No al carbone Alto Lazio

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16 luglio 2008

Inquinare, negare, comprare

Brindisi, centrale Enel "Federico II" - continua la batteglia degli agricoltori colpiti dall'inquinamento della centrale. "...Anche nei campi non colpiti dall'ordinanza sindacale la “questione carbone” torna alla ribalta. Gli agricoltori, infatti, hanno denunciato la presenza, nei loro appezzamenti, di quantità spropositate di quella che sembrerebbe essere polvere di cabone, che forma una patina nera sui frutti, sugli alberi e sulla pelle dei coltivatori. Circostanza, questa, prontamente verificata dalla Digos, che si è recata “sul campo” per i controlli di rito.
Fonte: Brindisi tg 24

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21 maggio 2008

"Alto Lazio come Brindisi" in onda su TRC

Il film-dossier "Alto Lazio come Brindisi" andrà in onda sul'emittente locale TRC - TeleRadioCivitavecchia:

  • mercoledì 21/05/08, ore 21,10;
  • giovedì 22/05/08 ore 19,00
  • venerdì 23/05/08 alle ore 15.50

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17 aprile 2008

18 aprile, ore 18,00 - Aula Pucci (Comune), Civitavecchia. "Vivere all’ombra di una centrale a carbone"


PERCHE’ LA STORIA NON SI RIPETA
Proiezione del film dossier:
"Vivere all’ombra di una CENTRALE A CARBONE"

Girato da alcuni cittadini dell’Alto Lazio
recatisi a Brindisi per conoscere da vicino gli effetti
dell’inquinamento da carbone sul territorio ed
ascoltare le testimonianze di chi da anni ne
subisce le conseguenze.

"Non potevamo certo sapere la rabbia, mista a dolore ed
incredulità, che avremmo trovato negli occhi degli agricoltori
...Né il grido di dolore delle madri che ci hanno
incitato a lottare e non mollare per difendere il futuro dei
nostri figli.
...E non potevamo sapere che
il monito unanime lanciatoci da amministratori, medici,
oncologi, semplici cittadini fosse uno solo:
fermate la centrale
."

Vi aspettiamo
VENERDI'

18 aprile 2008, ore 18.00
Civitavecchia, Aula Pucci

Movimento No Coke Alto Lazio,
Coordinamento dei Comitati contro il Carbone Civitavecchia

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10 aprile 2008

10 aprile, Allumiere (Rm): proiezione del documentario sulla centrale a carbone di Brindisi

alitalia cll dalai lama tibet veltroni berlusconi elezioni 2008 olimpiadi diana


Comunicato:


Carbone, svegliamoci! E’ il titolo dell’incontro durante il quale i cittadini dell’alto Lazio, asserviti da più di 50 anni di servitù energetiche, sono invitati a vedere la verità raccontata in un film dossier sul carbone. Giovedì 10 Aprile ad Allumiere
.

Giovedì 10 Aprile alle 18.00, presso la SALA STEFANINI di Allumiere, verrà proiettato il documentario “verità” sul carbone, su come si vive vicino ad una centrale a carbone, quella di Brindisi. Il documentario è stato realizzato dalla produzione di Giovanni Leoni e organizzato dal movimento no coke Alto Lazio in collaborazione con il Comitato dei Cittadini Liberi. Il progetto iniziale del documentario era quello di portare a conoscenza di tutti quanto accaduto a Brindisi con la centrale a carbone e ciò che accade qui con l’inganno del “carbone pulito” di TVN. La similitudine con Brindisi è il filo conduttore del film, la storia infatti si ripete anche da noi. Brindisi prima della colonizzazione delle società elettriche era la zona agricola più generosa e famosa del Salento, nota per le colture mediterranee come carciofi, finocchi e meloni. Cosa è accaduto è evidente: nessuna istituzione si è occupata di verificare i danni che avrebbe procurato la combustione del carbone, delle ricadute sulla salute umana e sull’ambiente. Semplicemente la verità, raccontata da cittadini, da agricoltori derubati del proprio territorio, del proprio lavoro, per i profitti delle lobby che producono energia per venderla all’estero. Le testimonianze più forti, contenute nel racconto, sono a cura di medici ed oncologi dell’area Brindisina e del Presidente della Provincia di Brindisi che dà letteralmente lezioni di politica onesta agli amministratori del nostro comprensorio. Il messaggio finale che danno tutte le testimonianze è unanime “non fatela accendere, la centrale a carbone”, qui a Brindisi potete vedere le lacrime del popolo e della terra, fermatela, prima che sia troppo tardi”. Il documentario prossimamente verrà proposto anche a Civitavecchia, sollecitando alla visione il sindaco Moscherini, così affaccendato a firmare convenzioni con l’ente elettrico. Nell’Alto Lazio, si ripete la storia di Brindisi: sono tanti i sindaci che sono stati addomesticati dalle compensazioni e dai famigerati tavoli dello sviluppo, dopo Civitavecchia anche Tarquinia ed Allumiere, per non parlare poi di Montalto di Castro, tutti sindaci di città condannate alla povertà e alle alte percentuali di morte per tumore. Nel film ci sono molti messaggi per i nostri sindaci, quelli che per miopia bilaterale non vedono i danni irreversibili che procura la combustione del carbone su un territorio meraviglioso come il nostro, generoso di agricoltura e di risorse naturali.

La proiezione del film sarà introdotta dal Dott. Mauro Mocci, medico di base di Allumiere e portavoce dei medici del comprensorio, impegnati da sempre in difesa della salute e contro la riconversione a carbone di TVN.

Movimento no-coke Alto Lazio

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6 aprile 2008

Appello dalla Puglia all'Alto Lazio: "non fate accendere TVN, dopo non sarete più in tempo"



Appello dalla Puglia all’Alto lazio :” tvn non la fate accendere, dopo non sarete più in tempo”.

Davanti ad una numerosa platea estremamente attenta si è svolta a Tarquinia, presso il TOP 16, la prima proiezione del documentario su come si vive all’ombra di una centrale a carbone.

Uomini e donne, agricoltori, commercianti, semplici cittadini hanno visto scorrere con sconcerto le testimonianze di altri uomini, donne, agricoltori, madri, cittadini del brindisino che narravano degli enormi danni alla salute e all’economia del territorio causati dalla mega centrale a carbone Federico II di Brindisi.

Preoccupazione, indignazione, ma anche commozione, erano quello che esprimevano i volti attoniti di quanti erano presenti.

Indignazione che si è trasformata in volontà di mobilitazione dinanzi alle testimonianze degli amministratori, ma anche dei medici brindisini che, raccontando dell’inutilità dei monitoraggi e dei controlli, del loro sentirsi impotenti dinanzi al colosso energetico che, interessato solo ai propri guadagni, ha trasformato un intero territorio in area di saccheggio della salute, dell’ambiente e dell’economia, raccomandavano “Tvn non la fate accendere, dopo non sarete più in tempo”.

Dalla necessità di difendere il proprio territorio e la propria economia, dal diffusamente sentito dovere di difendere la salute e il futuro dei propri figli, dalla comune volontà di evitare che la storia si ripeta e dalla triste consapevolezza che la maggior parte della classe politica, di cui basta guardare i programmi, è colpevolmente succube della menzogna del carbone pulito, ci si è lasciati con la decisione di dare vita ad una grande manifestazione che, probabilmente, si svolgerà nella seconda metà di maggio, e verrà preparata ripetendo la proiezione del documentario su tutto il territorio dell’Alto Lazio.

Perché una certezza era comune a tutti i presenti: non permetteremo all’ENEL ed ai suoi accoliti di aggredire ulteriormente il nostro territorio.

E’ questione di legittima difesa.

Comitato Cittadini Liberi in difesa della Salute e dell’Economia

Com.difedasalute@difesa.it

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3 aprile 2008

Incontro con la popolazione brindisina. La dura realtà supera ogni più cupa fantasia


Il Movimento No Coke Alto Lazio ha incontrato le popolazioni di Brindisi:


"Abbiamo pianto con loro, per loro e per noi"

Che fosse una centrale maledetta lo sapevamo. La decisione di portare nei nostri territori una testimonianza diretta di quanto accadeva intorno alla centrale a carbone Federico II di Brindisi nasceva proprio dalle tante denunce di cui avevamo avuto eco. Ma quando siamo partiti, insieme a una delegazione del "Comitato dei Cittadini Liberi" giovedì 27 marzo, alle quattro della mattina, non avevamo la piena consapevolezza di quello che avremmo trovato, della crudezza delle testimonianze che avremmo raccolto. Non potevamo certo sapere la rabbia, mista a dolore ed incredulità, che avremmo trovato negli occhi degli agricoltori che ci hanno mostrato i loro ortaggi, tra cui il famoso carciofo brindisino, intrisi dei veleni emessi dal carbone, lasciati a marcire sui campi a migliaia.

Né il grido di dolore delle madri che ci hanno incitato a lottare e non mollare per difendere il futuro dei nostri figli; loro con bambini in braccio di pochi anni e già il futuro compromesso da gravi malattie legate all'inquinamento.

Non potevamo sapere che avremmo pianto con loro, per loro e per noi.
E non potevamo sapere che il monito unanime lanciatoci da amministratori, medici, oncologi, semplici cittadini fosse uno solo: non la fate accendere, dopo non sarete più in tempo. Questa esperienza è stata dura, perché ci ha sbattuto in faccia la concretezza di quanto andiamo denunciando da anni, e insieme bellissima per la generosità di coloro che abbiamo incontrato. Uomini e donne che hanno messo a disposizione la loro testimonianza di sofferenza di persone e di territorio nel tentativo di fornire un contributo alla nostra lotta, che è poi la loro. Questo ci da una certezza in più: dobbiamo continuare a lottare contro un mostro che devasta territori e coscienze perché abbiamo, dalla nostra, la forza della ragione. I campi bruciati, il mare morto per i miliardi di litri di acqua calda che vi è riversata quotidianamente dentro, il dolore di quanti stanno pagando con la vita loro e dei loro cari la protervia dell'ENEL di attribuire ai "caminetti" e ai "falò delle potature di ulivo" i picchi enormi di PM10, ed ancora la denuncia dura degli oncologi, l'inutilità di ogni forma di controllo e monitoraggio denunciato dagli amministratori, le decine di promesse non mantenute dall'ENEL e dalla politica e lo scoprire che il tutto è stato irrorato da tangenti versate addirittura per ogni tonnellata di carbone scaricata al porto di Brindisi, ci hanno dato la certezza che la storia rischia di ripetersi.
Anche a Brindisi l'ENEL aveva raccontato del suo grande impegno a tutela dell'ambiente, di un ingente incremento dell'occupazione, di diminuzione del costo dell'elettricità, aveva firmato convenzioni, promesso riconversione a metano della centrale dopo pochi anni. Ed invece complice una politica che, come raccontatoci dal Presidente della Provincia di Brindisi Michele Errico, si è piegata ed adattata agli interessi economici abdicando al suo ruolo di governo degli stessi, per anni l'ENEL ha immesso, e continua ad immettere, centinaia di tonnellate di veleni sul territorio. Oggi i terreni e le falde acquifere sono inquinati da arsenico mercurio e benzene, la cui principale fonte antropica è la combustione dei combustibili fossili, i campi limitrofi al nastro trasportatore sono sotto ordinanza di blocco delle coltivazioni per centinaia di metri e nessuno acquista più i prodotti, una volta di eccellenza, di Cerano e dell'area del Brindisino ormai riconosciuta sito inquinato nazionale. Gli oncologi sono concordi: il monitoraggio conta solo i danni; che il carbone emetta numerose sostanze cancerogene è ormai evidenza scientifica. Unica soluzione è il non utilizzare questo combustibile e chiunque ignora tale assunto si rende responsabile delle gravissime percentuali di mortalità e morbilità che affliggono quanti hanno la disgrazia di vivere attorno a tali impianti. Ancora di più oggi possiamo affermare che la volontà di portare al 50% la produzione di energia derivante dal carbone, come preannunciato dall'ENEL nel proprio piano industriale, è una volontà criminale, e criminale è chi, nelle istituzioni, acconsentendo a tale scelta, si rende complice della devastazione di interi territori, con le loro popolazioni e le loro economie. E ciò senza fare riferimento alcuno all'incremento di produzione di anidride carbonica, e il conseguente aggravamento dell'effetto serra, che la combustione del carbone comporta.

Di questa nostra esperienza abbiamo voluto farne un documentario, che sarà proiettato il 4 aprile a Tarquinia, (Top 16 ore 17) e in seguito a Civitavecchia
, perché la sofferenza delle popolazioni di Brindisi, di Torchiarolo e dei paesi attorno sia da monito e da stimolo a quanti per rassegnazione, stanchezza o sfiducia pensano non ci sia più niente da fare per fermare la riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord di Civitavecchia o altri mostri simili.
Ancora di più oggi ne siamo convinti: la nostra è una battaglia di legittima difesa; non vi e non ci daremo tregua finché non riusciremo a scongiurare questa ipoteca sul futuro dei nostri figli e del nostro territorio. Vogliamo infine ringraziare gli abitanti di Torchiarolo e di Cerano, ed in particolare Giovanni Liaci, senza i quali ogni cosa non sarebbe stata la stessa, nemmeno la forza che abbiamo riportato a casa.

Movimento No Coke Alto Lazio


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1 aprile 2008

Scioccante documentario appena realizzato nei territori della centrale ENEL - Brindisi

Carbone: venerdì 4 aprile, alle 17, presso il TOP 16 di Tarquinia presentazione dei risultati della missione del “Comitato dei Cittadini Liberi”, ritornato da Brindisi, e dello scioccante documentario appena realizzato nei territori della centrale ENEL.

Tarquinia dispone di due armi per bloccare la centrale a carbone: la lotta popolare non violenta, pacata, ma decisa e le denunce alla magistratura.

Non la bloccherà invece il Sindaco di Tarquinia che teorizza un “no al carbone” che è invece un “Si al carbone” basato su controlli fatti dopo che la centrale di TVN avrà inquinato il territorio, aggravato la già pesante situazione sanitaria e distrutto l'agricoltura e il turismo. E non la bloccherà il Sindaco di Allumiere che il 14 febbraio scorso è intervenuto al Consiglio Comunale aperto di Tarquinia dicendo che è inutile girare attorno alla questione; la verità è che i sindaci trattano con Enel perchè così vogliono in alto.

Due posizioni identiche: entrambi hanno scelto la strada degli accordi e abbandonato quella della lotta popolare non violenta
. Il disimpegno è avvenuto nonostante che il Ministero della Salute abbia riscontrato una grave situazione sanitaria nell'Alto Lazio e chiesto una nuova Valutazione d'Impatto Ambientale della centrale a carbone e nonostante che l'ARPA abbia segnalato gravi carenze e lacune dell'autorizzazione rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Che le carte della centrale a carbone non fossero come alcuni vogliono far credere lo aveva già accertato il collegio di periti nominati dal Tribunale di Civitavecchia nella causa intentata dal Comune di Ladispoli. Prima di una probabile sentenza sfavorevole ad Enel, la competenza a giudicare in tema di centrali fu sottratta al Tribunale Civile con un provvedimento governativo su misura per la centrale a carbone di Civitavecchia, infatti fu trasferita al TAR dal governo Berlusconi, con il comma 552 della Legge Finanziaria 2005. Ma il lavoro del collegio peritale rimane come un macigno e solo chi lo ignora può fare accordi con Enel.

I cittadini sono più determinati che mai a lottare per fermare la centrale a carbone. Per essere bene informati una loro delegazione si è recata in Puglia a conoscere direttamente cosa succede attorno alla centrale Enel di Brindisi Sud, nota alle recenti cronache per i danni ambientali ed economici provocati alle comunità locali del Salento. I risultati della missione verranno presentati venerdì prossimo, 4 aprile, alle ore 17,00 nello spazio centrale del TOP 16 a Tarquinia.

“Comitato dei Cittadini Liberi” in Difesa della Salute e dell’Economia

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16 marzo 2008

La Puglia non plaude alla faccia di bronzo di Enel

Comunicato stampa:

Quanto letto sulla stampa a proposito del cattivo funzionamento dei dispositivi per l’abbattimento delle polveri della centrale di Cerano è un dato che, incrociato con il drammatico inquinamento da polveri sottili rilevato dalle centraline pubbliche di Torchiarolo (Brindisi), deve indurre il Ministero dell’Ambiente, la Regione e le Istituzioni Locali a obbligare l’ENEL a intervenire immediatamente sui precipitatori elettrostatici.

E’ inaccettabile che si debbano aspettare le fermate dell’impianto programmate per il 2010 per porre rimedio a tale gravissima situazione.
Le fermate si programmano per l’ordinaria manutenzione, ma si impongono nelle emergenze.

D’altro canto aspettiamo in Puglia il Piano Regionale della Qualità dell’Aria proprio perché siano previsti i casi e le modalità di fermo dei grandi impianti di combustione in occasione di inquinamento rilevato dalle centraline oltre i limiti di legge.

ENEL deve immediatamente farsi carico della dotazione dell’impianto di Cerano di dispositivi di contenimento delle emissioni di polveri all’altezza delle garanzie sulla salute e l’ambiente dovute alla comunità brindisina.
E alla luce di ciò è ancora più inaccettabile, e sin anche offensiva, la presunta meraviglia che l’ENEL manifesta pubblicamente quando le istituzioni, in questo caso il Comune di Lecce tramite il suo Presidente del Consiglio Comunale Eugenio Pisanò, si propongono di assumere impegni affinché “diminuiscano i pericolosi scarichi nell’aria del combustibile fossile” e di “intervenire per ridurre le emissioni nocive della centrale a carbone di Cerano, pericolosissime per la salute”. L’ENEL ha anche la presunzione di “suggerire” dove rivolgere l’attenzione per un migliore approfondimento: ovunque, purché lontano dai suoi “affari”.

No Coke Brindisi

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10 marzo 2008

Brindisi - Enel rifiuta di rispettare l'ennesimo accordo




COMUNICATO STAMPA NO COKE BRINDISI

A quasi due anni dalla caratterizzazione dei terreni agricoli tra Brindisi e Cerano, lungo l’asse policombustibile attrezzato e intorno alla centrale, a un anno dalla conferenza di servizi di Roma che ha obbligato alla bonifica degli stessi, a più di sei mesi dall’ordinanza di divieto di coltivazione, tutto quello che Assessore Regionale all’Agricoltura ed ENEL avevano saputo produrre era un protocollo tra ENEL e agricoltori per la riduzione dell’impatto visivo della centrale di Cerano!

Con la grave responsabilità, pure, di aver messo in dubbio l’accertato inquinamento dei terreni dal centro studi di turno, che per fortuna in Italia nulla può contro le definizioni di legge di inquinamento, e le procedure di legge per la sua caratterizzazione.
Eravamo comunque contenti del fatto che gli agricoltori in questione avessero spuntato dall’ENEL qualche spicciolo, perché questo sono 6 milioni di fronte ad un mai reso noto maxiguadagno delle centrali.

Poi abbiamo appreso che l’ENEL non ci sta più, perché alcuni agricoltori hanno prodotto un esposto in Procura che circostanzia morti e malattie tra chi sotto il mostro, esposto alle polveri di carbone, vive da due decenni.

ENEL ha così certificato, per chi avesse ancora dubbi, che non voleva stringere un accordo commerciale, ma ancora per l’ennesima volta comprare il silenzio di chi da ENEL è danneggiato più di chiunque altro. Gli agricoltori hanno solo chiesto, legittimamente, alla Procura di valutare attraverso perizie ambientali ed epidemiologiche di conoscere il responsabile di un accertato inquinamento che potrebbe essere la causa delle malattie che hanno colpito tanti di loro. E noi ci auguriamo e ci aspettiamo che la Procura faccia completa chiarezza, visto che altri non riescono a farla!

Mettiamo dunque tutti in guardia dagli accordi con ENEL e, per questo, ringraziamo il Vescovo di Brindisi per aver involontariamente innescato qualche mese fa una gran polemica per i pubblici ringraziamenti ai regali dell’ENEL, da Lui definiti “segno del forte legame tra l’ENEL e la città”, davanti ai responsabili ENEL accorsi a “pregare” in prima fila.

Da allora tutti sanno che Brindisi quei regali non li vuole perché hanno un prezzo, come minimo il silenzio di fronte all’impatto ambientale gigantesco della più grande centrale a carbone d’Italia.
Di cui effettivamente il Vescovo in tanti anni non ha mai parlato e cogliamo tale occasione per permetterci di ricordare che proprio la Chiesa ha ultimamente “aggiornato” la lista dei peccati mortali e sociali, aggiungendoci quello dell’inquinamento ambientale. Chiediamo anzi alla stampa di verificare se per la visita del Papa la Curia non abbia di nuovo pensato di bussare alla porta dell’ENEL.

Invitiamo tutti, cittadini e istituzioni, a sostenere gli agricoltori brindisini in una battaglia che in realtà non è solo loro, ma di tutta la città.

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24 febbraio 2008

scorie ENEL smaltite nelle discariche!

Comunicato stampa:

"La trasmissione ANNOZERO di ieri, 21 febbraio, ha trattato la grave e scottante questione dei rifiuti in Campania. Durante un servizio giornalistico di questa trasmissione si è appreso che, in una delle tante discariche gestite dalla camorra, sarebbero stati “conferiti” ingenti quantitativi di ceneri derivanti dalla “centrale ENEL di Brindisi”.
Ciò, se dovesse corrispondere a vero, sarebbe un fatto di eccezionale gravità ed evidenzierebbe pesanti responsabilità alle quali sarebbe chiamata anche l’ENEL e per le quali non può e non deve sottrarsi.
Rivolgiamo un pressante invito alle autorità preposte e alle forze dell’ordine competenti affinché effettuino con sollecitudine le doverose indagini del caso. Non di meno sollecitiamo le forze politiche tutte ad assumere atti conseguenti alla tutela della salute pubblica."

No Coke Brindisi


(
ancora una volta: meno male che c'è ENEL, l'energia che ti ascolta )

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24 gennaio 2008

Nocoke Brindisi - comunicato


Nocoke Brindisi - Comunicato stampa

Bisogna riconoscere che a Brindisi è arduo tenere testa a tutti i problemi che l’assediano. Non si riesce a risolverne uno che già se ne presenta un altro. Le istituzioni, la politica (quella seria) e la società civile con i suoi movimenti e le sue varie forme di associazionismo sono chiamate a questo difficile compito.


Sino ad alcune settimane fa occupava la scena mediatica l’inquinamento dei terreni agricoli lungo il nastro trasportatore del carbone e nei pressi della centrale Enel di Cerano. Gli agricoltori protestarono a lungo e duramente ma sempre civilmente. Il loro sit-in di protesta fu interrotto per dare il tempo - che fu a loro richiesto - per risolvere tale problema.

Ma sino ad ora nulla è successo, anzi su tutti i tavoli che si sono tenuti con le istituzioni l’Enel, invitata in modo incomprensibile non come controparte, si e' persino concessa la sfrontatezza di sbeffeggiare le istituzioni quando esse sono state assenti.

Non sappiamo se doverosamente qualcuno si sia posto il problema degli agricoltori che, impediti della loro attività (per la giusta ordinanza sindacale che vieta la coltivazione dei terreni inquinati), stanno facendo fronte sicuramente a un momento di seria difficoltà economica. Riteniamo che fare propria questa preoccupazione sia quanto meno doveroso da parte di chi amministra la res pubblica: Comune, Provincia, Regione.

A queste istituzioni chiediamo che si facciano promotori di chiarire con immediatezza tale grave situazione. Posto che i terreni in questione sono inquinati, sono necessarie perizie che in maniera chiara e incontrovertibile indichino la causa dell’inquinamento e, quindi, chi ha inquinato. Noi siamo convinti che non siano stati i contadini. Tutta la città pensa che sia stata l'Enel, ma poiché siamo in uno stato di diritto è giusto che i responsabili siano inchiodati sulla base di evidenze certe.
Queste vanno costruite in fretta, senza tentennamenti, senza per esempio i continui rimandi tra Assessore Regionale all'Agricoltura (che e' arrivato all’assurdo di smentire la presenza dell'inquinamento, negando così la vigenza a Brindisi delle leggi nazionali) e Assessore Regionale all'Ambiente, che di questa cosa sin dall'inizio si è occupato, nel migliore dei casi, con grande distacco.

La Regione investa con prontezza i fondi necessari per tali studi.
Il danno non è solo di qualche decina di agricoltori (meritevoli intanto della solidarietà di tutta la comunità regionale) ma di tutta l’agricoltura brindisina, un gravissimo danno di immagine per il quale qualcuno dovrà pagare.

Ci rifiutiamo di pensare (ma il dubbio ormai ci assale) che la Regione non vada giù duramente contro l'Enel perché ancora coltiva la speranza di avere il loro consenso alla cocombustione del CDR. la Regione ci rinunci. Brindisi non accetterà mai le diossine in cambio di un po' di CO2 in meno.


NO_COKE_BRINDISI

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17 gennaio 2008

Torchiarolo - manifestazione contro il carbone

Riceviamo e pubblichiamo:

Torchiarolo, 16/01/2008

Sabato Manifestazione contro il carbone in difesa dell’ambiente

Il Comitato Promotore, composto da cittadini, associazioni, movimenti, unitamente alla Amministrazione Provinciale di Brindisi, alle Amministrazioni Comunali di Torchiarolo, San Pietro Vernotico e Cellino San Marco invitano i cittadini a partecipare alla manifestazione promossa a Torchiarolo il 19 Gennaio in difesa dell’ambiente e della necessità che siano svolte azione positive per il raggiungimento di tale obiettivo.

L’appuntamento è per le ore 15,00 davanti il Municipio di Torchiarolo da dove partirà il corteo, con i gonfaloni in testa e subito dopo i bambini delle scuole elementari, che attraverserà le strade di Torchiarolo .

Il corteo si concluderà in Piazza Castello dove su di un palco si alterneranno gli interventi dei Promotori e delle Amministrazioni.

Il protagonismo dei cittadini e la massiccia partecipazione che abbiamo visto durante tutte le manifestazioni realizzate sul problema del rigassificatore siamo convinti che ci sarà anche sabato 19 Gennaio a Torchiarolo .

Sarà una conferma al fatto che la volontà di cambiamento espressa in questi anni da parte dei cittadini, che chiedono insistentemente la forte correzione dell’esistente unitamente ad un nuovo modello di sviluppo, è realmente una cosa realizzabile.

L’adesione convinta degli Enti Locali a questa manifestazione è la dimostrazione di un risveglio destinato a costruire migliori condizioni di vita, per una reale difesa del diritto alla salute dei cittadini e dell’ambiente .

Comitato promotore manifestazione di Torchiarolo 19 gennaio
Per informazioni: 340 0407757, 329 9866096, 338 6105312

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7 dicembre 2007

Comunicato Nocoke Brindisi su Enel

Brindisi, 5/12/2007

"Le gravissime affermazioni dell'ENEL contro il Presidente della Provincia di Brindisi, che nella battaglia contro il carbone interpreta i sentimenti della cittadinanza brindisina e la volontà di tutte le forze politiche provinciali, sono un'offesa alla comunità brindisina tutta.
Siamo certi che, a differenza di quanto pensi l'ENEL, le parole di Errico non siano "l'ultimo atto". E ricordiamo le parole del Sen. Eupreprio Curto che in Consiglio Provinciale ha affermato che a Brindisi non si può parlare di legalità senza risolvere il problema ENEL.
Proprio perchè l'ENEL è quotata in Borsa, è bene che il mondo finanziario sappia che giganteschi profitti sono conseguiti a Brindisi per la esternalizzazione di costi ambientali (emissioni in atmosfera di gas inquinanti e clima-alteranti, scarichi in mare di acque calde e inquinate, polvere di carbone) che Brindisi non ha più intenzione di subire a favore di quei profitti.
Proprio perchè l'ENEL è partecipata dallo Stato, la politica nazionale deve sapere quale impatto ambientale un'azienda dello Stato produce in una sfortunata parte del territorio nazionale.
La riduzione delle emissioni, il progetto di copertura del carbonile e il cristallizzatore, tanto sbandierati dall'ENEL negli ultimi tempi, sono proprio il risultato della forte pressione degli Errico e dell'opinione pubblica.
Ci aspettiamo che la politica brindisina non chini il capo, e con la massima durezza inchiodi l'ENEL alle sue responsabilità, coinvolgendo il Ministero dell'Ambiente in questa battaglia di civiltà."

NO COKE BRINDISI

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2 dicembre 2007

Quarto assalto Greenpeace al carbone: dopo Porto Tolle, Cagliari e Civitavecchia, è la volta di Brindisi






© Greenpeace
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ID Immagine: 1591705



Venerdì 30/11/2007, Brindisi.

Un gruppo di attivisti ha effettuato un'azione dimostrativa all'interno della centrale a carbone di Brindisi Sud.
Alcuni operai della centrale Enel si sono radunati sul luogo dell'azione, ed hanno srotolato sulla facciata della centrale un grande striscione, recante al scritta: "Benvenuti"

"Solo pochi giorni fa, la foto action in mutande, l'azione alla centrale di Civitavecchia e la protesta contro la politica energetica promossa, in Sardegna, dal Governatore Soru. Oggi, all'alba, una nuova azione alla centrale Enel di Brindisi. Per ricordare a tutti che il carbone è il nemico numero uno per il clima."

[...]

"I nostri attivisti sono entrati all'interno dell'impianto e hanno aperto striscioni sia sul tetto della centrale, che sul grande carbonile all'aperto. Il banner più grande - 500 mq di striscione - è stato posto accanto al logo dell'Enel con la scritta "1st climate killer in Italy"

La centrale di Brindisi Sud è il primo impianto in Italia per emissioni di gas serra, con 14,4 milioni di tonnellate di CO2 nel 2006. Enel è la prima azienda 'clima killer' in Italia

[...]

Occorre investire su fonti rinnovabili e misure per l'efficienza energetica [...] E' questo, infine, il cuore della "Energy Revolution", la strategia globale di politica dell'energia proposta da Greenpeace.

L'Europa dovrà ridurre le proprie emissioni di almeno il 20 per cento entro 2020. Non ci sono alternative: per raggiungere questo obiettivo, l'Italia dovrà riportare le proprie emissioni sotto controllo e dire NO al carbone, chiudendo gli impianti obsoleti come quello Enel di Brindisi..."

VEDI QUI per l'articolo orginale e per altre foto dell'azione

"In Italia la prima fonte rinnovabile è l'efficienza energetica: investendo in misure di efficienza si potrebbe risparmiare al 2020 il 20% dei consumi elettrici nazionali - circa 100 miliardi di chilowattora - pari alla produzione di 6 centrali come quella di Brindi Sud.

A breve il Ministero per lo Sviluppo Economico definirà il nuovo Piano Nazionale di allocazione delle emissioni di CO2. Greenpeace Legambiente e WWF hanno già denunciato il rischio che, sotto la pressione di grandi gruppi industriali, vengano concessi aiuti di Stato alla produzione di energia elettrica da carbone."

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31 agosto 2007

"Da Cerano a Civitavecchia. Storie distanti e problemi comuni (ENEL, PD e dintorni)"


Riportiamo parte del contributo a firma di Pino De Luca, apparso sul sito BrindisiSera a questo link

"...Mi ha scritto Mauro, da Civitavecchia, raccontandomi che legge Brindisisera (www.Brindisisera.it) e che anche a Civitavecchia l’ENEL si comporta come a Brindisi. E anche a Civitavecchia la stampa e le forze politiche si comportano come a Brindisi. E anche a Civitavecchia ci sono una miriade di movimenti che si oppongono alla megacentrale a carbone, ma che non cambia nulla.

Se tanto mi da tanto, caro Mauro, non dovremmo capire la ragione per la quale la gente si oppone ma le cose si fanno ugualmente? Non è difficile capirlo, io mi provo a spiegarlo ma forse non ci riesco per mio limite. Allora ci riprovo, per Mauro e per quanti possono aiutarci a capire. L’altra sera, a Campo di Mare, si è discusso del carbone della Centrale Federico II, le cronache riportano ampi stralci di quella discussione e anche le risposte dell’ENEL.

Premesso che non ho nulla contro l’ENEL e che giudico assolutamente legittimo che quella azienda persegua gli interessi suoi e dei suoi azionisti, è assolutamente legittimo che la classe politica, di governo o di opposizione, debba perseguire gli interessi collettivi anche a costo di sacrificare quelli dell’ENEL.

Purtroppo questo non accade perché gran parte della classe politica, qui, preferisce curare gli interessi dell’ENEL piuttosto che quelli collettivi. Anche ciò è assolutamente legittimo ma basta dirlo, non si può la mattina agitare la bandiera della tutela ambientale e la sera fare gli interessi della lobby del carbone, prendere i voti della popolazione giurando e spergiurando sulla difesa della salute e dell’aria e dell’acqua e del territorio e della verde valle, e poi usare gli stessi voti per sostenere i tutori di un modello di sviluppo legittimo ma opposto a quello per il quale si chiedono i voti.

Un esempio. Le istituzioni locali (Provincia e Comune), qui a Brindisi, sono amministrate da Centrosinistra la prima e Centrodestra il secondo. Sulla riduzione del carbone alla Federico II vi è accordo. Il punto è che su questa storia vi è il parere pesante del Ministro Bersani che invece ha una visione diversa, fosse per lui si raddoppierebbe la produzione di energia da combustibile fossile e si farebbe pure un bel rigassificatore e magari anche un po’ di policombustione con i rifiuti campani.

Bersani ha una idea e la esprime. Qui, nella sua area politica che appoggia il governo della Provincia, si esprime il parere opposto. Normali dinamiche nella dialettica politica? Ma nemmeno per sogno. Il fior fiore della politica brindisina dei DS, nello schierarsi per le elezioni del leader nel nuovo PD, ha scelto Bersani come punto di riferimento!!!

Ci sarà una ragione per la quale il PD entusiasma zio Mino ma non convince Mario?

Per completare il quadro, qualche giorno fa il Coordinatore Provinciale di AN, Sen. Euprepio Curto, denunciava alla stampa di “oscure manovre nella vendita sottocosto di terreni ENEL” a esponenti politici. Se pensate che era un attacco alla sinistra vi sbagliate, gli esponenti politici coinvolti in questa denuncia erano e sono di Forza Italia.

Caro Mauro, a te, impegnato come medico e come cittadino per una società più vivibile, chiedo se non sia possibile anche una società più chiara e più esplicita anche nelle forze in campo. Non sarebbe il caso che i movimenti di Civitavecchia e di Brindisi ragionassero insieme di un modello di sviluppo diverso, magari più orientato alla vita di tutti piuttosto che al dominio di pochi?..."

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30 luglio 2007

Agli amici di Brindisi

Carissimi amici di Brindisi,
è con grande piacere che abbiamo appreso la notizia della vostra iniziativa prevista per il 29 luglio prossimo.
Per motivi di carattere logistico non abbiamo potuto essere presenti fisicamente a questo appuntamento, ma da settembre prossimo auspichiamo sia possibile intraprendere delle azioni incisive unitarie a carattere nazionale: inizia da qui per noi un percorso da fare insieme, all’insegna del mutuo aiuto, per sconfiggere quei poteri forti a cui interessano soltanto gli introiti economici e mai la salute pubblica o lo sviluppo reale di un territorio. Ci vogliono ignoranti e supini, pronti a subire senza alzare la testa. Il movimento "NO COKE" somiglia ad una scossa di terremoto che sta gradualmente spazzando via l'omertà e l'ignoranza della gente in materia di politica energetica.
Ignoranza ed omertà sono i pilastri su cui poggiano i poteri forti e le consorterie che da essi derivano.
Grazie alla rete, ora la gente ha modo di accedere all'informazione libera e di mettersi in contatto con chiunque voglia condividere delle battaglie combattute sulla base di principi e valori e a tutela dell'interesse collettivo: abbiamo quindi il partito della gente contro il partito degli interessi di lobby.
Ed è appunto la fiducia e la speranza che tutti noi riponiamo nel Movimento, di cui Voi siete una componente essenziale, che ci dà adito ad andare avanti impegnandoci fino in fondo nella nostra sacrosanta battaglia.
Abbiamo la fortuna di vivere in un'epoca in cui i potentati economici cominciano a sentir vacillare la propria onnipotenza e la sicurezza dell'eterna impunità: in questo Paese la gente sta maturando un certo "senso del diritto", si sta prendendo coscienza, in maniera pregnante e concreta, del fatto che - come recita la Costituzione - "la sovranità appartiene al popolo".
Vogliamo raccontare l’esperienza di uno dei tanti comitati spontanei di cittadini che combattono contro l’utilizzo del carbone,in un comprensorio intorno al polo energetico di Civitavecchia e Montalto di Castro che vive di turismo e di agricoltura.

Credendo fermamente di dare a voi il coraggio e la forza di combattere.

In un momento in cui tutti credevano che fosse troppo tardi per impedire la riconversione a carbone di TVN a Civitavecchia,abbiamo alzato la testa ed è bastato dire:

“Non possiamo più rimanere a guardare” e da un’idea di due persone si è passati alla concretizzazione di un movimento di massa, che si è arricchito di altre persone indispensabili oggi per il movimento, tutti apportano con la loro creatività e attivismo qualcosa. Da lì una prima manifestazione in città, abbiamo chiamato a rapporto tutti i politici di tutti gli schieramenti, tutti dal palco hanno con veemenza detto NO No e poi No al carbone …ma di fatto nulla è cambiato. Abbiamo fatto votare per ben tre volte il consiglio comunale contro il carbone, contro le compensazioni di Enel. Abbiamo occupato la Strada Statale Aurelia per quasi tre giorni, inutile dire come molti giornali abbiano censurato o minimizzato la notizia, sulla strada c’era addirittura un cartello che diceva ‘lavori in corso’ invece era febbraio e sulla strada c’eravamo noi con le tende e tanta determinazione. Anni di manifestazioni non hanno però portato a gran ché. Allora abbiamo cambiato tattica: azioni incisive basate sulla documentazione, da presentare ai Ministeri, azioni eclatanti pacifiche: vedi sciopero della fame ad oltranza e occupazione della sala comunale per circa tre mesi, poi lo sciopero si è diffuso a macchia d’olio in tutto il comprensorio e molte città hanno seguito l’esempio che ha suscitato l’interesse dei media ma un grazie particolare va sicuramente a Beppe Grillo il nostro promoter a livello mediatico che ci ha accolti sul palco a Roma per tre serate consecutive a raccontare il nostro dramma e poi è venuto da noi ad incoraggiarci (vedi annozero di Santoro, vita in diretta e tanti altri programmi televisivi e radiofonici). A seguire c’è stata la marcia dei 100 km a piedi verso Roma con tappa finale davanti al ministero di Bersani. Abbiamo dato il via al tavolo della salute e non sono stati i politici a farlo ma 50 donne vestite di nero, a lutto, che hanno steso davanti al ministero della salute di Livia Turco decine di bambolotti nudi ed esanimi, purtroppo non una pura metafora ma una realtà nei territori vessati e piegati alla logica e alla sudditanza energetica. Livia Turco ci ha ricevuti e così è iniziato il tavolo sulla salute. Abbiamo organizzato manifestazioni di piazza con le scuole facendo costruire ai ragazzi girandole e specchi simbolo dell’unica energia che vuole oggi questo territorio vessato da settanta anni dalla logica energetica. C’è persino chi si è messo sul cornicione di un teatro per dire ancora una volta basta al carbone all’olio combustibile alla logica ‘tanti soldi a pochi e danno per tutti’. Nei mesi di occupazione del comune di Tarquinia abbiamo ricevuto la visita di tanti comitati provenienti da tutta Italia: è incredibile come tanta gente si stia movendo non sentendosi più rappresentata dai politici. La politica deve ritrovare una vicinanza con la gente altrimenti non ha senso di esistere. Noi come voi viviamo di agricoltura e di turismo se ci si lede questo diritto oltre a quello della salute che cosa ci rimane…si parla sempre di duecento o trecento posti di lavoro dentro le centrali e si dimentica che qui migliaia di persone perdono i loro introiti…e…la loro salute vergogna!!!! E vergogna soprattutto per quei politici che vivono su queste terre e che non fanno nulla per salvaguardarle. Si vuole esportare al centro sud una politica di disastro ambientale, il sud non può essere industriale, non può essere la brutta copia del Nord il nostro futuro, quello che nessun cinese o giapponese ci può copiare è l’ambiente e l’archeologia, la cultura, distrutto questo ragazzi non ci rimane che piangere!!! Prima di arrivare a ciò però chi vuole la distruzione di queste terre dovrà lottare, perché noi non demordiamo anche se spesso ci sentiamo stanchi , esausti , poi c’è sempre qualcuno che sa ancora alzare la testa e ridà coraggio a tutti. Ragazzi, voi tutti che siete qui oggi non lasciatevi abbattere, non vi lasciate annientare dalla logica del ’tanto non si può fare nulla’ , logica in cui sguazzano le lobby e chi vuole guadagnare sulla nostra pelle.

Il cammino è ancora lungo e tortuoso: tuttavia le avvisaglie del cambiamento ci sono e lasciano ben sperare per il futuro. Il 16 giugno scorso, grazie anche alla Vostra adesione inviata a distanza via posta elettronica, a Gualdo Cattaneo è nato il Coordinamento Nazionale dei Comitati per l'Energia Pulita (CoNEP). Il primo atto politico del Coordinamento dovrà essere la promozione di un referendum popolare sull'abolizione dell'uso di carbone, pet coke e cdr come fonti energetiche.

Per ora il Coordinamento è solo un progetto comune condiviso da molti Comitati ecologisti, ma quanto prima si dovrà provvedere a strutturarlo con una rappresentanza nazionale e varie rappresentanze locali.

Questa lotta al carbone la dedichiamo ai nostri figli

Con l'auspicio di incontrarVi personalmente quanto prima, Vi
abbracciamo tutti fraternamente.

Comitato NO COKE Alto Lazio
Coordinamento dei medici del comprensorio di Civitavecchia
Comitato per il NO AL CARBONE di Porto Tolle (RO)
Comitato per l'Ambiente di Gualdo Cattaneo (PG)
Comitato per Scarpino (SV)

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14 luglio 2007

Monta la rabbia anche in Puglia contro l'arroganza di Enel

La misura è colma anche a Brindisi, dove la popolazione non ci sta a subire l'ennesimo sberleffo da parte di Enel: in seguito al recente grave provvedimento del Sindaco per tutelare la salute pubblica (vedi qui), l'azienda "concede" alla popolazione la costruzione di un nastro trasportatore coperto per il carbone, e di realizzare un sito di stoccaggio detto "carbonile". Ma c'è chi ne ha davvero abbastanza...

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