No al carbone Alto Lazio

1 luglio 2008

Il Consigliere Fortuna scrive a Marrazzo

"Centrale enel a carbone. Il consigliere Fortuna scrive al consiglio provinciale e bacchetta Marrazzo sulla scelta delle 'compensazioni." Fonte

All'attenzione del Consiglio Provinciale di Viterbo



e p.c. Al Presidente della Regione Lazio

On. Piero Marrazzo

Ai presidenti dei Gruppi Consiliari Regionali

Ai componenti la Giunta Regionale.

Al Sindaco di Viterbo, On. Giulio Marini



Marrazzo prometteva fuoco e fiamme contro il carbone a Civitavecchia, ma oggi -tre anni dopo la sua elezione- si avvia a firmare con ENEL l'accordo per le cosiddette 'compensazioni'.

Come se non bastasse invita una serie di sindaci fare lo stesso e a spartire una discreta quantità di soldi. Milioni di euro di cassa, convertibili in tutto ciò che questi primi cittadini ritengano utile a farsi rieleggere.

Porchette alle feste paesane, qualche marciapiede rifatto, qualche assunzione precaria in vista del voto, una fontana restaurata, oppure una rotatoria?

Si badi che a Tarquinia, ma anche altrove, una’ rotonda’ può arrivare a costare da sola una mezza milionata di euro, con ciò possiamo farci un'idea di come sia possibile finire in fretta persino 10 milioni.

Queste elargizioni, apparentemente ingenti, non possono compensare ovviamente le vite umane perdute, ma va tuttavia sottolineato che nemmeno si avvicinano a compensare i danni materiali che verranno prodotti dal carbone di TVN a discapito della collettività.

L'indotto di agricoltura e turismo nella Tuscia Litoranea si aggira attorno ai cento milioni di euro.

Il carbone ne determinerà un forte ridimensionamento, a cominciare dalle molte e pregiate coltivazioni alimentari, che verrebbero giocoforza rimpiazzate da coltivazioni 'no-food' ( 'no-cibo') per via degli inquinanti riversati sull'entroterra.

Per questa ragione, oltre che per la difesa della propria salute, le organizzazioni degli agricoltori si sono unite in blocco alla lotta degli altri cittadini contro il carbone a Civitavecchia.



La logica delle compensazioni

Anche se le elargizioni di ENEL vengono chiamate compensazioni, non mi pare che abbiamo a che fare con un meccanismo di (perversa) logica compensatoria del danno.

Non è la pretesa di 'compensare' morte e malattia con denaro, ma un calcolo più pratico che sottende le profferte ai comuni. Più che altro mi pare si tratti di iniettare liquidità nei bilanci di alcuni paesi, ciò dovrebbe facilitare i sindaci di ENEL a creare consenso elettorale intorno a sé.

Calcolo la cui validità è tutta da dimostrare, visto che in ballo c'è la salute della gente ed un movimento di presone forte e grande.

Fatto sta che di fronte a quei soldi, che per ENEL sono briciole, a molti viene subito l'acquolina in bocca.

Allo stesso modo il gigante elettrico sa chi conviene 'comprare' e quanto si può arrivare a pagare.

Leggendo la lista degli invitati al tavolo di Marrazzo saltano subito agli occhi due fatti, il primo è che sono davvero pochini, il secondo è che sono tutti sindaci di comuni che avevano palesato con un certo vigore la propria contrarietà al carbone. Come mai un invito non è pervenuto al primo cittadino di ogni comune interessato dall'impatto ambientale di TVN?

Ad esempio il sindaco di Monte Romano, come quasi tutti gli altri, non vedrà un euro, forse perché non c'è bisogno di comprarlo? Evidentemente, già di suo, non costituisce un problema e perciò ENEL non sente la necessità di intervenire su di lui in modo consistente?

Le compensazioni, ancorché sbagliate, dovrebbero seguire un principio (appunto) compensativo per il territorio, invece per ENEL sembrano essere una sorta di ricompensa per amministratori pubblici che cambiano fronte, figlioli prodigi ai quale sacrificare l'agnello più grasso.

Il fatto che non abbiano pensato di 'compensare' tutti i comuni, con le somme sino adora offerte ai soli invitati di Marrazzo, conferma che stanno per essere monetizzati proprio gli sforzi e i patimenti dei cittadini contro il carbone.

Scioperi della fame, presidi sull'Aurelia, manifestazioni e petizioni, nella testa di qualcuno hanno fatto il tempo loro, ora per i 'machiavelletti' locali è arrivato il momento di trasformare tutto ciò in moneta sonante.

Per capire meglio meglio la natura e l'intensità degli appetiti scatenati dai 30 denari di ENEL, può essere utile considerare i precedenti.



Precedenti...

L’ultima volta che ENEL ha concordato delle compensazioni, eravamo negli anni ‘90 e in Provincia di Viterbo si parlava di Parco Storico Archeologico Ambientale d'Europa.

Incredibile “volano di sviluppo”, “mirabile progetto” e giù di retorica e pubblicazioni varie, questo parco doveva proiettarci all'attenzione dell'Europa, fornendo un'offerta turistica e culturale di prim'ordine.

Tra la fine degli anni ’90 e il 2005 si sono mangiati, in senso lato, qualche miliardo di lire, mentre una mezza miliardata se la sono mangiata in senso stretto, nel senso che è passata per l'esofago di un mucchio di gente, ovvero si è trasformata nelle porchette di cui sopra, ma anche in tante e tante cene in buoni ristoranti di Viterbo e Provincia.

C’era da mangiare un po’ per tutti: politici, funzionari, ospiti di riguardo, ma anche associazioni sportive intere e quant’altro (in Provincia ci sono i mandati di pagamento a testimonianza di quanto dico). Se non si fosse capito, nel nord del Lazio le elezioni si vincono anche con le porchette.

C’erano poi congressi in giro per il Mondo, in posti splendidi ovviamente, ai quali davvero non si poteva mancare e ancora tante altre cose, che ahimè approfondiremo un'altra volta.

La fine di questo 'precedente', però, temo si sia già intuita: il Parco Storico Storico Archeologico Ambientale d'Europa chi l'ha visto?

Da 9 miliardi di lire, fatti degli 'storni' iniziali, si è passati a 5,4 miliardi, centinaia di milioni sono passati appunto per svariati condotti digerenti, mentre il grosso dei soldi sono stati usati per le finalità più disparate. Si sono fatte regalie squallide e anche qualcosa di sensato, ma in entrambe i casi, purtroppo, il criterio pare essere stato più che altro l'utilità alla carriera politica di questo o quello.

In ogni caso le misure attuate sono al 90% estranee a qualsiasi sensata definizione di 'parco' e quasi mai le spese sono state lontanamente attinenti alla valorizzazione dei beni culturali della Tuscia.

I 5 miliardi e mezzo sono serviti per lo più ad accontentare la platea di pretendenti, che normalmente 'attorniano' i vari assessorati, cioè quei soldi sono stati dispersi nei mille rivoli della politichetta locale.

Stessa fine mi pare plausibile che facciano queste nuove somme messe sul tavolo da ENEL, la grettezza dei nostri gruppi dirigenti è la stessa di cinque e dieci anni fa, stesse le regole del gioco, persino molte facce e molti nomi sono i medesimi: qualche dubbio ce lo possiamo far venire, no?

Certo, tra i sindaci c'è chi sa di inimicarsi un bel pezzo del proprio elettorato, ma evidentemente spera di 'comprare' la fiducia di altri grazie alle disponibilità di cassa fornite dalla società elettrica, che per un bilancio comunale sono notevoli.

ENEL ha oramai compreso che ogni tot anni, iniettando un po' di liquidità nelle casse degli enti locali del nord del Lazio, può creare una 'sua' stabile classe dirigente... 'sua' di ENEL, ma eletta da noi!



...postumi

In quegli anni ruggenti, mentre del mirabile parco si perdeva la traccia, accadeva anche che venissero immessi nell’atmosfera del Nord del Lazio quasi 100 milioni di tonnellate di inquinanti. Materiale che dalle ciminiere di TVN ricadeva al suolo diventando parte integrante del nostro habitat e dei nostri corpi.

Tolte quella percentuale di sostanze che possono essere ‘smaltite’ nei lenti cicli biologici, gli altri agenti sono ancora tutti in noi, nel suolo, nelle piante. Stanno dove ENEL li ha lasciati, in attesa di incontrarsi coi nostri tessuti e di coniugarsi con cellule ospitali, dando così origine ad un nuovo corpo all’interno del nostro: il tumore.

Come più volte denunciato dal movimento No-Coke, anche sulla stampa nazionale : “Secondo studi e ricerche comparative, analisi di dati già disponibili e monitoraggi a lungo termine effettuati da tecnici, Enti di Ricerca, Associazioni ambientaliste e dall'Osservatorio epidemiologico della Regione Lazio, l'utilizzo del carbone come combustibile comporterà un aggravio ambientale complessivo irreparabile rispetto ad una situazione decennale già intollerabile. Si avrà la movimentazione e l'emissione di enormi quantità di materiale pulverulento, fra cui le dannosissime micropolveri, cui è già sottoposto l'intero comprensorio fino a Roma o Civita Castellana. Solo il dato relativo a Civitavecchia e Tarquinia rende bene la gravità della situazione: le due cittadine vantano infatti il triste primato laziale per incidenza di tumori alla trachea, ai polmoni, al sistema linfatico ed ematopoietico, dove si rileva un costante aumento di leucemie e linfomi cui si aggiunge un'allarmante frequenza di disturbi asmatici e patologie respiratorie soprattutto in bambini e soggetti deboli.”

Siamo così diventati il polo di produzione energetica maggiore d’Europa.

Questo il lascito di 50 anni di servitù energetica del Lazio del nord, una eredità che va ad aggiunge il suo peso a alle medie nazionali di tumori e patologie varie, la cui incidenza viene data per fisiologica all’interno di un modo di produzione (e di consumo) strutturalmente sciagurato.

Come se non bastasse, al nostro territorio a questo punto mancava solo di dover sopportare il più sporco e (non a caso) redditizio combustibile in circolazione: il carbone.

Di fronte allo sfacelo palpabile del pianeta (compreso il nostro orticello), l'Italia prima sottoscrive il protocollo di Kyoto, poi torna all’ottocento, ai primordi dell’era industriale, quando i tumori nemmeno li diagnosticavano.

Si peggiora dunque il peggiorabile, ma volendo ovviare al problema, si paga un ufficio stampa per definire “pulito” il carbone.

Tutto ciò per ENEL costituisce un affare colossale che pagheremo noi, cittadini italiani, in termini di salute, di spesa sanitaria e di sanzioni per lo sforamento provocato dall'Italia (per conto di ENEL) al protocollo di Kyoto.

Per la precisione già sappiamo che circa 200 milioni di euro occorreranno per accompagnare alla morte i futuri terminali, 100 milioni per le altre patologie provocate dalle emissioni.

500 milioni di euro il popolo italiano li dovrà tirar fuori perché i nostri governi prima sottoscrivono accordi internazionali e poi, spinti da chissà quali nobili intenti, ignorano gli stessi e mandano tutti noi in mora ...e alcuni di noi all'altro mondo. Altro che compensazioni.

La fonte di tali numeri è direttamente l'UE (www.externe.info).

Non sappiamo se ci siano valori negoziabili, sappiamo però che ce ne sono di non negoziabili: primo tra tutti la permanenza in vita di ognuno di noi.

Stando ai valori contenuti nella VIA per la conversione a Carbone di TVN-Civitavecchia, andranno in fumo non meno di 800 milioni di euro nostri, senza contare i danni agli indotti dei settori economici tradizionali della Tuscia.

Risulta insultante per la sua banalità la risma di motivazioni a favore dell'accordo. Alcuni dei Sindaci interessati ai soldi di ENEL vanno in giro coperti da una foglia di fico, senza rendersi conto di aver lasciato nudo (e in vista) il loro lato peggiore.

Nel prendere atto che la centrale si farà, ma soprattutto nell' apporvi la propria firma, questi piccoli Von Clausewitz sono riusciti ad ottenere qualcosa che ci dicono essere molto importante!

Verranno istituiti dei 'tavoli' della salute. 'Tavoli' che verificheranno se ENEL rispetterà, o meno, i valori della Valutazione d'Impatto Ambientale. Perché? Nemmeno quelli vuole rispettare?

Con amaro sarcasmo potremmo dire che se ENEL fa un solo morto in più del previsto, questi signori sbruffoneggiano di chiudere immediatamente la centrale, magari con un ordinanza comunale...

Loro che non hanno nessuna competenza diretta, che non hanno soprattutto nessuna voglia di battersi ora che la centrale è ancora spenta, proprio 'loro' saranno quelli che arriveranno a fermare l'attività dell'impianto, appena il conto dei morti o dei danni ambientali non tornasse più...

Questo lo possiamo considerare uno scherzo cinico e di cattivo gusto, mi domando se qualcuno di questi signori, in caso di sforamento dei valori previsti (o di dissesto di bilancio?), avrebbe il coraggio di atteggiarsi di nuovo a Pater Patriae, magari chiamandoci tutti a raccolta come nelle passate campagne elettorali, per poi ripassare di nuovo, agilmente, dal tavolo della 'salute' a quello delle compensazioni.



Contro il silenzio

Risulterebbe patetico limitarsi alle considerazioni che riguardano sindaci e amministratori locali, che in fondo sono le ultime ruote del carro nella pratica di egemonia di ENEL o di altri capitali.

Il problema vero è che c'è un parlamento intero ad assentire al carbone di Civitavecchia e c'è un presidente di Regione, che invece di essere l'ultimo baluardo è disposto a fare da padrone di casa per la stipula delle compensazioni.

Berlusconi e la sua parte politica hanno avviato il progetto e lo rivendicano con fierezza, il centro-sinistra, come al solito più ambiguo, ha delegato a Bersani il triste lavoro di proseguire sulla strada del centro-destra. Si è rivelata assolutamente inefficace l'opposizione interna al Governo Prodi fatta dalla Sinistra.

Ricordiamo che i ministri della Salute e dell'Ambiente chiedevano ufficialmente la riapertura della VIA (col sostegno di un enorme schiera di parlamentari ed enti locali), ma da parte sua Bersani diceva 'no' e discorso chiuso: se non è debolezza questa...

Non ho personalmente gran rimpianto per il tracollo dei dirigenti della Sinistra l'Arcobaleno, ognuno va incontro al suo destino, ma è bene fermarsi a riflettere sul fatto che alla fine, nella casa del 'grande parlamento' sono rimasti solo i 'carbonari'... questo credo che aldilà di tutto sia preoccupante. I gruppi parlamentari per i cittadini del comprensorio purtroppo a questo punto sono tutti ostili.

Per questa ragione mi pare naturale bypassare totalmente le organizzazioni nazionali e rivolgermi alle singole persone che, pur ricoprendo incarichi istituzionali e di partito, hanno sempre palesato contrarietà al carbone, alla faccia della linea del PD o del PDL. Che si esprimano, almeno loro, sulla vergogna del tavolo delle compensazioni.

Invito i rapprentanti istituzionali (innanzitutto quelli menzionati in capo alle presenti pagine) a non rimanere in silenzio, ma ad esprimersi pubblicamente prima che si appongano le firme.

Auspico che la stipula degli accordi non avvenga affatto e penso che a tal fine sia utile che Marrazzo e i 'suoi' sindaci trovino sulla loro strada, non solo i cittadini, ma anche singoli appartenenti alle varie parti politiche, ovvero tutti quelli che fino a ieri hanno tuonato in difesa della salute e del lavoro.

Sulla firma delle convenzioni con ENEL potrebbe non essere chiamato ad esprimersi il Consiglio Regionale, mentre in ogni caso non lo sarebbe la Giunta, ma ciò non cambia di un punto il fatto che il Presidente della Regione, in queste ore, sta definendo le sue pesantissime scelte.

Marrazzo ha vinto le elezioni anche col voto dei contrari al carbone, il suo dietro-front è delegittimante per sé stesso e per la sua maggioranza, ancorché silente.

Inutile trincerarsi dietro ai limiti delle rispettive competenze e funzioni istituzionali: la gente formula un giudizio chiaro anche di chi non si espone, i 'prudenti' non si illudano del contrario.

Tacere è una responsabilità che spero non si assumano né i favorevoli, né i contrari alla riconversione a carbone di TVN.

Riccardo Fortuna

Consigliere alla Provincia di Viterbo

per il Partito della Rifondazione Comunista

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