No al carbone Alto Lazio

5 dicembre 2010

Tarquinia, sabato Italia Nostra con i cittadini a difendere il territorio

Comunicato
Un forte “legame” d'inutilità unisce l'autostrada Devasta-Maremma e il porto turistico progettato alla foce del Marta. Il concessionario della A12 non riesce a trovare i “piccioli” per costruirla. I pochi pedaggi previsti non bastano alle banche a garanzia del debito e lo stato soldi non ne ha. Le banche in più sanno che l'Alto Lazio smaschera sempre i ladri di salute, i distruttori di terre fertili, i deturpatori di paesaggi.
Emblematiche le vicende dell'Osservatorio Ambientale, del cementificio, delle centrale di Torre Sud e le tante denunce contro la centrale di Torre Nord, che non rispetta i limiti fissati dall'Europa e ci inquina.
All'autostrada vi è un' unica vera alternativa: la messa in sicurezza dell'Aurelia, da vent'anni lasciata a due corsie a sud di Tarquinia e a Capalbio, in tutto una ventina di chilometri, trappola a volte mortale per gli automobilisti.
Riassumendo: le banche non rischiano e l'autostrada alla fine non si farà, come ormai è quasi certo, ma intanto l'Aurelia resta pericolosa. E qui c'è l'analogia con il porto turistico alla foce del Marta, progettato per un sito reso pericolosissimo dai nuovi argini del fiume, che l'hanno chiuso in una buca, dove scorre un fiume maldestro, con un bacino imbrifero di 1100 kmq. capace di generare esondazioni devastanti.
Nessun tecnico regionale potrebbe avallare un porto destinato a soccombere sotto il fango perché, senza interventi che modifichino l'attuale assetto idraulico del corso d'acqua, non potrebbe resistere ad un evento eccezionale (in gergo tecnico “un tempo di ritorno di 200 anni”) qualora il mare impedisse il deflusso della piena.
Dal sito dei promoter del porto sembra di capire che un qualche assenso c'è. Allora occorre capire con un accesso agli atti che cosa è successo alla regione Lazio.
Resta il fatto che la cosa sconvolgente non è il tentativo del proprietario di aumentare il valore dei propri terreni di almeno 15-20 volte, quanto l'intensa e fervida attività amministrativa di maggioranze e opposizioni, che perdono tempo ad occuparsi delle opere inutili destinate a naufragare miseramente e non hanno poi il tempo di occuparsi dei veri problemi del territorio, dell'agricoltura e del turismo soprattutto.
Quasi tutti si dichiarano sviluppisti ma in effetti sono facilitatori d'affari, che ogni volta che devono crearsi un alibi, per aver alzato la mano e detto si alla distruzione di un altro prezioso fondo agricolo, ripetono stancamente che porterà lavoro e occupazione ma ormai tutti sanno che non è vero.
Per quale pro non si sa, sta il fatto che di coraggio i più ne dimostrano ben poco.
Tornando al porto giova ricordare che la regione Lazio, una decina d'anni fa, valutò in autonomia quale tipo di struttura fosse adatta per Tarquinia e si pronunciò per un “approdo”. La differenza fondamentale è che un porto è profondo 4 metri ed è pensato per grandi barche mentre un approdo è profondo 2 metri ed è quello che servirebbe per le barche da diporto che riempiono i rimessaggi di Tarquinia ma a nessuno stanno a cuore i diportisti di Tarquinia, a cui queste cose non vengono spiegate.
Il fiume Marta in tutto questo viene maltrattato, ridotto a fogna e canale, cementificato e snaturalizzato.

Di tutto questo si è parlato sabato 4 dicembre nel Convegno “Paesaggi Sensibili” presso la Sala Conferenze del Monastero delle Benedettine a Tarquinia, per iniziativa di Italia Nostra Lazio-Toscana.

Movimento No Coke Alto Lazio

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4 dicembre 2010

I sonetti di Giancarlo Peris: "Il vento degli dei"

Decimo appuntamento settimanale coi sonetti dialettali dell'inossidabile Prof. Peris. L'ironia sferzante mette a nudo fatti duri a digerirsi, evidenze che pure gli abitanti del comprensorio sembrano aver metabolizzato nei loro organismi come masse estranee (nella speranza che non degenerino), mediante quotidiani cortocircuiti della coscienza.
Il seguente è uno tra i componimenti più recenti sulla vicenda del carbone. Buona lettura

"Il vento degli dei" 15 giugno 2008


Fra poco, e nun c’è stato da fa’ gnente,
Annrà in funzione ar mejo la centrale
Che cor carbone ce farà un presente
Pe’ un futuro energetico e ambientale.


E io ce credo, perché adè pulito
Er carbone ch’è un novo ritrovato
Che ci hanno rigalato ne ‘sto sito
Pe’ via che se lo semo meritato.


E poi, si putacaso fosse un cesso
Er fume ch’uscirà da quel accrocco,
Gnente paura, qui nessuno è fesso,
Ché si tira libeccio, ostro o scirocco,


Er fumo a dopopranzo, a mane, a sera
Annrà a Torfa, a Corneto e a La Lumiera.

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Cresce il cumulo di cadaveri di minatori del carbone

Altri sette minatori morti nelle miniere cinesi.

Da tgCom:
"Sono morti i sette minatori intrappolati da martedì in una miniera allagata nella provincia cinese dello Hunan. Quando i soccorritori hanno raggiunto i minatori intrappolati li hanno trovati tutti morti a una profondità di 90 metri nella miniera di carbone. I sette, tutti nel fondo, sono stati trascinati li dall'acqua che ha allagato martedì sera la miniera Yide Coal Mine a Xiangtan, nell'omonima contea."

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enel riconfermato peggior inquinatore in Italia

Riportiamo da Greenpeace.it  
Chi uccide il clima in Italia?

Abbiamo lanciato la classifica dei grandi "inquinatori" dell'anno e il primo classificato è sempre lo stesso: il gigante Enel. Per il quarto anno consecutivo il colosso dell'energia si conferma al primo posto nella lista dei cattivi, seguito da Edison e il Gruppo Saras.

Scarica qui la "classifica dei grandi inquinatori italiani"

Sono 13 milioni le tonnellate (Mt) di CO2 emesse nel 2009 dalla centrale Enel a carbone "Brindisi sud". A seguire la Centrale Edison di Taranto con 5,9 Mt di CO2 e la raffineria Saras di Sarroch con 5,2 Mt di CO2.

Anche se le cifre rimangono alte, complici la crisi economica e l'effetto degli interventi di efficientamento energetico, la CO2 nel 2009 è calata. Da 538,6 milioni di tonnellate del 2008 siamo passati a quota 502 milioni. Ma non basta.

Rispetto al 1990, infatti, la diminuzione è stata del 3%, meno della metà dell'obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto. Non solo, le emissioni della centrale Enel a carbone "Brindisi sud" registrate nel 2009, hanno superato ampiamente le quote e i limiti di 10,4 Mt di CO2 imposti dalla Direttiva europea sulle emissioni (Emission Trading Scheme).

I dati degli ultimi cinque anni dimostrano una riduzione costante delle emissioni del settore termoelettrico, passate dalle 147 Mt del 2005 alle 122,2 del 2009. Il merito è anche della massiccia diffusione delle fonti rinnovabili, il cui contributo sulla produzione totale di energia elettrica ha oramai superato il 20%. Esiste un ampio margine per aumentare questa quota di energie verdi, ma si continua a puntare sul carbone e, in un futuro più lontano, sul nucleare.

Le centrali a carbone autorizzate o in corso di autorizzazione prevedono un totale di circa 40 nuovi Mt di CO2. Se realizzate, impediranno all'Italia di raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni al 2020 e potranno gravare sui contribuenti per centinaia di milioni di euro. In particolare, il piano di investimenti di Enel comporterebbe quasi il raddoppio delle sue emissioni di CO2. Vogliamo veramente che la politica ambientale del maggior gruppo elettrico italiano sia proprio questa?

È il momento giusto per orientare il nostro sistema economico produttivo verso soluzioni innovative, basate sulle fonti rinnovabili e l'efficienza energetica, capaci di generare occupazione sostenibile e durevole, migliorare la qualità dell'ambiente e della vita delle persone.

Nei giorni scorsi il Governo ha presentato una proposta di Decreto legislativo in attuazione della Direttiva rinnovabili. Nonostante alcuni aspetti innovativi, la proposta assesta un colpo mortale allo sviluppo dell'energia eolica e colpisce il comparto fotovoltaico, riducendo il meccanismo degli incentivi in maniera disordinata. Chiediamo al Governo una revisione della proposta, anche alla luce dei dati della nostra classifica."

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3 dicembre 2010

Cina: pena di morte contro il manager dela miniera di carbone

(ANSA) - SHANGHAI, 2 DIC - Un tribunale cinese ha confermato in appello la condanna a morte con due anni di sospensione per due alti responsabili di una miniera nella quale, l'anno scorso, uno scoppio provoco' la morte di 76 minatori.La corte provinciale dell'Henan ha rigettato l'appelllo dell'ex responsabile della miniera di carbone n. 4 di Pingdingshan,nel distretto di Xinhua.La corte ha confermato la pena capitale anche al suo vice.Rigettato l'appello di altri tre manager, condannati a 13, 15 anni e all'ergastolo.

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Amianto a Civitaveccia: Pedrini attacca Petrelli

Sul problema dell'amianto a Civitavecchia, comunicato di G. Pedrini (Fiamma Roma nord-Civitavecchia) "...E qualcuno finalmente usci' dal letargo"

"Apprendiamo dalla stampa locale che finalmente il Comune , nelle vesti dell’augusto Assessore all’Ambiente , si é casualmente imbattuto in una montagna di amianto , sotto forma di Eternit , che allieta il panorama comprensoriale ormai da lustri : un rigurgito di coscienza civica o l’effetto sinergico di tutti i comunicati che lo scrivente ha diffuso in merito ? Forse qualcuno temendo l’approssimarsi di un “ dies irae” popolare ha deciso di abbandonare la politica della “ammuina” di borbonica memoria per intraprendere un’embrionale forma di concretezza , oppure , consapevole del proprio sostanziale apporto alla “ politica di sostenibilità ambientale”, estrinsecatosi attraverso il voto favorevole alla conversione a carbone della famigerata e micidiale TVN , per farsi perdonare dai contribuenti ha deciso di iniziare la “campagna dell’amianto” in nome della salvaguardia della salute pubblica. I maligni hanno già decretato che l’augusto Assessore é alla ricerca della “verginità” politicamente perduta con il voto favorevole al carbone….che malelingue ! Però qualcuno mi sembra che abbia affermato da qualche parte che : “ …..malignare é peccato , anche se malignando non si va mai troppo lontano dalla verità !”. Peraltro , tra tutti questi novelli difensori dell’ambiente e della pubblica salute , mi chiedo come mai il Sig. Petrelli “paladino ecosostenibile” Vittorio non si sia mai ricordato del problema “amianto” e non abbia mai sporto denuncia , per il reato di “attentato alla salute pubblica” , contro tutti i sederi che si sono accomodati sulla poltrona dell’Assessorato all’Ambiente o non abbia fatto del problema il tema di una delle sue sesquipedali cartoline della serie: “Salute da Civitavecchia”….e sì che il “paladino” Vittorio non perde m,ai occasione per dar fiato alla sua ormai asfittica trombetta mod. “vuvuzelas”…ma il prode “paladino” Vittorio “carbonaro” pentito é un altro di quei patetici personaggi appartenenti alla tipologia de “facite ammutina!” sempre ed ovunque se ne presenti l’occasione ……ovvero di tutti coloro che volentieri fanno di un misero sasso una montagna pur di impressionare , con il loro scomposto agitarsi e blaterare , una pubblica opinione sempre più distratta e più attenta , purtroppo , a dover far quadrare un bilancio famigliare sempre più magro : quante attività di “acquisto e rivendita di oro usato” oggi sono presenti in città? Forse il giovin Assessore Maruccio Avv. Alessandro se non fosse “ …in altre faccende affaccendato..” si sarebbe posto questa sostanziale domanda , come avrebbero dovuto porsela altri rappresentanti della Pubblica Amministrazione per capire chi o cosa si celi dietro questo fenomeno che non esito a definire di “ sciacallaggio sociale”. Comunque plaudiamo tutti alla “solerzia” di quei pubblici amministratori che solo dopo qualche decennio e circa una decina di comunicati in merito si sono “casualmente” resi conto che in giro per il comprensorio esiste solo una qualche tonnellata di amianto abbandonato al degrado atmosferico…..meglio tardi che mai! Popolo di Civitavecchia godi : ora elimineranno l’amianto ed il carbone per regalarti un po’ di salubre CDR! Ma il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili appartiene ad un mondo fantastico?

IL Segretario Federale
Gabriele Pedrini

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enel e altre brutte storie

Da centumcellae.it: "Enel, l’energia che ti ascolta… e ti denuncia"

“Enel, l’energia che ti ascolta…”, mica tanto! Sicuramente non i cinque nuclei famigliari vittime dell’emergenza abitativa che nei mesi scorsi avevano occupato alcuni appartamenti di proprietà dell’ente energetico. A loro l’azienda ha chiesto un risarcimento di 14.000,00 euro in sede civile ed ha sporto inoltre denuncia penale per “invasione arbitraria di immobile (art. 633 Cp)”. Un atteggiamento incontestabile sotto l’aspetto puramente formale e giuridico, certamente esecrabile sotto quello della comprensione umana per un ente che a più riprese si è dichiarato “amico della città” e “vicino ai cittadini". Se si può comprendere la richiesta di risarcimento, che considerata la situazione economica delle famiglie poteva comunque essere di minore entità, davvero forzata e poco “umana” appare invece la denuncia penale nei loro confronti.
E infatti non tardano ad arrivare i commenti tesi a stigmatizzare le azioni intraprese dall’Enel. Tra questi dell’ambientalista Simona Ricotti. “Non che fidassimo in una particolare sensibilità sociale da parte di Enel – il suo commento – ma certo ci saremmo aspettati, per semplice buon senso, che una società che così tanto ha preso da questo territorio in termini di risorse ambientali, e finanche di vite, e tanto ha avuto in termini di profitto, cercasse almeno di concertare, per il tramite dell’Amministrazione Comunale, soluzioni maggiormente indolori per quanti sono stati costretti dallo stato di necessità a ricorrere alla soluzione dell’occupazione per fornire un tetto alla propria famiglia e ai propri figli. Certo perché ciò accadesse servirebbe un’Amministrazione Comunale degna di tale nome, consapevole del proprio ruolo di governo e gestione delle esigenze della collettività amministrata, a partire dai bisogni primari di ogni singolo cittadino in cui il diritto ad avere una casa rientra a pieno titolo. Invece, sebbene diversi amministratori con le più svariate deleghe, dai servizi sociali, alla casa alle politiche abitative, fino ad arrivare al Sindaco Moscherini, siano stati resi edotti di quanto sta avvenendo, essi hanno preferito lavarsene le mani, non attivando alcuna trattativa con l’ente energetico né, tantomeno, prospettando ed attivandosi per soluzioni di alcun genere”.
Tutto ciò, ricorda la Ricotti, nonostante nell’“Accordo disciplinante i reciproci rapporti tra l’Amministrazione Comunale di Civitavecchia ed Enel produzione spa” stipulato in data 14 aprile 2008, sia riportato testualmente che “Enel si impegna inoltre a cedere in comodato d’uso al comune per esigenze abitative sette appartamenti di sua proprietà, siti in Civitavecchia per un periodo di dieci anni”. “Clausola, questa, che – commenta ancora l’ambientalista – avrebbe consentito, e consentirebbe tuttora, di gestire in maniera indolore il contenzioso in atto. Non riusciamo, inoltre, a comprendere la richiesta di risarcimento, né tantomeno l’esosità della stessa, visto che l’azione di risarcimento danni da occupazione abusiva di immobile discende dalla perdita della disponibilità del bene e dall’impossibilità di conseguire l’utilità ricavabile dal bene medesimo in relazione alla natura normalmente fruttifera di esso; natura fruttifera che l’aver concesso gli appartamenti in comodato, seppure non perfezionato, al Comune, rende non realizzabile”.
“Una prova di arroganza da parte di Enel – conclude la Ricotti – ed un venire meno al proprio compito istituzionale da parte dell’Amministrazione Comunale, non altrimenti si può contestualizzare questa vicenda che ha dell’incredibile e sulla quale vogliamo auspicare un, seppur tardivo, immediato intervento degli amministratori competenti”.

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Incidente a TVN, commenti dei sindacati

Le sigle dei sindacati nazionali sull'ennesimo incidente occorso il 30/11 ai danni di un operaio nel cantiere di TVN.
Da trcGiornale.it
"Nello specifico dell'incidente odierno, occorso ad un operaio straniero che ha avuto alcuni punti di sutura a un piede, per i sindacati dei metalmeccanici quello che ha presentato enormi difficoltà, gravissime se cause e dinamiche fossero state diverse, è stato l'impegno per trasportare il lavoratore da quota 50 metri a terra, data la poca agibilità dei passaggi e delle scale strette, non adatte al trasporto di un ferito e che hanno determinato una perdita di tempo che in occasioni più gravi poteva rivelarsi fatale. Fiom, Fim e Uil sostengono poi che i "desox" di tutti e tre i gruppi sono dotati di ascensori che non hanno mai funzionato in quanto mai collaudati."

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Quelli che "il cdr nella centrale a carbone" tornano sempre alla carica

Di Gennaro, Cerrone e Vinaccia (Consiglieri Comunali UDC) si chiedono il perché qualcuno torni a insistere nonostante tutto sulla sciagurata ipotesi di bruciare cdr nella centrale a carbone TVN. Da trcGiornale.it

"Si inasprisce il dibattito politico sull'ipotesi avanzata dal Polo Civico di bruciare cdr a Torrevaldaliga Nord al posto del carbone. L'Udc in una nota ricorda il parere negativo espresso dall'Europa, dal consiglio comunale, dal sindaco e dai medici, ed avanza il sospetto che dietro l'insistenza di questa proposta ci siano pressioni e lobbies. Leggi la nota.

"L'Europa ha detto NO, il Consiglio Comunale ha detto NO, IL Sindaco ha detto NO, i medici hanno detto NO, la città non ne può più di veleni e qualcuno ancora insiste nel voler bruciare CDR a TVN a posto del carbone. La si definisce solo una proposta ma, nonostante sia stata universalmente rifiutata, si continua a riproporla. Con ingiustificabile leggerezza si ipotizzano per chi è contrario al CDR eventuali condizionamenti da parte di " lobby del settore" quando la stessa insistenza della proposta di bruciare CDR a TVN fa nascere il sospetto che proprio dietro di essa ci siano pressioni e lobbies. Quale condizionamento c'è nel supportare la raccolta differenziata? Come può parlare di ipocrisia e di ricerca del consenso elettorale chi è disposto, per soldi, a barattare l'ambiente e la salute dei suoi concittadini? Non è per paura che la gente guarda con sospetto simili proposte, ma per la consapevolezza degli incalcolabili danni che simili proposte hanno già causato e continueranno a causare. Tutti ormai conoscono i tristi primati in tema di malattie che il nostro territorio detiene ed è immorale sostenere iniziative che, in qualsivoglia maniera, possano contribuire ad incrementare questo triste primato come farebbe il bruciare 200.000 tonnellate di CDR a TVN (a tanto corrisponde il "rassicurante "5% di 4 milioni di tonnellate di carbone). Non è vero sviluppo quello che non rispetta l'ambiente e la salute ma qualcuno, dentro e fuori Civitavecchia, non lo ha ancora capito od ha interesse a non capirlo. Dobbiamo, perciò, alzare la soglia dell'attenzione per contrastare qualsiasi ipotesi di ulteriore scempio del nostro territorio e per tale motivo l'UDC si farà promotore di un tavolo di permanente mobilitazione sulle tematiche ambientali e sanitarie con tutte le forze politiche e sociali interessate".

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30 novembre 2010

Le Mafie nella terra degli Etruschi

Da UnoNotizie.it

"Il sindaco di Tarquinia ha minacciato di denunciare il coordinatore del Comitato dei Cittadini Liberi, se avesse fatto delle riprese durante il suo intervento alla conferenza stampa di presentazione del Registro Tumori a Viterbo. L'intimidazione non ha funzionato e il sindaco è stato ripreso. Poi una copia della registrazione è stata data agli agricoltori di Tarquinia perché potessero ascoltare quell'intervento, incentrato sulla responsabilità del comparto agricolo nell'insorgenza delle patologie tumorali. Solo alla fine del suo intervento il sindaco ha menzionato la centrale a carbone ma, mentre ha dato quasi per scontata la responsabilità degli agricoltori, riferendosi al carbone ha detto che il registro servirà a capire se ci sarà incremento di morti e malati rispetto alla vecchia centrale a olio combustibile. Insomma i cittadini si devono tenere, e zitti, le ciminiere avute in regalo tanti anni fa.

Non una parola sul cementificio, sull'autostrada tra le case (che anche grazie alle battaglie dei cittadini per ora non si farà), sulla centrale a bio-massa alla Roccaccia (che per legge potrà bruciare rifiuti), sullo stoccaggio a cielo aperto del pet-coke. Mazzola venerdì 26 novembre ha chiesto e ottenuto dal Consiglio Comunale di Tarquinia di mettere un altro tassello nel processo d'industrializzazione del territorio, rendendolo un po' meno adatto all'agricoltura e un po' più adatto alle mire di cinesi buoni e cattivi e alle porcherie dei colossi dell'energia. Grandi appetiti, grandi nomi.

Ecco due elenchi, alla Fazio, di gente con le mani in pasta a Civitavecchia e dintorni, di cui qualche giornalista coraggioso ha scritto di recente. Uno è quello dei nomi che fanno tremare ovunque si pronuncino: Di Lauro, Pulvirenti, Rinzivillo, Gallo-Cavalieri, Barone, Di Sarno, Panati, Ragosta, Bosone, Canale, Speziale. L'altro è di gente più o meno vicina alla cricca, a volte già pratica d'inchieste, delle patrie galere o iscritta a bande fuori legge (come la P2 e la P3). Spicca subito il nome di un potente molto potente: Giancarlo Elia Valori, che sarebbe iscritto alla P2 con il n° 283, che ogni tanto porta i cinesi a Tarquinia.

L'elenco prosegue poi con Anemone, De Santis, Incalza, Carducci, Caltagirone, Parodi, Scajola, Valente, Lombardi, Bitetto eccetera, eccetera. “In questo contesto” la zona industriale di Tarquinia fa gola a molti. Per ora sopra c'è un deposito a cielo aperto di pet-coke (carbone ricavato dal greggio) e i proprietari stanno cercando di ottenerne l'ampliamento da 50.000 a 100.000 t, sempre rigorosamente a cielo aperto.

I Di Sarno, nome che compare nel primo elenco, sono legati alla movimentazione del pet-coke in vari porti italiani. Vicino al carbonile del pet-coke doveva sorgere il mega-cementificio ma i cittadini hanno scoperto e denunciato il tentativo di farlo approvare con documenti fasulli; la denuncia pubblica ha salvato i consiglieri comunali, a cui è stato anche reso noto che dietro il proponente ufficiale figura la Cordusio SpA, una società di Milano studiata per mantenere l'anonimato dei soggetti interessati. I cittadini stanno ancora incalzando il sindaco di Tarquinia per sapere chi si nasconda dietro quell'anonimato. Nell'ultimo consiglio comunale i consiglieri, tutti eccetto uno, hanno votato a favore della Ubi Leasing che vuole “sviluppare” un altro pezzo di zona industriale. I consiglieri sanno per caso chi c'è dietro la Ubi Leasing?

Gli stessi consiglieri comunali, ancora una volta tutti tranne uno, nello stesso consiglio hanno approvato un'estesa lottizzazione a Marina Velca, per continuare a cementificare le migliori terre agricole di Tarquinia. Tanti anni fa quella lottizzazione fu bloccata dalla scoperta di un' importante necropoli etrusca. Agricoltura e beni culturali, tutto è d'inciampo per chi vuole appropriarsi dei beni comuni. E non si dica che le seconde case servono per il comparto turistico: la cementificazione del paesaggio è la rovina del turismo. Il comparto edile invece, per avere un futuro, avrebbe bisogno di essere proiettato verso la manutenzione del patrimonio esistente e il turismo promosso curando l'aria, l'acqua, l'agricoltura e il paesaggio. Alcune contraddizioni sono inspiegabili: se la crisi economica in corso fa crollare il valore delle seconde case, per chi si costruirà a Marina Velca?

A Tarquinia, poi, il massacro di un altro gran pezzo di fertile terra agricola, da distruggere per realizzare un enorme, inutile e dannoso porto turistico nella pianura alluvionale di Tarquinia, vera iattura per l'economia balneare della città etrusca. Alla sozzura del fiume Marta, che d'estate è una fogna a cielo aperto, s'aggiungerà quella del porto, che contribuirà a sporcare l'acqua di balneazione con un apporto di acqua torbida, proveniente dal bacino portuale, resa iridescente da piccole dosi di idrocarburi.

Tarquinia offre su un piatto d'argento le pietanze più gradite ai capitali inconfessabili.

Comitato dei Cittadini Liberi

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Sabato 4 dicembre convegno sulle Mafie nel Lazio

Da Unonotizie.it
"Sabato 4 dicembre, ore 9.30/14.00, presso la Regione Lazio, sala Tirreno, in Via Rosa Raimondi Garibaldi 7, a Roma, si svolge l'incontro pubblico “E poi dicono che la mafia nel Lazio non c’è…”, organizzato dal Gruppo consiliare della Federazione della Sinistra Lazio.
Questi i numeri dell'inquietante e minacciosa presenza della mafia nella regione Lazio:
61 cosche insediate
2ª regione per ecomafie
2ª regione per reati di usura
4ª regione per beni confiscati
4ª regione per reati di estorsione

L'incontro si apre alle 9,30 e prevede la presentazione di documentazione inedita, interventi autorevoli e dibattito finale.

PROGRAMMA DETTAGLIATO

Ore 9.30
Anteprima del documentario “La Quinta Mafia”
di Antimo Lello Turri, prodotto da Libera-Lazio
Presentazione di Fabio Alberti (FdS Regione Lazio)

Ore 10/12
Per non far finta di non vedere
Introduce Fabio Nobile, consigliere FdS Regione Lazio
Elvio Di Cesare, Associazione Antonino Caponnetto Lazio
L’insediamento delle cosche nel Lazio e le responsabilità della politica e delle istituzioni
Lorenzo Mazzoli, Segr. Gen. Funzione Pubblica Cgil Lazio
La sanità a rischio
Mario Catania, Osservatorio Peppino Impastato Frosinone
Mafia in salsa ciociara
Simona Ricotti, Associazione Caponnetto Civitavecchia
Fronte del porto
Dario Gargiulo, Prc Latina-Minturno
Le mani sui rifiuti
Marco Omizzolo, Coord. Legambiente prov. Latina-Sabaudia
Il Litorale nel mirino
Serena Tarabini, Action Roma
Criminalità e rendita immobiliare

Ore 12/14
Per una legislazione regionale antimafia
Tavola rotonda coordinata da Anna Scalfati, giornalista Tg3
Intervengono
Antonio Turri, responsabile Libera Lazio, Marco Carletti, segr. Fillea-Cgil Roma e Lazio, Bianca La Rocca, SOS Impresa, Cosimo Bianchini, segretario generale SILP Lazio, Luisa Laurelli, già presidente della Commissione Sicurezza Regione Lazio, Enrico Fontana, Equorete, Giovanni Russo Spena, già membro della Commissione Parlamentare antimafia
Conclude
Ivano Peduzzi, capogruppo FdS Regione Lazio

Alla conclusione del convegno sarà offerto un buffet con i prodotti di Libera Terra coltivati sulle terre sequestrate alla criminalità.

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