Gli operai morti per il business del carbone non fanno rumore, non trovano spazio sulle testate giornalistiche, non almeno fintantoché non si riuscirà a trasformare in evento mondiale a-la Grande Fratello anche una sventura sotterranea cinese sul modello dei 33 disgraziati minatori cileni. Le notizie delle morti bianche da carbone vengono smaltite dai filtri automatici che separano l'utile (il business vecchio e sporco, a scapito di tutti per il profitto di pochi) dall'insignificante (vita umana e altri temi da fricchettoni).
Giornata di ordinaria follìa in Cina: "Sette persone sono morte e altre undici risultano disperse per una fuga di gas verificatasi in una miniera di carbone nella provincia centrale cinese dell'Henan. Dalle prime informazioni sembra che la fuga di gas si sia verificata ieri sera poco dopo la mezzanotte quando 18 minatori stavano svolgendo il loro lavoro nella miniera di Jiulishan a Jiaozuo. Le operazioni di salvataggio sono tuttora in corso. Si teme per le sorti degli 11 minatori che ancora mancano all'appello. (ANSA)
29 ottobre 2011
Sette morti, ma di razza inferiore
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