No al carbone Alto Lazio

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19 ottobre 2010

22 ottobre “Ma il cielo è sempre più blu” convegno a Vado Ligure


Da Albenga Corsara
"L’ampliamento a carbone della centrale Tirreno Power di Vado Ligure e Quiliano è al centro di un delicato confronto su scala provinciale che investe istituzioni, sindacati, partiti politici, associazioni, comitati, cittadini.

Per discuterne, per spiegare la propria posizione e avanzare delle proposte Rifondazione Comunista, insieme ai Giovani Comunisti e al ForumAmbientalista, ha organizzato per venerdì 22 ottobre una giornata dedicata al progetto di ampliamento. L’incontro che richiama nel titolo la nota canzone di Rino Gaetano “Ma il cielo è sempre più blu” vivrà di due eventi: al pomeriggio un convegno alla sera un concerto.

Dalle ore 15 presso la società Baia dei Pirati a Vado Ligure, infatti, si terrà l’incontro “Carbone, lavoro, salute. La questione Tirreno Power” che vedrà la partecipazione di: Federico Berruti (Sindaco di Savona), Attilio Caviglia (Sindaco di Vado Ligure), Alberto Ferrando (Sindaco di Quiliano), Simona Ricotti (Comitato No Coke di Civitavecchia), un rappresentante dell’Associazione Uniti per la Salute, Giorgio Bonorino (FIOM-CGIL), Maurizio Loschi (Segretario provinciale CUB), Federico Valerio (chimico, ricercatore), Alessandro Giannì (Direttore delle Campagne Greenpeace Italia), Marco Ravera Stefano Sarti (Presidente Legambiente Liguria), Ciro Pesacane (Presidente ForumAmbientalista), Franco Zunino (già Assessore all’Ambiente Regione Liguria) e Bruno Casati (già Assessore al Lavoro della Provincia di Milano).

Come si intuisce dal ricco elenco dei partecipanti, il convegno cercherà di affrontare tutti gli aspetti legati all’ampliamento (l’ambiente, la salute, l’occupazione), proverà a mettere in contatto realtà diverse, traccerà una strada alternativa.

Dalle ore 20, invece, presso l’Oratorio di San Lorenzo a Quiliano si svolgerà il concerto. Abbiamo lanciato un’idea che è stata raccolta: suonare per una giusta causa. All’iniziativa hanno aderito The Lonesome Pines, il Duo Pesenti, A Brigà e Claudio Bellato. Preciso che questi musicisti hanno accettato di suonare gratis e colgo l’occasione per ringraziarli pubblicamente.

Quindi quella di venerdì prossimo sarò una giornata da non perdere: parole e musica per dire no al progetto di ampliamento a carbone.

di Marco Ravera – Segretario provinciale Rifondazione Comunista"

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4 ottobre 2010

Tumori in Puglia: il silenzio degli ospedali

Fonte: StatoQuotidiano, via UPLS
"Il rapporto con l’ambiente è uno dei fattori determinanti sullo stato di salute della popolazione. L’esito dei lavori della Commissione OMS su ambiente e salute afferma: “ La salute umana è funzione della capacità delle società di gestire la integrazione tra le attività umane e l’ambiente fisico e biologico in modo tale da garantire e promuovere la salute senza incidere sulla integrità dei sistemi naturali dai quali dipendono l’ambiente fisico e biologico medesimo”. Solo tramite l’incrocio tra dati ambientali, territoriali e urbanistici, epidemiologici, di indicatori demografici che si può tracciare, per una determinata popolazione, il profilo di salute come inteso dalla definizione dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La prevenzione di malattie di origine ambientale richiede un vasto sforzo che parte dagli stili di vita e alle misure istituzionali che consentono di garantire la sicurezza della popolazione.

In Puglia esistono specifiche condizioni di criticità dovute all’inquinamento ambientale. Secondo la delibera del Consiglio dei Ministri del 30 novembre 1990, sono indicate le aree ad elevato rischio di crisi ambientale: area di Brindisi che comprende anche i comuni di Torchiarolo, San Pietro Vernotico e Carovigno; di Manfredonia e di Taranto, dove i “livelli di contaminazione o alterazioni chimiche, fisiche o biologiche del suolo e del sottosuolo, delle acque superficiali e di quelle sotterranee determinano un pericolo per la salute pubblica, per l’ambiente naturale o costruito” (Burp n.150 DEL 26/9/08).

La Regione Puglia ha predisposto un elenco dei luoghi potenzialmente contaminati presenti sul territorio. Nel 2003 l’Arpa Puglia, sulla base di ulteriori segnalazioni pervenute agli Uffici del Commissario Delegato, della Regione e della stessa Arpa, ha provveduto ad aggiornare l’elenco classificando i diversi siti in base alla causa di contaminazione presunta. La tipologia di contaminazione prevalente è attribuibile alla presenza di discariche non controllate, accumuli depositi abusivi, sversamenti di oli combustibili, fanghi e rifiuti di amianto. In particolare modo il settore industriale ha esercitato un impatto sul suolo notevole, se si considerano i Siti di Interesse Nazionale (SIN), nei quali i risultati della caratterizzazione mettono in evidenza la contaminazione di suolo, sottosuolo e acque sotterranee. Nel territorio pugliese i Siti da bonificare sono: Manfredonia, Brindisi, Taranto e Fibronit-Bari. Il sito pugliese ove sono più avanzate le operazioni di bonifica è quello di Manfredonia (Focus).

MODELLI DI SVILUPPO ECONOMICO- Si tratta di territori in cui il modello di sviluppo economico scelto dal dopoguerra con le costruzioni di imponenti insediamenti industriali a ridosso dei centri abitati ha comportato un consistente degrado delle condizioni ambientali, responsabile del deterioramento dello stato di salute delle popolazioni residenti in prossimità delle zone industriali. Gli studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che hanno indagato sullo stato di salute delle popolazioni delle aree a rischio di crisi ambientale, hanno mostrato aumenti di rischio delle comunità che risiedono in queste aree, soprattutto nel sesso maschile, della mortalità per tutti i tipi di tumore, e in particolare del tumore del polmone, della pleura, della vescica, nonché per patologie neoplastiche dell’apparato respiratorio e cardiovascolare. A questi studi si sono affiancati i progetti finanziati dal Ministero dell’Ambiente con i Piani di disinquinamento delle aree ad elevato rischio ambientale.

OSPEDALE SAN CAMILLO DE LELLIS – Un’estenuante lista di attesa tra esclamazioni ( “é la prima volta che qualcuno ci chiede questo tipo di informazione”) e dati irreperibili per cause tecniche (computer bloccati da guasti tecnici), nonchè consuetudini burocratiche di richieste da inoltrare al Direttore sanitario dell’Ospedale San Camillo De Lellis di Manfredonia, (con addebita mancanza di fogli prestampati per l’autorizzazione agli organi di stampa), il silenzio è l’unica risposta. Da circa un mese Stato ha cercato di contattare telefonicamente il direttore sanitario, ma la richiesta di consultare un’indagine sul numero dei malati oncologici del territorio di Manfredonia condotta del defunto Dott. Furio Oronzo, è caduta nel vuoto. Un silenzio accompagnato dalla scarsa collaborazione di una struttura sanitaria che si trincera di risposte evasive per una questione che ha mobilitato diverse associazioni e istituzioni nell’ambito della ricerca universitaria, anche a livello nazionale. Contattato anche l’ufficio di epidemiologia l’indagine si arena sulla ricerca faticosa di file datati. Eppure all’interno del Servizio Sanitario Regionale la tutela e la promozione della salute collettiva è declinata ai dipartimenti di Epidemiologia e di Prevenzione, per affrontare e potenziare i fattori di benessere, tutelando la salute con l’individuazione e la rimozione delle cause e i fattori di malattia.

MEDICINA DEMOCRATICA- Contattato telefonicamente il Dott. D’Angelo, presidente dell’Associazione Medicina democratica, conferma a Stato la presenza di un dossier di oltre 600 pagine, frutto di dati che confermano l’alta incidenza delle malattie neoplastiche sul territorio di Manfredonia causata dai fattori inquinanti presenti sul territorio. I dati di mortalità sono stati analizzati per l’insieme dei Comuni di Manfredonia, Monte Sant’Angelo e S. Giovanni Rotondo e per il solo comune di Manfredonia. Gli studi di epidemiologia evidenziano (come nelle analisi dell’OMS) gli eccessi per entità e tipologia delle malattie interessate, sono strettamente legate a importanti componenti di natura professionale e ambientale, evidenziando un gradiente di rischio che aumenta in prossimità delle sorgenti inquinanti.

REGISTRO TUMORI REGIONE PUGLIA- Tale ente nasce sulla base di intese e collaborazioni tra l’Assessorato alle politiche della Salute, Asl, Ares (Agenzia Regionale Sanitaria), Oer (Osservatorio Epidemiologia della Regione Puglia), Arpa (Agenzia Regionale per la protezione e prevenzione ambientale) e Università degli Studi di Bari. Secondo i dati sul tasso di mortalità in Puglia tra il 1998-2004 i decessi causati dalle malattie neoplastiche sono in netto aumento. Nei maschi il fenomeno riguarda gran parte della Provincia di Foggia, mentre nelle donne la mortalità più elevata si concentra in alcuni comuni sempre nella stessa zona. Un’elevata mortalità per tumori della trachea, dei bronchi e polmoni della popolazione maschile si osserva in alcuni comuni del Gargano.

L’inchiesta condotta da Stato anche se rallentata da fattori di inerzia burocratica, da inefficienze tecniche, rivela un sottobosco di notizie ignorate e ignote alla pubblica opinione che compromettono una corretta informazione e al tempo stesso un’efficace tutela della salute dell’intera popolazione di Manfredonia.

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2 ottobre 2010

Ampliamento a carbone della centrale di Vado Ligure: Tirreno Power denunciata alla UE


Savona: filmato realizzato durante la conferenza stampa indetta da Uniti per la Salute dove il prof. Marco Stevanin illustra la perizia giurata in termini semplici chiari e difficilmente equivocabili

Da Savonanews.it

"L'incontro di ieri in Regione Liguria avrebbe visto un Burlando finalmente scettico, i sindacati più realisti del re (dove il re è Tirreno power), e un azienda che forse inizia a capire quale pessima aria tiri sull'ampliamento e sul carbone, tanto da dichiararsi apparentemente disponibile a più miti consigli per bocca del Gran Macchinista.

Per brevità e completezza alleghiamo una copia (clicca) della "Denuncia ala Commissione delle Comunità Europee riguardante inadempimenti del diritto comunitario" con oggetto : Centrale Termoelettrica a carbone Tirreno Power di Vado Ligure Quiliano (Savona) e relativo al progetto di ampliamente a carbone"

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1 ottobre 2010

I savonesi al presidente Burlando: il 95% dei cittadini è contro il carbone

Da SavonaNews.it
"La Libreria Ubik di Savona invia una lettera al Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e alla sua giunta per illustrare i risultati del sondaggio effettuato sull'ampliamento della Tirreno Power:

"Il sondaggio effettuato attraverso i 7.000 indirizzi mail della libreria UBIK di Savona, (benchè per una serie di ragioni non soddisfi i criteri standard di scientificità), in soli 3 giorni ha già dato comunque un esito incontrovertibile: il 95,3 % si è dichiarato Contrariio all’ampliamento con nuovi gruppi a carbone, sia in aggiunta a quelli esistenti (proposta Tirreno Power), sia in sostituzione a quelli esistenti ma di maggiore potenza (proposta Partito Democratico).

E ci rivolgiamo a Lei perché, in quanto Presidente della Regione, non è soltanto il gestore di esigenze e interessi economici contrapposti, ma soprattutto il ‘garante’ del volere una comunità, in particolar modo quando questa comunità vuole, anzi pretende di decidere sul suo principale diritto inalienabile: quello della salute e della propria vita.

E’ vero che viviamo in una democrazia rappresentativa, per cui deleghiamo ed eleggiamo persone che ci rappresentano nelle attività ordinarie. Ma come Lei ben sa, è altresì vero che la nostra Costituzione è ispirata al principio secondo il quale, su temi di grande rilevanza, il potere decisionale torna alla comunità.

Questo sondaggio, benchè non abbia valore istituzionale, ha un forte valore politico, e ci dice questo: la comunità savonese ha deciso, in modo fermo e nettissimo. E ha deciso da tempo e in modo evidente, anche se diverse forze in campo, portatrici di interessi particolari e non generali, fingono di non accorgersene (la Tirreno Power ha dichiarato un mese fa che il progetto gode nella comunità di un “generale consenso”).

Questa posizione contro l’ampliamento della centrale è peraltro in sintonia alle prese di posizioni istituzionali (hanno deliberato contro l’ampliamento tutti i comuni interessati: Vado Ligure, Quiliano, Savona, Bergeggi, Spotorno, Noli, Finale Ligure, Balestrino, Vezzi Portio, Albissola Marina, Celle Ligure, Altare, Carcare, Cairo Montenotte), e a quelle della società civile (tutto l’associazionismo provinciale, l’Ordine dei Medici, la Curia, i Comitati civici, molti partiti, le circoscrizioni, le principali personalità della società civile, ecc).

E’ ora che il Presidente della Regione si erga a garante di questo volere.
Alle forze politiche, sindacali, industriali coinvolte non resta che prenderne atto, qualsiasi siano gli interessi particolari in campo, qualsiasi sia il motivo del contendere. Ogni altra discussione nel merito è nulla.
In questo caso vale l’interesse generale.
L’interesse generale di una popolazione che, dopo 40 anni, ha deciso finalmente di non voler più vedere uscire dalle ciminiere (già allora installate senza consultare il proprio volere) decine di tonnellate di ossidi di azoto, di ossidi di zolfo, di metalli pesanti, di polveri sottili ogni giorno, per avere qualche decina di posti di lavoro in più.

Lei ha certo presente cosa vuol dire polveri di 0,1, 1 o 2,5 micron, invisibili a occhio nudo, e quante ce ne vogliono per arrivare a farne una tonnellata, 100, 1.000, 10.000 tonnellate, e così per anni e decenni, polveri che da generazioni si riversano nelle nostre terre, nelle nostre coltivazioni, nella nostra pelle e nei nostri polmoni.

Ci chiediamo: è forse per questo che, secondo studi incontrovertibili, a Savona muoiono migliaia di persone in più rispetto alla media regionale e nazionale?
Perché invece non viene commissionato uno studio epidemiologico su un territorio tanto devastato come quello vadese (e che ha ripercussioni su tutta la Provincia)?

Le chiediamo quindi di fare Sua la posizione espressa dalla nostra comunità.
In caso diverso, si porrebbe una ‘questione democratica’.
In caso di una Sua risposta negativa, o peggio di una sua non risposta, tale questione verrebbe portata a tutti i mezzi di informazioni nazionali, a tutto il mondo della cultura del nostro paese, fino anche alla Presidenza della Repubblica.

Si ha un problema di democraticità in una comunità in cui, benchè essa ha già deciso in modo netto in una direzione, questa decisione non viene rispettata.
Si ha un problema di democraticità quando si manifestano assieme (e non singolarmente) molti di questi fattori:
quando un’azienda spende centinaia di migliaia di euro per ‘lavorare’ sul consenso dei cittadini: attivando una massiccia opera di pubblicità (un’informazione senza contraddittorio lasciata a chi ha i mezzi per farlo), sponsorizzando squadre, sostenendo attività culturali e comuni, finanziando i principali mezzi di informazione, creando quindi una situazione di ‘dipendenza’ per cui le scelte degli operatori locali della politica, della cultura, dell’editoria (in una situazione di crisi come questa) sono inevitabilmente e comprensibilmente condizionate nelle scelte (tecniche emerse in alcuni manuali d’uso della ‘gestione del consenso’ e normalmente applicate da queste aziende energetiche in tali contesti, manuali che Le consigliamo vivamente di leggere).

Tutto al fine di ‘comprare’ il consenso, al pari di qualsiasi altra merce.

Ma, spero Lei ne convenga, il consenso non è in vendita.
E il sondaggio lo dimostra quando alcuni sindacati e alcuni partiti prendono posizione non seguendo il volere dei propri elettori o iscritti, ma le decisioni prese dagli organi dirigenti di Roma; quando l’esito di alcune ricerche scientifiche viene ‘interpretato’ ai propri fini; quando si decide che il controllo delle emissioni dalle ciminiere della centrale a carbone sia eseguito dalla stessa Tirreno Power (per cui gli inquinatori sono i controllori di se stessi, senza che sia prevista alcuna verifica da parte di enti terzi) e non invece da un Ente Pubblico, il quale finalmente dopo decenni potrebbe garantire la cittadinanza sui reali livelli di inquinamento; quando per far approvare un grande progetto che avrebbe pesantissime ricadute sulla salute (142 milioni di euro all’anno di costo per la comunità, senza contare il danno delle migliaia di morti), ci si appella ai limiti di legge, ben sapendo che ‘la giurisprudenza è molto indietro alla scienza’, e che per le dannosissime e letali polveri ultrasottili non è prevista per legge la misurazione, per cui si inquina e si muore ‘a norma di legge’ (ricordiamo anche ai sindacalisti che, come dicono tutti gli esperti in materia, non esistono filtri al mondo che possano limitare significativamente le pericolosissime polveri ultrasottili, e che quindi non esiste centrale a carbone che riduce in modo sensibile gli inquinanti); quando probabilmente si è già deciso di usare i gruppi a carbone anche per bruciare i combustibili derivati da rifiuti (CDR), utilizzando quindi la centrale anche come inceneritore aggravando in modo devastante la situazione, e questo senza comunicarlo alle popolazioni interessate; quando si fa leva sul ricatto occupazionale “o si ampia, o si chiude”, ben sapendo che non è vero, e che è una tipica tecnica di pressione già ripetutamente utilizzata in altre città e contesti simili;
si ha un problema di democraticità quando un’azienda che vuole inquinare per altri 50 anni un territorio, rifiuta per anni qualsiasi confronto con la comunità che ne subirà i danni, e con gli organi medici competenti.

Ecco, sig. Burlando, non si crea un problema democratico quando si manifestano soltanto una o alcune delle componenti sopra esposte.
Quando invece si crea una miscela silenziosa e connivente di tutte queste componenti, e quando alla fine a una comunità non è più concesso di decidere di se stessa, allora si crea un ‘deficit di democrazia’.

Nel merito politico, rincresce peraltro dover constatare che il principale partito, il PD (che è anche il suo partito) 10 giorni fa abbia preso una posizione a favore del carbone, posizione che, come si evince dal sondaggio odierno, risulta contraria al volere della quasi totalità della cittadinanza.

E’ proprio da questi piccoli ma grandi segnali a livello locale (ovvero il non essere in sintonia con i reali voleri della quasi totalità della comunità di riferimento su un tema così rilevante) che nasce la crisi della dirigenza di un partito nazionale di cui si parla molto nei giornali del paese, e di cui ci rammarichiamo, appartenendo a quel mondo culturale.

E’ invece da salutare con entusiasmo lo sforzo propositivo emerso in questi giorni dalla società civile (in particolare ARCI e ACLI, che insieme rappresentano 20.000 iscritti a Savona, sforzo sostenuto anche dalla Curia – vedi allegato) per una “Terza via”, ovvero una soluzione di compromesso che preveda anche un leggero ampliamento della centrale, ma a gas naturale, riducendo addirittura dell’80-90% gli inquinanti, e andando incontro a 5 dei 6 punti richiesti insistentemente per tanti anni dalla dirigenza Tirreno Power e dai sindacati (aumento potenza, mantenimento dimensioni di produzione, maggior efficienza produttiva, consolidamento occupazionale, commesse per la costruzione del nuovo gruppo).

L’unico punto su cui non si potrà andare verso la direzione prospettata dall’azienda (e a cui l’azienda dovrà rinunciare per arrivare a un accordo) è di utilizzare ancora il carbone come combustibile, e quindi su questo punto l’azienda non potrà ottenere un miglioramento del mix dei costi di produzione (che comunque rimarrà ben al di sotto del prezzo di mercato dell’energia, permettendo quindi a Tirreno Power di ottenere comunque un significativo margine di profitto).
D’altronde Sorgenia (la controllante di Tirreno Power) sta ultimando entro l’anno l’apertura in Italia di altre 3 centrali da 800 mw, tutte a gas naturale (e non a carbone).

La dirigenza Tirreno Power dovrà quindi rinunciare a una parte del suo cospicuo utile annuo di esercizio (negli ultimi anni ha anche superato i 100 milioni annui) per arrivare a tale compromesso con la comunità savonese (Regione, Comuni, associazioni, Ordine dei medici, ecc), e per poter ridurre i dati drammatici di mortalità e i costi esterni per il territorio.

Giriamo anche a Lei le conclusioni che già abbiamo posto all’ing. De Benedetti, proprietario (attraverso Sorgenia) di Tirreno Power: non conviene con noi, sig. Burlando, che il rispetto per la vita e per l’ambiente non può e non deve far parte di un mero gioco di interessi politici ed economici, ma deve invece far parte dei valori primari ed inalienabili di ogni popolo civile?

Produrre energia non è un fine ma un mezzo per far funzionare la società in cui viviamo: è etico e doveroso investire capitali per produrre energia con le metodiche meno inquinanti possibili, compatibili con la salute dei cittadini, evitando il più possibile il combustibile più inquinante di tutti che è il carbone.

Nessun calcolo economico può giustificare la richiesta di perpetuare e addirittura incrementare lo scempio ambientale e le morti premature causate dalla combustione del carbone.

Certi di una sua Risposta, Le porgiamo distinti saluti

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25 settembre 2010

Giorgio Tave sui costi reali del carbone

Via UPLS
"Le affermazioni del MODA sono sempre ben documentate. Solo la mancanza di argomenti seri per confutarle può suggerire l’accusa generica di "procurato allarme" (come se fosse una colpa e non un merito informare la gente dei pericoli che corre!).
Ed è anche vero che il costo dell’energia elettrica prodotta dal carbone, a fronte di un costo di produzione fra i più bassi, ha il costo esterno, dunque comprendente le indispensabili misure di adattamento e tutela ambientale, più alto di tutti. È ormai noto. Riporto una tabella del mio libro “In principio il nulla esplose” elaborata a suo tempo (ma da allora non è cambiato molto) sulla base dei dati “State of the world 2003”. Continua qui

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23 settembre 2010

Tirreno Power e la tratta dei posti di lavoro a Vado Ligure

"Dopo le 10 domande rivolte all'Ing. Carlo De Benedetti sull'ampliamento a carbone della centrale tremoelettrica di Vado Ligure, è scattato in "grande stile" il pressing sull'opinione pubblica al quale i sindacati non si sono certo sottratti.
L'arma Tirrenica - la solita, la principale, la meglio collaudata - è quella del classico ricatto occupazionale: se ampliamo assumiamo; se non ampliamo chiudiamo e licenziamo.
Un classicone del bastone & carota, efficacemente applicabile con quadrupedi adibiti al tiro, meno con bipedi privi di clava ma dotati di un pur labile intelletto.

E' interessante notare come, se da una parte Sindacati & azienda brandiscano questo refrain, dall'altra, con ben altra discrezione, abbiano GIA' firmato un "Piano di incentivazione all'esodo" Continua su savonanews.it

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21 settembre 2010

I costi del carbone a Vado

Il Fatto Quotidiano si occupa del progetto di ampliamento della centrale a carbone di Vado Ligure (Savona), riportiamo l'articolo:

“La centrale a carbone di Vado Ligure costerà 142 milioni di euro e oltre tremila morti”

“Costi sociali per 142 milioni di euro e 3.380 morti premature in 30 anni di funzionamento del sito”. E’ da brivido la denuncia dei medici Virginio Fadda (biologo) e Agostino Torcello (pneumologo), dell’associazione ambientalista Moda di Savona. Secondo Moda se la regione Liguria nei prossimi giorni deciderà di dare il via libera all’ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure (Savona), controllata dalla Sorgenia di Carlo De Benedetti, i cittadini pagheranno un prezzo altissimo. Il loro studio si aggiunge alle polemiche nate nel mese di agosto: dieci domande scomode che personalità della cultura, della medicina e della politica, insieme a comitati savonesi e comuni avevano rivolto all’editore di Repubblica.

Ma quali dati si basa l’apocalittica previsione dei comitati ambientalisti? Il Moda ha paragonato le emissioni della Tirreno Power con quelle della centrale a carbone di Sempra Twin Oaks 3 in Texas (Stati Uniti) e ha fatto la stima sulla base di uno studio condotto dal Public citizens Texas office and the Sustainable energy and economic development coalition. Dal canto suo Tirreno Power replica in maniera netta: “Sono affermazioni alle quali non possiamo rispondere perchè analoghe ad un contesto diverso. Sono posizioni assolutamente estremiste al limite del procurato allarme e non sono da prendere in considerazione. Noi rispondiamo con i nostri dati ambientali perchè una centrale esercita la propria attività all’interno di un contesto normativo stringente”

“Non sono una nostra invenzione questi numeri”, spiegano Fadda e Torcello. “Le nostre stime sono state fatte attraverso i parametri della Commissione Extern dell’Unione Europea in base alla produzione media di emissioni degli ultimi anni e anche per la mortalità le stime sono prudenti perchè viene considerata una zona del Texas con una popolazione notevolmente inferiore a quella di Savona”. Per le associazioni ambientaliste è questo il motivo che spiega il basso prezzo del carbone: costa poco finchè non si considerano tutti i costi esterni.

E con gli stessi parametri l’associazione ha calcolato anche i costi totali in rapporto alla emissioni: 36,5 milioni di euro all’anno per danni alla salute, alle coltivazioni, alle cose e 106 per i cambiamenti climatici, per un conto da oltre 142 milioni di euro. Numeri che stabiliscono una relazione tra l’uso del carbone per generare energia e il suo impatto sulla salute. Perchè qui nei centri abitati più vicini alla centrale il tasso di mortalità aumenta con la vicinanza all’impianto. Sotto esame le patologie come ictus, cancro ai polmoni, alle corde vocali e infarti che superano pericolosamente la media nazionale. Questi sono i dati correlati alle dieci domande rimbalzate in rete e sui giornali locali.

I documenti e gli studi raccolti da biologi e medici dei comitati Moda, Uniti per la salute e dall’Ordine dei medici di Savona descrivono un territorio compromesso dal punto di vista ambientale e della salute pubblica e lasciano molti dubbi sulla volontà della proprietà di investire e ridurre l’inquinamento.

E stabiliscono una correlazione tra le sostanze emesse in atmosfera, come ossidi di azoto e anidride solforosa, e le morti causate. Perchè per tutti i cittadini locali la centrale è un incubo ricorrente perchè responsabile di emissioni che provocano gravi danni alla salute. E la nuova unità alimentata a carbone da 480 Megawatt è altra benzina sul fuoco delle polemiche per abitanti che vivono a poche centinaia di metri dalle ciminiere.

“E’ assodato che l’inquinamento da centrale a carbone produce sempre malattie e morti- commenta Paolo Franceschi, pneumologo ed esperto di salute e ambiente per l’Ordine dei medici di Savona -. E l’incidenza di tumori alle corde vocali, al polmone, alla vescica e altre patologie vascolari, aumentano drammaticamente quanto più ci si avvicina ad una di queste centrali”.

Gli effetti sulla salute ricadono principalmente su cittadini che risiedono entro i 50 chilometri da un sito alimentato a carbone.

Nel periodo 1999-2004 il tasso standardizzato di mortalità per tumori all’anno è maggiore nella provicia savonese: 273 decessi (uomini) ogni centomila abitanti contro i 240 della media nazionale. Le aree in cui la mortalità per tumore è aumentata corrispondono a quelle maggiormente inquinate con picchi per i maschi a Quiliano (287.8) e Vado Ligure (326.9), i due comuni più vicini alla centrale. Ancora maggiore la discrepanza tra i dati nazionali e la provincia di Savona per la popolazione femminile: rispettivamente 140 e 199. E sempre a Vado si arriva addirittura a 211.9. Anche gli ictus sono aumentati rispetto alla media regionale con un eccesso di mortalità standardizzata del 36,8% fra i maschi e del 22,6% tra le femmine.

Ma c’è di più. Franceschi è anche il medico che ha redatto la perizia (commissionata dal Comune di Spotorno) per il progetto di ampliamento della centrale di Vado dal punto di vista degli “aspetti sanitari e ambientali correlari alla salute umana”.

Un dubbio è condiviso da medici ed ambientalisti: per risparmiare si apportano solo miglioramenti marginali per l’uso di un combustibile che appartiene alla storia dell’800. Nella perizia si sottolinea che Tirreno Power nel calcolo delle emissioni non prende in considerazione l’inquinamento da polveri sottili secondarie, che costituiscono la stragrande maggioranza delle pericolose Pm 2.5 (particolato fine considerato una delle sostanze più pericolose per i polmoni).

I dati della perizia raccontano una versione precisa: contando anche le polveri sottili secondarie si avrebbe una maggiore emissione, rispetto a quelle dichiarate, del 3000 per cento passando da 158 tonnellate all’anno a 4876.

Da parte di Tirreno Power però nessun dubbio: si avanti con il progetto. E dopo l’ok del Ministero dell’Ambiente all’ampliamento ora il pallino è in mano alla Regione Liguria che nei prossimi giorni esprimerà il suo parere.

“Non abbiamo risposto alle domande – dichiara Tirreno Power – perchè sono domande a cui non è possibile rispondere”. La linea è dialogare con le istituzioni perchè c’è la disponibilità di investire 150 milioni di euro per interventi di miglioramento e aumento della potenza prodotta nell’impianto. Ma ad una condizione: “Vogliamo un ritorno economico” dichiara la proprietà.

di Curzio Rosso

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14 settembre 2010

Anche il Comune di Savona passa al No all'ampliamento di Vado a carbone

Fonte: ivg.it
"Savona. Il Comune di Savona dichiara il proprio sostegno legale, in termini tecnici ad adiuvandum, al ricorso presentato dal Comune di Vado Ligure al Tar regionale contro il progetto di potenziamento di Tirreno Power previsto per la centrale termoelettrica. L’atto di indirizzo sarà presentato durante la giunta comunale di Savona e rafforza la posizione dei Comuni del comprensorio savonese che si battono per bloccare l’ampliamento e procedere con una ristrutturazione dei gruppi a carbone esistenti.

La delibera di giunta fa seguito all’ordine del giorno votato in Consiglio Comunale. Savona si aggiunge ai comuni di Noli, Spotorno e Quiliano, ma certamente in qualità di Comune capoluogo l’appoggio al Comune di Vado assume anche un significato politico, che arriva dopo il vertice tra sindacati e azienda nel quale si era evidendiato la necessità di procedere con l’iter autorizzativo pena la perdita di competitività dell’impianto vadese, con il rischio concreto di una dismissione dell’impianto nel giro di una ventina d’anni.

“A queste condizioni meglio la chiusura” ha detto ancora il sindaco di Vado Ligure Attilio Caviglia, soddisfatto per il passaggio in giunta della delibera del Comune di Savona: “Il fatto che Savona dia formalmente il suo appoggio legale rafforza la nostra posizione. Credo sia il risultato di un lungo lavoro intrapreso a tutela dell’ambiente per la nostra provincia. Questo non significa che non ci interessano i posti di lavoro, significa che a certe condizioni un tavolo di confronto è inutile. Si può discutere se iniziamo a parlare della ristrutturazione dei gruppi esistenti e degli interventi sul fronte ambientali necessarie per monitorare la qualità dell’aria” ha concluso il primo cittadino vadese.

Intanto è stato convocato un incontro da parte del gruppo di lavoro consiliare congiunto, che si è costituito per dire no all’ampliamento, in programma a Quiliano il prossimo giovedì 23 settembre, al quale prenderanno parte anche le organizzazioni sindacali di categoria che hanno partecipato al vertice con l’azienda.

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9 settembre 2010

Legambiente sull'ampliamento della centrale di Vado

Legambiente Liguria entra nel dibattito sull'ampliamento della Centrale Tirreno Power. La sezione ligure di Legambiente ricorda che la Regione Liguria, con una delibera di Giunta della trascorsa legislatura, si è espressa in maniera ferma contro l'ampliamento a carbone della centrale.

"Ci stupisce l'ambiguità dalla Regione Liguria che se da un lato ribadisce il no all'ampliamento, dall'altro sembra ventilare l'apertura di un tavolo di confronto con i vertici di Tirreno Power. Questo tavolo - commenta Stefano Sarti, Presidente di Legambiente Liguria - avrebbe senso solo se Tirreno Power ritirasse il progetto di ampliamento a carbone perchè se così non fosse, per la Regione Liguria significherebbe tornare indietro rispetto ad un approccio chiaro che la delibera di Giunta regionale della trascorsa legislatura affermava, opponendosi ad una scelta scellerata come quella proposta. Inoltre, è pendente un ricorso al tar presentato dalla Regione stessa, a cui si sono associati gli enti locali territoriali, che sono stati prevaricati e non ascoltati nella fase decisionale, in sede di Commissione nazionale di Valutazione di impatto ambientale, contro il permesso di concedere l'ampliamento. Riteniamo infine che un piano energetico serio, con un prospettiva ambientalmente sostenibile e che guardi alla tutela della salute dei cittadini dovrebbe favorire lo sviluppo di politiche energetiche rinnovabili , che escludano il carbone".

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8 settembre 2010

Raddoppio carbone a Vado Ligure: l'Ing. De Benedetti non risponde alle 10 domande, mentre la Chiesa si esprime in difesa dell'ambiente

Da Savonaeponente.it
di VALERIA ROSSI – La Chiesa prende posizione a favore delle energie rinnovabili. Sembrerebbe una notizia quasi banale, ma in realtà non è quasi mai capitato di leggere una posizione ufficiale della CEI su questo tema. Invece, il 1° settembre, in occasione della “5a giornata per la salvaguardia del creato”, si sono lette frasi come “l’incetta delle risorse naturali, che in molti casi si trovano proprio nei Paesi poveri, genera sfruttamento e frequenti conflitti tra le Nazioni e al loro interno“. E ancora: “costruire la pace nella giustizia significa orientarsi serenamente a stili di vita personali e comunitari più sobri, evitando i consumi superflui e privilegiando le energie rinnovabili“.
Una dichiarazione di intenti tutt’altro che da sottovalutare. Ma molto di più e molto meglio ha detto il Vescovo di Savona, Monsignor Lupi, che ha preso una posizione forte proprio nei confronti della Tirreno Power.
Citiamo testualmente dalla sua dichiarazione al “Letimbro“: La libreria Ubik ha raccolto numerose firme di personalità nazionali e del territorio in calce a una articolata lettera con dieci domande indirizzata all’ingegner De Benedetti (azionista della centrale). L’impatto mediatico è stato notevole: ripresa da molti quotidiani nazionali, la notizia ha suscitato enorme sensazione.
Le risposte non sono arrivate. La direzione della centrale è intervenuta dichiarando, ancora una volta, che pur con il potenziamento a carbone è in grado di ridurre le emissioni. Un’affermazione duramente contestata dagli oppositori, tra cui il referente scientifico dell’Ordine dei medici. Non pretendiamo, non avendo conoscenze mediche e tecniche specifiche, di dare giudizi inappellabili a riguardo neppure di entrare nel dettaglio delle argomentazioni. Tuttavia constatiamo che alle domande, pur con tono polemico, non è seguita alcuna spiegazione dettagliata, ma il solito refrain, che sa molto di slogan. Inoltre prendiamo atto che, a fronte di un progetto di ulteriore considerevole utilizzo del carbone, le amministrazioni locali, in primis molti Comuni del territorio e la Regione Liguria, si sono già fermamente pronunciati con delibere formali contro il potenziamento. Pare evidente che il parere delle amministrazioni locali in una società civile e democratica debba avere peso determinante. Vero che il Ministero dell’ambiente ha espresso un parere positivo, ma il ministero è a Roma mentre il problema è qui, sul nostro territorio. E proprio contro quella pronuncia ministeriale hanno prodotto formale ricorso la Regione Liguria, i Comuni di Vado e Quiliano, un’associazione di cittadini e, ad adiuvandum, il Comune di Savona.
Questa è la considerazione civile e sociale a cui, come anticipato, aggiungiamo anche quella più legata ai nostri valori introducendo il concetto di “prudenza”, necessaria davanti a una scelta così impattante su tanti cittadini e sul territorio. Nella dottrina cattolica la prudenza è la prima delle virtù cardinali e consiste, con l’aiuto dello Spirito Santo, nella capacità di discernere il giusto dall’ingiusto, il bene dal male.Un concetto cristiano che trova singolare riproposizione in chiave di ordinamento civile. Nella stessa Costituzione Europea c’è un preciso richiamo al “principio di precauzione: la politica dell’Unione in materia ambientale mira a un elevato livello di tutela ed è fondata sui principi della precauzione e dell’azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente”.

Neppure la Chiesa, dunque, a livello locale come a livello nazionale e internazionale, può restare ancora insensibile di fronte all’allarme che viene sollevato da tutta la comunità scientifica mondiale.
Eppure l’ingegner Gosio, intervistato stamattina da RAI 3, continua a non nominare minimamente la salute. Argomento scottante e quindi da evitare.
Dopo la riunione (segretissima! Forse vedremo un comunicato stampa, prima o poi…) tra vertici della TP e sindacati (non solo locali, ma anche nazionali), il direttore della TP dichiara senza mezzi termini che “o si amplia, o si chiude”.
Non serve commentare più di tanto: basta leggere la relazione di bilancio della Tirreno Power , pubbicato sul sito della stessa società, per rendersi conto del fatto che non si tratta proprio di un’azienda in crisi (anche perché, diciamolo, di solito le aziende in crisi non pensano di investire milioni di euro in progetto di ampliamento).
Il discorso economico/occupazionale, dunque, si riduce al consueto ricatto: “Volete meno inquinamento? Fateci ampliare”. Oppure (specie quando si parla coi sindacati e/o con i partiti): “Volete qualche posto di lavoro in più? Lasciateci ampliare”.
La dichiarazione di stamattina suona più allarmistica. Ovvero: “Non volete perdere i posti di lavoro che già avete a Vado? Lasciateci ampliare”.
Girala come vuoi, sempre di ricatto si tratta. Ricatto che cambia però forma e colore a seconda degli interlocutori e forse anche un po’ a seconda di come gira l’opinione pubblica.
La mancata risposta di De Benedetti alla lettera inviatagli dalla libreria Ubik di Savona, con firme di grande rilievo nazionale, ha suscitato sicuramente molto interesse anche nella popolazione più “assopita”, che adesso quelle risposte le vuole.
Ma siccome è impossibile che qualcuno le dia, quando si parla di salute (perché dovrebbero ammettere di danneggiarla gravemente), ecco che la conversazione si sposta sul tema del lavoro: insomma, “cambiamo discorso che passa la gente“.

Invece noi questo discorso vogliamo portarlo avanti: perché non può esserci lavoro, né guadagno, né null’altro senza la salute.
La salute deve essere un’assoluta PRIORITA’ e stamattina abbiamo avuto modo di spiegarlo anche ai microfoni di RAI3, rispondendo all’ ingegner Gosio pur senza averlo ancora sentito: non perché siamo preveggenti, ma perché intanto dice sempre le stesse cose.
Stasera, dunque, appuntamento su RAI3 (TG regionale) alle 19,30, dove verrà trasmessa un’interessante intervista al dottor Franceschi, con la partecipazione dei comitati cittadini, e dove verrà messa nuovamente in evidenza la priorità “salute” che si tende sempre e solo a dimenticare o a mettere in secondo piano.

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7 settembre 2010

M.O.D.A. Savona: in risposta a quei sindacati che "carbone = posti di lavoro"

Da Savonaeponente.com

"Con l’intervista al sig. Rossello della CGIL (“Il Secolo XIX” del 3 Settembre 2010), che sostiene il progetto di T. Power per un ampliamento a carbone della Centrale di Vado con un nuovo gruppo da 460 MW, abbiamo capito che siamo tornati all’industrialismo di terz’ordine di staliniana memoria che distrusse i paesi dell’Est.
La CGIL accettando l’ingannevole tesi di Tirreno Power (più potenza e meno inquinamento), di fronte a pochi ipotizzati posti di lavoro legati per lo più ai lavori di ampliamento a carbone, apre la strada alla definitiva distruzione del territorio savonese e a danni irrimediabili alla salute pubblica (All 1) con incremento di malattie tumorali, cardiocircolatorie e respiratorie. Segnaliamo che in Provincia di Savona gIà ADESSO la mortalità standardizzata per tumori totali nel 2005 supera la media nazionale ed è più alta di tutte le regioni italiane (all. 4)….FIGURIAMOCI DOPO IL PROGETTATO AMPLIAMENTO A CARBONE !
E’ molto “originale” che un sindacalista difenda questo radicalismo antieconomico e contro la salute dei savonesi che ha già fatto perdere più del 50% degli occupati nella centrale di Vado. Infatti i sindacati hanno accettato in silenzio il drammatico calo dell’occupazione nella centrale di Vado che dopo il passaggio da Enel (anno 1985) ai privati di Tirreno Power (anno 2006) è letteralmente crollata da 556 a 224 unità . Per quanto riguarda poi il metano, già questa “centrale in città” in parte va a metano con una realtiva produzione di energia che è almeno 3 volte superiore a quella consumata in Provincia di Savona e invece di potenziare a carbone chiudiamo gli ormai obsoleti gruppi 3 e 4 a carbone non a norma con le Direttive Ue investendo sul rinnovabile e sul risparmio energetico e creando così molti più posti di lavoro, cosa che il sig. Rossello sembra ignorare.
Ricordiamo al sig. Rossello che qui fin dal Maggio 1988 per questa “centrale in città” le conclusioni “radicali” dell’Istituto Superiore di Sanità e di studiosi dell’Università “La Sapienza” di Roma avevano richiesto l’abbandono del carbone con il depotenziamento per la centrale di Vado. Vogliamo ancora ricordare al sig. Rossello che anche quei “radicali” degli Enti locali savonesi (Comuni di Vado, Quiliano e Spotorno con la Provincia di Savona) avevano richiesto e votato per il depotenziamento e la metanizzazione di questa “centrale in città”. Ma anche il “radicale” Comune di Savona non solo si è espresso contro l’ampliamento a carbone, come dichiarato oggi dal Sindaco Berruti, ma ha votato all’unanimità il 31 Luglio 2007 anche per il totale abbandono del carbone. Ma anche quei “radicali” dell’Ordine dei Medici di Savona hanno richiesto il depotenziamento e la metanizzazione, posizione condivisa oggi anche dal Sindaco Volpara di Spotorno .
All’ “illuminato” sig. Rossello inoltre vogliamo ricordare la frase per noi un po’ inquietante riguardo alla ristrutturazione ancora a carbone della centrale “… si è fatto qualcosa, ma dietro Tirreno Power c’è De Benedetti che finanzia alcune correnti politiche.” (Il Secolo XIX del 28/05/2004 ) .

In conclusione:
1. Considerato che la Tirreno Power è “interlocutore affidabile” facciamoci intanto restituire i costi esterni della centrale ( valutati dalla Comunità Europea almeno 140 milioni di euro all’anno ) e riguardanti i danni ambientali e le mortalità precoci causate dalla centrale in tutti questi anni…oppure questi costi ha intenzione di pagarli Lei ed il suo sindacato (all. 2 e all. 3)?

2. Per quanto riguarda la piattaforma Maersk attendiamo che vengano bonificati i fondali di Vado dopo anni di inquinamento prodotto da industrialismo selvaggio che ha scaricato senza alcun controllo in mare rifiuti di ogni tipo compreso le pericolosissime diossine..

3. Apprezziamo il comportamento di quei Sindacati che riflettono e ripensano sugli errori del passato per progettare un futuro migliore con un’economia che sia veramente il riflesso di uno sviluppo sostenibile.

Savona, 6 Settembre 2010

Dr Virginio Fadda (Biologo)
Dott. Agostino Torcello (Medico pneumologo)
M.O.D.A. Savona

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31 agosto 2010

"Quella ciminiera falla azzurra. Così farà meno paura alla gente" Greenwashing e costruzione del consenso

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Articolo da Liberazione 25/08/2010, pag 6

"Tirreno Power, la proprietaria della centrale a carbone di Vado Ligure, è anche lo sponsor dell'estate savonese e di qualsiasi iniziativa culturale nella zona. Compra paginate sui quotidiani locali. Sul suo sito - dove prevalgono colori che evocano il cielo - si sorvola sulla ricca letteratura scientifica a proposito della mortalità impressionante entro 50 chilometri dalla centrale, ma si valorizza l'impegno della Spa che fa capo all'ingegner De Benedetti per lo sport. Loro dicono che sia perché lo sport insegna le regole del vivere comune ma è più probabile immaginare che associare il marchio allo sport evochi l'empatia tipica dei tifosi (noi contro loro) e un immaginario legato alla salute, alla forza, alla giovinezza, alla vita. Ossia a tutto ciò che un mostro come quello piantato tra Vado e Quiliano ruba da quarant'anni agli abitanti. Anche a Civitavecchia, in provincia di Roma, l'Enel utilizza mezzi simili per far ingoiare alla città le polveri sottili e i veleni di Torre Valdaliga. «Non c'è torneo, festival o rifacimento di strada che non porti la firma dell'azienda», conferma Simona Ricotti, no coke civitavecchiese a Liberazione. «Hanno comprato tutto. E non è per caso che il governo abbia modificato il testo unico sull'ambiente inserendo la possibilità di accordi economici che era stata esclusa dai referendum contro il nucleare». Ma come si fa a corrompere le comunità locali? 

Un documento (clicca sull'immagine) che la galassia ambientalista ha intercerttato a Verona spiega come si fa a "liberare" i sindaci ostaggio di «minoranze fortemente motivate» e dalle loro «strategie di contrasto, spesso demagogiche o politicamente interessate». Si tratta di una relazione della municipalizzata veronese per l'esecuzione degli interventi relativi al termovalorizzatore di Ca' del Bue. Un testo degno di diventare il canovaccio per un recital teatrale di Dario Fo o Michele Paolini. Il "piano di comunicazione" fa alcune raccomandazioni per «ingenerare fiducia nel proponente», limitando il ricorso a metodi assembleari (gli ambientalisti tendono ad essere ideologici!) in favore di stratagemmi che potrebbero «migliorare efficacemente la percezione». Così, nell'esempio citato, a una vera macchina da cancro come il termovalorizzatore di Brescia è bastato dipingere il camino di blu per diventare parte del paesaggio. «Ma l'arsenico che esce è sempre lo stesso», commenta Simona Ricotti annunciando per settembre il varo di un coordinamento nazionale contro le centrali a carbone che coinvolgerà i cittadini di Rossano Calabro, Gualdo Cattaneo, Porto Tolle, Brindisi. Oltre ai liguri e a chi vive all'ombra di Torre Valdaliga Nord (anche qui il progetto prevede una torre azzurra) e Torre Valdaliga Sud. La prima è di Enel, funziona da un anno ed è già al centro di alcune inchieste sull'occultamento di rifiuti, sull'eccesso di fumi e rumori, e rischia il sequestro per esercizio in assenza di autorizzazione. Tirreno Power spunta nella torre sud dove vorrebbe far funzionare a ciclo continuo il gruppo di riserva che risale al '74 e avrebbe già effettuato indagini di mercato per farlo funzionare a carbone.
E quando il marketing non è sufficiente si ricorre al ricatto occupazionale. Un evergreen. «A Savona Tirreno Power tenta di superare gli ostacoli rivolgendosi alle categorie sindacali nazionali per sponsorizzare l'ampliamento arrivando ad ipotizzare la chiusura dell'impianto qualora il potenziamento non venisse concesso», dice il segretario provinciale del Prc, Marco Ravera. «E' grave che i sindacati, regionali e nazionali, abbiamo scelto di scavalcare il territorio. Tutto per una cinquantina di posti di lavoro in più. Le rinnovabili ne creerebbero molti di più».
Dal punto di vista politico l'avvento di giunte di centrodestra in provincia e al comune di Vado ha complicato la situazione: «Qui siamo nella sfera d'influenza di Scajola», dice anche Simone Falco, ex consigliere Prc a Vado dove lo scontro sulle questioni ambientali si sta consumando anche sul progetto Margonara (nel quale è stato bocciato un grattacielo firmato dall'archistar Fuksas) e sui 250mila metri cubi di cemento che la multinazionale danese Maersk vorrebbe far galleggiare in mezzo al porto.
Di carbone si muore ma l'azienda ha tappezzato la città con poster che dicono: «La tecnologia esiste Tirreno Power la possiede». Intanto continua a far funzionare due gruppi vetusti e obsoleti in barba ai piani regionali su energia e qualità dell'aria e continueranno a funzionare così anche dopo l'ampliamento. Tanto sulle ciminiere solo il padrone ci può mettere le mani e l'Arpal, secondo l'Ordine dei medici, può fare solo misurazioni «superficiali e insufficienti».
che.ant.

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24 agosto 2010

De Benedetti vuole il raddoppio della centrale a carbone di Vado, 10 domande per lui

Dagli amici di  SavonaePonente.com

Un’iniziativa che parte dalla libreria Ubik di Savona, ma che ha coinvolto (anche fattivamente) numerosissimi savonesi appartenenti ai mondi della medicina, giornalismo, associazionismo e così via. E’ una lettera rivolta all’ing. De Benedetti, a cui hanno già dato la loro adesione numerose autorevoli personalità nazionali.

Sono 10 domande sul perchè la ditta Tirreno Power (controllata attraverso Sorgenia dallo stesso De Benedetti) vuole ampliare la centrale a carbone di Savona, contro ogni logica democratica (contro il volere del 90% della cittadinanza, dei Partiti, di tutti i Comuni, della Regione, dell’Ordine dei Medici, di tutto l’Associazionismo) e ambientale (dopo 40 anni di dati drammatici in termini di mortalità e di inquinamento nella nostra città, con migliaia di morti in più rispetto alla media regionale). Un documento frutto del faticoso lavoro di sintesi di molti esperti, amministratori, medici, giornalisti, associazioni e comitati.
E’ una battaglia di civiltà, e per la vita.
Da settembre la dirigenza Tirreno Power vuole decidere per l’ampliamento, incurante della contrarietà della comunità savonese.

10 DOMANDE ALL’ING. DE BENEDETTI SULLA CENTRALE A CARBONE TIRRENO POWER DI SAVONA

Egr. Ing. Carlo De Benedetti,
a Lei che si vanta di essere la tessera numero uno del Partito Democratico, poniamo 10 questioni in merito alla Sua decisione di ampliare la centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure (Savona), da Lei controllata attraverso CIR Sorgenia, con tutte le conseguenze in termini di mortalità prematura della popolazione e nonostante la quasi totale contrarietà di cittadini, istituzioni, partiti, associazioni, medici e biologi.

10 le domande, alle quali Le chiediamo di dare risposta:

1) CONTRARIETA’ DELLA CITTA’ AL PROGETTO
Perché vi ostinate a perseverare nel vostro progetto di ampliamento, in spregio alla contrarietà dell’85%-90% della popolazione savonese, quella dei partiti (tra cui anche il PD), della Regione, dei Sindaci, dei Consigli comunali, delle Circoscrizioni, dell’Ordine dei Medici, di tutto l’associazionismo provinciale, delle principali personalità della società civile?*
E’ questo il personale concetto di democrazia del tesserato numero uno del Partito Democratico? Tutto questo non va contro non solo ai valori fondanti sanciti nello Statuto del PD, ma anche ai più elementari principi di democrazia del nostro paese?

*Hanno approvato delibere ‘contro l’ampliamento della centrale Tirreno Power’ tutti i comuni interessati: i Comuni di Savona, Vado Ligure, Quiliano, Bergeggi, Spotorno, Noli, Finale Ligure, Balestrino, Vezzi Portio, Albissola Marina, Celle Ligure, Altare, Carcare, Cairo.
2) DI CARBONE SI MUORE
Perché Lei e la dirigenza Tirreno Power non volete ammettere che le centrali a carbone uccidono? Perché mistificate la realtà dicendo che avete il “carbone pulito” (concetto smentito dalle principali ricerche internazionali), così giocando con la vita della gente?
Secondo il referente scientifico dell’Ordine dei Medici di Savona “in tutta la provincia di Savona (con dati che peggiorano quanto più ci si avvicina alla centrale) diversi tumori e altre patologie vascolari, aumentano drammaticamente rispetto alla media nazionale (in particolare i tumori al polmone, vescica e laringe, le patologie cardiovascolari come infarti, emorragie cerebrali, ictus ed altre)”.
Le ricordiamo che in provincia di Savona in 16 anni sono morte circa 2.664 persone in più rispetto all’atteso (in base ai tassi standardizzati di mortalità della Liguria).
I calcoli commissionati dalla Comunità Europea asseriscono che nel nostro territorio savonese abbiamo valori di inquinamento fra i più alti in Italia, cui si associa una significativa riduzione dell’aspettativa di vita (la speranza di vita in Liguria è ridotta di quasi un anno per via dell’inquinamento).
Più in generale, tutti i principali studi mondiali riportano come sale enormemente il livello di mortalità vicino alle centrali a carbone**.

**Solo per citare alcuni studi, per una ipotetica centrale con emissioni pari a quelle dichiarate per la centrale a carbone di Vado Ligure, i danni in termini di mortalità sono quantificabili in milioni di dollari ogni anno, da un minimo di 42 ad un massimo di 430 milioni, variabili principalmente in base alla numero di persone esposte alle sue emissioni.
Gli studi scientifici hanno per esempio dimostrato in maniera consistente che il cancro e le leucemie infantili sono strettamente correlati con alti livelli di emissioni prodotte da processi di combustione.
I bambini, inoltre, sia nella fase di sviluppo prenatale che nei primi anni di vita, sono esposti al rischio di importanti danni allo sviluppo del loro cervello, con disturbi della sfera cognitiva (deficit di apprendimento e del quoziente intellettivo), comportamentale (da un aumento dell’ aggressività e deficit di attenzione fino all’autismo) e motoria (turbe del coordinamento motorio), causati in maniera particolare dalle emissioni di mercurio e di altri metalli pesanti (in Liguria il 90% del mercurio emesso annualmente nell’ ambiente deriva dalle centrali a carbone).
Vi sono poi sottogruppi di popolazione particolarmente a rischio per l’inquinamento da polveri sottili. Solo a titolo di esempio delle numerosissime pubblicazioni in materia, nelle donne in menopausa la mortalità per cause cardiovascolari e ictus aumenta in maniera davvero notevolissima (rispettivamente del 76% e dell’83% per ogni incremento di 10 microgrammi di PM 2,5).
Grazie a studi come questi, nel territorio della California non esiste più neppure una centrale a carbone. Ma non è solo la California a fare queste scelte.
In base ad uno studio analogo, lo stato del Texas nel 2006 ha recentemente bocciato il progetto di costruzione di ben 17 nuove centrali elettriche a carbone altamente tecnologiche.
Le previsioni infatti sono che queste 17 centrali a carbone causerebbero, nel periodo di funzionamento previsto, ben 12.000 morti (dodicimila) e 72 miliardi di dollari di costi sanitari.
Analoghi risultati ha fornito uno studio dell’ OMS del 2008 condotto su 40 milioni di abitanti di 26 città Europee. Riducendo gli attuali valori massimi consentiti delle PM 2.5 ai livelli raccomandati dall’ OMS di 10 µg/m3, si otterrebbe una riduzione delle morti premature annuali da 380.000 a circa 50.000, cioè una riduzione dell’ 87%. In pratica secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si salverebbero 330.000 (trecentomila) persone.
Ricordiamo che, secondo un’altra ricerca, a Vado Ligure il tumore maligno al polmone colpisce il 30% in più degli uomini rispetto al resto della Provincia. Per le malattie ischemiche del cuore, a Vado le donne fanno registrare il 71,9% di casi in più rispetto alla media regionale, mentre per le malattie respiratorie croniche ostruttive, a Vado gli uomini fanno registrare il 150% (centocinquanta) in più sulla Regione.


3) IL CARBONE, PRINCIPALE MINACCIA CONTRO IL CLIMA
Perché, in collaborazione con il Governo, volete perseverare con il Vostro dannoso progetto di ampliamento della centrale a carbone, quando questo va ancora di più contro gli importantissimi accordi presi dall’Italia e dagli altri Stati nel protocollo di Kyoto?
Il carbone rappresenta la prima minaccia per l’equilibrio climatico mondiale: oltre un terzo delle emissioni mondiali di CO2 si devono all’uso di carbone, che è il combustibile fossile con le più alte emissioni specifiche di gas serra, circa il triplo del gas.
La battaglia per salvare il Pianeta dalla crisi climatica è dunque una battaglia contro il carbone. Tuttavia, agli attuali tassi di sviluppo, le emissioni dalla più sporca fonte fossile sono destinate ad aumentare del 60% al 2030.
Se così fosse, non avremo alcuna speranza di limitare gli effetti più devastanti e irreversibili dei cambiamenti climatici.
Il momento di intervenire è ora, e il carbone è alla base del problema. Ogni nuova centrale a carbone o ogni ampliamento è un atto criminale contro la sopravvivenza della vita stessa sul Pianeta. Occorre abbandonare al più presto la nostra dipendenza da questo combustibile fossile, a favore di una rivoluzione energetica basata su fonti rinnovabili ed efficienza energetica.
Greenpeace denuncia che “il Governo italiano è contro il Protocollo di Kyoto, che obbliga il Paese a ridurre i gas serra del 6,5% rispetto al 1990. A oggi le emissioni sono aumentate del 10% e il Governo, già inadempiente e in disaccordo con gli impegni presi, continua ad autorizzare nuovi impianti a carbone, come la nuova centrale Enel a Civitavecchia e l’ampliamento di quella di Vado Ligure (la quale quindi aumenterà notevolmente la produzione di CO2). Il carbone porterà maggiori profitti nelle casse degli amministratori delle centrali, ma saranno i cittadini italiani a pagare le multe per Kyoto”.

4) IMPIANTI NON ALLINEATI ALLE NORMATIVE
Perché continuate a far funzionare i gruppi 3 e 4 della centrale, nonostante non siano allineati alle norme IPPC dell’Unione Europea, alla direttiva 96/61/CE, e al decreto legislativo 59/05, e nonostante siano privi della certificazione AIA?***
Perché il solo fatto che il Governo abbia prorogato i tempi per la valutazione dell’istruttoria per la certificazione AIA della Vostra centrale (che dovrà recepire le normative europee e italiane in materia, sulle quali non vi siete ancora allineati), vi fa sentire in diritto di definirvi su tutti i giornali ancora formalmente “a norma”, quando in realtà siete sostanzialmente e moralmente inadempienti da 40 anni verso la comunità savonese per i livelli di inquinamento che state producendo?
Perché evidenziate sempre sui giornali che siete in possesso del V.I.A. ministeriale (al quale peraltro si oppone il V.I.A. regionale negativo, approvato dalla Regione Liguria) senza invece mai segnalare alla cittadinanza che non siete allineati rispetto alle principali leggi in materia?
Ricordiamo che il V.I.A. ministeriale è soltanto una Valutazione d’Impatto Ambientale gestito da un organo di nomina politica, fra l’altro dichiarato illegittimo 3 mesi fa dalla Corte dei Conti, e contro il quale la Regione Liguria ha fatto ricorso.
E ancora: perché, come dice l’ex Assessore Regionale all’Ambiente, “non vi siete conformati alle disposizioni regionali in materia, né al Piano Energetico Regionale, né al Piano Regionale di risanamento della qualità dell’aria?”.
Perché secondo i medici del MODA “non si è più discusso della completa metanizzazione degli impianti che la città attende da più di 20 anni, come votato dagli enti locali savonesi fino al 2007 (compreso il Comune di Savona) e come indicava l’Istituto Superiore di Sanità già nel 1988?”
Anche il Segretario Provinciale del PD (ovvero del suo Partito) ha dichiarato in questi giorni ai giornali: “Tirreno Power sta dicendo e facendo di tutto meno che l’unica cosa che dovrebbe fare: i monitoraggi, la copertura dei parchi e in generale investimenti per diminuire l’impatto del carbone sul territorio (…) Di questo progetto non ce n’è bisogno, non è in sintonia con i tempi (…) Da anni continuiamo a parlare di cose che avrebbero già dovuto essere fatte e la Tirreno Power non ha fatto (…) Si usa sempre la logica ricattatoria occupazionale per non fare! È ora di finirla (…) È questione di credibilità: mi spiace ma Tirreno Power non è più un interlocutore affidabile”.

***Gli scienziati del MODA denunciano:
A) Il continuo funzionamento dal 1996 a oggi per più di 10 anni degli obsoleti gruppi a carbone 3 e 4 che non utilizzano la migliore tecnologia disponibile prevista dalla legge, con alti livelli di emissione di inquinanti;
B) Il frequente superamento nel savonese dei limiti di legge (DM 60/02) delle polveri sottili PM10 fino al 2006;
C) La parziale misurazione delle polveri PM 2,5 prevista dalla direttiva 2008/50/CE e la mancata misurazione di Arsenico, Cadmio, Nikel e Benzopirene nelle polveri PM10 in attuazione del D. Lgl 152/07;
D) Il principale contributo della centrale a carbone Tirreno Power di Vado alle emissioni inquinanti in provincia di Savona: Ossidi di azoto (68%) PM10 (35%) Ossidi di zolfo (90%) COV (38%) (Piano Qualità Aria Regione Liguria 2006) quando non era ancora entrato in funzione il gruppo a gas (anno 2007) e la centrale funzionava a metà potenza di quella attuale;
E) La possibilità di bruciare i rifiuti come CDR sui gruppi a carbone, in contrasto con quanto consentito dalla normativa europea, con il rischio di un ulteriore peggioramento delle emissioni per la formazione di diossine e metalli pesanti nei fumi maggiori di quelle prodotte con un moderno inceneritore;
F) Gli studi sui licheni (anche Regionali) che dimostrano come la centrale a carbone sia la principale responsabile per la emissione oltre che di gas fitotossici anche di metalli pesanti come Hg, Cd , Cr e Ni che seguono il modello diffusionale del Vanadio prodotto solo dalla combustione del carbone.


5) MAGGIOR INQUINAMENTO CON IL PROGETTO DI AMPLIAMENTO
Perché continuate a propagandare con ogni mezzo di comunicazione che il Vostro progetto di ampliamento della centrale e di ristrutturazione dei gruppi 3 e 4 esistenti diminuirebbe l’inquinamento, mentre ricerche scientifiche indipendenti dimostrano esattamente il contrario?****
Sui giornali avete dichiarato che volete investire e mettere a norma la centrale esistente (affermazione che peraltro, secondo molti esperti, non corrisponde alla verità in quanto le modifiche che apportereste ai gruppi 3 e 4 sarebbero insufficienti****), ma che non lo farete se non si concede in cambio anche l’ampliamento della centrale stessa.
Da quando vale il ricatto per cui si seguono le leggi solo se si concede qualcosa in cambio? Perché deve valere per Lei questa deroga che non è concessa ai singoli cittadini?
Una società come Tirreno Power, che ha prodotto 100 milioni di euro di utili netti all’anno, non è forse economicamente in grado di allinearsi alle normative europee?
E perché riproporre l’eterno ricatto delle centinaia di milioni di investimento e di 40 nuovi posti di lavoro, da mettere sull’altro piatto della bilancia rispetto ai danni ambientali e ai tassi di mortalità? La Provincia di Savona su questo tema ha già storicamente pagato prezzi molto alti, con conflitti laceranti tra ‘salute e lavoro’, e non ha bisogno di essere sottoposta a una nuova prova di forza.
Ricordiamo inoltre che, come dice il Presidente Regionale di Italia Nostra “realizzare l’ampliamento porterebbe Vado ad una potenza complessiva di 1880 MW, al terzo posto in Italia (dopo Montalto di Castro e Brindisi). Ci deve essere un limite al gravame su un territorio, e questo limite a Vado (dopo decenni di industrializzazione in buona parte scomparsa ma che ha lasciato altre pesantissime eredità negative sul territorio) è certamente già stato superato”.

****secondo il referente scientifico dell’Ordine dei Medici “gli attuali gruppi 3 e 4 a carbone della centrale (risalenti agli anni ’60 del secolo scorso e obsoleti da decenni), una volta ristrutturati secondo il Vostro progetto di ampliamento (propagandato come un adeguamento secondo le migliori tecnologie), emetteranno, per ogni Megawatt installato, 3,4 volte in più ossidi di zolfo, 2,5 volte in più ossidi di azoto, il doppio delle polveri primarie rispetto al nuovo gruppo, dimostrazione evidentissima che, pur disponendo di una tecnologia meno inquinante, questa non sarà applicata in modo significativo a tutti i gruppi a carbone, ma solo a uno, al gruppo nuovo”.
Il motivo, più che evidente, sta nel fatto che si vuole risparmiare, incuranti delle ricadute che questo risparmio avrà sulle emissioni di sostanze inquinanti nell’ambiente.
Questi dati hanno indotto comitati e associazioni a sostenere la non ristrutturabilità dei gruppi 3 e 4. Secondo i medici del MODA: “i gruppi esistenti 3 e 4 della Centrale non sono ristrutturabili con le nuove tecnologie, per cui per rispettare le attuali normative si impone da subito la chiusura dei vecchi gruppi a carbone altamente inquinanti per lasciare così i gruppi a turbogas esistenti, che già da soli producono il doppio dell’energia consumata in provincia di Savona” (inquinano comunque, anche se molto meno del carbone).

E’ evidente che solo finalmente con un ampio confronto con i Comuni, la Regione, i comitati, e con l’ausilio di esperti indipendenti (e solo dopo aver rinunciato al progetto di ampliamento), si potrà valutare se l’adeguamento alla legge 59/05 (che prevede l’utilizzo delle migliori tecnologie esistenti) sarà fattibile in modo significativo nella ristrutturazione dei vecchi gruppi 3 e 4, o se (come sostengono efficacemente molte personalità autorevoli in materia) tali gruppi invece risulteranno non più ristrutturabili.


6) CENTRALE COME INCENERITORE
Rispondono al vero le voci che si stanno diffondendo, secondo le quali un vostro obiettivo potrebbe essere quello di usare i gruppi a carbone anche per bruciare i combustibili derivati da rifiuti (CDR), utilizzando quindi la centrale anche come inceneritore?
Questo (la gente non lo sa, ma voi ben lo sapete) aggraverebbe in modo devastante la situazione, perché ai fumi velenosi derivanti dal carbone (polveri sottili e ultrasottili, metalli pesanti, diossine, solfati, nitrati, ecc, oltre che radiazioni superiori a quelle delle centrali nucleari) si aggiungerebbero altre pericolosissime emissioni di diossine, polveri, e metalli pesanti.

7) INSUFFICIENTE MISURAZIONE DEI LIVELLI DI INQUINAMENTO
Perché accetta il paradosso che il controllo delle emissioni dalle ciminiere della Sua centrale a carbone sia eseguito dalla stessa Tirreno Power (per cui gli inquinatori sono i CONTROLLORI DI SE STESSI, senza che sia prevista alcuna verifica da parte di enti terzi) e non invece da un Ente Pubblico, il quale finalmente dopo decenni potrebbe garantire la cittadinanza sui reali livelli di inquinamento?
Per quanto riguarda invece le centraline esterne alla centrale, secondo il referente scientifico dell’Ordine dei Medici “i dati sull’inquinamento vengono misurati dall’ARPAL in modo superficiale, obsoleto e insufficiente (per numero e dislocazione delle postazioni, e per tipologia di inquinanti misurati)”.
Come può peraltro la comunità savonese avere fiducia nell’ARPAL, un’agenzia la cui intera dirigenza è indagata dalla Procura della Repubblica di Genova per falso, turbativa d’asta ed altri gravissimi capi d’accusa?
Come si può dire, ing. De Benedetti, che l’inquinamento è sotto controllo, quando si sceglie di non misurare efficacemente le polveri inquinanti?

8) RIFIUTO DEL CONFRONTO
Perché i Responsabili della centrale rifiutano da anni qualsiasi confronto pubblico con l’Ordine dei Medici, con i Medici per l’Ambiente e più in generale con la cittadinanza, lasciando alle migliori agenzie pubblicitarie una massiccia comunicazione fatta di slogan facilmente smentibili dai dati scientifici (“abbiamo la tecnologia”, “carbone pulito”, “ampliamo per migliorare l’aria”)?
Anche questo, ing. De Benedetti, è il Suo personale concetto di democrazia, oppure è solo perché ben sapete che il vostro progetto non può reggere il confronto con le principali istituzioni mediche locali?
Perché su questo tema si è messo in atto da decenni a Savona un fruttuoso e perverso meccanismo misto: da un lato si ‘addolcisce’ (si promette, si sostiene, si sponsorizza…) e dall’altro si minaccia? Sono state minacciate di ritorsioni di vario tipo (“ti faccio licenziare”, “ti querelo”, “ti massacro politicamente”, ed altre pressioni) varie categorie di persone che avevano tentato di spiegare la verità, inclusi importanti amministratori locali, medici e giornalisti.

9) SOVRAPPRODUZIONE
Perché volete perseverare con il Vostro dannoso progetto di ampliamento, in una città come Savona che NON ha bisogno di nuova energia elettrica, dato che la Centrale già attualmente produce una quantità di energia superiore di ben 5 (cinque) volte a quella che viene consumata in tutta la Provincia?
Perché, ing. De Benedetti, deve essere di nuovo la Provincia di Savona a essere martoriata e sottoposta ai Vostri interessi economici, una Provincia che da anni sta cercando faticosamente di sviluppare la sua importante e strategica vocazione turistica?
Ricordiamo che in Liguria (che secondo studi della UE è una delle regioni più inquinate d’Italia), una terra tanto bella a livello paesaggistico e naturalistico quanto devastata dalle industrie e dal cemento, vi sono già ben 3 centrali a carbone (il 27% di quelle rimaste in funzione in Italia), peraltro pericolosamente vicine a città densamente abitate.
Segnaliamo inoltre che gli obiettivi della Comunità Europea, cui aderisce anche l’Italia, prevedono per il 2020 una riduzione del 20% del consumo di energia, ottenuto attraverso il preziosissimo risparmio energetico, un 20% di energia alternativa, e un 20% di riduzione delle emissioni di CO2 (che invece aumenterebbero con il progetto di ampliamento della centrale).

10) ENERGIE RINNOVABILI
Perché volete perseverare nella produzione di energia dal carbone (una produzione più economica, usata ancora tra moltissime critiche in altri Stati, ma estremamente dannosa per la salute e per questo con un consumo in continua riduzione in Europa), senza investire significativamente nel metano e soprattutto nelle energie rinnovabili realmente pulite?*****
Come ha detto il Premio Nobel Carlo Rubbia proprio sul suo giornale, ‘La Repubblica’: “Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell’umanità. La CO2 dura in media fino a 30.000 anni. Il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso…”.

***** Perché cercate di disorientare la cittadinanza savonese dichiarando che investirete quasi 200 milioni di euro in energie alternative? il Vostro progetto infatti mira non certo allo sviluppo delle energie rinnovabili ‘pulite’ come eolico o solare (dei 600 MW previsti nel Vostro progetto fra carbone e rinnovabile, si prevedono solo 1,5 MW di fotovoltaico, ovvero un misero 0,2%), ma a cospargere il territorio ligure di centrali a biomasse (catalogate tra le energie ‘alternative’), centrali inquinanti e spesso destinate in realtà a diventare inceneritori di rifiuti.
Ricordiamo invece che con l’utilizzo delle fonti realmente rinnovabili, nei Paesi del Nord Europa riescono a garantire un quantitativo di posti di lavoro che, in proporzione i miseri 40 posti in più garantiti da Tirreno Power fanno sorridere (ad esempio, sono 150.000 i posti di lavoro creati dall’eolico in Europa, che diventeranno 368.000 in meno di 10 anni secondo l’Unione Europea).
In Germania, dove praticamente già il 20% dell’energia totale viene prodotta tramite le fonti alternative (eolico e solare), si prevede un forte aumento nei prossimi anni, dismettendo completamente le centrali nucleari entro il 2018.
Anche il nuovo Presidente degli USA ha orientato grandi risorse verso l’utilizzo delle energie rinnovabili, ritenendolo il nuovo possibile volano, sia per la soluzione della grave crisi economica che per la protezione dell’intero pianeta.


In sintesi,
perché Lei che si dichiara il primo tesserato del PD, calpesta buona parte dei principi e dei valori propri del centrosinistra (e presenti nello Statuto del PD): rispetto della volontà popolare, rispetto della vita umana, rispetto e cura per l’ambiente, confronto e dibattito nelle decisioni, adeguamento alle normative dell’Unione Europea, adeguamento alle leggi non come merce di scambio, considerazione delle opinioni degli esperti e degli organi medici competenti, sviluppo delle energie rinnovabili, ecc.?

Non conviene con noi, ing. De Benedetti, che il rispetto per la vita e per l’ambiente non può e non deve far parte di un mero gioco di interessi politici ed economici, ma deve invece far parte dei valori primari ed inalienabili di ogni popolo civile?

Produrre energia non è un fine ma un mezzo per far funzionare la società in cui viviamo: è etico e doveroso investire capitali per produrre energia con le metodiche meno inquinanti possibili, compatibili con la salute dei cittadini, evitando il combustibile più inquinante di tutti che è il carbone.
Nessun calcolo economico può giustificare la richiesta di perpetuare lo scempio ambientale e le morti premature causate dalla combustione del carbone.

Le chiediamo quindi di rispettare la volontà della nostra comunità, desistendo dal Suo progetto di ampliamento della centrale a carbone e riducendo fortemente i livelli di inquinamento adeguando la centrale alle migliori tecnologie esistenti, così come previsto dalla legge.

Certi di una sua Risposta, Le porgiamo distinti saluti.

Firmatari savonesi:

PAOLO FRANCESCHI (pneumologo, referente scientifico dell’Ordine dei Medici Savona)
AUGUSTO PERSEO (Presidente Comitato ‘Amare Vado’)
ADOLFO MACCHIOLI (prete)
AGOSTINO TORCELLO (medico pneumologo, MODA Savona)
ANTONINO FRISONE (ex Comandante del Porto di Savona, ex Ammiraglio)
BRUNO MARENGO (Presidente Provinciale ANPI Savona, ex Sindaco)
CARLO TONARELLI (medico, scrittore, ambientalista, Consigliere Comunale)
CARLO VASCONI (Portavoce Provinciale dei Verdi)
CLAUDIO GIANETTO (Segretario Provinciale PdCI Savona)
CLAUDIO PORCHIA (giornalista)
DARIO FRANCHELLO (Presidente del Parco del Beigua)
DAVIDE CAVIGLIA (Presidente Provinciale ACLI Savona)
DAVIDE MONTINO (docente universitario)
ELIO BERTI (attore, Direttore artistico dell’associazione Timoteo)
ENZO MOTTA (Presidente del circolo Pirandello)
FABIO RINAUDO (musicista, Presidente associazione Corelli)
FRANCESCA MARZADORI (Portavoce UAAR Savona)
GIAMPIETRO FILIPPI (ex Assessore all’Ambiente della Provincia di Savona)
GIANCARLO ONNIS (Presidente Legambiente Savona)
GIANFRANCO GERVINO (Portavoce di ‘Uniti per la salute’)
GIORGIO AMICO (scrittore)
GIOVANNI DURANTE (Presidente Provinciale ARCI Savona)
MARCELLO ZINOLA (Segretario Ordine dei giornalisti liguri)
MARCO CAVIGLIONE (medico ambientalista ISDE, Consigliere Provinciale)
MARCO RAVERA (Segretario Provinciale Rifondazione Comunista di Savona)
MARIO MOLINARI (giornalista)
MAURIZIO LOSCHI (Referente Provinciale Medicina Democratica)
NICOLA STELLA (giornalista)
PIERO BORGNA (Capogruppo Consiglio Comunale Vado “Viva con Caviglia”)
RENATO ALLEGRA (vicepresidente NuovoFilmstudio)
RICCARDO CICCIONE (Ufficiale Marina mercantile Direttore settore macchine)
ROBERTO CUNEO (Presidente Regionale Italia Nostra)
ROBERTO MELONE (Portavoce del Comitato Acqua Pubblica Savona)
ROSARIO TUVE’ (Coordinatore Provinciale Italia dei Valori)
SAMUELE RAGO (Segretario Provinciale ANPI Savona)
SERGIO ACQUILINO (Portavoce provinciale Sinistra Ecologia Libertà Savona)
SIMONE GAGGINO (Coordinatore di Banca Etica di Savona-Imperia)
STEFANO MILANO (titolare libreria UBIK)
STEFANO SARTI (Presidente Legambiente Liguria)
VALERIA ROSSI (giornalista)
VIRGINIO FADDA (biologo, MODA Savona)
VIVIANA PANUNZIO (Portavoce Emergency Savona)
WALTER MASSA (Presidente ARCI Liguria)

Hanno già dato la propria adesione alla lettera:

MARGHERITA HACK (astrofisica)
BEPPE GRILLO (attivista politico)
MAURIZIO MAGGIANI (scrittore)
LUIGI DE MAGISTRIS (Presidente della Commissione del Parlamento Europeo preposta al controllo del bilancio comunitario)
OLIVIERO BEHA (scrittore, opinionista)
FERDINANDO IMPOSIMATO (magistrato, Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione)
SERGIO STAINO (vignettista)
ANGELO BONELLI (Presidente Nazionale della Federazione dei Verdi)
MASSIMO CARLOTTO (scrittore)
LELLA COSTA (attrice)
MARCO PANNELLA (Partito Radicale transnazionale)
DON ANDREA GALLO (prete, scrittore)
LIDIA RAVERA (scrittrice, giornalista)
PAOLO FERRERO (Segretario Nazionale Rifondazione Comunista)
PINO PETRUZZELLI (attore, scrittore)
CIRO PESACANE (Coordinatore Nazionale Forum Ambientalista)
VITTORIO AGNOLETTO (politico, Parlamentare europeo)
ENNIO REMONDINO (giornalista, scrittore)
BRUNO GAMBAROTTA (scrittore)
SILVIA CALAMANDREI (Presidente Archivio Piero Calamandrei)
LIVIO GARZANTI (ex Presidente Casa editrice Garzanti)
ALDO GIANNULI (storico, scrittore)
GIANNI BIONDILLO (scrittore)
DON PAOLO FARINELLA (prete, scrittore)
MARCO VICHI (scrittore)
PATRIZIA GENTILINI (oncologa di fama internazionale, Presidente ISDE Forlì)
BRUNO MORCHIO (scrittore)
FULVIO GRIMALDI (giornalista, scrittore)
DANIELE BIACCHESSI (giornalista, autore, scrittore)
GIOVANNI IMPASTATO (Presidente Casa memoria Peppino Impastato)
FABIO GEDA (scrittore)
ELISABETTA ZAMPARUTTI (Deputata Radicale della Commissione Ambiente)
SIMONA RICOTTI (Responsabile Comitato No Coke Civitavecchia)
EMANUELA PROVERA (scrittrice)
GIOVANNI GHIRGA (Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’ambiente e la salute)
ALESSANDRO PERISSINOTTO (scrittore)
MARCO DALLARI (scrittore, docente di Pedagogia)
GIORGIO SCARAMUZZINO (attore, autore, scrittore)
PIETRO GALEOTTI (autore televisivo)
RUGGERO RIDOLFI (oncologo ISDE)
DIEGO FUSARO (scrittore)
GIANLUIGI SALVADOR (Movimento per la Decrescita Felice, Referente energia e rifiuti WWF Veneto)
SILVIO RIOLFO MARENGO (scrittore)
MIMMO LOMBEZZI (giornalista)

Associazioni savonesi che hanno aderito alla lettera:

ARCI, ACLI, Emergency, Libera, Meetup di Beppe Grillo, Rete Lilliput, Unione Donne in Italia, Donne in Nero, Legambiente, Greenpeace, ANPI, Italia Nostra, UAAR, Comitato Acqua Pubblica, Uniti per la Salute, Amare Vado, Banca Etica, GaSSa acquisto solidale, Vivere Vado, Medicina democratica, Libreria UBIK, NuovoFilmstudio, Altromondo, Centro culturale P.Impastato, Associazione Energie Rinnovabili Vallebormida, ecc


Le informazioni medico scientifiche sono state tratte da:

(Piano Regionale della qualità dell’aria 2006)
(Nimis e collaboratori 1998).
(Uncertainty and Variability in Heath related Damages from Coal – Fired Power Plants in the United States. Jonathan I. Levy et al.Risk Analysis, Vol. 29, No. 7, 2009)
(Premature mortality from Proposed New Coal – Fired Power Plants in Texas, November 2006).
(Epidemiologia e Prevenzione, 2006)
(Sci Total Environ, 2009 Apr 1: 407: 2593 – 602).
(J Epidemiol Community Health 2005)
(Annals of Neurology 2008; 64: 53 – 9).
(Arch Intern Med. 2008;168:909-911).
(Stroke. February 2007. – S Yamazaki et al. Environmental Medicine. Sept. 2006)
(K. A. Miller: N Eng. J of Med, february 1, 2007)
(Am J Cardiol. 2006;98(3):423-424).
(Epidemiology, September 2008 – Volume 19 – Issue 5 – pp 690-701).
(EEA Report N° 10/2005).
(Dubnov J. Et al. Estimating the effect of air pollution from a coal-fired power station on the development of children’s pulmonary function. Environ Res. 2006 Apr 14)
(N E ngl J Med 2009; 360: 376 – 86).
(Reducing ambient levels of fine parti culate matter could substantially improve health: a mortality impact assesment for 26 European cities, Ferran Ballestrer et al. on behalf of the Apheis network.)
(Levy et al. 2000)
(Mortalità in Provincia di Savona 1999 – 2004, A cura di:Marina VERCELLI1,2, Elsa GARRONE1, Claudia CASELLA IST Genova).

La percentuale riportata dell’85%-90% di cittadini savonesi contrari all’ampliamento della centrale è presuntiva; un sondaggio (privo di criteri standard di scientificità) eseguito un anno fa dalla libreria UBIK attraverso la propria ampia mailing list dava comunque un 91% di contrari all’ampliamento. Siamo disponibili a collaborare nel commissionare a una società demoscopica indipendente la rilevazione delle esatte percentuali di favorevoli e contrari.

Ringraziamo vivamente tutti gli esperti, i medici, i biologi, gli amministratori, i giornalisti, i comitati che si sono pazientemente adoperati nello stilare questo documento

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CHIEDIAMO AI GIORNALI DI INSERIRE QUESTO LINK PER FIRMARE UNA NUOVA PETIZIONE:
http://www.firmiamo.it/contro-l-ampliamento-della-centrale-a-carbone-di-savona

Aggiornamento: un commento di Beppe Grillo

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5 agosto 2010

I Verdi di Finale ligure per il no all'ampliamento del carbone

Fonte:IVG.it
“I Verdi Finalesi rispondono positivamente all’appello del Comitato Noli-Spotorno per un’azione comune contro l’ampliamento della centrale a carbone di Vado Ligure”. A comunicarlo è il portavoce finalese del partito, Gabriello Castellazzi, che ricorda: “Già l’intero Consiglio Comunale di Finale Ligure si era espresso contro tale impianto, mettendo in evidenza come l’inquinamento renda precaria la salute anche degli abitanti del Finalese”.

“Se malauguratamente si dovessero diffondere notizie di allarme per inquinamento dell’aria in una città che punta tutto sulla bellezza dell’ambiente e la qualità della vita, sarebbe una catastrofe non solo per l’economia turistica ma per tutti i Finalesi. Rivolgiamo quindi un appello affinchè si esprima nuovamente con forza la volontà delle componenti politiche, di destra e di sinistra, che approvarono la prima delibera contro la centrale. Non può essere accettato questo prolungato silenzio dopo le ultime prese di posizione a favore del nefasto progetto” conclude Castellazzi.

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2 agosto 2010

Incremento carbone a Vado, Tirreno Power inaugura operazione "credibilità zero"

"Impatto zero"? macché. "Emissioni zero"? Figuriamoci! "Credibilità zero" semba essere lo slogan di questa estate 2010 per Tirreno Power (controllata Sorgenia, quella dell'energia pulita, verde etc...)

Via UnitiPerLaSalute, fonte originale IlSecolo:
Non è una pietra tombale sul progetto di ampliamento della Centrale ma poco ci manca: ieri il segretario Pd Livio Di Tullio è uscito allo scoperto sul progetto vadese e non avrebbe potuto usare toni e parole più dure per definire il comportamento e la “strategia” dell’azienda.

«Tirreno Power sta dicendo e facendo di tutto meno che l’unica cosa che dovrebbe fare: i monitoraggi, la copertura dei parchi e in generale investimenti per diminuire l’impatto del carbone sul territorio - ha tuonato Di Tullio Prima lo capisce meglio è che “porte aperte in azienda”, finanziamenti di iniziative sportive e sociali e tutto il resto che ha messo in campo finora non servirà per far passare un progetto di cui non c’è bisogno e non è in sintonia con i tempi»

Sembra una pietra tombale.

«Dico solo che da anni continuiamo a parlare di cose che avrebbero già dovuto essere fatte e l’azienda non ha fatto. È questione di credibilità: mi spiace ma quest’azienda non è più un’interlocutore affidabile».

Si spieghi meglio.

«Io credo che il carbone, ad oggi, non sia il futuro e non vada incrementato in assoluto ma sul progetto di Vado dico che se l’azienda vuole parlarne deve prima sgombrare il campo dagli elementi negativi che si trascina da troppi anni».

Forse questi “elementi” sono interventi molto costosi da fare.

«È chiaro che gli interventi di tipo ambientale sono costosi ma è anche vero che produrre energia elettrica dal carbone è il sistema più conveniente e inquinante in assoluto. E quindi sono interventi imprescindibili, precondizioni di ogni discorso».

E se rispondono: “allora andiamo a investire altrove?!”

«Non è con questi argomenti che cambieremo atteggiamento. Anche la Fiat vuole andare in Serbia, c’è un generale impazzimento che non porta da nessuna parte. E comunque voglio vederli portare carbone altrove»

Eppure i sindacati nazionali e genovesi sono pro-Tirreno Power

«È stata un’intrusione fastidiosa. La mia lettura? Ansaldo è in difficoltà, non vende, ed è chiaro che se l’azienda chiama i sindacati e gli dice che devono tagliare lavoratori, da li intervengono a favore dei principali fattori che possono riattivare gli affari, come i lavori per una nuova centrale. É umano, fossi in loro farei lo stesso [E BRAVO!! NDR], ma il punto è che qui Tirreno Power, invece di questi “aiuti”, deve fare quello che da anni attendiamo».

La Regione la pensa come lei?

«Io so che la Regione finora ha chiuso la porta come lo hanno fatto giustamente i Comuni di Vado e Quiliano. Loro come azienda finora hanno continuato a confidare sul Governo, su Scajola, poi sulla Provincia, non rendendosi conto che sono state tutte scelte sbagliate e l’unica strada possibile era ed è dare segnali concreti di impegno, ovvero interventi».

Anche a Cairo hanno problemi ambientali.

«Per Italiana Coke è la stessa cosa: la cokeria è una risorsa occupazionale importante ma è da tempo che dicono che devono spendere 30 milioni di euro per adeguarla e non l’hanno mai spesi. Probabilmente non sarebbero stati ugualmente decisivi ma oggettivamente sarebbe stato un impegno forte agli occhi della comunità locale. E invece niente, si usa sempre la logica ricattatoria occupazionale per non fare! È ora di finirla. A cominciare da Cairo e da Vado».
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Via UnitiPerLaSalute, fonte originale IVG:

Tirreno Power, Mara Giusto (Pd): “Sostegno alla linea della Giuliano”

Pieno sostegno alla linea di Monica Giuliano sul dibattito in corso per l’ampliamento della centrale Tirreno Power di vado Ligure da parte della consigliere provinciale del Pd Mara Giusto, che in una nota afferma:

“E’ innegabile che Tirreno Power non abbia mai dimostrato, se non a parole, la volontà di dare risposte serie e sostenibili, come stabilito nella convenzione del 2005, rispetto alla riduzione delle polveri di carbone con l’eventuale realizzazione del carbonile e al teleriscaldamento”.

“Pertanto – prosegue la nota – la mia posizione non può che essere quella già espressa dal Pd a livello locale e provinciale e dalle amministrazioni di Quiliano e Vado Ligure, e cioè una ferma contrarietà al progetto di ampliamento della centrale attraverso la realizzazione di un nuovo gruppo a carbone in quanto insostenibile sotto il profilo dell’impatto ambientale in un territorio già pesantemente compromesso.

Ritengo che l’azienda debba rivedere i propri progetti rinunciando al potenziamento e intervenendo in modo radicale sui due gruppi esistenti”.

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Via UnitiPerLaSalute, fonte originale Albenga Corsara

Tirreno Power, Giuliano (Pd): “Se non cambia radicalmente l’obiettivo mancano condizioni per avviare un tavolo serio e produttivo”

di Monica Giuliano – Le dichiarazioni rilasciate dalle Segreterie genovesi di FIM, FIOM e Uilm non fanno altro che alimentare il clima di scontro tra le diverse parti coinvolte. Il vero problema è che Tirreno Power in questi ultimi mesi non ha fatto il minimo sforzo per rivedere la sua posizione alla luce del chiaro e determinato no al progetto di ampliamento da parte delle Istituzioni locali e della Regione Liguria.

È chiaro a tutti che c’è bisogno di aprire un tavolo serio ma devono cambiare i termini del confronto, si deve tornare e discutere di progetti di ristrutturazione e riqualificazione dell’esistente; l’obiettivo primario non può essere quello dell’aumento della produttività e la conseguente realizzazione dei nuovi gruppi ma la riduzione delle emissioni attuali e la definizione di un nuovo sistema di monitoraggio ambientale innovativo e coordinato dalle parti pubbliche.

Se non cambia radicalmente l’obiettivo non credo ci siano le condizioni per poter avviare un tavolo serio e produttivo.

...questo progetto rischia soltanto di aggravare il peso ambientale dell’impianto sui territori di Vado e Quiliano e pertanto non può essere oggetto di discussione.

È troppo semplice da parte dei sindacalisti genovesi scaricare la responsabilità sui Comuni, considerata la contrarietà a quel progetto;

sarebbe più opportuno che si sforzassero di individuare percorsi alternativi che sicuramente esistono in grado di far sopravvivere l’impianto, migliorarne le condizioni ambientali, renderlo moderno e nello stesso tempo inquadrare un percorso di crescita occupazionale con l’azienda

, questo credo sia il loro lavoro e se ancora non conoscono le specificità di Vado e Quiliano li invito a farsi un giro tra i nostri siti produttivi per valutare

quanto è stato fatto e quanto ancora bisogna fare per far si che il concetto di sviluppo sostenibile resti sempre e comunque il nostro obiettivo primario.

Monica Giuliano-Capogruppo PD di Vado Ligure

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17 luglio 2010

Il pericolo della combustione di CDR nella centrale a carbone

Da Savonaeponente.com In riferimento alla realtà tragica del savonese della “gestione rifiuti” in regime di monopolio, con i continui conferimenti nella discarica del Boscaccio di Vado di rifiuti provenienti anche da fuori provincia e relativi paradisi fiscali nelle Isole Vergini ecc., ed in riferimento all’ ipotesi di pericolosi inceneritori proposti anche dal vice Sindaco di Savona, il MODA vuole sottolineare e ribadire ancora una volta che attualmente il Piano Rifiuti in vigore approvato nel 2007 da Provincia e Regione, pur non prevedendo l’inceneritore provinciale, purtroppo consente l’incenerimento subdolo del CDR (CONTINUA QUI)

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7 luglio 2010

Centrali a carbone che diventano inceneritori

Eh già, cementifici e centrali a carbone si prestano più spesso di quanto si pensi -in deroga a qualsiasi legge- alla combustione di certi rifiuti, magari nelle occasioni in cui la popolazione è meno vigile.

Da savonaeponente.com
"Dopo il “cornuto” arriva sempre il “mazziato”. E quindi, dopo la splendida notizia che il nostro splendido Comune ha fatto pappa&ciccia con Tirreno Power per – ci dicono – 50.000 miseri euro di sponsorizzazioni estive, ecco il comunicato che invita a partecipare alla conferenza stampa di presentazione della campagna “Io lo riciclo e tu?”. Comune di Savona, Ata, Tetra Pak, in collaborazione con Centrale Latte Savona e Legambiente, tutti insieme appassionatamente a spiegare che i tetrapak (quelli minuscoli: insomma, i cartocci del latte) vanno raccolti insieme a carta e cartone per essere poi avviati al riciclaggio.
MADDAI?
Sembra una spiegazione adeguata ad un Comune con un’alta ed efficiente raccolta differenziata : ma a Savona la differenziata non si fa, se non in minima parte e pure male.

Quindi? Se mi dicono di raccogliere carta, cartone e tetrapack io lo faccio…dopodiché? Abitando in corso Mazzini (pieno centro di Savona), dove NON esistono neppure i bidoni per la differenziata, o mi faccio qualche chilometro con la mia rumenta e vado a cercarmeli, oppure, dopo averli raccolti, piegati e messi accuratamente via, li ficco in un bel saccone nero e li butto nel cassonetto multirumenta che sta sotto casa mia. Però da lì, se sono fortunata e se esco all’ora giusta, posso sentire i concerti sponsorizzati da Tirreno power, che paga perché il Comune continui a non rompere troppo le scatole anche se inquina un filino… anche se, dai dati della Comunità Europea, risulterebbe che ammazzi 30 persone all’anno e che gravi sui cittadini per 133 milioni di euro in costi sociali.
Ma che vuoi che siano: 50.000 euro e passa tutto. Anche il cancro, come cantava il buon Jannacci.
Ma perché, secondo voi, la Tirreno Power vuole tenersi così buona e così cara la nostra amministrazione comunale? Perché non vuole chiudere i due gruppi a carbone degli anni ‘60, quelli che – alla faccia delle “migliori tecnologie disponibili” imposte dall’Europa e pure pubblicizzate su tutti i media (e i muri) locali? Perché non vuole passare al metano, che inquinerebbe un quarto?
Sorge il vaghissimo dubbio che quei due gruppi obsoleti servano non tanto a bruciare il carbone, quanto a bruciare i rifiuti prossimi venturi, così come sembra siano stati bruciati “sperimentalmente” quelli passati (v. articolo del Sole24 ore riportato dal MODA qui).
L’ingegnere della Tirreno power che intervistai il 19 giugno, a una domanda specifica sul CDR, rispose “Mi coglie impreparato perché non è nei nostri programmi”. Ma quando domandai: “E se qualcuno vi chiedesse di bruciarlo?” rispose, molto vagamente: “Be’, in tal caso dovremmo valutare la cosa”.
Un “NON SE NE PARLA PROPRIO” sarebbe stato sicuramente più gradito… però non l’ha detto.
E allora, magari, lo chiederemo a Gosio, o a chiunque altro possa/voglia rispondere:
E’ nei programmi futuri della centrale a carbone bruciare ANCHE CDR?
SI – NO

Basta mettere una crocetta, non è difficile. Così, almeno, sapremo regolarci… e sapremo anche se varrà la pena di piegare, conservare e metter via accuratamente i tetrapak… o se potremo portarli direttamente alla Tirreno Power, in attesa che vengano imballati nel mucchio selvaggio di plastica, umido e magari qualche bella sostanzina tossica, che non fa mai male…e poi bruciati allegramente tutti insieme.

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