No al carbone Alto Lazio

24 maggio 2010

"Gli interessi politici di Claudio Scajola a Civitavecchia"

Da LIBERAZIONE "L’acqua marcia che piace a Scajola - Gli interessi politici di Claudio Scajola a Civitavecchia", di D. Nalbone

“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Così scrisse Seneca nelle Lettere a Lucilio.
Così è riportato sul sito del Porto di Imperia.
Di certo, il marinaio Claudio Scajola sa bene da che porto salpare e in quale approdare. Da Imperia, sua cittadina natale, a Civitavecchia.
Con lui, compagna di viaggio inseparabile, Beatrice Parodi Cozzi, figlia di Piergiorgio Parodi, il più importante costruttore di Imperia, e vedova dell’onorevole Gianni Cozzi.
Insieme, hanno portato gli interessi della famiglia Parodi dal porto ligure a quello dell’Alto Lazio.
Il percorso inverso, invece, lo ha compiuto Francesco Bellavista Caltagirone e la sua Acqua Marcia Spa. Gli interessi politici di Claudio Scajola nel comune di Civitavecchia, infatti, non si limitano solamente allo studio del notaio Gianluca Napoleone, dove è stato registrato l’atto per l’acquisto scontato della sua casa vista Colosseo, ma si spingono fino alle banchine del porto storico dove la società Porto del Tirreno srl, di cui è amministratrice la signora Beatrice Parodi, al 57,5% di proprietà della Giacofin
(azienda di famiglia Cozzi) e al 42,5% dell’Acqua Marcia Spa, mira a realizzare una marina yachting, da
sommare a più di 30mila metri cubi di edificazioni tra appartamenti (un centinaio), un hotel di lusso e
un’area commerciale.
Che la famiglia Scajola, il più importante casato politico di Imperia, che annovera tra le sue fila ben tre ex sindaci, l’ex ministro Claudio, suo padre Ferdinando e suo fratello Alessandro, e la famiglia Parodi, ricca dinastia imprenditoriale, siano molto vicine è cosa risaputa. La novità, dal 2005, è l’ingresso
nel redditizio settore turistico-portuale della società Acqua Marcia e della famiglia romana dei Caltagirone, nella persona di Francesco Bellavista, che entra nel settore con la realizzazione delle opere di terra del nuovo approdo di San Lorenzo a Mare, centro turistico a 25 chilometri da Imperia. Nello stesso anno, attraverso una società controllata, la Acqua Mare, il gruppo Acqua
Marcia acquisisce il 33% delleazioni della Porto di Imperia Spa, società impegnata nella costruzione
del “vecchio pallino” di Claudio Scajola, il nuovo porto turistico di Imperia, di cui fu a capo della commissione incaricata dei collaudi per le nuove banchine uno dei vertici della “cricca”, Angelo Balducci, ex presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Ebbene, in quel di Imperia il “trio” Scajola – Parodi – Caltagirone sta portando a termine uno dei più grandi scali turistici del Mediterraneo, che sorgerà suuno specchio acqueo di 268 mila mq e comprenderà, oltre a 1300 posti barca, 6200 mq di costruzioni tra appartamenti (ben 117) e spazi commerciali ai quali bisogna aggiungere 3500 mq localizzati in diverse sedi distribuite nell’arco portuale e un parcheggio interrato di 1786 posti auto e 96 box. Un bel business, non c’è che dire.
Ma torniamo a Civitavecchia.
Le prima traccia ufficiale “di cricca” nell’Alto Lazio è risalente all’ottobre del 2009 quando, durante
una cena in cui si discusse dei tanti progetti in ballo nella zona, il sindaco di Civitavecchia, Giovanni
Moscherini, incontrò quelli che lui stesso ha chiamato «gli amici del Salaria Sport Village».
Motivo dell’incontro, un project financing per la cittadella dello sport. Altre tracce significative “di cricca” si ritrovano anche poco lontano da Civitavecchia, nella zona tra Tarquinia e Montalto di Castro. Passando, però,per il Lussemburgo. Precisamente presso l’Unicredit Luxembourg Sa, l’istituto di credito dove, “casualmente”,si trovavano anche i conti di cui erano beneficiari Angelo Balducci e Claudio Rinaldi, accomunati, oltre che da somme sparse in giro per paradisi fiscali, anche per essere stati entrambi commissari straordinari di bertolasiana nomina per i Mondiali di Nuoto di Roma 2009.
Ebbene, le autorità bancarie del Lussemburgo hanno comunicato, in risposta a una rogatoria proveniente dai pm perugini, che Balducci e Rinaldi hanno chiuso due conti, grazie allo Scudo Fiscale, presso l’Unicredit Luxembourg Sa, mentre risultano ancora in funzione due conti anonimi di cui sono però beneficiari Balducci e Rinaldi, aperti a nome Cordusio Spa, società fiduciaria per azioni facente capo direttamente ad Unicredit: il numero 507600 contenente 3milioni e 97mila euro, e il 507601 contenenti 2milioni e 14mila euro.
Ed è proprio la Cordusio Spa la traccia “di cricca” tra Tarquinia e Montalto di Castro. Al comune
di Tarquinia, infatti, in data 10 agosto 2007 è stata presentata una richiesta per la costruzione di un cementificio, business in crescita costante, da parte di Iniziative Industriali srl, società con sede a Rimini.
Questa società è stata creata con un capitale di appena 10mila euro, 9.999 dei quali versati proprio dalla Cordusio Spa mentre 1 euro è bastato a tal Roberto Bandini, riminese, per essere nominato amministratore unico della Iniziative Industriali srl.
Ma gli strani collegamenti non finiscono qui. Il progetto, infatti, è la fotocopia di quello relativo al cementificio di Montalto di Castro di proprietà della Cal.Me. Spa, società della famiglia Speziali di Catanzaro,al cui vertice troviamo il senatore Vincenzo Speziali (Pdl), componente dell’ufficio di presidenza dei Circoli del Buon Governo di Marcello Dell’Utri.
Per capire come il progetto presentato dalla Iniziative Industriali srl sia esattamente quello del cementificio di Montalto di Castro basta leggere le carte dello studio ambientale redatto il 6 agosto 2007
e rivisto il 16 giugno 2008, a pochi giorni dalla presentazione del progetto presso il Comune di Tarquinia.
Ebbene, nel valutare i venti che influiranno sulla dispersione dei “veleni” del cementificio, è stata riportata
la valutazione effettuata dalla stazione di rilevamento presso la centrale termoelettrica Enel di Montalto
di Castro.
Non solo: a pagina 22 dello studio ambientale, nella valutazione dell’impatto previsto, che si basa proprio sullo studio dei venti, viene letteralmente riportato come “l’abitato di Montalto di Castro,
che si trova a circa 3 km in direzione sud-est rispetto all’impianto, si trova sopravento”. Peccato, però,
che Montalto di Castro disti dal cementificio della Iniziativa Industriali srl oltre 25 km. Ma precisamente
3 km dal cementificio della Cal.Me.Spa.
Senza considerare che nel prospetto del cementificio di Tarquinia si segnala la presenza di corsi d’acqua che in realtà sono inesistenti su quel territorio e che si parla di rispetto delle distanze dai corsi del Tafone, Tafoncino e AcquaBianca che in realtà si trovano a ben 25 km di distanza. Ma a poco più di
150 metri dal cementificio di Montalto di Castro.
Che sia proprio quello tra Civitavecchia, Tarquinia e Montalto, passando per il Lussemburgo e giù fino a Catanzaro, un chiaro esempio di “circolo del buon governo”?

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