No al carbone Alto Lazio

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30 marzo 2011

Civitavecchia, i luoghi da bonificare

Sono anni che andiamo ripetendo cose come queste, non può che farci piacere se ogni tanto qualcun altro se ne ricorda. Da BigNotizie, un intervento di Guerrini e Cosimi
"a proposito di amianto [...] ci sorprende quindi che, nel caso Italcementi, visibilmente molto più grave, nessuno finora si sia mosso.
Riteniamo che la questione vada presa subito in considerazione al fine di predisporre una apposita normativa (al momento assente) che preveda l'obbligo di bonificare aree ed impianti dismessi, a carico delle imprese che hanno utilizzato i siti.
Rammentiamo che giace inascoltata a tutt'oggi una mozione urgente presentata dal sottoscritto oltre cinque mesi fa riguardante i rischi ecologici che gravano impunemente sulla nostra città, che oltre a quella ITALCEMENTI segnalava altre "bombe ecologiche" disseminate in città, come:
i Depositi Costieri, che a detta di molti, attraverso perdite o versamenti hanno inquinato in Profondi à il terreno circostante;
i Sili all'interno dell'area portuale delle cui colonie di ratti si favoleggia in città;
il Parco nafta di TVN recentemente dimesso, del quale ci chiediamo se è stato bonificata l'area su cui sorgeva;
Fiumaretta, sulla cui area non siamo certi che non vi sia ancora presenza di amianto".

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29 marzo 2011

Benessere targato TVN


"Ieri notte (sabato scorso, Ndr) a Civitavecchia nubi artificiali hanno ricoperto la città... e ci dicono che le polveri fini vengono dal Sahara. Povera popolazione."

Coordinamento dei Medici per l'Ambiente

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Di Gennaro: l'apparato cardiocircolatorio minacciato dall'inquinamento di TVN

"L'inquinamento atmosferico da polveri fini fa male al cuore. Numerosi studi lo hanno dimostrato e molti se ne aggiungono di continuo a sostegno di questa negativa correlazione. Due recenti studi pubblicati su JACC ( Journal of American Cardiovascular Cardiology ) nel novembre 2010 e nel gennaio 2011 riportano preoccupanti dati a conferma del danno da polveri fini. In uno di questi viene, infatti, dimostrata una chiara associazione tra esposizione a lungo termine al PM 2.5 e rischio di aterosclerosi carotidea.

Nel secondo viene, invece, dimostrato come una breve esposizione di due ore ad una elevata concentrazione di polveri fini nell'aria respirata determina, in soggetti sani, un'alterazione delle proprietà elettriche del cuore che può predisporre alla comparsa di aritmie cardiache. Tanto più grave potrebbe essere questo effetto in pazienti affetti da altre patologie cardiache quali l'ischemia cardiaca, l'ipertensione etc.

Oggi anche i responsabili della gestione delle centrali termoelettriche sono a conoscenza dei questi dati. Non si potrà dire domani, di fronte a precise responsabilità nei confronti della salute dei cittadini, "io non sapevo " come già successo con il problema dell'amianto. Ma, prima ancora delle implicazioni di carattere penale, considerazioni di carattere etico e morale dovrebbero indurre i responsabili gestionali ad evitare quelle pestilenziali nuvolaglie che sempre più spesso deturpano il nostro cielo. Forse, però, è aspettarsi troppo da chi agisce sulla base di logiche di profitto e non del bene comune. Non è troppo, invece, pretendere che chi deve parlare a difesa della nostra salute, ovvero il nostro sindaco, condanni quelle " nuvolaglie " e pretenda che il carbone sia "pulito" sia di giorno che di notte, con il vento o senza vento, con le nuvole o senza le nuvole.

Dott. Marco Di Gennaro

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26 marzo 2011

Resta in agguato l'ipotesi cdr a Torrevaldaliga Nord

Da TrcGiornale.it
"Il consiglio provinciale ha detto no alla mega discarica della Farnesiana, ma ha anche lasciato una porta aperta all'utilizzo di cdr alla centrale di Torre Nord". Lo sostiene la coordinatrice di Freedom, Fabiana Attig, che cita il testo della mozione approvata a Palazzo Valentini dove si parla di "totale ed assoluta contrarietà all'utilizzo del territorio di Allumiere per stoccare il CDR in attesa del relativo eventuale utilizzo nella centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord".

La Attig si chiede quindi cosa ci sia di nascosto nella vicenda e chiede chiarimenti al consigliere provinciale di SEL, Gino De Paolis, al sindaco Moscherini e alla stessa Enel. "E' ora - aggiunge - che questo muro di omertà, di furbizie, di raggiri nei confronti della gente, venga abbattuto e che chi ci governa dica chiaramente come stanno le cose e si assuma le responsabilità politiche".

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19 marzo 2011

L'ovvio che inganna

Riceviamo e pubblichiamo

"Due articoli comparsi sulla stampa recentemente sembrano stuzzicare il senso ironico dei “pensanti” circa l’ovvia strumentalizzazione di eventi che pesano tragicamente sulla nostra realtà sociale. Di questi , il primo , sembra essere “deprimente” per il suo cinismo che , partendo dai tragici eventi che stanno martoriando il Giappone , cerca di attuare una “squallida” ricerca di consensi : con la sua affermazione “ …dopo il Giappone impensabile il nucleare a Montalto…..”, la “cangiante” Attig Sig. Fabiana sfiora il “comico” se non l’assurdo con il voler rimarcare la “pericolosità” del nucleare in un distretto industriale in cui , qualcuno a Lei molto vicino consentendo la conversione a carbone di Tvn , ha già compiuto un omicidio “differito” di massa , che nulla ha da invidiare al disastro in corso in Giappone .Ma forse , la Sig. Attig vorrebbe chiudere al nucleare per aprire ad un’altra centrale a “carbone” oppure a “CDR-Q” di balloniana ispirazione? Oppure ancora , ha finalmente scoperto che oggi non ci può essere spazio per risorse energetiche appartenenti a filosofie energetiche risalenti al secolo ormai scorso , nucleare in testa e carbone o cdr-q in coda ? Sig. Attig ci usi la cortesia di risparmiarci i suoi maldestri tentativi di cavalcare un’onda che disegna il tramonto di tecnologie energetiche appartenenti ad un’altra epoca.: lo sapevamo tutti che il carbone era “desueto”, che il nucleare era in abbandono , che il CDR ,di qualunque tipo esso sia , apparteneva ad un’ipotesi tecnologica micidiale, non ci occorreva il suo “illuminante” intervento!. Le consiglio, peraltro e per avere conferma di ciò, di fare una ricerca statistica , attraverso la distribuzione di modulistica “ad hoc” per saggiare il pensiero dei contribuenti in merito, come già ha validamente fatto in un recente passato per i “pendolari” con i risultati che tutti conoscono , pendolari per primi! Il secondo vede protagonista il Sig.Tidei on Pietro che rivolgendosi ai sindaci del comprensorio li accusa di “inerzia” nei confronti dell’ENEL: in questo specifico caso mi viene solo voglia di “sghignazzare” perché la “risata” appartiene alla sana capacità di scoprire il lato “comico” di un evento ma qui di “comico” non c’é proprio nulla, anzi direi che c’é del “tragico”: come si può avere il coraggio blasfemo di fare politica sulla pelle della gente , dimenticando il proprio diuturno rapporto lavorativo con l’Enel proprio nel settore più significativo , ovvero quello legale? Ma on.Tidei Lei non é stato sindaco della città ed in veste di primo cittadino perché non ha mai aperto una qualunque vertenza circa l’inquinamento da “olio pesante” di cui la centrale era all’epoca responsabile? Le consiglio di leggere gli atti del processo e della recente condanna dei vertici Enel della Centrale di Porto Tolle funzionante ad “olio pesante” e della quale si é ventilata la “ conversione a carbone” ….avrà di che pensare e di che riflettere, però abbia l’onestà morale di farlo prima su sé stesso e poi , se ne avrà ancora la voglia ed il coraggio , anche sugli altri! Non posso che commentare gli eventi in argomento con le parole di Conan Doyle : “….. nulla é più ingannevole dell’ovvio……” specialmente in politica !!!

il Segretario Federale Fiamma Tricolore - G.Pedrini

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Civitavecchia, a volte respirare è un rischio per la salute

Civitavecchia, commento del Consigliere Comunale Manuedda al comunicato diramato dal dott. Coleine rispetto ai gravi dati di inquinamento emersi nella scorsa settimana a Civitavecchia

L’infelice comunicato del dott. Manrico Coleine, presidente del consorzio per la gestione del milione di euro elargito annualmente dall’Enel, impone alcune precisazioni.

Non solo nella giornata di lunedì, come sostenuto da Coleine, ma per due giorni, lunedì 14 e martedì 15, sia la centralina di Arpalazio, unica valida ai fini di legge, sia quelle del consorzio moscheriniano, hanno registrato a Civitavecchia significativi superamenti del limite giornaliero previsto per le polveri sottili, in particolare per il PM10.

È bene ricordare che nella giornata di martedì lo sforamento ha riguardato anche Tolfa e Allumiere, mentre in entrambi i giorni hanno rilevato valori superiori al limite le centraline di Santa Severa, Tarquinia e Monte Romano.

Per capire, poi, come abbia fatto il presidente Coleine a comunicare l’assenza di superamenti dei limiti per il PM2,5, bisognerebbe rivolgersi ad un esperto del paranormale, non essendo installati sul nostro territorio rilevatori per questo tipo di inquinante.

Nelle giornate di lunedì e martedì, dunque, abbiamo respirato aria malsana, come accade spesso, del resto, ma con l’unica differenza che stavolta risulta da qualche parte.

Una situazione in cui, per usare le parole dell’Arpa, “aumenta la probabilità di accusare sintomi per i soggetti particolarmente sensibili. Anche gli adulti sani possono manifestare difficoltà respiratorie e cardiache, soprattutto durante attività fisiche intense e prolungate all’aperto”. Se invece vogliamo seguire la definizione di qualità dell’aria “scadente”, usata dal consorzio del dott. Coleine, il concetto non cambia: “Tutti possono cominciare ad avvertire effetti sulla salute. I membri dei gruppi sensibili possono invece avvertire effetti più seri”.

Chiarito che per “soggetti sensibili” si intendono le persone anziane, quelle con malattie cardiocircolatorie e polmonari, i neonati e i bambini, a Civitavecchia, nelle giornate di lunedì e martedì siamo stati tutti esposti a rischi o ad effetti negativi sulla salute senza essere avvertiti in tempo utile.

Licenziare, a due giorni di distanza, un comunicato come quello del dott. Coleine, equivale a rivolgersi a un cadavere dicendo: “A proposito! L’altro ieri ti hanno sparato in fronte, ma non ti preoccupare… Adesso ce ne siamo accorti”.

Preso atto dell’irreparabile ritardo, il signor Coleine, come medico prima che come presidente del consorzio finanziato dall’Enel, avrebbe fatto meglio a rimanere in silenzio e, magari, anche se ormai si tratta di una pratica mitologica, rassegnare le dimissioni.

Al contrario, solo dopo che le foto dei pannelli che definivano “scadente” l’aria già respirata hanno iniziato a circolare su internet, il dott. Coleine ha ritenuto doveroso intervenire, rispolverando, è proprio il caso di dirlo, la leggendaria teoria della sabbia del Sahara portata nei nostri polmoni e, soprattutto, nelle centraline dal provvidenziale scirocco. Peggio ancora, il presidente ci comunica che il fenomeno era stato previsto dall’Arpa, senza che per questo abbia sentito il bisogno di avvisare la popolazione in anticipo.

In effetti, nel bollettino del 14 marzo l’Arpa aveva previsto “l’influenza di eventi di trasporto da lunga distanza di PM10 provenienti dalle regioni nord-africane”. Peccato, per gli ineffabili sostenitori della teoria della sabbia assassina, che la stessa situazione, se non peggiore, si può riscontrare, ad esempio, per il 2010, nelle date del 13 e 14 giugno, 26 marzo e 19 febbraio, senza che le nostre centraline abbiano mai registrato un superamento dei limiti di PM10.

Escluso, quindi, che le polveri provenienti dall’Africa abbiano causato lo schifo che ci siamo respirati, sarebbe giusto trovare le cause. Mi sembra chiaro che non potrà essere il consorzio presieduto dal dott. Coleine a farlo e, probabilmente, neanche l’Arpa, che si può annoverare tra i sostenitori della prima ora della “pista africana” e per la quale a Civitavecchia l’aria è invidiabile, come dimostra l’inesorabile centralina del Parco della Resistenza, che nel 2010, in una città di 50.000 abitanti con il suo traffico veicolare e un’autostrada, due centrali termoelettriche di cui una a carbone e un porto che inquina come una centrale, ha registrato 0 (ZERO) superamenti del limite per il PM10.

Temo che quello del 14 e 15 marzo 2011 sarà l’ennesimo delitto perfetto, anche se, considerato che il traffico non è stato più intenso del solito, non c’è stato un gran premio di Formula Uno, le navi da crociera non sono ancora arrivate, il cementificio dovrebbe essere spento, non ci sono stati incendi, la soluzione sembra proprio a portata di mano. Potrebbero essere le centrali, magari quella a carbone… Ma no, è impossibile… Quelle emettono condensa dal vago profumo di violetta. Ma allora, non rimangono che i caminetti a legna… Certo! I caminetti a legna, come ho fatto a non pensarci subito!

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17 marzo 2011

La qualità dell'aria a Civitavecchia


Foto diffuse su Facebook da liberi cittadini.

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Lettera di un giovane civitavecchiese

Da TrcGiornale.it
"Noi giovani inquinati

La situazione ambientale di Civitavecchia è imbarazzante, la mia città non rispetta l'ambiente, non rispetta la salute, la mia città sembra destinata a cacciarci via o a ucciderci. Per il Sindaco: ancora aspettiamo un incontro per avere maggiori delucidazioni sull'aspetto ambientale e soprattutto per capire che fine ha fatto il nostro bosco, il famosissimo bosco che doveva realizzare l'Enel, forse lo hanno perso? La favola racconta che cappuccetto rosso caminava nel bosco, mentre noi cittadini camminiamo sotto un cielo di PM10 provocati da TVN o meglio dalla centrale a carbone . Forse non ha letto i dati rilevati il 15 marzo, se vuole può leggerli con maggior tranquillità presso questo link http://www.ambientale. org/dati/15032011.pdf , li riassumo velocemente, su 11 centraline 11 sforamenti delle PM10. Al Dottor Molina: si si sicuramente è vapore, mischiato alle polveri di Maga Magò? O forse sarà il caso di rivedere il tutto e impegnarsi in qualcosa che possa migliorare questa situazione così assurda? Sicuramente cambiare nome ad un palazzetto dello sport è molto più semplice che migliorare lo stato attuale della centrale. Per l'assessore all'ambiente: Lei rappresenta l'istituzione più importante anche se non se ne è reso conto, l'ambiente equivale alla vita, è la risorsa più importate, è l'unica ricchezza che non possiamo sprecare o danneggiare e quindi la invito a prendere una posizione netta e a difendere il nostro il suo ambiente la ua vita. Oggi 17 marzo mi sono svegliato come ogni mattino, ho fatto colazione, mi sono vestito ed ho indossato la maschera a gas per festeggiare l'Unità d'Italia, mentre io muoio".

LETTERA FIRMATA

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2 marzo 2011

Alto Lazio 2.0: carbone, cemento, megadiscarica, inceneritore. Allumiere nuova Malagrotta

Questo è il Sistema che si dispiega. Il progetto che ci tengono nascosto ma i cui tratti abbiamo intuito da almeno dieci anni.

Si inizia col degrado ambientale annientando qualsiasi prospettiva di sviluppo eco-compatibile, si educa una cittadinanza al brutto e all'inquinamento, anche se questo costa la distruzione di beni inestimabili: profitto dei padroni uber alles.

Siamo furiosi. Non è vero che non c'è limite al peggio. L'argine al degrado siamo noi e lo dimostreremo coi fatti.



Articolo tratto da Repubblica.it:

Dove sorgerà la discarica alternativa a Malagrotta? Il Campidoglio lo ha deciso da tempo. Non solo. Ha anche siglato con il ministero alla Difesa un protocollo d'intesa per ottenere il terreno dove realizzarla: il poligono militare "la Farnesiana", nel comune di Allumiere, fuori del comune di Roma.

Il documento porta la data del 13 dicembre 2010 ed è firmato in ogni pagina dal sindaco Gianni Alemanno e dal ministro Ignazio La Russa. Con buona pace dei residenti e del sindaco di Allumiere, che hanno più volte protestato a gran voce contro questa eventualità. Con buona pace degli ambientalisti, dell'opposizione capitolina e dell'amministrazione di Palazzo Valentini, che più volte hanno manifestato la loro contrarietà alla volontà del Campidoglio di realizzare la discarica alternativa a Malagrotta nel territorio della provincia, per di più in una zona sottoposta a vincoli ambientali, perché riconosciuta dalla legislazione europea di grande valore paesaggistico.
In quel gioiello ambientale, il Comune di Roma non vuole aprire soltanto la discarica che prenderà il posto di Malagrotta e ne consentirà la chiusura, ma una vera e propria città dei rifiuti, dotata di un impianto per la realizzazione del cdr, il combustibile da rifiuti che poi verrà bruciato e trasformato in energia dal gassificatore. "Polo integrato per lo smaltimento, il trattamento ed il recupero dei rifiuti", lo chiama il documento, specificando che "il presente protocollo d'intesa è titolo idoneo affinché Roma Capitale e per essa l'ente strumentale (cioè l'Ama, ndr) possa richiedere ed ottenere tutte le autorizzazioni necessarie per la realizzazione di un polo integrato per lo smaltimento, il trattamento ed il recupero dei rifiuti".

Via libera dal ministro La Russa, dunque, che non solo apre l'area al Comune di Roma, ma "nel condividere le necessità rappresentate da Roma Capitale, manifesta la propria disponibilità a procedere congiuntamente per il raggiungimento degli obiettivi definiti".

Lo sanno bene il ministero della Difesa e il Campidoglio che quella zona è vincolata. Il protocollo lo riconosce chiaramente. "Il bene demaniale - recita il documento - è inserito in un contesto paesaggistico caratterizzato da vincoli ambientali, essendo in parte inserito nella zona di Protezione speciale di cui alla direttiva comunitaria 79/409/Cee "Uccelli" (sostituita dalla direttiva 147/2009/Cee) recepita ed attuata dalla Regione Lazio con la delibera di giunta regionale 16 maggio 2008 n. 363". Ma per il sindaco e il ministro La Russa le "finalità di pubblico interesse" sono prevalenti e giustificano il superamento del vincolo. Perciò, per la realizzazione della cittadella dei rifiuti, "il ministero mette fin da subito a disposizione di Roma Capitale i dati, le informazioni e i documenti a sua disposizione, tra cui le cartografie, le litografie e i rilievi topografici".

(02 marzo 2011)
Commenti a caldo da BigNotizie.it
Il sindaco Moscherini: "Lavorerò con i colleghi dell'Alto Lazio per uno stop definitivo alla proposta". Commissione Ambiente e Roscioni: "Esiste già una mozione con un secco no". Il Gruppo di Sel alla Provincia: "Questo è un sopruso. Adesso barricate". Il sindaco di Ladispoli, Paliotta: "No alla città dei rifiuti ad Allumiere"

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18 febbraio 2011

Prima campagna di biomonitoraggio sul nostro territorio

Riportiamo dal rapporto finale sui risultati della prima campagna di biomonitoraggio effettuata dal Decos (Dipartimento di Ecologia e Sviluppo Economico Sostenibile) dell’Università della Tuscia, sul territorio di Civitavecchia, Tarquinia, Allumiere e dintorni

"Anche se le nostre osservazioni non hanno individuato casi di grave contaminazione – prosegue il documento – hanno comunque mostrato delle aree con concentrazioni relativamente elevate di alcuni elementi nei talli lichenici. Sebbene alcuni di questi elementi siano a bassa tossicità e di natura terrigena, altri, dovrebbero essere legati alle attività umane presenti nell’area di studio. Chiaramente, non fornendo questi dati una valutazione quantitativa delle concentrazioni in aria o dei tassi di deposizione, l’importanza di queste indagini risiede soprattutto nella possibilità di valutare l’entità delle deposizioni in termini comparativi effettuando il monitoraggio delle deposizioni negli anni futuri, ottenendo informazioni sulla loro eventuale variazione”.
Motivi per i quali gli studiosi che hanno redatto il report suggeriscono la ripetizione annuale del monitoraggio “per approfondire la conoscenza dei fenomeni in corso nell’area e l’incremento del numero di punti di campionamento per valutarne l’estensione e aumentare la precisione dell’informazione”.
“Questo studio – precisano infatti ulteriormente – rappresenta il ‘punto zero’ del monitoraggio degli eventuali effetti della recente conversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord. Ripetendo costantemente le indagini nel corso degli anni sarà possibile osservare l’impatto che questa modifica può avere sul territorio circostante la centrale”.
Il report è consultabile integralmente sul sito del consorzio www.ambientale.org

Fonte: centumcellae.it

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12 febbraio 2011

Piattaforma logistica, il partito degli appalti assalta l'Alto Lazio

Comunicato stampa Nocoke Tarquinia:

"Dopo il carbone la piattaforma Logistica potrebbe essere la mannaia ambientale contro il paesaggio e contro l’agricoltura locale.
La FOLLIA di un mega-progetto cinese di ben 4.200 ettari, con all'interno Terminal Cina, district park, raddoppio porto sino oltre la Frasca, aeroporto jumbo commerciali fra Tarquinia e Sant'Agostino,altra antemurale, 3 bacini di carenaggio, inglobando le centrali Enel e Tirreno Power, aumentata potenza e combustione di carbone , probabile incerenitore rifiuti laziali, grattacieli e palazzi, svincoli ed autostrade.
Questo il progetto presentato in pompa magna Giovedì 10 a Roma in un convegno sul tema "Piattaforma Logistica Italia" organizzato dal Comune di Civitavecchia e dal Comune di Tarquinia. L'incontro ha riguardato le tematiche legate allo sviluppo logistico del territorio in relazione alla creazione di una Piattaforma del Centro Italia.
Al convegno erano presenti il presidente del Censis, Giuseppe De Rita, curatore dell’introduzione, Giancarlo Elia Valori, presidente di Centrale Finanziaria Generale spa, Giovanni Moscherini sindaco di Civitavecchia, Mauro Mazzola, sindaco di Tarquinia, Giulio Marini, sindaco di Viterbo e numerose le personalità istituzionali invitate.

Poiché sull’invito alla stampa risaltava il patrocinio del comune di Tarquinia e di quello di Civitavecchia, come cittadini ci chiediamo sbigottiti come sia possibile presentare un progetto di così grande impatto che prevede anche la costruzione di un terminal china, senza la condivisione della cittadinanza, tagliata ancora una volta fuori da qualsiasi decisione sul futuro del proprio territorio.
Se il sindaco di Tarquinia, nella presentazione di tale progetto, è intervenuto in nome e per conto della cittadinanza, ci spieghi a quale titolo, visto che non esiste traccia di una delega popolare scaturita da un dibattito pubblico.
Dopo quanto accaduto con la centrale a carbone, ci saremmo augurati che il metodo di imporre progetti così devastanti alle popolazioni non sarebbe più avvenuto, soprattutto se si parla di una piattaforma logistica che dovrebbe ospitare lo smistamento dell’intero mercato cinese che andrebbe a minare il nostro tessuto economico, senza tenere conto della salvaguardia dei prodotti italiani.
Gli attori del Megaprogetto non sono certo tenuti a preoccuparsi delle conseguenze che la sua realizzazione provocherebbe sul nostro territorio, sia per i milioni cubi di cemento che andranno a ricoprire i nostri terreni agricoli, sia per l’impatto sulle aziende locali, ma un sindaco certamente sì.
Ancora una volta devono essere i cittadini a chiedere conto dell’operato delle istituzioni, ancora una volta dobbiamo scoprire da soli chi e che cosa si nasconde dietro il termina China, grazie alle associazioni che si occupano di lotta alle mafie.
L’allarme è ormai scattato. Fate sapere alla popolazione che intenzioni ha la politica locale rispetto al pericolo di un serio e compromettente inquinamento che il megaprogetto porterà con sé e quale sarà il destino della nostra agricoltura e della nostra economia.
Non sarà che il megaprogetto nasconde solo una richiesta di servitù dove noi cittadini abbiamo tutto da perdere e i pochi che lo presentano tutto da guadagnare?"

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9 febbraio 2011

Civitavecchia, Gianni Moscherini, Terminal Cina

Nel prossimo 10/02/2011 avverà a Roma all'interno del convegno "Piattaforma logistica Italia" la presentazione del megaprogetto della cinese HNA Group riguardante Civitavecchia e dintorni, e comprendente terminalCina, aereoporto e altre enormi porcherie, insomma un goloso piatto da spartire per politica deviata e mafie. Il tutto gestito dai cinesi, senza troppi controlli o "interferenze" italiane.




In occasione dell'incontro riprendiamo un articolo uscito circa un anno fa, che illustra cosa gira attorno ai megaprogetti riguardanti Civitavecchia e dintorni.

"Civitavecchia, porto che Scotti" di Andrea Cinquegrani (03/10/2010)

Per la prima volta viene alla luce l'incredibile scenario affaristico che si muove lungo la costa laziale. Un super mix a base di cosche, politica made in tangentopoli e interessi massonici, in prima fila l'ex P2 Elia Valori. Al centro dei business da miliardi c'e' lo scalo portuale. Ma anche la centrale a biomasse, il cementificio e tutto quanto fa appalto. Ecco nomi, sigle e cifre in ballo.
* * *
Suscita appetiti smisurati e scatena una furia assassina un piccolo porto come puo' esserlo quello di Acciaroli, col sindaco di Pollica Angelo Vassallo crivellato di colpi camorristi. Figuriamoci che interessi possono concentrarsi in uno scalo cento volte piu' grande, con tutte le opere in fase di progettazione o realizzazione, come quello di Civitavecchia e le centinia di milioni di euro gia' in ballo. E qui da noi, gia' da anni le mafie, soprattutto quella dei casalesi, dettano legge».
A parlare e' un agente marittimo da una vita nello scalo a nord di Roma. Uno scalo al centro di interessi “multipli”, come si conviene per i maxi business dove accanto a politici, stuoli di professionisti, faccendieri d'ogni razza, si ritrova il solito convitato di pietra: la malavita organizzata, ormai super-radicata lungo tutto il litorale non solo a sud della capitale (da Formia fino all'alto casertano), ma anche a nord, con forti capisaldi nell'entroterra, come dimostra il caso Fondi, col MOF (Mercato Ortofrutticolo Fondi) vero e proprio crocevia di ‘ndrangheta e camorra. Sottolinea Elvio Di Cesare, presidente laziale dell'Associazione Caponnetto, da anni in prima linea nel documentare e denunciare commistioni tra politica, malavita e affari nell'alto e nel basso Lazio: «Si registra un aumento esponenziale della presenza di nuclei familiari, manager e imprese provenienti dal casertano, ma anche dalla Calabria e dalla Sicilia, cosi' come continue aperture flash di esercizi commerciali, strani passaggi di terreni e proprieta' immobiliari, aperture di sportelli bancari». Insomma, «un'anomala, grande liquidita' in netta controtendenza rispetto alla crisi economica attuale». Rincara la dose Luigi Daga, ex assessore regionale Pci e vicepresidente della Caponnetto: «Il nostro territorio e' diventato una maxi lavanderia a cielo aperto, una gigantesca macchina del riciclaggio dove la gran parte delle opere pubbliche sono finite nel mirino delle cosche. Solo qualche esempio. ‘Ndrine e Casamonica operano lungo la costa tirrenica fino a Montalto di Castro, i partenopei Di Lauro, big della coca a Secondigliano, li troviamo a Santa Marinella, i calabresi Pulvirenti, affiliati ai catanesi di Nitto Santapaola, tra Ladispoli e Cerveteri, i Rinzivillo hanno puntato soprattutto sul porto di Civitavecchia e la centrale Enel in fase di riconversione; e ancora i Gallo-Cavalieri da Torre Annunziata sono impegnati nei traffici illeciti tra Civitavecchia e Ladispoli». Un super mix ad altissimo potenziale economico e criminale. Tale da dettare ormai legge incontrastata sul territorio. Senza che alcun affare possa sfuggire al suo controllo.
Vediamo allora, a partire dal business numero uno, il porto di Civitavecchia, tutte le occasioni milionarie che la Mafie spa ha nel suo mirino.

PORTO, RICICLO TORNO
Un autentico cocktail, lo scalo portuale: mafie nostrane oppure cinesi, faccendieri, piduisti, basta che ci sia un affare, un appalto. E li', di soldi, ce n'e' davvero un mare. Partiamo dalla crema. Ovvero dall'operazione Cantiere Privilege, roba per magayacht, nata, battezzata e cresciuta sotto il vigile sguardo di Giancarlo Elia Valori, uno dei pochi uomini al mondo capace di tessere affari con israeliani e palestinesi al tempo stesso, piduista della prima ora (espulso da Licio Gelli in persona) e fervente opusdeista, amico di magistrati che contano e nel mirino di altre toghe. Per fare un paio di esempi: era al centro delle indagini targate Luigi De Magistris alla procura di Catanzaro, soprattutto per gli affari della sua Torno International; ed e' tra gli indagati della cordata Alitalia-Cai.
Ex numero uno degli industriali romani, Valori e' oggi presidente della strategica Sviluppo Lazio e mentore della Ultrapolis Investment, multinazionale con sedi a Singapore, Hong Kong, Londra e negli States (fiore all'occhiello il vertice affidato all'ex numero uno dell'Onu Perez de Cuellar) che un bel giorno decide di sbarcare - progetti, compassi e milioni al seguito - nel porto di Civitavecchia. «Tra i piu' accesi sostenitori dell'iniziativa - raccontano in ambienti marittimi locali - i sottosegretari Giuseppe Maria Reina e Vincenzo Scotti. E quest'ultimo a quanto pare avrebbe anche interessi economici nell'operazione Privilege». E' infatti al timone della Privilege Fleet Management Co spa, Scotti, il quale non ha mancato di aprire la manifestazone per la posa della prima pietra all'Hotel Regis di Roma, nonche' di visitare ufficialmente il cantiere a fine settembre 2009, insieme a Reina e al presidente della commissione finanze del Senato Mario Baldassarri.
Un pallino, per il numero due agli Esteri, il partenopeo Scotti, quello dei porti: comincio' - fine anni ‘70 - con quello di Mergellina a Napoli, ora mostra interesse (tramite la famiglia puteolana dei Cosenza, con la parlamentare pdl Giulia nel motore, molto vicina anche a Italo Bocchino e Paolo Cirino Pomicino) per il futuro del Waterfront di Arco Felice nell'area flegrea (altro business arcimilionario, circa 1.500 posti barca), per finire con Civitavecchia: sono passati gli anni del purgatorio post Tangentopoli trascorsi all'universita' di Malta...

PIATTI CINESI
Torniamo a Valori. Che scende in acqua con altre due corazzate. Figura infatti sul ponte di comando del Consorzio Sviluppo Mediterraneo (Cosvime per gli aficionados) e di Centrale Finanziaria Generale spa (a presiedere quest'ultima, prima di lui, c'era Alberto Gotti), sigle super interessate ai destini - portuali e non solo - di tutta l'area. Tanto da siglare con il Comune una sorta di “accordo quadro”, un'intesa a tutto campo per «favorire un processo di sviluppo nell'area a nord della capitale». In che modo? Mettendo in tavola una serie di “piatti forti”, piu' tecnicamente «uno studio di fattibilita' delle infrastrutture a servizio della piattaforma logistica civitavecchiese». Tradotto in soldoni? Aeroporto cargo e turistico a Tarquinia, distri-park tra Civitavecchia, Allumiere e Tarquinia, ampliamento della zona industriale del porto e dell'interporto di Civitavecchia, collegamenti infrastrutturali, in primis la linea ferroviaria Capranica-Orte e la superstrada Viterbo-Vetralla, «in grado di collegare il porto - sostengono i promotori - ai sistemi industriali del Centro Italia».
Piatti e pietanze arcimilionarie. Peccato che la “cucina” sia vietata ai non addetti ai lavori. Si', perche' l'accordo sottoscritto tra il Comune da un lato e le due sigle made in Valori dall'altro, all'articolo 11 prevede espressamente che «nessuna delle parti rivelera' ad altre persone, enti od organismi, informazioni e dati di cui le Parti vengano a conoscenza durante o in relazione ad ogni attivita' inerente all'esecuzione del Protocollo d'intesa». Sara' necessario dotarsi di cappucci e grembiulini per accedere a tali segrete notizie? Verranno celebrate adunanze consiliari seguendo il rito scozzese o quale altro?
Tra i partner internazionali piu' interessati ai progetti del futuro, in prima fila i cinesi. «E' proprio Valori - ricostruiscono alcuni all'Autorita' portuale - che ha guidato a Civitavecchia la visita del procuratore generale della repubblica popolare cinese Jia Sun, neo ambasciatore in Italia, il quale ha incontrato il sindaco, visitato il porto e successivamente il comune di Tarquinia. Si sono poi svolti vari incontri con la societa' HNA, pubblicizzata dal comune di Civitavecchia come il terzo gruppo cinese per importanza nei settori commerciale, turistico e logistico, incontri che si sono svolti nella sede della Centrale Finanziaria, dopo i quali gli stessi vertici municipali hanno deciso di inviare una propria delegazione all'Expo 2010 di Shanghai». Del resto, e' in cantiere la realizzazione di una maxi “Terminal Cina/Asia” per il carico e lo scarico di container previsto proprio all'interno dello scalo, super sponsorizzato dal sindaco ma a quanto pare snobbato («non e' ancora nei programmi di espansione») dall'attuale numero uno dell'Autorita' portuale, Fabio Ciani.

ECCO IL SUPER SINDACO
Ma chi siede al vertice del pluriprotagonista comune di Civitavecchia? Il primo cittadino si chiama Giovanni Moscherini, una vita all'Autorita' portuale. Ex craxiano di ferro, al Comune approdo' come “Segretario” quindici anni fa su indicazione dell'allora presidente, il diessino Francesco Nerli (per parecchi anni dominus incontrastato dell'area portuale di Napoli, oggi sotto inchiesta per una serie di appalti poco chiari). Nel 2000 l'allora ministro dei Trasporti del governo D'Alema, Pierluigi Bersani, lo nomina Commissario.
Solo un anno dopo, l'appena insediato esecutivo Berlusconi, su proposta del ministro Pietro Lunardi (altro sponsor un forzista doc, Luigi Grillo, finito nell'inchiesta sulle scalate bancarie e i furbetti del quartierino), lo incorona presidente. Insomma, piroette a 180 gradi.
Un faro, comunque, lo illumina: quello chiamato Opus Dei. Nel 2002, fresco numero uno dell'Autorita', Moscherini dedica ad un altro fresco di nomina, il neo santo Jose' Escriva' de Balaguer, una intera banchina del porto. Nel 2005 il portavoce della Santa Sede, Navarro Valls, elogia pubblicamente - non si sa bene a quale titolo - i vertici del porto di Civitavecchia. Tre anni dopo, nel presentare in pompa magna i progetti Privilege dell'amico Giancarlo Elia Valori, Moscherini si autodefinisce “maestro dirigente dell'Opus Dei” (nel suo profilo Facebook, piu' prosaicamente, riferisce di essere un «dipendente dell'Agenzia Marittima Fremura»).
Dalle vicende spirituali a quelle terrene - e anche mangerecce - il passo non e' poi cosi' lungo: ed ecco che, dai faldoni dell'inchiesta sulla cricca made in Anemone, Balducci, Bertolaso e C., spuntano tracce di un incontro dell'ottobre 2009 in un ristorante romano al quale, secondo fonti investigative, «hanno partecipato alcuni imprenditori interessati ad investire sul territorio e il sindaco Moscherini». Nel corso della cena quest'ultimo «affermo' che gli amici del Salaria Sport Village sono disposti a realizzare un project financing per la cittadella dello sport e poi donarla al Comune. Li ho visti a cena venti giorni fa».
Una cena tira l'altra, cosi' come i progetti. Ne scaturiscono a getto continuo, dal vulcanico sindaco-ovunque. C'e' quello del “porto storico”, per realizzare un “marina yatchting” ad uso di natanti al di sopra d'una certa dimesione: progetto affidato senza gara - sottolineano operatori del settore - a una delle ammiraglie di casa Caltagirone, la Porto del Tirreno spa che fa capo a Francesco Bellavista Caltagirone e alla neo compagna Beatrice Parodi, figlia di uno dei piu' grossi armatori liguri, Piergiorgio Parodi, ottimo amico dell'ex ministro per le Attivita' produttive (e ancora, dopo 5 mesi, in attesa di successore) Claudio Scajola.
Solo una tappa, Civitavecchia, nella crociera “Grandi Appalti” della corazzata Caltagirone che si sta svolgendo lungo tutto il litorale tirrenico, dalla cara Liguria, naturalmente, passando per Massa e Carrara (sono in fase d'avvio lavori gia' sotto i riflettori della magistratura), fino alla costa laziale, epicentro Fiumicino, dove e' stata appena posata la prima pietra per opere arcimilionarie «attese da quasi quarant'anni», gioiscono nell'area.
Maxi affaire giallo a parte (il “Terminal Asia/Cina”), non si lasciano perdere neanche (si fa per dire, sempre miloni di euro) le briciole. Come e' il caso del Porticciolo Frasca, per la cui realizzazione - a quanto pare - viaggia col vento in poppa il progetto redatto dalla Porto Popolare La Frasca spa. Sul ponte di comando Giuliano Valente, amministratore delegato, azionista al 90 per cento. Ma nel pedigree di Valente spiccano altre due cariche: e' capogruppo Pdl al comune di Nettuno («una sorta di sindaco ombra - raccontano in municipio - visto che il primo cittadino Vittorio Marzoli fa quello che dice lui») e amministratore delegato di un'altra sigla nautica, Marina di Nettuno. Destino tumultuoso, quello della Marina di Nettuno, visto che e' finita nel vortice di un'inchiesta giudiziaria al calor bianco, con l'accusa di collusione con le ‘ndrine dei Gallace-Novella: inchiesta che ha portato anche allo scioglimento - provvedimento prefettizio poi firmato dal capo dello stato - del comune di Nettuno. Negli ultimi tempi, pero', Moscherini avrebbe fatto marcia indietro, sostenendo che i lavori verranno effettuati dal tandem Enel-gruppo Gavio, battente bandiera Compagnia Porto spa, che sta gia' realizzando la darsena “petroli grandi masse” all'interno dello scalo.
E vediamo ancora, in rapida carrellata, altri nodi “bollenti” che riguardano sia l'area portuale di Civitavecchia che le strategiche aree limitrofe.

NON SOLO ‘NDRINE
«Una presenza quasi ossessiva nel porto e nelle societa' che vi operano - notano altri addetti marittimi - e' quella del messinese Salvatore Barone», originario di San Piero Patti, precedenti (operativi) nel porto di Gioia Tauro: non solo nelle aree portuali pullulano una sfilza di societa' a lui riconducibili (Tma srl, Windstar sa holding, Transnational sa holding per citarne solo alcune) ma a quanto pare la gran parte degli immobili che si trovano a ridosso delle mura del porto storico, fanno capo a sue societa'. Altro legame forte di Barone (non pochi lo etichettano come “l'uomo di riferimento”) e' quello con la potente famiglie messinese dei Franza, a sua volta ben presente nel porto con la Caronte e Tourist che fino al 2009 ha gestito i collegamenti ferry tra Messina e Civitavecchia (la sigla nasce dalla fusione della Caronte spa dei Matacena con la Tourist Ferry Boat dei Franza).
Un'altra sigla, Interminal, si occupa invece delle operazioni portuali delle navi Tirrenia e avrebbe intenzione - raccontano alcuni addetti ai lavori - di mettere a segno un colpo che fa gola a molti, un district park nell'area portuale. Interminal e' controllata da un casertano, originario di Parete, Nicola Di Sarno, che con un'altra sigla - Interport - monopolizza i lavori gru nel porto di Gaeta, dove sono importanti soprattutto i traffici nazionali di pet coke: e da questo avamposto Di Sarno si collega con il suo deposito che si trova poco oltre il ponte sul Garigliano. Un esponente di spicco del potente clan napoletano dei Nuvoletta (alleati con Cosa Nostra) era suo padre, Pietro Di Sarno, deceduto quattro anni fa.

SHIFCO ALPI
E da Gaeta sta per arrivare a Civitavecchia un altro imprenditore che conta, Vito Panati, che controlla il gruppo Panapesca, una quindicina di sigle collegate e impegnate nel trasporto di pesce congelato. Il nome di Panati e' rimbalzato nelle cronache del caso Alpi, dal momento che a lui faceva capo anche la PIA (Prodotti Ittici Alimentari), avamposto sempre a Gaeta, per anni attiva nell'import export di pesce (ma a quanto pare - secondo le testimonianze di alcuni ex lavoratori raccolte anche dai membri della commissione parlamentare d'inchiesta - non solo: si parla di scorie nucleari, armi e droga tanto per gradire), spesso e volentieri utilizzando o cogestendo le navi della Shifco, sulle quali Ilaria Alpi e Miran Hrovatin stavano raccogliendo elementi proprio pochi giorni prima di essere trucidati. Due anni fa - a luglio 2008 - nel corso di una conferenza stampa il sindaco Moscherini annuncia entusiasta lo sbarco di Panapesca con uno stabilimento da 150 posti di lavoro da localizzare nella zona industriale.
Passano alcuni mesi, siamo a febbraio 2009: la giunta comunale vara un accordo di programma che prevede la realizzazione in localita' Campo Reale di una maxi piattaforma industriale per la produzione di beni e servizi (compresi motel, minimarket, sale conferenza, su quasi 90 ettari). Disco verde, dunque, per i favolosi progetti partoriti dalla Rodeo srl amministrata da Daniele Marini. Quanto mai misteriosi i soci (il capitale e' pari a 488 mila euro): la portoghese Bisiliat Consultadoria Servios IDA, la lussemburghese Civifin s.a., le inglesi Medinfix ltd e Elocyn ltd (che hanno poi venduto le loro quote ad una consorella sempre made in Lussemburgo, Continentale Financiere s.a.): ma secondo non pochi, i veri padroni sono cinesi. Sponsor d'eccezione, lo stesso Moscherini.

LA TORRE DEI MISTERI
Molti uffici strategici del comune di Civitavecchia sono distaccati nella Torre Europa, un palazzone ipermoderno, dieci piani e, soprattutto, una storia tutta da raccontare.
Lo stabile, infatti, e' una delle tante proprieta' che fanno capo alla Immobilgest di Casoria, popolosissimo comune dell'hinterland partenopeo. Titolare della societa' e' Fedele Ragosta, originario di San Giuseppe Vesuviano e in pochi anni capace di dar vita ad un vero e proprio impero di mattoni e sigle. La scorsa primavera dalla procura di Nola e' partito un maxi sequestro di molti suoi beni, radunati in quattro aree strategiche: Ragosta Industries, Ragosta Real Estate, Ragosta Hotel Collection (cinque stelle a Taormina, nella costiera amalfitana, a Roma nell'ex sede direzionale Atac) e Ragosta Food. Ma non e' nuovo alle aule giudiziarie: un rapporto di Legambiente del 1995 lo descrive come vero e proprio ras (raggiunto da due ordinanze di custodia cautelare) dei trasporti di monnezza verso discariche abusive, lungo tutta la dorsale appenninica, epicentri Campania, Lazio e Toscana (attraverso Ecolas, Agosider, Transider e Sidervesuviana).
Nella avveniristica Torre Europa aveva sede IGS (Intelligence Group Service), nata da una costola della IES Sistemi di sicurezza e Telecomunicazioni, colosso dell'intercettazione privata con sede a Milano e riconducibile a Vittorio Bosone. E sara' proprio Bosone a dichiarare ai magistrati meneghini (poi ritrattera' il tutto) che indagano sugli sporchi e milionari business delle intercetazioni, che e' «la camorra a riciclare i suoi profitti nella IGS e ad avere cosi', in caso di bisogno, un canale privilegiato per accedere a informazioni riservate».
E a Torre Europa hanno sede non solo svariati uffici comunali - personale e avvocatura tra gli altri - ma e' acquartierata anche la Holding Servizi, incaricata di gestire tutto il patrimonio comunale per la cifra annua di 172 mila euro. Neo “Direttore Generale Manager” - cosi' viene etichettato - e' un grande amico di Moscherini, l'avvocato Massimo Felice Lombardi, gia' al vertice della Palermo Ambiente spa che ha inghiottito milioni di euro per ridurre il capoluogo siciliano al disastro-monnezza. Lombardi sbarca a Civitavecchia appena dopo l'elezione del sindaco (novembre 2007) e subito sale in sella a Etruria Servizi e ETM, la prima dedita soprattutto ai rifiuti, la seconda ai trasporti (ma e' al collasso, indagata dalla Corte dei Conti), con un appannaggio annuo complessivo da 140 mila euro. Non basta: arriva anche la poltrona di presidente del consorzio per l'area industriale, cui segue la ciliegina sulla torta, Holding Servizi.

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BIOMASSE CON CIANCIMINO
Non solo porti, cementifici e centrali elettriche tra Civitavecchia, Tarquinia e Montalto di Castro. Fa capolino, tra i tanti progetti in cantiere, anche quello di una centrale a biomasse («l'energia del futuro», secondo parecchi esperti), localizzazione prevista “Formicone”, piccola frazione tra Tuscania e Tarquinia. A “generare” l'idea e' la Tuscania Bioenergia (poi trasformata in Bioenergia e Ambiente), amministrata da Valerio Bitetto, ingegnere, ex dirigente Enel, massone, ma soprattutto arrestato e condannato per concussione nella Mani pulite milanese del ‘92: era infatti il collettore craxiano delle mazzette Enel. Bitetto e' anche titolare del 60 per cento di azioni della societa' di progettazioni Tecnoplan, il cui 40 per cento fa capo a Sirco spa.
Andiamo a vedere cosa e' custodito nello scrigno azionario di quest'ultima, Sirco. Soci sono Giorgio Ghiron, Massimo Ciancimino e l'avvocato Giovanni Lapis. Tutti condannati dal tribunale di Palermo, in primo grado, a 5 anni e 8 mesi per riciclaggio di danaro proveniente proprio dal “tesoro” dell'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino (10 anni invece la condanna per un altro imputato di concorso esterno in attivita' mafiosa, Romano Tronci).
Secondo informazioni raccolte all'ufficio tecnico del comune di Tarquinia, a firmare il progetto della centrale a biomasse sono ben tre sigle: le gia' viste Tecnoplan e Sirco, cui si aggiunge Fingas. Palermitane le ultime due, stesso indirizzo, a quanto pare partorite sotto la stessa ala paterna, Vito Ciancimino: le azioni delle due societa' sono state sequestrate dal tribunale di Palermo.
Dove c'e' chi racconta una storia. Eccola. «Giovanni Lapis ha partecipato alla compravendita di un lotto di terreno a Palermo su cui e' stato costruito illegalmente un palazzo, i cui appartamenti sono stati occupati da Giovanni Brusca, Stefano Bontade e Leoluca Bagarella. Il giudice Paolo Borsellino aveva appena cominciato a occuparsi di questa vicenda. Ma e' stato fatto saltare in aria cinque giorni dopo con una macchina zeppa di tritolo. L'auto era partita dal garage di quel palazzo». In alcuni servizi, il Fatto Quotidiano ha documentato anche l'interesse del presidente del Senato Renato Schifani per quel palazzone, dove a quanto pare si sarebbe trovato lo studio legale di famiglia.
Fantasie? Ricostruzioni farlocche? Sara' - c'e' da sperarlo a ormai quasi vent'anni da quelle stragi - la magistratura ad accertarlo.
E c'e' da augurarsi che la magistratura faccia con serieta' il suo lavoro a proposito di quattro procedimenti (due penali, competenti le procure di Perugia e Viterbo) e due civili (Perugia e Roma) avviati da 4 soci di Tuscania Bioenergia che hanno tirato in ballo Luigi Daga, vicepresidente della Associazione Antimafia Caponnetto, colpevole - a loro giudizio - di aver inviato una lettera (poi resa pubblica) alla Dda sul “caso biomasse”. In totale, chiedono un risarcimento danni da 1 milione 200 mila euro, non noccioline. La solita citazione-intimidazione sempre piu' in voga nel nostro paese per puntare un revolver contro chi fa il suo mestiere e denuncia il malaffare. Altra fresca denuncia, sempre contro Daga e la Caponnetto, dal sindaco di Tarquinia, il “progressista” Mauro Mazzola. Il motivo? “Procurato allarme e diffamazione”, per aver osato chiedere informazioni sulla ditta Diana da Casal di Principe - cuore dell'impero dei Casalesi - che sta realizzando un parcheggio nel centro di Tarquinia. Lese maesta'? A. C.

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LO SBARCO DELLA CRICCA
Tutte le strade portano a Roma. Ma spesso passano prima per Civitavecchia, come dimostrano svariati percorsi di vita e affari relativi ai personaggi della cricca made in Diego Anemone.
Partiamo proprio dall'imprenditore tuttofare, gran regista di appalti e mazzette. O meglio dal padre, Dino Anemone, coinvolto nel 2002 nell'operazione “Cobra” - una delle tante portate avanti con alterne fortune da magistratura e forze dell'ordine in tutta l'area - dove faceva gia' capolino la famiglia gelese dei Rinzivillo, vicina al boss Giuseppe Madonia e al suo referente in doppiopetto, il faccendiere romano Pietro Canale. Cuore delle indagini il Consorzio Centro Italia, interessato ad una sfilza di lavori pubblici, dal carcere di Civitavecchia a una serie di porti (Livorno, Santa Marinella, Fiumicino, Gaeta e, of course, Civitavecchia): ad animare il Consorzio, oltre ad alcune sigle di copertura dei fratelli Antonio e Salvatore Rinzivillo, anche la Anemone Dino, tutti sotto l'ala protettiva del segretario generale del genio civile opere marittime di Roma, Massimo Ceccarelli. Alla fine, more solito, tutto si chiude con un flop: prosciolti e liberi per nuove avventure...
Altro giro, altra impresa. Eccoci alla Elettrica Leopizzi srl, sul cui ponte di comando siede Marco De Santis, fratello di Fabio, il provveditore alle opere pubbliche finito in galera per Criccopoli (corruzione il capo d'accusa). Una Leopizzi a tutto campo, nel porto di Civitavecchia, capace di aggiudicarsi appalti, con regolarita', ogni anno: 140 mila euro nel 2003, 180 mila dodici mesi dopo grazie alla magica “somma urgenza”, altri 180 mila nel 2005 per lavori di illuminazione. Nell'azionariato spicca una presenza, quella di una cooperativa a responsabilita' limitata, Conegliano, che fa capo, guarda caso, agli Anemone.
Soldi a palate ma “zeru risultati” per una sigla che alcuni anni fa era intenzionata a gestire l'interporto di Civitavecchia, Icpl, con la benedizione di Ercole Incalza, altro protagonista della Cricca story, a capo della struttura tecnica del ministero delle Infrastrutture, negli anni ‘90 primattore nel maxi business dell'Alta velocita'. Cosi' descrive Incalza il sindaco di Civitavecchia Moscherini: «un mio grandissimo amico da 25 anni, uno dei piu' grandi professionisti dei trasporti in questo paese». Un altro big della cricca, Valerio Carducci (gia' protagonista delle inchieste di Luigi De Magistris a Catanzaro), e' amico di Moscherini e legatissimo all'assessore al turismo e commercio del comune, Enzo De Francesco, il cui nome fa capolino tra i faldoni di un'inchiesta della procura di Vicenza: su un suo conto corrente sono stati trovati 2 milioni 300 mila euro e agli atti ci sono le parole dell'assessore: «Ah, Carducci, non fatemi parlare...».
Da una dichiarazione all'altra, ancora via telefono, intercettata e finita nell'inchiesta perugina. L'ennesimo protagonista di cricca story, il presidente di sezione della Corte dei Conti in Campania, Mario Sancetta, a quanto pare suggerisce ad alcuni imprenditori di «puntare sugli appalti per il porto di Civitavecchia».
E sempre nelle intercettazioni spunta un altro funzionario al ministero delle Infrastrutture, Gianluca Ievolella, grande amico di Moscherini (che lo nomina supervisore dell'urbanistica al comune di Civitavecchia, catapultando nello stesso periodo il fratello, Maurizio Ievolella, al vertice dell'area tecnica dell'Autorita' portuale). «La macroscopica anomalia sta nel fatto - commentano alcuni - che il genio civile, ovvero Gianluca Ievolella, aveva il compito di controllare e approvare i progetti che l'ufficio tecnico dell'area portuale, ossia Maurizio, presentava: tutto in famiglia!».
Tra gli interlocutori piu' assidui di Gianluca c'e' l'avvocato Edgardo Azzopardi, indagato dagli inquirenti perche' avrebbe raccolto dal procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, tramite il figlio Camillo, informazioni riservate relative all'inchiesta in corso e poi girate al numero uno dei Lavori pubblici, Angelo Balducci. Ed e' proprio con la segretaria di Balducci che - intercettato - svariate volte Azzopardi parla di Civitavecchia. Azzopardi pero' minimizza, sostiene che «alcuni gli chiedevano informazioni circa il possibile commissariamento dell'autorita' portuale»: fatto sta che a lui fa capo - come sottolineano alcuni operatori economici della zona - una societa' che «dal 2003 lavora anche con l'Autorita' portuale di Civitavecchia».
Ancora. Eccoci all'attuale prefetto de L'Aquila, Giovanna Iurato, indagata dagli inquirenti sempre per Criccopoli, in merito alla vicenda degli appalti per la sicurezza made in Finmeccanica nell'area di Napoli (dove e' finito nel mirino anche il numero uno del gruppo, Pierfrancesco Guarguaglini). A quanto pare, il nome della Iiurato compare nella lunga “lista Anemone”. Certo e' che ha in precedenza ricoperto un altro, delicato incarico: quello di commissario straordinario al comune (sciolto) di Civitavecchia.
Sottolineano alcuni notai della zona: «Forse non e' proprio un caso che gli atti di compravendita per Scajola e Pittorru, nonche' quello per l'acquisto di un intero palazzo da parte dei figli dell'ex ministro Lunardi, Martina e Gianluca, siano stati stilati dal notaio Gianluca Napoleone di Civitavecchia e registrati nella locale Agenzia delle Entrate. E forse nemmeno una semplice coincidenza e' che la fiduciaria milanese Cordusio, titolare dei conti nelle banche lussemburghesi di cui erano beneficiari Balducci e Rinaldi, sia la stessa titolare di 9999 azioni sul totale di 10 mila del capitale sociale della Iniziative Industriali srl, che ha presentato il progetto per la realizzazione di un cementificio nel comune di Tarquinia».
Un cementificio che tutti, in zona, gia' battezzano come “il mostro degli Speziali”, visto che i lavori progettuali della vicina centrale di Montalto di Castro sono firmati dalla Cal.Me spa: un piano pressocche' identico e la societa' fa capo ai rampolli del senatore pdl Vincenzo Speziali, segretario della commissione Finanze e Tesoro nonche' grande amico di Marcello Dell'Utri. Il cinquantenne figlio Antonio Speziali - un pallino per l'eolico, gestito con un'altra famiglia calabrese, quella degli Sgromo - e' fresco di rinvio a giudizio per una vicenda del 2006: e' accusato con due boss locali (Rocco Anello della famiglia di Filadelfia, nei pressi di Vibo Valentia, e Francesco Iaunazzo, di una ‘ndrina made in Lametia) di «violenza privata aggravata dalla mafiosita'». Vittima un imprenditore del lametino, Salvatore Mazzei: che a quanto pare ha avuto il torto di essersi interessato all'acquisto di un terreno di proprieta' della Curia. Dovevano forse svettarvi pale eoliche?

http://www.lavocedellevoci.it/inchieste1.php?id=336

possibile che con il Cianci abbiano "pattuito" qualche sconto giudiziario se si presta a far, che sò tarocchi o dichiarare di fantomatici papelli?

intanto cominciano ad attaccare per CENSURARE la voce delle voci, ma a chi importa?

Tocca Caltagirone e perfino il Ciancimino Massimo, da tutelare

RAGOSTA PROTESTA
http://www.lavocedellevoci.it/news1.php?id=149[/b]

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=29204

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6 febbraio 2011

Ombre sotto la nube di TVN

Riceviamo e pubblichiamo:
"Ho letto con interesse, il 18.I.u.s., su una testata locale , un comunicato del Movimento No Coke Alto Lazio in cui veniva presentata ed analizzata , in chiave “prospettica” ed in maniera compiuta , la vicenda giudiziaria della Centrale ENEL di Porto Tolle. Ho atteso , ma purtroppo invano, che una qualche “autorevole” voce politica si levasse per commentare , in qualsivoglia maniera , il quadro e le prospettive illustrate nell’interessante comunicato , al fine di aprire un pubblico dibattito sulla questione: solo un silenzio gravido di ombre ha fatto seguito alla pubblicazione del comunicato in parola. L’evento apre inquietanti interrogativi circa “l’imparzialità” e “l’indipendenza” dell’informazione: una sola testata ed una solamente ha dato spazio al comunicato in argomento e nessun politicante locale ha espresso , inoltre , commenti in merito allo stesso!! Se Marietta Bianchi avesse aperto bocca per raccontarci per l’ennesima volta la favola di “Cappuccetto rosso” tutti i giornali locali avrebbero pubblicato la notizia in carattere “cubitale romano” ed i politicanti locali si sarebbero precipitati , tutti indistintamente , a dare la loro “ interpretazione visionaria” della favola , nel pieno rispetto del principio politico che fare “ammuina” , non importa per quale motivo essa si faccia ma l’importante é farla , sia utile tanto a conquistare l’agognata “poltrona” quanto a mantenerla . Non si può non ravvisare in tale comportamento della stampa e della politica , ove esso fosse “non casuale” , un criterio talmente “ selettivo” dell’informazione da sconfinare , mi auguro “ inconsapevolmente”, nella più nociva “ disinformazione”. Sarebbe altamente interessante capire perché un comunicato talmente “ dirompente” tanto nella sua “aseticcità d’analisi”, quanto nella sua “ importanza”abbia trovato ascolto presso un solo giornale locale: eppure la salvaguardia dell’ambiente é di portata talmente stratosferica da porre in secondo piano tutte le altre notizie comprensoriali. C’è qualcosa che stride in tale comportamento , quasi come se in tale silenzio , qualora voluto , venisse tacitamente espresso il principio che non é “politicamente pagante” schierarsi contro poteri economicamente forti e profondamente radicati sul territorio: i dipendenti ENEL rappresentano una grande fetta dell’elettorato e alcuni di costoro sono presenti anche nell’amministrazione cittadina. Forse i componenti del Movimento No Coke Alto Lazio hanno avuto il solo demerito di aver “osato l’inosabile” ovvero di avere acceso una luce in un ambiente che , forse , nei disegni “ politico-economici” di qualche “ potentato” deve restare buio. Lo scrivente , nel condividere tutti i contenuti del comunicato da loro emesso , esprime loro tutta la propria stima per il coraggio civico dimostrato : l’interesse per il bene collettivo deve sempre essere ben al disopra di ogni “convenienza” politica e/o personale se la “politica” è , come dovrebbe essere, al servizio del benessere del popolo.

Il Segretario Federale Fiamma Tricolore
Gabriele Pedrini

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5 febbraio 2011

Civitavecchia, inquinamento da carbone: la disinformazione mirata di enel

"Non sappiamo se le inquietanti fumate che hanno oscurato i cieli di Civitavecchia negli ultimi tempi siano il frutto di un qualche malfunzionamento nel sistema di filtraggio dei fumi e/o dipendano da un qualche altro problema strutturale; sarà la Magistratura, che su tale fatti ha avviato un'inchiesta e che in questa sede vogliamo ringraziare per la solerzia, ad accertare la verità.

Ciò che invece è certa è la sistematica azione di disinformazione posta in essere dall'azienda elettrica ogni qualvolta si affronta un qualsivoglia aspetto del (mal)funzionamento della centrale o degli effetti della stessa sul territorio.

Affermare, infatti, che le fumate sono il semplice pennacchio termico delle percentuali di acqua presenti nelle emissioni è fornire una rappresentazione quanto mai parziale della realtà omettendo di dire che quei 6.300.000 mc di emissioni ogni ora (perché tante sono) che fuoriusciranno dalla ciminiera di Torrevaldaliga nord conterranno, oltre al vapore ed indipendentemente dalla loro visibilità, 3450 t/a di ossidi di azoto, 2.100 t/a di ossidi di zolfo, 260 t/a di polveri sottili (nelle quali non sono considerate le ben più pericolose polveri ultrasottili di cui non è stimabile la quantità), 24 t/a di metalli pesanti quali mercurio, vanadio, nichel, cadmio, cromo, ammoniaca, etc, 8.400 t/a di monossido di carbonio (in deroga alle norme vigenti) e ben 10.300.000 t/a di anidride carbonica.

Quali siano gli effetti di tali emissioni sulla salute della popolazione è cosa nota ed evidente ad ogni cittadino che sta verificando sulla propria pelle l'aggravarsi della già pesantissima percentuale di patologie tumorali, respiratorie e cardiocircolatorie in atto da circa un anno.

Ci eviti, quindi, l'ing. Molina quel buonismo mieloso con cui ci comunica la grande attenzione di ENEL per l'ambiente e la salute della popolazione tanto da aver predisposto una procedura interna per verificare eventuali sforamenti delle emissioni.

L'attenzione all'ambiente, alla salute ed alla sicurezza sul lavoro di ENEL hanno avuto già la loro controprova nelle svariate inchieste avviate dalla Procura e dalle perizie effettuate in vari procedimenti (valgano per tutti la perizia sulla morte di Capitani e quella disposta dal Tribunale Civile di Civitavecchia sulla nocività della centrale nell'ambito della causa n° 521/04 intentata dal Comune di Ladispoli e dalla Provincia di Roma.).

Abbia il coraggio l'ing Molina di affermare che i bilanci aziendali di ENEL sono la priorità dinanzi alla quale scompare ogni forma di tutela dell'ambiente e della salute della popolazione; ciò certo non gioverà alla nostra salute ma, se non altro, sarà meno offensivo per le nostre intelligenze.

Simona Ricotti
Responsabile locale Forum Ambientalista

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22 gennaio 2011

Richiesto un presidio permanente dell'ArpaLazio a Civitavecchia

Da TrcGiornale.it
"Un raffinamento e una maggiore presenza di Arpa Lazio sul territorio di Civitavecchia per un monitoraggio più completo della situazione ambientale. I fumi usciti dalla centrale di Torre Valdaliga Nord, tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio, a prescindere dai loro contenuti, pare che abbiano avuto come conseguenza un innalzamento dei livelli di guardia, di cui la richiesta del procuratore capo della Repubblica, dottor Gianfranco Amendola, avanzata ad Arpa Lazio per l'istituzione all'interno del sito produttivo di un presidio permanente dell'agenzia regionale, è solo l'ultima tappa.

Anche se nulla è trapelato da palazzo di giustizia, subito dopo il manifestarsi del fenomeno dei fumi, infatti, su mandato della Procura Arpa Lazio avrebbe acquisito tutti i dati relativi alle emissioni al camino della centrale di Torre Nord, relativamente a dicembre 2010 e gennaio 2011. Nessuna denuncia ne sarebbe conseguita, segno che i valori riscontrati sono risultati nella norma. Ma, come detto, la situazione relativa ai fumi di Tvn è stato l'inizio di una serie di azioni che porteranno a una intensificazione della presenza di Arpa sul territorio. Tra le misure che saranno adottate a breve, intanto, c'è l'installazione di telecamere, che terranno sotto controllo l'emissione di fumi non solo da parte di Torre Nord, ma anche di Torre Valdaliga Sud e del porto. Questo per consentire anche agli esperti di prendere visione delle emissioni che quotidianamente interessano la città e il territorio. Quanto al monitoraggio a terra, come più volte detto, resta ancora da definire la convenzione tra Comune e Arpa per la cessione all'agenzia regionale delle tre famose centraline che devono essere riposizionate ai sensi di legge e che sarebbero di vitale importanza per avere un quadro più completo della situazione.

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20 gennaio 2011

Il procuratore Amendola chiede il monitoraggio ambientale a TVN

Da BigNotizie.it
"Affondo del procuratore Gianfranco Amendola contro le emissioni della cenrale a carbone di Torre Valdaliga Nord. Il magistrato ha scritto all'Arpa Lazio, l'8 gennaio scorso, affermando che ritiene "del tutto insoddisfacente che, in realtà, non vi sia alcun controllo pubblico permanente sule emissioni e sull'operato di Tvn, anche e soprattutto per i possibili rischi per la salute e per l'ambiente.

Ho già chiesto più volte informalmente che, proprio per questo, la rete di rilevazione venga gestita direttamente da una pubblica autorità. Oggi ritengo più che mai indispensabile che vi sia quanto meno un presidio fisso permanente pubblico presso gli impianti in questione, capace di controllare con immediatezza ogni evento anomalo (quali le dense emissioni, sopratutto notturne) e i dati della rete di rilevamento, al fine di verificare il rispetto delle prescrizioni tecniche che richiedono alta specializzazione e che sono assistite da sanzioni penali". L'Arpa Lazio, a sua volta ha inviato la stessa lettera alla presidente della regione Lazio renata Polverini e all'assessore all'ambiente Marco Mattei, dove sostiene di "condividere le preoccupazioni del procuratore". Chiede quindi che la Pisana acceleri "le azioni necessarie affinché l'agenzia superi il sempre più grave deficit di organico", che darebbe all'Arpa di realizzare il progetto chiesto dal procuratore Amendola."

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19 gennaio 2011

Moscherini indice incontro sull'Osservatorio ambientale. La popolazione arriverà preparata.

Apprendiamo da centumcellae.it che
"Si è svolto ieri un incontro tra i Sindaci del comprensorio, al quale erano presenti, oltre a Gianni Moscherini, Augusto Battilocchio (Allumiere), Roberto Bacheca (Santa Marinella), Mauro Mazzola (Tarquinia), Alessandro Battilocchio (Tolfa). Molte le tematiche che sono state affrontate nell’occasione, anche se particolare attenzione è stata dedicata all’andamento dell’Osservatorio Ambientale. In questo settore, si è concordato di promuovere, per la fine di febbraio, un’assemblea pubblica all’aula consiliare “Pucci” di Civitavecchia, dove i Sindaci riferiranno alle popolazioni del funzionamento dell’Osservatorio. “Abbiamo deciso –anticipa Moscherini – di attivare il registro dei tumori e di fare un centro di monitoraggio polmonare per le popolazioni. Gli altri Sindaci hanno inoltre condiviso la decisione, già assunta dal Consiglio Comunale di Civitavecchia, di acquistare una risonanza magnetica nucleare”. In senso più ampio si è infine convenuto sull’esigenza di comunicare, una volta al mese, i risultati raccolti dalle centraline di monitoraggio e di aprire un blog..."

Caro Moscherini sono anni che chiediamo l'istituzione di un registro diacronico dei tumori, avviarlo solo ora che la centrale a carbone è già in funzione nasconderà il suo impatto sulla condizione preesistente. Inoltre la popolazione vi chiede di comunicare IN TEMPO REALE i dati dell'Osservatorio, non settimanalmente o mensilmente, il che facilita il compito di nascondere con "Non disponibile" i dati degli sforamenti dei tetti massimi consentiti. Ad ogni modo la popolazione sarà presente e propositiva, puoi scommetterci.

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18 gennaio 2011

16 gennaio 2011

Il Movimento Nocoke Alto Lazio prepara una nuova battaglia legale per Civitavecchia

Comunicato stampa
"I comitati di Porto Tolle vincono la loro battaglia contro ENEL: condannati in cassazione gli ex amministratori delegati per i reati di emissioni moleste, danneggiamento all’ambiente, al patrimonio pubblico e privato e violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico provocati dalla centrale ad olio combustibile di Polesine Camerini.
Il Movimento Nocoke Alto Lazio prepara la battaglia legale per Civitavecchia.

E' una grandissima vittoria che premia il meticoloso lavoro compiuto dalla Procura di Rovigo a seguito delle numerose denuncie formulate da semplici cittadini che, consapevoli di non essere adeguatamente tutelati dagli Enti preposti a tale compito, si erano rivolti alla magistratura; un importante risultato che crea un precedente devastante per Enel che ora si troverà a rispondere, anche qui a Civitavecchia, dei danni che saranno provocati del carbone della centrale TVN.
La Cassazione ha, infatti, confermato la condanna per i vertici della centrale Enel di Porto Tolle tra cui gli allora A.D. Paolo Scaroni (oggi Eni - lo stesso che fece approvare la centrale di Torrevaldaliga Nord) e Franco Tatò nonché gli allora Direttori dell’impianto Zanatta e Busatto, riformando l'appello. Una sentenza resa possibile dalla dovizia di particolari contenuta nelle consulenze tecniche di cui si è avvalsa la Procura da parte di esperti come l'ingegner Paolo Rabitti, tra l'altro impegnato a provare altri disastri ambientali nei procedimenti penali di Porto Marghera o dello scandalo rifiuti di Napoli e della Campania, e che entra in stretta relazione con quanto sta accadendo a Rovigo dove il ministro Alfano ha, vergognosamente, inviato gli ispettori contro i pm Manuela Fasolato e Dario Curtarello che indagano sulla riconversione della stessa centrale Enel da olio combustibile a carbone.
Ci uniamo al comitato “Cittadini Liberi di Porto Tolle” nell’esprimere riconoscenza e gratitudine ai legali avv.ti Matteo Ceruti e Valerio Malaspina che hanno appoggiato sostenuto, in varie forme, l’azione di denuncia contro il funzionamento della centrale Enel di Polesine Camerini, sottolineando quanto le gravi inadempienze nella gestione della stessa fossero lesive della salute della popolazione residente nonché le gravi responsabilità dei vertici aziendali in tale contesto e che rende merito alla correttezza dell’impostazione accusatoria formulata dalla Procura della Repubblica di Rovigo e della posizione perseguita dalle parti civili rappresentate dai comitati, che sono stati gli unici soggetti a sostenere sino all'ultima fase processuale la tesi di un obbligo di controllo e di intervento sulla centrale di Porto Tolle, anche da parte dei massimi livelli societari.
Per Civitavecchia , attualmente una delle città tra le più compromesse dalle ricadute inquinanti a causa di 50 anni di servitù energetica imposta dallo Stato e dalle Amministrazioni ammaestrate dai fondi elargiti quali compensazioni, quello di Porto Tolle è l’esempio da imitare e che, nella convinzione che si sia compiuto un atto di GIUSTIZIA SOCIALE, sentiamo il dovere di chiedere anche per il nostro territorio.
Dopo anni di vessazione il Movimento Nocoke Alto Lazio ed il comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia inizieranno, con energia rinnovata, da questa vittoria, il percorso legale utile a denunciare il massiccio inquinamento, che ha reso tristemente noto il comprensorio per le statistiche di alta mortalità di patologie tumorali.

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14 gennaio 2011

Civitavecchia 14/01/2011, Torrevaldaliga Nord a carbone

I cittadini non dormono e non tengono gli occhi chiusi, caro sindaco Gianni Moscherini.


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