No al carbone Alto Lazio

24 luglio 2008

Giappone, scandalo carne di balena: rilasciati gli attivisti di Greenpeace




Dal sito di Greenpeace.it
"Tokyo, Giappone — Junichi Sato e Toru Suzuki sono stati rilasciati su cauzione. I due attivisti di Greenpeace erano stati arrestati il 10 giugno. Per aver intercettato una scatola di carne di balena di contrabbando. Ora che gli attivisti sono liberi, una domanda resta senza risposta: quando verranno arrestati i veri colpevoli?

Agli inizi di quest'anno, lavorando sulle informazioni fornite da un operaio della Kyodo Senpaku - la compagnia che controlla le operazioni della flotta baleniera giapponese - Greenpeace aveva seguito lo scarico di carne di balena contrabbandata dalla nave Nisshin Maru alle abitazioni dei membri dell'equipaggio. Uno dei quattro scatoloni destinati allo stesso indirizzo privato era stato intercettato da Greenpeace per ispezionarne il contenuto.

Questo scatolone, contenente carne di balena di prima scelta per un valore di oltre 3 mila dollari - ma contrassegnato come se racchiudesse "cartone" - era stato mostrato in una conferenza stampa il 15 maggio, prima di venir consegnato al Procuratore Distrettuale di Tokyo che ha improvvisamente fermato la sua indagine il 10 giugno, il giorno dell'arresto dei due attivisti.

Junichi e Toru sono stati trattenuti per 26 giorni. La loro storia ha suscitato diverse azioni di denuncia. Più di 30 Ong hanno firmato una petizione in proposito. Lo scorso lunedì, Amnesty International ha inviato una lettera dai toni decisi al Primo Ministro giapponese chiedendo il rilascio di Junichi e Toru.

Quasi 250.000 persone hanno mandato un messaggio al Governo giapponese per il rilascio dei due attivisti e per la riapertura dell'indagine sullo scandalo del contrabbando di carne di balena. Richiesta supportata da proteste di Greenpeace in tutto il mondo di fronte alle ambasciate e ai consolati giapponesi. Anche in Italia."

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22 luglio 2008

"Quali fabbriche?"

Con una interrogazione al sindaco il consigliere Verde Alessandro Manuedda chiede notizie più precise sulle due fabbriche che, secondo una recente esternazione del primo cittadino, dovrebbero sorgere fra il porto e la zona industriale. Manuedda sottolinea come il Consiglio comunale sia all'oscuro dei progetti

e si augura che anche queste opere siano frutto della fantasia di Moscherini. La caduta del governo Prodi e il probabile ritorno dell'attuale sindaco all'Autorità portuale hanno accelerato i tempi delle sue devastazioni, attraverso un modo di fare da "tarantolato". Un comportamento grave, secondo Manuedda, perché può produrre danni irreparabili alla comunità. Una concezione del potere che, magari, di fronte ad una buona convenzione e qualche milione di euro nelle casse del Comune, potrebbe aprire le porte della città perfino ad una fabbrica di mine antiuomo. Per questo, secondo il consigliere dei Verdi, bisogna stare in guardia anche se certe uscite del sindaco sembrano fatte per divertire.
Da www.trcgiornale.it/news

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Non altre colate di cemento, ma un argine a Moscherini


Non c'è tregua, non c'è respiro. Il sindaco di Civitavecchia Gianni Moscherini mostra di continuo il suo disprezzo per la democrazia. Segue un comunicato del presidente della IV Circoscrizione di Civitavecchia.

"Ancora una volta, l'ennesima, apprendiamo dalla stampa che il Sindaco Moscherini in accordo con l'Autorità portuale, promuove incontri, fà accordi e conclude "affari" di competenza anche della IV circoscrizione bypassando l'organo decentrato, come se fosse il padrone assoluto di questo territorio.

Inizia così la nota del Presidente e dei consiglieri della IV^ Circoscrizione in risposta alle novità annunciate ieri dal primo cittadino in merito all’approdo alla Frasca.
Siamo indignati – affermano - ma soprattutto sconcertati che vengano fatte passare le legittime richieste di alcuni diportisti di costruire un porticciolo, ma che in realtà maschera l'unica vera esigenza di realizzare la vasca di colmata della quale i cittadini ed i frequentatori della Frasca proprio non ne sentono il bisogno, ma soprattutto che si tenti di far passare ciò come parte delle opere di compensazione! Egregio sindaco ci chiediamo se Lei è lo stesso sindaco che in campagna elettorale ha messo in risalto la necessità di collaborazione con le circoscrizioni, ma soprattutto vorremmo sapere se Lei è la stessa persona che appena un mese fa, quando la sua stessa maggioranza rappresentava una "spada di Damocle" sulla sua testa, ha chiamato a rapporto le quattro circoscrizioni chiedendo e promettendo alle stesse maggiore partecipazione e collaborazione, ma oggi, dopo un rimpastino di giunta che evidentemente la rende più sicuro, gli organi decentrati non le servono più.
Lo sfogo di Stefano Ballotari e dei consiglieri va avanti. Egregio Sindaco, così non si può proprio più andare avanti, ci chiediamo dove era la IV circoscrizione durante gli incontri "carbonari" che lei ha continuato e continua a promuovere guardandosi bene dall'invitarci.
Esprimiamo il nostro rammarico anche al Presidente Ciani con il quale si era iniziato un iter di incontri poi sfumati nel nulla e al quale chiediamo fortemente di non contribuire al massacro della costa e ad un confronto con l'unica istituzione di centro sinistra presente oggi sul territorio. Ribadiamo la nostra indignazione sui metodi assolutistici adottati dal Sindaco che ci appare più vicino agli interessi di un porto ancora radicato nel suo cuore più dell'interesse verso una città martoriata e violentata da uno scempio ambientale sempre più incombente sul nostro territorio. Il presidente e i consiglieri della IV circoscrizione, all'unanimità, dicono basta a tanta prepotenza e chiedono al sindaco e al Presidente dell'Autorità portuale un'incontro immediato con noi e con i cittadini tutti dichiarando in quella sede che i giochi ormai sono fatti e sono stati fatti passare sopra le nostre teste con trattative sconosciute ai più, ma che oggi apprendiamo essere esecutive: di questo passo Civitavecchia nel termine di sei mesi sarà distrutta!
Da www.centumcellae.it

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Un presidente operaio per Torre Valdaliga Nord


E così, pare che nei prossimi giorni il Bassissimo abbia deciso di effettuare una discesa a Civitavecchia, in visita a Torre Valdaliga Nord. A sorpresa, per restare al riparo dalle contestazioni.
Visto che ormai siamo una delle città-pozzo nero d'Italia, Berlusconi sentirà certamente l'aria di casa, qui.
Fonte

PS.
Chissà che accoglienza preparerà il "Rappresentante degli operai" Benedetti, auto-appellantesi strenuo difensore del comunismo vero.

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Biomasse

Rubate con rispetto
IL BLOG DI STEFANO MONTANARI - martedì 22 luglio 2008

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Francia, nuova fuga radioattiva, stavolta dalla centrale nucleare di Romans-sur-Isere

"PARIGI - Mentre infuria la polemica intorno alla centrale nucleare di Tricastin, teatro 10 giorni fa di un riversamento accidentale di acque contenenti uranio nei fiumi vicini, un nuovo episodio è stato reso noto oggi dall'Autorità francese per la sicurezza nucleare (Asn). Fuoriuscite di acque contaminate da elementi radioattivi, "senza impatto sull'ambiente", sono state registrate in un impianto della Areva a Romans-sur-Isere, nel dipartimento della Drome, anche questo nel sud-est della Francia.

A causa della rottura di una condotta nello stabilimento Fbfc, dove si produce combustibile nucleare destinato alle centrali elettriche e ai reattori utilizzati per fini di ricerca, un'imprecisata quantità di uranio è fuoriuscita all'esterno. L'Asn ha comunque precisato che si tratta di "poche centinaia di grammi" di sostanza fissile, e che "in base ai primi rilievi" non sussistono rischi di contaminazione delle acque giacché nella zona "il terreno è fortemente impermeabile", e "le falde freatiche sono situate troppo in profondità"; una squadra di esperti e di tecnici è stata comunque inviata sul posto per gli accertamenti del caso.

Si tratta della seconda fuga di liquidi registrata in due settimane dopo quella nella centrale di Tricastin (Vaucluse), che ha spinto il governo a richiedere la verifica delle falde freatiche situate vicino a tutte le centrali nucleari francesi. Dopo l'incidente infatti agli abitanti della zona è stato ordinato di non bere acqua corrente e di non mangiare pesce di provenienza locale; sono stati inoltre vietati l'irrigazione dei campi, i bagni nei corsi potenzialmente inquinati e gli sport acquatici in generale.

Da qui l'inchiesta ordinata dal ministro dell'Ambiente Jean-Louis Borloo su 58 impianti nucleari per fugare ogni timore sulle condizioni di sicurezza. "Non voglio che la gente sia sfiorata dal dubbio che venga nascosta o sottaciuta la benché minima situazione", ha affermato il ministro in un'intervista rilasciata al quotidiano francese Le Parisien.

Intanto l'Asn ha annunciato di aver trasmesso nei giorni scorsi un fascicolo alla procura di Carpentras, in seguito all'ispezione che ha rilevato "gravi irregolarità" nella tenuta degli impianti di Tricastin. "Sebbene non si tratti propriamente di un incidente nucleare, bensì di un malfunzionamento a livello della gestione della centrale, quando si lavora in ambito nucleare nessuna negligenza può essere tollerata. La trasparenza, inoltre, deve essere esemplare", ha osservato il ministro.

Nella notte tra il 7 e l'8 luglio, durante alcune operazioni di pulizia di una vasca di custodia, una soluzione contenente uranio si è riversata in due fiumi adiacenti al sito nucleare di Tricastin, gestita da due società filiali del gruppo Areva. Dopo un'inchiesta interna, Areva ha ammesso che all'origine dell'incidente c'è stata "mancanza di coordinamento" tra chi gestiva i lavori di sistemazione in corso nell'impianto e i responsabili delle attività di sfruttamento."

(18 luglio 2008)
Fonte: Repubblica.it

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It's Italy, baby


Da QualEnergia.it
"Rinnovabili in Italia nel 2007: cala la quota sulla produzione totale, ma eolico e solare confermano la loro ascesa. Un confronto anche con gli altri peasi dell'Unione Europea."

Come stanno le rinnovabili Italiane? E come reggono il confronto con quelle degli altri paesi europei? Un buon strumento per rispondere a queste domande sono le statistiche del GSE sulle fonti rinnovabili per il 2007, rese pubbliche mercoledì, che alleghiamo qui sotto.
Dei 339,9 TWh richiesti l’anno scorso si scopre che 49,4 sono venuti dalle rinnovabili mentre il resto da fonti tradizionali e da importazioni. Interessante notare come per la domanda di 339,9 TWh solo 319 siano andati ai consumi, le perdite di rete costano, infatti, ben 21 TWh. La potenza totale installata di impianti a fonti rinnovabili è, al 2007, pari a 22.307 MW.

Dalle rinnovabili - si legge nel rapporto - è venuto il 15,7% della produzione elettrica totale del nostro paese nel 2007, un dato tendente in calo rispetto agli anni scorsi, soprattutto per la forte diminuzione dell'idroelettrico: con 32,8 TWh di produzione lorda nel 2007, questa fonte ha registrato un calo dell’11% rispetto al 2006. Seguono, staccati di molto, biomasse e rifiuti [perché i rifiuti combusti sarebbero energie rinnovabili??! NDR] ( 6,9 TWh), geotermia ( 5,5 TWh) ed eolico (4 TWh).
Per il solare la cifra riportata parla solo di 39 GWh di produzione lorda. Eolico e solare, va comunque sottolineato, sono le due fonti che più crescono in termini di potenza installata dal 2006 al 2007: sono aumentati rispettivamente del 42,2% e del 92,8%.

Nel rapporto anche qualche dato disaggregato per regione. La regione con più potenza e produzione solare, si scopre che è il Trentino-Alto Adige, mentre il primato nell’eolico spetta alla Campania per potenza installata, ma alla Puglia per produzione, e la Lombardia è invece prima nell’idroelettrico.

A livello europeo altri dati su cui riflettere: la produzione complessiva nei 15 paesi da fonti rinnovabili è pari 488,4 TWh. In Germania, paese leader, si producono 99 TWh. Per il solare il vantaggio dei tedeschi è impressionante: dei 4,46 TWh prodotti in Europa, ben 4,3 sono prodotti in terra teutonica, il 92,63%. Anche per la produzione eolica la Germania, è in testa con 39 TWh, la Spagna segue con 29 TWh, staccati di molto gli altri. Per quanto riguarda il rapporto tra produzione totale di elettricità e fonti rinnovabili a guidare la classifica c’è invece l’Austria dove ben il 61,9% dell’energia prodotta viene dalle rinnovabili (da noi come detto è il 15,7%, stessa percentuale della Germania), seguono Svezia e Portogallo, ripettivamente 51,3% e 37,6.

21 luglio 2008

Clicca qui per il PDF del rapporto GSE

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"Tra 10 anni energia Usa 100% rinnovabile”


La sfida di Al Gore: "Tra 10 anni energia Usa 100% rinnovabile”
18 luglio 2008 – “L’America ha solo dieci anni di tempo per salvare la Terra”. È l’appello lanciato oggi dall’ex vice presidente Usa Al Gore, prima premio Oscar per il documentario sull’effetto serra “Una verità scomoda”, poi Nobel per la Pace insieme all’Ipcc dell’Onu per il contributo alla lotta ai cambiamenti climatici.


Ieri Gore è tornato alla ribalta dei media con una sfida lanciata (guarda il video) al futuro inquilino della Casa Bianca: porre le basi per arrivare a produrre il il 100 per cento dell’energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2018.

Come fare? Mandando in soffitta i “carburanti di origine fossile” e puntando su sole, vento e geotermia. Citando studi recenti, Gore ha affermato che queste fonti energetiche hanno il potenziale per coprire il fabbisogno energetico del Paese, favorite non solo dalla riduzione del loro costo, ma anche e soprattutto dal parallelo aumento del prezzo del petrolio.

Un obiettivo difficile, ammette: “So che mi contesteranno e mi tacceranno di ingenuità – ha sottolineato – ma lo faranno solo per difendere lo status quo, senza curarsi del prezzo che dovremo pagare in futuro”.

Il profeta Gore rievoca la sfida di John F. Kennedy, che nel 1961 promise di portare l’uomo sulla Luna. Questa volta la sfida non si trova nello spazio, ma sulla Terra. Per ribadirlo Gore cita Neil Armstrong: “Dopo la conquista della Luna, la nostra nazione deve fare un altro passo, un passo gigantesco nei confronti dell'ambiente”.
Fonte: ZeroEmission.Tv

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"Nell'anno 2007 l'economia tedesca e' cresciuta del 2,5% mentre i consumi di energia da combustibili fossili in Germania sono diminuiti del 5,6%"


Da Ansa.it

(ANSA) - ROMA - Germania sempre piu' lanciata nel settore delle rinnovabili. Di recente e' stato inaugurato il piu' grande ''campo solare'' del mondo: e' il Waldpolenz Solar Park, realizzato su un vecchio aeroporto di Leipzig, nella Germania dell'Est, che si estende per 110 ettari. La centrale che sta per produrre 24 megawatt di elettricita', entro il 2009 arrivera' a 40 megawatt, alimentando almeno 10.000 case e consentendo di risparmiare ogni anno almeno 25.000 tonnellate di carbonio. E il fenomeno non si limita a Waldpolenz. Anche Leipzig ospita 3 dei 50 campi solari piu' grandi del mondo. E l'economia della zona - solo fino a pochi anni fa depressa - sta decollando. Perche' i tedeschi non si limitano a istallare pannelli fotovoltaci, ma sviluppano in proprio le tecnologie innovative, che poi esportano. Nell'anno 2007 l'economia tedesca e' cresciuta del 2,5% mentre i consumi di energia da combustibili fossili in Germania sono diminuiti del 5,6% a dimostrazione del fatto che sviluppo economico e sostenibilita' ambientale non sono necessariamente incompatibili. Il governo tedesco dichiara di voler tagliare del 40% le emissioni di carbonio entro il 2020. Un obiettivo che e' il doppio di quello che si e' data l'Unione Europea. L'innovazione tedesca, infatti, si e' sviluppata in due diversi settori: da un lato le tecnologie che consentono una maggiore efficienza energetica e, quindi, un minor consumo assoluto di energia. Dall'altro nuove tecnologie nel campo delle energie rinnovabili, in particolare dell'energia solare dove la Germania risulta essere leader mondiale e il maggiore esportatore di tecnologia del settore. (ANSA). Y72
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Lorenzo Cherubini alias Jovanotti: ignoranza o malafede?

Un comunicato dei NoCoke Brindisi, che fa giustamente luce su una vicenda che alimenta dubbi sull'onestà intellettuale di Jovanotti.
Il nostro ha infatti accettato di farsi "patrocinare" dall'Enel il suo corrente tour italiano. La Società, infatti, promette di piantare N alberi per compensare le emissioni di CO2 provocate dal consumo energetico dei concerti del cantante.
In cambio, grazie all'esposizione in associazione con l'"equo e solidale" Jovanotti, ricava una bella "ripulita" all'immagine. In qualche modo, in senso lato e ovviamente non punibile dalla legge, si tratta di una dinamica assimilabile a quella del riciclaggio di denaro sporco.
Non sarebbe stato ben più coerente, meno paradossale, usare elettricità da energie rinnovabili?

"No Coke Brindisi: ma Jovanotti lo sa?"

Tutto è pronto per accogliere Jovanotti nella tappa di Brindisi del suo tour musicale “Safari".

Da un comunicato di Enel si apprende:

“L'Enel sostiene il Safari Tour di Jovanotti con un progetto ambientale, in collaborazione con AzzeroCO2, che prevede la forestazione di alcune aree urbane per compensare le emissioni prodotte dai concerti e la distribuzione di lampade a basso consumo…"

Ecco qui il beffardo paradosso, l'Enel pianta alberi (e pretende anche di farsi una pubblicità positiva) per far assorbire le emissioni che essa stessa produce.

Infatti, è appena il caso di ricordare che la società elettrica detiene ancora la MAGLIA NERA come maggior produttore, con la centrale di Brindisi Sud-Cerano, di CO2.

Di questo ne è a conoscenza Jovanotti?

“Il Safari Tour 2008 – continua il comunicato - è quindi un impegno concreto e tangibile di Enel e Jovanotti alla lotta al cambiamento climatico. Un nuovo modo di fare musica senza dimenticare l'importanza del rispetto per l'ambiente e l'amore per la natura."

Farebbe piacere a tutti che il famoso e bravo cantante dal palco di Brindisi - distante pochissime centinaia di metri da dove l'Enel scarica 8 milioni di tonnellate di carbone l'anno – lanciasse un monito anche al suo sponsor (l'Enel) che dal momento che annuncia i suoi molteplici impegni a favore dell'ambiente ed anche ad utilizzare “prodotti a basso impatto ambientale" lo facesse realmente, ad esempio, cominciando da Brindisi.

Ma lo sa Jovanotti che a Brindisi l'Enel e' il maggior inquinatore ed è da anni causa di gravi conflitti sociali come, del resto, ovunque ha le sue centrali?

Non si discute la bravura di Jovanotti artista e musicista, ma dall'uomo aspettiamo un segnale dal palco di Brindisi che è, del suo sponsor Enel, emblema e vittima della “invadenza" e mancanza di rispetto verso i cittadini del colosso energetico.

Brindisi, 20 Luglio 2008

NO_COKE_BRINDISI

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19 luglio 2008

UE boccia la centrale a carbone nel Sulcis

Da greenreport.it
"Commissione Ue ferma progetto centrale a carbone del Sulcis
Motivazione: ritiene che gli incentivi previsti dallo Stato per la sua realizzazione possano essere lesivi della concorrenza"

LIVORNO. Nato per rispondere alla forte protesta dei minatori che non volevano la chiusura delle miniere di carbone del Sulcis (erano gli anni del primo governo Prodi) il progetto della centrale elettrica alimentata a carbone è ancora al palo. La Commissione europea ha infatti fermato il progetto della nuova centrale a carbone del Sulcis, perché ritiene che gli incentivi previsti dallo Stato per la sua realizzazione possano essere lesivi della concorrenza. Ma senza l’ausilio della finanza pubblica le imprese che dovrebbero partecipare alla gara per la costruzione e la gestione, non si fanno avanti. Quindi l’empasse è per il momento assicurata, dato che la Commissione europea che ha dato lo stop agli aiuti statali ha avviato a proposito un’indagine formale e invitato l’Italia a «sospendere immediatamente qualsiasi azione che conduca all’ulteriore avanzamento del progetto come previsto fino a d oggi».

Il progetto della centrale prevede un ciclo integrato tra l’estrazione del carbone e l’impianto per produrre energia alimentato dal combustibile fossile, un modo per valorizzare la miniera, dato che il recupero economico dei costi si avrebbe soprattutto con la produzione di energia elettrica. L’energia verrebbe poi venduta sul mercato a prezzi maggiorati (grazie agli incentivi statali), mentre le imprese sarde potrebbero ottenere sconti sulle tariffe. Ed è su questo che si sono concentrate le obiezioni della Commissione, perché potrebbe «dare un vantaggio competitivo non dovuto al nuovo impianto, che riceverebbe un aiuto operativo, e anche ai consumatori finali, che avrebbero la possibilità di comprare elettricità a prezzi artificialmente bassi».

Una bocciatura che già era stata data due anni fa sempre dalla Commissione europea e che torna oggi perché gli incentivi statali permangono nel progetto. Una vicenda che mette in evidenza il paradosso della politica energetica di questo paese, che continua a dare incentivi statali destinati alle fonti energetiche rinnovabili a progetti che di rinnovabile non hanno assolutamente niente. Difficile infatti considerare il carbone che è la fonte maggiormente responsabile delle emissioni di anidride carbonica una energia da incentivare, quando poi dovremo pagare in bolletta le multe per lo sforamento dei limiti alle emissioni che ci sono stati assegnati in base al protocollo di Kyoto. Ancora più paradossale il fatto che tutto questo avvenga in una regione come la Sardegna in cui si blocca lo sviluppo di energia eolica perché accusata di rovinare il paesaggio dell’isola.

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