Noi, certo, non cessiamo di dare il buon esempio, e in Sudafrica adottano lo stesso modello. Così poi potremo dire "eh, ma se tanto inquinano anche loro che senso ha smettere noi?"
Fonte: Volontariperlosviluppo.it
La partita più importante prima dell'inizio dei mondiali la vinta la Eskom, ottenendo un prestito da 3,75 miliardi dalla Banca Mondiale per la realizzazione della centrale a carbone di Medupi, che prevederà nascita di oltre 40 nuove miniere. Alla faccia del protocollo di Kyoto
"Il prossimo giugno inizieranno i mondiali di calcio 2010 in Sudafrica, ma forse una delle partite più importanti per la Rainbow nation si è già giocata. Il 9 aprile scorso la Banca Mondiale ha approvato un prestito di 3,75 miliardi alla Eskom per la realizzazione della centrale a carbone di Medupi suscitando proteste internazionali soprattutto per le ripercussioni sull'ambiente.
La Eskom produce circa il 95% dell'energia elettrica utilizzata nella Repubblica Sudafricana e circa il 45% delle'energia nel continente e "il prestito - sostiene Paul O'Flaherty Direttore finanziario della società - fa parte di un programma di investimenti pluriennale che fornisce le basi per l'espansione dell'energia elettrica necessaria in Sud Africa". Ma il problema sostanziale del paese africano è che non riesce a soddisfare completamente il rifornimento energetico interno, inoltre, con l'inizio dei mondiali e il conseguente sovra consumo dovuto all'illuminazione degli stadi e all'aumento del turismo in quel periodo il rischio black - out è altissimo.
Pertanto lo sviluppo e l'implementazione dell'industria elettrica è fondamentale per un'economia emergente come quella Sudafricana. Peccato però che l'impatto ambientale conseguente lo sviluppo di centrali a carbone sia altissimo: "l' impianto di Medupi - sostiene la Campagna per la Riforma della Banca Mondiale (Crbm)- una volta attivo, provocherebbe impatti negativi molto pesanti sui terreni e sulle risorse idriche dell'area interessata, contribuendo inoltre ai cambiamenti climatici tramite l'emissione di 30 milioni di tonnellate di CO2 l'anno". Inoltre il finanziamento da parte della BM sarebbe contrario alle "raccomandazioni" della Extractive Industries Review (EIR), commissione indipendente composta da rappresentanti di diversi settori in tutto il mondo che, nel 2004, presentò un rapporto in seguito ad un'analisi sui prestiti commissionata dalla Banca Mondiale che chiedeva lo stop dei finanziamenti concernenti il carbone.
Ma le raccomandazioni e le proteste delle comunità locali, sebbene ci sia stato anche un reclamo formale da parte di Earthlife Africa e Groud Work all'Inspection Panel di Washington, sono servite a poco: si prevede che per alimentare il nuovo impianto in Sudafrica apriranno oltre 40 miniere di carbone, praticamente un ritorno al passato nel periodo in cui si pensava che l'attenzione verso le fonti rinnovabili e la green economy economie verdi erano sull'agenda della maggior parte degli Stati, delle Organizzazioni Internazionali e delle Istituzioni Finanziarie Internazionali.
"Invece di usare le proprie risorse finanziarie per aiutare lo sviluppo di progetti energetici a favore dei più poveri, e che facilitino la transizione verso un modello energetico a basse emissioni, la Banca continua a sussidiare lo sfruttamento dei combustibili fossili riconosciuti come estremamente negativi per il clima, l'ambiente e la lotta alla povertà. Agire in questa maniera è un po' come cercare di spegnere un incendio con il petrolio" ha dichiarato Elena Gerebizza della Crbm.
Ma adesso l'attenzione si sposterà sulle partite di calcio, che vinca il migliore! Anche se qualcuno ha già perso qualcosa che vale molto di più di una coppa d'oro.
Ultimo aggiornamento ( 22-04-2010 )
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