La Società, controllata da Sorgenia (che possiede il 78% di Energia Italiana, la quale ha il 50% di Tirreno Power), è intenzionata a spingere ancora per scongiurare la dismissione del Quarto gruppo di TVS, e portarvi carbone.
Da Civonline.it
"Se la riunione dell’8 aprile scorso si era chiusa con un parere che portava sulla strada della possibile dismissione del IV gruppo della centrale di Torre Sud, la seconda seduta della conferenza dei servizi convocata dal Ministero dell’Ambiente per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale a Tirreno Power non è stata risolutiva. La commissione tecnica, infatti, si è presa ulteriore tempo per decidere del futuro dell’impianto cittadino, alla luce della richiesta della società di autorizzazione all’esercizio continuo, a 2.500 ore/anno, di quella che finora sarebbe dovuta essere una “riserva fredda”. Con la lettera di convocazione della seconda riunione, svoltasi mercoledì mattina a Roma, il Ministero dell’Ambiente aveva allegato anche il parere della commissione istruttoria Ippc, contrario all’esercizio del IV gruppo con conseguente richiesta di smantellamento, ricalcando quando deciso dal consiglio comunale di Civitavecchia l’8 aprile scorso. Un parere che non è piaciuto proprio a Tirreno Power, con la società che, affidandosi anche ad uno studio legale, ha inviato delle osservazioni in merito, contrastando quanto affermato dalla commissione stessa, chiedendo di non escludere dall’Aia proprio il IV gruppo e spiegando anche che il parere del Consiglio Comunale non ha la stessa valenza e autorità di una prescrizione del Sindaco, unico responsabile della salute pubblica. Motivi questi che hanno spinto Tirreno Power a chiedere il ritorno del procedimento in commissione, per includere proprio il IV gruppo ed evitare un’eventuale dismissione. E mercoledì, i tecnici hanno deciso di prendere ulteriore tempo per decidere. Se si sia trattato di un atto di maggiore prudenza e precauzione o se invece, come sperano dalla società, sia una decisione dettata dalla possibilità di ribaltare quanto già disposto, si saprà soltanto alla prossima riunione della Conferenza dei Servizi.
16 luglio 2010
Tirreno Power spinge per il carbone nel quarto gruppo
Differenziata a Civitavecchia, lettera all'ass. Roscioni
Lettera aperta del Comitato Piazza pulita, indirizzata all'assessore Roscioni
"Innanzitutto Le dobbiamo un riconoscimento: la Sua disponibilità ad ascoltare chi, come il Comitato "Piazza Pulita", da anni si occupa del tema della gestione virtuosa dei rifiuti. Dote assai rara da trovare tra i suoi colleghi amministratori.
Abbiamo letto l'intervista che ha rilasciato ad una testata telematica locale. Ci fa piacere apprendere che la linea dell'attuale amministrazione è quella di scongiurare qualsiasi ipotesi inceneritorista e che Lei persegua la promozione dell'attività del compostaggio domestico.
Ciò è in linea con gli obiettivi che il nostro Comitato persegue da tempo.
Alcune argomentazioni, però, che Lei sostiene nell'intervista ci lasciano perplessi ovvero non ci convincono affatto.
Vorremmo soffermarci in particolare su una di queste, perché ci sembra che Le possa offrire degli spunti di riflessione ulteriore.
Lei afferma che "Il sistema Arrow Bio è di fatto un sistema alternativo alla differenziata porta a porta, poiché differenzia il rifiuto “a valle".
Vede assessore, la sua stessa affermazione smonta la tesi che vuole sostenere. E cerchiamo di dimostrarLe perché.
Dicendo che il sistema Arrow Bio differenzia "a valle" afferma che non differenzia "a monte" i rifiuti. Queste due tipologie di differenziazione, "a valle e "a monte", benché possano sembrare locuzioni diverse che stanno ad intendere la medesima cosa, in realtà affrontano il problema dei rifiuti sotto aspetti completamente diversi.
La raccolta differenziata spinta "porta a porta" prevede una selezione dei rifiuti "a monte". Cosa implica questa pratica? In primo luogo mette in gioco il cittadino come persona, sviluppando in esso un forte senso civico. Il cittadino partecipa attivamente al processo, è consapevole che la qualità della propria azione può determinare un miglioramento per l'ambiente in cui vive e per le proprie tasche. La separazione"a monte" del rifiuto, prima cioè che questo raggiunga il luogo del conferimento, garantisce un alto livello qualitativo del materiale differenziato.
Il conferimento ai consorzi di filiera dei materiali selezionati qualitativamente apprezzabili determina un pagamento vantaggioso al Comune che conferisce. Il Comune ottiene introiti che gli permettono di abbassare la tariffa sui rifiuti.
Il cittadino nota il risultato del suo sforzo e rinforza il suo senso civico. La differenziata "a monte", sostenuta da una tariffa puntuale che premia chi produce meno indifferenziata, concorre alla riduzione quantitativa del rifiuto.
Conoscendo ciò che si può riciclare, il cittadino tende a fare acquisti più consapevoli: Tra un poliaccoppiato e un imballaggio di carta tenderà a scegliere il secondo.
La differenziazione " a valle" del rifiuto, in particolare quella prevista dal sistema Arrow Bio, non prevede invece nessun coinvolgimento del cittadino nel processo. Anzi. Convinto che i materiali vengano recuperati " a valle", cioè a conferimento avvenuto, il cittadino continua ad usare il cassonetto filostrada come una piccola discarica. E nei cassonetti, lo sappiamo, ci troviamo di tutto, anche rifiuti pericolosi come i Raee e le batterie delle auto.
Ora proviamo ad immaginare la qualità dei materiali differenziati "a valle". L'organico risulta contaminato. In Israele il terriccio residuo del processo di digestione anaerobica lo utilizzano come fertilizzante, da noi è impensabile. E il sistema Arrow Bio ha fame di organico, dato che l'affare del sistema sta nella produzione di bio-gas. La carta e il cartone sono di scarsa qualità, sporchi e contaminati da altri materiali. Si estraggono plastiche eterogenee e poco appetibili per il consorzio. I solo materiali che si salvano sono gli scarti ferrosi e non. Se i consorzi di filiera ricevono materiali differenziati di bassa qualità gli introiti per il Comune sono miseri. Si consideri che, come da accordo ANCI-CONAI, lo smaltimento del materiale scartato dai consorzi è a carico del Comune che conferisce. La differenziazione "a valle" del rifiuto non abbatte la produzione dei rifiuti, ma la lascia sostanzialmente uguale ai blocchi di partenza. La differenziazione "a valle" non stimola poi un consumo attento e critico.
Insomma assessore, la differenziazione "a valle" dei rifiuti, o se vuole l'impiantistica Arrow Bio, non è un sistema alternativo alla raccolta "porta a porta". La differenziazione "a valle", in un percorso virtuoso di gestione dei rifiuti, può essere valida a chiusura del ciclo e non ad apertura.
Proprio per scongiurare le dannose pratiche dell'incenerimento è bene trattare il residuo indifferenziato con la differenziazione "a valle", recuperando quanto più materia possibile. Così facendo si manderebbe in discarica una quantità irrisoria di materiali per giunta inerti.
Ma come Lei sa, il modulo base previsto dall'impiantistica Arrow Bio lavora su 120.000 tonnellate annue di rifiuto.
Avremmo bisogno di un'altra tipologia di impianto a chiusura del ciclo. Ma di questo ne parleremo in un'altra occasione.
Cordiali saluti
Comitato "Piazza Pulita"
15 luglio 2010
De Paolis (SeL): dall'Amministrazione Moscherini solo silenzio su un problema così scottante
Riportiamo da Civonline.it
“Sappiano la presidente della Regione Lazio Polverini e il presidente della Commissione Ambiente del Comune di Roma De Priamo che i Comuni e le realtà locali hanno già espresso la loro contrarietà all’ipotesi di indicare Allumiere come sito alternativo alla discarica di Malagrotta. Ieri la presidente Poleverini aveva affermato che dal Campidoglio non era stata notificata alcuna postazione alternativa a Malagrotta, oggi De Priamo di fatto smentisce parlando di Allumiere come uno dei siti consigliati. A parte questo rimpallo di competenze e di responsabilità tra Comune di Roma e Regione Lazio, quello che ci preoccupa è il modo superficiale in cui si sta affrontando una questione così delicata come quella dei rifiuti della Capitale. Addirittura la Polverini ha buttato là l’idea di individuare un sito alternativo con un bando pubblico. Questo contraddice, però, quello che la stessa presidente della Regione Lazio ha affermato successivamente, annunciando che entro settembre sarà portato in Commissione consiliare regionale il piano rifiuti, dopo aver sentito le associazioni e le realtà locali”. Lo dichiara in una nota Gino De Paolis, capogruppo di Sinistra, Ecologia e Libertà in Provincia di Roma. “E proprio le realtà locali hanno dimostrato già la loro contrarietà a questa ipotesi – continua - sia quelle di tipo istituzionale, prima fra tutte la Provincia di Roma con la mozione approvata all’unanimità, ma anche i sindaci del territorio in maniera trasversale, oltre ovviamente alle innumerevoli associazioni di cittadini. Tutti hanno capito perfettamente che questa è una battaglia che il territorio non può permettersi di perdere, eccetto il Comune di Civitavecchia. Se volessimo trovare una nota stonata, infatti, la potremmo riscontrare proprio nell’atteggiamento dell’amministrazione comunale di Civitavecchia, che a quanto ci risulta non è che abbia espresso molte parole, come se la questione non la riguardasse abbastanza. A che è dovuto questo silenzio? Disinteresse? Superficialità? O forse condivisione? Oppure l’amministrazione comunale non ritiene che trasformare il comprensorio nella discarica di Roma sia un tema degno della sua attenzione, al pari di altri su cui al contrario si sofferma ampiamente? Riteniamo che sia ormai insopportabile il silenzio assordante dell’amministrazione civitavecchiese, mentre siamo convinti invece che i cittadini gradirebbero che si schierasse apertamente contro questa ipotesi e si assumesse la sua responsabilità di Comune capofila di un comprensorio già insopportabilmente sfruttato da un punto di vista ambientale”. “E’ quindi ora che le buone intenzioni si tramutino in azioni concrete. Rinnoviamo, pertanto, l’invito a costituire un comitato pubblico di resistenza, che coinvolga i cittadini e le associazioni interessate e auspichiamo che l’iniziativa possa partire proprio dai sindaci dei Comuni limitrofi in modo trasversale per dare il segno di una battaglia comune. Questo messaggio deve arrivare forte e chiaro anche alla governatrice del Lazio” conclude.
14 luglio 2010
Rossano: la giunta regionale chiederà il ritiro del progetto di riconversione a carbone
Fonte: nuovacorigliano.it
"LA GIUNTA REGIONALE DICE NO AL CARBONE SENZA RISERVE: QUESTO PERICOLOSO COMBUSTIBILE NON E’ COMPATIBILE CON IL PROGETTO DI SVILUPPO FUTURO DELLA CALABRIA
Catanzaro, 12 luglio 2010 – Grande entusiasmo questa sera a Catanzaro per il risultato dell’incontro tenutosi nel tardo pomeriggio di oggi fra il Governatore Scopelliti e la sua Giunta, che hanno ricevuto una nutrita delegazione formata dal Presidente della Provincia di Cosenza Oliverio, dal Sindaco di Rossano Filareto e da quello di Corigliano Straface oltre che da alcuni membri del COMITATO PER LA DIFESA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA SIBARITIDE, per discutere del pericoloso progetto di riconversione a carbone della centrale ENEL di Rossano. All’attesissimo appuntamento hanno preso parte anche l’Onrevole Dima, il Vice Presidente della Giunta Regionale Stasi, gli Assessori Regionali Trematerra, Gentile, Caridi,
Pugliano, Mancini oltre ai Consiglieri Regionali Gallo e Caputo.
Un NO AL CARBONE fermo, deciso e unanime quello emerso dal vertice di oggi, che giunge a pochissimi giorni dall’atteso appuntamento con la prima seduta della Conferenza dei Servizi, indetta dal Ministero dello Sviluppo Economico a Roma per il 15 luglio proprio per iniziare la disamina del progetto di riconversione a carbone che ENEL ha presentato per il sito rossanese. Un NO AL CARBONE incondizionato che rafforza quindi l’ormai chiaro rifiuto da parte dell’intera Sibaritide di diventare un luogo di colonizzazione nel quale far calare dall’alto insediamenti industriali inquinanti e capaci di compromettere per sempre l’equilibrio socio economico e la salute pubblica dell’intero territorio. Un NO AL CARBONE senza se senza ma che diventa da oggi trasversale, perché a dire NO sono stati i massimi rappresentanti in Calabria del PDL e dell’UDC, allineandosi quindi all’opinione già espressa da vari partiti della sinistra, PD in testa. Un NO AL CARBONE che si tradurrà a brevissimo in un pronunciamento da parte della Regione Calabria nelle apposite sedi istituzionali e che porterà la Regione ad inoltrare ad ENEL la richiesta di ritiro formale del progetto.
“Il carbone non è compatibile con il progetto di sviluppo futuro della Regione Calabria, questa è una decisione senza appello e senza ritorno” così si è espresso il Governatore Scopelliti in merito all’utilizzo del carbone tanto a Rossano, quanto in qualsiasi altra parte del territorio regionale, sgombrando il campo da ogni possibile revisione della posizione della Regione a seguito di eventuali cambiamenti apportati da ENEL al proprio progetto, da cui la parola carbone dovrà necessariamente scomparire. Dello stesso parere sono stati tutti i componenti della Giunta Regionale, in particolare l’Assessore all’Agricoltura Trematerra è sceso in campo a difesa del comparto dell’agricoltura di eccellenza della Sibaritide, che verrebbe irrimediabilmente distrutta da un simile disegno. “Più che mai emerge ora la necessità di un progetto di qualificazione territoriale che sia in linea con le vocazioni proprie del territorio stesso, un territorio che oggi ha mostrato un momento di grande maturità, giungendo a presentarsi compatto e unanime ad un appuntamento di fondamentale importanza per il proprio futuro” ha dichiarato l’Onorevole Dima. Già certa dell’esito positivo dell’incontro di oggi, il Sindaco di Corigliano Straface ha sottolineato “l’importanza delle componenti produttive della Sibaritide quali l’agricoltura, il turismo e la pesca che hanno saputo unirsi per un obiettivo comune, volto a prendere in considerazione modelli sviluppo che siano veramente compatibili con il nostro territorio”.
“Oggi la Calabria ha vinto una battaglia importante nel quadro di una guerra – quella alla conversione a carbone della centrale ENEL di Rossano – che sarà ancora irta di ostacoli, ma superabili con la compattezza e il dialogo propositivo fra le istituzioni, con il coinvolgimento della popolazione e con il confronto con ENEL al fine di portare in Calabria, un progetto di sviluppo che porti reali benefici al territorio in termini occupazionali e di ricaduta economica, salvaguardando la salute dei cittadini e la vocazione naturale del territorio” così si è espresso il Presidente del COMITATO PER LA DIFESA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA SIBARITIDE, Avvocato Minnicelli.
L’appuntamento più prossimo è quindi a Roma per il 15 luglio, ove oltre alla Regione Calabria, alla Provincia di Cosenza e al Comune di Rossano, anche il Comitato per la Difesa e lo Sviluppo Sostenibile della Sibaritide assisterà con una propria delegazione, mentre c’è ancora attesa febbrile per le istanze inoltrate al Ministero dello Sviluppo Economico sia dal Comune di Corigliano chiedendo la propria ammissione come soggetto decisore insieme alle altre istituzioni e agli enti interpellati, sia dalla Provincia di Cosenza per opporsi ad una Conferenza dei Servizi indetta in mancanza di ogni Valutazione d’Impatto Ambientale in merito al progetto presentato da ENEL.
Per maggiori informazioni contattate CO.DI.S ³ :
Amerigo Minnicelli cel. 348 1806113 - Luigi Pisani cel. 3474740892
Email: info@nocarbonerossano.org
13 luglio 2010
Inquinamento a Civitavecchia, dal Porto sempre cattive notizie
Sull'apporto inquinante del Porto di Civitavecchia una nota di Petrelli (IdV), vedi qui (TrcGiornale.it)
Discarica ad Allumiere: risposta possibilista della Polverini
Carbone a TVN: polvere nera sulle imbarcazioni nel Porticciolo
Riportiamo una lettera indirizzata al Messaggero da un cittadino (fonte):
"Centrale di Civitavecchia
Spett. redazione, a proposito della ciminiera della centrale di Civitavecchia. Con l'inizio della alimentazione a carbone, i progettisti e le istituzioni ci avevano rassicurato che le emissioni di scarico della ciminiera erano superfiltrate.
Con molti amici frequento assiduamente il porto di RIVA DI TRAIANO a Civitavecchia, ho notato, da quando è iniziato lo scarico del carbone, che sulle barche si deposita un velo di polvere grassa nerastra difficile da pulire specialmente su tutto quello che è poroso, vi posso assicurare che prima dell'apertura al carbone, la polvere che si depositava sulla barche era quella della sabbia che il vento portava dal deserto africano occasionalmente solo in alcuni periodi dell'anno.
Vi scrivo sperando che con i vostri mezzi potrete avviare una serie di discussioni per sensibilizzare il rispetto dell'ambiente, oggi molto sentito. Se volete vi posso fornire anche i nomi dei miei amici per avvalorare questa notizia. Buon lavoro e cordiali saluti
Alessandro Pellicano
(11 luglio 2010)"
Rossano: si allarga il fronte del no al carbone
Fonte
"Una settimana sin troppo concitata questa, in merito al problema riconversione a carbone della centrale ENEL di Rossano, segnata dall’annunciata Conferenza dei Servizi che il Ministero per lo Sviluppo Economico ha indetto per il prossimo 15 luglio a Roma. Numerosissimi gli enti chiamati in questa assise, che rappresenta lo strumento tecnico giuridico attraverso il quale si raccoglieranno tesi, pareri e posizioni che potranno portare al rilascio di processi autorizzativi o, come tutti ci auguriamo, al rigetto degli stessi, perlomeno fintanto che ENEL proporrà una riconversione basata sul carbone, aldilà di qualsiasi percentuale di utilizzo.
Nel lungo elenco di enti che dovranno comparire alla prima convocazione della Conferenza dei Servizi, qualcosa però non torna, il Sindaco di Corigliano è stato interpellato solo “per conoscenza”, senza essere chiamato a pronunciarsi su un progetto che si dovrebbe attuare ad un solo chilometro di distanza dal confine est del proprio territorio comunale e basato peraltro sull’utilizzo del Porto di Corigliano per fasi di carico e scarico di materiali da utilizzare nella nuova centrale. Non solo, anche fra gli enti “invitati” ci sono enormi perplessità: sia la Capitaneria di Porto di Corigliano che la Provincia di Cosenza, sono state convocate in assenza di una qualsiasi Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.) che si sarebbe dovuta produrre in relazione al progetto, anche e soprattutto per consentire a tutti i soggetti istituzionali di avere maggiori strumenti di valutazione. Mentre la Provincia di Cosenza e il Comune di Corigliano hanno presentato al Ministero dello Sviluppo Economico opportuna istanza legata a tali gravi mancanze, si fa sempre più importante a questo punto il ruolo giocato dalla Regione Calabria sul futuro del progetto, soprattutto in sede di Conferenza dei Servizi.
Il Governatore Scopelliti incontrerà lunedì 12 luglio una delegazione formata dal Presidente della Provincia di Cosenza Oliverio, dal Sindaco di Rossano Filareto e da quello di Corigliano Straface e da alcuni membri del COMITATO PER LA DIFESA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA SIBARITIDE con in testa il proprio Presidente Avvocato Minnicelli, per discutere del progetto ENEL. L’attesissimo incontro segue alla lettera aperta inviata pochi giorni fa dal CO.DI.S³ al Governatore, agli Assessori Trematerra e Gentile, nonché al Presidente del Consiglio Regionale Talarico e ai Capigruppo in Consiglio Regionale, e rappresenta un’occasione importante per capire come la Regione si esprimerà a difesa del territorio della Sibaritide. All’appuntamento con Scopelliti, reso possibile anche grazie alla mediazione dell’Onorevole Dima, prenderanno parte anche i Consiglieri Regionali Caputo e Gallo, nonché gli stessi assessori Trematerra e Caridi.
“Ci auguriamo che dall’incontro coi vertici della Regione si giunga ad un allargamento del fronte del NO al carbone, a fianco dei Sindaci dei Comuni della Sibaritide che hanno deliberato e che ancora stanno deliberando contro questo progetto, siamo certi che oltre alla Provincia di Cosenza ci sarà anche la Regione Calabria, in modo da far prevalere una posizione di comune e motivato dissenso in Conferenza dei Servizi. L’obiettivo è quello di poter far confluire nella Sibaritide un progetto di investimento che sia davvero compatibile con il territorio, con il suo modello di sviluppo economico e con la salute dei cittadini. Il piano di ENEL non solo non sarà in grado di elevare il livello occupazionale dell’impianto una volta andato a regime, ma distruggerà per sempre importanti elementi dell’economia endogena quali le produzioni agricole, il settore ittico e quello turistico, arrecando gravissimi danni alla salute dovuti alle concentrazioni di metalli pesanti e polveri ultrafini che ad oggi nessun filtro è in grado di bloccare, così come la più parte della comunità scientifica ha da tempo ampiamente dimostrato. Il carbone pulito è una pericolosa mistificazione, ENEL avrebbe mezzi e modi per poter investire un miliardo e duecento milioni di euro in un progetto di riconversione che rilanci l’impianto di Rossano attraverso la produzione di energie rinnovabili, come peraltro ha fatto altrove nel nostro paese, salvaguardando posti di lavoro attuali e futuri che nessuno intende negare alla popolazione, specie in questo momento di grave stallo economico.”, afferma l’Avv. Minnicelli.
“Civitavecchia e Brindisi sono territori diversissimi dal nostro, vantano un ampio bacino industriale e un polo chimico che la Sibaritide non possiede, hanno caratteristiche geo morfologiche molto differenti dalla Piana di Sibari e il livello d’inquinamento di quelle aree è molto elevato anche per la presenza delle Centrali rispettivamente di Tor Valdaliga Nord a Cerano, nonostante ENEL si prodighi per sostenere il contrario. Le recenti analisi effettuate nel comprensorio di Civitavecchia e finanziate in maniera autonoma dai Comitati cittadini, hanno fatto rilevare dati preoccupanti che a breve diffonderemo come ulteriore punto di vista informativo. Nei territori immediatamente limitrofi alle suddette centrali sono state vietate le coltivazioni di prodotti agricoli ad uso alimentare, mentre nelle zone circostanti, gli agricoltori lamentano che i propri ortaggi non vengono più acquistati dalla più parte della grande distribuzione proprio perché provenienti da aree considerate inquinate, ove di registra un incremento di gravi patologie fra cui varie forme tumorali. Tutto questo è misurabile molto spesso soltanto al di fuori di questi super impianti tecnologici, è quindi necessario guardare dentro ai territori vicini ad essi e dialogare con le popolazioni che li abitano” conclude Luigi Pisani.
11 luglio 2010
Carbone e nucleare, pesi morti dell'innovazione
Sulla Terza edizione di Energy [R]evolution, (vedi PDF) un articolo da Ilsostenibile.it:
La terza edizione di “Energy [R]evolution”, commissionata da Greenpeace e dall’European Renewable Energy Council (EREC) e presentata oggi a Bruxelles mostra come l’obiettivo del 100% di fonti rinnovabili ed efficienza può aiutare l’Europa a riguadagnare i vantaggi competitivi nella sfida tecnologica con Usa e Cina, senza dover ricorrere al nucleare e al carbone. Secondo lo studio, condotto dall’Istituto di termodinamica Tecnica del Centro Aerespaziale tedesco (DLR), il 97% dell’elettricità e il 92% degli usi energetici totali possono venire dalle fonti rinnovabili al 2050, tagliando le emissioni di CO2 del 95%.
Anche prendendo in considerazione i costi dei maggiori investimenti, i risparmi sui combustibili fossili consentirebbero un risparmio economico nell’Ue di 19 miliardi di euro all’anno fino al 2050. Diverse centinaia di migliaia di posti di lavoro verrebbero creati dando impulso alle econome europee.
‘Quarant’anni fa – si legge in una nota Greenpeace – le rinnovabili erano un sogno, oggi sono una realtà e nei prossimi 40 anni devono diventare la norma. Carbone e nucleare sono i pesi morti per l’innovazione, mentre le rinnovabili possono sviluppare ancora nuove tecnologie, creare posti di lavoro e sicurezza energetica. Per sbloccare questo potenziale, la Commissione europea deve studiare i benefici e la fattibilità di uno scenario energetico rinnovabile al 100%. La volontà politica è quello che manca per un futuro energetico sostenibile in Europa’ Se si confronta il rapporto presentato oggi con altre “roadmap” per il 2050 si vede che “Energy [R]evolution” è ambizioso ma basato su ipotesi realistiche e che può fornire energia in modo flessibile, producendola più vicino a dove viene consumata e con un mix bilanciato di fonti che garantisce una vera rivoluzione energetica. Per trasformare l’Energy [R]evolution in realtà, l’Ue deve realizzare le sue ambizioni nella sfida ai cambiamenti climatici, bloccare i massicci sussidi alle fonti fossili e al nucleare e sostenere attivamente la creazione di una forte economia basata sulle fonti pulite di energia.
9 luglio 2010
Cultura e partecipazione vanificano ogni bavaglio
non servono bavagli per zittire chi non ha idee.
Carbone e inquinamento delle falde acquifere
Riceviamo e pubblichiamo:
Ecco quello che il carbone della Federico II scarica nelle acque di Brindisi
In una cosa i dirigenti di Arpa Puglia, al cospetto dei dirigenti Enel, sono stati chiari: le falde acquifere della provincia di brindisi sono «inquinate e compromesse al 90%». In pratica sono tossiche. Allo stesso tempo, però, la stessa agenzia regionale precisa che la causa non è da attribuirsi all'Enel, bensì è da ricercare nel petrolchimico e nelle industrie farmaceutiche del territorio.
Anche in questo caso non mettiamo in dubbio la parola di nessuno, saranno i cittadini a giudicare, ci prendiamo semplicemente la briga di sottolineare quanto riportato dai dati degli autorevoli registri europei, di pubblico dominio, quali Registro Europeo delle Emissioni Inquinanti (EPER, fino al 2005) e Registro Europeo Emissioni e Trasferimenti di Sostanze Inquinanti (E-PRPT) istituito dal parlamento europeo nel 2006. Anche per le falde acquifere, facendo riferimento esclusivamente agli scarichi della centrale a carbone Federico II, le scoperte sono sorprendenti. Partiamo dai floruri, altamente tossici: Enel ne ha scaricato nel 2005 più di 6,5 tonnellate, mentre gli ultimi dati attestano 5,3 tonnellate: in qualche anno sono centinaia le tonnellate riversate dall'impianto a carbone. L'arsenico, vero e proprio veleno prodotto dalla combustione del carbone, dovrebbe essere scaricato per una quantità massima di 5 kg l'anno secondo gli organi europei: una quantità che comunque ha degli effetti pesanti sulla salubrità dell'acqua. Nel 2005 Enel ne ha versato 134,4 kg, mentre oggi ne versa circa 42,2 kg l'anno. Il mercurio ha degli effetti terrificanti: con una soglia massima di un chilo l'anno, nel 2005 ono stati versati 2,7 kg, ad oggi sappiamo che vengono scaricati 3,8 kg di mercurio l'anno. Ecco altri dati interessanti: Nichel, con una soglia massima di 20 kg, nel
2005 ne sono stati versati 120 kg, gli ultimi dati riportano 75,7 kg l'anno; cadmio, nel 2005 15 kg versati, ad oggi 7 kg l'anno; Rame, con una soglia di 50 kg, viene riversato per quasi 80 kg l'anno; Zinco, con una soglia di 100 kg, viene riversato per 150 kg l'anno; quasi 40 kg di piombo l'anno; quasi 70 kg di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA). Stiamo parlando di sostanze altamente tossiche e cancerogene, le cui soglie massime stabilite definiscono comunque delle quantità pesantissime per la salute. Tali soglie vengono abbondantemente e costantemente superate da Enel ormai da decenni. Se il il petrolchimico è molto inquinante, la centrale a carbone di brindisi non ci sembra un miracolo sanitario, come sanno bene i reparti oncologici degli ospedali pugliesi. Le falde acquifere della sibaritide non saranno avvelenate dal carbone per il solo profitto di Enel e dei suoi faccendieri. Il carbone pulito non esiste, il futuro della nostra terra si.
Flavio Stasi
Forum Ambientalista Calabrese
Coordinamento Nazionale Contro il Carbone