No al carbone Alto Lazio

21 ottobre 2010

"IL CARBONE, LA PRIMA MINACCIA PER IL CLIMA DEL PIANETA"

A Savona mostra fotografica di Greenpeace, da Savona e Ponente.comDa domani, giovedì 21 ottobre, alla libreria Ubik di Savona mostra fotografica di Greenpeace Italia sul tema: “IL CARBONE, LA PRIMA MINACCIA PER IL CLIMA DEL PIANETA”.
Il carbone è il primo nemico dell’equilibrio climatico del Pianeta: oltre un terzo delle emissioni mondiali di CO2 si devono all’uso di carbone, che è il combustibile fossile con le più alte emissioni specifiche di gas serra, circa il triplo del gas.
La battaglia per salvare il Pianeta dalla crisi climatica è dunque una battaglia
contro il carbone. Tuttavia, agli attuali tassi di sviluppo, le emissioni dalla più sporca fonte fossile sono destinate ad aumentare del 60% al 2030. Se così fosse, non avremo alcuna speranza di limitare gli effetti più devastanti e irreversibili dei cambiamenti climatici!
Il momento di intervenire è ora, e il carbone è alla base del problema. Ogni nuova centrale a carbone (o ogni ampliamento, come per il caso di Vado Ligure) è un atto contro la sopravvivenza della vita stessa sul Pianeta.
Occorre abbandonare al più presto la nostra dipendenza da questo combustibile fossile, a favore di una rivoluzione energetica basata su fonti rinnovabili ed efficienza energetica.

In tutto il mondo gli uffici di Greenpeace sono dunque impegnati in attività contro l’apertura di nuove centrali, e nel denunciare i danni causati dal carbone. Dall’estrazione alla combustione, il carbone è causa di impatti devastanti per l’ambiente e per la salute delle persone. Ad esempio in Cina si stima che la combustione del carbone sia la prima fonte di inquinamento atmosferico, responsabile di 350-400 mila morti ogni anno. L’industria del carbone non sta sostenendo i costi economici di questi impatti, che ricadono sulle comunità locali e sulla società in genere.
Nel rapporto “I Veri Costi del Carbone” Greenpeace ha messo ben in evidenza che il carbone è il combustibile più economico solamente perché il suo prezzo di mercato non comprende i “costi esterni” connessi ai gravi impatti per l’ambiente e per le persone, ma solo i costi legati all’estrazione del minerale, al trasporto, tasse e profitti. (LINK al rapporto TCC)
I gravi impatti non si devono solo alle emissioni di gas serra, ma comprendono anche la deforestazione e la distruzione di interi ecosistemi per le miniere, la contaminazione di suoli e di acque superficiali e di falda, la violazione di diritti umani sia dei lavoratori che delle comunità che vivono nei pressi delle miniere di estrazione del carbone, i prodotti di scarto delle lavorazioni che veicolano nell’ambiente composti tossici come mercurio e arsenico.
Se tutti questi “costi esterni” venissero conteggiati nel prezzo di mercato del carbone, la convenienza economica di realizzare nuove centrali verrebbe meno, a vantaggio delle fonti rinnovabili. Il rapporto di Greenpeace stima che i costi esterni del carbone sono ammontati a circa 356 miliardi di euro nel 2007.
Nonostante questo, l’industria del carbone sta tentando di presentare il carbone come “pulito”, sostenendo che sarebbe possibile, con tecniche di “cattura e stoccaggio” (CCS), confinare le emissioni di CO2 sottoterra. In realtà stoccare la CO2 sottoterra è solo un’illusione. Il CCS è una tecnologia estremamente costosa, rischiosa e immatura, e non potrà essere commercialmente disponibile prima del 2030. Fino al 2030 il “carbone pulito” rimarrà una sporca bugia per consentire la costruzione di centrali che continueranno a emettere CO2 per i prossimi vent’anni.

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Le lobbies energetiche che ostacolano le riforme di Obama

Da greenreport:
"Ecco come Big Oil e Big Carbon finanziano i candidati repubblicani perché fermino le politiche ambientali di Obama"

Forse Obama è un presidente troppo timido nell'imporre i suoi buoni propositi ambientali, forse è troppo condizionato dal business e da un Partito democratico invischiato in mille traffici e bisognoso dei finanziamenti delle multinazionali, ma a leggere il rapporto "Big polluters big ad Spending" del Center for american progress action fund si capiscono molti perché ed anche quali siano i reali "padroni" della possibile alternativa repubblicana ad Obama. Roba da far rimpiangere Gerge W. Bush ed i suoi falchi neocon.

Ecco i finanziamenti elettorali-pubblicitari dei gruppi di interesse conservatori Stato per Stato rivelati dal rapporto:

American Action Network: negli ultimi 3 mesi ha speso 19.690 $ nel New Hampshire e in Florida e 172.710 $ in tutto il 2010. Questo "shadow Gop group" (gruppo fantasma del Partito repubblicano) ha legami di lunga data con Wall Street, ed ha previsto di spendere 25 milioni di $. E' specializzato in spot contro il clean energy bill di Obama, accusato di produrre un drammatico aumento dei costi dell'energia e di eliminare milioni di posti di lavoro.

American Coalition for Clean Coal Electricity ha speso più di 16,3 milioni di $ nel 2010, di cui 2 milioni e 960,09 dollari per spot nazionali diffusi in Washington, DC, Montana e Texas, negli ultimi tre mesi. Il gruppo ha stanziato 20 milioni $ per campagne online. Questo Big Coal front group è famoso per i suoi documenti falsi inviati ai membri del Congresso che si oppongono alle energie pulite ed alla legislazione sul clima che hanno portato addirittura ad un'indagine del Congresso.

American Crossroads GPS ha speso $ 519.510 negli ultimi tre mesi per spot in Florida e New Hampshire. Il gruppo è una propaggine di American Crossroads, uno scado group che si autodefinisce 527 group (secondo il codice fiscale federale), istituito da Karl Rove ed Ed Gillespie come «Parte di una più ampia network Gop, messo insieme negli ultimi mesi per aiutare a realizzare il brand repubblicano. E' organizzato in base al comma c 4 del 501, permettendo così di aumentare le sue spese senza limiti e senza rivelare l'identità nessuno dei suoi donatori.

The American Future Fund da agosto ha speso $ 736.410 in spot in Alabama, Iowa, Kentucky, Michigan, e Washington. Il gruppo ha speso più di $ 834.000 per spot nel 2010 e prevede di spendere fino a $ 25 milioni senza fornire informazioni sui donatori.

American Petroleum Institute nel 2010 ha speso quasi $ 2 milioni in spot nazionali a Washington DC, Michigan, Missouri per opporsi a nuove tasse sull'energia. L'Api, che è l'associazione di categoria e il braccio per la lobbying dei più grandi produttori di petrolio e gas Usa, quest'anno ha speso più di 39,2 milioni di dollari in spot. Da due anni organizza gli Energy Citizens rallies per denunciare i pericoli delle ppolitiche dei democratici per l'energia pulita e il clima

Americans for Job Security con annunci pubblicati in North Carolina, New Mexico, Indiana, Virginia, costati $ 579.510 da agosto, sostiene che le politiche energetiche pulite fanno male all'economia e porteranno a perdite di posti di lavoro, accusano i democratici di voler letteralmente uccidere i lavoratori del carbone in Virginia.

Americans for Prosperity nel 2010 ha speso più di 1 milione di $ in spot in Colorado, Florida, Kansas, Missouri, Washington, Wisconsin. Si tratta di un front group fondato e finanziato da David Koch delle Koch Industries (accusate da Greenpeace di essere il finanziatore del negazionismo climatico) e ha organizzato manifestazioni del Tea Party in favore della Proposition 23 per annullare la legge sul global warming della California. Ha inoltre organizzato il "Regulation Reality Tour" per bloccare la direttiva dell'Environmental protection agency che limita le emissioni di gas serra attraverso il Clean Air Act.

Club for Growth Action è stata fondata da Steve Moore e Ed Crane, il presidente del Libertarian Cato Institute, fondato dai terribili Koch-Brothers. Il club quest'anno è stato "molto influente", ha sostenuto c i candidati vincenti pro-industrie alle primarie repubblicane che hanno difeso la Bp dopo il disastro golfo. E' anche finanziato dalla JP Morgan, il più grande investitore nella Bp. Il gruppo ha speso $ 989.250 in spot in Pennsylvania e Wisconsin a partire dalla fine di agosto e metà settembre, per un totale di più di 1 milione di $ nel 2010.

Committee for Truth in Politics il 16 agosto 2010ha speso 698.310 $ per uno spot in Ohio. Il gruppo, che si rifiuta di rilasciare informazioni sui soci e donatori, è descritto da CQ Politics come «A shadowy Republican-Leaning 501(c)4» ed ha citato in giudizio la Federal Election Commission perché sostiene che «Le regole per la comunicazione nella pubblicità politica sono un ostacolo incostituzionale alla libertà di parola».

National Association of Manufacturers da agosto ha speso più di 1,1 milioni di $ in annunci pubblicati in Arkansas, Indiana, Missouri, Ohio, Wisconsin, West Virginia Il gruppo è famoso per le sue ipotesi strampalate e i dati scelti a convenienza sulle politiche energetiche che i suoi spot presentano sempre come anticrescita e anti-occupazione.

The National Taxpayers Union da agosto ha speso quasi 2,1 milioni di $ in spot nazionali in Arkansas, Iowa, Nebraska, Virginia, Washington, Wisconsin,. Anche questo è un gruppo finanziato dai Koch che nega l'evidenza scientifica del global warming e si oppone a energia pulita e alla legislazione sul clima.

The U.S. Chamber of Commerce (la Camera di Commercio statunitense) negli ultimi 3 mesi ha speso più di 3,5 milioni di dollari in spot sul consumo energetico in Missouri, New Hampshire, Pennsylvania, Colorado, Nevada, Pennsylvania. Nel 2010 l Foreign-funded chamber ha speso circa 3,8 milioni di dollari in annunci riguardanti il consumo come parte anti-science ed anti-climate legislation lobbying che non rappresenta l'opinione delle imprese statunitensi. La spesa della Camera di Commercio è solo una piccola parte dei 75 milioni di dollari che si è impegnata ad investire. La campagna "Yes on 23" delle Big Oil è partita con I primi spot il 28 settembre e fib no ad ora è costata più di 1 milione di dollari. Gli spot puntano a confondere I californiani sugli effetti delle leggi si clima ed energia che la campagna sta cercando di bloccare con la Proposition 23 per aumentare la quota destinata alle energie fossili.

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Processo Cozzolino, Sonno non vegliava

Da TrcGiornale.it
E' stato il giorno del contro esame al processo per la morte di Michele Cozzolino, l'operaio deceduto il 17 ottobre del 2007 al cantiere di Torre Valdaliga Nord perché colpito da un tubo innocenti precipitato da poco meno di 70 metri.
A rispondere alle domande degli avvocati sono stati alcuni dei testi dell'accusa. Tra questi l'ingegnere dell'Enel Percivalli, a capo del coordinamento per la sicurezza sul cantiere, inizialmente indagato anche lui, la cui posizione è stata poi archiviata in sede di indagini preliminari. L'ingegnere ha ribadito che la ditta incaricata allo smontaggio e montaggio dei ponteggi, non aveva indicato nella riunione settimanale sulla sicurezza, che avrebbe svolto quel tipo di lavoro nella settimana in cui è poi avvenuto l'incidente. Riunioni al termine delle quali veniva stilato un verbale che poi veniva consegnato agli addetti al controllo sul cantiere. Ma sempre all'udienza di ieri l'ingegner Sonno, ovvero colui che era addetto al controllo il giorno dell'incidente, ha detto che non lo aveva quel verbale, perché in realtà stava sostituendo un collega che non glielo aveva consegnato.

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Puglia: dal centrodestra dure critiche a Vendola su carbone e CDR

Da Brundisium.net
"Santoro (Pdl): "Vendola e CDR: ipocrisia allo stato puro"
Va evidenziato in modo inequivocabile che le uniche responsabilità per l’eventuale utilizzo di CDR (combustibile da rifiuto) nella centrale a carbone sono da attribuire totalmente al primo Governo Vendola.
Con l’allora assessore regionale Michele Losappio è stato elaborato un Pear (Piano energetico ambientale regionale) che di fatto consente di diminuire la quantità di carbone nelle centrali elettriche sostituendo il 5% di questo combustibile fossile proprio con il CDR. Una scelta che è stata ribadita anche nei giorni scorsi dallo stesso Vendola nel silenzio assordante e colpevole del PD.
Il rischio concreto, nel caso passi questa ipotesi, è di fare bruciare a Brindisi tutto il CDR proveniente dal resto della Puglia o addirittura dalla Campania.
Inoltre, Vendola e tutto il centrosinistra non possono fare finta di ignorare che la convenienza della parziale sostituzione del carbone con CDR è soltanto di tipo economico e a tutto vantaggio dell’Enel che, in questo modo, potrebbe incassare i cosiddetti certificati verdi.
Sul piano ambientale si deve tenere conto che sarebbero altre ben più gravi sostanze inquinanti ad uscire dalla ciminiera del centrale Enel di Cerano. A mio avviso l’unica strada da percorrere è esclusivamente quella della riduzione dei quantitativi di carbone.
Siamo all’ipocrisia allo stato puro. Da una parte il centrosinistra e il suo leader indiscusso vorrebbero spacciarsi per tutori dell’ambiente dichiarandosi contro i termovalorizzatori, come è accaduto anche in Campania per il caso Acerra, ma poi non indugiano neppure un istante quando c’è la proposta di bruciare CDR a Cerano, in impianto che è stato progettato per fare altro, quindi con tecnologia non specificatamente dedicata alla nuova attività.
Chi fornirà le garanzie di sicurezza ambientale. Vendola? No grazie, non riusciamo a fidarci di lui.
Troppe bugie e tante belle parole in una Puglia che merita concreta serietà e massimo impegno.

COMUNICATO STAMPA PIETRO SANTORO -COORDINATORE CITTADINO PDL

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20 ottobre 2010

La nascita di un nuovo soggetto politico dalle radici sane della nostra società

Comunicato stampa, riceviamo e pubblichiamo

"Si è svolto sabato 16 ottobre 2010 un importante incontro a Torino, nel Quartiere di San Salvario, promosso dalla Rete Provinciale torinese dei Movimenti e delle Liste di Cittadinanza (RPMLC), il cui titolo già esprimeva una vera e propria svolta politico-culturale: "Costruire un'agenda comune per una società capace di futuro. Movimenti e liste di cittadinanza a confronto per una nuova rappresentanza politica".

Invitati al confronto, di fronte a un pubblico di rappresentanti di numerosi movimenti, liste civiche indipendenti dai partiti politici, si sono incontrati Giulietto Chiesa (Alternativa), Massimo Fini (Movimento Zero) , Francesco Gesualdi (Centro Nuovo Modello di Sviluppo), Maurizio Pallante (Movimento per la Decrescita Felice), Fernando Rossi (Per il Bene Comune), Nanni Salio (Ecoistituto "P.Cavaliere"- Sereno Regis), Luca Salvi (Movimento Etico Solidale).

L'incontro ha registrato una larga convergenza di punti di vista sulla necessità di avviare una "fase costituente" per verificare le forme, le modalità, i temi attorno a cui creare una nuova rappresentanza politica, decisamente alternativa all'attuale casta politica italiana, da costruire superando la vecchia e ormai inattuale dicotomia tra una destra e una sinistra entrambe "sviluppiste" e entrambe impegnate a sottrarre sovranità al popolo italiano e a procedere sulla strada catastrofica della rapina dei territori e della natura.

La fase costituente - è stato convenuto all'unanimtà dai partecipanti - viene avviata e sarà coordinata dalla RPLMC sulla base di un documento preparatorio che sarà integrato e sviluppato tenendo conto della discussione avviata a Torino.

Si prevedono una serie di incontri tematici che affronterano una ad una le questioni di principio - su cui i partecipanti al seminario hanno avuto sia punti di convergenza, sia punti che dovranno essere approfonditi.

A partire dai risultati preliminari e fidando sulle larghe convergenze già verificate, si prevede di dare vita a forme differenziate di coordinamento e collegamento tra le organizzazioni e i movimenti presenti e tra molte altre realtà, non ancora presenti a Torino, che si cercherà di coinvolgere al più presto in questo processo.

E' stata evidenziata la necessità di dotarsi di strumenti comuni di comunicazione e di informazione. Su questo problema si terrà a breve termine un incontro operativo tra i partecipanti all'incontro di Torino.

La Rete Provinciale torinese dei Movimenti e delle Liste di Cittadinanza è il punto di riferimento nazionale di questo sforzo innovatore. Tutti i movimenti, comitati, organizzazioni che operano sui territori sono invitati a prendere contatto. I temi trattati nell'incontro di Torino sono temi che interessano tutti coloro che sono consapevoli della gravità della situazione e che intendono unire i loro sforzi per l'obiettivo di una transizione democratica e pacifica verso una nuova società solidale e umana."

Rete Provinciale torinese dei Movimenti e Liste di Cittadinanza:

Circolo della Decrescita Felice di Torino

Movimento Alternativa Piemonte

Per il Bene Comune Piemonte

ANIMO Nichelino

Comitato di cittadinanza attiva e Lista civica Rivalta Sostenibile

Lista civica Alpignano,

Lista civica No Inceneritore Beinasco

Movimento Piossasco Sostenibile

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19 ottobre 2010

Progetto UE "Intamap": monitoraggio in tempo reale dell'inquinamento

Da Ecologiae.com (via UPLS)
Il programma, open source, sarà consultabile via web attraverso l’Open Geospatial Consortium (OGC).L’Unione europea ha finanziato con 1,8 milioni di euro il progetto Intamap che permette di mappare, in tempo reale, l’inquinamento atmosferico, dell’acqua e del suolo delle nostre città. L’iniziativa, che fa parte dei progetti di ricerca nel settore ambientale dell’Ue, è già attiva in Germania dove è utilizzata per monitorare le zone soggette a radiazioni nucleari di tipo gamma.
Intamap è un software che dà accesso, pubblico, a tutte le informazioni sulla salute dell’aria, dell’acqua e del suolo del pianeta. Sulle mappe dell’inquinamento si possono rintracciare, attraverso delle curve di isolivello, le aree inquinate, capire l’origine e il tipo di inquinamento e la destinazione.
Le mappe dei siti inquinati sono state ideate con un obiettivo specifico e si pongono come strumento indispensabile affinché le autorità sappiano, in tempo reale, quali problematiche ambientali affrontare, a quali emergenze dare priorità di intervento e come tutelare la salute dei cittadini prima che l’inquinamento abbia effetti irreversibili sulle persone. Se prima ad esempio era possibile monitorare le zone costiere colpite da inquinamento da idrocarburi, con il sistema Intamap si possono conoscere l’entità del disastro ambientale, l’origine della contaminazione e si può quindi intervenire in modo più specifico. Il programma di mappatura dell’inquinamento è così dettagliato che è in grado di misurare i livelli di particelle inquinanti atmosferiche anche in zone molto ravvicinate. E’ possibile persino calcolare la propria esposizione agli inquinanti se si rintraccia il proprio percorso per raggiungere il posto di lavoro, ad esempio.
Il progetto di monitoraggio ambientale Intamap vede al lavoro ricercatori e studiosi provenienti dal Belgio, dall’Austria, dalla Germania, dalla Gran Bretagna, dalla Grecia e dall’Olanda. E’ nello stato tedesco che il software è stato implementato, presso il BfS (Das Bundesamt fur Strahnlenschutz). Molto soddisfatto il vicepresidente della Commissione europea, Neelie Kroes, che ha dichiarato

Il progetto INTAMAP è un buon esempio del contributo che la ricerca può apportare al miglioramento della vita quotidiana in Europa. Le mappe in tempo reale dell’inquinamento possono costituire per le autorità pubbliche uno strumento fondamentale per individuare le fonti dell’inquinamento e il modo migliore per risolvere il problema, ma possono anche aiutare i singoli cittadini ad evitare l’inquinamento come lo smog.

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Nuova assemblea di "Forum Energia e Territorio Beni Comuni", Puglia

Comunicato stampa -Forum Energia e Territorio Beni Comuni- Puglia
Lo scorso 9 ottobre si è tenuta a Bari nella chiesa di San Sabino la seconda assemblea regionale dei Comitati, Associazioni, Movimenti e Cittadini che ha avuto come tema centrale della discussione la questione energetica, le problematiche del ciclo dei rifiuti che si tenta di chiudere attraverso l’incenerimento.
Si è quindi evidenziato come oggi la Regione Puglia producendo energia in quantità doppia rispetto al proprio consumo è asservita ormai agli interessi di tutte quelle aziende che realizzano grossi profitti attraverso: impianti di incenerimento rifiuti, centrali a carbone e a gas, biomasse, rigassificatori, fotovoltaico e eolico selvaggio, petrolio e nucleare.
Nasce l’esigenza, di fronte a tale aggressione, da parte di tutti i movimenti e i comitati che da anni lavorano sul territorio, di mettere a punto, insieme, una piattaforma che abbia come comune denominatore i bisogni e le istanze delle popolazioni.
Quello che è emerso con forza dalle due assemblee che si sono tenute a Bari da parte di tutte le realtà presenti è quello di far uscire da una dimensione ristretta le vertenze portate avanti dalle realtà locali per cercare di portarle su una dimensione più ampia che è quella regionale.
Oggi non possiamo più rimandare la possibilità di aprire una nuova fase in cui emerga con forza la necessità di creare, sulle tematiche energetiche, quel conflitto sociale che di fatto rappresenta l’unica opportunità per far emergere quella cooperazione sociale tra soggettività diverse che è il punto focale per costruire una piena democrazia.
Vogliamo insomma aprire la strada ad una vera democrazia partecipata qui in Puglia in cui i movimenti possano “imporre” nell’agenda politica regionale la realizzazione di un nuovo modello di sviluppo basato sulla tutela dei beni comuni.
Per questo chiediamo una moratoria regionale su tutti gli impianti in fase di progettazione o realizzazione che distruggono il nostro territorio e compromettono la salute dei cittadini;inoltre vogliamo aprire una discussione sulle linee guida che la regione Puglia si appresta a varare in tema di energia; vogliamo che la Regione Puglia faccia decollare nelle nostre città una volta per tutte quella raccolta differenziata porta a porta che ci porterebbe finalmente fuori dall’emergenza rifiuti.
Per tutti questi motivi il Forum ha deciso di avviare un percorso di mobilitazione con assemblee e formazione di coordinamenti provinciali in ogni territorio e chiama a una grande mobilitazione tutte le forze sane della regione a Bari il 13 Novembre alle 16 per una grande manifestazione regionale con la quale non solo manifestare il nostro dissenso e l’inquietudine di fronte all’aggressione del nostro territorio ma anche sostenere le nostre proposte in tema di energia, rifiuti, ambiente e salute.
Seguirà a breve anche un sit-in da realizzarsi presso la sede della Regione Puglia con il quale presentare le nostre proposte .
Invitiamo quindi tutte e tutti i Pugliesi a partecipare alle prossime assemblee ed alla grande manifestazione Regionale del 13 Novembre a Bari

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Taranto va bonificata. Col carbone?

Da IlGiornale.it
"Ieri, nel corso della commissione Attività produttive in Regione, erano presenti anche i responsabili dell’Ilva che hanno spiegato come la realizzazione di una centrale a carbone viene fortemente richiesta proprio da quegli enti locali che invece fino ad ora hanno sempre negato, e anzi hanno alzato polveroni sul rispetto dell’accordo di programma da parte del gruppo Riva. «Da tempo vado dicendo che a Roma, anche in ambienti Enel, sanno di queste intenzioni e parlano apertamente di
150 assunzioni necessarie proprio per la nuova e più grande centrale che prenderà il posto di quella sotto la Lanterna la cui concessione è in scadenza - esplode il capogruppo della Lega Edoardo Rixi - La Tirreno Power di Vado Ligure, concorrente Enel, ha più volte denunciato che la Regione si opponeva al “revamping” della loro centrale, proprio perché ormai sta portando avanti il piano del carbone a Cornigliano. I rappresentanti Ilva, nel corso dell’audizione, hanno reso nota la questione e a quel punto Guccinelli ha dovuto ammettere che qualcosa sotto c’è, pur definendola un’ipotesi da valutare, mentre è ormai chiaro che proprio Regione e Comune stanno andando in pressing per fare la centrale».
Esplode subito la polemica a Cornigliano. Maurizio Amorfino, capogruppo della Lega Nord in Municipio, appena informato della novità, non nasconde la rabbia: «L’accordo prevedeva che al posto delle Acciaierie, in quelle aree, dovessero sorgere attività non inquinanti e in grado di offrire occupazione alla delegazione. Ora invece finalmente viene alzato il velo su quello che la sinistra riserva per l’ennesima volta a Cornigliano. Vedremo come ce la racconteranno questa volta».

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Carbone a Saline Joniche: quando il "no" politichese significa "sì (ma non diciamolo apertamente)"

Da 'NtaCalabria.it

"Gli ultimi risvolti a Saline Joniche intorno al progetto della Sei riguardano soltanto l’ennesima tappa di una vicenda che avuto inizio nell’estate 2007 a Pentidattilo quando a parlare per prima sul “pericolo” fu Nuccio Barillà, di Legambiente.

Nel 2008 giunse il progetto per la costruzione della centrale a carbone da 1320 Megawatt al comune di Montebello Jonico e agli altri comuni interessati, così come a tutti gli altri enti. L’allora sindaco di Montebello Jonico Loris Maria Nisi si mobilita subito coinvolgendo gli altri sindaci per il “no” al carbone. Nisi nomina un suo esperto, il professore Vincenzo Piccione, il quale consegna una relazione con la richiesta di determinate integrazioni.

Intanto, il 17 settembre del 2008 a Roma viene convocata la prima conferenza dei servizi dove tutti i sindaci dichiarano il proprio “no” alla centrale. I rappresentanti della regione Calabria lasciano sui tavoli romani una relazione a firma del presidente Agazio Loiero alla quale a novembre, su richiesta del ministero, viene allegato l’atto ufficiale nel quale la regione chiarisce che non intende avere sul proprio territorio una centrale a carbone.

Continuano le battaglie per il “no”. Lo stesso Nisi convoca in piazza il consiglio comunale dove scaturisce, anche, la notizia che c’erano 50 milioni di euro per la riqualificazione dell’area di Saline che punta all’eco-sostenibilità.

La Sei S.p.a, nel frattempo, chiede una sospensione della procedura autorizzativa. Ad ottobre del 2008 viene sospesa per un periodo di sessanta giorni anche il procedimento VIA. A gennaio del 2009 la Sei aveva provveduto ad inoltrare parte della documentazione integrativa allo studio di impatto ambientale riservandosi l’inoltro degli elaborati progettuali entro tempi brevi. A febbraio veniva completato l’inoltro di tutti i documenti e così viene riavviato il procedimento.

Intanto le urne a Montebello Jonico portano al comune Antonino Guarna grazie ad una campagna elettorale improntata sul “no” al carbone. Tuttavia, dopo poco tempo dall’insediamento si notano le prime discrepanze in quanto non viene data risposta alle integrazioni alle osservazioni fatte dall’allora consulente dell’amministrazione che sarebbero dovute passare al vaglio per eventuali altre controdeduzioni e che al professore Piccione non sono mai giunte.

Il 15 dicembre arriva un fax al protocollo del comune di Montebello. L’ente è invitato ad essere presente giorno 17 alla commissione AIA per il parere istruttorio tramite il proprio esperto, il professore Piccione, il quale non viene invitato neanche a Roma. Il sindaco Guarna spiega che l’assenza era legata alla ristrettezza dei tempi.

Per i mesi successivi si assiste ad un silenzio sulla vicenda fino agli ultimi giorni quando si capisce che la società svizzera Sei è intenzionata a portare avanti il proprio progetto. Infatti, nel comune di Melito, in forma privata, ed in quello di San Lorenzo, gli incaricati della multinazionale si incontrano con gli amministratori dell’area per presentare le “modifiche strutturali” del progetto. Nello stesso tempo a Montebello Jonico il sindaco Guarna informa la minoranza, durante il consiglio comunale, che non esistevano al momento sulla paventata nomina della commissione interuniversitaria che deve valutarne l’impatto ambientale. Pochi giorni fa, invece, i sindaci dell’area grecanica, tranne Curatola e Sapone per protesta, si riunivano in gran segreto per firmare un protocollo d’intesa con la nomina di una commissione per valutare l’impatto ambientale che la centrale a carbone avrebbe sul territorio. La notizia ha fatto aumentare ulteriormente la preoccupazione della popolazione e dei politici provinciali e regionali, tra i quali Minniti, Nucera e Giordano, che esternavano a mezzo stampa il loro voto contrario.

Arriviamo al consiglio comunale del 18 ottobre 2010 dove la minoranza ha chiesto alla maggiornaza di revocare il protocollo d’intesa per la nomina di una commissione d’esperti per il progetto della centrale a carbone ottenendo il voto contrario da parte dell’amministrazione Guarna.

La domanda naturalmente sorge spontanea. Se anche a livello nazionale il parere si è espresso negativamente ed anche i comuni erano d’accordo, che senso ha oggi nominare nuovamente una commissione di esperti, che costerà almeno 20 mila euro ad ogni comun?

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22 ottobre “Ma il cielo è sempre più blu” convegno a Vado Ligure


Da Albenga Corsara
"L’ampliamento a carbone della centrale Tirreno Power di Vado Ligure e Quiliano è al centro di un delicato confronto su scala provinciale che investe istituzioni, sindacati, partiti politici, associazioni, comitati, cittadini.

Per discuterne, per spiegare la propria posizione e avanzare delle proposte Rifondazione Comunista, insieme ai Giovani Comunisti e al ForumAmbientalista, ha organizzato per venerdì 22 ottobre una giornata dedicata al progetto di ampliamento. L’incontro che richiama nel titolo la nota canzone di Rino Gaetano “Ma il cielo è sempre più blu” vivrà di due eventi: al pomeriggio un convegno alla sera un concerto.

Dalle ore 15 presso la società Baia dei Pirati a Vado Ligure, infatti, si terrà l’incontro “Carbone, lavoro, salute. La questione Tirreno Power” che vedrà la partecipazione di: Federico Berruti (Sindaco di Savona), Attilio Caviglia (Sindaco di Vado Ligure), Alberto Ferrando (Sindaco di Quiliano), Simona Ricotti (Comitato No Coke di Civitavecchia), un rappresentante dell’Associazione Uniti per la Salute, Giorgio Bonorino (FIOM-CGIL), Maurizio Loschi (Segretario provinciale CUB), Federico Valerio (chimico, ricercatore), Alessandro Giannì (Direttore delle Campagne Greenpeace Italia), Marco Ravera Stefano Sarti (Presidente Legambiente Liguria), Ciro Pesacane (Presidente ForumAmbientalista), Franco Zunino (già Assessore all’Ambiente Regione Liguria) e Bruno Casati (già Assessore al Lavoro della Provincia di Milano).

Come si intuisce dal ricco elenco dei partecipanti, il convegno cercherà di affrontare tutti gli aspetti legati all’ampliamento (l’ambiente, la salute, l’occupazione), proverà a mettere in contatto realtà diverse, traccerà una strada alternativa.

Dalle ore 20, invece, presso l’Oratorio di San Lorenzo a Quiliano si svolgerà il concerto. Abbiamo lanciato un’idea che è stata raccolta: suonare per una giusta causa. All’iniziativa hanno aderito The Lonesome Pines, il Duo Pesenti, A Brigà e Claudio Bellato. Preciso che questi musicisti hanno accettato di suonare gratis e colgo l’occasione per ringraziarli pubblicamente.

Quindi quella di venerdì prossimo sarò una giornata da non perdere: parole e musica per dire no al progetto di ampliamento a carbone.

di Marco Ravera – Segretario provinciale Rifondazione Comunista"

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18 ottobre 2010

I punti critici di intervento per un futuro sostenibile secondo Unep

Riportiamo da Greenbiz
L’Unep (l’United nations environment programme) ha recentemente pubblicato un rapporto dal titolo “A brief for policymakers on the green economy and the millennium development goals” in cui vengono descritte le undici aree di intervento che consentono il passaggio ad un’economia verde, auspicato da molti Paesi. Non solo, secondo il rapporto, tale passaggio, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo si tradurrà in una sensibile diminuzione della fame e della povertà. 
Continua qui

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