No al carbone Alto Lazio

27 agosto 2011

Noi che permettiamo tutto questo

Porto di Civitavecchia 2011 - il suo contributo all'inquinamento della città

Sperando di non fare torto all'autore, pubblicchiamo qui una riflessione di M. Aprile (Pastore protestante di Civitavecchia) pubblicata sul suo profilo Facebook. Ringraziamo Aprile per un nuovo contributo di passione civile. Con l'augurio che la cittadinanza torni a sentire su di sé piena responsabilità per ciò che lascia accadere attorno a sé, per la pigrizia che ne rallenta il cammino verso una migliore condizione. I grassetti sono i nostri.

O Dio, che dici di essere buono, perché hai lasciato che mio figlio di cinque anni si ammalasse di leucemia?”.

Ecco un esempio, vero, di preghiera difficile, molto difficile.
In essa si esprime il problema dei problemi: la sofferenza ingiustificata dell’ innocente.

Non si tratta, comunque, di materia per mere esercitazioni intellettuali di studenti di teologia. Qui c’è la protesta dell’anima. Questa preghiera è attacco frontale alla fede, specie a quella cristiana, che si fonda proprio sulla misericordia divina.
Ritornano in mente le dure parole di Ivan ad Alioscia ne’ “I Fratelli Karamazov” che a proposito della sofferenza dei bambini innocenti conclude: Se
questo è il prezzo da pagare per l’armonia allora “mi affretto a restituire il biglietto d’entrata. E se sono un uomo onesto, sono tenuto a farlo al più presto. Non che non accetti Dio, Alioscia, gli sto solo restituendo, con la massima deferenza, il suo biglietto”.

Ogni volta che noi pastori (e qui come pastori mi riferisco a tutti, sacerdoti e pastori evangelici, catechisti e monitori di Scuola Domenicale, cappellani e persone che a vario titolo di fede offrono “cura d’anima”) ascoltiamo preghiere del genere, anche se solo sussurrate e spezzate dal pianto, ci tremano le vene ai polsi.
Ci sentiamo messi all’angolo.
Parlare significa rischiare di arruolarsi nella schiera degli amici molesti di cui Giobbe fece triste esperienza; tacere può essere ammissione della sconfitta del Dio-di-misericordia. E allora la tentazione più grande è quella di non fare né l’una, né l’altra cosa, ma di fuggire. Fuggire lontano da domande come queste che sono come un fuoco in grado di divorare ogni cosa.

Nella mia esperienza pastorale ho imparato che non c’è via d’uscita. In questi casi dobbiamo accettare di sbagliare. Parlerò, se proprio sentirò di avere una parola da Dio. Starò zitto se non ne sarò capace. Una volta farò una cosa e una volta l’altra. Nell’uno e nell’altro caso, non mi dirò certo di aver fatto la cosa giusta. L’unica opzione che non mi è data, comunque, è quella della fuga, della diserzione intellettuale e spirituale dal quesito.

Ma tutto questo è solo una premessa. Perché trovandomi, almeno per questa volta, soltanto davanti ad un caso “ipotetico”, voglio cercare di articolare una riflessione, non una risposta beninteso, che possa essere utile almeno in parte. E lo faccio partendo dal contesto in cui vivo.

Ecco una foto di oggi, di due bellissime navi da crociera, nel porto della mia città, Civitavecchia.
(Benché non sia la “mia” città, forse perché le assomiglia molto (sono di Napoli), forse per il carattere della gente, espansivo e cordiale, o chissà per quale altra ragione, la sento proprio come fosse la mia.)

Provate a immaginare la quantità di smog, di aria assolutamente irrespirabile che queste fumarole producono: ogni giorno, diverse ore al giorno, diverse navi di questa stazza;
Considerate gli sbuffi velenosi che più spesso nottetempo escono dalle ciminiere delle centrali elettriche, quella della Tirreno Power e quella a carbone dell’Enel;
Considerate lo smog prodotto da uso ed abuso di automobili, e dalle altre mille forme di inquinamento dell’aria a cui è esposta la città.
Aggiungete a tutto questo anche decisioni che sembrano grottesche, come quella presa dalla Giunta Comunale, in questi giorni agostani, di privatizzare i parchi pubblici;
Considerate questa incuria, e forse anche un grado di silenziosa complicità, in nome del business e dello “sviluppo”, e condite il tutto, se volete, con la leggera e allegra partecipazione di molti di noi alle feste di piazza sponsorizzate dagli stessi che arrecano danno (il tabellone estivo dell’Enel è davvero impressionante se si considera la crisi in cui siamo).
Ecco, considerate tutto questo e poi, tornate a quella difficile preghiera iniziale.
La ripeto: “O Dio, che dici di essere buono, perché hai lasciato che mio figlio di cinque anni si ammalasse di leucemia?”.

Effettivamente ci sono dei casi in cui proprio non sappiamo darci spiegazione. Effettivamente ci sono dei casi in cui dire una parola è poco e dirne due è troppo. Effettivamente sulle labbra di un padre o di una madre, una frase del genere è sempre struggente e va accolta con rispetto.
Ma non vi pare che noi adulti dovremmo interrogarci anche un po’ prima? Non vi pare che bisognerebbe non disertare dai compiti di più attiva cittadinanza per cercare di tutelare l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo? Non vi pare che prima di inquisire Dio sul suo mancato agire, dovremmo interrogarci sul nostro agire “dissennato”?
Credo che ogni volta che vediamo immagini come queste, dovremmo pensare ad una persona, magari molto giovane, della quale conosciamo il nome, che si è ammalata ed ha grandemente patito per una malattia che può essere dovuta al cumulo di tali eventi.

Lo so, non è facile stabilire una semplice correlazione tra causa ed effetto. Eppure la relazione c’è.

Infine, per quello che ho capito del Dio di Gesù, non credo che Lui sia indifferente a casi del genere. E’ solo che ha scelto di farlo “incarnandosi”. Egli vuole tutelare la vita per mezzo mio e tuo. La sofferenza dell’innocente non può e non deve essere, neppure per un momento, alibi del nostro disimpegno. Questa sì sarebbe con certezza una bestemmia.
Pastori di ogni religione, credenti di ogni cristianesimo, devoti di ogni santo, padri e madri tutte, meditate.
La domanda non è semplicemente perché Dio tarda a soccorrere l’innocente, ma perché non lo facciamo noi, che diciamo di credere in un Dio misericordioso.
Soltanto quando ci saremo battuti con tutta la nostra forza e intelligenza, per immaginare e preparare un mondo migliore, la parola “resurrezione” affiorerà sulle nostre labbra e sarà non semplicemente consolatoria, ma parola di vera speranza.
“Kyrie eleison”.

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26 agosto 2011

Incendio a TVN, il punto della situazione

l'incendio visto dal mare (centumcelae.it)
TVN, la combustione da vicino (immagine da Bignotizie.it)
L'incendio e TVN da alcuni Km di distanza
La nube sopra Tarquinia, inquadratura verso ovest / nord-ovest (sullo sfondo il Monte Argentario e la centrale termoelettrica di Montalto Marina)

Tentiamo qui un punto della situazione.

Non si registrano feriti. L'intervento dei VVF è effettivamente iniziato solo in tarda mattinata, in quanto per ragioni tecniche si è atteso prima che tutto l'olio presente venisse combusto. L'incendio è stato infine spento nel primo pomeriggio.

La nube prodotta dalla combustione si è inizialmente diretta verso Allumiere, poi il vento ha cambiato direzione e l’ha spinta verso Tarquinia Lido, dove è stata visibile per alcune ore. Infine la formazione nera si è spostata nell’entroterra della Tuscia, verso Viterbo.

Il direttore della centrale Enel di Torre Valdaliga Nord G. Molina ha dichiarato che il secondo gruppo dei tre, quello interessato dall'incendio, resterà chiuso per accertamenti nelle prossime ore.

Grossi dubbi sui sistemi di sicurezza e sulle ricadute ambientali e sanitarie dell'episodio, ma l'arcinota pletora di sindacalisti corrotti e politici fedeli al padrone (compresi quelli insediati nell'Osservatorio ambientale abusivo di Moscherini) non ha tardato a lodare l'operato e la gestione dell'incidente da parte dell'Ente, e a ridimensionare l'accaduto.
Il Codacons ha sollecitato la Procura della Repubblica di Civitavecchia per l’apertura immediata di una indagine e il blocco eventuale della centrale.

Ricordiamo che il cantiere per la riconversione a carbone di Torre Valdaliga Nord è stato già teatro di tre infortuni mortali e di altri meno gravi, tra gli operai.

Di seguito i commenti all'accaduto, così come riportati nella stampa locale:


Fonte: Bignotizie.it
La prima presa di posizione ufficiale è arrivata da Cgil, Cisl e Uil i cui segretario - Caiazza, barbera e Di Marco hanno diffuso la seguente nota: "CGIL CISL UIL di Civitavecchia, relativamente all'incidente intervenuto questa mattina nella Centrale di Torrevaldaliga Nord, esprimono forte preoccupazione e chiedono ad ENEL di convocare tempestivamente le OO.SS., confederali e delle categorie che operano nella Centrale, per fare luce sull'accaduto. CGIL CISL UIL ritengono prioritario l'impegno per salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori e dei cittadini del territorio.
"L'episodio di questa mattina, che avrebbe potuto avere conseguenze più gravi e drammatiche, comporta – comunque - problemi ambientali rilevanti in ragione dei fumi legati alla combustione dell'olio contenuto nel trasformatore che si è incendiato. Tale episodio - concludono le tre organizzazioni sindacali - deve costituire un campanello di allarme (da ascoltare attentamente) capace di indurre al massimo impegno per rimuovere tutte le possibili condizioni di rischio e di pericolo nel funzionamento dell'Impianto".

Poi c'è stata quella di Sinistra Ecologia e Libertà: "E' importante che in questa fase vi sia la massima trasparenza sulle cause e sulle conseguenze dell'incendio nella centrale Enel di TVN. La popolazione è sensibilmente scossa e preoccupata per un incidente che teme possa avere ripercussioni sull'ambiente e sulla salute. Per evitare quindi allarmismi e consentire alle autorità di indagare su quanto accaduto è indispensabile assicurare la massima prudenza e la massima informazione ai cittadini. In questo senso il Sindaco, in qualità di responsabile per la salute dei cittadini, giochi un ruolo centrale, ponendosi a garanzia della massima trasparenza. Un primo passo per la tranquillità di tutti è quello di lasciare la centrale chiusa fino a quando non venga fatta chiarezza, in modo particolare sulle conseguenze dell'incendio, sperando che davvero non vi sia nulla da temere per la citta' e il suo comprensorio".

Fare Verde Tarquinia. "Chiediamo agli organi competenti di emettere un provvedimento immediato di chiusura definitiva della centrale elettrica Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia all'interno della quale stamani si è sviluppato un grave incendio. La centrale è un pericolo per il territorio – prosegue Fare Verde – il Ministero dell'ambiente, la Asl di viterbo e l'Arpa devono urgentemente accertare se ci sono stati danni all'ambiente e alle persone che ignare di quanto stava accadendo affollavano il litorale tarquiniese. La nube di fumo si è prima diretta verso le colline, poi il vento ha cambiato direzione e l'ha sospinta verso Tarquinia Lido. La nube scura per alcune ore è stata visibile sul cielo del litorale tarquiniese. Poi, spinta dal vento, la striscia nera si è spostata nell'entroterra viterbese".

Stefano Giannini (Giovani Democratici). "Non è più il tempo di appelli all'indignazione a sé stante quando una cittadinanza è frustrata e stanca. Non è più il momento di gridare allo scandalo perché, purtroppo, la maggioranza dei Cittadini è assuefatta sia agli scandali che agli "urlatori". È il momento di pretendere una scelta politica chiara, netta e coraggiosa. Ad Aprile si andrà alle urne e i cittadini potranno scegliere chi secondo loro avrà le capacità per imporre finalmente un controllo adeguato e vincolante, non farzesco , dell'inquinamento della centrale Enel e di programmarne la cessazione dell'attività nel tempo adeguato. Sta diventando ormai un'abitudine per i civitavecchiesi vedere alzarsi del fumo nero da qualche punto della città. Stamattina, a provocare questa "boccata d'aria pulita", è stato l'ennesimo incidente a TVN. La centrale a carbone, che doveva essere all'avanguardia sia per l'emissione di polveri sottili sia per la sicurezza, ha dimostrato di essere di nuovo un tangibile pericolo. Se a tutto questo aggiungiamo i fumi neri che escono dalle navi ancorate al porto e l'assoluta mancanza di un sistema intelligente di trasporto urbano che possa limitare il traffico, ci troviamo davanti ad una situazione ormai gravissima e fuori controllo. Parallelamente l'esigenza di far luce su quanto accaduto alla centrale, chiediamo alle istituzioni di assumersi le proprie responsabilità e cercare una soluzione per salvaguardare la nostra salute. Ciò significa andare oltre la semplice ed isolata "visita di piacere" ogni qual volta accada qualcosa. I cittadini ormai sono stanchi delle chiacchiere, della propaganda e delle passerelle. Soluzioni. Fatti. Concetti da sempre teorizzati dall'Amministrazione, ma mai messi in pratica".

Udc. "L'incidente di stamane a TVN non ha avuto fortunatamente conseguenze drammatiche Esso ripropone, però, nella sua gravità inquietanti interrogativi in merito ad alcuni aspetti inerenti la sicurezza dell'impianto e l'impatto sulla salute e sull'ambiente che le varie attività produttive hanno nel nostro territorio. La relazione peritale effettuata dopo la morte di un operaio a TVN lo scorso anno ha sollevato alcuni dubbi strutturali sull'impianto , un impianto la cui complessità esige un accurato programma di manutenzioni per garantire la necessaria sicurezza lavorativa che non può mai essere sacrificata ad interessi economici. Non si può e non si deve risparmiare sulla sicurezza perché garantendo la sicurezza si difendono anche l'ambiente e la salute dei cittadini la cui tutela non può essere affidata al vento più o meno favorevole ( per noi ma non per altri ) che spira in quel momento . Lo stesso discorso vale per tutte le attività che insistono nel nostro territorio, ivi compreso il porto, ai cui responsabili si chiede il massimo sforzo per garantire alla città uno sviluppo ecosostenibile. Non è vera occupazione quella che non tutela salute ed ambiente , basta ricordarsi dell'amianto e delle sue dolorose conseguenze. E' per questo motivo che l'UDC continuerà a battersi perché le aride logiche speculative non prevalgano mai sull'interesse comune nella chiara consapevolezza ,però, che solo tutti insieme ce la possiamo fare. Auspichiamo, infine, che l'Enel informi tempestivamente , in maniera compiuta ed ufficiale, la città su quanto accaduto".

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Incendio di Torre Valdaliga Nord a carbone, altri video

L'incendio visto da Tarquinia


Dalla terrazza di un'abitazione: clic qui

...E dalla zona industriale

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Esplosione a Torrevaldaliga Nord, la centrale a carbone enel in fiamme

Il boato è stato infernale, probabilmente nessuno dei cittadini ha potuto non avvertirlo. Alle ore 10 circa di questa mattina, il rumore di un'esplosione proveniente dalla centrale a carbone TVN (enel) ha fatto saltare di spavento gli abitanti di Civitavecchia, e prima ancora di vedere il fumo nero che si levava dalla centrale, quasi tutti erano già certi della provenienza. Nelle volte precedenti tuttavia, ai boati di TVN non aveva fatto seguito (apparentemente) alcun incendio.
Stavolta è stato diverso. Una nube densa e nera si è levata sopra l'impianto e si è  ammassata su parte della città. A saltare sarebbe stato un trasformatore ad olio del secondo Gruppo. Nell'attesa di accertamenti la Asl ha diramato la comunicazione agli abitanti di Tarquinia, Tolfa e Allumiere di non uscire di casa (il vento ha spinto il fumo nella loro direzione).




Per gli abitanti di Civitavecchia niente timori, il peggio è già stato messo in peventivo per noi, sin dall'inizio.

Le immagini che seguono sono tratte dalle testata locale centumcellae.it




I cittadini tutti ringraziano Sua Emissione enel per questo spettacolo pirotecnico a sorpresa, e si chiedono cos'altro abbia in serbo per loro.

Poco dopo l'ora di pranzo le fiamme erano sotto controllo grazie all'intervento dei Vigili del Fuoco, ma pare che il sindaco Moscherini abbia speso parole di rammarico davanti ai vertici enel: "Che fretta c'era, potevamo bruciarci dentro un po' di rifiuti, con tutto quel nero chi se ne sarebbe accorto?!". Tuttavia l'ing. Molina, sornione, rassicurava il Primo cittadino sul futuro dei rifiuti di Civitavecchia e Roma: TVN è sempre pronta a diventare la loro casa.

Aggiornamento: aggiungiamo altre foto alla raccolta, provenienti dagli scatti di Ibelli, Colucci, Diottasi








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Porto di Civitavecchia e inquinamento: si annunciano mobilitazioni dai cittadini

Come sinteticamente ma efficacemente spiegato in questo articolo di Centumcellae.it, dopo le solite piccole ammende agli inquinatori il problema Porto resta intatto, come documenta la foto scattata ieri.


Si annuncia ora un incontro organizzato dai cittadini: "Inquinamento da porto : quali rischi ? Come difenderci?" La data è martedì 30 agosto, ore 18.00 - 20.00, il luogo l'Aula consiliare Calamatta. Siamo tutti invitati.

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Presentazione della mobilitazione a Coira, il video

Saline Joniche: cittadini e Associazioni presentano la mobilitazione che si terrà a Coira (Svrizzera) nel prossimo 27 agosto. Presenti anche il Sindaco Curatola (Bagaladi) e Nuccio Barillà di Legambiente. Nel video si parla anche della rete di movimenti che si muove in Italia per l'abbandono del carbone.

Clicca qui per l'articolo e altri interventi.

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Heilongjiang, in 26 intrappolati nella miniera

"E' lotta contro il tempo in Cina per salvare 26 minatori rimasti intrappolati in una miniera di carbone, non del tutto sicura, allagata nella Provincia di Heilongjiang, nel nord-est della Cina. Immagini che richiamano alla memoria quelle dei minatori rimasti intrappolati per tre mesi in Cile. Al momento i soccorsi si stanno concentrando nella rimozione dell'acqua e nella realizzazione di un foro di ventilazione. L'alluvione si è verificato il 25 agosto e ha colpito 45 minatori impegnati nella zona. Ventisei sono ancora intrappolati. I soccorsi si stanno concentrando nella realizzazione di un foro di perforazione di 260 metri di profondità, necessario per la ventilazione e la comunicazione."

Fonte:TMNews

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24 agosto 2011

"Infrastrutturocrazia"

Un contributo di Vanni Destro, Movimento 5 Stelle Rovigo e Coordinamento Nazionale No al Carbone

"Per il carbone a Porto Tolle modificate la Costituzione, fate quel che va fatto, non c'interessa, ma smettetela di mettervi in mezzo!" Messaggio chiarissimo quello di Fulvio Conti davanti alla più presitigiosa platea nazionale dal punto di vista degli intrecci economico - politici, il Meeting di CL- Compagnia delle Opere che annualmente raccoglie gli affiliati a quella specie di massoneria cattolica col pallino degli affari.
Una scena di sicuro peso che, in fondo, rappresenta il volto dirigenziale di quest'Italia in rottura prolungata e che ha ancora tanto, tanto, troppo potere. Un Conti spregiudicato che rivela la propria anima e lancia il messaggio più forte ben sapendo che questa classe politica non vedeva l'ora di sentirselo chiedere.
In fondo Italia Decide di Violante che sollecita ad Alfano le ispezioni alla Procura di Rovigo è co-fondata e finanziata da Enel, questo Governo ha già prodotto un paio di provvedimenti legislativi per favorire la riconversione a carbone e, addirittura, la Regione Veneto ha modificato la legge istitutiva del Parco del Delta del Po per il medesimo motivo.
Su, un'altro piccolo sforzo.
La democrazia? Stiamo ancora a perder tempo con questi anacronismi? La politica del fare (quel che a lorsignori pare e piace) non può tenere conto delle persone, dei loro diritti, della loro vita, di ciò che pensano, del fatto che facciano lavori che subirebbero danni dalla riconversione o, peggio, che rischino malattie gravi, conta solo il dio denaro e conta solo per pochi potenti.
Infrastrutture, impianti e grandi opere vanno fatte anche se inutili, coi nostri soldi e alla faccia nostra perché sono la via per succhiare altri soldi pubblici.

Conti non vuole le stazioni di pompaggio e gli accumulatori di Terna che, recuperando energia, toglierebbero mercato ad Enel e allora dice che energia ne abbiamo fin troppa. Conti piange e si dispera per le sorti del carbone portotollese e dice che abbiamo una disperata necessità di energia. Finalmente Conti la dice giusta: fateci fare quel che vogliamo! A parte che sembra quasi un alzare la posta per cincischiare un'altro po', per rimandare l'inizio dei lavori trovando un'altro capro espiatorio negli enti locali che, giustamente, rivendicano la giurisdizione sui propri territori e la salvaguardia di chi e ciò che amministrano che la Costituzione loro legittimamente garantisce. Siamo all'infrastrutturocrazia, al lobbismo che si incarna nel governo
del Paese.
A questi boiardi di Stato, con velleità di supermanager che non rischiano mai e, se lo fanno, usano come stuntman al loro posto gli italiani sarebbe ora di dare il benservito altro che modificare la Costituzione a loro piacimento.

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23 agosto 2011

Carbone trasportato su strada: costi occulti per un bilancio in nero

Inquinamento su inquinamento, vergogna su vergogna.

Anche se non ce lo dicono e non sarebbe neanche legale (non previsto nelle valutazioni di impatto ambientale degli impianti energetici), le viabilità locali dei luoghi in cui sono impiantati gli ecomostri a carbone sono gravate dal trasporto del combustibile che in parte avviene su gomma, localmente. Il risultato è una sicura fonte di inquinamento aggiuntivo e disagi al traffico. Non per niente, nello scorso 18 agosto un mezzo pesante ha riversato il suo carico nero sulla strada, ribaltandosi vicino Savona (Fonte, aggiornamento del 23/08).

Ma l'inquinamento aggiuntivo non viene solo dalle emissioni degli autotreni impiegati: questi vengono infatti caricati a cielo aperto, con ulteriore movimentazione di carbone che ne disperde le polveri nell'ambiente circostante. A voler essere precisi la lista dei costi si allunga, poiché questi autotreni poi transitano su strade in cui sarebbe loro vietata la circolazione, e danneggiano anche il manto stradale.

Per questo però niente paura: interverrà enel o l'altro grande inquinatore di turno per ri-asfaltarvi la strada, e tutti lo chiameranno benefattore.

Finisce tutto nel bilancio dei costi, ma in nero. Le nostre tasche, il nostro ambiente e la nostra salute ne risentono, ma come si dice: occhio non vede...

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Porto di Civitavecchia, una minaccia crescente per la salute

Civitavecchia: il dottor Giovanni Ghirga(ISDE Società Internazionale dei Medici per l'Ambiente) interviene sul problema dei fumi in porto e ne denuncia la pericolosità per la salute: è ormai necessaria una mobilitazione cittadina per difendere la salute pubblica.


"Uno studio pubblicato recentemente (CEEH Scientific Report No 3. Centerre for Energy, Environment and Health, 2011) - spiega Ghirga - ha dimostrato che, in Europa, le emissioni in aria causate dai motori delle navi sono responsabili ogni anno di 50.000 morti premature, di malattie respiratorie, di aggravamento di malattie cardiache preesistenti ed di piogge acide. Quale è il prezzo che la popolazione di Civitavecchia e del suo comprensorio ha pagato in termini di salute per gli inquinanti emessi fino ad oggi? Quale il prezzo che i più a rischio, bambini, malati e donne in stato di gravidanza dovrà pagare per le emissioni future se non venisse messo un fermo a questo scempio ambientale che troppo spesso è sotto gli occhi di tutti? In Europa, la proiezione verso uno sviluppo vertiginoso dell'uso delle fonti rinnovabili nella produzione di energia ed una sensibile riduzione dell'uso delle fonti fossili come il carbone, permettono di prevedere che nel 2020 le emissioni marittime eccederanno quelle prodotte a terra (TE Transport & Environment 2011). Questa situazione estremamente preoccupante, ha spinto la Commissione Europea a proporre un controllo molto più stretto alle emissioni navali, in particolare per gli ossidi di zolfo. Infatti, molte navi utilizzano un carburante fino a 3.500 volte più inquinante di quello utilizzato dagli autoveicoli (T&E's Bill Hemmings, 2011). Numerose organizzazioni non governative europee auspicano che la Commissione Europea entro il 2015 vincoli i governi ad una riduzione dell'inquinamento dell'aria causato dalle emissioni marittime. Anche le emissioni di ossidi di azoto causate dai motori delle navi sono molto elevate. La Commissione Europea sta analizzando di imporre dei limiti molto più bassi di emissione degli ossidi di azoto sia per le navi vecchie che per quelle nuove. Tuttavia, non è solo questione di riduzione di emissioni ma, vista la grande quantità di inquinanti emessi dalle navi ferme all'interno del porto, risulta ormai indispensabile l'elettrificazione delle banchine. Il problema dell'inquinamento delle navi in porto è stato recentemente analizzato in un articolo sul The New York Times (21 agosto 2011). Nelle conclusioni gli autori si augurano che altri porti seguano quelli di Los Angeles e Seattle, dove le navi ferme in porto traggono energia dalle banchine elettrificate con una notevole riduzione dell'inquinamento e dei suoi relativi danni alla salute. Ormai che la coscienza ambientale si sta facendo sempre più strada tra la gente, illudere con concetti falsi come quello della dispersione dei fumi per il vento ed una loro conseguente non tossicità è un grave reato a carico della salute pubblica e come tale sarà perseguito. La Procura di Civitavecchia ha infatti sempre dimostrato una grande sensibilità per qualunque tipo di problema ambientale. Siamo d'accordo con il Dr. Di Gennaro sul fatto che potrà essere necessaria una mobilitazione cittadina per difendere la salute pubblica"

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Anche Legambiente a Coira il 27 Agosto

Fonte
"Legambiente ha reso noto di aderire alla manifestazione di sabato 27 agosto a Coira nel Cantone dei Grigioni in Svizzera, per protestare contro l'intenzione della multinazionale dell'energia Repower, di costruire a Brunsbüttel (Germania del nord) e a Saline Joniche due centrali a carbone per un importo di 4.5 Miliardi di Euro, con una potenza di 3120 Megawatt.

"Parteciperemo numerosi, con rappresentanti provenienti da tante parti d'Italia affinché sia chiaro che il nostro No al carbone riguarda Saline Joniche ma anche tutto il resto del Paese e dell'Europa – ha dichiarato il responsabile scientifico di Legambiente Stefano Ciafani -. Il carbone è il combustibile fossile a maggior emissione specifica di anidride carbonica. La centrale garantirà quindi solo importanti profitti alle aziende e nessun beneficio alla popolazione, già pesantemente danneggiata da politiche dissennate di gestione del territorio".

Il raggiungimento degli obiettivi sul clima unisce tutta l'Europa in una battaglia virtuosa determinante per il futuro, quindi, l'ipotesi di nuove centrali a carbone suona francamente incomprensibile.
"Il carbone peggiorerà la dipendenza energetica del nostro Paese dall'estero visto che importiamo più del 99% del carbone che utilizziamo – ha aggiunto Nuccio Barillà del direttivo nazionale dell'associazione –; non abbasserà la bolletta energetica del Paese, mentre dei potenziali risparmi nell'acquisto del combustibile beneficeranno soprattutto i bilanci delle aziende energetiche, e obbligherà l'Italia al pagamento di multe pesanti per il mancato rispetto del protocollo Kioto e del 20-20-20. Una situazione assurda soprattutto in un territorio dove oltre il 57% della popolazione ha recentemente dimostrato, attraverso l'esito del referendum sul nucleare, di volere un futuro pulito e rinnovabile".

La Calabria, come il resto d'Italia e d'Europa, ha bisogno di una nuova politica industriale basata esclusivamente sull'investimento deciso in innovazione tecnologica e fonti energetiche alternative e non su opere di grande impatto sull'ambiente e fallimentari sul piano economico e occupazionale. Nessuna centrale a fonti fossili inquinanti come il carbone, quindi, deve essere realizzata per permettere all'Italia di contribuire a costruire il modello energetico elettrico europeo al 2050 senza fonti fossili.

"Per questo, sabato 27 saremo in tanti alla manifestazione organizzata dalle associazioni svizzere contro il carbone a Coira – ha concluso Barillà -, per sostenere le ragioni dell'ambiente e della salute dei cittadini calabresi, liguri, veneti, italiani ed europei"

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