No al carbone Alto Lazio

4 luglio 2008

Carbone pulito, mare pulito, politica pulita...Gli ossimori che gravano sulla nostra testa.

Leggete di seguito come ormai è ridotta la nostra -un tempo- bella terra.

"Mare pulito, il Lazio maglia nera. In Italia peggio soltanto la Campania. Ma i parametri Ue promuovono le coste" di Renata Mambelli (da Repubblica.it)

Una buona notizia e una cattiva, per i bagnanti di Roma e dintorni: la buona è che le acque dei mari italiani sono tra le migliori d´Europa, la cattiva è che il Lazio è al penultimo posto per la qualità del suo mare, superato, nel record negativo, solo dalla Campania.

Sono questi i dati che emergono dal rapporto "Acque di balneazione 2008" che è stato presentato ieri dal ministero del Lavoro, quello della Salute e quello delle Politiche Sociali. Un rapporto che si attendeva da tempo e che fa una fotografia delle coste e delle spiagge italiane abbastanza lusinghiera. La qualità del nostro mare risulta infatti in conformità ai parametri microbiologici indicati nella Direttiva Europea vigente e dei 5.170 chilometri di costa sottoposti a controllo, sui 7375 della costa italiana, 4.970 sono balneabili, il 96,2% del totale.

Tutto bene, dunque? Non proprio. Perché nella nostra regione, il Lazio, questa percentuale vira verso il basso e scende al 93%, a pari merito con la Calabria. Peggio sta solo la Campania, che ha solo l´81% delle coste balneabili.

Si potrebbe obiettare che è, comunque, una buona percentuale, ma questo non è poi così vero visto che molte spiagge del Lazio hanno una fama di eccellenza, e che tra esse alcune sembrano non meritare del tutto questa fama. Per chi volesse andare a controllare da vicino lo stato della spiaggia dove prende i suoi bagni il Ministero della Salute ha da oggi messo a disposizione un sito, all´indirizzo: www. collaudo. portaleacque. it.

Spulciando tra i dati pubblicati in questo sito si può avere un´immagine veritiera della qualità delle spiagge laziali e romane in particolare. La premessa è che, naturalmente, parte della costa non è balneabile a causa dei porti, dei poligoni militari (come in una zona della spiaggia di Nettuno), delle centrali, come Torrevaldaliga, e infine delle spiagge presidenziali. Detto questo, però, ci sono 20 chilometri e mezzo di spiagge, nel Lazio, che non sono balneabili a causa dell´inquinamento.


Inquinamento che in molti casi è portato dai fiumi. Ed ecco che sono proibite ad ombrelloni e bagni a Cerveteri la foce del fiume Zambra, a Fiumicino la foce del Tevere, naturalmente, ma anche dell´Arrone, a Ladispoli la foce del Fosso Vaccina e a Santa Marinella, una delle spiagge più familiari per i romani, la foce del Fosso Quartaccio, del Fosso Santa Maria Morgana, del Fosso delle Guardiole.

La questione degli scarichi di questi fossi e fiumi non è da sottovalutare perché in realtà peggiora la qualità delle acqua limitrofe, anche se queste rientrano nei parametri di non inquinate. Anche Formia patisce gli scarichi di fossi senza depuratori, come Minturno, Ponza e Sabaudia, autentiche perle del mare laziale. Non va meglio, purtroppo, per quanto riguarda la balneabilità dei laghi: il problema delle foci dei fossi penalizza anche il lago di Bolsena e quello di Bracciano.

Ma se le spiagge del Lazio lasciano a desiderare, la stessa cosa non si può dire di quelle della capitale. Sono solo due le spiagge vietate alla balneazione per i romani, infatti: una è quella che confina col fosso Pantanello, l´altra è, appunto, la spiaggia privata del presidente della Repubblica.
(03 luglio 2008)

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