Fonte: IlSole24Ore.com
"Con un investimento da quasi 1,5 miliardi l'Enel costruirà una nuova centrale elettrica a carbone, il combustibile a basso costo. Nascerà a Rossano Calabro, sulla costa cosentina. Dove c'è già una centrale elettrica, una centralona a olio combustibile che ha compiuto più di trent'anni. In altre parole, l'Enel allarga al Mezzogiorno il programma sul carbone pulito (hanno dimenticato le virgolette, NDR), lo stesso che ha portato alla ricostruzione del grande impianto di Civitavecchia e che sta trasformando quello di Porto Tolle, sul delta del Po.
Viene chiamato carbone pulito: i vecchi impianti di partenza avevano rendimenti contenuti e dalle loro ciminiere uscivano emissioni impegnative. Non a caso nei pochissimi giorni in cui Porto Tolle è in piena marcia sopra il delta del Po il cielo assume la tonalità rosata conferita dagli ossidi di zolfo contenuti nei fumi. Ma l'impianto del Polesine sta spento quasi tutto l'anno, e quando sarà ristrutturato avrà sistemi modernissimi e di alta efficienza per abbattere i fumi ed evitare la dispersione di anidride carbonica nell'aria.
Così avverrà anche per Rossano Calabro. Da più di un anno e mezzo l'impianto è fermo e lavora solamente poche ore l'anno. Con i sistemi di abbattimento delle emissioni, scomparirà l'inquinamento tipico del vecchio impianto. Ma in aggiunta la centrale non sarà solamente un impianto moderno a carbone. Sarà alimentata anche con energie rinnovabili: una centrale solare termodinamica e un impianto a biomasse, cioè a combustibile vegetale (un altro modo per dire che si brucierà immondizia nella centrale, anche perché dove prenderebbero il combustibile vegetale in una zona di aranci e ulivi? NDR).
Nei giorni scorsi l'Enel ha presentato al ministero dell'Ambiente il cosiddetto Sia, cioè lo studio di impatto ambientale, per il nuovo progetto dell'impianto calabrese. Il Sia è stato sufficiente (a posto della più complessa Via, valutazione di impatto ambientale) perché la società ha ritoccato un progetto precedente. In origine aveva pensato a due gruppi a carbone da 660 megawatt l'uno. In tutto, 1.320 megawatt. Ora ha cambiato progetto: un solo gruppo a carbone, ma più voluminoso. Invece di 1.320 si passa a 800 megawatt. La differenza sarà fatta con le tecnologie verdi. E in tutto la futura centrale avrà la capacità di 1.260 megawatt tra l'impianto a carbone, un gruppo che userà metano (serve anche come "motore d'avviamento" per accendere l'impianto a carbone quando deve riprendere la marcia), una caldaia a combustibile vegetale e una parte con la nuova frontiera tecnologia del solare.
La centrale a concentrazione è diversa dal fotovoltaico che va ora di moda. L'energia fotovoltaica è prodotta dal silicio che, colpito dai raggi del sole, produce un flusso di corrente, mentre quella a concentrazione ha rendimenti assai più alti. Tramite specchi, il calore del sole viene concentrato in modo da arrivare alle temperature cui l'acqua bolle e produce il vapore necessario a far girare una turbina e una "dinamo".
L'impianto solare sorgerà dove oggi ci sono i serbatoi dell'olio combustibile e avrà bisogno di sette ettari e mezzo di specchi.
È il principio degli specchi ustori dello scienziato siracusano Archimede, che nel 212 avanti Cristo riusciva con gli specchi montati sulle mura di Siracusa a bruciare le navi romane del console Marcello che assediavano la città. Non a caso alle porte di Siracusa l'Enel ha ribattezzato Archimede l'impianto solare a concentrazione che è in via di completamento.
Inoltre sarà costruito un lungo pontile in modo che le navi carboniere scarichino il combustibile al largo, per evitare di impolverare di nero la zona. Ovviamente il carbone sarà trasportato alla centrale con strumenti che impediscono di disperdere la polvere nell'aria. ("Ovviamente", certo. Come a Brindisi, dove la polvere del carbone se la trovano anche sotto le unghie. NDR)
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