L'espressione "clean coal", carbone pulito, indica tecnologie atte a stoccare nel sottosuolo le grandi quantità di CO2 che un impianto a carbone produce. Queste tecnologie, tuttavia sono ancora allo stato sperimentale, in quanto molto costose economicamente, molto dispendiose dal punto di vista energetico, e presentano vari gravi rischi ancora irrisolti. Molti
sostengono che sia una sciocchezza investire tempo e denaro nello sviluppo di simili sistemi che il mercato comunque non riterrà convenienti, anziché investire in energie rinnovabili.
In Inghilterra, la Royal Society, la più grande e prestigiosa società accademica britannica, ha sottoscritto l'appello dell'Environment Audit Committee, che invita il Governo inglese a NON costruire nuovi impianti a carbone senza la tecnologia CCS, cioè di stoccaggio dell'anidride carbonica nel sottosuolo, e a imporre entro tempi prestabiliti l'applicazione di tecnologie CCS agli impianti già in funzione. Ma il governo britannico ha mostrato molto scetticismo riguardo alla costruzione di impianti a carbone pulito, proprio a causa dei problemi prima citati. E' sempre di questi giorni la notizia secondo cui in Australia, la sperimentazione di un piccolissimo impianto sperimentale di "clean coal" ha condotto a risultati fallimentari.
Fonte: BBC News
31 luglio 2008
Inghilterra: "Clean deadline call on coal power"
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