale ed economico scoraggiano simili soluzioni, mentre sarebbe più logico concentrarsi sulle fonti rinnovabili che, com´è noto, danno garanzie non solo sul piano degli impatti ambientali, ma anche sul versante della capacità produttiva e dei costi di produzione dell´energia»

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Pulizia della Frasca: successo

Comunicato del Comitato Piazza pulita
"La pulizia della Frasca promossa da Italia nostra e Forum ambientalista, è andata benissimo!
Sia per il gruppo numeroso di volontari che armati di guanti e sacchi hanno partecipato con entusiasmo ed impegno, sia perché abbiamo trovato il luogo più pulito rispetto agli anni passati.
I frequentatori hanno imparato a non sporcare e a lasciare pulito.

Ciò significa che si accresce col tempo fra i cittadini la coscienza e la sensibilità verso la tutela del patrimonio ambientale e scatta la molla ad agire in prima persona quando l’ente pubblico è assente, per salvaguardare ciò che mantiene l’ equilibrio ecologico e la specificità naturalistica del proprio territorio.
Un messaggio chiaro è stato mandato ad amministratori e politici: la Frasca va tutelata!

Certo i problemi non mancano a cominciare dallo stato di salute delle acque: sono balenabili? C’è ancora l’inquinamento dovuto agli scarichi dell’allevamento ittico della centrale?
Sentiamo ancora parlare di progetti con colate di cemento che farebbero sparire la Frasca.
Sul suo futuro vorremmo che l’amministrazione comunale si pronunciasse senza ambiguità.

Comunque oggi registriamo un primo risultato positivo che è opera dei cittadini ma è anche merito delle associazioni ambientaliste che promuovono da anni iniziative per la Frasca, a cui va il nostro ringraziamento insieme a quello dei civitavecchiesi.

Comitato Piazza pulita

(ma leggete anche questo, NdR: http://www.centumcellae.it/leggi.php?id=28909)

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