No al carbone Alto Lazio

7 maggio 2007

Lettera al presidente Marrazzo

Gent.mo sig. presidente,

dopo anni di lotta ininterrotta, l’opposizione al progetto di riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord è ripresa con più forza su tutto il territorio dell’Alto Lazio.
Dal 29 marzo, giorno in cui è iniziato lo sciopero della fame a Tarquinia, le iniziative di lotta si sono estese a Civitavecchia, Viterbo, Ladispoli, Allumiere, in molti comuni della provincia di Roma e di Viterbo, fino ad interessare il comune di Roma.
Smentendo quanti contavano a lungo andare sulla rassegnazione, la partecipazione della popolazione è stata sempre più numerosa e combattiva.
Stiamo difendendo non solo la nostra salute ed il futuro del nostro territorio ma lottiamo nello stesso tempo per la salvezza del pianeta dai cambiamenti climatici causati dall’aumento della CO2, di cui il carbone è tra i maggiori responsabili. I danni causati dall’alterazione del clima sono già sotto gli occhi di tutti e pertanto o si cambia fin da ora il modo di produrre e consumare energia, negando la legittimità della riconversione a carbone e passando alle fonti rinnovabili e al risparmio energetico, o sarà troppo tardi.
La parte più responsabile ed avveduta della politica sta prendendo atto della necessità di questa svolta, che richiede volontà e scelte coerenti per tutelare gli interessi più generali insieme a quelli delle comunità come la nostra, contrastando, se necessario, la prepotenza di chi non vede al di là del proprio profitto economico.
Il Ministero dell’Ambiente ha chiesto al Ministro delle Attività Produttive di riaprire la conferenza di servizi sulla conversione a carbone della centrale di Civitavecchia, riconoscendo la fondatezza e validità delle argomentazioni critiche al progetto. La stessa richiesta, siamo sicuri, sarà trasmessa dalla Ministra della Salute, che ha preso atto della grave condizione sanitaria delle popolazioni del comprensorio e costituito una commissione di esperti per valutare i rischi sanitari previsti col carbone.
Ci rivolgiamo pertanto a Lei affinché faccia giungere al Ministro Bersani analoga richiesta da parte della Regione Lazio.
Né gli atti programmatici della regione, né le dichiarazioni politiche contengono riferimenti all’utilizzo del carbone per produrre energia, poiché la sua amministrazione punta decisamente sullo sviluppo delle fonti energetiche alternative.
Con il carbone il territorio dell’Alto Lazio rimarrebbe asservito alla monocultura energetica del megapolo Civitavecchia- Montalto, l’impatto ambientale e sanitario aumenterebbe e si avrebbero pesanti ripercussioni negative sull’occupazione e le attività produttive di tutti gli altri settori quali l’agricoltura, la pesca, il turismo (si pensi solo ai siti etruschi di Tarquinia e Cerveteri patrimonio dell’umanità).
Siamo ancora in tempo per fermare il carbone. Dobbiamo farlo prima che sia troppo tardi per arrestare il meccanismo perverso che ci sta portando al disastro ambientale. Il movimento ne è consapevole e non si fermerà finché non avrà ottenuto ascolto. Occorre che anche la politica, le istituzioni e i poteri pubblici si mettano in sintonia con i cittadini e svolgano il compito che compete loro.

Con fiducia Le inviamo cordiali saluti

Movimento NO Coke Alto Lazio

Civitavecchia, 7/5/2007

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6 maggio 2007

Una lezione dalla Cina: cambiare si può

"...Per diminuire la dipendenza di carbone, con cui viene alimentata gran parte della sua crescente economia e con l'auspicio che possano diminuire i grossi incidenti nelle miniere, nonchè per mettersi dal riparo da continue critiche che gli piovono addosso da ogni parte del mondo riguardanti le sue alte emissioni di anidride carbonica in atmosfera... la Cina, per mezzo dell'agenzia di stampa "Xinhua", ha annunciato che costruirà la più grande stazione solare del mondo [...] La futura stazione solare svilupperà difatti una potenza di 100 MW e richiederà un investimento di ottocento milioni di dollari e 5 anni di lavoro.

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2/2004: il Consiglio Comunale di Roma, informato sugli effetti venefici della riconversione della centrale di Civitavecchia...


Nella mozione n.12 del 26 Febbraio 2004 (approvata all'unanimità dai 40 presenti), il Consiglio Comunale di Roma, ben sapendo gli effetti venefici della riconversione della centrale di Civitavecchia, raccomandava al sindaco Veltroni di "prodigarsi" affinchè tale riconversione non avvenisse.




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4 maggio 2007

“La Via su Tvn presenta fragilità insostenibili”

Così si è espresso ieri il Sen. Sodano, Presidente della Commissione Ambiente del Senato, dopo l'audizione con una rappresentanza dei no coke. Vedi i link: http://www.centumcellae.it/leggi.php?id=15448%22
http://www.tusciaweb.it/notizie/2007/maggio/3_22nocoke.htm

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3 maggio 2007

Lettera ai lavoratori Enel e ai loro rappresentanti sindacali

Il Movimento No Coke si rivolge con una lettera ai lavoratori e ai loro rappresentanti sindacali, perché il dibattito sull’occupazione e sui vantaggi che la trasformazione a carbone di Torre Nord porterebbe a Civitavecchia sia affrontato in termini realistici; attraverso la medesima, il Movimento chiede anche un incontro alle rappresentanze sindacali CGIL-CISL-UIL e di base.

Spettabili sindacati, cari lavoratori dell’Enel e delle ditte appaltatrici impegnate nelle opere di riconversione,

siamo semplici cittadine e cittadini, lavoratrici e lavoratori che sin dal lontano 2000, da quando cioè nessun cantiere era aperto a TVN, abbiamo manifestato la contrarietà alla riconversione organizzandoci sul territorio. Da quella data abbiamo utilizzato tutte le modalità democratiche che la Repubblica Italiana consente e tutela per informare la popolazione di Civitavecchia e del comprensorio circa le conseguenze che bruciare 5.000.000 di tonnellate all’anno di carbone, tanto più in un ambiente già gravemente compromesso, avrebbe significato sul piano sanitario, ambientale ed economico.
Abbiamo valutato l’arretratezza del progetto, gli innumerevoli svantaggi a cui la presenza del polo energetico più grande d’Europa ha asservito il mercato del lavoro e il modo di fare impresa a Civitavecchia.
Abbiamo considerato quanti svantaggi subirebbe l’economia agricola, particolarmente quella di qualità di tutto l’Alto Lazio, così come quella turistica in particolare della Tuscia e di Cerveteri.
Abbiamo ragionato a lungo sull’avvenire che desideriamo per i nostri figli: è davvero possibile pensare che Civitavecchia affidi la sua economia solo alla costruzione di centrali elettriche? È davvero credibile che le imprese civitavecchiesi sappiano solo esaurire la loro iniziativa nel raccattare appalti e sub-appalti da infinite riconversioni Enel? Dal lontano 1952 la progettualità delle imprese locali ha saputo declinarsi in un’opera di asservimento della nostra costa all’ Ente Elettrico, che ha prodotto occupazione solo nei periodi di costruzione degli impianti, mentre sul lungo periodo ha alimentato in modo drammatico una disoccupazione di ritorno con cui tutti facciamo i conti, in particolare le giovani generazioni.
Se la stragrande maggioranza delle Istituzioni e degli abitanti dell’Alto Lazio la pensano come noi, crediamo, è per la ragionevolezza delle nostre argomentazioni. Basterebbe che tutti osservassero i bambini preda di attacchi d’asma o ricordassero i cari che piangiamo, i compagni di lavoro affetti da malattie gravi per aver trattato l’amianto; è sufficiente osservare lo stato in cui è ridotta la nostra costa, come pure basta leggere con attenzione il progetto di riconversione e lo studio Fara-Giovannozzi-Naso, che pur la autorizzano, per capire che il nemico non possono davvero essere i tanti cittadini dell’Alto Lazio che aderiscono al Movimento NoCoke.
Molte categorie sindacali condividono le nostre opinioni, molti lavoratori della stessa Enel e delle ditte appaltatrici si fermano ai nostri tavoli e condividono con noi le loro preoccupazioni per quanto accade a TVN. Per questi motivi Vi chiediamo di incontrarci: probabilmente ci troveremo a constatare come le nostre rispettive opinioni siano reciprocamente più vicine di quanto all’Enel e alle imprese appaltatrici faccia comodo dire.

Movimento No Coke Alto Lazio- Civitavecchia

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2 maggio 2007

Cambiare si deve

Intervento di Greenpeace all'Ipcc - Bangkok
vedi il link: http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=7191

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I metalmeccanici del Lazio si schierano per il no al carbone

Anche i metalmeccanici del Lazio si schierano per il no al carbone.

La Fismic e la Filc in una missiva al sindaco della città di Ladispoli hanno reso nota la loro contrarietà al carbone a Civitavecchia solidarizzando con le azioni intraprese dal movimento no coke Alto Lazio. Finalmente anche i metalmeccanici hanno sposato le idee dei comitati in lotta contro la conversione a carbone di TVN a Civitavecchia.

In primo luogo, i sindacati hanno finalmente ribadito la fondamentale importanza del diritto alla salute e alla salvaguardia dell’ambiente.
In seconda istanza hanno rilanciato il diritto ad un’occupazione che scaturisca da un nuovo modo di produrre energia basato sull’utilizzo di fonti rinnovabili e pulite.
Le due confederazioni sindacali hanno avanzato la proposta di convertire l’alto lazio ad un sistema di produzione energetica basato sulle rinnovabili.

Il movimento no coke alto Lazio ha accolto con grande entusiasmo la presa di posizione dei due sindacati che in questa maniera hanno preso nettamente le distanze da quanto affermato anche in passato da altre sigle sindacali che lontane dal preoccuparsi della salute dei cittadini continuano a sostenere il carbone per Civitavecchia, ignorando strade più proficue anche per l’occupazione.

Nel frattempo il due maggio presso la commissione ambiente alcuni esponenti del movimento no coke saranno ascoltati in senato per rendere noti gli ultimi studi realizzati sul tema “salute e ambiente” che riguardano il territorio interessato dalla sciagurata riconversione a carbone di Civitavecchia.

Movimento no coke Alto Lazio

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Tra i danni indiretti del carbone...

vedi il link:
http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=9137&size=A

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Lettera aperta all'Enel - spa - Comunicato stampa del 30/04

Riportiamo la lettera aperta rivolta all'Enel da parte del Movimento NO coke Alto Lazio in riunione nella sala consiliare occupata - Civitavecchia.

Vi inviamo la lettera che intendiamo mandare all’Enel in risposta all’offensiva lanciata dall’ Ente elettrico contro chi si oppone all’uso del carbone. L’ Enel oltre che annunciare l’invio di lettere a tutti gli abitanti del comprensorio spesso a mezzo stampa ha accusato il Movimento di divulgare notizie allarmistiche allo scopo di alimentare la contrarietà alla riconversione. Stufi di essere accusati con questa nostra chiediamo all’ Enel un civile confronto in un pubblico dibattito.

All’ Enel - spa

Gentilissimo Ingegner Fontecedro,

il conflitto che si è aperto tra l' Azienda di cui Lei è un dirigente e le Istituzioni e la popolazione dell' Alto Lazio circa la riconversione a carbone di TVN merita considerazioni e riflessioni profonde.
Lei, che si è fatto pubblicamente conoscere come autorevole portavoce dell' Azienda, intende questa ostilità come un fastidio da eliminare: ovviamente deve difendere i guadagni che l' Enel prevede di realizzare. E' il suo mestiere.

Ci offende, e offenderebbe qualsiasi persona intellettualmente limpida, l'atteggiamento reiterato dall' Ente secondo il quale medici, fisici, ingegneri, professori specialisti in scienze ambientali vengono beffeggiati come persone che farebbero artatamente circolare le seguenti notizie allo scopo di alimentare il movimento No coke:
  • bruciare 5.000.000 tonnellate di carbone all'anno produce i più alti tassi di CO2 e le più alte percentuali di particolato e polveri sottili;
  • la CO2 è responsabile dei cambiamenti climatici che sono sotto gli occhi di tutti;
  • che gli italiani pagheranno in soldoni lo sforamento dei livelli consentiti di CO2;
  • le polveri sottili sono responsabili di gravissime malattie polmonari e cardio-circolatorie;
  • l'economia agricola dell'Alto Lazio deve essere riconvertita a No-food.

"A LA GUERRE COMME A LA GUERRE", siamo d'accordo, ma non Le sembra puerile che l'Ente abbia bisogno di diffondere accuse di questa portata per difendere la propria azienda?

Vorrà darci atto, signor ingegnere, che la nostra è una battaglia di persone che si battono a favore della salute, dell' ambiente e del lavoro in economia agricola e turistica.
Allora, perchè, per convincere della bontà del suo progetto, invece di inviare insulti a mezzo stampa e di mandare lettere a tutti gli abitanti del comprensorio, l'Enel non si espone in un leale e pubblico faccia a faccia con gli esponenti del movimento No Coke?

Certi che l'Ente elettrico non si vorrà sottrarre all'incontro e sicuri di un pronto riscontro ,Le porgiamo distinti saluti.

Movimento No coke Alto Lazio - Civitavecchia

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29 aprile 2007

Un medico sull'inquinamento da carbone nell'Alto Lazio: panoramica sul problema




Piccolo riassunto della storia energetica del carbone e degli impianti a Civitavecchia, da parte del bravo Viti, medico Civitavecchiese.




"Se vi pare l'ora di smetterla"

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La sentenza della Corte NON ha nulla a che vedere con la riapertura della VIA

http://www.tusciaweb.it/notizie/2007/aprile/29_1tarquinia.htm

Evidentemente anche l'Enel sa bene che la sentenza della Corte NON ha nulla a che vedere con la riapertura della Valutazione di Impatto Ambientale: non a caso, sta attuando tutte le possibili vie per contrastare la nostra battaglia civile, che riguarda tutti. Probabilmente l'Enel teme anche che la protesta contro la sua politica aziendale -che in nome del lucro non si fa scrupolo di sacrificare la salute pubblica e la dignità dei suoi lavoratori- possa allargarsi in tutta Italia.

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