Comunicato del Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia
"Il monitoraggio autonomo dell'aria pagato dai cittadini di Tarquinia ha evidenziato livelli d'inquinamento insopportabili per una popolazione già segnata da una situazione sanitaria poco invidiabile. Tra gli aspetti critici rilevati figurano le concentrazioni di polveri sottili. La normativa vigente fissa una soglia massima media annua di 20 microgrammi di polveri per metro cubo d'aria. Il valore rilevato nei 21 giorni di campagna di monitoraggio autonomo nelle postazioni di Tarquinia, Santa Marinella e Civitavecchia è stato mediamente più alto del 50% ed ha raggiunto almeno una volta in ciascuna località l'ulteriore valore soglia di 50 microgrammi per metro cubo.
La relazione peritale ha evidenziato bassi livelli di sostanze marker del traffico veicolare (ossido di azoto e monossido di carbonio), aumentando di fatto la responsabilità a carico delle centrali termoelettriche. Una copia della relazione è stata depositata il 14 luglio al Ministero dell'Ambiente, durante l'audizione della Conferenza dei Servizi che deciderà i limiti emissivi della centrale di Torre Valdaliga Sud; il Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia era presente a rivendicare che ogni licenza rilasciata per inquinare l'aria che si respira da queste parti deve considerare l'effetto cumulato delle fonti che emettono sostanze tossiche.
La consegna sarà ripetuta ovunque si decida sulla salute degli abitanti dell'Alto Lazio, come nel caso del tracciato autostradale, che sovrapponendosi all'Aurelia lambirà le case di Tarquinia. Chi conosce gli studi dell'Università di Brescia, sa che questa decisione da sola aumenterà l'inquinamento medio per chi vive nei primi 100 metri dal nastro d'asfalto di almeno 5 volte rispetto all'attuale Aurelia, a causa dell'aumento del numero di veicoli che passeranno da 17.000 a oltre 40.000 al giorno, alla maggiore velocità e al fenomeno di risollevamento del particolato.
I risultati del monitoraggio autonomo consentono di mettere di fronte alle proprie responsabilità chi s'occupa della Valutazione d'Impatto Ambientale della A12 e tutti quelli che, come il sindaco di Tarquinia Mazzola, hanno assecondato il sì di Marrazzo all'autostrada di Matteoli. Un sì inspiegabile; solo poco prima Marrazzo s'era dichiarato favorevole a quella messa in sicurezza dell'Aurelia che molti auspicavano, fattibile e poco costosa. Quelli che non riescono a rimuovere in altro modo le proprie responsabilità chiamano “quelli del no” chi si batte per salvaguardare la propria salute; meschinità; a proposito dell'autostrada, nel depositare i risultati del monitoraggio il pensiero sarà per quanti saranno costretti ad averla dentro casa e alla scuola materna costruita lì vicino.
Ernesto Cesarini
31 luglio 2010
Monitoraggio dell'aria Alto Lazio: i risultati
I sussidi a fonti fossili 10 volte superiori a fonti verdi (!!)
Fonte: LaStampa
"Spesi 557 mld dollari nel 2009 contro 46 miliardi
Roma, 30 lug. (Apcom) - Nonostante i proclami da più parti, i governi di tutto il mondo stanno spendendo di più per i sussidi a fonti di energia "sporche" che in rinnovabili. Lo affermano i dati preliminari di un rapporto di Bloomberg New Energy Finance citati dal sito environmentalexperts.com. Secondo i calcoli degli analisti per il 2009 nel mondo i governi hanno speso per rinnovabili e biocarburanti 43-46 miliardi di dollari, suddivisi in crediti fiscali, certificati verdi e altri sussidi diretti. Per carbone, petrolio e altri combustibili fossili invece la spesa è stata di 557 miliardi di dollari, come stimato dall'agenzia Internazionale per l'Energia. Al primo posto per i sussidi alle energie verdi ci sono gli Usa, con 18,2 miliardi di cui il 40 per cento destinato ai biocarburanti. Copyright APCOM (c) 2008"
Rossano calabro, interrogazione di Di Pietro sul carbone
"Rossano Calabro (Cosenza). L’Italia dei Valori ha presentato al ministro dello Sviluppo Economico e al ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio una interrogazione a risposta scritta, a prima firma dell’onorevole Antonio Di Pietro e sottoscritta anche da Cimadoro, Piffari e Scilipoti. L’interrogazione è stata sollecitata anche dal Commissario regionale della Calabria, Ignazio Messina, per sapere se i ministri interrogati non intendano valutare la possibilità di negare l’autorizzazione alla riconversione a carbone della centrale di Rossano Calabro e come, in caso contrario, intendano tutelare la salute dei cittadini,l'impatto ambientale, specificatamente nella tutela del territorio. Tutto ciò, premesso che nel 2005 l’Enel aveva avviato un progetto sulla centrale termoelettrica di Rossano Calabro che aveva trovato la netta opposizione di tutti gli Enti Locali, direttamente e indirettamente interessati, che ritenevano il carbone una delle forme più importanti di inquinamento. Infatti, nel processo di combustione, il carbone produce ben 67 elementi tossici inquinanti tra cui l’arsenico, il cromo, il cadmio nonché elementi radioattivi come il piombo 210. Inoltre, il progetto integrato policombustibile presentato dall’Enel non analizza concretamente l'impatto sanitario ed ecosostenibile della zona presa in considerazione e non valuta i costi socio-economici per il territorio caratterizzato da attività agricole, turistico alberghiere e di pesca. Nel testo dell’interrogazione si sottolinea che la Regione Calabria con il piano energetico ambientale regionale (PEAR) approvato con delibera n.315 del 14 febbraio 2005 dispone, tra l'altro, che "è vietato, su tutto il territorio regionale calabrese, l'utilizzo del carbone per alimentare centrali per la produzione di energia elettrica". "Fino ad ora -si legge- l'Enel ha richiesto solo le autorizzazioni ai ministeri, bypassando le strutture regionali, provinciali e comunali, avvalendosi del decreto-legge n. 78 del 2009 per il quale, però, in data 11 maggio 2010, la Corte costituzionale ne ha dichiarato l'illegittimità costituzionale. Con questa sentenza, l'Enel dovrà tener in maggior conto tutte le indicazioni degli enti locali, nonché sottoporre il progetto a tutte le autorizzazioni degli enti preposti che non potranno essere sostituiti da commissari governativi
Fonte: newz.it
30 luglio 2010
Amore trasformista per il bene della città
Civitavecchia. Come tutti gli anni, con la pausa estiva di centumcellae.it torna la vetrina degli orrori, per riempire di glaciali brividi la schiena degli accaldati cittadini. L'anno scorso "Ipse Dixit" aveva portato il podio per Alessio De Sio e altri colleghi del suo pari.
Il 2010 segna il ritorno dei "casaccari", collezione di politicaglia salta-fossi del peggior genere, tutta accomunata da un amore osceno per la nostra città, amore di cui faremmo volentieri a meno. Ecco il podio, ma anche gli altri posizionamenti valgono una lettura.
enel divide per imporsi
Riportiamo un bell'articolo di Pino De Luca datato 28 luglio, fonte originale: brundisium.net / via noalcarbone Brindisi
"Enel, spettacoli e guerre fratricide. Di Pino De Luca
Una delle cose più tristi che la vita ci costringe ad affrontare è la guerra fratricida. La necessità di combattere all'interno dei propri simili per decidere chi dovrà portare in battaglia lo scettro contro il nemico reale.
E tuttavia la cruda analisi della realtà implica necessariamente la consapevolezza che questo momento deve arrivare, che sarà crudo e crudele, forse più violento della battaglia vera. A Brindisi sta accadendo. In questa estate torrida e ventosa, piena di circensem e scarsa di panem un uomo che ha vinto Sanremo, che canta canzoni che parlano di matti, di preti e di lavoro, ha dato retta a quanti pensano che i soldi non sono tutto, che la vita non ha prezzo e che chi avvelena il mondo non può lavarsi la coscienza con una serata di allegria.
Simone Cristicchi lo ha fatto, altri non lo hanno fatto. Di ciò va tenuto conto nel rispetto di ciascuno.
Questa scelta ha scatenato tante ire, tra queste quelle un sedicente “Comitato dei Lavoratori della Federico II”. Un comunicato di 382 parole: veleno a valanga. Trecentoottantadue parole fatte di livore e di rabbia, quel livore e quella rabbia che rendono la penna più veloce del pensiero e fanno dire sciocchezze a badilate.
Sarebbe troppo semplice controbattere alle affermazioni propagandistiche esposte nel comunicato, spero che nessuno lo faccia. Sarebbe troppo semplice alzare il tono verso chi usa appellativi e attribuzioni insensate come “ecoterrorista” o gatto spelacchiato verso persone fisiche che hanno carne e sangue come tutti, con famiglie, sentimenti, valori e anche difetti. Come tutti. Esseri umani che, prima di eseguire ordini, di cedere alla scelta “mors tua vita mea”, immaginano un altro mondo possibile e se hanno solo le trombette per raccontarlo suonano le trombette.
E le trombette le suonano per tutti, perché nel mondo nuovo che si immagina c'è posto anche per i Comitati dei Lavoratori della Federico II, perché è un mondo fatto di tolleranza e di comprensione per le esigenze di tutti.
È certo però che delle scelte bisogna compierle e le scelte hanno un prezzo che bisogna pagare. Cristicchi lo ha fatto, altri non lo hanno fatto. Ne avranno i loro motivi.
Ma dev'esser chiaro a tutti che chi è contro la pena di morte lo è senza se e senza ma, anche se chi ha scelto il mestiere del boia dovrà fare la fatica di riconvertirsi, non vi pare?
Pino De Luca
Pordenone: Greenpeace ara il campo di mais transgenico
Da Repubblica.it
IL CAMPO era illegale. Il mais transgenico 1 piantato senza autorizzazioni. Le autorità erano state avvertite, ma nulla è successo per giorni e giorni, mentre il polline ogm contaminava i terreni circostanti. Lo stallo è durato fino a questa mattina, quando venti attivisti di Greenpeace sono arrivati a Fanna, in provincia di Pordenone, e hanno tagliato il mais.
"La decisione delle autorità di rinviare la messa in sicurezza di questo campo è stata irresponsabile", ha denunciato Federica Ferrario, responsabile della campagna Ogm di Greenpeace. "Il mais è fiorito e sta già disseminando il polline sulle coltivazioni vicine. Questo è il secondo campo di mais transgenico identificato da Greenpeace in pochi giorni. A questo punto non possiamo escludere che esistano anche altre coltivazioni di mais Ogm in Friuli. Serve una scrupolosa campagna di campionamenti e analisi ad ampio raggio".
A fine mattinata gli attivisti di Greenpeace, che avevano messo in sicurezza circa tre quarti del campo, sono stati fermati dalla polizia che ha sequestrato i contenitori con le infiorescenze del mais transgenico. Rischiano l'arresto per "arbitraria invasione di terreno agricolo".
Ma il consenso al blitz degli ecologisti è quasi corale. L'azione di protesta è stata sostenuta anche dalle associazioni agricole, dalla Confederazione italiana agricoltori alla Coldiretti che ha creato un "presidio della legalità": "Tutti gli otto campioni prelevati sono risultati positivi per la presenza di mais Mon 810. E' stata una vera e propria semina priva di autorizzazione su almeno 4 ettari di terreno agricolo, punibile dalla legge con il carcere fino a due anni".
La task force "Per un'Italia Libera da Ogm", che comprende tra gli altri Legambiente, Wwf, Aiab, Greenpeace e Slow-food, contesta, in particolare, la scelta del procuratore della Repubblica di Pordenone Antonio Delpino: il provvedimento di sequestro del campo di mais, privo della procedura di urgenza sollecitata dagli ecologisti, si è rivelato insufficiente. La contaminazione è avvenuta nonostante le segnalazioni e la possibilità di intervento. Gli ambientalisti chiedono al ministro di Grazia e Giustizia Angelino Alfano un provvedimento disciplinare a fronte di un danno che avrà un evidente impatto sull'ambiente e sollecitano l'applicazione del "protocollo operativo di gestione tecnica in presenza di Ogm", che venne utilizzato nel 2003, quando si verificò un caso analogo, dall'allora ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno.
(30 luglio 2010)
29 luglio 2010
Inghilterra, nuovo piano energetico: stop alle centrali a carbone
Fonte: LaStampa.it
"Roma, 28 lug. (Apcom) - In Gran Bretagna non si potranno più costruire centrali a carbone senza un sistema di cattura e stoccaggio della CO2 (Ccs) emessa [tecnologia non matura e oggi inutilizabile per i suoi alti costi, quindi se davvero è questa la decisione, equivale a dire stop a nuove centrali a carbone, a tempo indefinito, NDR]. Lo hanno affermato esponenti del governo a margine della presentazione del piano britannico per l'energia. Secondo il piano il prossimo novembre verrà lanciata una consultazione sugli standard di efficienza energetica che dovranno avere le centrali, ma secondo il ministro dell'Energia Charles Hendry "è già chiaro che centrali a carbone senza Ccs non verranno ammesse". Diverse compagnie stanno pianificando la costruzione di centrali a carbone nel Regno Unito, ma i progetti potrebbero secondo il quotidiano subire un certo ritardo perche' il governo non ha ancora deciso se la tecnologia di cattura e stoccaggio potrà avvalersi di fondi pubblici. Una consultazione pubblica in questo senso verrà terminata solo alla fine del 2011. Copyright APCOM (c) 2008"
28 luglio 2010
Cerano, Cristicchi non suona nella centrale a carbone. La dichiarazione ufficiale.
Da senzacolonne.it
"Dopo aver ascoltato entrambe le parti in causa e preso atto del clima di poca serenità sul territorio, ho deciso di non esibirmi nel concerto presso la centrale di Cerano, il prossimo 7 agosto, poiché le condizioni attuali riscontrate non permettono di esibirmi con la necessaria tranquillità d'animo". E' con questa nota che Simone Cristicchi ha annunciato la sua scelta circa il concerto previsto nell'ambito di “Correnti musicali”, organizzato dall'Enel.
Verrebbe da dire che questa volta gli esponenti di “No al carbone” sono riusciti nel loro “intento”. Sul blog dello stesso cantautore il gruppo aveva già scritto una lettera, datata al dieci luglio, chiedendo espressamente allo stesso di annullare la data del concerto brindisino. “Ciao Simone, abbiamo saputo dalla stampa che quest'anno sarai tu il protagonista di “Correnti musicali”, il concerto che Enel organizza nella centrale di Cerano, a Brindisi. Voglio raccontarti cosa significa per noi abitanti di questo territorio la centrale a carbone di Cerano. Cerano è una località in riva al nostro mare adriatico, ma, dove prima c'erano spiagge bellissime. Ora l'unico panorama presente è questo ecomostro cui quasi come una begga hanno dato un nome “gentile”: Federico II”. Questo solo uno scorcio di questa lettera che si fa lunga righi e righi ricchi di dati, numeri e specificazioni. In chiusura di tutto ciò l'appello, forte, deciso del gruppo: “Ti chiediamo di sostenerci, di sostenere il futuro nostro e dei nostri figli, di sostenere il grido di dolore di chi ha perso affetti.
Ancora una volta pane et circenses in chiave moderna: ricatto occupazionale e concerti per zittire una città. La musica che Tu e noi tanto amiamo è un inno alla vita, alla gioia e alla bellezza, per questo ti chiediamo di rinunciare al concerto in questo luogo simbolo di dolore e del potere che opprime un'intera comunità. Siamo convinti che la tua sensibilità accoglierà questo nostro appello”. Parole che potrebbero aver colpito il cantante. Il responsabile del blog in controbattuta aveva risposto che avrebbero reso noto il movimento di protesta. E così è stato.
Negli USA l'energia solare costa meno di quella nucleare
COSTI FOTOVOLTAICO IN DISCESA - Secondo lo studio di Blackburn negli ultimi otto anni il costo del fotovoltaico è sempre diminuito, mentre quello di un singolo reattore nucleare è passato da 3 miliardi di dollari nel 2002 a dieci nel 2010. In un precedente studio Blackburn aveva dimostrato che se solare e eolico lavorano in tandem possono tranquillamente far fronte alle esigenze energetiche di uno Stato come il Nord Carolina senza le interruzioni di erogazione dovute all’instabilità di queste fonti.
Redazione online
27 luglio 2010
27 luglio 2010
Cristicchi boicotta la data presso la centrale a carbone di Cerano
Sulla bacheca facebook di Simone Cristicchi è apparso il calendario aggiornato con le prossime date live, e da queste è scomparsa quella di Cerano.
La notizia sui media:
Quotidianodipuglia: Brindisi, Cristicchi annulla il concerto davanti alla centrale "Federico II"
Reportbrindisi: Concerto a Cerano, Simone Cristicchi rinuncia
Brundisium.net: Simone Cristicchi dice No al Carbone?
Grazie Simone per il tuo contributo di civiltà, l'Alto Lazio come il Salento ti sono grati per questa scelta. Una sola correzione: non siamo ambientalisti, ma semplici cittadini preoccupati per il nostro futuro.
26 luglio 2010
Vuvuzelas contro la musica nelle centrali sporche
Quotidianodipuglia:
"Brindisi, l'appello dei Sud Sound System. «Vuvuzelas contro il concerto a Cerano»
BRINDISI (25 luglio) - La protesta è guidata su Facebook dai Sud Sound System, con l'invito a Irene Grandi e Simone Cristicchi di non cantare il prossimo 7 agosto nell'area della centrale Enel "Federico II" di Cerano, al concerto organizzato dalla stessa azienda per l'energia elettrica.
[...] Anche l'anno scorso, sullo stesso palco Renzo Arbore e Arisa, ospiti della serata, furono oggetto di proteste a suon di fischietti
Nota dei Sud Sound System:
Questa nota è scritta per smentire con "piacere" cosa si legge su alcuni quotidiani pugliesi, ovvero che il Sud Sound System dirige la protesta di Cerano. Il Sud Sound System non dirige, ne detta le forme della protesta del "Comitato No Carbone" contro i concerti che si terranno il 7 Agosto nella Centrale Enel di Cerano "Federico II". Noi aderiamo come semplici cittadini e logicamente anche come artisti, ma smentiamo con "piacere" di essere portavoci, ideologhi o quant'altro. Smentiamo con "piacere" perchè il "Comitato No Carbone" dimostra che Brindisi è viva e che una generazione di giovani è pronta a lottare perchè in Puglia ci sia un modello di sviluppo economico che sia sostenibile e quindi una migliore qualità della vita per i cittadini.
Cerano, Ilva e altri poli industriali non sono più sostenibili per questa regione e per noi che ci abitiamo, sembrerà retorico ma c'è bisogno d'amore per questa terra e per noi stessi per fare scelte concrete giuste.
Siamo quindi vicini al "Comitato No Carbone" e ne appoggiamo l'iniziativa. Quel giorno ironia della sorte, saremo a suonare ad una iniziativa a Grosseto di Lega Ambiente, ma siamo certi che la voce dei cittadini pugliesi sarà forte e che le nostre voci contro il carbone saranno forti, perché piene d'amore per la vita.
Uniti si vince.
Azione: scrivi al Presidente della Repubblica
"In questi giorni stiamo rischiando la prima estesa contaminazione da OGM in Italia, a causa di una presunta semina – che sarebbe assolutamente illegale - di mais transgenico in un campo in Friuli, nel Comune di Fanna (Pn). Di fronte a questa emergenza, con la Task Force OGM ci siamo appellati al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Unisciti a noi, clicca per leggere e firmare subito
24 luglio 2010
"Il cigno che si strozza"
Comunicato da "No al carbone Brindisi"
Pochi giorni fa Confindustria ha espresso la propria soddisfazione in seguito ad un’audizione presso l’UPI della Dott.ssa D’Agnano, Direttore dell’ARPA di Brindisi, avente ad oggetto le emissioni di Anidride carbonica e polveri sottili della centrale Enel di Cerano. Per il Dott. Marinò l’Enel brutto anatroccolo era divenuto un cigno.
Noi che da molto tempo abbiamo smesso di credere alle favole in particolare a quelle raccontate da Confindustria, abbiamo chiesto quindi ufficialmente all’ARPA di Brindisi copia del documento e dei dati presentati dall’ARPA alla predetta audizione.
In questi giorni abbiamo ricevuto la seguente risposta: in seguito all’audizione di ARPA all’UPI del 28 giugno è stato prodotto dall’UPI un comunicato stampa ed a quello si può far riferimento, inoltre comunichiamo che “ Alcuna relazione è stata redatta da parte di questo DAP”.
Allora, di grazia, di cosa si compiace Confindustria se alcuna relazione ufficiale è stata prodotta?
Di quale "anatroccolo nero diventato cigno" parla il suo presidente se a Brindisi si continuano a bruciare 8 milioni di tonnellate di carbone all’anno e non vengono forniti dati dettagliati su metalli pesanti, diossine e inquinanti di ogni tipo che le società elettriche (e non) emettono?
Continua qui
23 luglio 2010
FUORI LA MUSICA DALLE CENTRALI!
Chiediamo agli artisti di disertare i concerti in luoghi come le centrali termoelettriche sporche, simboli di un mondo che deve tramontare, piaghe in territori che pagano a caro prezzo una politica energetica non più sostenibile.
Nelle città che ospitano impianti fortemente inquinanti, i cartelloni estivi richiamano volti noti, cantanti e band che si esibiscono coi soldi dell'inquinatore del luogo per imbonire le popolazioni, comprare la fiducia della gente. Alcuni concerti si tengono proprio DENTRO le centrali più inquinanti, perché le persone possano sentirli come luoghi belli e utili, anziché piaghe velenose.
Vogliamo promuovere nel mondo della musica una nuova consapevolezza rispetto all'inganno subdolo, all'offesa che questi eventi portano alle popolazioni interessate.
Artista, non prestare la tua faccia per rifare il trucco agli inquinatori, non aiutarli a coprire i loro abusi. Non ti chiediamo di politicizzare la musica, che tutto trascende. Ti chiediamo invece di non prestare la tua immagine pubblica per simili strumentalizzazioni. Chi si lava le mani, chi finge di non vedere, è complice.
Passate parola, e che questo diventi un nuovo tormentone per tutte le estati a venire!
LIBERA LA MUSICA, FUORI DALLE CENTRALI!
Coordinamento nazionale contro il carbone
Troppo costoso e inquinante, stop ai finanziamenti pubblici al carbone in Europa
La Stampa approfondisce un tema che avevamo trattato da poco.
Fonte
"Presto il carbone europeo sarà poco più di quello che spunta dalle calze della Befana che ancora si vendono nella stagione dell’Epifania hi-tech. Entro il primo ottobre 2014, propone la Commissione Ue, gli Stati membri dell’Unione dovranno chiudere il rubinetto degli aiuti ai produttori del minerale fossile, per lasciarli al loro destino, a vivere o a morire. Da soli. Senza i 26 miliardi di denari che i Ventisette hanno pompato fra il 2003 e il 2008 in un settore glorioso e obsoleto, una volta pulsante al punto da essere l’innesco dell’integrazione continentale postbellica. «Non ci sono dubbi - giura Joaquin Almunia, sceriffo dell’Antitrust a dodici stelle -. Tutte le miniere che non fanno utili devono chiudere».
È la fine di un’era. Il carbone ha acceso il motore della rivoluzione industriale che, dalla fine del Settecento, ha stravolto la storia dell’Europa e poi del mondo. Più tardi, nel 1950, è stato proprio l’oro secco e nero a ispirare la dichiarazione con cui il francese Robert Schuman ha dato il via al processo di costruzione europea, alla Comunità per il carbone e l’acciaio (la Ceca) varata l’anno successivo. Ma qualcosa è cambiato. Mentre la Ceca diventava Comunità economica europea (Cee) e poi Unione (Ue), le miniere europee sono divenute una risorsa marginale. Ancora nel 1973 l’Europa a Nove estraeva 233 milioni di tonnellate annue. Oggi i Ventisette sono a 147 milioni, il 2,5% della produzione mondiale.
Il mercato è in mani orientali. La Cina estrae il 47% del carbone planetario (2,7 miliardi di tonnellate l’anno), inseguita da Usa (un miliardo) e Russia (247 milioni). L’Europa deve importare 180 milioni di tonnellate per soddisfare le sue centrali, calcolando che il 40% dell’elettricità tedesca va a carbone, e in Italia si è intorno al 15%. Questo tradisce l’ambizione verde dell’Ue, anche perché la produzione interna, a bassa resa termica, comporta un alto volume di emissioni di CO2 e polveri. Elevati anche i costi. Chiaro che, senza il Pantalone pubblico, il settore ce la fa a fatica.
Per questo la Commissione di José Manuel Barroso chiede la fine dei sussidi, cosa che non piace per nulla alla cancelliera tedesca Angela Merkel che ieri s’è detta, «per metterla giù con cautela, non entusiasta del provvedimento» [La Germania aveva previsto un aiuto alle miniere fino al 2018, NdR]. Bruxelles risponde con «la necessità di giustizia nei confronti dei concorrenti che operano senza aiuti di Stato» e difende una mossa «che va anche nell’interesse di contribuenti e governi, ora che la pressione per il risanamento finanziario è forte».
Soldi potranno averne solo per le riorganizzazioni finalizzate alla cessazione d’attività. I sussidi in essere - 2,8 miliardi nel 2008 - dovranno essere gradualmente eliminati sino al 2014, quando chi sarà in rosso dovrà chiudere. Almunia avrebbe voluto lasciare la porta aperta sino al 2023; i colleghi dell’Ambiente e Clima, Connie Hedegaard e Janez Potocnik, hanno fatto muro e vinto. Ora la proposta vola sul tavolo dei governi e del Parlamento Ue. Lo scontro lobbistico fra carboniferi (industria e Paesi come Spagna e Germania) e coscienze verdi sarà duro. L’esito, al solito, è tutto meno che scontato.
22 luglio 2010
I. Grandi e S. Cristicchi suonano presso la centrale a carbone di Cerano, la protesta esplode
Come raccontato pochi giorni fa, impazza in rete la protesta dei brindisini che contestano la scelta dei due cantanti di spendere la loro immagine per coprire le falsità di enel, che li paga per esibirsi presso la centrale a carbone Federico II, un vero ecomostro tra i peggiori in Italia ed Europa.
Riportiamo l'articolo che Repubblica ha dedicato al caso:
"Su Facebook la stanno implorando di non andare a suonare. Utenti e fan scrivono da giorni sulla bacheca del profilo (ufficiale) di Irene Grandi 1, da quando è stato annunciato un concerto, il 7 agosto, sponsorizzato dall'Enel alla centrale di Cerano, provincia di Brindisi, in riva al Mare Adriatico. Le chiedono di rinunciare, di non salire su quel palco, di ascoltare le loro storie. Di rendersi conto. Così le ricordano che quella di Cerano, dove suonerà anche Simone Cristicchi nell'ambito della ressegna "Correnti musicali", è una centrale contestata. La 'Federico II' è infatti una centrale termoelettrica a carbone e per estensione è la più grande d'Italia e una tra le maggiori d'Europa - circa 270 ettari. Secondo le denunce delle associazioni ambientaliste e le rilevazioni del ministero dell'Ambiente, le sostanze che rilasciano i composti solubili che emette negli anni avrebbero contaminato suolo, sottosuolo e falda idrica. I contadini hanno rinunciato ai raccolti, i casi di cancro si moltiplicano. La zona idrogeologica è a rischio dissesto nonostante l'area sia sottoposta a vincoli rigorosi.
I fan brindisini sono i più delusi, e nelle poche righe concesse dalla 'bacheca' urlano alla loro maniera. Ma né Irene Grandi né Simone Cristicchi danno segni di voler rinunciare. La cantante senese ha pubblicato un breve comunicato, in cui giustifica la società e ribadisce: "Nei live di alcuni artisti vengono calcolate le emissioni prodotte e per compensare si interviene con progetti di riforestazione nelle zone in cui si tiene il concerto". Ma nessuno è stato contento.
Ma il messaggio 2 firmato dall'artista su Facebook, continua con il tono ufficiale da comunicato: "Cerco di rispettare l'ambiente attraverso i piccoli gesti di ogni giorno (...). Da anni Enel sta lavorando con la musica. L'attività della centrale di Cerano è svolta nel pieno rispetto dei severi limiti di legge sulle emissioni, poste proprio a tutela della salute e dell'ambiente. Nel prossimo biennio sono previsti oltre 300 milioni di euro di nuovi investimenti per abbattere ulteriormente le emissioni che sono controllate continuamente da una rete di centraline per il monitoraggio e per il controllo della qualità dell'aria che analizza di continuo i residui della combustione presenti nell'aria. I dati sono trasmessi in tempo reale sia alle Autorità competenti per il controllo (Comune e Provincia di Brindisi, ARPA regionale, etc.), che ai Comuni limitrofi all'impianto", scrive, forse, l'artista.
"Partecipo al concerto di Cerano perché credo sia possibile attraverso azioni mirate (ammodernamento centrali, diminuzione dell'anidride carbonica prodotta, nuovi investimenti per abbattere ulteriormente le emissioni, riconversione a carbone pulito delle centrali a carbone) costruire un futuro in cui le scelte energetiche e il rispetto dell'ambiente vadano in una sola direzione. Mi hanno colpito le tante mail arrivate, da cantante durante il concerto, chiederò all'Enel di impegnarsi sempre di più con scelte lungimiranti per la tutela dell'ambiente, nel rispetto della salute e della vita.", conclude lei. E i fan, non sono brindisini, si scatenano contro la cantante di 'Bruci la città'
La Puglia aspetta un segnale d'empatia. I Sud Sound System anche. E uno dei commenti sul profilo di Facebook a Irene Grandi, è proprio del collettivo pugliese, firmato da Nando. Chiede "per favore...". Ma altri commenti sono più duri, diretti. Delusi. Sono migliaia. "Irene ti chiedo con il cuore in mano di rinunciare al live di Cerano, i comunicati sono carta e le decisioni si possono rivedere...", digita Stefano. "Irene, sembra che tu abbia dato dei visionari a tutti quelli che ti hanno chiesto di non suonare a Cerano, purtroppo ti bagli tantissimo perché non lo sono", dice Filomena. "Ehi Irè! Ricordati...quando verrai a ballare in Puglia...quando sarai sul palco di Cerano...con tutta quella gente che è li per ascoltare te...prima di iniziare a cantare...se sarai un po' tesa...chiudi gli occhi...e fai un bel respiro...", provoca Vituzzo. "Chiediamo solo un gesto d'amicizia", afferma Angelo.
La centrale è un dente che duole. Irene Grandi avrà a che fare con gli abitanti di Brindisi, con i militanti di Greenpeace arrestati per aver calato dal tetto della centrale lo striscione: "First Climate Killer in Italy" (Primo killer del clima in Italia). Avrà contro i contadini. Tutti quelli che sanno che la centrale termoelettrica vanta una potenza di 2.640 megawatt ed emette 14,9 milioni di tonnellate all'anno di anidride carbonica (CO2).
Sul sito Filippo G. è preciso, si rivolge a entrambi i cantanti e spiega: "Le analisi svolte dal ministero dell'Ambiente e validate dall'Arpa hanno riscontrato la presenza di pesticidi e metalli pesanti oltre i limiti consentiti nelle coltivazioni di ortaggi destinati alla vendita, nel sottosuolo e nella falda profonda del territorio compreso tra Brindisi e Cerano. Ossidi di azoto e di zolfo, oltre a nanoparticellle e microinquinanti di vario genere danzano allegramente nei polmoni degli ignari (o quasi) salentini. In questo scenario la città di Lecce appare colpita direttamente dalle incidenze neoplastiche diffuse dal Registro tumori jonico salentino. La classifica delle tre province salentine configura proprio Lecce al primo posto con un'incidenza pari all'11,8 per cento dei casi di tumore alle vie respiratorie, seguita dai due poli industriali del territorio, Brindisi (9,3 per cento) e Taranto (8,3 per cento)".
Le facce del libro mettono video di YouTube. Chiedono che la musica non li tradisca. Sono pronti a perdonare la loro eroina. Ma deve andare via, non salire sul palco. "Iren(e)diti conto, Grandi potresti esserlo davvero", dice Federico F. che non considera l'ignoranza di una situzione una scusante. A volte fare l'artista è complicato. Così, gli utenti hanno aperto il gruppo 3: I veri brindisini boicottano i concerti dell'Enel. "C'è poco da fare qui, iscrivetevi al gruppo e invitate i vostri amici... credo che nessuno avrà il coraggio, almeno tra i giovani, di andare al concerto. I ragazzi del 'No al carbone' saranno amministratori del gruppo 4".
L'appello per Irene Grandi e Simone Cristicchi passa anche dalle voci in coro dei Sud Sound System che scrivono: "Non sappiamo se siete informati o meno di quello che produce la centrale a carbone Federico II, ma sappiamo che come noi avete la necessità di comunicare usando il linguaggio della musica, un linguaggio che supera le barriere. La centrale di Cerano è la seconda fabbrica italiana per emissioni di diossina e la prima per anidride carbonica. Ha fatto e sta facendo ammalare gli abitanti del Salento. Tutto questo è documentato da primari, ricercatori, giornalisti e dall'amministrazione regionale. La musica è amore, è vita, la centrale di Cerano no. Come avrete capito le informazioni riguardo a questa quotidiana ingiustizia sono spesso confinate alla nostra regione, vi chiediamo di riflettere e, se ve la sentite, di spendere la vostra voce per dire 'no' a tutto questo".
"Carbone e villaggi turistici. Bandiera nera in Calabria"
Riportiamo da Terranews.it
"Galati, una frazione del comune di Brancaleone, è un piccolo angolo di mare in provincia di Reggio Calabria, noto per essere un sito preferito dalle tartarughe Caretta caretta per la nidificazione. La loro presenza è così massiccia che, per via pure dell’attenzione dei turisti, quattro anni fa nacque un “Centro per il soccorso ed il recupero delle tartarughe marine” grazie al progetto europeo “Tartanet”. Oggi però questa costa paradisiaca rischia di scomparire sacrificata sull’altare del cemento. Un progetto autorizzato nel 2006 dalla giunta comunale, chiamato Jewel of the Sea, prevede tra l’altro la costruzione di un gruppo di villette a due piani fuori terra, con un muro a una trentina di metri circa dalla battigia. Come se non bastasse, più a monte, sorgerà un villaggio turistico residenziale con campo da golf; e sul sito internet dedicato alla presentazione del progetto, si legge inoltre che la nuova struttura comprenderà un centro commerciale, un albergo, impianti sportivi e piscine.
Una cementificazione per un’estensione complessiva di 11,42 ettari. Per questi motivi lunedì scorso Goletta Verde ha assegnato la Bandiera Nera (riconoscimento dato ai nemici del mare) a chi ha avuto la responsabilità del danneggiamento di diverse centinaia di metri quadrati di ecosistema dunale. Vale a dire: l’amministratore della RDV srl, l’Amministrazione comunale di Brancaleone, il Dirigente del Settore Pianificazione Territoriale della Provincia di Reggio Calabria e il Dirigente della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio. Un blitz che segue quello del giorno avanti fatto a Rossano, in provincia di Cosenza, dove l’Enel si propone di realizzazione un impianto di produzione energetica a carbone. Rimane il mistero su come sia stato possibile progettare una struttura di così ampie dimensioni in una zona sottoposta a tanti vincoli ambientali e paesaggistici.
«È davvero inconcepibile - evidenzia infatti Nunzio Cirino Groccia, segreteria nazionale Legambiente - che un’area di così alto pregio naturalistico rischi di essere spazzata via da un progetto particolarmente impattante. Come se non bastasse, ci troviamo non solo all’interno del Parco regionale marino Costa dei Gelsomini, ma anche in un’area prossima al sito di Interesse Comunitario Spiaggia di Brancaleone, istituito al precipuo scopo di tutelare la spiaggia e la duna proprio dalle minacce costituite da urbanizzazione e insediamenti balneari. Non è da questa strada che passa lo sviluppo». E infatti ecco l’eco di Antonino Morabito, presidente di Legambiente Calabria: «Senza entrare nel merito della legittimità delle concessioni edilizie, che spetta solo agli inquirenti, ci chiediamo come sia stato possibile autorizzare la costruzione del villaggio, nella parte ricadente sulle dune». Il rilancio del turismo in Calabria, e con esso dell’economia tutta, dovrà puntare sulla qualità e sulla valorizzazione dei tratti di costa unici, come unica e non certo casuale è stata la scelta delle tartarughe a nidificare nel comune di Brancaleone.
Commento alla seconda conferenza dei servizi TVS
Comunicato stampa No al carbone Alto Lazio
Artificiosa la ricostruzione fornita circa quanto accaduto nella seconda riunione della conferenza dei servizi per il rilascio dell’AIA alla centrale di Torre Valdaliga Sud.
Infatti detta riunione ha segnato un ulteriore passo avanti nella dismissione del IV gruppo acquisendo il parere supplettivo della commissione IPPC che, contrariamente al precedente, ne determina non solo la dismissione, ma tempi certi per la presentazione di un cronoprogramma per la definitiva demolizione.
Ed è proprio per contrastare tale atto che Tirreno Power ha presentato le proprie ulteriori osservazioni, supportate peraltro da parere legale, circa la formale non idoneità del diniego al funzionamento di TV4 espresso dall’Amministrazione Comunale di Civitavecchia nonché sulla non corrispondenza di tale diniego rispetto a quanto previsto nel Piano Energetico Regionale; concetto quest’ultimo non corrispondente a verità e, comunque, riferito ad un Piano non vigente in quanto non ancora approvato dal Consiglio Regionale.
Il rinvio a settembre per l’atto definitivo è stato accettato su richiesta del Sindaco Moscherini ( e non di Tirreno Power) solo al fine di consentire a quest’ultimo di perfezionare il parere espresso dal Consiglio Comunale rendendolo formalmente rispondente a quanto previsto dagli art.216 e 217 del Regio Decreto 27 Luglio 1934, n.1265 che sanciscono che” Quando ….fabbriche, possono riuscire di pericolo o di danno per la salute pubblica” il Sindaco possa prescrivere “le norme da applicare per prevenire o impedire il danno o il pericolo e si assicura della loro esecuzione ed efficienza”.
Né l’impegno a presentare entro due anni un’alternativa di progetto che possa garantire un ulteriore miglioramento delle prestazioni ambientali, esplicitato con la lettera presentata in extremis (ovvero la sera prima della conferenza) da Tirreno Power), peraltro non costituente novità alcuna rispetto a quanto già prescritto nel primo parere della Commissione IPPC che prevedeva appunto, nelle more di necessari e prescritti miglioramenti impiantistici, una deroga di due anni ai limiti emissivi vigenti, ha modificato nulla di quanto stabilito. Tant’è che il parere IPPC non è certo stato rinviato in commissione per ulteriori valutazioni.
In tale contesto è risultato incomprensibile, e deprecabile, l’atteggiamento del sindaco Moscherini che, nonostante esprimesse posizioni condivise dai rappresentanti del Forum Ambientalista, del Movimento NoCoke e dai consiglieri Manuedda e Petrelli presenti in audizione nella conferenza dei servizi, preso da un accesso di sindrome del Marchese del Grillo, e peraltro dimostrando ignoranza non solo nei modi ma anche della legislazione vigente in termini di partecipazione del pubblico ai procedimenti, ha fortemente contestato tale presenza, lasciando allibiti il Presidente della conferenza e gli altri convenuti.
Vogliamo augurarci che tale atteggiamento sia legato alla ormai nota insofferenza alle pratiche democratiche che contraddistinguono il purtroppo per noi Primo Cittadino di Civitavecchia e non, invece, come l’eccessivo allungamento dei tempi potrebbe far sospettare, al tentativo di usare il diniego del consiglio comunale come leva per alzare il prezzo nelle trattative di monetizzazione del danno che Tirreno Power si è dichiarata pronta ad affrontare, magari propinandoci l’utilizzo del carbone o del CdR (combustibile da rifiuti) quale miglioramento impiantistico.
Come diceva un noto politico “a pensar male si fa peccato, ma molte volte ci si azzecca!”
20 luglio 2010
Il commissario UE Almunia: "2014, fine dei sussidi all'industria del carbone"
(AGI) Bruxelles - Basta sussidi all'industria carbonifera entro il 2014: lo propone il commissario Ue alla concorrenza Almunia.
Si anticiperebbe cosi' di otto anni l'obiettivo inizialmente fissato da Bruxelles: "Scopo della proposta e' assicurare la chiusura delle miniere non competitive entro il 15 ottobre 2014" ha dichiarato. Almunia, ad ogni modo, ha garantito sostegno a quelle compagnie sulle quali le ricadute occupazionali della decisione sarebbero piu' dure.
Stagione balneare 2010: risveglio spirituale tra i rifiuti.
Mentre sono attesi per venerdì i risultati delle analisi di ARPA Lazio (ahaha, risate amare), il micidiale miscuglio risultante da scarichi non depurati lungo la costa a nord di Roma e navi da crociera rende la nostra estate indimenticabile. Grande il coraggio dei tanti bagnanti che nonostante i divieti non rinunciano ad aspergersi nella sozzura. Segno che ormai alla merda ci siamo avvezzi, ma non solo! Assistiamo finalmente a un risveglio spirituale: contriti per aver trasformato i paesi del Terzo Mondo in discariche dei paesi ricchi, ora vogliamo condividere il loro cammino. (In foto: bagnanti del terzo millennio)
Da centumcellae.it "Pesca insolita nella mattinata di ieri nello specchio d’acqua compreso tra il Pirgo e la Lega, dove sono comparse a decine larve di dittero syrphidae eristalis. I ditteri costituiscono un ordine di insetti terrestri o idrofili, frequentemente acquaioli o acquatici, diffusi in circa 120 mila specie diverse. La larvadi per sé non è pericolosa come non lo è l’adulto del dittero; il dato preoccupante e che fa sorgere parecchie domande è che la maggior parte di queste larve vive in ambiente acquatico, all'interno di substrati organici in decomposizione o all'interno di altri organismi. Cosa è accaduto allora alle nostre acque per trasformarsi in substrati organici in decomposizione? Le ipotesi più plausibili sono quelle di un ingente e ripetuto scarico di liquami da parte di alcune navi (così come denunciato oggi dall'Idv che parla di rilascio dei cosiddetti "bottini di bordo", ovvero tutti i rifiuti liquidi) oppure la copiosa perdita a mare di qualche fogna. Ipotesi, quest’ultima, avvalorata dall’indecente spettacolo comparso in acqua intorno alle 14:00 (vedi foto): una distesa di schiuma e rifiuti dove bambini, e non solo, ignari di quanto stava accadendo si facevano tranquillamente il bagno. Ma nella nostra costa e sulle spiagge del Pirgo e della Marina dove sono stati allestiti gli stabilimenti estivi, non vige il divieto di balneazione? Consoliamoci: tra pochi mesi avremo una Marina nuova di zecca da fare invidia a Beverly Hills e da cui partire per andare a sguazzare tra schiuma e larve a profusione. Aggiornamento, per rasserenarci: moria di pesci a Montalto di Castro.
Carbone "pulito": tra i cinque peggiori disastri ambientali ora in corso...
Che il carbone pulito non esiste, e che l'espressione sia ingannevole, la scienza l'ha già chiarito, nonostante i tentativi di greenwashing e disinformazione messi in atto dalla grande industria. Ma già a partire dall'attività estrattiva i disastri sono al'ordine del giorno. Tra i primi cinque peggiori disastri ambientali in corso sul nostro bistrattato pianeta, questo articolo mette quello degli incendi nelle miniere di carbone cinesi (che comunque non possono competere con le emissioni complessive degli impianti a carbone su scala mondiale).
Incendi nelle miniere di carbone, in corso dal 1962
"...La Cina è la prima nazione al mondo in quanto a emissioni di gas serra. Buona parte della sua crescita economica è dovuta al carbone, che garantisce per il 70% dell’energia nazionale. Gli effetti collaterali sono principalmente due: le morti dei minatori, circa 13 al giorno, e gli incendi nelle miniere di carbone.
La Mongolia Interna è la regione più colpita dagli incendi. In questa area quasi completamente deserta e larga 5000 chilometri negli ultimi cinquant’anni ci sono stati 62 grossi incendi, che hanno distrutto circa 20 milioni di tonnellate di carbone ogni anno — più di tutta la produzione annuale della Germania. Secondo le stime, questi incendi da soli contribuirebbero al 2/3 per cento dell’emissione di carbonio mondiale. E si tratta solo di una parte, per quanto ingente, degli incendi che avvengono in Cina..."
Fonte, vedi qui
USA: scalano il vulcano contro il carbone
Climb against coal!
"Decisamente coraggiosi: sette persone, tra uomini e donne di Washington, si sono arrampicati sulla cima del monte Rainer (un vulcano dormiente a circa 90 chilometri da Seattle) per protestare contro la locale centrale a carbone gestita da Transalta, azienda canadese attiva nella produzione di energia elettrica. Di queste sette persone, solo due avevano mai fatto qualcosa del genere..." (ecoblog.it)
Fonte originale
Sito ufficiale dell'iniziativa
19 luglio 2010
Una nota nera come il carbone, pessima figura di Irene Grandi
Giorni fa i cittadini del Brindisino avevano chiesto (vedi) a Irene Grandi di non prestare la sua immagine per le losche operazioni di makeup di enel, che l'ha inserita nel solito cartellone estivo con una esibizione presso la più velenosa centrale a carbone d'Italia, quella di Cerano.
La risposta della cantante toscana è arrivata tramite Facebook, e parla con molte delle solite parole d'ordine by enel, al punto che pare concordata con l'azienda. La Grandi declina la richiesta dei cittadini e se ne lava le mani con una nota stracolma di sciocchezze, ingenuità assortite, luoghi comuni. Il senso della risposta è chiaro: non le interessano certe faccende, e per togliersi la patata bollente dalle mani, si sarà probabilmente affidata alla società che cura la comunicazione pubblica per enel. In Italia anche gli artisti tengono famiglia, zia enel è troppo ricca e forte per contrariarla.
Agli occhi di chiunque sia minimamente informato sui fatti in oggetto, la cantante s'è giocata faccia e credibilità. Lo testimoniano i 130 e più commenti critici che la cantante ha già ricevuto in risposta alla sua nota.
" Permessi di inquinare: problemi per Enel"
I dieci impianti che utilizzano maggiormente i crediti di emissione CER per compensare le emissioni di CO2:
"Nel 2009 la centrale termoelettrica Enel a Montalto di Castro (VT) ha emesso un milione di tonnellate di CO2. Si sono disperse nell’atmosfera, ma, da un punto di vista contabile, è come se non ci fossero mai state. Enel le ha infatti compensate interamente, investendo in un progetto che prevede la distruzione di tonnellate di Hfc-23, un potentissimo gas serra, da parte della Limin Chemical Co., una società chimica cinese. L’investimento ha permesso ad Enel di acquisire un milione circa di CER (Certified Emission Reductions) o crediti di emissione generati nei paesi in via di sviluppo. In pratica Enel ha sostenuto un progetto di riduzione di CO2 in Cina per poter emettere CO2 a Montalto. E’ il cosiddetto Clean Development Mechanism (CDM), previsto dall’articolo 12 del protocollo di Kyoto e controllato dalle Nazioni Unite.
Oltre ad Enel lo usano decine di altre compagnie, come le tedesche Salzgitter, RWE Power, la svedese Vattenfall, o la polacca PGE Elektrownia. Secondo quanto riportato questa settimana da Sandbag, un gruppo ambientalista con sede a Londra specializzato nel mercato delle emissioni, le società industriali ed energetiche europee hanno speso almeno 860 milioni di euro nel 2009 per comprare “permessi di inquinare” dai paesi in via di sviluppo. Anche perché i CER costano meno rispetto alle quote di emissione europee (EUA), assegnate direttamente dai governi e scambiate tra le imprese.
Il 59% dei crediti di emissione CER – spiega Sandbag in un rapporto – deriva da progetti per l’incenerimento del famigerato gas Hfc-23, sottoprodotto (indesiderato) dell’Hcfc-22, un refrigerante contenuto nei condizionatori e nei frigoriferi. Per CDM Watch, una coalizione di Ong che vigila sul Clean Development Mechanism, “è uno scandalo”. Prima di tutto perché le compagnie europee pagherebbero per la distruzione dell’Hfc-23 “65-75 volte in più rispetto al vero costo di smantellamento”. E poi perché ci sarebbero “prove schiaccianti” del fatto che le imprese (cinesi e indiane) starebbero manipolando il sistema di compensazione, “producendo maggiori quantità di gas serra pericolosi in modo da essere pagate di più per distruggerli”, spiega CDM Watch in un comunicato stampa. Particolare non trascurabile, lo stato cinese applica una tassa del 65% sulla vendita di crediti di emissione da progetti sull’Hfc-23. Alla fine, quindi, sembra che ci siano guadagni per tutti, tranne che per l’ambiente.
Ma forse non per molto. O almeno questo è ciò che si augura CDM Watch: “se le Nazioni Unite vogliono ristabilire la serietà del meccanismo CDM, dovranno cessare immediatamente l’assegnazione di crediti di emissione basati sull’Hfc-23″, ha dichiarato la direttrice Eva Filzmoser. “Si potrà riprendere solo dopo che sarà stata effettuata un’indagine che porti a una revisione della metodologia di assegnazione”.
Intanto dall’Onu arrivano segnali confortanti. Alla fine di giugno Clifford Mahlung, presidente del CDM Executive Board, ha fatto sapere che “la metodologia potrebbe essere rivista se le irregolarità saranno confermate”. Il processo di revisione potrebbe essere completato già in agosto.
E mentre gli industriali delle energie rinnovabili fanno il tifo per nuove regole, che “sposterebbero gli investimenti dove ce n’è veramente bisogno”, Enel e Deutsche Bank, tra i maggiori sostenitori dei progetti sull’Hfc-23, corrono ai ripari intensificando le attività di lobby sull’Unione Europea. “I progetti sono stati approvati con effetti fino al 2014″, ha dichiarato Giuseppe Deodati, risk manager di Enel Trade, in un’intervista a Business Week. “Dobbiamo evitare qualsiasi tipo di cambio retroattivo delle regole altrimenti potrebbe venir meno la fiducia delle imprese, necessaria per far funzionare correttamente i mercati delle emissioni in futuro”.
Ma la retroattività di eventuali nuove regole sembra essere improbabile. “Fino al 2012 gli impatti sul mercato delle emissioni saranno minimi”, ha spiegato Urs Brodmann di First Climate, una società finanziaria che gestisce crediti di emissione. “Il CDM Executive Board dell’ONU segue un principio fondamentale: le metodologie non possono essere cambiate retroattivamente per progetti che sono già stati registrati.
I cittadini di Montalto di Castro possono quindi dormire sonni tranquilli. Dall’altra parte del mondo, in un’oscura industria cinese, c’è qualcuno che sta lavorando (e continuerà a lavorare) per loro.
13 minatori intrappolati in miniera di carbone cinese
Le notizie dei lavoratori che a migliaia ogni anno perdono la vita nelle miniere di carbone cinesi (e non solo) giungono ormai previste e prevedibili.
"Cina: miniera carbone allagata nel Gansu, 13 in trappola.Lanzhou, 18 lug. - (Adnkronos/Xinhua) - Tredici minatori sono intrappolati nel sottosuolo in Cina, dove si e' allagata una miniera di carbone vicina a Jib, localita' della provincia nord-occidentale di Gansu. Lo hanno riferito le autorita' locali, precisando che altri tre minatori sono stati tratti in salvo dalle squadre di soccorso."
Provocatori prezzolati aggrediscono Goletta Verde e i manifestanti contro il carbone a Rossano
Riportiamo la notizia di un grave atto di inciviltà:
"Si è sfiorata la rissa a Rossano in occasione della manifestazione promossa stamattina da Goletta Verde di Legambiente per dire no alla riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Rossano, che è stata interrotta. A bloccare i manifestanti recatisi davanti ai cancelli della centrale sono stati alcuni sostenitori del Sì alla riconversione che, in seguito ad un’accesa discussione, hanno anche tentato di aggredire fisicamente i rappresentanti di Legambiente. Sul posto è intervenuta la Polizia, che dopo aver sedato gli animi, ha permesso ai sostenitori del No al carbone di allontanarsi per manifestare sul litorale adiacente la zona della centrale. Da tempo si fronteggiano due opposti schieramenti a sostegno della riconversione a carbone dell’impianto secondo il progetto dell’Enel e contro tale ipotesi. Lo scorso 15 luglio a Roma si é svolta anche una Conferenza dei servizi al Ministero dello sviluppo economico per il procedimento di autorizzazione.(ANSA)."
Fonte: ReggioTv
Cerano, sulla copertura del carbonile e le convenzioni
"Comunicato stampa: Italia Nostra, Legambiente, WWF Brindisi, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente, Salute Pubblica.
Brindisi, 18/07/2010
La notizia dell’autorizzazione da parte del Ministero alla copertura del carbonile è un atto doveroso che auspichiamo dia luogo ad una rapida costruzione del manufatto. Meglio tardi che mai.
E’ un primo passo sulla strada, ancora lunga, dell’impegno rivolto a rendere, in qualche misura, ambientalmente compatibile il colosso energetico di Cerano. Un cammino verso la necessaria compatibilità che richiede, come abbiamo più volte sottolineato, la seria riduzione del carbone bruciato in detta centrale.
Un argomento questo che si lega alla questione delle convenzioni con l’Enel e col polo energetico in generale.
Il problema non è se le convenzioni debbano essere o no firmate, perché un accordo tra il territorio e le aziende elettriche è indispensabile e urgente, ma solo se questa intesa comporta un’apprezzabile riduzione del rischio per la salute dei cittadini.
Questa condizione è irrinunciabile, in mancanza della quale qualunque contropartita risulterebbe inaccettabile dal momento che il diritto alla salute non può essere oggetto di alcuna contrattazione.
Sinora vi è stato solo l’annuncio della volontà di firmare al più presto le convenzioni, ma chi si attivato a fare queste sollecitazioni non ha accompagnato le medesime all’indicazione degli obiettivi da perseguire.
Certo, sono importanti le cosiddette ricadute positive sul territorio ma esse vengono dopo le esigenze della tutela della salute e devono essere specificate e rese note perché i cittadini possano, in qualche modo, far sentire la loro voce su problemi che li riguardano direttamente.
Il PEAR stabilisce un abbattimento del 30% del carbone usato, ed è proprio da questa indicazione che occorre partire. La riduzione del carbone deve essere effettiva e consistente perché non sono ipotizzabili, in materia, “compensazioni” di sorta anche in considerazione che la Puglia è la prima regione italiana nella produzione di energia fotovoltaica con 161 megawatt installati e primeggia anche nell’eolico. Primati questi che non hanno prodotto la benché minima riduzione, neanche simbolica, di carbone.
Attendiamo, quindi, non ulteriori dichiarazioni sulla necessità di firmare il prima possibile le convenzioni, ma auspichiamo invece che vengano resi noti i presupposti irrinunciabili per la firma delle medesime.
Le istituzioni non devono giocare di rimessa ma svolgere un ruolo indispensabile di proposta facendo capire alle aziende elettriche che il no al carbone non è solo uno slogan, ma esprime l’esigenza che esse rinuncino ad ingiuste pretese, rifiutate come si è visto anche durante la grande manifestazione del 19 giugno da una coscienza collettiva non più disposta a subire arroganze ed abusi.
Ed intanto è necessario che le strutture pubbliche preposte, a partire dall’ARPA, intensifichino i controlli che sino ad oggi sono stati gravemente carenti sia sotto l’aspetto quantitativo che qualitativo.
E’ questo un discorso che le nostre associazioni vogliono seriamente fare con la Regione Puglia e le Amministrazioni locali.
17 luglio 2010
Il pericolo della combustione di CDR nella centrale a carbone
Da Savonaeponente.com In riferimento alla realtà tragica del savonese della “gestione rifiuti” in regime di monopolio, con i continui conferimenti nella discarica del Boscaccio di Vado di rifiuti provenienti anche da fuori provincia e relativi paradisi fiscali nelle Isole Vergini ecc., ed in riferimento all’ ipotesi di pericolosi inceneritori proposti anche dal vice Sindaco di Savona, il MODA vuole sottolineare e ribadire ancora una volta che attualmente il Piano Rifiuti in vigore approvato nel 2007 da Provincia e Regione, pur non prevedendo l’inceneritore provinciale, purtroppo consente l’incenerimento subdolo del CDR (CONTINUA QUI)
"Carbone. parlano i medici" a Rossano, sabato 17 luglio
Nell'ambito del Forum Ambientale Calabrese segnaliamo l'iniziativa
Ricoversione a carbone Rossano: rinviata la Conferenza dei Servizi
Fonte: Sibarinet.it
"Roma - Si è conclusa nel primo pomeriggio di ieri la prima riunione della Conferenza dei Servizi sul progetto policombustibile di riconversione della centrale Enel di Rossano.
Alla riunione hanno partecipato per la Regione Calabria il responsabile del Settore Ambiente ed Energia dott. Ilario De Marco, per la Provincia di Cosenza il Presidente Mario Oliverio, l’Assessore Leonardo Trento e il Dott. Toscano Dirigente del Settore Ambiente ed Energia e per il Comune di Rossano Il Sindaco Franco Filareto, l’Assessore Giuseppe Lavia e il Dirigente del Giuseppe Graziani. La Conferenza dei Servizi è stato sospesa ed aggiornata a data da destinarsi poiché manca la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) del Ministero dell’Ambiente. Enel, che ha dichiarato la sua volontà di andare avanti, in sede di Conferenza ha
illustrato un progetto leggermente diverso rispetto a quello presentato ad aprile al Comune di Rossano. I responsabili di Enel pur definendo il progetto policombustibile, poi nella loro illustrazione non hanno potuto fare a meno di dire che il progetto prevede un 95% di polverino di carbone. Ilario de Marco, parlando a nome del Presidente Scopelliti, ha ribadito che la Regione, che ha già detto di no al progetto di Saline Joniche, esprime parere negativo anche per il progetto di riconversione della centrale di Rossano, presentato dall’Enel. Le Istituzioni calabresi si sono presentate con una posizione unitaria e univoca, ferma, forte e chiara: il carbone non è compatibile con l’ambiente, con la salute dei cittadini, con il modello di sviluppo ecosostenibile del nostro territorio, basato sull’agricoltura, sul turismo, sul commercio, sulla pesca sulle piccole e medie imprese locali. Si è trattato di un fronte compatto nel difendere le ragioni del territorio e della Calabria da ogni tentativo di colonizzazione del nostro territorio da parte di Enel. Il Sindaco di Rossano ha chiesto che alla prossima Conferenza dei Servizi partecipino anche il Sindaco di Corigliano, L’Arpacal e l’Asp della Provincia di Cosenza ed alla fine ha depositato un documento dettagliato con delle osservazioni (che trasmettiamo in allegato). Inoltre tutti coloro i quali hanno un qualche interesse sulla riconversione della centrale di Rossano e faranno richiesta scritta saranno sentiti dal Ministero dello Sviluppo Economico secondo un calendario di audizioni che sarà comunicato con netto anticipo. Il Sindaco Filareto, per informare al meglio l’opinione pubblica e per fornire maggiori dettagli su questa prima riunione ha convocato una conferenza stampa che si terrà sabato 17 luglio alle ore 10 nella sala rossa di palazzo San Bernardino.
enel, posti di lavoro ai parenti di politici locali
Da TrcGiornale.it
"enel o alcune aziende collegate al gruppo starebbero per assumere alcuni giovani che hanno rapporti di parentela con gli amministratori comunali di Civitavecchia. È quanto denuncia Vittorio Petrelli in una lettera indirizzata all'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti, al quale chiede una smentita pubblica, per sgomberare anche il campo dal timore che il sistema gelatinoso al centro delle cronache giudiziarie possa aver attecchito a Civitavecchia. La lettera:
“Egr. Amministratore [...] Da qualche tempo, nei corridoi di Palazzo del Pincio circolano voci che si fanno sempre più insistenti, secondo cui Enel o alcune aziende comunque collegate al gruppo (come ad esempio Terna), sarebbero in procinto di assumere alcuni giovani, che, e qui il condizionale è d’obbligo, potremmo definire “amici degli amici”, ovvero, familiari e parenti di amministratori comunali di Civitavecchia. Mi perdonerà se cerco da Lei una chiara e pubblica smentita, ma il timore che il "sistema gelatinoso" balzato agli onori delle cronache giudiziarie possa riguardare Civitavecchia, è un pensiero che leva il sonno, se non altro perché se queste voci fossero anche solo parzialmente vere, la coincidenza sarebbe difficilmente giustificabile e le conseguenti implicazioni per il territorio, per la politica locale e per l'Enel, di portata apocalittica: non Le nego che sarebbe poi persino lecito sospettare che si fa mercimonio della salute delle persone! Dott. Conti, procedere all’assunzione di personale senza che venga avviata una pubblica selezione, a meno che non si tratti di personale altamente specializzato, è eticamente poco corretto a fronte degli interessi in gioco, tanto più se trattasi di figli, nipoti e parenti di questo o quel politico locale, ma questo Lei lo sa bene, ed è per tali ragioni che spero Vorrà prendere una posizione netta e confermare pubblicamente che queste voci non sono altro che un chiacchiericcio estivo privo di qualunque fondamento.
Prima di salutarLa vorrei abusare ancora un pò della Sua disponibilità e chiederLe quando inizieranno i lavori del parco di 40 ettari che il Decreto VIA 680 ha inserito a titolo di prescrizione per la riconversione della centrale, tenuto conto che quelle aree, fino ad ora occupate dal cantiere, sono ormai in dismissione per buona parte. In attesa di un Suo cortese riscontro, Le porgo i miei più cordiali saluti”.
Da Ladispoli a Civitavecchia, liquami e rifiuti nel mare. Intervento di Legambiente
Riportiamo da UnoNotizie.it
"LAZIO LITORALE NORD / La marea nera dell’alto Lazio
Legambiente chiede che i sindaci di Ladispoli, Cerveteri e Santa Marinella, l'assessore all'Ambiente della Regione Lazio e la Capitaneria di porto di Roma dispongano ordinanze di divieto balneazione. Avviare subito disinquinamento con imbarcazioni specifiche e squadre protezione civile
Disporre divieti temporanei di balneazione ove necessario, avviare subito pulizia mare con imbarcazioni antinquinamento e squadre protezione civile: sono queste le urgentissime richieste inviate da Legambiente Lazio ai Sindaci di Ladispoli, Cerveteri e Santa Marinella, all'Assessore all'Ambiente della Regione Lazio e alla Capitaneria di porto di Roma, dopo le numerose segnalazioni giunte ancora in queste ore rispetto alla situazione di inquinamento delle acque marine del litorale Lazio nord.
Sono trascorsi ormai dieci giorni dalle prime comunicazioni pervenute a seguito di quella che è stata chiamata la “scia di liquami e rifiuti” identificata sul litorale a nord della Capitale, ma la situazione non sembra essere migliorata. Diversi cittadini evidenziano rifiuti di svariata natura galleggiare sulle acque del mare, pannolini, escrementi, addirittura carcasse di piccoli animali morti.
Serve un intervento urgente, mentre si identifica il responsabile di un così grave inquinamento, per garantire la sicurezza e la salute dei bagnanti e degli operatori, istituendo dei temporanei divieti balneazione ove necessario, con ordinanza urgente dei Sindaci dei territori coinvolti, e cartelli affissi sulle spiagge e negli stabilimenti per informare i cittadini sconcertati.
Allo stesso tempo va rilanciata l'opera di pronto intervento dei servizi antinquinamento, ad esempio attraverso le Navi Castalia Ecolmar per le quali non risulta rinnovata la convenzione con il Ministero dell'Ambiente, ma anche attraverso l'intervento di squadre di protezione civile.
Ufficio stampa Legambiente Lazio 06.85358051-77
www.legambientelazio.it
legambiente.comunica@email.it
16 luglio 2010
Tirreno Power spinge per il carbone nel quarto gruppo
La Società, controllata da Sorgenia (che possiede il 78% di Energia Italiana, la quale ha il 50% di Tirreno Power), è intenzionata a spingere ancora per scongiurare la dismissione del Quarto gruppo di TVS, e portarvi carbone.
Da Civonline.it
"Se la riunione dell’8 aprile scorso si era chiusa con un parere che portava sulla strada della possibile dismissione del IV gruppo della centrale di Torre Sud, la seconda seduta della conferenza dei servizi convocata dal Ministero dell’Ambiente per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale a Tirreno Power non è stata risolutiva. La commissione tecnica, infatti, si è presa ulteriore tempo per decidere del futuro dell’impianto cittadino, alla luce della richiesta della società di autorizzazione all’esercizio continuo, a 2.500 ore/anno, di quella che finora sarebbe dovuta essere una “riserva fredda”. Con la lettera di convocazione della seconda riunione, svoltasi mercoledì mattina a Roma, il Ministero dell’Ambiente aveva allegato anche il parere della commissione istruttoria Ippc, contrario all’esercizio del IV gruppo con conseguente richiesta di smantellamento, ricalcando quando deciso dal consiglio comunale di Civitavecchia l’8 aprile scorso. Un parere che non è piaciuto proprio a Tirreno Power, con la società che, affidandosi anche ad uno studio legale, ha inviato delle osservazioni in merito, contrastando quanto affermato dalla commissione stessa, chiedendo di non escludere dall’Aia proprio il IV gruppo e spiegando anche che il parere del Consiglio Comunale non ha la stessa valenza e autorità di una prescrizione del Sindaco, unico responsabile della salute pubblica. Motivi questi che hanno spinto Tirreno Power a chiedere il ritorno del procedimento in commissione, per includere proprio il IV gruppo ed evitare un’eventuale dismissione. E mercoledì, i tecnici hanno deciso di prendere ulteriore tempo per decidere. Se si sia trattato di un atto di maggiore prudenza e precauzione o se invece, come sperano dalla società, sia una decisione dettata dalla possibilità di ribaltare quanto già disposto, si saprà soltanto alla prossima riunione della Conferenza dei Servizi.
Differenziata a Civitavecchia, lettera all'ass. Roscioni
Lettera aperta del Comitato Piazza pulita, indirizzata all'assessore Roscioni
"Innanzitutto Le dobbiamo un riconoscimento: la Sua disponibilità ad ascoltare chi, come il Comitato "Piazza Pulita", da anni si occupa del tema della gestione virtuosa dei rifiuti. Dote assai rara da trovare tra i suoi colleghi amministratori.
Abbiamo letto l'intervista che ha rilasciato ad una testata telematica locale. Ci fa piacere apprendere che la linea dell'attuale amministrazione è quella di scongiurare qualsiasi ipotesi inceneritorista e che Lei persegua la promozione dell'attività del compostaggio domestico.
Ciò è in linea con gli obiettivi che il nostro Comitato persegue da tempo.
Alcune argomentazioni, però, che Lei sostiene nell'intervista ci lasciano perplessi ovvero non ci convincono affatto.
Vorremmo soffermarci in particolare su una di queste, perché ci sembra che Le possa offrire degli spunti di riflessione ulteriore.
Lei afferma che "Il sistema Arrow Bio è di fatto un sistema alternativo alla differenziata porta a porta, poiché differenzia il rifiuto “a valle".
Vede assessore, la sua stessa affermazione smonta la tesi che vuole sostenere. E cerchiamo di dimostrarLe perché.
Dicendo che il sistema Arrow Bio differenzia "a valle" afferma che non differenzia "a monte" i rifiuti. Queste due tipologie di differenziazione, "a valle e "a monte", benché possano sembrare locuzioni diverse che stanno ad intendere la medesima cosa, in realtà affrontano il problema dei rifiuti sotto aspetti completamente diversi.
La raccolta differenziata spinta "porta a porta" prevede una selezione dei rifiuti "a monte". Cosa implica questa pratica? In primo luogo mette in gioco il cittadino come persona, sviluppando in esso un forte senso civico. Il cittadino partecipa attivamente al processo, è consapevole che la qualità della propria azione può determinare un miglioramento per l'ambiente in cui vive e per le proprie tasche. La separazione"a monte" del rifiuto, prima cioè che questo raggiunga il luogo del conferimento, garantisce un alto livello qualitativo del materiale differenziato.
Il conferimento ai consorzi di filiera dei materiali selezionati qualitativamente apprezzabili determina un pagamento vantaggioso al Comune che conferisce. Il Comune ottiene introiti che gli permettono di abbassare la tariffa sui rifiuti.
Il cittadino nota il risultato del suo sforzo e rinforza il suo senso civico. La differenziata "a monte", sostenuta da una tariffa puntuale che premia chi produce meno indifferenziata, concorre alla riduzione quantitativa del rifiuto.
Conoscendo ciò che si può riciclare, il cittadino tende a fare acquisti più consapevoli: Tra un poliaccoppiato e un imballaggio di carta tenderà a scegliere il secondo.
La differenziazione " a valle" del rifiuto, in particolare quella prevista dal sistema Arrow Bio, non prevede invece nessun coinvolgimento del cittadino nel processo. Anzi. Convinto che i materiali vengano recuperati " a valle", cioè a conferimento avvenuto, il cittadino continua ad usare il cassonetto filostrada come una piccola discarica. E nei cassonetti, lo sappiamo, ci troviamo di tutto, anche rifiuti pericolosi come i Raee e le batterie delle auto.
Ora proviamo ad immaginare la qualità dei materiali differenziati "a valle". L'organico risulta contaminato. In Israele il terriccio residuo del processo di digestione anaerobica lo utilizzano come fertilizzante, da noi è impensabile. E il sistema Arrow Bio ha fame di organico, dato che l'affare del sistema sta nella produzione di bio-gas. La carta e il cartone sono di scarsa qualità, sporchi e contaminati da altri materiali. Si estraggono plastiche eterogenee e poco appetibili per il consorzio. I solo materiali che si salvano sono gli scarti ferrosi e non. Se i consorzi di filiera ricevono materiali differenziati di bassa qualità gli introiti per il Comune sono miseri. Si consideri che, come da accordo ANCI-CONAI, lo smaltimento del materiale scartato dai consorzi è a carico del Comune che conferisce. La differenziazione "a valle" del rifiuto non abbatte la produzione dei rifiuti, ma la lascia sostanzialmente uguale ai blocchi di partenza. La differenziazione "a valle" non stimola poi un consumo attento e critico.
Insomma assessore, la differenziazione "a valle" dei rifiuti, o se vuole l'impiantistica Arrow Bio, non è un sistema alternativo alla raccolta "porta a porta". La differenziazione "a valle", in un percorso virtuoso di gestione dei rifiuti, può essere valida a chiusura del ciclo e non ad apertura.
Proprio per scongiurare le dannose pratiche dell'incenerimento è bene trattare il residuo indifferenziato con la differenziazione "a valle", recuperando quanto più materia possibile. Così facendo si manderebbe in discarica una quantità irrisoria di materiali per giunta inerti.
Ma come Lei sa, il modulo base previsto dall'impiantistica Arrow Bio lavora su 120.000 tonnellate annue di rifiuto.
Avremmo bisogno di un'altra tipologia di impianto a chiusura del ciclo. Ma di questo ne parleremo in un'altra occasione.
Cordiali saluti
Comitato "Piazza Pulita"
15 luglio 2010
De Paolis (SeL): dall'Amministrazione Moscherini solo silenzio su un problema così scottante
Riportiamo da Civonline.it
“Sappiano la presidente della Regione Lazio Polverini e il presidente della Commissione Ambiente del Comune di Roma De Priamo che i Comuni e le realtà locali hanno già espresso la loro contrarietà all’ipotesi di indicare Allumiere come sito alternativo alla discarica di Malagrotta. Ieri la presidente Poleverini aveva affermato che dal Campidoglio non era stata notificata alcuna postazione alternativa a Malagrotta, oggi De Priamo di fatto smentisce parlando di Allumiere come uno dei siti consigliati. A parte questo rimpallo di competenze e di responsabilità tra Comune di Roma e Regione Lazio, quello che ci preoccupa è il modo superficiale in cui si sta affrontando una questione così delicata come quella dei rifiuti della Capitale. Addirittura la Polverini ha buttato là l’idea di individuare un sito alternativo con un bando pubblico. Questo contraddice, però, quello che la stessa presidente della Regione Lazio ha affermato successivamente, annunciando che entro settembre sarà portato in Commissione consiliare regionale il piano rifiuti, dopo aver sentito le associazioni e le realtà locali”. Lo dichiara in una nota Gino De Paolis, capogruppo di Sinistra, Ecologia e Libertà in Provincia di Roma. “E proprio le realtà locali hanno dimostrato già la loro contrarietà a questa ipotesi – continua - sia quelle di tipo istituzionale, prima fra tutte la Provincia di Roma con la mozione approvata all’unanimità, ma anche i sindaci del territorio in maniera trasversale, oltre ovviamente alle innumerevoli associazioni di cittadini. Tutti hanno capito perfettamente che questa è una battaglia che il territorio non può permettersi di perdere, eccetto il Comune di Civitavecchia. Se volessimo trovare una nota stonata, infatti, la potremmo riscontrare proprio nell’atteggiamento dell’amministrazione comunale di Civitavecchia, che a quanto ci risulta non è che abbia espresso molte parole, come se la questione non la riguardasse abbastanza. A che è dovuto questo silenzio? Disinteresse? Superficialità? O forse condivisione? Oppure l’amministrazione comunale non ritiene che trasformare il comprensorio nella discarica di Roma sia un tema degno della sua attenzione, al pari di altri su cui al contrario si sofferma ampiamente? Riteniamo che sia ormai insopportabile il silenzio assordante dell’amministrazione civitavecchiese, mentre siamo convinti invece che i cittadini gradirebbero che si schierasse apertamente contro questa ipotesi e si assumesse la sua responsabilità di Comune capofila di un comprensorio già insopportabilmente sfruttato da un punto di vista ambientale”. “E’ quindi ora che le buone intenzioni si tramutino in azioni concrete. Rinnoviamo, pertanto, l’invito a costituire un comitato pubblico di resistenza, che coinvolga i cittadini e le associazioni interessate e auspichiamo che l’iniziativa possa partire proprio dai sindaci dei Comuni limitrofi in modo trasversale per dare il segno di una battaglia comune. Questo messaggio deve arrivare forte e chiaro anche alla governatrice del Lazio” conclude.
14 luglio 2010
Rossano: la giunta regionale chiederà il ritiro del progetto di riconversione a carbone
Fonte: nuovacorigliano.it
"LA GIUNTA REGIONALE DICE NO AL CARBONE SENZA RISERVE: QUESTO PERICOLOSO COMBUSTIBILE NON E’ COMPATIBILE CON IL PROGETTO DI SVILUPPO FUTURO DELLA CALABRIA
Catanzaro, 12 luglio 2010 – Grande entusiasmo questa sera a Catanzaro per il risultato dell’incontro tenutosi nel tardo pomeriggio di oggi fra il Governatore Scopelliti e la sua Giunta, che hanno ricevuto una nutrita delegazione formata dal Presidente della Provincia di Cosenza Oliverio, dal Sindaco di Rossano Filareto e da quello di Corigliano Straface oltre che da alcuni membri del COMITATO PER LA DIFESA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA SIBARITIDE, per discutere del pericoloso progetto di riconversione a carbone della centrale ENEL di Rossano. All’attesissimo appuntamento hanno preso parte anche l’Onrevole Dima, il Vice Presidente della Giunta Regionale Stasi, gli Assessori Regionali Trematerra, Gentile, Caridi,
Pugliano, Mancini oltre ai Consiglieri Regionali Gallo e Caputo.
Un NO AL CARBONE fermo, deciso e unanime quello emerso dal vertice di oggi, che giunge a pochissimi giorni dall’atteso appuntamento con la prima seduta della Conferenza dei Servizi, indetta dal Ministero dello Sviluppo Economico a Roma per il 15 luglio proprio per iniziare la disamina del progetto di riconversione a carbone che ENEL ha presentato per il sito rossanese. Un NO AL CARBONE incondizionato che rafforza quindi l’ormai chiaro rifiuto da parte dell’intera Sibaritide di diventare un luogo di colonizzazione nel quale far calare dall’alto insediamenti industriali inquinanti e capaci di compromettere per sempre l’equilibrio socio economico e la salute pubblica dell’intero territorio. Un NO AL CARBONE senza se senza ma che diventa da oggi trasversale, perché a dire NO sono stati i massimi rappresentanti in Calabria del PDL e dell’UDC, allineandosi quindi all’opinione già espressa da vari partiti della sinistra, PD in testa. Un NO AL CARBONE che si tradurrà a brevissimo in un pronunciamento da parte della Regione Calabria nelle apposite sedi istituzionali e che porterà la Regione ad inoltrare ad ENEL la richiesta di ritiro formale del progetto.
“Il carbone non è compatibile con il progetto di sviluppo futuro della Regione Calabria, questa è una decisione senza appello e senza ritorno” così si è espresso il Governatore Scopelliti in merito all’utilizzo del carbone tanto a Rossano, quanto in qualsiasi altra parte del territorio regionale, sgombrando il campo da ogni possibile revisione della posizione della Regione a seguito di eventuali cambiamenti apportati da ENEL al proprio progetto, da cui la parola carbone dovrà necessariamente scomparire. Dello stesso parere sono stati tutti i componenti della Giunta Regionale, in particolare l’Assessore all’Agricoltura Trematerra è sceso in campo a difesa del comparto dell’agricoltura di eccellenza della Sibaritide, che verrebbe irrimediabilmente distrutta da un simile disegno. “Più che mai emerge ora la necessità di un progetto di qualificazione territoriale che sia in linea con le vocazioni proprie del territorio stesso, un territorio che oggi ha mostrato un momento di grande maturità, giungendo a presentarsi compatto e unanime ad un appuntamento di fondamentale importanza per il proprio futuro” ha dichiarato l’Onorevole Dima. Già certa dell’esito positivo dell’incontro di oggi, il Sindaco di Corigliano Straface ha sottolineato “l’importanza delle componenti produttive della Sibaritide quali l’agricoltura, il turismo e la pesca che hanno saputo unirsi per un obiettivo comune, volto a prendere in considerazione modelli sviluppo che siano veramente compatibili con il nostro territorio”.
“Oggi la Calabria ha vinto una battaglia importante nel quadro di una guerra – quella alla conversione a carbone della centrale ENEL di Rossano – che sarà ancora irta di ostacoli, ma superabili con la compattezza e il dialogo propositivo fra le istituzioni, con il coinvolgimento della popolazione e con il confronto con ENEL al fine di portare in Calabria, un progetto di sviluppo che porti reali benefici al territorio in termini occupazionali e di ricaduta economica, salvaguardando la salute dei cittadini e la vocazione naturale del territorio” così si è espresso il Presidente del COMITATO PER LA DIFESA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA SIBARITIDE, Avvocato Minnicelli.
L’appuntamento più prossimo è quindi a Roma per il 15 luglio, ove oltre alla Regione Calabria, alla Provincia di Cosenza e al Comune di Rossano, anche il Comitato per la Difesa e lo Sviluppo Sostenibile della Sibaritide assisterà con una propria delegazione, mentre c’è ancora attesa febbrile per le istanze inoltrate al Ministero dello Sviluppo Economico sia dal Comune di Corigliano chiedendo la propria ammissione come soggetto decisore insieme alle altre istituzioni e agli enti interpellati, sia dalla Provincia di Cosenza per opporsi ad una Conferenza dei Servizi indetta in mancanza di ogni Valutazione d’Impatto Ambientale in merito al progetto presentato da ENEL.
Per maggiori informazioni contattate CO.DI.S ³ :
Amerigo Minnicelli cel. 348 1806113 - Luigi Pisani cel. 3474740892
Email: info@nocarbonerossano.org
13 luglio 2010
Inquinamento a Civitavecchia, dal Porto sempre cattive notizie
Sull'apporto inquinante del Porto di Civitavecchia una nota di Petrelli (IdV), vedi qui (TrcGiornale.it)
Discarica ad Allumiere: risposta possibilista della Polverini
Carbone a TVN: polvere nera sulle imbarcazioni nel Porticciolo
Riportiamo una lettera indirizzata al Messaggero da un cittadino (fonte):
"Centrale di Civitavecchia
Spett. redazione, a proposito della ciminiera della centrale di Civitavecchia. Con l'inizio della alimentazione a carbone, i progettisti e le istituzioni ci avevano rassicurato che le emissioni di scarico della ciminiera erano superfiltrate.
Con molti amici frequento assiduamente il porto di RIVA DI TRAIANO a Civitavecchia, ho notato, da quando è iniziato lo scarico del carbone, che sulle barche si deposita un velo di polvere grassa nerastra difficile da pulire specialmente su tutto quello che è poroso, vi posso assicurare che prima dell'apertura al carbone, la polvere che si depositava sulla barche era quella della sabbia che il vento portava dal deserto africano occasionalmente solo in alcuni periodi dell'anno.
Vi scrivo sperando che con i vostri mezzi potrete avviare una serie di discussioni per sensibilizzare il rispetto dell'ambiente, oggi molto sentito. Se volete vi posso fornire anche i nomi dei miei amici per avvalorare questa notizia. Buon lavoro e cordiali saluti
Alessandro Pellicano
(11 luglio 2010)"
Rossano: si allarga il fronte del no al carbone
Fonte
"Una settimana sin troppo concitata questa, in merito al problema riconversione a carbone della centrale ENEL di Rossano, segnata dall’annunciata Conferenza dei Servizi che il Ministero per lo Sviluppo Economico ha indetto per il prossimo 15 luglio a Roma. Numerosissimi gli enti chiamati in questa assise, che rappresenta lo strumento tecnico giuridico attraverso il quale si raccoglieranno tesi, pareri e posizioni che potranno portare al rilascio di processi autorizzativi o, come tutti ci auguriamo, al rigetto degli stessi, perlomeno fintanto che ENEL proporrà una riconversione basata sul carbone, aldilà di qualsiasi percentuale di utilizzo.
Nel lungo elenco di enti che dovranno comparire alla prima convocazione della Conferenza dei Servizi, qualcosa però non torna, il Sindaco di Corigliano è stato interpellato solo “per conoscenza”, senza essere chiamato a pronunciarsi su un progetto che si dovrebbe attuare ad un solo chilometro di distanza dal confine est del proprio territorio comunale e basato peraltro sull’utilizzo del Porto di Corigliano per fasi di carico e scarico di materiali da utilizzare nella nuova centrale. Non solo, anche fra gli enti “invitati” ci sono enormi perplessità: sia la Capitaneria di Porto di Corigliano che la Provincia di Cosenza, sono state convocate in assenza di una qualsiasi Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.) che si sarebbe dovuta produrre in relazione al progetto, anche e soprattutto per consentire a tutti i soggetti istituzionali di avere maggiori strumenti di valutazione. Mentre la Provincia di Cosenza e il Comune di Corigliano hanno presentato al Ministero dello Sviluppo Economico opportuna istanza legata a tali gravi mancanze, si fa sempre più importante a questo punto il ruolo giocato dalla Regione Calabria sul futuro del progetto, soprattutto in sede di Conferenza dei Servizi.
Il Governatore Scopelliti incontrerà lunedì 12 luglio una delegazione formata dal Presidente della Provincia di Cosenza Oliverio, dal Sindaco di Rossano Filareto e da quello di Corigliano Straface e da alcuni membri del COMITATO PER LA DIFESA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA SIBARITIDE con in testa il proprio Presidente Avvocato Minnicelli, per discutere del progetto ENEL. L’attesissimo incontro segue alla lettera aperta inviata pochi giorni fa dal CO.DI.S³ al Governatore, agli Assessori Trematerra e Gentile, nonché al Presidente del Consiglio Regionale Talarico e ai Capigruppo in Consiglio Regionale, e rappresenta un’occasione importante per capire come la Regione si esprimerà a difesa del territorio della Sibaritide. All’appuntamento con Scopelliti, reso possibile anche grazie alla mediazione dell’Onorevole Dima, prenderanno parte anche i Consiglieri Regionali Caputo e Gallo, nonché gli stessi assessori Trematerra e Caridi.
“Ci auguriamo che dall’incontro coi vertici della Regione si giunga ad un allargamento del fronte del NO al carbone, a fianco dei Sindaci dei Comuni della Sibaritide che hanno deliberato e che ancora stanno deliberando contro questo progetto, siamo certi che oltre alla Provincia di Cosenza ci sarà anche la Regione Calabria, in modo da far prevalere una posizione di comune e motivato dissenso in Conferenza dei Servizi. L’obiettivo è quello di poter far confluire nella Sibaritide un progetto di investimento che sia davvero compatibile con il territorio, con il suo modello di sviluppo economico e con la salute dei cittadini. Il piano di ENEL non solo non sarà in grado di elevare il livello occupazionale dell’impianto una volta andato a regime, ma distruggerà per sempre importanti elementi dell’economia endogena quali le produzioni agricole, il settore ittico e quello turistico, arrecando gravissimi danni alla salute dovuti alle concentrazioni di metalli pesanti e polveri ultrafini che ad oggi nessun filtro è in grado di bloccare, così come la più parte della comunità scientifica ha da tempo ampiamente dimostrato. Il carbone pulito è una pericolosa mistificazione, ENEL avrebbe mezzi e modi per poter investire un miliardo e duecento milioni di euro in un progetto di riconversione che rilanci l’impianto di Rossano attraverso la produzione di energie rinnovabili, come peraltro ha fatto altrove nel nostro paese, salvaguardando posti di lavoro attuali e futuri che nessuno intende negare alla popolazione, specie in questo momento di grave stallo economico.”, afferma l’Avv. Minnicelli.
“Civitavecchia e Brindisi sono territori diversissimi dal nostro, vantano un ampio bacino industriale e un polo chimico che la Sibaritide non possiede, hanno caratteristiche geo morfologiche molto differenti dalla Piana di Sibari e il livello d’inquinamento di quelle aree è molto elevato anche per la presenza delle Centrali rispettivamente di Tor Valdaliga Nord a Cerano, nonostante ENEL si prodighi per sostenere il contrario. Le recenti analisi effettuate nel comprensorio di Civitavecchia e finanziate in maniera autonoma dai Comitati cittadini, hanno fatto rilevare dati preoccupanti che a breve diffonderemo come ulteriore punto di vista informativo. Nei territori immediatamente limitrofi alle suddette centrali sono state vietate le coltivazioni di prodotti agricoli ad uso alimentare, mentre nelle zone circostanti, gli agricoltori lamentano che i propri ortaggi non vengono più acquistati dalla più parte della grande distribuzione proprio perché provenienti da aree considerate inquinate, ove di registra un incremento di gravi patologie fra cui varie forme tumorali. Tutto questo è misurabile molto spesso soltanto al di fuori di questi super impianti tecnologici, è quindi necessario guardare dentro ai territori vicini ad essi e dialogare con le popolazioni che li abitano” conclude Luigi Pisani.