Ci voleva una catastrofe, per riflettere su quanto già sapevamo?
Dal Corriere.it
"Il nucleare, questo nucleare, non convince per diversi motivi. Innanzitutto non sono escludibili eventi catastrofici a causa di fattori esterni o di errori umani. Si spera nella quarta generazione che, verso il 2030, dovrebbe portare a reattori intrinsecamente sicuri. C'è poi una valutazione economica, in quanto i costi tendono costantemente ad aumentare. Nell'ultima valutazione del Dipartimento dell'Energia Usa (Energy Outlook 2010) sugli impianti da costruire nei prossimi due decenni, l'elettricità da nucleare risulta la più cara. È il motivo per cui negli Stati Uniti sono previsti dei meccanismi di incentivazione per le nuove centrali, altro che riduzione della bolletta... Infine pesa una considerazione etica. A quasi cinquant'anni dalla prima centrale, non esiste un solo Paese al mondo che abbia realizzato un deposito definitivo per le scorie altamente radioattive. Per tutti gli oggetti che noi conosciamo - un frigorifero, un'automobile, una bottiglia - è prevista la chiusura del ciclo. Per i rifiuti nucleari, la cui pericolosità ha tempi di dimezzamento di decine di migliaia di anni, non abbiamo ancora trovato una soluzione, lasciando in questo modo alle generazioni future un velenoso regalo.
I fautori di questa tecnologia sostengono che però consente di ridurre i consumi di combustibili fossili e le emissioni dei gas serra. Vero, ma è possibile ottenere lo stesso risultato in modo più efficace e meno rischioso. Le fonti rinnovabili, considerate marginali fino a poco tempo fa, stanno crescendo a ritmi imprevedibili e i loro costi si stanno rapidamente riducendo. L'elettricità producibile dagli impianti solari ed eolici installati nel mondo tra il 2005 e il 2010 è tre volte maggiore rispetto a quella dei reattori nucleari entrati in servizio negli stessi anni. La metà della potenza elettrica installata in Europa lo scorso decennio è rinnovabile. E l'accelerazione della crescita è formidabile. La potenza fotovoltaica globale installata nel 2010 è, ad esempio, aumentata del 120% rispetto all'anno prima.
Grazie al contesto energetico così drasticamente mutato, la riflessione internazionale che seguirà all'incidente di Fukushima avrà un decorso diverso rispetto all'impatto che si ebbe dopo Chernobyl. Allora l'effetto fu quello di bloccare la crescita del nucleare senza innescare però una vera alternativa. Le fonti rinnovabili erano all'inizio del loro sviluppo e non rappresentavano un'opzione credibile, anche se le esperienze californiane, danesi, giapponesi già facevano intuire le enormi potenzialità di queste tecnologie. La potenza eolica oggi è cento volte superiore, quella solare addirittura mille volte più ampia. E i costi sono scesi drasticamente.
Tutto ciò fa ritenere che altri Paesi seguiranno la strada della Germania che aveva deciso, già prima dell'incidente giapponese, di uscire dal nucleare puntando a soddisfare nel 2050 almeno l'80% della richiesta elettrica con le rinnovabili. Una strategia lungimirante che negli ultimi anni ha consentito di raddoppiare l'elettricità verde grazie a un milione di impianti solari, eolici, a biomassa e di creare un comparto che conta 340.000 addetti, un pilastro ormai dell'economia tedesca.
Dunque, le riflessioni dopo la tragedia giapponese possono portare ad un drastico ripensamento delle strategie energetiche con un rilancio delle politiche dell'efficienza energetica e dell'utilizzo delle rinnovabili. Una strada fortemente innovativa che garantisce maggiore sicurezza energetica, riduce i rischi di cambiamenti climatici, crea imprese ed occupazione. L'Italia, che ultimamente ha ottenuto risultati interessanti nelle rinnovabili, farebbe bene a seguire questa strada.
Gianni Silvestrini
17 marzo 2011
"L'atomo e i costi troppo alti: non conviene"
16 marzo 2011
Yunnan (Cina) 9 i morti in miniera
Fonte
Una grave incidente si è verificato questa notte in una miniera cinese ed ha provocato circa una decina di vittime.
Nella provincia cinese sud occidentale dello Yunnan, a causa di una fuga di gas avvenuta in una miniera di carbone, sono morte nove persone e due sono rimaste ferite.
Quando è avvenuto l'incidente nella miniera c'erano 85 operai. Settantaquattro sono riusciti a fuggire, tre hanno riportato gravi ferite ed otto sono morti sul colpo.
Poco dopo uno degli operai rimasti feriti è deceduto in ospedale. L'incidente si è verificato nella città di Huangnihe, nella contea di Fuyuan all'una di notte ora locale.
di Claudia Peruggini
Centrale a carbone di Bastardo: si manterrà in vita il relitto
Riceviamo e pubblichiamo
"A Gualdo Cattaneo ENEL deve adeguarsi ai parametri ambientali sin da subito, oppure sospendere l'attività dell'impianto fino al suo adeguamento: ciò è quanto succede nei Paesi in cui la vita dei cittadini è tenuta in massima considerazione, e non gli interessi corporativi dei gruppi industriali.
La decisione della Giunta Regionale di concedere altri 8 anni ad ENEL per adeguarsi agli standard previsti dai protocolli AIA calpesta in modo irresponsabile ed inaccettabile anni ed anni di lungo lavoro parte delle istituzioni locali ed associazioni spontanee partecipate dai cittadini per la tutela dell'ambiente e della salute pubblica.
Una decisione presa sopra la testa delle persone e senza minimamente interpellare i diretti interessati, ovvero coloro i quali nei territori in questione sono costretti a vivere subendo le conseguenze dell'inquinamento ambientale ed acustico derivante dall'attività dell'impianto.
Il Comitato per l'Ambiente di Gualdo Cattaneo, membro del Coordinamento Nazionale dei Comitati per il NO al carbone, annuncia che a tutela del territorio e della salute degli abitanti verranno subito indette riunioni informative con la popolazione e che verranno presentati immediati ricorsi, fra cui uno presso la Commissione Europea, al fine di scongiurare la temuta "eternizzazione" dell'impianto in questione il quale, ben lungi dal rappresentare ormai una risorsa per il territorio, continua a rappresentare una panacea soltanto per politici e sindacalisti, persone che vivono anni luce distanti dalla vera realtà delle cose, che hanno una concezione di progresso vecchia di 200 anni e che farebbero bene, ogni tanto, a mettere il naso fuori dallo stivale per vedere cosa succede nei Paesi realmente evoluti.
Contestualmente si invita l'Amministrazione Comunale, nella persona del sindaco Pensi, a mantenere le promesse fatte nel corso dell'ultima campagna elettorale e ad attivarsi, una volta per tutte, in maniera fattiva a tutela del territorio e dei suoi abitanti, affinchè non sia una ristretta lobby a pregiudicare le sorti del nostro comprensorio: anteporre gli interessi di pochi al diritto alla salute di tutti è un atto vile che un'Istituzione degna di tale nome non può avallare.
Raoul Mantini
PORTAVOCE DEL COMITATO PER L'AMBIENTE DI GUALDO CATTANEO
15 marzo 2011
Megadiscarica Allumiere- relazione sull'incontro all'Aula Pucci
Da centumcellae.it
"Talmente tante persone hanno voluto partecipare al primo incontro pubblico per fare chiarezza e lanciare proposte sul tema della discarica ad Allumiere che il luogo del dibattito è stato cambiato dall’aula Calamatta, che non riusciva a contenerle tutte, alla più spaziosa aula Pucci. Rabbia, delusione, stupore tra i presenti perché per l’ennesima volta Civitavecchia e il comprensorio si trovano di fronte ad una battaglia per la propria salute che non si combatte più, se mai lo si è fatto, ad armi pari. In una zona già devastata da fonti inquinanti, quali la centrale a carbone e il porto, questa nuova proposta di creare una “Cittadella dei Rifiuti” appare a tutti assurda.
Tre gli interlocutori presentati dal giornalista Giampiero Romiti: la biologa e ricercatrice precaria Elisa Tremante, un rappresentante del comitato Malagrotta, Maurizio Melandri, ed il dottor Giovanni Ghirga. “Dobbiamo monitorare e informarci – le parole di Elisa Tremante – perché non possiamo più essere presi in giro dai politici. E’ fondamentale creare un comitato di tutto il comprensorio e non fermarci se questo allarme passerà, perché se non è ora sarà in un altro momento e non possiamo permetterlo”. Immagini e video allarmanti sono state presentati da Maurizio Melandri ed hanno chiaramente mostrato le condizioni disastrose della discarica di Malagrotta. “Si prevede che dopo 20 anni di attività i danni alla salute e all’ambiente potrebbero ammontare a 650 milioni di euro” ha spiegato il dottor Giovanni Ghirga che ha affermato senza mezzi termini: “Questo progetto è un’offesa che i cittadini non possono e non devono subire”.
Interessanti interventi anche da parte di Emiliano Stefanini del neo comitato formatosi ad Allumiere, di Simona Ricotti e del consigliere provinciale di Sel Gino De Paolis i quali hanno esortato tutti a lottare e a non ripetere gli errori commessi in passato con la centrale a carbone e altri progetti fonte di inquinamento e servitù per la città.
Prossimo appuntamento per rilanciare il no alla discarica l’iniziativa pubblica convocata per venerdì ad Allumiere alle ore 17:00 dal Sindaco Augusto Battilocchio.
12 marzo 2011
Può la politica non occuparsi della salute pubblica?
Comunicato da "Uniti per la Salute" ONLUS, Savona
"Lunedì 14 marzo la giunta Regionale deciderà la posizione della Regione Liguria per la Conferenza dei Servizi di Roma sul potenziamento a carbone della Centrale di Vado –Quiliano.
Invitiamo i cittadini e soprattutto chi ha la grande responsabilità di decidere per il futuro del territorio savonese a leggere o rileggere attentamente quanto segue e quindi a non sottovalutare o ignorare:
1) L’ordine dei Medici della provincia di Savona che in un documento del 3 dicembre 2010 dichiara “nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della centrale si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media regionale e nazionale sia per tutte le cause, che per malattie neoplastiche, cardio e cerebrovascolari”.
2)L’ IST che dichiara”Nella relazione presentata da Tireno Power vi sono gravi lacune metodologiche che mettono in discussione le tranquillizzanti conclusioni del documento. In sintesi: -errori ed omissioni nelle stime delle emissioni di polveri fini primarie e secondarie - sottostima delle emissioni di gas serra-sottovalutazione dei dati derivanti da studi su bioindicatori- errori metodologici sull’impatto sanitario
3)Il Ministero della Salute - Istituto Superiore di Sanità che in sede della conferenza dei servizi rimarca come i decreti rilasciati “non abbiano sufficiente evidenza della problematica relativa ai c.d. microinquinanti classici derivanti dalla combustione del carbone, tra cui PCB, i metalli pesanti, l’arsenico, ecc. ecc.. , … e “l’importanza di considerare il deposito al suolo di tali sostanze “
4) I Sindaci di Vado e Quiliano, che con una forte posizione a difesa della salute, nel documento del 25.01.2011 dichiarano come “ il Decreto di compatibilità ambientale del progetto non abbia sufficientemente valutato le implicazioni sulla salute e sui dati ambientali sensibili… chiedono che le gravi lacune presenti nell’attuale procedura di valutazione siano sviluppate in quanto tali approfondimenti si ritengono indispensabili per una corretta e appropriata valutazione degli impatti ambientali”, dichiarando come “fondamentale, condizionante e non prorogabile” sia un piano di monitoraggio ante operam sia una Valutazione di Impatto Sanitario. Queste pressanti richieste non possono essere poste come prescrizioni ma “azioni indispensabili e urgenti prima di ogni ulteriore determinazione”, puntualizzano i Sindaci.
Cosa direbbero poi ai cittadini gli amministratori regionali qualora assumessero decisioni in contrasto con queste autorevolissime posizioni a tutela della salute?
unitiperlasalute@libero.it
http//unitiperlasalute.blogspot.com
11 marzo 2011
Nuova SS Aurelia: fai sentire la tua voce
Parte la raccolta firme!
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9 marzo 2011
Anche la Provincia di Cosenza rifiuta di partecipare al tavolo tecnico di Scopelliti
Da TeleReggio
"Energia, Guccione: "La Calabria ha già detto no al carbone"
E' assolutamente condivisibile la decisione assunta dalla Provincia di Cosenza e dal Comune di Rossano di non voler partecipare a nessun 'tavolo tecnico' per discutere sull'ipotesi di una riconversione a carbone della Centrale di Rossano". Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione. "Dopo il netto no - aggiunge - espresso dal Piano energetico ambientale regionale approvato nel 2005, dall'Assemblea regionale, dal Consiglio Provinciale di Cosenza, dai consigli comunali di Rossano e Corigliano e da tutti i consigli comunali dell'area ionica, il ricorso al 'tavolo tecnico' a questo punto ha soltanto il sapore dell'espediente per far rientrare dalla finestra una questione che era uscita definitivamente dalla porta principale. La Calabria e la Sibaritide, le cui vocazioni sono preminentemente agricole e turistiche, non vogliono il carbone. Non lo vogliono né a Rossano, né a Saline Joniche, né in nessun altro posto del territorio calabrese, anche perché la nostra regione produce molta più energia di quanto ne ha bisogno". "Dall'Enel - conclude Guccione - ci aspettiamo non furbizie o sotterfugi, ma idee, proposte e investimenti in piena sintonia con uno sviluppo ecocompatibile, rispettoso dell'ambiente, del territorio, della salute dei cittadini e di un'economia fondata soprattutto sul turismo, sulla pesca, sull'agricoltura e sul commercio, fattori che sono in assoluta antitesi con l'utilizzo e la riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Rossano".
Il Consiglio regionale del Lazio boccia la discarica ad Allumiere. Basterà?
Da Civonline.it
"La Giunta regionale, di concerto con Comune e Provincia di Roma, dovrà cercare una soluzione alternativa al Comune di Allumiere per la localizzazione del nuovo polo di smaltimento, trattamento e recupero dei rifiuti. E’ quanto ha stabilito oggi il Consiglio regionale del Lazio approvando una mozione – primo firmatario Carlo Lucherini (Pd) – presentata da esponenti di Pd, Sel, Federazione della Sinistra, Verdi e Lista Bonino-Pannella e poi emendata su iniziativa dei consiglieri Francesco Carducci Artenisio (Udc), Rodolfo Gigli (Udc), Andrea Bernaudo (Lista Polverini) e Carlo De Romanis (Pdl). "Il documento - si legge nella nota dell'area informazione del Consiglio regionale - era stato presentato a seguito della notizia di un’intesa tra ministero della Difesa e Comune di Roma per realizzare il polo presso il poligono militare ‘La Farnesiana’, situato nel Comune di Allumiere. Secondo i proponenti, tuttavia, il terreno individuato “è situato in una zona sottoposta a vincoli ambientali e riconosciuta dalla legislazione europea di enorme valore paesaggistico”. Inoltre – si legge nella mozione – 'il Comune di Allumiere e la Provincia di Roma hanno più volte manifestato la propria contrarietà alla suddetta localizzazione della discarica alternativa a Malagrotta' e la presidente della Regione ha ribadito 'che l’ipotesi di Allumiere è la meno percorribile'". “Il protocollo stipulato – aveva tenuto a precisare in aula, Andrea Bernaudo (Lista Polverini) – riporta una data antecedente rispetto alla comunicazione del sindaco Alemanno che rimette alla Regione l’intera competenza in materia. La presidente, quindi, è l’unica autorità competente per la soluzione del problema Malagrotta”. "La Polverini, secondo la mozione, - continua la nota - in data 2 marzo ha reso noto di aver già inviato una lettera al primo cittadino di Allumiere dove ha ribadito come nessun sito nel territorio del Comune è stato preso in considerazione per la localizzazione del nuovo impianto integrato per lo smaltimento, il trattamento e il recupero dei rifiuti, previsto del piano regionale. Il capogruppo Pd Esterino Montino nel corso del dibattito ha invitato Alemanno a non scaricare su altri comuni i problemi che sono romani e alla diminuzione dei rifiuti visto che lo smaltimento del 'tal quale' è vietato. Angelo Bonelli (Verdi) ha denunciato che smaltire ad Allumiere, area protetta a livello comunitario, esporrebbe la Regione a una procedura di infrazione, mentre Luigi Nieri (Sel) ha evidenziato come paradossalmente il ministero per le Politiche agricole abbia inserito ‘La Farnesiana’ nel catalogo dei circa 120 ‘Paesaggi rurali storici’ da tutelare presentato lo scorso 3 marzo. Giuseppe Celli (Lista civica) ha ribadito l’opportunità che la discarica sia localizzata a Roma, Ivano Peduzzi (FdS) ha invitato la Giunta a far valere il suo ruolo nella definizione delle scelte che sarà necessario intraprendere nel piano rifiuti. Quanto alla mozione nella sua prima stesura Chiara Colosimo (Pdl) ha sostenuto 'sarebbe stata più giusta una mozione che chiedesse tempi certi sulla soluzione del problema'”. "Esprimo grande soddisfazione - commenta il vicepresidente del consiglio regionale Bruno Astorre Astorre - per l’intesa raggiunta sulla mozione che rafforza la posizione contraria già espressa dal presidente Polverini”. "E’ una vittoria del buon senso - dichiarano inoltre Montino e Lucherini - sarebbe grave infatti ubicare discarica e gassificatore per i rifiuti della Capitale ad Allumiere, in un sito tra l’altro ad alto valore ambientale. E’ opportuno che invece l’area della discarica che dovrebbe sostituire Malagrotta sia individuata all’interno del Comune di Roma che ha un territorio grandissimo. A questo proposito occorre ripristinare gli ambiti territoriali previsti dal piano rifiuti elaborato dal centrosinistra, distinguendo Roma dalla sua provincia”. “Il tentativo del ministro La Russa e del Sindaco Alemanno di sottrarre alle competenze della Regione e al giudizio delle comunità locali la scelta per la discarica del dopo Malagrotta è naufragato con il voto del consiglio regionale - commentano Guglielmo Abbondati, coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà, e Claudio Fiorani responsabile regionale dei rifiuti del partito - La Regione deve ora esercitare fino in fondo le prerogative di programmazione e pianificazione in tema dei rifiuti e lo deve fare aprendo una consultazione con gli amministratori e le comunità locali, perché qualsiasi scelta deve essere concertata e condivisa fino in fondo". "Il Sindaco Alemanno – concludono Abbondati e Fiorani - non può pensare che altri si facciano carico di risolvere il problema dei rifiuti di Roma”. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno interpellato sulla possibile discarica di Allumiere a margine della presentazione della "Festa Tricolore" ha dunque invitato la Regione Lazio ad individuare il sito celermente: "Ho detto con chiarezza che la vicenda Allumiere apparteneva ad un'altro momento e ad un'altra situazione - ha detto il primo cittadino capitolino - Abbiamo affidato alla Regione Lazio il compito di trovare il sito. Abbiamo detto che a nostro avviso dentro il comune non c'è un luogo adatto, sta alla Regione scegliere il sito e proporlo. Attendiamo la decisione, non abbiamo nessuna voglia di andare ad Allumiere o altrove basta che si trovi un sito velocemente perchè Malagrotta deve chiudere". "Grande salto di qualità del Consiglio Regionale del Lazio, che riesce a dire di no in maniera unanime, alla scellerata proposta del comune di Roma di aprire per i rifiuti della capitale una discarica ad Allumiere, in una zona protetta. La mozione presentata dal centrosinistra ha trovato come primi e convinti sostenitori, tra gli altri, proprio la presidente Polverini - afferma in una nota il capogruppo del Psi Luciano Romanzi - Seguire il buon senso, evitare il muro contro muro, adottare il confronto continuo con i territori rimane l’unico metodo capace di evitare le contrapposizioni ideologiche per guardare ai reali interessi dei cittadini”. “E’ giusto che sulla questione dello smaltimento dei rifiuti a Roma e in tutta la regione, il Consiglio regionale possa pronunciarsi dando indicazioni che possano rappresentare, attraverso il voto degli eletti, tutti i territori - dice Mario Abbruzzese, presidente del Consiglio regionale del Lazio - Sappiamo che la presidente Polverini con la Giunta è già impegnata in un percorso di ricognizione che possa risolvere definitivamente questo problema. E così la decisione presa oggi dall’aula che, impegnando le istituzioni coinvolte a cercare una soluzione alternativa alla discarica di Allumiere, si inserisce perfettamente su questa linea di azione. Tant’è che l’aula, con un voto unanime, è andata ben al di là delle strumentalizzazioni politiche, preferendo aprire piuttosto un confronto sulle opportunità che dovranno essere valutate per la localizzazione del nuovo polo di smaltimento”.
Intanto i sindacati Cgil, Cisl e Uil di Civitavecchia aderiscono all’appello del Sindaco di Allumiere, Augusto Battilocchio, dichiarandosi disponibili ad essere parte del Comitato “No discarica” e pronti a partecipare alla manifestazione pubblica indetta per venerdì 18 marzo alle 17,30, ad Allumiere, presso l’Auditorium Comunale in piazza della Repubblica. La manifestazione è infatti finalizzata a ribadire il “No alla discarica” e a costituire un Comitato permanente territoriale. “Viene recepita positivamente - dicono i segretari generali - la richiesta avanzata da Cgil, Cisl, Uil territoriali in data 4 marzo; e si avvia un importante percorso teso ad impedire la realizzazione della discarica". Cgil, Cisl, Uil rinnovano quindi l’appello a tutti gli altri Sindaci del territorio, alle forze politiche, associazioni e movimenti affinché venerdì 18 marzo si registri una piena partecipazione di tutte le istituzioni e rappresentanze sociali territoriali. L’invito è esteso direttamente al mondo del lavoro, ai pensionati e a tutti i cittadini.
Tutela del fiume Marta, l'indifferenza del Consiglio comunale
Riceviamo e pubblichiamo
"Lo scorso 4 marzo a Tarquinia ho partecipato al consiglio comunale aperto per la salvaguardia del Marta. Regione e Provincia hanno dato prova di buona volontà mandando alcuni consiglieri, mentre il Comune di Tarquinia ha dato prova di disinteresse in quanto è venuto a mancare il numero legale dei consiglieri e quindi la possibilità di approvare la mozione preparata dal SIB (Sindacato italiano Balbeare) e presentata dal consigliere Marco Tosoni.
A differenza dei precedenti incontri e nonostante l'apatia del comune di
Tarquinia è emersa comunque la volontà politica di rendere operativa una task
force ambientale per risolvere le emergenze del fiume. Particolarmente
significativo è stato l'intervento di Equitani, assessore provinciale, che ha
sostenuto la necessità di un piano pluriennale di interventi coordinati che tengano presente il fiume nella sua totalità.
E' stato proiettato il video (a cura di Marzia Marzoli per conto del SIB) sullo
stato di emergenza ambientale in cui versa il fiume. I problemi evidenziati sono
i batteri, l'inquinamento chimico e la torbidità delle acque causati
dall'inadeguatezza del sistema fognario (14 comuni sono privi di depuratore),
dagli scarichi della cartiera,dal dilavamento delle sponde e dall'eccesso di
nutrienti (azoto e fosforo). Erano presenti , oltre a Regione Lazio e provincia
di Viterbo, rappresentanti del Comune di Viterbo, del Comune di Marta, del
Comune di Tuscania, della Capitaneria di Porto, dell'Arpa Lazio, dell'Università
della Tuscia e del Consorzio di Bonifica della Maremma etrusca.
Ho appreso con piacere che stanno per iniziare dei lavori sul sistema fognario
di Tuscania e Viterbo, che la cartiera è almeno temporaneamente chiusa e che il
consorzio di Bonifica ha iniziato una rinaturalizzazione delle sponde. Riguardo
a ciò, l'ing. Pisarri, direttore del consorzio, ha caldeggiato la programmazione
di interventi di manutenzione ordinaria che, al contrario di quelli effettuati
fino ad ora in situazioni di emergenza, tutelerebbero la flora e, quindi il
dilavamento delle sponde.
Ci sono purtroppo, anche delle cattive notizie: nella maggior parte dei comuni ,
tra cui Tarquinia, non c'è la separazione tra acque bianche e acque nere, quindi
quando c'è una forte pioggia le fognature tracimano tal quali nei fossi
adiacenti e quindi nel mare; inoltre il prof. Nascetti, dell'Università della
Tuscia, ha avvertito del pericolo di invasione delle alghe a causa dell'eccesso
di nutrienti nel caso non si riuscisse a modificare i metodi agricoli
attualmente utilizzati.
A tal proposito mi preme dire che sarebbe , a mio parere, necessario dare agli
agricoltori degli incentivi economici consistenti, una formazione gratuita e la
possibilità di inserirsi in un circuito di vendita diverso da quello attuale
affinché sia loro possibile coltivare e vendere utilizzando meno prodotti
dannosi per l'ambiente. Non è pensabile che essi passino ad un nuovo tipo di
agricoltura senza essere sostenuti dalla pubblica amministrazione che dovrebbe
rendere loro disponibili a tal fine gli incentivi europei.
Quasi al termine della riunione c'è stato un intervento che si è rivelato
involontariamente comico: la rappresentante dell'ARPA Lazio ha infatti voluto
rassicurare il Sindacato Balneatori Italiani dicendo loro di stare tranquilli
visto che una nuova delibera ha innalzato i livelli di tollerabilità in merito
ai batteri fecali! Come se una delibera bastasse a non sentire l'odore di fogna
che viene dalle acque marine !
La ciliegina sulla torta l'ha poi messa il sindaco Mazzola che ha invitato a
diffidare dei “professoroni” che parlano di inquinamento e che ha ripetuto il
solito mantra “mancano i fondi”.
Ciò non mi ha stupito affatto, anche perché ricordo ancora quando, anni fa,
negava che l'acqua del mare e del fiume fosse sporca, arrivando anche minacciare
di querele chi sostenesse il contrario. Peccato che i divieti di balneazione
fossero già pubblicati sul sito del Ministero della Salute!
Elena Maria Scopelliti
Il sindaco di Rossano: nulla è cambiato, non ha senso un nuovo tavolo
Da teleReggioCalabria
"Non intendo partecipare al nuovo tavolo delle trattative sulla questione della riconversione a carbone della centrale termoelettrica Enel di Rossano, in quanto nulla è cambiato nella proposta presentata nuovamente dall'Enel al Ministero dell'Ambiente". Lo ha detto il sindaco di Rossano, Franco Filareto, nel corso di una conferenza stampa. "Lo scorso anno - ha aggiunto - lo stesso Ministero aveva rigettato il progetto dell'Enel sulla riconversione a carbone e non vedo come possa accettarlo ora visto che nulla di fatto è cambiato". Il sindaco ha, inoltre, sostenuto che la posizione delle istituzioni a livello locale non è cambiata affatto sulla perplessità di una riconversione a carbone della centrale.