Comunicato dell'Associazione Antonino Caponnetto
"Cosa dice il sindaco Moscherini dopo l'ultima relazione della DIA che ha confermato le nostre preoccupazioni sulla presenza della mafia nel territorio?". A porre il quesito è l'associazione "Caponnetto" che ricorda le polemiche successive ad un convegno organizzato nelle scorse settimane dove erano stati espressi concetti analoghi. Leggi la nota. Le invettive, il turpiloquio, le reciproche accuse e finanche le intimidazioni indirette che hanno caratterizzato le reazioni alla vicenda dell'informazione di garanzia ricevuto dal Primo Cittadino sono emblematiche del degrado politico e della miseria etica e culturale in cui si avviluppa la classe politica cittadina, ma non solo.
Ci saremmo aspettati una riflessione approfondita sull'etica di coloro che amministrano la cosa pubblica, un'analisi sugli eventuali meccanismi perversi che sono, o potrebbero in futuro, radicarsi nel contesto economico locale e, soprattutto, un impulso al senso di responsabilità di quanti hanno l'onere del governo e della rappresentanza del territorio, ai vari livelli, nell'individuare gli anticorpi da attivare in seno alla società civile e nel tessuto economico cittadino per far fronte al crescendo di allarmi di cui è oggetto il comprensorio.
Un silenzio spettrale ha, invece, avviluppato il merito della vicenda, così come era accaduto con quanto emerso con la presentazione del nostro dossier reso pubblico nel convegno del 20 aprile scorso.
Non una parola di alcuno, infine, tantomeno del Primo cittadino, sui contenuti dell'ultima relazione presentata dalla Dia e relativa al secondo semestre 2008, in cui si legge testualmente: "Sul litorale nord della capitale (in special modo nei comuni di Ladispoli, Cerveteri, S. Marinella, e Civitavecchia) si riscontra la presenza di alcune ramificazioni dei sodalizi GALLO, MISSO, MAZZARELLA E VENERUSO, attivi nel narcotraffico. La potente alleanza MISSO-MAZZARELLA ha manifestato segnali di infiltrazione nelle dinamiche commerciali del porto di Civitavecchia, ove, a seguito dei numerosi sequestri operati nel porto di Napoli, si sta concentrando la maggior parte delle operazioni di sdoganamento dei container contenenti merce prodotta in Cina ed introdotta in regime di contrabbando".
Il contrasto alle infiltrazioni mafiose rappresenta un dovere civico, che diviene vero e proprio obbligo per quanti ricoprono incarichi pubblici e/o istituzionali.
L'ignavia degli amministratori e il vuoto istituzionale consequenziale all'inazione di questi ultimi, non possono costituire certo un alibi, per questo pensiamo sia necessario uno scatto di orgoglio civico da parte della società civile cittadina.
Per questo la nostra Associazione si farà promotrice di incontri con rappresentanze categoriali e sindacali operanti sul territorio per proporre, similmente a quanto fatto in Sicilia dal Centro Studi Pio La Torre in sinergia con le grandi organizzazioni sociali ed economiche, un patto per la legalità e la sicurezza che veda nell'azione congiunta di queste ultime un argine concreto a quella che ormai è una certezza da più parti denunciata, quella, appunto, delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel nostro territorio e della nefasta influenza di quest'ultima nei processi economici locali.
Associazione Antonino Caponnetto
4 giugno 2009
Mafia e camorra a Civitavecchia: cosa ha da dire Moscherini?
Aeroporto di Viterbo: studi sulle ricadute dannose
Pubblichiamo una nota del comitato tecnico scientifico di S.T.A.S.A. (Centro Studi Tuscia per lo Sviluppo e la Sicurezza del Trasporto Aereo nel rispetto dell'Ambiente)
"Il Centro Studi continua la sua intensa attività di approfondimento sull’impatto che produrrebbe sul nostro territorio una grande infrastruttura aeroportuale – in sedime T.Fabbri – a soli 2 km da Viterbo, in zona archeologica e termale, infrastruttura destinata ad accogliere, in prima battuta, tutti i movimenti aerei attuali di Ciampino (5 mln. passeggeri /anno), per giungere ad ospitare, a regime, fino a 20 mln passeggeri /anno.
Il presente saggio è il terzo di una collana iniziata con l’indicare - con una analisi scientifica multi criterio - il sito ideale (in Provincia di Viterbo tra Montalto di Castro e Tarquinia) qualora fosse stato risolutorio, per il sistema aeroportuale romano, realizzare un secondo grande aeroporto mirato ad ospitare tutto il traffico low cost destinato alla Regione Lazio e quant’altro (aspetto tutto ancora da verificare).
Ha fatto seguito a questo primo saggio, un confronto, in tema di emissioni nocive, tra la Centrale Elettrica a carbone di Torre Valdaliga Nord e il realizzando grande aeroporto di "Viterbo" (15 ottobre 2008). Con una successiva iniziativa il Centro Tuscia ha reso pubblico un elaborato scientifico, dal quale si desume quale potrebbe essere l’impatto ambientale sull’auspicato sviluppo delle terme e dell’agricoltura della prospettata realizzazione.
Alla luce dell’interesse suscitato – in particolare presso gli agricoltori viterbesi – da questo 2° studio che ha messo a nudo gli effetti di una imponente opera aeroportuale sul patrimonio agricolo e termale della Città dei Papi, S.T.A.S.A. ha ritenuto opportuno completare le proprie analisi con una approssimativa stima delle esternalità causate (rispettivamente per attività umane, salute e cambiamenti climatici) dalle emissioni aeroportuali, quantificate in danni economici. Sono stati selezionati i medesimi scenari del precedente studio sulle emissioni, diversificati dal numero di passeggeri annui ( 290.000 p/a; 1.000.000 p/a; 2.900.000 p/a; 5.800.000 p/a; 10.000.000 p/a; 20.000.000 p/a).
È importante precisare che questo 3° studio rappresenta solo una stima dell’ordine di grandezza delle esternalità causate dai danni e, inoltre, che i dati ottenuti riguardano la sola Italia, senza sommare i danni causati ai Paesi membri della U.E. Comunque detti costi risulterebbero sensibilmente inferiori qualora il grande aeroporto venisse localizzato nell’area territoriale compresa tra Montalto di Castro e Tarquinia (così come individuata dall’analisi multi criterio di S.T.A.S.A. - studio 1) in quanto sicuramente meno popolata ed ubicata lungo la costa per cui almeno la metà delle emissioni nocive, invece che su terreni e coltivazioni, si disperderebbe sul mare.
Tale studio andrebbe approfondito con analisi più dettagliate, nel caso fosse ritenuto di una certa utilità, per prendere decisioni definitive in materia di pianificazione aeroportuale. S.T.A.S.A. ritiene che le scelte strategiche mirate allo sviluppo economico e sociale della Tuscia debbano essere fatte in modo sistemico ed accompagnate dagli indispensabili approfondimenti tecnici.
Per fare un esempio, non si può da un lato dare un giusto segno di attenzione a favore del patrimonio agricolo nostrano affrontando il problema del cinipide galligeno, il parassita del castagno che ha colpito la Tuscia, senza considerare poi minimamente i danni che deriverebbero poi all’agricoltura da questa opera.
L’opera di S.T.A.S.A. nel rendere alla comunità viterbese e nazionale un contributo volontario e “no cost” di indispensabili analisi multi tematiche si concluderà, probabilmente entro l’anno in corso, con la pubblicazione e la stampa di un testo dedicato non solo a quanto fino ad oggi prodotto dal centro, ma contenente anche lineamenti progettuali di quella che potrebbe essere una realizzazione aeroportuale compatibile, se ubicata in sedime T.Fabbri ed, in alternativa, la prospettazione dell’area più adatta da impegnare – per la costruzione di un eventuale improbabile grande aeroporto (se ritenuto indispensabile da Stato ed U.E.) - dai minimi impatti ambientali/danni economici/costi per collegamenti ferroviari e stradali con la capitale.
Per accedere agli elaborati sopra menzionati si forniscono i seguenti link:
Studio 1 analisi multi criterio
http://www.csaeroportotuscia.it/download.php?view.1
Studio 2 impatto su terme ed agricoltura
http://www.csaeroportotuscia.it/page.php?15
Studio 3 stima esternalità (danni economici)
http://www.csaeroportotuscia.it/download.php?view.265
Inquinamento elettromagnetico: allergici ai dispositivi elettronici
Interessantissimo articolo da Repubblica.it del 19/05:2009.
RIUSCIRESTE a vivere una vita intera lontani da tv, cellulare, pc e altri apparecchi elettronici? Questa è una condizione che oggi viene scelta da milioni di persone, e non per scoprire romanticamente se stessi come nel film Into the Wild ma per fuggire a una malattia, la cosiddetta "elettrosensibilità". Secondo una stima dell'Organizzazione Mondiale della Sanità questo disturbo interessa dall'1 al 3% della popolazione mondiale, ma fino ad oggi non è mai stato riconosciuto come una patologia vera e propria.
Una ricerca svedese condotta dal dipartimento di neuroscienze del Karolinska Institute di Stoccolma dimostra però che esiste una forma di "allergia" alle onde elettromagnetiche emesse dagli apparecchi che usiamo ogni giorno. Il dottor Olle Johansson, che da 20 anni studia il fenomeno, è diventato una sorta di portavoce per tutti coloro che nel mondo si dichiarano elettrosensibili, persone che accusano emicranie, sudorazione, tachicardia, vertigini e stanchezza tutte le volte che ad esempio usano il cellulare o cuociono un cibo al microonde. "Una chiamata al telefonino un giorno mi ha portato alle convulsioni", racconta Sergio Crippa, membro dell'Associazione Italiana Elettrosensibili e coordinatore dei malati in Lombardia.
La Svezia, grazie al lavoro del dottor Johansson, è oggi l'unico Paese al mondo a riconoscere questo disturbo come forma di handicap e Paesi come Canada, Usa, Regno Unito, Svizzera stanno valutando l'ipotesi di riconoscere la malattia. Secondo lo studioso chi si dichiara elettrosensibile soffre di una forma di allergia vera e propria: in un articolo che verrà pubblicato in questi giorni sulla rivista "Pathophysiology", Johansson raccoglie i risultati di dozzine di studi condotti sul sistema immunitario umano e sull'iterazione tra questo e le onde magnetiche degli apparecchi elettronici. La sua speranza è che questa documentazione stimoli i politici a dettare nuovi limiti di sicurezza nello sviluppo delle tecnologie del futuro. "Si tratta di un rapporto che mette in guardia su rischi che tutti corriamo - spiega a PhysOrg. com - In una risoluzione UE del 4 settembre 2008, il Parlamento Europeo ha riconosciuto che l'esposizione ai livelli di radiazione deve basarsi su fattori biologici, non solo sugli effetti del surriscaldamento. Una posizione sottolineata anche da un rapporto dello scorso 23 febbraio".
Nel suo resoconto, Johansson spiega che il nostro sistema immunitario si è sviluppato in sintonia con nemici riconosciuti, e che non è pronto a fronteggiare gli "allergeni" elettromagnetici contenuti in segnali tv, onde radio, microonde di telefonini e WiFi, segnali radar, raggi-X e radioattività artificiale. Sarebbero questi i nuovi "nemici" del nostro corpo, di fronte ai quali ci troveremmo senza difese. Lo studioso svedese spiega anche che gli antigeni sono sostanze che portano il sistema immunitario a reagire in maniera eccessiva, fino a trasformarlo in un nemico per noi stessi, portandolo a danneggiare i tessuti locali e l'organismo in generale. Queste reazioni ipersensibili possono essere provocate, secondo lo scienziato, da interferenze ambientali impercettibili, che possono avere effetti disastrosi sul nostro equilibrio.
L'intensità del disturbo varia a seconda dei casi e Johansson è riuscito, nel corso dei suoi studi, ad analizzare le varie tipologie e a classificarle. Per farlo ha messo dei soggetti davanti a dei monitor, registrando in alcuni casi reazioni di rossore, prurito e infiammazioni gravi. Dopo una serie di prelievi di lembi di pelle, ha osservato la comparsa di fibre venose superficiali sottilissime, tipiche delle reazioni allergiche, e la migrazione di alcune cellule, i mastociti, capaci di liberare istamina, una sostanza che gioca un ruolo chiave in tanti processi immunitari, neurovegetativi e cardiaci. Secondo lui la percentuale di persone malate è più alta di quella dichiarata dall'OMS e oscillerebbe fra il 3 e il 10% della popolazione mondiale. Spesso, conclude, è proprio questa la causa di rallentamenti nella produttività sul luogo di lavoro.
La questione è ovviamente dibattuta e se da una parte l'Associazione Italiana Elettrosensibili e quella per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (MCS) lottano per vedere riconosciuta la propria verità, dall'altra le istituzioni non riconoscono i sintomi e la Società Italiana di Elettromagnetismo appoggia la posizione dell'OMS, che appunto considera la malattia una sorta di suggestione psicologica. "Mancano dati di laboratorio precisi - spiega il professor Guglielmo D'Inzeo, ordinario di Interazione bioelettromagnetica presso La Sapienza di Roma - e numerosi esperimenti "a doppio cieco" (né il paziente né il medico sanno se il campo magnetico è presente o no) hanno dimostrato che i pazienti non sanno distinguere tra quando le onde elettromagnetiche ci sono o meno. Pur avendo il massimo rispetto per chi lamenta tali disturbi, sono certo che non vi sia alcun legame tra questi e i campi elettromagnetici".
Secondo il dottor Angelo Levis, ex ordinario di Mutagenesi ambientale presso l'università di Padova e fondatore di Apple (Associazione per la Prevenzione e la Lotta all'Elettrosmog), il mancato riconoscimento della malattia è invece dovuto al conflitto di interessi tra la realtà istituzionale internazionale e le compagnie che gestiscono i servizi di telefonia mobile: "Questa situazione provocherà, nei prossimi anni, gli stessi danni che il tabacco ha fatto al '900 e la sua effettività è dimostrata da studi epidemiologici, geografici e dal lavoro di Johansson, che ha aperto uno spiraglio di luce per tutti malati. Ma finché i gestori di telefonia continueranno a finanziare la ricerca e le istituzioni, l'elettrosensibilità non verrà mai riconosciuta come tale".
(19 maggio 2009) Tutti gli articoli di Scienze
3 giugno 2009
Coordinamento dei Medici e Farmacisti su Marrazzo
"Finalmente, dopo più di quattro anni di equilibrismo verbale, di politichese ermetico e di furbesche promesse dilatorie, il Governatore MARRAZZO getta la maschera e lo fa in pubblico alcuni giorni orsono a Tarquinia non sapendo cosa rispondere al popolo inquinato al quale aveva fatto nel 2005, a pagina 52 del programma elettorale, questa promessa: “…occorrerà un intervento per impedire la riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia…”
Ma non c’è da sorprenderci più di tanto, infatti già il 6 febbraio 2006, a margine di un convegno sull’energia all’Università “La Sapienza”, il NOSTRO partorì un diktat esplicito e machiavellico: “non posso fermare il carbone… perché le procedure della riconversione di TVN sono ad uno stadio troppo avanzato e non è nei poteri della Regione bloccare i lavori in stato di avanzamento irreversibile”. La realpolitik va a braccetto con i poteri forti della finanza energetica, sotto l’occhio benevolo e benedicente del Presidente NAPOLITANO, che invita i sudditi del comprensorio (Ladispoli, Civitavecchia, Tarquinia e Montalto di Castro) a sacrificare per altri trent’anni il loro campanilismo anacronistico sull’altare del progresso tecnologico e dell’edonismo consumistico nazionale. Noi manifestiamo indignazione per il cinismo con cui la Regione sta gestendo le nostre vite, anteponendo al diritto alla salute (art. 32 della costituzione) i bisogni energetici (art. 43 della costituzione)… nel silenzio assordante del Ministro dell’ambiente PRESTIGIACOMO che ha tanto a cuore le sorti dei cittadini al punto di non proferire parola!
Ma il nostro (??) Governatore non è da meno. Quasi, si macchia del delitto di falsità ideologica poiché durante la campagna elettorale della primavera del 2005 tuonò da tutti i palchi, coram populo: “ribadisco il NO alla conversione a carbone”, con ciò illudendo e carpendo il voto a quasi 12.000 elettori che avevano già espresso un voto contrario all’inquinamento ulteriore da parte delle polluzioni dell’orrenda ciminiera di TVN.
La doccia fredda che Marrazzo ci ha gettato addosso non potrà soffocare il nostro risentimento per l’offesa alle promesse violate. E ci chiediamo:
1. egli è semplicemente un uomo di spettacolo che non sa distinguere la realtà fattuale dagli artefatti dei giochi politici di basso profilo?
2. è già caduto nella rete dei poteri forti e milita (armi e bagagli) nell’establishment dei palazzi d’oro, dove si baratta l’oro nero o il carbone “pulito” con la salute di centomila cittadini che da più di cinquant’anni pagano un tributo di lacrime e sangue sull’altare “delle magnifiche sorti e progressive” d’un popolo prono?
Noi, che non abbiamo posti di potere da conquistare né utopie populiste da soddisfare, chiediamo agli esponenti politici del centrosinistra di “gettare a mare” l’idolo falso e bugiardo insediatosi furbescamente sullo scranno più alto della Regione e di esprimersi senza infingimenti e senza eufemismi contro i tatticismi dilatori della compagine Marrazzo.
Come se non bastasse, stigmatizziamo anche il comportamento subalterno, omissivo, vacuo e verboso dei Signori Bonelli e Brachetti i quali, nel settembre 2005, lancia in resta e cuor di leone, tuonarono che “la conversione a carbone avrebbe leso il trattato di Kyoto e compromesso le agricolture a causa delle ricadute delle polveri inquinanti e del C02”; e che “Marrazzo e l’intera giunta diranno un secco ed inappellabile NO ad ogni ipotesi di utilizzazione del carbone”.
Ora siamo qui a costatare l’ennesimo flatus vocis delle Istituzione le quali, cronicamente e penalmente omissive riguardo ai controlli sul tasso degli inquinanti e dei relativi e frequenti sfondamenti dei parametri di legge, blaterano di coniugare il diritto alla salute con il diritto al lavoro, pur sapendo che senza il rispetto dell’ambiente e della qualità di vita ogni lavoro è inutile e specioso.
2 giugno 2009 “Festa della Repubblica ma non per tutti”
Coordinamento intercomunale dei Medici e dei Farmacisti per la tutela dell’Ambiente e della Salute
1 giugno 2009
Marrazzo contestato, offende le nostre città
Marrazzo: "Verranno fatti i monitoraggi, la salute verrà tutelata, ci sono le centraline dell'Arpa". Falso. Vergogna: a Tarquinia non esistono centraline dell'Arpa e il Presidente della Regione Lazio non lo sa.
Il 30 maggio, durante uno spettacolo nella Piazza del Comune a Tarquinia, il Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo è stato contestato da sotto il palco da alcuni Cittadini che gli hanno ricordato che non sta facendo nulla, mentre la centrale a carbone viene accesa in assenza di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), essendo quest'ultima scaduta
il 24 dicembre scorso. Marrazzo, che aveva già concluso il proprio intervento, ha cercato di gestire la situazione invitando sul palco un "No Coke", che è salito per un confronto. Il governatore però, dimostrandosi inaffidabile, non ha "concesso" il microfono al cittadino di Tarquinia, che ciò nonostante è riuscito ad avvicinarsi quanto basta per far riecheggiare nella piazza parole di denuncia per l'inerzia sua, e dei politici seduti in prima fila, per quanto accade a Civitavecchia: si sta bruciando carbone senza AIA e in contrasto con quanto prescritto dalla Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) e senza aver attivato l'Organismo di Controllo previsto dall'Autorizzazione Unica del 2003, per vigilare durante le fasi di collaudo. Marrazzo per tranquillizzare i presenti ha affermato che non c'è nulla da temere, che si faranno i monitoraggi, che ci sono le centraline dell'ARPA.
La verità è che non esistono centraline Arpa a Tarquinia e, fatto grave, il Presidente della Regione non lo sa.
La verità è che nonostante le tante denunce sulla mancanza totale di rilevamenti ufficiali da parte dell'Arpa, in un comprensorio così esposto all'inquinamento, non esistono dati sulla qualità dell'aria che respiriamo.
Tarquinia, per una questione di venti dominanti, rimane il paese più esposto all'inquinamento del carbone senza tutela nè tantomeno amministratori responsabili.
Le affermazione del Presidente della Regione hanno offeso l'intelligenza dei cittadini e mortificato la loro speranza di essere difesi dall'attuale amministrazione Regionale sul tema della tutela della salute e dell'ambiente.
La centrale è stata costruita e funzionerà in base ad una Valutazione d'Impatto Ambientale contestata a suo tempo anche dalla Regione Lazio che ne richiedeva addirittura una nuova; una Valutazione d'Impatto Ambientale piena di "lacune, anomalie e omissioni" come affermato dai periti del Tribunale di Civitavecchia che se ne sono occupati.
Questi sono fatti. Il resto è storia, quella che vede il Presidente della Regione Lazio primo firmatario degli accordi che hanno portato i sindaci del comprensorio ad accettare il carbone e i soldi, in nome di una tutela della salute e dell'ambiente che non c'è.
Gli accordi economici sono considerati dai cittadini, che ogni giorno vedono quel maledetto fumacchio del carbone, un tentativo di tacitare le popolazioni in nome delle ingenti somme che l'inquinatore sta riversando su una politica resa sempre più cieca dal denaro e dal potere.
Marrazzo ci ha offeso.
Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia
Movimento No Coke Alto Lazio
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30 maggio 2009
EX SINDACO DI CIVITAVECCHIA ALESSIO DE SIO CONTRO CITTADINA DI TARQUINIA: IL PROCESSO VA AVANTI
MOVIMENTO NO COKE ALTO LAZIO
Il processo andrà avanti.
La seconda udienza del processo intentato per diffamazione dall'ex sindaco di Civitavecchia Alessio De Sio, nei confronti di una cittadina di Tarquinia, và avanti con l'acquisizione delle prove, sia orali che documentali, richiesta dal Pubblico Ministero e dalla difesa dell'imputata.
Il Giudice ha aperto la seduta prendendo atto della rinuncia al mandato da parte del legale del sig. De Sio (ufficialmente è la seconda volta che cambia avvocato) e acquisendo l'avvenuta remissione di denuncia depositata il 27 Maggio u.s. presso la caserma dei Carabinieri di Napoli.
La lettera di remissione, già preannunciata nell'udienza del 21 Maggio, è stata ufficialmente data all'imputata per la lettura dei contenuti e, successivamente, il giudice ha chiesto se la remissione fosse accolta.
La lettera seppur realmente formalizzando la remissione delle querela esprimeva, però, considerazioni alquanto estranee alle mere intenzioni di remissione ed infarcite di concetti e di aggettivi gravi e inaccettabili, rivolti, peraltro, indiscriminatamente.
De Sio afferma, infatti, di rimettere la querela "suo malgrado", perché "a Civitavecchia non è possibile difendersi, perché in presenza di intimidazioni..forme di isteria..", motivazioni non accettabili che hanno determinato la non accettazione della remissione facendo sì che il Giudice procedesse con l'apertura del dibattimento.
La prossima udienza è stata fissata per il 2 Luglio 2009, alle 14,30, per sentire De Sio e un maresciallo dei Carabinieri di Civitavecchia e, contestualmente, visionare in aula la puntata di Annozero del 5 Aprile del 2007.
Il movimento No Coke Alto Lazio continuerà ad essere a fianco di Marzia presenziando il 2 Luglio alla terza udienza del processo.
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29 maggio 2009
G8: "Carbone e nucleare obsoleti, il solare è la nuova frontiera"
Da megachip
"Sarebbe utile approfittare veramente dell’occasione per impostare la costruzione di un sistema energetico a bassa emissione di CO2, alternativo a quello attuale. Perché è chiaro che non si può vivere di solo petrolio e che la stabilità del prezzo del greggio, posta al centro di questo G8, non è assolutamente la soluzione né per la crescita economica, né contro il cambiamento climatico".
Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente ha commentato i primi esiti del 'G8 Energia' che si è concluso ieri a Roma. "Gli investimenti
vanno attivati per la ricerca in efficienza energetica e le rinnovabili per un modello di sviluppo che, per altro, può e deve fare a meno del nucleare. Perché oltre ai pesanti rischi che l’energia atomica comporta, i costi per la realizzazione delle centrali sarebbero tali da assorbire tutte le risorse. Pianificare stanziamenti per il nucleare insieme a incentivi per le fonti pulite è come pretendere di avere la botte piena e la moglie ubriaca" - ha continuato Cogliati Dezza.
Una delegazione di Greenpeace ha manifestato davanti alla sede del meeting con 15 specchi, protestando contro il carbone e il nucleare "su cui sta puntando il governo Berlusconi" e invitando a investire nelle centrali solari a concentrazione (CPS), nuova frontiera dell'energia rinnovabile. "Le centrali a concentrazione possono fornire energia sicura su scala industriale per tutto il giorno ricorrendo a tecnologie di stoccaggio del calore" - ha spiegato Greenpeace che per l'occasione ha lanciato il rapporto economico e scientifico "Global CSP Outlook 2009" sul solare a concentrazione (CSP). Il solare a concentrazione - noto anche come solare termodinamico - produce calore ed elettricità usando centinaia di specchi per concentrare i raggi del sole a temperature comprese tipicamente tra 400°C e 1000°C. "L’intensa attività di ricerca e sviluppo degli ultimi 15 anni ha permesso il decollo della tecnologia che negli ultimi anni si è sviluppata rapidamente".
Dal rapporto - redatto assieme a Estella (European Solar Thermal Electricity Association) e SolarPACES - emerge che gli investimenti nel "solare a concentrazione" supereranno i 20 miliardi di euro al 2015 e che il settore potrà dare lavoro nel mondo a circa 90mila persone nei prossimi cinque anni. I maggiori progetti in via di realizzazione sono in California e Spagna che prevede di raggiungere 10 GW di potenza entro il 2017, una cifra molto elevata. "Il costo dell’energia elettrica prodotta da centrali solari a concentrazione è in diminuzione. Mentre i costi di generazione della fonti rinnovabili continueranno a essere sempre più competitivi, il prezzo delle fonti fossili, invece, continuerà ad aumentare, sia a causa dell’esaurimento delle risorse che del costo crescente delle emissioni di CO2" - sostiene Greenpeace. Per questo - secondo l'associazione "puntare su carbone e nucleare - come sta facendo il governo Berlusconi - è una strategia ‘killer del clima’ e che rischia di far perdere all’Italia un’importante occasione di sviluppo economico". Greenpeace ha chiesto di "fissare obiettivi vincolanti per lo sviluppo delle rinnovabili" e di promuovere la diffusione delle nuove tecnologie nei Paesi in via di sviluppo.
inseguitore-solareAl termine del suo intervento a chiusura della sessione mattutina del G8, il ministro Scajola ha incontrato una delegazione di Greenpeace, che gli ha consegnato uno specchio solare con la scritta 'Go Solar' ed una maglietta della campagna 'Save Our Climate' (foto). "Il ministro ha dichiarato di utilizzare nella sua casa solare fotovoltaico e termico" – ha riferito Francesco Tedesco, responsabile della campagna 'Energia e Clima' di Greenpeace a Vita. Scajola si è dichiarato interessato ad approfondire le potenzialità di questa nuova fonte rinnovabile e ha riconosciuto che sul solare a concentrazione l’Italia è in forte ritardo. In fase di realizzazione vi sarebbe solo il piccolo progetto - di appena 5 megawatt - di Priolo Gargallo (Siracusa) basato sulla tecnologia di Rubbia .
E i colossi come Enel ed Eni hanno dichiarato che non stanno sviluppando nessun progetto di solare a concentrazione in Italia. "Greenpeace si augura che il ministro alle dichiarazioni faccia seguire i fatti, spronando Eni ed Enel in questa direzione perché
continuare a puntare su carbone e nucleare è una strategia killer del clima" - ha commentato Tedesco. "Siamo soddisfatti per le misure di efficienza energetica decise ieri all’interno del G8 Energia, ma sul nucleare le opinioni di Greenpeace e del Ministro restano molto distanti. Per Scajola il nucleare non è pericoloso. Secondo Greenpeace il nucleare rimane una fonte non solo pericolosa, ma anti-economica, che negli anni non ha risolto nessuno dei suoi problemi, come quello delle scorie" – ha concluso Tedesco.
Il G8 Energia - a cui hanno partecipato 23 ministri dell'energia e le prime 20 aziende del settore - ha lanciato un patto tra governi pronti a garantire un quadro di regole certe e incentivi allo sviluppo e aziende impegnate a mantenere alto il livello degli investimenti - segnala 'La Nuova Ecologia'. Il confronto tra governi è stato allargato alla partecipazione delle prime 20 aziende del settore. Ma la maggiore attenzione si è dedicata al prezzo del barile, perché "un prezzo basso del petrolio è di aiuto sul fronte della crisi economica ma frena gli investimenti" - ha spiegato Scajola indicando che è necessario lavorare per un prezzo che "sia equo e non volatile".
I lavori del summit si sono focalizzati anche sul problema della povertà energetica: il sostegno agli investimenti energetici per l'Africa e i paesi più poveri. "In questo senso - ha evidenziato Scajola - si possono creare opportunità di lavoro e frenare le pressioni migratorie". Al riguardo ActionAid pur accogliendo con favore l’impegno dei Ministri dell’Energia del G8 per migliorare l’efficienza energetica e porre le basi per una piattaforma globale di tecnologie a bassa emissione ha chiesto "maggiore chiarezza" su quali
saranno queste tecnologie da utilizzare. "Soluzioni energetiche come i biocarburanti di prima generazione infatti, non possono rappresentare la vera strada nella lotta contro i cambiamenti climatici e l’accesso all’energia nei Paesi in Via di Sviluppo" - afferma il comunicato di ActionAid.
Proprio "l'industria dei biocarburanti – spiega ActionAid - è ormai considerata la principale causa della crisi dei prezzi che si è recentemente abbattuta sui mercati dei prodotti agricoli su scala globale. La corsa al soddisfacimento di target di consumo sempre più
ambiziosi sui biocarburanti, negli USA e in Europa, ha sostanzialmente e persistentemente alterato i mercati globali dei prodotti agricoli. I paesi membri del G8, ad eccezione di Russia e Giappone, hanno attualmente la maggiore capacità produttiva in questo settore. Per questo motivo Actionaid chiede a questi paesi un’immediata moratoria su un’eventuale ulteriore espansione dell’utilizzo di biocarburanti provenienti da produzioni agroindustriali monoculturali.
Sondaggio su rinnovabili e nucleare
ANSA:
Il 60% degli italiani e' contrario al nucleare, per quasi sette cittadini su 10 e' pericoloso. Mentre le fonti alternative piacciono a otto italiani su 10: il 75% vorrebbe che l'energia fosse prodotta da solare e fotovoltaico. In generale, le questioni ambientali preoccupano il 68,7% dei cittadini, piu' del rischio terrorismo e guerre al 22,1% e del problema casa al 4,9%.
Questa la fotografia di una ricerca di Lorien Consulting e del mensile 'La nuova ecologia', presentata questa mattina a Roma al forum 'Qualenergia', iniziativa promossa da Legambiente e da Kyoto Club con il patrocinio del ministero dell'Ambiente e del ministero dello Sviluppo economico.
Per avere energia pulita, il 57% degli italiani e' disposto a pagare di piu'. Il nucleare, al contrario, e' definita un'energia cara e pericolosa dalla stragrande maggioranza, e soltanto il 14% lo preferisce, ma esprime dubbi all'ipotesi di abitare vicino ad una centrale o ad un deposito di scorie radioattive.
Dal sondaggio risulta che i giovani sono piu' preoccupati per il futuro dell'ambiente. ''Qualificazione energetica, risparmio di Co2 e nuove tecnologie sono - rileva il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - le tre leve su cui deve puntare l'Italia''. (Ansa)
Viterbo, continua la lotta per fermare l'aeroporto inutile e dannoso
Da Centumcellae.it
"Continua la lotta contro l’aeroporto che andrà a distruggere l’area termale del Bulicame. Scendono adesso in campo, insieme all’Associazione “Respirare”, persino la scrittrice Dacia Maraini ed il parlamentare Leoluca Orlando.
L’Associazione “Respirare”, promossa dall’Associazione “Medici per l’ambiente” e dal “Centro di ricerca per la pace”, ha presentato al Ministro delle Politiche Agricole Zaia un esposto con richiesta di richiesta scritta in cui gli segnalano la prossima devastazione di un’area cantata persino da Dante nella Divina Commedia, quella del Bulicame appunto, di immenso valore archeologico, termale ed agricolo a causa della costruzione di un aeroporto che, ribadiscono, sarà
La realizzazione del mega-aeroporto – spiegano i membri di “Respirare” nella missiva indirizzata al Ministro - provocherebbe un danno enorme all'ambiente, ai beni archeologici e storico-culturali, alle attività produttive, alla salute della popolazione. La realizzazione del mega-aeroporto viola le leggi vigenti, il vigente piano regolatore e i relativi vincoli di salvaguardia; e costituirebbe altresì un delittuoso sperpero di fondi pubblici. Gli agricoltori della zona hanno promosso un comitato che si oppone al mega-aeroporto; ed al mega-aeroporto si oppongono altresì migliaia di cittadini, particolarmente quelli residenti nei popolosi quartieri più prossimi all'area, che a seguito della realizzazione del mega-aeroporto subirebbero una violentissima aggressione alla salute, alla sicurezza, alla qualità della vita, ai diritti. Illustri scienziati, associazioni professionali di medici, personalità autorevolissime delle istituzioni e della vita civile, prestigiose figure dell'arte e della cultura a livello nazionale ed internazionale sostengono l'impegno della popolazione di Viterbo e dell'Alto Lazio per impedire la realizzazione del mega-aeroporto nocivo e distruttivo, insensato ed illegale.
La richiesta fatta a Zaia è, pertanto, quella di un intervento del Ministero da lui guidato a sostegno del territorio viterbese con i suoi beni naturalistici, storico-culturali, agricoli ed economici, dei diritti dei cittadini e dei lavoratori delle campagne, tutti minacciati da una lobby speculativa che vorrebbe realizzare il mega-aeroporto.
Anche il parlamentare Leoluca Orlando ha deciso di porre l’attenzione delle istituzioni nazionali sulla questione dell’aeroporto nell’area del Bulicame. Ed ha deciso di farlo mediante un’interrogazione a risposta scritta al Ministro dell’Ambiente, al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti ed al Ministro dell’Economia, per conoscere la posizione che essi prenderanno nella vicenda.
Tale opera – scrive l’onorevole Orlando - non potrebbe mai superare un rigoroso espletamento della Valutazione d'impatto ambientale e della Valutazione ambientale strategica obbligatorie per legge. Essa confligge con precise norme di tutela dei beni pubblici sia nazionali che europee; è in contrasto con le norme ed i vincoli di salvaguardia in vigore nell'area considerata ai sensi della pianificazione territoriale ed urbanistica tanto regionale quanto comunale. L’aeroporto provocherebbe la devastazione di rilevanti beni archeologici, naturalistici, paesaggistici, storico-culturali, scientifici, terapeutici ed economici insistenti nell'area, ma anche un grave nocumento alla salute, alla sicurezza e alla qualità della vita della popolazione dei quartieri cittadini prossimi all'area.
L’opera confligge - aggiunge - con attuali esigenze di sicurezza militari di rilevanza strategica nazionale, porterebbe al collasso la rete infrastrutturale della mobilità locale, costituirebbe uno sperpero immenso di pubblico denaro. Inoltre, la procedura sin qui seguita per l'individuazione dell'area è viziata da flagranti errori di merito e di metodo, tali per cui un ente locale ha già presentato un ricorso al TAR del Lazio e qualificati centri studi di settore hanno ripetutamente denunciato l'inammissibilità dell'opera.
La realizzazione del mega-aeroporto, così come si spiega anche nell’interrogazione, avrebbe, dunque, un impatto devastante sulla zona. Innanzitutto, l’effetto estremamente nocivo sull’ambiente e sulla sanità, andando anche a combinarsi con gli effetti dell’inquinatissimo polo energetico Civitavecchia-Montalto, che costituirà un rischio non sostenibile per la popolazione di tutto l’Alto Lazio. Ma gli effetti saranno devastanti anche dal punto di vista sociale, dato che il “mostro” provocherebbe un degrado immediato della qualità della vita, un grave danno alla rete infrastrutturale (già gravemente insufficiente) ed all’economia, data la distruzione di beni archeologici, ambientali, culturali e scientifici.
I danni saranno immensi: costituiscono, nell’interrogazione presentata da Orlando, ben tre pagine di elenco.
Inoltre, l’opera non appare nemmeno utile dal punto di vista economico: appare utile solo per la lobby che ne vuole la costruzione. Ad esempio, la stessa compagnia aerea Ryan Air, il soggetto imprenditoriale maggiore fruitore dell’aeroporto, ha dichiarato in un’intervista trasmessa dalla Rai che non intende affatto trasferire la sua attività nell’eventuale scalo viterbese. Invece, l’idea madre della costruzione era proprio quella di un aeroporto per i voli low cost! Inoltre, al di là dell’impatto sul riscaldamento globale, la realizzazione di un altro mega-aeroporto appare contraria all’attuale trend del trasporto aereo, che va verso i grandi hub, come quello di Fiumicino, collegati ad aeroporti più piccoli.
Anche la scrittrice Dacia Maraini, sul Corriere della Sera, interviene sul caso mega-aeroporto, portandolo come caso emblematico del dissennato mito del progresso tecnologico senza limiti.
La piccola e bellissima città di Viterbo con i suoi dintorni che mantengono vive le memorie della civiltà etrusca – scrive Maraini - è stata scelta per la realizzazione di un gigantesco aeroporto del "mordi e fuggi" come lo definiscono i viterbesi. Lì in mezzo a un ricchissimo giardino archeologico, distruggendo resti preziosi, invadendo l'area termale chiamata Bulicame, si vorrebbero gettare tonnellate di cemento per un turismo diretto soprattutto verso Roma. Curioso questo fatto: mentre le linee aeree perdono clienti ed entrano in crisi, gli aeroporti aumentano. Non è una contraddizione? Ora ogni piccola città pretende di avere il volo sotto casa per raggiungere le varie città del mondo. Naturalmente sono soldi che circolano, aziende che si arricchiscono, aerei che vengono comprati e venduti, biglietti che costano sempre meno. Ma qualcuno pensa alle conseguenze sul territorio, sul clima, sulla salute?"
Asse Camorra - Cina a Civitavecchia.
Eppure Moscherini si mostra così infastidito quando si tocca l'argomento...
"...Alleanze sempre più strette con la mafia cinese, il business della merce di contrabbando che passa attraverso il porto di Civitavecchia, l'infiltrazione negli appalti pubblici, anche quelli di modesta entità. E l'acquisto, attraverso una penetrazione silente sempre più pressante, di negozi, bar, ristoranti, case e attività imprenditoriali. E' la fotografia che la direzione antimafia ha fatto della Capitale e del Lazio nell'ultima relazione semestrale..."
27 maggio 2009
"Svolta verde della Ferrari"
Da Apcom
Svolta verde a Maranello. Dalla fine di giugno la Ferrari si prepara a diventare totalmente autonoma dal punto di vista energetico, con l'accensione di un nuovo impianto a cogenerazione.
Lo anticipa ad Apcom il direttore comunicazione del gruppo, Stefano Lai. "Accanto all'impianto fotovoltaico inaugurato a gennaio 2009, e che alimentava solo una parte dello stabilimento, alla fine di giugno entrerà in funzione un nuovo impianto a trigenerazione che complessivamente, con il fotovoltaico, darà piena autonomia all'intera 'cittadella Ferrari', producendo in media 100 milioni di kwh annui, che coprono totalmente il nostro fabbisogno, dalla fonderia, dove avviene la fusione dell'alluminio delle future auto, fino a tutti gli uffici" conferma Lai. Il sistema a cogenerazione, e in questo caso in particolare a trigenerazione, produce contemporaneamente elettricità, calore per il riscaldamento invernale e freddo per il condizionamento estivo dell'area, utilizzando un solo combustibile, grazie ad un motore a combustione interna. E' proprio lo stesso principio del riscaldamento dell'auto, con un sistema basato su una microturbina a metano, che brucia combustibile per muoversi, caricare la batteria e riscaldare l'abitacolo. Il nuovo impianto che verrà avviato a Maranello punta a recuperare il calore generato durante la produzione di energia elettrica, che altrimenti verrebbe disperso nell'ambiente, e lo riutilizza per produrre energia termica. E' un sistema che porta benefici economici, con un risparmio sul costo dell'energia elettrica autoprodotta e sulla potenza installata. Rispetto alla generazione separata di energia elettrica e termica, infatti la cogenerazione riduce inoltre del 30-40% la quantità di combustibile utilizzato, e quindi le emissioni inquinanti. Per questo è assimilata all'energia rinnovabile ed è ritenuta fondamentale per raggiungere gli obiettivi del protocollo di Kyoto. "Oltre ai risparmi economici diretti, potremo ridurre in modo consistente anche le emissioni di C02 - ribadisce Lai- Un obiettivo che del resto ci siamo posti da tempo anche per le auto: abbiamo intenzione di ridurre del 40% entro il 2012 nelle road cars le emissioni di C02 rispetto ai valori del 2007. La Ferrari California ad esempio è già scesa del 20% rispetto ai modelli precedenti". Non è previsto per ora che Ferrari produca energia da destinare alla vendita all'esterno del complesso industriale.
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