No al carbone Alto Lazio

21 dicembre 2009

A Montalto di Castro la più grande centrale ad energia solare d'Italia, e presto d'Europa.

Per maggiori informazioni: vedi il serizio di Maremmaoggi.it





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Memento: appuntamento per oggi

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"La mafia esiste perche' esistono gli italiani"

Dal blog di B.Grillo
Le mafie investono sul cemento, sul Ponte di Messina, sulla TAV, sulle centrali nucleari, sugli inceneritori? Secondo Spatuzza e altri pentiti la mafia ha fatto un patto con lo Stato? Per Lunardi con la mafia bisogna convivere? In Parlamento ci sono due senatori di cui faccio solo il cognome: Cuffaro e Dell’Utri, condannati in primo grado per rapporti con la mafia? La prima impresa del Paese sono le mafie con un giro di affari di centinaia di miliardi di euro

all’anno? Lo Scudo Fiscale per il rientro dei capitali mafiosi con un cinque per cento di tassa e l’anonimato garantito è un vestito su misura per la mafia? La messa all’asta dei beni sequestrati in precedenza ai mafiosi favorisce, per l’appunto, i mafiosi? Il taglio alle forze di Polizia, ridotte a spingere le autovetture per strada, rinforza la criminalità organizzata? L’attacco alla magistratura da parte del Governo esalta la mafia? Se avete letto tutte le domande ve ne farò un’altra: perché dare una risorsa come la mafia in appalto allo Stato?

La mafia può diventare il motore del Paese, i suoi enormi investimenti essere pilotati verso il futuro. Sole, eolico, energie rinnovabili per una mafia rinnovabile. Cemento e inceneritori distruggono il territorio in cui vivono i mafiosi, discariche e rifiuti tossici uccidono cittadini, anche facoltosi, che non pagheranno più il pizzo. Di cosa vivrà domani la mafia?
I politici “collegati” non sono affidabili, non lo sono mai stati, sono ominicchi, quaqquaraquà come scriveva Sciascia. Non vedono più in là della loro tangente o della posizione di potere. C’è più dignità in un Provenzano che in molti parlamentari.

Nell’Ottocento le mafie erano latenti, il loro concime, ciò che le ha fatte crescere, è stata l’Unità d’Italia. Nel 2011 si festeggeranno, insieme a quello dello Stato italiano, i 150 danni della nascita delle mafie. Un senatore a vita, Andreotti, è riverito da tutti media, dal Corriere alla Repubblica, ed è un prescritto di mafia. I migliori uomini della Repubblica, da Falcone a Dalla Chiesa, sono stati uccisi dalla mafia, o da parti dello Stato che hanno usato la mafia come braccio armato. Nella seconda guerra mondiale la Sicilia è stata conquistata dagli Alleati grazie alla mafia e gli Stati Uniti, in cambio, hanno permesso l’insediamento di frotte di uomini d’onore nelle posizioni chiave dell’isola da cui non si sono più mossi.
Oggi è difficile segnare una linea di confine tra cos’è mafia e ciò che non lo è. Di certo non si può continuare per altri 150 anni con la barzelletta, sempre meno credibile della lotta alla mafia. La mafia esiste perché esistono gli italiani, dobbiamo farcene una ragione o cambiare noi stessi.

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20 dicembre 2009

"Copenhagen: il fallimento non è un'opzione. La lettera di Kumi Naidoo"

Da Greenpeace.it la lettera aperta di Kumi Naidoo, Direttore esecutivo di Greenpeace International, a commento della conclusione del Summit sul clima di Copenhagen.

Come le decine di migliaia di attivisti attorno al globo che hanno lavorato in modo così duro perché da Copenhagen uscisse un trattato equo, ambizioso e legalmente vincolante, ho sperato fino all’ultimo che i nostri leader avrebbero agito, raggiungendo un accordo sul clima sufficiente a evitare la catastrofe climatica.

Ma la realtà è stata diversa. Nonostante il mandato ricevuto dai cittadini di tutto il mondo, e più di un centinaio di capi di governo arrivati a Copenhagen, il battibecco continua. I nostri leader non hanno agito come tali. Non hanno portato a termine il loro compito.

Il risultato non è equo, né ambizioso e legalmente vincolante. Oggi, i potenti della Terra hanno fallito l’obiettivo di impedire cambiamenti climatici disastrosi.

La città di Copenhagen è la scena di un crimine climatico, con i colpevoli che scappano verso l’aeroporto, coperti di vergogna. I leader mondiali hanno avuto un’occasione unica per cambiare il pianeta in meglio, evitando i cambiamenti climatici. Alla fine hanno prodotto un debole accordo, pieno di lacune, abbastanza grandi da farci passare dentro tutto l’Air Force One.

Il fallimento è dovuto in parte alla mancanza di fiducia reciproca tra nazioni sviluppate e in via di sviluppo. I leader dei Paesi industrializzati hanno avuto moltissimo tempo per fissare obiettivi ambiziosi e impegnativi di riduzione dei gas serra. E, allo stesso tempo, per accordarsi sui miliardi di euro che avrebbero permesso alle nazioni in via di sviluppo di fare la propria parte per ridurre i gas serra da combustibili fossili e arrestare la deforestazione su larga scala.

Nel corso dell’anno, le nazioni in via di sviluppo hanno mostrato la volontà di impegnarsi in questa direzione. Ma sono le nazioni industrializzate che non si sono mosse a sufficienza. E i meno pronti sono stati gli Usa, che ora meritano la parte del leone nella nostra condanna.

Ma il fallimento non è un’opzione. I climatologi di tutto il mondo ci dicono che la crescita delle temperature globali deve arrestarsi al più presto, per poi iniziare a tornare sotto i livelli attuali. Anche una crescita della temperatura di 1,5 gradi potrebbe determinare impatti irreversibili, e una di 2 gradi rischia di portare verso cambiamenti climatici catastrofici.

Per evitare questo, le nazioni industrializzate – che hanno la maggiore responsabilità del problema – devono adottare i tagli più drastici. Inoltre, devono fornire almeno 140 miliardi di dollari all’anno per aiutare i Paesi in via di sviluppo a fare la propria parte e incamminarsi in un percorso di energia pulita, proteggere le foreste tropicali e adattarsi a quei cambiamenti climatici che – purtroppo – sono ora inevitabili.

E tutto questo deve essere racchiuso in un trattato legalmente vincolante. Questo è il lavoro non concluso a Copenhagen. Ed è nostro compito – vostro e mio – assicurarci che i potenti della Terra tornino al lavoro e concludano il proprio compito.

Greenpeace, come molte altre organizzazioni attorno al pianeta, continuerà a premere, in modo pacifico, affinché i nostri leader facciano quello che deve essere fatto … salvare vite umane e proteggere specie che non possono parlare per sé stesse.

Non è finita. I cittadini di tutto il mondo chiedevano un vero accordo prima che il Summit iniziasse, e lo stanno ancora chiedendo. Possiamo ancora salvare centinaia di milioni di persone dalle devastazione di un mondo sempre più caldo, ma è solo diventato molto più difficile.

La società civile, la maggior parte della quale è stata chiusa fuori nei giorni finali di questo Summit sul clima, ora deve raddoppiare i propri sforzi. Ciascuno di noi deve costringere i propri leader ad agire. Dobbiamo portare la lotta per impedire la catastrofe climatica a ogni livello politico: locale, regionale, nazionale e internazionale. E lo stesso per le stanze dei consigli di amministrazione e le strade principali delle nostre città. O lavoreremo per un cambiamento effettivo della nostra società o soffriremo le conseguenze di questo fallimento.

Come insulto finale, abbiamo appena saputo che i tre attivisti di Greenpeace entrati nel Palazzo Reale danese, nel corso della cena ufficiale dei capi di Stato, aprendo un banner con la richiesta di una vera azione per il clima, sono stati spediti in prigione per tre settimane. Si tratta dei leader sbagliati. I veri leader mondiali che hanno provato ad agire realmente sono ora in cella, mentre i presunti leader stanno abbandonando la scena.

Kumi Naidoo
Executive Director
Greenpeace International

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18 dicembre 2009

Nessun inceneritore ad Allumiere

"Rifiuti Lazio, Montino: Bertolaso chiede un quinto impianto, ma sbaglia i calcoli"

Dal Messaggero.it

Secondo Guido Bertolaso il piano dei rifiuti del Lazio deve comprendere un quinto impianto, ma il vicepresidente della Regione Esterino Montino assicura che la Protezione Civile sbaglia i calcoli e che il piano rprevisto regge: comprende anche Albano «dove i lavori non partiranno prima di Pasqua».

Quanto al sito dove dovrebbe sorgere l'eventuale quinto termovalorizzatore, Montino spiega che l'unica ipotesi è Allumiere «ma

questo territorio vicino a Civitavecchia è già gravato».

Il calcolo della Protezione civile secondo Montino è sbagliato perché si parte «dal presupposto di modificare la percentuale di riferimento della raccolta differenziata, abbassandola rispetto al piano e questo in termini legislativi non si può fare, lo stabilisce la direttiva europea a cui il nostro piano è conforme».

La creazione di un quinto sito aprirebbe «anche il problema della rivisitazione del vecchio piano firmato da Marrazzo e pone il problema di adeguare il numero degli impianti rispetto agli obiettivi e alla produzione rifiuti».

Montino ha criticato la scelta di togliere la raccolta dei rifiuti porta a porta nel centro storico per far partire la raccolta differenziata: «un azzardo», ha detto, e il rischio è quello di «trovare immondizia per strada». Con questo sistema ci sono «sei sacchetti per ogni famiglia di colori diversi» e sono stati «fissati in luoghi convenzionati lo scarico di questi sacchetti dalla mattina alle 7 fino alla sera alle 10 per singolo prodotto, creando difficoltà molto serie».

Carlo Lucherini, vicepresidente del Consiglio regionale e segretario provinciale del Pd, ipotizza che il quinti impianto venga realizzato all'interno del Comune di Roma. «L'ipotesi di Allumiere dice - deve essere assolutamente respinta, così come l'ipotesi di bruciare il Cdr nella centrale di Torre Valdaliga. Il territorio già paga un contributo altissimo in termini ambientali con gli impianti di Civitavecchia. Oltretutto ad Allumiere la discarica sarebbe ubicata in una zona di pregio come i Monti della Tolfa».

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Autostrada tirrenica. Come primo piatto: sassi al bitume e una spolverata di cemento

Comunicato del Comitato dei Cittadini Liberi

A Viterbo s'è svolto il Consiglio Provinciale aperto per discutere di autostrada tirrenica, cioè di quei 2.000 ettari di fertili terre sottratte alla produzione agricola e consegnate ai signori del cemento, dell'asfalto, delle cave e del petrolio dal Ministro Matteoli, dai presidenti di Toscana e Lazio Conti e Marrazzo e complice quel tal Parroncini che vorrebbe presentarsi come dispensatore di sviluppo. A Palazzo Gentili c'erano il Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia, una rappresentanza degli Agricoltori di Maremma e il Comitato Amici della Maremma che

hanno presentato il documento votato all'unanimità dal Consiglio Provinciale e denunciato il danno grave arrecato agli abitanti. La prova è negli atti: il Consiglio Comunale di Tarquinia prima e la Giunta Regionale poi hanno deliberato il tracciato autostradale senza preoccuparsi dell'inquinamento che avrebbe prodotto; nemmeno una riga nella delibera comunale e nemmeno una riga in quella regionale e così è stata approvata l'autostrada tra le case dell'abitato di Tarquinia, con un raddoppio istantaneo degli inquinanti rispetto all'Aurelia, dovuto all'incremento della velocità e al numero di veicoli che passerà da 17.000 a 42.000. Il diritto alla salute sancito dall'art. 32 della Costituzione ancora una volta è stato negato da quelli che come Matteoli, Marrazzo, Parroncini, Mazzola forse no, sanno bene che l'autostrada è un'opera inutile e dannosa e che solo l'intermodalità bilanciata – ferrovia, autostrade del mare e gomma – può migliorare realmente quel sistema dei trasporti a cui era sufficiente il poco costoso completamento a quattro corsie dei tratti d'Aurelia ancora a due. Ma si sa, pochi soldi pochi appalti. E questo ai mestieranti della politica non piace. Meglio 4 miliardi di euro di appalti e affari lucrosi per cementifici, cave, centrali di conglomerati cementizi e bituminosi, cioè per le attività più appetibili per le mafie, che hanno sempre soldi da investire. A Viterbo i cittadini hanno ricevuto il sostegno unanime dei Consiglieri di destra e di sinistra, dopo aver denunciato l'atto di barbarie compiuto da chi ha messo l'autostrada nel centro abitato di Tarquinia.

In questi ultimi tempi al clima di saccheggio della salute si affianca spesso il furto di legalità, che proprio a Tarquinia ha subito un'ulteriore accelerazione con la brutta storia del cementificio. Ma ancora una volta i cittadini sono scesi in campo, da soli, armati di sole parole e voglia di libertà e hanno bloccato l'ultimo misfatto: un cementificio, di cui ancora non si sa chi sia il vero finanziatore, stava per essere approvato con tanto di studio ambientale falsato.

Oggi ci tocca pure leggere le cavolate.

Speriamo che nessuno legga quello che ha scritto Parroncini.

Comitato dei Cittadini Liberi

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17 dicembre 2009

"Cosa accade nel cantiere di Torrevaldaliga Nord?" Lunedì 21/12 ore 17,30, AULA PUCCI


DIFFONDI LA NOTIZIA!

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enel clima killer. Il sito web

Un sito web tutto da vedere: http://www.greenpeace.it/enel/

Leggi anche qui: http://www.greenpeace.org/italy/news/enel-sito

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"NON CI FACCIAMO INTIMIDIRE DA enel" (minuscole sempre d'obbligo)

Da Greenpeace.it, 9/12/2009
Roma, Italia — Confermiamo le notizie di stampa anticipate questa mattina dal Financial Times. Enel, il più grande emettitore di CO2 in Italia, alla vigilia del summit di Copenhagen, ci ha chiesto 1,6 milioni di euro per le azioni di protesta dei nostri attivisti presso le centrali a carbone.

Il carbone è la fonte energetica con le maggiori emissioni di CO2, sia in assoluto che in termini relativi, e i piani di Enel di espandere la produzione a carbone non faranno altro che accelerare i cambiamenti climatici.

Se Enel pensa di intimidirci o mettere pressione perché abbassiamo il tono della nostra campagna su quella che è la principale questione ambientale globale, i cambiamenti del clima, si sbaglia di grosso.

Invece di investire massicciamente in fonti rinnovabili, l'Enel è in Italia di gran lunga il primo produttore a carbone e solo il terzo nell'eolico (nel 2008, addirittura, si è classificato solo quinto).

Chiedere soldi a Greenpeace per aver protestato è come chiedere soldi al sindacato quando c'è uno sciopero. Abbiamo il diritto di protestare, a maggior ragione quando chiediamo misure per proteggere il pianeta, che è di tutti.
È il commento del nostro direttore esecutivo, Giuseppe Onufrio.

Gran parte della richiesta di risarcimento dell'Enel (80 per cento circa) è motivata da perdite di profitto dovute all'uso – al posto del carbone – di olio combustibile, che Enel sostiene di aver dovuto utilizzare durante le azioni condotte presso la centrale di Brindisi Cerano nel 2007 e nel 2009.

Pensiamo che se c'è qualcuno che deve pagare, in questa vicenda, è l'Enel, i cui piani di espansione del carbone ci porteranno ancora più vicini alla catastrofe climatica.

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16 dicembre 2009

"Moscherini ha omesso di porre in atto interventi amministrativi e tecnici di prevenzione e controllo dell’ambiente e della salute collettiva"

"Perché omette i controlli su salute e ambiente?" Comunicato del Movimento civico

"Il Sindaco esercita la funzione pubblica di “responsabile governativo della tutela sanitaria e ambientale” (binomio inscindibile) attuando iniziative concrete volte alla salvaguardia dei diritti esplicitati dall’art.32 della Costituzione.
Nell’esercizio di tale funzione primaria Egli recepisce il supporto di altre Istituzioni pubbliche e della “società civile” secondo il concetto basilare della sussidiarietà e si uniforma al Principio di precauzione che è eticamente cogente (Corte Costituzionale).
Ogni omissione nell’ottemperanza a tali principi va a ledere il dovere ineludibile di promozione di tutti i mezzi finalizzati alla migliore qualità di vita della collettività.
Ogni omissione, quindi, si connota come penalmente rilevante e tale dovrebbe essere considerata dall’Autorità giudiziaria (art.328 C.P.).

I fatti eclatanti comparsi in cronaca locale (depositi di materiale inquinante all’interno di Tvn; denuncia –anche se anonima - di esistenza di una discarica interrata abusiva; disseminazione di “cenerino” inquinante nel luogo di lavorazione del carbone; trasporto di rifiuti tossici fuori dal rispetto di ogni prescrizione legale; notizia – da Lei pronunciata - che fino al giugno 2010 il nostro comprensorio rimarrà senza controlli e senza rispetto delle prescrizioni; depotenziamento delle funzioni scientifiche dell’O.A. comprensoriale, ridotto a mera fotocopia dell’Arpa etc…) dimostrano che Lei ha reiteratamente omesso di porre in atto interventi amministrativi e tecnici di prevenzione e controllo dell’ambiente e della salute collettiva.



Infatti Lei:
1° non ha vigilato sull’opificio energetico di Tvn eludendo gli obblighi di controllo delle attività all’interno della centrale elettrica onde evitare che il materiale inquinante (polveri macroscopiche e microinquinanti correlati; metalli e metalloidi con potenzialità cancerogena) fosse trasportato e depositato in barba ad ogni norma di legge, cioè contro il Decreto Marzano e l’Accordo Pincio-Enel del 2003;

2° non ha posto in essere la doverosa richiesta di supporto tecnico da parte dell’Arpa Lazio: organo deputato al controlli delle emissioni al camino e alla valutazione delle ricadute al suolo con l’installazione di una rete di centraline funzionante in tempo reale;

3° non ha sensibilizzato - con atti amministrativi imperativi - l’intervento metodico delle Autorità sanitarie locali, provinciali e regionali onde monitorare l’incidenza percentuale delle patologie correlate all’inquinamento e istituire (finalmente!) i registri dei tumori, delle malattie cardiorespiratorie, delle malattie professionali, delle sindromi degenerative del sistema nervoso centrale e periferico;

4° ha concorso ad affossare la costituzione d’un Osservatorio ambientale a valenza scientifica: cioè un’istituzione squisitamente tecnica, affidata ad ingegneri-impiantisti e a medici-epidemiologi e clinici di chiara e specchiata capacità professionale…..sganciati dai partiti politici, arruffoni e inaffidabili!

5° ha pervicacemente voluto – in sintonia con l’ex Presidente Marrazzo – l’inconcludente e pletorico “Tavolo regionale dell’Ambiente e della Salute” (da Lei definito” il vero Osservatorio Ambientale”) che si sta dimostrando un nuovo porto delle nebbie dove le competenze e le responsabilità personali (secondo il vecchio metodo dello scaricabarile) sono già talmente incomprensibili e caotiche da creare il “nulla” operativo che permetterà ogni abuso “personalistico e lobbystico”;

6° non ha tenuto fede al Suo stesso programma elettorale che tuona: “Qualora si verifichino situazioni d’inquinamento lesivo della salute pubblica il Sindaco s’impegna ad ordinare la chiusura definitiva della centrale”.
Le chiediamo di convocare una pubblica assemblea o una conferenza –stampa ufficiale per spiegare alla cittadinanza le motivazione che l’hanno indotta ad affrontare il drammatico problema della tutela della salute e dell’ambiente con sussiego e scarsa sensibilità civica. La preghiamo di considerare questo nostro documento come una denuncia dello sconcerto che il Suo comportamento ha indotto in tutta la cittadinanza che noi ci pregiamo di rappresentare. Valga – questo documento – come formale diffida.

I referenti del Movimento civico a difesa dei diritti costituzionali violati a causa delle Sue omissioni

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MAXI BLITZ delle forze dell'ordine a Torrevaldaliga nord - enel

Da Maremmaoggi.it

Maxi blitz nel cantiere Enel di Civitavecchia dove si stanno ultimando i lavori della centrale a carbone di TVN. Almeno un centinaio dei carabinieri della locale caserma, agenti di Polizia, della Direzione investigativa antimafia della Guardia di Finanza e del Gico della stessa arma hanno passato al setaccio il cantiere controllando e identificando centinaia di operai . Bocche cucite da parte degli inquirenti che non confermano e non smentiscono il fermo di quattro persone. Secondo quanto si apprende il controllo interforze è stato disposto dalla Prefettura di Roma nell'ambito dei controlli, previsti per i cantieri che ricadono nelle Grandi Opere. Con le forze dell’ordine anche numerosi ispettori del lavoro.

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