Riceviamo e pubblichiamo
Siamo vivamente preoccupati dal fatto che il Piano energetico regionale non indichi un chiaro percorso di diminuzione dell’utilizzo delle fonti fossili e di aumento dell’energia risparmiata, per maggiore efficienza dei prodotti e per innovazioni nei processi produttivi, e della quota di energia proveniente da fonti rinnovabili.
Come sapete l’Unione Europea ha indicato precise priorità, in tal senso, che non si ritrovano nella proposta in discussione nella regione Lazio, che considera essenzialmente la produzione elettrica che è una quota inferiore al 20% dei consumi energetici complessivi, riferendosi invece in via marginale ai settori di maggiore impatto (trasporti, industria, agricoltura). Riteniamo infatti che il Lazio, e più in generale il nostro Paese, avrebbe tutto da guadagnare, in termini di risalita dal declino nel quale si trova per più fattori, dall’accelerare l’adozione di processi innovativi. Non soltanto perché rinviare gli obiettivi del protocollo di Kyoto e le modifiche urgenti e mature nei settori a maggiore impatto energetico ci costerà molto di più tra qualche anno quando ci troveremo di fronte Paesi che si sono mossi per tempo su queste strade (Il Rapporto Stern indica in una percentuale oscillante intorno all’1% del Pil il costo attuale della lotta al cambiamento climatico, che salirebbe al 5-6% tra qualche anno). Ma perché, nell’immediato, implicherebbero una finalizzazione delle risorse finanziarie a favore della ricerca, della valorizzazione delle conoscenze, della qualità e quantità di lavoro impiegabile. Tutti gli scenari indicano, infatti, grandi potenzialità in tal senso, qualora si imboccasse la strada del cambiamento e si superasse la miopia e l’inerzia delle élites di Confindustria e del Governo.
La decisione, poi, del Governo di riprendere la produzione di energia elettrica con la fonte nucleare, si rivela molto poco seria, sia perché il costo del kWh nucleare è talmente elevato (se consideriamo i processi di decommissioning e la protezione dei rifiuti) da porlo fuori mercato e da richiedere massicci finanziamenti pubblici, sia perché la costruzione delle centrali richiede un tempo tale che non si può in alcun modo pensare che tale produzione influisca sulla sicurezza energetica del Paese. Sia perché l’esempio della Francia (la maggiore consumatrice di petrolio dell’Unione e lo stato con minore flessibilità e maggiori costi nella produzione elettrica) indica gi errori della scelta; senza qui richiamare l’orrore democratico della militarizzazione dei siti e dei rischi di guerra per poter disporre di un minerale che diventerà sempre più raro. L’intento del Governo serve solo a rianimare un po’ l’industria degli appalti e i produttori di cemento e acciaio. Un misero esito che richiederebbe, proprio nel PER del Lazio una decisa presa di posizione e l’apertura di un conflitto serio per evitare manomissioni irreversibili del territorio e dell’integrità fisica e della salute dei propri cittadini.
Può il Per del Lazio essere l’occasione per avviare la grande sfida della transizione dall’energia fossile e nucleare all’energia solare ?
E’ la domanda cui chiediamo si risponda.
Otherearth (un mondo altro forum energia ricerca)
8 febbraio 2009
"Piano energetico regionale - Appello di Otherearth ai Consiglieri dei Gruppi di sinistra della regione Lazio"
La potenzialità del solare in Italia. Perle ai porci?
Riportiamo un interessante articolo comparso su News Italia Press
"Roma - L'Italia è il secondo Paese del mondo che si candida, nel settore del fotovoltaico (ovvero lo sfruttamento dell'energia solare volto alla produzione di energia elettrica), a poter garantire elettricità realmente competitiva con le fonti fossili. È quanto ha stabilito uno studio della McKinsey Global Foundation, in cui il Bel Paese è indicato come una delle due nazioni più vicine alla cosiddetta "grid fotovoltaico1.jpgparity" fotovoltaica, cioè a quel punto di pareggio in cui una cella solare, colpita da raggi solari, riesce a produrre elettricità a costi uguali, o persino inferiori a quelli prevalenti di mercato.
Nonostante l'Italia abbia le tariffe elettriche più care del 30% rispetto alla media europea, essa ha anche un forte irraggiamento naturale, avendo una particolare esposizione al sole.
Di questi e altri temi si sta discutendo da ieri anche alla prima edizione della Conferenza dell'Industria Solare a Roma, che ha come obiettivo quello di far incontrare i più importanti operatori del settore (esperti industriali e commerciali, soggetti finanziari, associazioni, istituzioni, agenzie pubbliche, università e centri di ricerca in ambito internazionale) per fargli ampliare i confini del proprio business e condividere informazioni e innovazioni per lo sviluppo del mercato. La conferenza è stata ideata da Solarpraxis, un'azienda berlinese leader nella comunicazione della tecnologia solare in Germania, in collaborazione con Ambiente Italia, società che vanta una vasta esperienza nella ricerca e progettazione ambientale.
"La conferenza - ha dichiarato Raffaele Piria, direttore per lo Sviluppo Internazionale a Solarpraxis e vicepresidente di Estif (European Solar Thermal Industry Federation) - sta andando molto bene, abbiamo avuto più di 500 partecipanti. C'è un grande interesse sul tema in Italia. Il Bel Paese ha fatto molta strada nell'ultimo anno, sia nel solare termico che produce calore che nel fotovoltaico che produce elettricità. A livello di megawatt prodotti c'è stata una quintuplicazione negli ultimi anni ma a livello di potenza installata pro capite l'Italia è ancora indietro rispetto ad altre nazioni, ad esempio Austria e Grecia. Più di altri Paesi in tema di fotovoltaico per l'Italia ci sono però condizioni molto favorevoli, ma persistono delle difficoltà burocratiche. La previsione più rosea per il futuro è di 400-500 megawatt di nuova potenza, pur sempre quattro volte meno della Germania, dove tra l'altro le condizioni metereologiche sono più sfavorevoli. Come condizioni favorevoli in Italia intendo i contributi economici destinati al conto energia e le detrazioni a favore delle aziende".
Lo sviluppo dell'energia fotovoltaica in Italia sta avvenendo in tempi molto veloci, ma per certi aspetti il nostro Paese è ancora indietro rispetto ad altre nazioni dell'Unione europea, soprattutto a livello burocratico. Con lo scopo di agevolare il mercato italiano nel suo sviluppo è sceso in campo il GIFI, Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane. "Se confrontiamo il mercato del fotovoltaico italiano con quelli della Germania e della Spagna, fino al 2008 leader mondiali del settore - ha spiegato Federico Brucciani, Communication Officer del GIFI - esso appare in ritardo. Ma la Spagna a partire dal 2009 ha approvato una legge che penalizza gli incentivi per le energie rinnovabili e anche in Germania sono diminuite le tariffe del settore. Dunque l'Italia ad oggi sta assumendo una posizione di rilievo per il mercato fotovoltaico in Europa. Ci sarà un fiume in piena di pannelli fotovoltaici istallati e verrà aumentata anche la quota destinata alle energie rinnovabili, in linea con quanto stabilito nel Protocollo di Kyoto e nel cosiddetto "Pacchetto 20-20-20" dell'Ue su clima ed energia.
Quello del fotovoltaico italiano è un mercato in crescita, non solo a livello di vendita ma anche di produzione, distribuzione, per tutta la filiera insomma. C'è un alto interesse da parte degli investitori stranieri verso l'Italia, sono numerose le aziende straniere che vogliono aprire loro sedi nella penisola.
In Italia però ci sono ancora colli di bottiglia a livello amministrativo e burocratico. Il GIFI, Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane, sta lavorando con le istituzioni proprio per abbattere i problemi che esistono sul mercato italiano. È necessario - ha concluso Brucciani - migliorare ad esempio gli strumenti finanziari che offrono le banche per l'accesso al credito delle aziende e in questo senso Gifi e Intesa San Paolo hanno stipulato un accodo che prevede condizioni vantaggiose per le imprese. Inoltre il prossimo 5 marzo al Salone "Energethica" di Genova stiamo organizzando un convegno dal titolo "Il fotovoltaico nel 2009: prospettive di sviluppo e strumenti finanziari" che servirà a comprendere meglio quali potranno essere le strade per migliorare gli strumenti finanziari legati al settore delle energie rinnovabili e come poterli differenziare in particolare per il mercato fotovoltaico.
In tema di fotovoltaico ed energie rinnovabili si stanno muovendo anche le Camere di Commercio italiane all'estero. In molte partecipano anche per quest'anno al progetto "Sviluppo di energia da fonti rinnovabili", giunto alla quarta annualità. Il progetto nasce con l'obiettivo di sensibilizzare i Paesi esteri sul grado di sviluppo del settore energetico in Italia e aiutare le piccole e medie imprese italiane ad avviare rapporti internazionali di interscambio tecnologico e industriale. Sull'argomento sono intervenuti qualche tempo fa alcuni segretari generali delle CCIE (fonte dichiarazioni: www.assocamerestero.it), che hanno spiegato il ruolo che le imprese italiane impegnate nel settore energetico possono giocare nel territorio di loro competenza.
Come ha affermato Giovanni Aricò, Segretario generale Camera di Commercio Italiana di Madrid, "l'industria spagnola delle energie rinnovabili ha avuto, negli ultimi anni, un forte incremento anche grazie agli aiuti legislativi, in particolar modo nei sub-settori del fotovoltaico e dell'eolico. Parallelamente, la domanda in questi settori è enormemente cresciuta grazie ai numerosi investimenti realizzati dai privati, ad esempio, nell'applicazione del fotovoltaico all'edilizia. L'industria Italiana del settore ha conseguito altresì un enorme progresso sia nell'innovazione tecnologica che nella produzione attestandosi come una partner molto interessante soprattutto nel campo delle energie ottenute da biomasse e in quello della componentistica per l'assemblaggio di pannelli e strutture utilizzate nel fotovoltaico. Questa situazione ha evidenziato una certa complementarietà tra le industrie dei due paesi, per la specializzazione in funzioni diverse della stessa filiera produttiva (nel fotovoltaico), nonché per lo sfruttamento di fonti rinnovabili differenti (eolica e biomasse). Tale complementarietà, quindi, apre le porte a grandi prospettive di interscambio commerciale tra imprese italiane e spagnole nei prossimi anni".
"Anche nel Regno Unito e soprattutto in Scozia - ha aggiunto Helen Girgenti, Segretario Generale della Camera di Commercio italiana di Londra - esistono le condizioni ideali per lo sfruttamento di energia eolica e marina, proveniente dalle correnti. Le imprese italiane se da un lato possono acquisire il know how inglese per riproporre anche in Italia soluzioni simili, dall'altro possono sicuramente stipulare accordi di collaborazione con aziende private o enti inglesi per la fornitura di tecnologie".
Per Giovanni Incisa di Camerana, Segretario Generale della Camera di Commercio italiana di Lisbona "in Portogallo il settore delle energie rinnovabili ha subito un grande impulso negli ultimi anni interessando una vasta gamma di fonti possibili: eolica, fotovoltaica, biomassa, onde del mare e geotermica. Nel campo delle energie eolica e fotovoltaica, esistono in questo paese i più grandi impianti di Europa. L'APER, associazione italiana dei produttori di energie rinnovabili, ha partecipato ai seminari realizzati a Lisbona nel 2007 e nel 2008 avendo così avuto modo di verificare lo "stato dell'arte" del settore e le possibilità di collaborazione tra imprese italiane e portoghesi. Alcuni contatti tra imprese dei due paesi sono già stati realizzati nelle ultime edizioni di Ecomondo a Rimini, nonché nello scorso autunno presso la Fiera del Levante a Bari. L'Italia è già presente in Portogallo con l'ENI che detiene una quota importante nel capitale della GALP ENERGIA (33,4%) e l'ENEL che ha già realizzato investimenti nella Penisola iberica. Un esempio della collaborazione tra Portogallo e Italia ci è altresì dato dall'apertura a Milano di una filiale di un importante costruttore portoghese di impianti eolici: la Martifer. Riteniamo pertanto di poter confermare che esistono per le imprese italiane concrete possibilità di collaborazione con il tessuto imprenditoriale portoghese, soprattutto nell'ambito della ricerca e dello scambio di tecnologie".
Per la Grecia ha parlato Marco Della Puppa, Segretario Generale della Camera di Commercio italiana di Salonicco. "Nonostante qualche difficoltà burocratica ancora esistente nel Paese ellenico, che porta ritardi nell'assegnazione delle licenze in alcuni campi - ha detto - le prospettive future per l'ingresso di altre realtà italiane nel settore sono concrete. Ad oggi sono già presenti sul territorio ellenico alcune delle principali imprese italiane del settore come Edison ed Enel, direttamente o tramite joint-venture grazie ad una serie di investimenti sulla produzione d'energia da gas naturale e da fotovoltaico, mentre Eni opera nel nord della Grecia per la distribuzione del gas per uso domestico. Il ruolo di queste grandi imprese è quello di fare da apripista per altre realtà italiane per nuovi investimenti soprattutto nel campo del fotovoltaico e dell'eolico al centro di una politica energetica del Governo locale".
Andrea Lotti, Segretario Generale della Camera di Commercio italiana di Zurigo ha infine dichiarato che "la Svizzera è un paese avanzato nello sviluppo delle energie rinnovabili, aiutato non solo da un sistema imprenditoriale dinamico ma anche da un sistema di incentivi pubblici premiante per le tecniche di sviluppo sostenibile. Il Sistema Italia nel suo complesso dovrebbe, quindi, cercare di assorbire e fare sua almeno in parte l'esperienza svizzera anche sotto il profilo degli incentivi e delle politiche pubbliche di intervento tese al risparmio energetico e alla coibentazione degli edifici pubblici e privati. Sul fronte imprenditoriale è sicuramente interessante per le imprese italiane stabilire delle partnership con imprese svizzere per avviare dei rapporti di import strategico e o per la realizzazione comune di investimenti sul suolo italiano nei settori fotovoltaico, eolico, geotermico e biomasse. Interessante anche la partecipazione comune a progetti INTERREG finanziati dall'UE o a progetti transfrontalieri per migliorare la capacità di sfruttamento delle risorse idriche".
3 febbraio 2009
Prossimi appuntamenti
MERCOLEDI' 4 FEBBRAIO - ore 18:00
Massimo Carlotto e Stefano Montanari presso libreria Feltrinelli presentano i libri
Perdas de fogu / Il girone delle polveri sottili.
Libreria Feltrinelli, via Appia nuova 427, Roma
http://www.stefanomontanari.net/index.php?option=com_content&task=view&id=1473&Itemid=1
VENERDI 6 FEBBRAIO - ore 17
Conferenza presso la Promoteca del CAMPIDOGLIO, Roma.
Interverranno i ricercatori Stefano Montanari e Antonietta Gatti, il Medico ISDE Giovanni Ghirga
e il Prof. Paul Connett.
Programma dettagliato:
http://www.sporchidamorire.com/convegnosporchidamorire/index.html
2 febbraio 2009
"In ricordo di Chehari Behari Diouf"
Comunicato dell'Arci Civitavecchia
In ricordo di Chehari Behari Diouf
02-02-2009 14:03
"Diouf , un immigrato senegalese, è stato ucciso da una mano folle per futili motivi. Sembra una “normale” storia di violenza, ma rappresenta invece un dramma complesso che non va dimenticato ma approfondito.
Era in Italia da vent’anni, aveva trascorso metà della sua vita nella nostra città ed era amico di molti civitavecchiesi. Le circostanze della sua morte ci lasciano profondamente scossi e ci spingono ad interrogarci sui motivi che hanno innescato una reazione così violenta in chi gli ha sparato. Vogliamo che la magistratura faccia presto chiarezza su questa triste e inquietante vicenda, e che sia fatta giustizia.
L’Arci di Civitavecchia vuole esprimere la sua solidarietà e la vicinanza al dolore dei cugini di Diouf qui in Italia, della famiglia in Senegal e della comunità senegalese, ricordando chi era Chehari Behari Diouf.
Diouf era un ragazzo che aveva scelto, come tanti suoi connazionali, di emigrare dal Senegal da giovanissimo affrontando le difficoltà che questa scelta comporta. A Civitavecchia si era battuto per vivere e lavorare con onestà. Era conosciuto in città per la sua attività, che dopo aver praticato porta a porta era arrivato a gestire – finalmente - in un suo banco al mercato.
Durante il suo percorso di vita in Italia ha avuto modo, attraverso l'Arci di Civitavecchia, di dare un ulteriore senso alla sua condizione di cittadino immigrato. Partecipò infatti, alla realizzazione di iniziative per favorire sia l'integrazione che la valorizzazione dell’identità culturale della comunità senegalese ( e più in generale africana) presente nella città. Con lui nacquero il progetto “Civitavecchia Città Cosmopolita” attuato tra il 1998 e il 2002, lo Sportello Immigrati, e una serie di eventi :incontri culturali (il Griot, la Korà!), cene etniche , che hanno fatto conoscere a molti civitavecchiesi la straordinaria cultura di Diouf e dei suoi connazionali.
Ma di Diouf va ricordato l'impegno e la costanza a voler perseguire, per se e per gli altri, la ricerca di una degna condizione lavorativa e sociale. Promosse con noi decine di incontri con l'amministrazione Comunale e i rispettivi Funzionari con lo scopo di definire una più utile e onorevole collocazione degli immigrati nel mondo del lavoro autonomo, nel commercio e nell’accesso agli alloggi popolari. Collaborò affinché le esigenze dei suoi concittadini trovassero nella nostra Associazione un punto di riferimento. Lo stesso Diouf era il primo mediatore per accedere ad una rete di sostegno culturale, sociale e di assistenza legale. Era un nostro socio da 10 anni e ogni volta che poteva offriva il suo aiuto ai connazionali appena arrivati in Italia. La scelta di dare un contributo era un tratto fondamentale di Diouf; era un onesto cittadino straniero che voleva affermare la propria dignità .Questo va ricordato in aggiunta alla stima e alla simpatia che nutrivamo nei suoi confronti.
Diouf aveva una famiglia splendida con tanti figli che mandava a studiare per fargli avere un futuro diverso dal suo. Con i risparmi maturati negli anni aveva costruito una casa dignitosa in Senegal dove un giorno si sarebbe ritirato. La storia di Diouf è simile a quella di milioni di italiani che in passato sono andati per il mondo a cercare lavoro e fortuna. Ricordare chi eravamo e da dove veniamo deve farci riflettere di fronte agli stranieri oggi in Italia. Il mondo degli immigrati viene spesso presentato attraverso casi limite legati alla criminalità, alla violenza e all’emarginazione; raramente si parla dei milioni di stranieri che svolgono i lavori più duri dando un contributo fondamentale all’economia di questo Paese e delle tante famiglie che vivono integrate nelle città italiane.
Dietro ogni volto straniero c’è una storia come quella di Diouf, la storia di una persona che ha avuto il coraggio di lasciare la propria terra, pur di offrire ai propri familiari rimasti in patria la speranza di un futuro migliore. Crediamo che i cittadini stranieri meritano il rispetto che spesso non viene loro concesso.
Speriamo sinceramente che la morte di Diouf non sia legata al clima di sospetto e paura dello straniero che qualcuno vuole alimentare nel nostro Paese. Siamo convinti che questo clima sia solo in grado di perpetrare un circolo vizioso fatto di pregiudizi e atti di violenza deleteri per tutti. Crediamo inoltre che per contribuire alla costruzione di una società sana e armoniosa sia necessaria una vera conoscenza e un confronto sereno con il prossimo ed a questo ci dedicheremo con più convinzione nel futuro perché Diouf non venga dimenticato.
Occorre che la nostra comunità testimoni a Diouf ed alla sua famiglia una generosa solidarietà riconoscendogli i diritti di un cittadino esemplare. Come Arci saremo tra i promotori di una reale partecipazione al dramma della famiglia di Diouf e di tutta la comunità senegalese affinché non si sentano più soli in una terra che si dimostra troppe volte poco ospitale. Riteniamo che il Comune possa dare alla famiglia un concreto sostegno assicurandole un futuro dignitoso per il quale Diouf stava lavorando.
Sarà ricordato da chi lo conosceva come un simpatico e generoso amico che ti faceva sempre piacere incontrare."
Arci Civitavecchia
31 gennaio 2009
"'Informiamoci': UN APPUNTAMENTO PER CONOSCERE I TEMI CHE SCOTTANO RIGUARDO A SALUTE, AMBIENTE ED ECONOMIA."
Il convegno “informiamoci” ha centrato il suo obiettivo, presentando le novità su carbone e autostrada.
In tema di accordi con Enel sono state messe a fuoco le gravi responsabilità a carico di sindaci, assessori e consiglieri, privi del coraggio di esigere con azioni concrete il rispetto delle clausole del loro contratto, come l'abbattimento del 30% degli inquinanti, faticosamente ottenuto dai comitati. Però si riempiono la bocca con la parola “monitoraggi”, cioè vendono il loro consenso a farci fare da cavie e cercano complici.
Durante l'esposizione s'è capito che per comparaggio di partito sono tutti muti, sordi e ciechi e non tutelano più la salute e l’economia di questa terra, nascondendosi dietro l'alibi delle compensazioni. Gli inquinatori azzannano questo territorio dettando la legalità imposta dal denaro. Istituzioni compromesse e incapaci di difendere le popolazioni non servono ai cittadini preoccupati che non restano a guardare e si organizzano. L’incredulità iniziale è stata velocemente sostituita dall’esigenza di agire, rispetto a tante violazioni della legalità e ai silenzi colpevoli.
Il Comitato dei Cittadini Liberi ha illustrato la diffida inviata a tutti gli amministratori del Comune di Tarquinia che ”debbono ritenersi responsabili non solo nella qualità di pubblici amministratori ma anche personalmente in proprio, sia penalmente che civilmente di tutti gli eventuali danni che potranno derivare dall’esercizio della Centrale Enel di Torre Valdaliga Nord, alla salute pubblica, all’ambiente, all’agricoltura e alla imprenditoria in genere, con obbligo di risarcire tutti i danni diretti e indiretti a tutti gli aventi diritto.” Nei prossimi giorni la diffida verrà replicata negli altri comuni snaturati da Enel.
La parte dedicata al carbone s'è conclusa elencando le illegalità scoperte in tema di accensione, limiti emissivi, scarico del carbone, mancata riduzione degli inquinanti. Argomenti che saranno oggetto di dettagliate e mirate denunce penali e arricchiranno anche il fascicolo della petizione popolare al Parlamento Europeo che sta andando avanti.
La seconda parte del convegno, dedicata all'autostrada, ha presentato la devastazione di un altro pezzo di Bella Italia, causata da un inutile nastro d'asfalto ad alta velocità, che se realizzato degraderebbe la fertile Maremma da Capalbio a Tarquinia. Ad una prima analisi, sembrava che nel tratto toscano venisse compromessa una maggiore estensione di territorio e attività agricole rispetto al tratto laziale, con un apparente minor impatto rispetto ai territori di Tarquinia e Montalto. Ma per le popolazioni laziali è come la consolazione della mamma che in guerra ha perso solo un figlio invece di due. Subito però s'è capito la disparità di trattamento verrà colmata per dare anche a Tarquinia il secondo figlio morto in guerra. Ed ecco l'atto criminale di collocare nel centro abitato di Tarquinia, un'autostrada larga 25 metri più le scarpate, progettata per velocità di 140 km/h, con flussi di traffico – auto e TIR – aumentato dagli attuali 18.000 fino a 45.000 al giorno. Una roba mai vista. Anche in questo caso dobbiamo ringraziare Marrazzo e Mazzola che invece di rispedire al ministro Matteoli una simile porcata, lo sostengono dicendo la bugia che si tratta di un tracciato imposto dal governo. Anche Matteoli dice bugie per sostenere l'autostrada, come quella che la vorrebbe l'Europa: falso!. I Tarquiniesi da sempre hanno detto sì alla messa in sicurezza dell'Aurelia, quella che non vuole la SAT ma che l'ANAS ha realizzato in pochi mesi nel tratto Montalto-Tarquinia. Rapidamente, salvando molte vite umane e poco costosa: purtroppo questi sono tutti difetti per chi governa.
I comitati che avversano il progetto dell’autostrada si trovano uniti nel ritenere che è un opera inutile e costosa che sacrificherà molte cose a noi care per un mostro di cemento.
Per le famiglie di questo territorio la sottrazione di terra, la mortificazione delle aziende agricole sottraendo l’unica fonte di reddito è come fargli perdere il posto di lavoro. Ma per i ladri di futuro queste cose valgono poco e possono essere calpestate. Il fronte del no è compatto e forte di avere dalla propria, la ragione di tutelare il territorio, contro le speculazioni di uno sviluppo legato solo alla filiera del cemento.
I comitati, anche grazie all’appoggio di personalità storicamente a difesa della Maremma, come Nicola Caracciolo e Gianni Mattioli, apriranno la strada ad una battaglia legale e di resistenza non violenta, contro l’autostrada, per la sopravvivenza di questa terra meravigliosa, LA MAREMMA.
Il convegno si è chiuso con il rilancio del prossimo appuntamento di Informiamoci, sul tema dei rifiuti, sempre piu attuale, anche per colpa delle notizie apparse sui giornali, sull’ipotesi di utilizzare TVN come inceneritore, portando da queste parti rifiuti romani e forse anche campani. Far scivolare i problemi nell'emergenza è un trucco ormai noto, è un trabocchetto in cui non cadremo.
Comitato cittadini liberi
www.cittadiniliberi.blogspot.com
Esposto: Le operazioni di scarico del carbone a Civitavecchia sono effettuate in violazione della legge
Comunicato ai media
Esposto-denuncia deposittato in Procura dal Movimento No Coke Alto Lazio: le operazioni di scarico del carbone a TVN violano la legge(vedi anche qui)
[...]
- con decreto n.55/02/2003 del 24/12/03, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 16/1/2004 il Ministero delle Attività Produttive ha autorizzato l’Enel Produzione S.p.a. ai sensi dell’art. 1 del D.L. 7/2/2002 n.7, convertito con modificazione nella legge n.55 del 9/4/2002, alla conversione a carbone della Centrale termoelettrica di Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia, per n.3 sezioni della potenza elettrica complessiva di 1980 MW (allegato n.1);
- tra le prescrizioni riportate nell’allegato 2 sono indicate quelle della Regione Lazio ed in particolare quella di cui al punto 8 “adozione di sistemi che impediscono la diffusione delle polveri di carbone nelle fasi di approvvigionamento, manutenzione e stoccaggio;
- nella relazione istruttoria della Commissione per la valutazione dell’impatto ambientale (VIA) è previsto a pag. 16 che il carbone venga prelevato dalle stive delle navi mediante 2 scaricatori da 2000 t/ora ciascuno e venga trasferito attraverso una tramoggia sui nastri trasportatori chiusi completamente e automatizzati per finire nei carbonili completamente chiusi; a pag. 36 viene ribadito che le apparecchiature che verranno utilizzate per la movimentazione del carbone e delle ceneri saranno dotate di accorgimenti tecnici tali da evitare gli spargimenti di polveri nell’ambiente esterno (allegato n.2)
CONSIDERATO
che ai primi di novembre 2008 l’ENEL ha provveduto al primo approvvigionamento di carbone che è stato scaricato e movimentato dalle navi alla centrale senza rispettare le prescrizioni sopra indicate, bensì trasferito, nella quantità di circa 8000 tonnellate, dalle stive della nave su autocarri, i quali utilizzando la viabilità interna della centrale hanno scaricato il combustibile all’interno del carbonile;
- che dalle notizie apparse sulla stampa (v. Il Messaggero – Civitavecchia pag. 33) del 17/1/09 risulta che la medesima operazione è stata effettuata per cinque volte e che è previsto l’arrivo di una nave da 60 mila tonnellate (allegato n.3).
CONSIDERATO ALTRESÌ
- che secondo quanto dichiarato dall'ENEL e riportato dal decreto VIA 680/2003, pag.24: “il traffico di olio combustibile pari a circa 40 navi /anno da 50.000 DWT e 20 navi/anno da 100.000 DWT sarebbe sostituito da un traffico di carbone per 35 navi/anno da 130.000 DWT”... omissis... A fronte di un incremento del numero delle navi, si avrà una riduzione (-25) del numero di navi destinate all’esercizio delle centrali che verranno manovrate con rimorchiatori nel bacino di evoluzione;”
- che il cosiddetto “bacino di evoluzione” necessario alle manovre di accosto delle navi destinate alle banchine ENEL e alla darsena energetico-grandi masse è opera ricompresa nei lavori della darsena energetico-grandi masse autorizzati con decreto VIA 455/2002;
- che le dimensioni delle navi previste richiedono per il bacino di evoluzione, del diametro di 450 mt., che i fondali siano dragati fino al raggiungimento della profondità di –18 slm;
- che i dragaggi relativi alla darsena grandi masse, e quindi al bacino di evoluzione, non hanno ancora avuto inizio;
- che rispetto alle autorizzazioni, in particolare il decreto VIA 680/2003, e a quanto disposto dal TAR Lazio, sez. I ter, con sentenza n. 4731 del 16 giugno 2006 (allegato n.4), l'ENEL non poteva e non può, nell’ambito delle opere a mare connesse alla riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord, realizzare dragaggi eccedenti il limite autorizzato di 1.227.000 mc “quand’anche relativi a dragaggi previsti dal progetto Darsena Energetico Grandi Masse”;
-che per evidenti ragioni di sicurezza deve escludersi che prima del completamento dei lavori di dragaggio del bacino di evoluzione possano utilizzarsi per l'approvvigionamento della centrale le carboniere di tipo Capesize da 130.000 DWT indicate dall’ENEL in sede di VIA;
-che anche con l'utilizzo di navi carboniere di tipo Panamax da 60.000 tonnellate, come quella annunciata, con pescaggio superiore ai 12 mt, potrebbero, in assenza dei dragaggi previsti per il bacino di evoluzione, presentarsi analoghi problemi di sicurezza;
- che l'impossibilità di utilizzare le carboniere da 130.000 DWT e il conseguente ricorso a navi di stazza minore vanificherebbe, in ogni caso, la citata previsione, riportata nel decreto VIA 680/2003, relativa alla “riduzione (-25) del numero di navi destinate all'esercizio delle centrali” con conseguente aumento delle emissioni in atmosfera collegate al traffico navale;
I sottoscritti
VOLGONO ISTANZA
al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia di verificare se nei fatti esposti ricorrono ipotesi di reato ed in caso affermativo procedere nei confronti dei responsabili anche con provvedimenti di natura cautelare a tutela della salute della popolazione e dell’ambiente e per ripristinare la legalità eventualmente violata.
Chiedono di essere avvertiti di eventuali richieste di archiviazione per esperire i rimedi consentiti dal codice di procedura penale.
Movimento No Coke Alto Lazio
"Registro tumori: risposte e appello a tutta la società civile"
Comunicato
Il Coordinamento Nazionale dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio) e la Società Internazionale dei Medici per l’Ambiente (Civitavecchia) comunica che, in relazione alla richiesta di istituire un registro dei tumori nel comprensorio di Civitavecchia (Allumiere, Tolfa, Tarquinia, Santa Marinella, Cerveteri, Ladispoli), a tutt’oggi abbiamo ricevuto solo le seguenti chiare risposte:
Il Sindaco di Cerveteri, Gino Ciogli, plaude e ringrazia i promotori della richiesta di istituzione del registro tumori. Propone al Sindaco di Civitavecchia, sottolineandone l’urgenza in considerazione degli dati allarmanti posti a corredo della domanda, di convocare la Conferenza dei Sindaci ponendo all’OdG tale richiesta al fine di raccogliere il consenso dell’assemblea;
il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma e Provincia, Prof. Mario Falconi, esprime la necessità della istituzione di un registro dei tumori nell’interesse primario della tutela della salute dei cittadini;
il Direttore Generale della ASL RMF, Prof. Marco Biagini, dichiara la piena e pronta disponibilità a collaborare con il Dipartimento di Epidemiologia della ASL RM E, struttura indicata dall’Assessorato della Sanità della regione Lazio come competente a realizzare un sistema di sorveglianza epidemiologica attraverso sistemi informativi correnti ed a progettare e condurre studi ad hoc, anche attraverso monitoraggi biologici. La Regione indica che per il finanziamento di tale struttura DEVONO essere utilizzati i fondi disponibili per il programma dell’Osservatorio Ambientale di Civitavecchia.
Il Sindaco Moscherini, dal quale non abbiamo incredibilmente ricevuto alcuna risposta, DEVE mettere a disposizione le risorse economiche dell’Osservatorio Ambientale affinché possa essere intrapreso il censimento del cancro nel nostro territorio nell’interesse primario della salute della popolazione.
In Italia i tumori dell’infanzia hanno un incidenza che è il doppio di quella degli altri paesi europei ed una delle cause principali è l’inquinamento.
giovanni ghirga
Coordinamento Nazionale dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio)
26 gennaio 2009
Seconda edizione di "Informiamoci"
Giovedì 29 gennaio 2009
Tarquinia - Sala Sacchetti, via dell’Archetto
Programma della giornata:
ore 16,00
Cambiamenti climatici, catastrofismo e realtà.
Una “crisi” che il mondo scientifico continua a registrare.
Ormai è tempo di agire.
Raniero Maggini, presidente del WWF Lazio.
ore 16,25
L’Accordo-Quadro tra Regione, province e sin-
daci del comprensorio, ed ENEL S.p.A.
Vi diciamo ciò che i firmatari non vogliono farvi sapere.
Alessandro Manuedda, consigliere del Comune di Civitavecchia
Simona Ricotti, Forum ambientalista.
ore 16,50
Monitoraggi: perché non fidarsi.
La farsa dei controlli e dell’osservatorio ambientale.
Relazione di Ernesto Cesarini.
Un po’ di “musica e parole” con Gabriele Ripa
ore 17,15
Buon Viaggio (addio) ENEL.
Continua l’informazione
sul cambio del gestore di energia elettrica.
Ore 17,25
Accordo-Quadro.
Denuncia del “Comitato dei Cittadini
Liberi” contro il Sindaco di Tarquinia ed i consiglieri di mag-
gioranza.
Esposizione dell’avvocato Enrico Veneruso.
ore 17,45
Le industrie energetiche tra sviluppo e servitù.
Ce ne parla Mario De Giudici
Pausa e piccolo buffet
ore 18,25
Il corridoio Tirrenico.
Un tradimento verso i cittadini
e il territorio. Storia di una lotta contro un’inutile e dan-
nosa infrastruttura.
Valentino Podestà, architetto urbanista, Rete
dei Comitati per la Difesa del Territorio e Comitato Terra di Ma-
remma.
ore 18,40
Autostrada: non solo una presenza ingombrante.
Informazioni sulla relazione tra inquinamento e danno eco-
nomico per le aziende agricole interessate.
Un po’ di “musica e parole” con Gabriele Ripa
ore 19,00
Autostrada.
Il suo impatto distruttivo sul territorio ri-
chiede una grande mobilitazione.
Relazione del coordinatore
del “Comitato Amici della Maremma” di recente costituzione.
ore 19,15
Dibattito e conclusioni.
ore 19,59
Il gioco dell’uva.
Comitato dei cittadini liberi: la verità sull'Autostrada
Comunicato, riceviamo e pubblichiamo:
Autostrada: il sindaco di Tarquinia dichiara che l'autostrada è un'imposizione governativa ma i fatti non stanno così.
L'onestà intellettuale e l'assunzione di responsabilità sono doti che distinguono il buon amministratore dal ciarlatano. Il ciarlatano rozzamente oppone la sua ignoranza alle ragioni della verità, espressa da quanti sono liberi dai condizionamenti del potere. Il ciarlatano maschera la sua codardia con frasi scomposte e assalti d'ira insensata; privo di coraggio e protetto da compagnucci della sua risma, non difende più la popolazione e la sua terra da chi la violenta. Laddove trova resistenza minaccia ritorsioni. Chiedetevi se questo profilo calza con la vostra personale esperienza e se, scevri da pregiudizi, vi riconoscete qualcuno, spendete un po' della vostra energia e del vostro tempo per impedire ulteriori danni.
È vero che la striscia d'asfalto, inutile e costosa, è nei piani del Governo Berlusconi ed è vero che il Ministro Matteoli, pubblicamente e con sfrontata arroganza, ha ammesso di contrastare l'adeguamento dell'Aurelia che se realizzato impedirebbe la costruzione dell'arteria privata.
È vero anche che la legge detta "legge obiettivo" scavalca i comuni e permette al governo centrale di approvare e cantierare l'autostrada dopo l'accordo ma solo con il consenso delle regioni interessate.
La Regione Lazio, ha sempre, bocciato l'ipotesi dell'autostrada e approvato, con il consenso delle popolazioni, la messa in sicurezza dell'Aurelia, una soluzione definitiva che aveva fermato tutte le manifestazioni popolari sull'autostrada.
Pertanto è grande anche la colpa del Presidente della Regione Lazio, in primis quella di aver tradito, ancora una volta il territorio, senza vergogna.
Comunque, senza le delibere di sostegno al brutto progetto autostradale, votate dai consigli comunali di Tarquinia e Montalto, l'ex paladino dei deboli "Marrazzo" si sarebbe ben guardato dall'assentire ad un'opera da sempre rifiutata dalla Regione che, ancora, presiede.
Per bloccare la nuova autostrada sta crescendo il movimento che si oppone allo scempio della Maremma. Il Sindaco di Tarquinia tenta di nascondere la colpa, condivisa con il Consiglio Comunale, di aver detto sì danneggiando fortemente il nostro territorio. La delibera sblocca-autostrada votata dal Consiglio Comunale di Tarquinia calpesta la storia contraria scritta da generazioni di Tarquiniesi che invece, con senso di responsabilità, da sempre sostengono l'adeguamento dell'Aurelia. Il giorno 29 gennaio presso la sala Sacchetti della STAS, dalle Ore 16.00 Alle 20.00, verranno illustrate le iniziative in atto per fermare l'autostrada che fa scempio della nostra bella terra; autostrada costosissima, inutile e antieconomica; autostrada già rifiutata dall'Europa.
Comitato dei Cittadini Liberi
comitatocittadiniliberi@yahoo.it
www.cittadiniliberi.blogspot.com
Pestididi che trasformano le piante in killer di api
Una testimonianza shock della "superficialità con cui sono state concesse le autorizzazioni" per l'utilizzo di questo tipo di pesticidi. Come viene spiegato nel breve video visibile a questo indirizzo, i pesticidi neonicotinoidi uccidono un'ape nel giro di due minuti. E per ucciderla è sufficiente che l'insetto assuma l'acqua essudata dalla pianta che ha ricevuto il trattamento. Questo spiegherebbe in gran parte la morte del 40% delle api avvenuto negli ultimi due anni.
Chi e come ci tutela da tutto questo? Per noi che ormai conosciamo le dinamiche della politica e le conseguenze dell'ignoranza civica e del malcostume italiano, purtroppo, non c'è alcuna sorpresa.
23 gennaio 2009
A Civitavecchia si brucia già carbone. Ma senza autorizzazioni.
CIVITAVECCHIA:TVN DAL 22 DICEMBRE BRUCIA CARBONE SPORCO.
MA E' SENZA AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE, (AIA) SCADUTA IL 24 DICEMBRE: PREANNUNCIATE DENUNCE E PRESENTATE OSSERVAZIONI PER UN ALTRO PROCEDIMENTO
Il Forum Ambientalista, il Movimento No Coke Alto Lazio, i Consiglieri Comunali Alessandro MANUEDDA (Civitavecchia), Carlo AMICI (Allumiere), Marco TOSONI (Tarquinia), Giovanni DANI e Paola ROCCHI (S. Marinella) oltre al Delegato all'Ambiente del Comune di Ladispoli, Alessandro PUTERO, hanno presentato osservazioni e rilievi sul riesame dell'Autorizzazione Unica n. 55/02/2003 relativa alla centrale di TVN di Civitavecchia.
Nel presentare le osservazioni hanno fatto presente che il procedimento di riesame in itinere è da ritenersi superato dagli eventi, in quanto non assolve all'obbligo normativo di avviare il prescritto procedimento di rinnovo dell'AIA compresa nell'autorizzazione unica n. 55/02/2003 che, essendo stata rilasciata in data 24 dicembre 2003, ai sensi dell'art. 9, comma 1, del D.Lgs. 59/05, risulta scaduta a far data dal 25 dicembre 2008, ed hanno assunto impegno a denunciare tale situazione ai competenti organi giudiziari. Nelle osservazioni si sottolinea come il riesame dovrebbe costituire occasione per sanare le evidenti carenze che rendono l'autorizzazione della centrale non coerente e pienamente garante di quanto stabilito nelle normative europee, come recepite dalla legislazione nazionale. In particolare sono stati posti in evidenza una serie di inquinanti che non sono stati presi in considerazione o per i quali sono stati stabiliti valori non congruenti e/o superiori con quanto stabilito nella normativa vigente; la necessità, al fine di garantire sia la ratio, ovvero la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento, sia il dettato del D.Lgs 59/2005, che venga inserito nel decreto autorizzativo l'obbligo della comunicazione in tempo reale, agli enti di competenza, di ogni guasto che si venisse a verificare nell'area del sito di Torrevaldaliga Nord - tempo che l'ENEL, invece, vorrebbe quantificato in otto ore - e puntuali prescrizioni per le fasi diverse dal normale esercizio, nelle quali sono comprese quelle di avvio e di arresto dell'impianto e, naturalmente, al contrario di quanto sostenuto dall'Enel e Ministero dello Sviluppo Economico, anche le fasi di collaudo.
Inoltre è stato ribadito che, in dei limiti di emissioni degli ossidi di zolfo e delle polveri, tenuto conto che fase di riesame, debba venire trasformato in obbligo l'impegno, assunto dall'Enel nell'ottobre 2007, relativo alla riduzione del 30% tale aspetto è stato individuato dallo stesso Ministero dello Sviluppo Economico come "utilizzo delle migliori tecnologie disponibili".
Particolare rilevo è stato dato a come la messa in esercizio a carbone a far data dal 22/12/2008, comunicata da ENEL con nota 0046690 del 4/12/2008, si prefiguri, di fatto, come la messa in esercizio di un impianto la cui Autorizzazione all'esercizio risulta carente di misure e limiti obbligatoriamente previsti dalla normativa vigente, come d'altronde la decisione di sottoporre a riesame il decreto autorizzativo ha posto in innegabile evidenza.
Gli scriventi hanno concluso ricordando che, come rappresentato dallo stesso Ministero dell´Ambiente, nell'ambito nella Conferenza dei Servizi svoltasi il 18/03/2008 presso il Ministero dello Sviluppo Economico:
"Stante il perdurare del quadro sopra delineato, rimane elevato il rischio di esposizione a possibili procedure di infrazione a livello comunitario e della impugnazione diretta dell'autorizzazione medesima dinanzi la Corte di Giustizia dell'Unione Europea, da parte di qualunque cittadino dopo la messa in esercizio dell'impianto".
Ricorso a cui gli stessi si sono riservati di dare corso in tutte le sedi competenti, giudiziarie ed amministrative, nazionali ed europee, qualora perdurassero le evidenti carenze autorizzative e procedurali sopra descritte.
Vedi il testo completo contenente le Osservazioni