No al carbone Alto Lazio

22 maggio 2010

"La Calabria non vuole il carbone"

Terra news si occupa del progetto di riconversione della centrale Enel di Rossano Calabro, vicino Cosenza:

"La Sibaritide si difende dal carbone di Enel. Per contrastare il progetto di riconversione della centrale di Rossano Calabro, in provincia di Cosenza, oggi alimentata a olio combustibile e gas naturale, da cittadini e associazioni territoriali nasce il comitato per la difesa e lo sviluppo sostenibile della Sibaritide.

«Un territorio che, in seguito alla mancata industrializzazione - spiegano dal comitato - ha maturato una vocazione agricola di qualità e turistica». Con un finanziamento di circa 1,5 miliardi di euro, Enel ha presentato un progetto di modifica dell’impianto esistente, per cui è stato sufficiente lo Studio di Impatto Ambientale al posto della più complessa Valutazione di impatto ambientale, che prevede la sostituzione delle quattro caldaie esistenti con una nuova da 800megawatt alimentata a carbone e a biomassa, a cui aggiungere quattro gruppi a turbogas da 115 megawatt e 7 ettari di solare termodinamico.

Oltre al nuovo camino alto 150 m e largo 6, verrà costruita una banchina lunga 140 m, 60 sul mare e 80 sulla terra, a cui attraccheranno all’anno, a 5 km dalla costa, circa 20 navi oceaniche da 100mila t di carbone l’una che dovrà essere trasportato, con ulteriore dispersione di polveri inquinanti, fino alla centrale. A questo si aggiungono le circa 50 navi annue per lo smaltimento delle ceneri residue, i 1800 camion per il trasporto di calcare e quelli per lo smaltimento del gesso, le navi e i camion per il trasporto delle biomasse, che al 50 per cento arriveranno via mare.

Tutto inquinamento sommato alle polveri della centrale. «Dal momento che il carbone pulito - come lo definisce Enel - non esiste, questa riconversione comprometterà per almeno trent’anni la realtà turistica, agricola e ittica dell’area, attività che impegnano numerosi posti di lavoro, molti di più rispetto a quelli promessi da Enel con la riconversione. Stiamo evidenziando i rischi e le criticità del progetto in un unico documento - spiegano dal comitato - che presenteremo ai ministri competenti e alla Regione Calabria».

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