No al carbone Alto Lazio

24 novembre 2010

Arsenico e vecchi problemi

Da Centumcellae.it:
L’Ue: niente più proroghe all’arsenico nell’acqua. E il problema ora è anche di Civitavecchia
"Alla fine l’Unione europea ha detto no. Troppe le proroghe ai livelli di arsenico nell’acqua richieste dal Governo italiano che, di fronte all’ennesima istanza, ha dato stavolta il suo diniego. In alcuni territori del Paese, infatti, le proroghe ai livelli fissati dall’Europa, sono arrivate infatti a 50 microgrammi/litro, vale a dire un valore ben cinque volte superiore al consentito. Ma la UE non si è fermata qui: ha richiesto infatti all’Italia l’emissione di ordinanze che vietino la potabilità in questi territori. 128 comuni italiani quindi sono a rischio di vedersi chiudere i rubinetti, e di questi ben 91 sono nel Lazio.
“Nell’elenco di questi 91– denuncia il Movimento Difesa del Cittadino – compaiono purtroppo i comuni di Civitavecchia, Santa Marinella e Tolfa, con un totale dichiarato di 48.200 cittadini interessati nel comprensorio” Cosa succede ora? E’ presto per dirlo. “Fonti giornalistiche – prosegue l’Mdc – parlano di contatti frenetici in corso tra il ministero della Salute e gli assessorati all’Ambiente delle Regioni interessate, e sembra sia stato chiesto un pronunciamento all’Istituto superiore di sanità per stabilire le linee guida cui dovranno attenersi le autorità mentre la Regione avrebbe preparato una specie di vademecum che presto dovrebbe essere distribuito presso scuole, uffici pubblici, ospedali, aziende. Siamo ovviamente contenti che l’Europa abbia finalmente posto la parola fine ad un rischio per la salute che si trascinava da anni, ma non vorremmo che i comuni interessati si limitassero ad emettere ordinanze di non potabilità che, inevitabilmente, finirebbero per gravare sulle tasche dei cittadini, costretti a spendere per acquistare l’acqua da bere. Sulla vicenda della frequente non potabilità dell’acqua e dei costi per la collettività eravamo già intervenuti interessando il Garante del Servizio Idrico Integrato e denunciando specificatamente la situazione del Comune di Civitavecchia. Il Garante ci aveva risposto chiedendo all’amministrazione comunale una relazione sullo stato del servizio idrico e sui provvedimenti intrapresi, ma nessuna risposta ci risulta sia stata data in merito. Nei prossimi giorni, quindi, torneremo ad interessare tale autorità, augurandoci che stavolta il Comune di Civitavecchia risponda ai quesiti pendenti. Ci attiveremo nei prossimi giorni chiedendo incontri con i Sindaci dei Comuni interessati e seguiremo, senza clamore inutile, come nostra prassi, la vicenda, informando i cittadini di quanto verremo a conoscenza”.
Nel frattempo comunque il Movimento Difesa del Cittadino invita tutti a non cadere in facili allarmismi. “L’acqua che uscirà dai nostri rubinetti oggi – concludono – è uguale a quella che è uscita ieri. Il provvedimento dell’UE è una buona notizia per i nostri cittadini: preannuncia probabili disagi, ma impone che l’acqua che beviamo sia finalmente sicura per tutti. E difficilmente l’Unione Europea potrà essere ignorata”.

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Mozione IdV alla Regione Lazio: TVN funziona in deroga a leggi e prescrizioni, occorre riesaminare il progetto

Da Libero-news
"Qual e' il reale impatto ambientale dell'impianto di Torre Valdaliga Nord? Da quanto risulta vi sono infatti differenze sostanziali tra il progetto che ha ottenuto la concessione Via da parte del ministero, sentita la Regione Lazio, e l'opera cosi' come invece verra' di fatto costruita''. Lo dichiarano i consiglieri dell'Italia dei Valori alla Regione Lazio, Claudio Bucci e Giulia Rodano, in una nota congiunta relativa a una mozione che impegna la Giunta a intervenire presso il ministero affinche' il progetto, comprensivo delle varianti, venga sottoposto a nuovo iter autorizzativo.

''Tali differenze - continuano i consiglieri regionali Idv - sarebbero tali da modificare significativamente l'impatto ambientale del nuovo impianto per cui occorre sottoporre il progetto 'de facto' a nuovo iter autorizzativo, nell'interesse della salute di ambiente e cittadini. Speriamo che la Giunta regionale accolga la nostra denuncia e non rimanga come al solito sorda a queste richieste. Occorre trovare una reale soluzione a questa vicenda, dove da quanto emerge apparirebbe evidente che interessi economici di politicanti e affaristi vogliano tacere irregolarita' pericolosissime''.

''Da tempo i cittadini e i rappresentanti locali chiedono che il progetto di riconversione dell'impianto di Torre Valdaliga Nord venga rivisto'', concludono Bucci e Rodano."

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ecoballe VS ecoBalloni

Vedelago, Veneto: una corretta e conveniente strategia di trattamento dei materiali post-consumo.

Civitavecchia, Lazio: ancora niente differenziata e un Balloni (Polo Civico) che vuole bruciare rifiuti indifferenziati (chiamandoli INGANNEVOLMENTE cdr) dentro la centrale TVN enel. GUARDA CASO, questo avveine in coincidenza con la presentazione del Piano Regionale dei Rifiuti.

Il Sindaco e la sua giunta invece puntano trionfalisticamente su ArrowBio grazie all'apertura inaspettata della Regione Lazio, ma si tratta in realtà di una soluzione-tampone, solo temporanea e mal progettata. Un sistema di trattamento finale a freddo che promette miracoli: fertilizzante, gas, metalli e plastica riciclati "senza che i cittadini debbano separarli". Balle!!

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Cobas Savona: quale indagine epidemiologica a Vado?

...Ma non esistono solo Sindacati deviati

Fonte: SavonaePonente
COBAS SAVONA – Il Comune di Cairo pare infine orientato a richiedere una indagine epidemiologica sulle malattie da contaminanti industriali. Da dove occorre partire? La letteratura scientifica ci dice con chiarezza quali malattie provocano i diversi contaminanti emessi dalle industrie. Esistono in tutto il mondo centinaia di indagini epidemiologiche riguardo al carbone. Come occorre fare?
Prima di tutto,monitorare l’insieme delle malattie e non solo quelle tumorali. Creare una mappatura dell’inquinamento e individuare tre livelli di esposizione in cui inserire la popolazione cairese. Vanno studiati i ricoveri per acuti, distinguendo bambini e adulti, maschi e femmine. Per i bambini, incidenza di sinusiti, bronchiti, otiti, asma; per gli adulti: insufficienza respiratoria e cardiaca, asma, bronchite cronica, infarti. Poi,la mortalità: per i bambini leucemie, encefalo, linfomi e sarcomi; per gli adulti polmone, laringe, vescica.
Poi, morti per malattie cardiovascolari, respiratorie, diabete, malattie autoimmuni, abortività spontanea, malformazioni congenite.
L’indagine epidemiologica deve andare di pari passo con la misurazione delle emissioni di tutte le industrie che insistono sul Comune di
Cairo (esempio,Tirreno Power di Vado Ligure,con gruppi a carbone a meno di 50 chilometri).
La popolazione deve sostenere l’indagine, che deve essere trasparente e finalizzata a tutelare la salute dei cittadini.

Confederazione Cobas Savona

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Terra di Poeti e Coglioni. I sindacati Nazionali primi dipendenti dal carbone

Riportiamo un articolo a firma di V. Rossi, da SavonaePonente 

Tema: Tirreno Power.
Svolgimento: “Il progetto tecnicamente è a posto” (strano, a noi risultava -  come da perizia giurata – che ci fossero  dati  inesatti e che il prospettato miglioramento della qualità ambientale fosse stato basato addirittura su cifre inventate, ndr).
“Abbiamo ricevuto i dati sui monitoraggi” (quali? ndr).
“E’ partito il tavolo ambientale per il controllo pubblico delle emissioni” (ma davvero? Finora ci risulta che se ne sia soltanto parlato, ndr)”.
“Ora spetta alle istituzioni decidere sul futuro dell’ampliamento della centrale vadese. Il cuore della questione è portare avanti la trattativa industriale, tuttavia non posso far a meno di notare che gli enti pubblici ed in primis la Regione sembrano eludere il problema e c’è un continuo rinvio su una scelta che ormai hasolo un significato politico”.
Voto: 3- , almeno per chiunque conosca davvero l’argomento e si renda conto del cumulo di inesattezze riunite in queste poche frasi.
Invece no.  Ben pochi rispondono:  “Ma che stai a di’?”. Tutti gli altri tacciono in religioso silenzio.

Ipse dixit.
E chi è che dixit?  Francesco Rossello, segretario provinciale della CGIL.
Quella stessa CGIL  che in tempi non lontani fece clamorose battaglie per difendere i lavoratori dell’ACNA, che si ammalavano e morivano proprio come oggi si ammalano e muoiono gli abitanti di Vado Ligure, di Savona, di Spotorno, di Noli (e gli stessi lavoratori della Tirreno Power: siamo a conoscenza di almeno tre casi).
Ma come si fa ad ignorare l’impatto sulla salute che ha già OGGI questa centrale a carbone di città, impatto provato da decine, per non dire centinaia di studi scientifici?
Come si fa a dire “abbiamo ricevuto i dati sui monitoraggi“, quando non esistono altri monitoraggi se non quelli eseguiti dalla stessa Tirreno Power?
Come si fa a pensare che le amministrazioni “continuino a rinviare una scelta che è solo un fatto politico“, quando è palese che le amministrazioni, pur prese per il collo dalle pressioni economico-politiche, sembrano mostrare ancora  quel barlume di intelligenza sufficiente a  capire che pensando solo al fatto politico sarebbero responsabili di decine di ULTERIORI morti?
Certo, il signor  Rossello può pensare che sia “solo un fatto politico” (ma poi, in che senso? TUTTO è politico: anche prendersi cura della salute):  perché nessuno ricorda di aver visto il signor Rossello ad alcuna conferenza tenuta da medici che spiegavano il motivo per cui la centrale a carbone di Vado è già ritenuta una bomba innescata, mentre  il suo ampliamento equivarrebbe ad un’esplosione.
Nessuno ha mai visto ad alcun dibattito aperto (leggi: dotato di quel contraddittorio che sempre si invoca quando non serve a  un accidenti, ma MAI quando sarebbe davvero necessario) né il signor Rossello, né la signora Meneghini della CISL, né  nessuno degli altri sindacalisti che oggi sbavano dal desiderio di offrire ai savonesi questa trentina, o cinquantina che sia, di posti di lavoro, in cambio di venti morti all’anno e di un costo sociale di oltre 100 milioni di euro annui (come risulta dall’elaborazione dei dati Externe dell’Unione Europea).
E’ possibile che il signor Rossello & C. ignorino questi dati di fatto?
SI’.
E’ possibilissimo, anche se le relazioni dei medici sono state inviate praticamente a tutto il mondo: perché pochissime persone le hanno lette.
Leggere, studiare, capire è fatica: è molto più facile bollare i medici ambientalisti come “fanatici” ed evitare di prenderli in considerazione,  tanto si trova sempre qualche mediconzolo servo del potere disposto a dire qualche bel “ma vaaaaa ma va laaaaaaa”, ovviamente non motivato né supportato da alcuno studio scientifico (perché NON NE ESISTONO a favore del carbone), ma sufficiente a mettere a tacere le coscienze.
Quelle sporche, ovviamente.
Si dirà:  i rapporti medici sono difficili da capire, il linguaggio scientifico non è alla portata di tutti, magari hanno letto ma non hanno capito bene.
La scusa, però, è deboluccia: perché gli stessi dati sono stati riportati su  decine di siti, blog, giornali  (almeno quelli online), in forme comprensibili anche da un bambino di dieci anni. Senza contare che ci sono molte altre cose che un amministratore o un sindacalista può “non capire”, anche perché nessuno è  tenuto a capire tutto: la laurea in tuttologia non è poi così diffusa, ed è per questo che in mille campi diversi il politico – o il sindacalista – di turno  si affida ad esperti esterni,  li ascolta con il massimo interesse e prende per buone le sue parole.
Succede sicuramente nel campo dell’edilizia, per esempio: e gli esperti  che bazzicano Savona forse non sono poi così in gamba, visti i risultati… ma le loro parole vengono prese comunque per oro colato, tanto che a volte serve l’insurrezione popolare per evitare che si sprechino miliardi in mostruosità architettoniche. E altre volte non basta neanche quella, perché  sprechi e mostri vanno avanti ugualmente.

Sta di fatto che gli esperti vengono convocati, pagati, ascoltati e seguiti.

Invece, quando si parla di salute, gli esperti (che sono ovviamente i medici) vengono tenuti a distanza.
All’ormai celeberrimo (anzi, famigerato)  studio IST-ARPAL che avrebbe dovuto valutare l’impatto dell’inquinamento sulla salute dei cittadini (e che non l’ha fatto, anche se hanno cercato di farci credere di sì) NON HA PARTECIPATO NEPPURE UN MEDICO. C’erano matematici, biologici, statistici, perfino un architetto. Medici, ZERO.
Allora i medici, poveracci, si fanno avanti in proprio: d’altronde hanno giurato “di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo”. Hanno un codice etico e deontologico che li obbliga ad occuparsi della salute pubblica:  se non lo facessero, non sarebbero medici degni di tale nome.
Per questo si fanno avanti e cercano di spiegare, di far capire.
Invece di essere pagati, come dovrebbero esserlo tutti i consulenti tecnici, PAGANO DI TASCA LORO, perlomeno in  termini di tempo ed energie che impiegano a scrivere relazioni, a farle avere a tutti gli interessati, a cercare, insomma,  di informare chi di dovere su quello che sta succedendo e quello che potrebbe succedere.
Risultato? Zero.
Nessun amministratore e nessun sindacalista noto sembra essere a conoscenza del contenuto di quegli studi, di quelle ricerche, di quelle relazioni.
Qualche sindacalista molto meno noto, in realtà,  dimostra di aver capito  (forse perché lui a qualche convegnoc’è andato)… ma quando gli si chiede di prendere pubblicamente posizione allarga le braccia: “Non posso farlo, per motivi politici”.
Gli stessi motivi che trattengono tante persone per bene, rappresentanti di questo o quel partito, che sarebbero anche convintissime delle ragioni ambientaliste ma che non possono sposarle (almeno non pubblicamente) perché sanno che il giorno dopo sarebbero tagliate fuori dai partiti, da ogni possibilità di raggiungere uno straccio di cadreghino ma anche, magari, da ogni possibilità di portare avanti altre battaglie a cui  tengono davvero e che non vogliono mollare.
Purtroppo di persone per bene di questo tipo ce ne sono a destra come a sinistra (come è logico che sia, perché la salute non può avere colore politico): ma non mettono fuori il naso, perché i pochi (pochissimi, a dire il vero) che ci hanno provato, il naso se lo son visti tagliare via.
Attenzione: noi siamo convinti che la battaglia in difesa della salute valga più di ogni altra, perché senza salute non può esserci istruzione, né lavoro, né pari opportunità, né null’altro. La  battaglia per la salute è come quella per l’acqua: la difesa di un bene primario, anzi “del” bene primario in assoluto.
Però possiamo capire che ognuno abbia le sue priorità; e possiamo capire che a qualcuno scocci sposare una battaglia che porta grande impopolarità. Abbiamo visto tutti chiaramente come in questa Provincia dichiararsi “ambientalisti ” significhi bruciarsi politicamente, perché i  grandi business di questa provincia sono carbone e cemento.
Chi non li vuole, automaticamente non viene più  “voluto”.
Purtroppo, se il cemento fa danni di altro tipo,  il carbone uccide.
Fa fuori una ventina di persone all’anno  (sono sempre dati scientifici, non “allarmismi fanatici”) e ne fa ammalare un quantitativo non ancora definito, ma sicuramente molto più elevato.
E allora, pur capendo chi ha paure di vario genere, continuiamo a sostenere che – business o non business -  il carbone vada assolutamente combattuto: anche perché le alternative ESISTONO.
Nessuno vuole mettere dei lavoratori in mezzo alla strada: si vorrebbero solo trovare soluzioni che permettano loro di lavorare senza rischiare la pelle e senza farla rischiare a chiunque abiti nel raggio di 50 chilometri.
Ma a fronte di tutto questo, chi parla di salute viene bellamente ignorato. Anzi, peggio:  un dirigente sindacale si permette di trattare l’argomento con  orripilante superficialità.
Il dirigente di  un sindacato, dannazione! Ovvero chi per primo,  forse prima ancora delle amministrazioni, la salute dei lavoratori dovrebbe tutelarla.
Uno di quegli stessi personaggi che poi sbraitano nei megafoni che vogliono “sicurezza sul lavoro”: ma le  morti sul lavoro non sono soltanto quelle dell’operaio schiacciato dalla pressa. Sono anche quelle dell’operaio che respira veleno ogni santo giorno.
Ai tempi dell’ACNA la CGIL (almeno lei) lo sapeva. Ora l’ha dimenticato.
O quantomeno l’ha dimenticato Rossello.
Cosa si può dire, di fronte ad atteggiamenti ottusi come questi?
Ci si pone sempre la stessa domanda che ci eravamo già posti in precedenza: c’è sotto della clamorosa malafede, o davvero questi signori non hanno ancora capito che stanno giocando con la pelle  dei lavoratori, oltre che con quella  dei cittadini?
Ma oltre a questo non si sa davvero cosa dire. Non ci sono  parole.
O meglio, ce ne sarebbe una: quella che un signore di una certa notorietà politica ha rivolto “agli italiani che voterebbero contro il proprio interesse” (nel caso non ve ne ricordaste, qui sotto trovate un  breve video-memorandum”).

“Coglioni”, già.
Termine che ormai è sicuramente divenuto di libero utilizzo (un po’ come “orcodio”), visto che nessuno ha denunciato il signore che l’ha affibbiato a metà del popolo italiano. Quindi  presumo che potremmo dirla anche noi, senza rischiare nessuna querela:  ma porca miseria, non  ci basta.
Rende, sì,  l’idea del misto di ignoranza, menefreghismo e superficialità dimostrata dai nostri sindacalisti nel caso Tirreno Power: ma non soddisfa del tutto… anche perché  proprio il fatto che l’abbia pronunciata il signore di cui sopra (uno che la sua ex moglie ha definito “uno che non sta bene”), la fa somigliare un po’ troppo al classico insulto che scappa di bocca a qualcuno che non ci sta più con la testa.
Invece i  difensori della salute, con la testa, ci stanno ancora.
Ma a volte hanno l’impressione di essere gli unici ad esserci… e anche questo, in fondo,  è un po’ tipico dei matti.
Dunque, vedete come è difficile?
Vedete come diventa arduo, quando si sa di avere ragione e di essere qui a lottare anche per la pellaccia altrui, trovare le parole giuste per rispondere a  quelli che invece vogliono fare business sulla nostra pelle, o  a quelli incapaci di capire cosa sta succedendo,  quelli che sbavano dietro a qualche posto di lavoro senza capirne il costo reale?
Se cerchi di spiegare civilmente le tue ragioni, vieni snobbato.
Se  insulti, passi da fanatico isterico.
Se urli, passi da matto.
E infatti così ci trattano quelli che rifiutano di ascoltare i comitati; quelli che i medici li convocano “giusto per”  (e cioé: perché  l’Ordine dei Medici è una figura di una certa rilevanza politica, che quindi non si può ignorare del tutto come si fa con dei semplici rappresentanti dei cittadini), ma non si scomodano neppure a riceverli personamente, e ad ascoltarli ci mandano una giovane signora che palesemente non sa di cosa si stia parlando; infine, ci trattano come matti quelli che, un tempo, erano tra le espressioni più forti e più incisive della volontà (oltre che dei diritti) dei lavoratori, degli operai, del popolo…e  che adesso non si sa più bene cosa siano:  se  ingranaggi di questo sistema marcio che sta portando alla rovina il Paese, o semplicemente portatori sani di ignoranza galattica.
Cosa rimane?
Rimane la gran voglia di urlare “COGLIONI! Come potete non capire quello che state facendo a tutti noi, compresi i vostri stessi figli?“; ma non per insultare, come fanno gli anziani signori fuori di testa. Solo per attirare l’attenzione.
Perché sentiamo la necessità, l’urgenza di  informare, di aprire gli occhi, di far capire la reale gravità di un problema che viene regolarmente sottostimato.
Noi continuiamo a provarci: ma ci rendiamo conto che spesso parliamo al vento. Che continuiamo ad urtare contro un muro di gomma fatto di una democrazia ridotta a burletta, di interessi di pochi che travalicano l’interesse di tutti, di poteri che corrompono e/o  minacciano, di media asserviti, di politici imbavagliati o silurati.
Così  succede che, alla fine, da coglioni passiamo noi.

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350.org: immagini dall'evento

Una galleria di suggestive immagini dall'evento 10/10/10 organizzato da EARTH 350.org
Per vederla clicca qui

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-20 anni alla fine del carbone cinese

Da Petrolio/Blogosfere
"Il picco del carbone cinese?
Questo è un argomento a cui non crede nessuno. Persino i più accaniti sostenitori del picco del petrolio, persino i più convinti catastrofisti sulla fine delle risorse energetiche non hanno mai osato ipotizzare un'imminente crisi del carbone. Che poi occorra considerarlo come "finito" perché inquinante come quasi nessun altra risorsa è assodato, ma di carbone ce n'è a iosa e neanche si... sprecano energie a misurarlo.

Nessuno lo fa insomma, tranne ovviamente i cinesi. Il Paese più previdente del mondo (a modo suo) sta pensando di limitare la produzione interna di carbone nel periodo 2011-2015. Il
governo è preoccupato che le riserve stiano scendendo troppo velocemente a causa di un'economia in espansione incontrollata.

La Cina vanta il 14% delle riserve mondiali di carbone, ma il suo consumo è uno stellare 47%, più del triplo, il che è insostenibile. Così il Wall Street Journal:

Anche se il limite non è stato ancora ufficialmente introdotto, la Cina non può mantenere una produzione crescente per un altro decennio. Il settore minerario è soffocato da colli di bottiglia infrastrutturali, specialmente strade e ferrovie, e le riserve di carbone più facili da estrarre sono già state sfruttate. Gli esperti cominciano a fare previsioni su quando le riserve cinesi si esauriranno: uno scenario da incubo, in un Paese dove il 70% dell'energia deriva dal carbone.

Non è facile calcolare le riserve cinesi. Ma è certo che, come per il petrolio, non tutto il carbone ha la stessa resa energetica: molti dei nuovi depositi scoperti in Mongolia, ad esempio, sono di scarsa qualità. E se anche la Cina dovesse limitare la crescita della domanda ad un 5% annuo, resterebbe senza carbone in appena 21 anni.

E' una cosa che mette i brividi, venire a sapere che il carbone cinese possa finire in un così breve lasso di tempo. Il carbone non era pressoché infinito, credevamo noi? Nulla è infinito, e tutto sembra agli sgoccioli in questa tempesta perfetta.

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22 novembre 2010

Incidente Capitani: fissato per il 30 novembre il sopraluogo dei periti

Da TrcGiornale.it
Il giudice per le indagini preliminari Marco Mazzeo ha fissato per il 30 novembre prossimo il sopralluogo di tutti i periti, in merito all'indagine sull'operaio Sergio Capitani, deceduto il giorno prima di Pasqua in un incidente sul lavoro a Torre Valdaliga Nord.

La decisione è arrivata dopo che l'avvocato Davide Capitani, legale della famiglia dell'operaio e cugino della vittima, si era lamentato del fatto che l'indagine si era praticamente fermata. Evidentemente ha avuto il suo effetto.

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Cina, Batian: 28 minatori intrappolati sotto il carbone

ANSA: 28 minatori cinesi intrappolati sotto terra a causa dell'inondazione di una delle migliaia di miniere di carbone del Sichuan.

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20 novembre 2010

Progetto Registro dei Tumori della Provincia di Vt. E la PREVENZIONE CONTRO I TUMORI CHI LA FA?

Comunicato stampa

Il Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia e il Movimento Nocoke Alto Lazio hanno partecipato alla conferenza stampa di Giovedì 18 Novembre, giorno della presentazione del Registro Tumori provinciale presso la sede della ASL di Viterbo.

La loro presenza è stata immediatamente contestata da un Sindaco di Tarquinia intimorito e sgarbato, che in un comprensorio avvelenato da 7000 MW di corrente elettrica prodotta bruciando il peggior carbone, il peggior olio combustibile, un enorme porto, discariche e cementifici, ha cercato di spostare l’attenzione dalle sue responsabilità sottolineando nel suo intervento che occorra primariamente mettere a fuoco le responsabilità degli agricoltori, lasciando intendere che -a suo parere- il registro avrà questo tra i suoi obiettivi principali.

La cosa che il sindaco tarquiniese Mazzola non ha detto, ma i responsabili dei Comitati hanno prontamente messo in rilievo, è che lui, assieme ai sindaci dei Comuni di Civitavecchia, Santa Marinella, Allumiere e Tolfa, ha ricevuto e sta tuttora ricevendo soldi da enel (qui si scrive sempre tutto minuscolo, NdR) e i soldi dell’inquinatore non dovranno finanziare il Registro dei Tumori, così come non possono finanziare il nuovo Osservatorio Ambientale, nato per iniziativa del Ministero dell’Ambiente dopo le denunce di noi liberi cittadini.

Dopo aver attentamente ascoltato le parole del futuro responsabile del costituendo Registro dei Tumori, i rappresentanti del Comitato di Tarquinia hanno posto alcuni interrogativi ai responsabili del progetto del Registro, al fine di ottenere risposte concrete sull'operatività del nuovo organismo.

Dalle risposte ricevute è emerso che il Registro produrrà informazioni sul tipo di patologie diffuse nel comprensorio SOLO tra alcuni anni, durante i quali le centrali termoelettriche di Civitavecchia e Montalto potranno tranquillamente continuare a inquinare, indisturbate. I rappresentanti del Comitato hanno evidenziato come nel comunicato di invito alla conferenza si parlasse solo di diagnosi e terapie da mettere a punto in base alle risultanze del Registro, ma nulla si dice e nulla è stato detto circa le fonti dell'inquinamento, che oggi con gli strumenti della scienza possono essere individuati. Quello che manca per farlo è una volontà politica che indirizzi le indagini epidemiologiche in modo corretto e imparziale.

Nulla, invece, si è detto sulla prevenzione primaria contro i tumori, su come evitare le patologie legate all'inquinamento ambientale. Ci si limiterà piuttosto a contare i deceduti e i malati, ex post.


Perché i sindaci non pretendono che vengano misurate continuamente le emissioni al camino di tutte le fonti più inquinanti per poterle mettere in relazione con le analisi sui tessuti tumorali dei nostri malati?

Chiediamoci tutti: perché il sindaco di Tarquinia non protegge gli interessi e la salute dei suoi cittadini?

Questa strategia ingannevole è smascherata ormai da tempo. Noi cittadini dell’Alto Lazio (e non solo: Brindisi docet) la combattiamo da anni: in una terra nuovamente violentata dalla recente riconversione a carbone di TVN, certe istituzioni deviate tentano di scaricare il grosso delle responsabilità dell'inquinamento sulle attività agricole. L'ipotesi del sindaco Mazzola tralascia in modo interessato di considerare i dati sulla qualità dell’aria del nostro territorio.

Le compensazioni economiche mendicate a enel da Mazzola dimostrano il loro nefasto potenziale inquinante: si calpesta la verità dei dati reali (vedi il Monitoraggio indipendente finanziato dai cittadini), e si permettono scempi del bene pubblico. Gli agricoltori non hanno pagato compensazioni e non hanno legami forti con appalti e politica: sin troppo facile bersaglio.

Movimento Nocoke Alto Lazio
Comitato cittadini liberi

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enel TorrevaldaligaNord: la sicurezza è fittizia

Da TrcGiornale.it Usb: “Sicurezza di facciata, le istituzioni intervengano”
"Nessuno finora ha sentito il bisogno di commentare l'istituzione dei delegati safety d'area, nessuno ha provato il minimo imbarazzo di fronte a un accordo che ha un fine chiaro come il sole, quello di dare l'illusione di un impegno sulla sicurezza che invece non c'è, di convincere l'opinione pubblica che in Enel, dopo tre morti sul lavoro in pochi anni, le cose stanno finalmente cambiando". È il duro commento dell'Unione di Base della centrale di Torre Valdaliga Nord, dopo la denuncia che l'istituzione di alcune figure deputate al controllo della sicurezza in centrale sarebbe avvenuta al di fuori di quanto previsto dalla vigente normativa. In questo senso la Usb continua a parlare di "sicurezza di facciata" e di "delegati fantoccio che – si legge sempre nella nota – fanno comodo solo a chi vuole occultare la realtà". Il sindacato di base chiede che vengano "eletti i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza in tutte le aziende che operano a Tvn, che venga potenziato il loro ruolo con specifici accordi locali e soprattutto che si sostituiscano al più presto – conclude la nota – le inconsistenti figure dei delegati safety". Infine la Usb chiede che la Asl effettui i controlli dovuti e alla politica e alle istituzioni un intervento.

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