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17 ottobre 2010

Pasticcio ungherese in salsa d'arsenico


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Da Greenpeace.it
"Un'intera nazione è sotto lo scacco di una valanga di melma tossica. Oggi abbiamo pubblicato i dati sul livello di velenosità dei fanghi che lunedì scorso si sono riversati nelle strade, nei campi, nei fiumi dell'Ungheria. Un paese tinto di rosso, il colore di un mix micidiale, fatto di arsenico, cromo e mercurio.

Il 4 ottobre nell'impianto di lavorazione dell'alluminio della città di Ajka, nella parte occidentale dell'Ungheria, qualcosa non ha funzionato. Come un fiume in piena, tonnellate e tonnellate di fanghi tossici sono fuoriusciti dalla struttura, inondando presto tutta la zona. Il giorno successivo, nei pressi di Kolontar, abbiamo prelevato dei campioni di acqua e fango, e li abbiamo portati ad analizzare alla Austrian Federal Environment Agency di Vienna e al laboratorio Balint di Budapest.

Oggi i risultati delle analisi non fanno che accrescere l'allarme. La concentrazione di metalli pesanti riscontrata nei campioni prelevati è preoccupante. Basti pensare che il valore dell'arsenico disciolto in acqua (0.25 milligrammi per litro) supera di 25 volte il limite consentito per la potabilità. È appurato che questo metallo danneggi l'uomo, andando a colpire soprattutto il sistema nervoso.

Si stima che 50 tonnellate di arsenico siano state liberate nell'ambiente. Le conseguenze per gli ecosistemi acquatici, le falde e la salute pubblica potrebbero essere devastanti, anche sul lungo periodo. Anche il mercurio, che tende ad accumularsi nei pesci, facilmente può passare all'uomo attraverso la catena alimentare.

Dopo l'incidente avevamo effettuato subito dei rilievi, testando nell'immediato il PH dei fanghi. Anche in quel caso, l'esito dell'esame era stato molto negativo: PH 13, elevatissimo, indice di un alto livello di capacità corrosiva dei fanghi. Per ottenere uno studio più approfondito sarà necessario attendere ancora.

Denunciamo il tentativo di occultamento da parte del Governo ungherese: diamo per scontato che loro sappiano esattamente cosa c'è nel fango. Perché deve essere sempre Greenpeace a pubblicare dati sconcertanti e informare vittime e opinione pubblica sulla realtà dei fatti?

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