Riportiamo da Savonaeponente.com
"di VALERIA ROSSI – Sulla nostra testata campeggia da qualche giorno un banner che sicuramente qualcuno definirà “allarmistico”.
E’ invece un grido di allarme, sì…ma basato sui FATTI.
E per chi ancora non lo sapesse, i fatti sono questi:
a) stanno per iniziare (e si parla di giorni) i lavori per la costruzione del più inutile, dannoso e distruttivo ecomostro che abbia mai appestato la nostra provincia: la piattaforma Maersk.
b) stanno per iniziare – nonostante i ricorsi e nonostante l’apparente posizione contraria di diversi Comuni e della Regione – anche i lavori per l’ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power.
COSA BISOGNA SAPERE SULLA CENTRALE A CARBONE:
1 – Non è la centrale di Vado a “illuminare Savona”: l’energia prodotta viene
convogliata nella rete elettrica nazionale di TERNA . L’energia DISTRIBUITA E’ SUPERIORE AL FABBISOGNO NAZIONALE. Tutto il resto è business non necessario a nessuno, se non a chi ci si riempie le tasche. TERNA ha chiuso il PRIMO TRIMESTRE 2010 con un UTILE NETTO di 107,1 Milioni di Euro. (Fonte: Terna Spa) Ampliare qualcosa che è già in esubero ha senso solo economicamente per chi ci guadagna, NON per i cittadini che ci rimettono la salute per i risultati di bilancio altrui
E la centrale a carbone…
2 – UCCIDE. Letteralmente, non per modo di dire. Dati scientifici incontrastabili e inconfutabili scrupolosamente catalogati dai Medici dell’ ISDE e tratti dalle più autorevoli pubblicazioni scientifiche internazionali (Lancet ed altre), dimostrano imparzialmente al di là di ogni ragionevole dubbio che in tutta la provincia di Savona, con dati che peggiorano quanto più ci si avvicina alla centrale, i tumori e diverse altre patologie vascolari, aumentano drammaticamente rispetto alla media nazionale – e perfino rispetto a quella regionale, che già si riferisce alla regione più inquinata d’Italia dopo la Lombardia. In particolare i tumori al polmone, vescica e laringe, le patologie cardiovascolari come infarti, emorragie cerebrali, ictus ed altre. Sarebbe inoltre provato che la centrale di Vado Ligure costa alla comunità 133 milioni di euro l’anno, di cui 40 MILIONI per danni alla salute e 93 MILIONI per danni agli ecosistemi e alle cose.
Perché pochi se ne interessano?
Perché pochi se ne interessano? Molto semplice: perché queste spese le sosteniamo NOI, mentre i guadagni se li spartiscono ALTRI.
ATTENZIONE: ricordiamolo bene… il problema NON è solo di Vado e/o Valleggia, ma di tutta la provincia. Le emissioni venefiche di una centrale a carbone ricadono in un RAGGIO di 50km dal punto di emissione.
Perché quasi nessuno ne parla?
Perchè gli interessi in gioco sull’Energia sono enormi, e passano per i maggiori gruppi industriali del Paese, anche quelli sotto inchiesta come Finmeccanica. Ansaldo energia (le turbine e i sistemi) Assocarboni (6 MILIARDI di euro di giro d’affari, sede a GENOVA)
Perché la cricca economico-politica che governa la nostra provincia ha messo in atto da decenni un fruttuoso meccanismo misto: da un lato corrompe (o più velatamente promette, “sostiene”, sponsorizza…) e dall’altro minaccia. Sono stati minacciati di ritorsioni di vario tipo (ti faccio licenziare, ti querelo, ti massacro politicamente) varie categorie di persone che avevano tentato di spiegare la verità. INCLUSI AMMINISTRATORI PUBBLICI, MEDICI E GIORNALISTI.
Per questo la maggior parte della gente NON SA quello che sta succedendo. Pensa che l’aria di Savona sia pulita. Pensa che “il vento porti via i veleni della centrale”, mentre in realtà il vento li diffonde.
I dati sull’inquinamento della centrale vengono misurati (in modo superficiale, obsoleto e assolutamente insufficiente) dalla stessa TIRRENO POWER. E i sedicenti esperti della Tirreno Power rifiutano qualsiasi confronto pubblico con i medici ambientalisti, perché loro vivono di slogan (“abbiamo la tecnologia”, “carbone pulito”, “ampliamo per migliorare l’aria”) facilmente smentibili dai dati scientifici. NON POSSONO accettare il confronto, quindi lo sfuggono.
Parlano solo con alcuni media: ovviamente quelli che sponsorizzano e che quindi pubblicano le loro bugie - spesso inconsapevolmente, vogliamo sperare – come se fossero verità.
I dati sull’inquinamento della centrale – rilevati da loro stessi – vengono poi in modo assai discutibile “certificati” da un azienda pubblica la cui dirigenza tutta è indagata dalla Procura della Repubblica di Genova (P.M. Dott.ssa Paola Calleri) per falso, turbativa d’asta ed altri gravissimi capi d’accusa.
COSA C’E’ DA SAPERE SULLA PIATTAFORMA MAERSK:
1 – E’ DISTRUTTIVA in molti sensi:
a) perché distruggerà per ANNI ogni forma di turismo nei dintorni di Vado Ligure (e si intende dalla parte ovest di Savona e Spotorno e forse Noli): nessuno ama fare le vacanze su una spiaggia “vista containers”, né fare, per arrivarci, un’ulteriore coda (oltre a quella già fatta in autostrada) dietro a una colonna infinita di TIR puzzolenti;
b) perché distruggerà per SECOLI varie forme di vita marina, visto che i lavori di scavo (indispensabili per la costruzione di una piattaforma, anche se ci raccontano che la poggeranno delicatamente su “tavolini rovesciati”) solleveranno dal fondo marino tutti i veleni – metalli pesanti, ossidi di azoto e zolfo – scaricati dalla Tirreno Power (vedi sotto), che verranno immediatamente inglobati dal plancton marino e dalle piccole meduse gelatinose che, stando agli studi più recenti sulla biologia marina, costituiscono il vero anello principale della catena alimentare. Risultato? Tutta la fauna marina che si nutre di questi piccoli organismi risulterà inquinata, e così i pesci più grossi che mangiano i pesci più piccoli… fino ad arrivare all’uomo che mangia tutti i pesci, i molluschi ecc.
Da Savona a Imperia non si potrà più pescare/mangiare pesce non contaminato.
2 – E’ INUTILE, perché la piattaforma e tutto il conseguente traffico di containers rappresentano solo un “passaggio” nella nostra provincia; non vi è collegata alcuna attività né alcun indotto. Tutto l’ecomostro sarà in realtà solo un immenso “parcheggio” per containers che arrivano e ripartono, inquinando a dismisura ma senza apportare alcun beneficio al territorio.
La carota che è stata mostrata ai sindacati, convincendoli a dare parere favorevole, è quella dei 600 posti di lavoro che non risultano affatto attinenti alla realtà (e che infatti vengono sempre e solo ventilati, ma mai dimostrati). Inizialmente si parlava di 2000: poi di 500. Oggi di 600.
La verità è che nessuno lo sa con certezza: informazioni provenienti da esperti del settore dicono che una piattaforma di tali dimensioni, SE adeguata alla tecnologia più moderna, non potrà impiegare più di 150-200 persone. Ne potrebbe impiegare 600 solo una obsoleta, non sufficientemente tecnologica, che quindi verrebbe disertata dalle industrie interessate. Non solo questi posti di lavoro sono un’utopia, ma sono anche un’utopia a lungo termine: a parte i lavori di costruzione (che presumibilmente impiegheranno personale proveniente da ditte esterne e non savonesi), i veri posti di lavoro arriveranno solo a lavori terminati e a piattaforma funzionante…e gli stessi esperti ci dicono che ci vorranno da 6 a dieci anni prima che sia effettivamente operativa.
ECCO PERCHE’ BISOGNA DIRE NO. E non è un no “fanatico”, “antiprogrissista” o addirittura “medioevale”, come ha recentemente affermato il sindaco di Savona. E’ un NO basato su dati scientifici CERTI, frutto di decine di anni di studi in tutto il mondo.
I tromboni hanno paura, perchè NON hanno ragione. E NON curano l’interesse della collettività ma IL LORO.
HANNO LA CODA DI PAGLIA.
I VOTI, COME LA FIDUCIA, SI DANNO E SI TOLGONO. IL POTERE SI PERDE, VELOCEMENTE E MALE.
LO SPRECO E’ PUBBLICO, COME LE MALATTIE
GLI INTERESSI SONO PRIVATI.
NON CREDETE AD ALTRE MENZOGNE.
E lo ribadiamo: QUESTO NON E’ PROCURATO ALLARME.
Questa è legittima difesa contro tutti quelli che sanno benissimo che l’allarme è VERO, REALE E DRAMMATICO, ma vogliono insabbiarlo per i loro porci comodi. Sulla pelle nostra. LO SOSTERREMO IN QUALUNQUE TRIBUNALE.
Si ringrazia l’amico e collega Mario Molinari per la preziosa collaborazione alla stesura di questo articolo e per le “illuminanti” immagini a corredo.
APPENDICE: COSA EMETTE UNA CENTRALE A CARBONE
La combustione del carbone, come quella di ogni altro composto del carbonio, produce anidride carbonica (CO2), oltre a quantità variabili di anidride solforosa, a seconda del luogo dal quale è stato estratto. L’anidride solforosa reagisce con l’acqua, formando acido solforoso. Se l’anidride solforosa viene rilasciata nell’atmosfera, reagisce con il vapore acqueo ed eventualmente torna sulla terra in forma di pioggia acida.
Le emissioni della combustione di carbone in centrali elettriche rappresenta la più grande fonte artificiale di anidride carbonica, che secondo la maggior parte degli studiosi del clima è causa primaria del riscaldamento globale. Oltre a questo, nelle emissioni degli impianti sono presenti molti altri inquinanti. Inoltre, queste emissioni sono le principali responsabili delle piogge acide di alcune nazioni. Le centrali elettriche moderne utilizzano varie tecniche per limitare la nocività dei loro scarichi e per aumentare l’efficienza della combustione, anche se queste tecniche non sono utilizzate in molti paesi, visto che gravano sul costo degli impianti. Per ridurre le emissioni sono state proposte tecniche di “sequestro” della CO2, ma non in larga scala.
Il carbone contiene anche tracce di altri elementi, compresi l’arsenico e il mercurio, che sono pericolosi se rilasciati nell’ambiente. Il carbone contiene anche tracce di uranio e altri isotopi radioattivi naturali, che rilasciati nell’ambiente possono comportare una contaminazione radioattiva. Sebbene queste sostanze siano presenti solo in tracce, bruciando grandi volumi di carbone ne vengono rilasciate quantità significative. Una centrale a carbone, durante il suo funzionamento, se il minerale è contaminato può emettere nell’aria più radioattività di quella che emette una centrale nucleare di pari potenza.
Il carbone minerale, qualunque sia la sua qualità (litantrace, antracite, lignite, torba) e per quanto vagliato e polverizzato, essendo residuo fossilizzato di materiali lignei e vegetali, contiene sempre, oltre allo zolfo, anche se in differenti dosi, maggiori quantità rispetto ai derivati del petrolio di metalli pesanti (quali nichel, cadmio, piombo, mercurio, cromo e arsenico) e di alogeni, in particolare fluoro, cloro e loro composti. L’acido solforico e gli altri acidi forti, come quelli cloridrico (HCl), fluoridrico (HF) e nitrico (HNO3) non sono, peraltro, gli unici prodotti indesiderati della combustione che, se perfetta, dovrebbe generare solo acqua sotto forma di vapore e anidride carbonica (o biossido di carbonio – CO2). È infatti ben noto che un’ossidazione incompleta (e a maggior ragione lo sarebbe con un combustibile allo stato solido anziché liquido o gassoso) produce anche ossidi di azoto (NOx) e monossido di carbonio (CO).
Fonte: Wikipedia"
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