No al carbone Alto Lazio

30 giugno 2008

"Sulla tragica morte di Ivan."


Comunicato Stampa del 25/06/2008.
Seguono commenti dal mondo politico, e un articolo di M. Galice.
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Eventi di questo tipo impongono che si ascolti in silenzio quello che la vita ha da insegnarci. Se parole devono essere spese, debbono dimostrare di essere utili per migliorare la nostra condizione.

In primo luogo, e sopra ogni altra cosa, esprimiamo tutto il nostro grande, profondo cordoglio, viva partecipazione al dolore della famiglia e dei cari di Ivan, uno di noi. 24 anni di vita, di mestiere operaio, uomo come noi, la vita stroncata come sappiamo.

In questo momento di raccoglimento, e rabbia, dobbiamo fare i conti con i pericoli che su tutti noi incombono.

Decenni di vuote chiacchiere in favore della sicurezza sul lavoro, mentre nei cantieri l'unico valore è: il profitto dei padroni. Da questo assunto loro non retrocedono, salvo riempirsi la bocca di falsità in occasione di simili eventi luttuosi. Ma alla prova dei fatti, sembra che non faccia poi tanto scandalo la morte in cantiere, per i signori della speculazione: l'uomo, vivo o morto, è solo ridotto a un numero. Un valore meramente quantitativo che entra in un bilancio, previsto sin dall'inizio.
Per noi questi numeri restano cifre di un pensiero inaccettabile, disumano e disumanizzante. Da combattere.

Intanto, in noi, si fa strada una consapevolezza tanto amara da non poter essere digerita: daremmo qualsiasi cosa per poter sperare che altre morti legate a TVN siano evitabili. Ma è una sperenza vana.
Sulla nostra testa pende un destino ineluttabile, che non è quello della morte naturale. E' quello della morte, della sofferenza per le patologie legate all'inquinamento, riguardo al quale il nostro territorio non teme confronti. Altre morti verranno entro pochi anni, grazie al carbone di TVN.
E' scienza, è statistica, di nuovo: numeri per descrivere le patologie e le morti che l'inquinamento da carbone ci regalerà. Tanto è vero che sulle carte sono già quantificate anche in termini di risarcimenti economici.
Tanto per rinfrescare la memoria a tutti, le stime di externe.info (EU) parlano di centinaia di milioni di euro per le spese mediche nei 25 anni di esercizio della centrale a carbone. Del resto, come si motivano i milioni che enel scucirà all'amministrazione Moscherini e alle altre? Semplice: si pretende di aver comprato la nostra salute.

Come accade per tutte le lotterie, quella di morte di TVN non ci dice in anticipo chi sarà sorteggiato. Ci dà invece la certezza che tanti e tanti di noi e dei nostri figli dovranno soffrire e morire per le conseguenze dell'inquinamento da carbone: tutti parteciperemo all'estrazione.
Queste morti resteranno dolore privato delle famiglie colpite, perché giornali e necrologi pubblici non parlano dei morti per l'inquinamento, delle stragi lente. Porto, le vecchie centrali ad olio combustibile, TVS, Montalto di Castro, cementifici, etc: abbiamo già dato. E invece, su tutto questo si va ad aggiungere il carbone, col suo carico insostenibile.

Se non saremo tutti noi a gridare che vogliamo sì lavoro, ma pulito e non al prezzo della vita o della salute, rischiamo di conoscere da vicino il cordoglio che oggi colpisce terribilmente i cari di Ivan. La causa sembra diversa, ma in realtà è sempre la stessa: il profitto dei potenti. Ivan siamo noi.

Se ci uniamo per fermare il carbone possiamo lasciarci alle spalle rischi tragici che non vogliamo. Ricordiamo che la nostra vita non è di destra, né di sinistra o di centro: questo dolore e queste preoccupazioni ci riguardano tutti.

Comitato dei Cittadini liberi - No Coke Alto Lazio


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Altre dichiarazioni dal mondo politico:

DI LAVORO IN ITALIA ORMAI SI MUORE OGNI GIORNO: MA LA MORTE DEL GIOVANE CIFFARY, VENUTO DA LONTANO AD IMMOLARE LA VITA AL PROFITTO ALTRUI, HA UN SAPORE PARTICOLARMENTE AMARO.

Quel sacrificio, per la seconda volta, si consuma in un cantiere che è il più terribile segno di contraddizione dei nostri tempi in questo nostro territorio. Rifiutata dalle popolazioni, quella mega-centrale in costruzione, portatrice delle incoerenze di un industrialismo non etico e preistorico, sembra vendicarsi già prima di entrare in funzione: solo che la sua vendetta colpisce i poveri e gli incolpevoli.

I VERDI di Civitavecchia sottoscrivono parola per parola il nobile comunicato firmato dal "Comitato dei Cittadini liberi - No Coke Alto Lazio" che esprime in modo eccellente le considerazioni che tutti dovremmo scambiarci. Su quelle parole invitiamo tutti a riflettere, prima di scatenarci ancora in miserevoli tentativi giustificatori. Riflettere almeno un giorno, quando un'altra giovane vita viene sacrificata sull'altare del profitto, al di sotto di ogni ragionevolezza.

I Verdi di Civitavecchia - 25 giugno 2008

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Consigliere provincale G. De Paolis:
Testimonianze private di giovani lavoratori precari del cantiere lamentano di lavorare in condizioni inumane e a ritmi elevatissimi perché la centrale entri in funzione il più presto possibile: la politica, le Istituzioni, la gente comune non può restare indifferente a quello che accade. Dobbiamo intervenire con cose concrete e con controlli serrati a difesa dei lavoratori, prima che quel mostro che è la centrale mieta altre vittime, ancor prima di entrare in funzione


Il Partito Democratico
Il cantiere di TVN ha già mietuto troppe vittime senza che si sia intervenuti efficacemente per l’attuazione delle prescrizioni di legge sulla sicurezza e senza dare sufficiente formazione a chi è comandato a lavorare in situazioni di rischio. E’ altrettanto grave che “per fare presto” vengano accelerati oltre misura i ritmi di lavoro. Si aumentano poi le ore lavorate sottoponendo così i dipendenti ad uno stress continuo che accentua le possibilità di incidente. Tutto questo perché si antepone la produzione al valore della vita. Esprimiamo la nostra partecipazione al dolore dei familiari e dei colleghi di Ivan Ciffary, la cui dedizione al lavoro fino al sacrificio della propria vita fa giustizia di tante inopportune valutazioni sulla presenza di stranieri nel nostro Paese


Consigliere regionale Enrico Luciani
La causa di questo tragico incidente è dovuta alla fretta con cui si vuole terminare la centrale dell'Enel. Questa fretta mette in grave pericolo l'incolumità delle persone impiegate nel cantiere, a scapito di una sicurezza tanto decantata nelle parole, ma inesistente nei fatti. Questi episodi sono l'ennesima dimostrazione dell'insufficienza dei controlli nei luoghi di lavoro. Ora mi aspetto maggior chiarezza su quanto accaduto e spero che almeno questa volta le responsabilità vengano individuate.

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“E fino a quando, o Catilina, abuserai della nostra pazienza?”. Seguendo la rabbia e l’istinto di queste ore, e sostituendo senza irriverenza i vertici dirigenziali dell’Enel a Catilina, l’incipit della più celebre delle orazioni ciceroniane potrebbe ben rappresentare lo stato d’animo della città di fronte alla tragica morte di Ivan Ciffary. Una città sfiancata, stremata, quasi stuprata socialmente ed ambientalmente da oltre 30 anni di servitù Enel, a cui è lecito domandare cos’altro vuole ancora in sacrificio da Civitavecchia per alimentare i suoi profitti aziendali. Tutto quello che è stato dato in questi decenni in termini di salute e di morte ancora non basta? Fino a che punto si dovrà assistere ancora al dazio delle vite umane e allo sfruttamento del nostro territorio? Sappiamo già cosa accadrà nelle prossime ore: il cordoglio dell’azienda elettrica nei confronti della famiglia di Ivan Ciffary, l’avvio della solita indagine interna per “accertare le cause dell’accaduto”, la conclusione dell’indagine che non accerterà mai responsabilità oggettive (come accaduto nel caso di Michele Cozzolino), alcuni giorni di sciopero dei lavoratori e dei sindacati, il fermo del cantiere per una settimana o poco più, le promesse dell’Enel sul rispetto della sicurezza e l’impegno ad incrementare il rispetto delle norme sul lavoro, ecc. ecc…e poi dopo pochi giorni assisteremo alla normale ripresa dei lavori ed al ricordo dell’ennesima vittima sul lavoro che “per fortuna” si affievolisce sempre più. Chi si ricorda ancora, infatti, di Michele Cozzolino, chi si sta ricordando della sua famiglia? Accadrà questo anche per Ivan. Tutto riprenderà dunque come prima, per ultimare al più presto i lavori di riconversione di Tvn ed accendere infine quell’agognato bottone, con la speranza che non avvenga più nessuna disgrazia a turbare la gioiosa realizzazione della “centrale a carbone più avanzata del mondo”. A voler essere cinici fino in fondo va ricordato che, dopo la morte di Cozzolino, qualcuno tra gli operai del cantiere vociferò che le previsioni aziendali per la realizzazione della centrale prevedevano tre possibili decessi tra gli operai. Previsioni macabre ma quasi rispettate. Siamo già a due ed è dunque lecito attendersi il terzo. Nella migliore delle ipotesi ci si potrebbe fermare a due e dire paradossalmente che le cose sono andate fin troppo bene, nonostante si sapesse benissimo a cosa si andava incontro. Fino a quando, dunque, Civitavecchia potrà avere tanta pazienza? Fino a quando sarà possibile tollerare tutto ciò? Forse, guardando la storia politica della città, la risposta è che sarà possibile tollerare tutto ciò per sempre. Perché maledire l’Enel e rivoltarle addosso le cause della morte di Cozzolino e Ciffary e lo stato di inquinamento del nostro territorio può essere un valido esercizio di sfogo mentale, ma inutile e rivolto al destinatario sbagliato, perché è storia risaputa, dai tempi di Carlo Marx, che l’impresa (si può usare ancora la parola capitalista?) cura i suoi interessi, bada al profitto e per raggiungerli non si ferma davanti a nulla, se non c’è nulla che la fermi. E a Civitavecchia, purtroppo, non c’è mai stata una classe politica in grado di opporsi allo strapotere Enel. Per questo la morte di Ciffary, dopo quella di Cozzolino, è la più evidente sconfitta della classe politica cittadina. Una classe politica che non è mai riuscita a contrattare seriamente con l’Enel, che non è mai riuscita a farsi rispettare, che non si è mai unita nel momento del bisogno, che non ha mai anteposto l’interesse della città alla piccola polemica di bottega o alla sterile visibilità sugli organi di stampa, che non ha mai voluto ascoltare realmente i cittadini nel momento delle scelte cruciali per il destino della città, che ha regalato il suo splendido territorio alla legge del profitto, che non ha saputo imporre la tutela ambientale del comprensorio, che non ha ricavato alcun guadagno reale dalla riconversione a carbone, che non ha saputo imporre il rispetto della sicurezza dentro Tvn, che dopo la morte di Cozzolino si è preoccupata solo di sottoscrivere una Convenzione per accaparrarsi qualche milione di euro in grado garantire la stabilità amministrativa, che si è accontentata in sintesi di quattro denari. E’ la classe politica cittadina la vera responsabile delle morti bianche a Tvn e dell’affossamento sociale, ambientale e culturale della città. Una classe politica che ha fallito e che chissà per quanto tempo ancora dovrà leccarsi le ferite.

Marco Galice (indirizzo originale)

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Aggiunta di mercoledì 23/07/08: vedi questo link, "Morti bianche, il libro"

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