No al carbone Alto Lazio

7 settembre 2008

"Tutti insieme, per salvare il nostro territorio e le nostre aziende dal carbone."

Intervento del consigliere comunale di Tarquinia Marco Tosoni.

Non avrei mai voluto intervenire nella querelle tra il sindaco,il pd,scomodato fino alla segreteria provinciale e la vicenda legata alla riconversione a carbone di Civitavecchia,ma ritengo sia opportuno ristabilire un criterio per la lettura degli eventi e delle vicende politiche legate alla riconversione a carbone di Civitavecchia.

Seguendo tutta la storia del l’iter autorizzativo della riconversione a carbone di TVN,arrivando fino ai giorni nostri possiamo scorrere nomi e politici di tutti gli schieramenti politici,gli stessi che oggi si rimpallano le responsabilità,sperando magari di cogliere i lettori in un momento di amnesia.

Vero è che nel 2003 la centrale Enel di TVN,viene autorizzata alla riconversione a carbone dal governo di centro destra con Matteoli come ministro all’ambiente che ne firma la V.I.A.

Vero è che fino al 2005 tutta l’opposizione,la sinistra i DS (sic),rimangono fortemente contrari,scrivono insieme il programma elettorale per le regionali,contro il carbone.

Il 5 Febbraio 2006 si raggiunge l’acme della lotta con la grande manifestazione ,dove tutti scendono sull’Aurelia per protestare contro il carbone.

Nel 2006 arriva il governo di Prodi,Bersani come ministro alla sviluppo economico,non solo non recepisce le istanze di tutto il comprensorio che sotto lo sciopero della fame chiede la riapertura della via,ma mette nel cassetto due richieste di ministeri competenti,(conquistate da tutto il popolo inquinato a suon di manifestazioni) ed una denuncia per omissioni di atti di ufficio a suo carico.

Sarà di fatto proprio lui che inizierà la trattativa economica con Enel per le compensazioni.

Con questo atteggiamento politico,partitico dei Ds prima e Pd poi,il cerchio si chiude:destra,centro,sinistra gettano la maschera,sono uguali davanti ai poteri forti,contro i cittadini.

Nel 2007 rimangono i sindaci in campagna elettorale a proclamare la ferrea contrarietà al carbone;Giulivi e Mazzola.

Due programmi simili solo per la lotta strenua contro il carbone.

Il sindaco Mazzola,ricorda benissimo i giorni delle candidature,la mia accettazione era secondaria alla piena condivisione alla lotta al carbone,lotta alla resa del territorio ad una minaccia per la salute e per la categoria che su quella lista rappresentavo,quella degli agricoltori.

Signor sindaco,c’ho creduto veramente:nel gioco di squadra e nei proclami elettorali,ma ora siamo arrivati ai giorni nostri,mi ritrovo davanti una maggioranza che denuncia,che non posso più condividerne né i toni e neppure le scelte.

Ho scelto un’altra strada ma comunque in linea con la mia passione per la coerenza,fosse anche per abbandonare la fiducia nei partiti politici,contenitori vuoti di umanità.

Quando vivi la lotta alle ingiustizie,come quella del carbone,sdraiati sull’asfalto,armati solo di coraggio si assiste alla vera passione per le cose giuste,non utili,non comode,ma giuste,un partito politico non può chiederti di rinnegarle,per i suoi utili.

Per questo,chiedo a tutte le associazioni che hanno condiviso la piattaforma della grande manifestazione del 24 Maggio,di rinnovare l’impegno contro il carbone,di proseguire il percorso iniziato tutti insieme.

La politica può decidere,anche sbagliando di stare a guardare,ma noi abbiamo il compito di difendere le nostre aziende,fino alla fine.

Le parole profuse dai nostri amministratori come monitoraggi e controlli sono pericolose e noi lo abbiamo capito bene,portano forse soldi alle casse comunali ma inquietudine per il futuro delle nostre aziende.

Non dimentichiamo la storia di Brindisi,anche lì le compensazioni hanno portato i monitoraggi ed i controlli ma sono serviti solo a dare la colpa dell’inquinamento agli agricoltori per aver bruciato troppe potature.

Anche il sindaco di Brindisi diceva di non poter fermare l’avvio della centrale,di fatto però non ha potuto esimersi dal firmare l’ordinanza di sequestro delle terre e dei prodotti coltivati intorno alla centrale a carbone,quando ormai l’inquinamento aveva compromesso i terreni.

Troppo tardi,per loro,non per noi.

Rimettiamoci tutti di nuovo insieme,associazioni e cittadini,c’è da salvare Tarquinia.

Il consigliere comunale di Tarquinia Marco Tosoni

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