No al carbone Alto Lazio

22 dicembre 2009

Proposta per la raccolta di materiali ferrosi

Lettera a Moscherini dal
Coordinamento Cittadino per il Sì alla raccolta differenziata “porta a porta”


“Caro Sindaco, come Lei certamente saprà, nel mese di novembre c.a., nei giorni 20, 21 e 22, si è svolta nella nostra città una raccolta straordinaria di materiali ferrosi e non. L’iniziativa, denominata “Civitavecchia Differente”,

è stata organizzata da un gruppo di cittadini che aderiscono al Coordinamento che chiede l’attivazione della raccolta differenziata domiciliare dei rifiuti denominata “porta a porta”. L’evento ha avuto un grande successo. Moltissimi i cittadini che hanno conferito i materiali di scarto presso la piattaforma allestita dal Coordinamento. Ben 3 800 chilogrammi di rifiuti sono stati sottratti alla discarica diventando una vera e propria risorsa. Infatti dalla vendita dei materiali ad un’impresa locale si è ricavata la somma di ben 700,00 euro. Interamente devoluti all’ As.S.Pro.Ha, un’associazione cittadina che si occupa di sostegno all’handicap. Ma il successo dell’evento sta a testimoniare una grave situazione sotto il profilo della gestione dei rifiuti. Da quasi un anno la città è priva dell’isola ecologica. L’assenza di uno spazio attrezzato, imposto dalla normativa vigente (decr. lgs n. 152 del 2006 – D.M. 08/04/2008), priva i cittadini di conferire alcune tipologie di rifiuti in modo corretto. Ciò dà luogo a smaltimenti illegali delle stesse, causando il proliferare di discariche abusive. Visto dunque il risultato dell’iniziativa di cui sopra; considerato che la città non dispone ancora dell’isola ecologica, rilevata l’assenza della raccolta differenziata “filo strada” dei materiali ferrosi e non, Le chiediamo di attivarsi quanto prima al fine di dotare la città di piattaforme di raccolta dei materiali sopra detti. La raccolta potrebbe avere cadenza mensile. In questo modo i cittadini disporrebbero di spazi di conferimento vicini alle loro abitazioni. Come sopra dimostrato, i materiali a cui ci si riferisce sono fonte di ricavi rilevanti. Ricavi che possono essere ottenuti conferendo ai Consorzi di filiera oppure alle imprese locali che lavorano nel settore specifico. Visto il risvolto remunerativo dell’iniziativa che Le stiamo proponendo, La invitiamo a valutare l’idea di sostenere il lavoro delle associazioni di volontariato locali che operano egregiamente in molti settori sociali. Infatti, le somme ricavate dalla vendita dei materiali raccolti potrebbero essere totalmente o in parte destinate a finanziare quelle attività di volontariato che non di rado sopperiscono alla mancanza di servizi pubblici mirati. Certi di un Suo pronto interessamento Le porgiamo cordiali saluti”.

Coordinamento Cittadino per il Sì alla raccolta differenziata “porta a porta”

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21 dicembre 2009

"Un altro regalo di Moscherini all'Enel"

"Enel se la ride beata: ma dove lo trova un altro Sindaco così! Uno che non solo non reclama minore inquinamento, uno che non solo non ficca il naso in centrale, ma che oltretutto, imbeccato a dovere, si fa pure in quattro per riconsegnare ad Enel un’area di molte decine di ettari."


L'area dell'attuale Parco nafta, su cui secondo prescrizioni ambientali doveva sorgere l'ormai famoso parco con boschetto realizzato dall'Enel, sarebbe stato restituito dal Comune all'azienda elettrica. E' quanto denuncia Rifondazione comunista che parla di un ennesimo regalo alla Spa attaccando duramente il primo cittadino richiamandolo al rispetto di quanto prescritto dal Ministero dell'Ambiente con l'autorizzazione alla riconversione di Tvn. Di seguito l'intervento integrale del Prc a firma dell'ex consigliere comunale Roberto Bonomi.

Da Centumcellae.it


Per la verità, pensavamo che l’Amministrazione avesse verso l’azienda elettrica tutt’altre priorità, qualcosa che ad esempio avesse a che fare con i problemi occupazionali. O con la sicurezza delle attività. O con la lotta al lavoro nero. O con i controlli agli scarichi, al trattamento dei rifiuti, alla movimentazione dei materiali pulvirolenti e alle attività di dragaggio. O ancora, per dirne un’altra, con i lusinghieri limiti fissati per la centrale a carbone Enel di Porto Tolle – gemella di Torrevaldaliga Nord – visto che lì gli amministratori veneti sono riusciti a spuntare un taglio del 30 % per ossidi di zolfo e polveri: il tutto scritto nero su bianco già nel decreto di autorizzazione, che naturalmente è qualcosa di ben più consistente del generico impegno ad un minore inquinamento concessoci da Enel.
Ma come, si sono allora chiesto in molti, ci sono tutti questi problemi sul tappeto e l’Amministrazione non fa nulla? Non interviene? Non è possibile, il Sindaco deve reagire!!!
E infatti il Sindaco ha reagito. Solo che invece di rivendicare soluzioni favorevoli alla comunità, invece di mostrarsi furibondo verso Enel e ministeri, il Nostro ha preso carta e penna e con polso fermo ha avanzato la sua inedita trovata: riconsegnare alla stessa Enel l’ex Parco nafta, realizzando il parco lì previsto in altre aree comunali. Che piglio! Che inarrivabile genio! Che condottiero indomabile!
Enel se la ride beata: ma dove lo trova un altro Sindaco così! Uno che non solo non reclama minore inquinamento, uno che non solo non ficca il naso in centrale, ma che oltretutto, imbeccato a dovere, si fa pure in quattro per riconsegnare ad Enel un’area di molte decine di ettari. Un regaluccio da diversi milioni di euro per la povera multinazionale che formalmente non chiede alcunché: per carità, al lavoro sporco ci pensa l’Amministrazione locale che, se qualcuno l’ha dimenticato, senza i soldi Enel avrebbe già dichiarato bancarotta. Roba da Tapiro d’oro.
Ora, precisato che la realizzazione del cosiddetto Parco dei Serbatoi è una prescrizione ministeriale, e sottolineato altresì che l’autorizzazione alla riconversione di Torrevaldaliga Nord è “subordinata al rispetto delle prescrizioni formulate dalle Amministrazioni” (art. 2 decreto n. 55/2003 del Ministero Attività Produttive), vorremmo ricordare al Sindaco e all’Enel che il parco previsto deve essere almeno in parte realizzato “prima della chiusura del cantiere della centrale” (Decreto VIA n. 680/2003 del Ministero dell’Ambiente). Altro che spostarlo altrove: piaccia o non piaccia deve rimanere lì. E vorremmo inoltre ricordare che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, a fronte della istanza avanzata dall’Amministrazione di soprassedere alla realizzazione del parco, ha esplicitamente dichiarato che “la semplice richiesta inoltrata dal Comune di Civitavecchia non può consentire la sospensione della realizzazione di un progetto che risulta già approvato” (nota del 17.11.209). E’ sufficiente?
Se Enel vuole donare qualche area verde alla città ha tutte le risorse per farlo. E per la verità ne avrebbe il dovere. In tal senso, se ritiene opportuno faccia dunque la sua offerta, ma non cerchi di pretendere in cambio ciò che ha già concesso per realizzare il proprio impianto>

Roberto Bonomi - Rifondazione comunista

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A Montalto di Castro la più grande centrale ad energia solare d'Italia, e presto d'Europa.

Per maggiori informazioni: vedi il serizio di Maremmaoggi.it





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Memento: appuntamento per oggi

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"La mafia esiste perche' esistono gli italiani"

Dal blog di B.Grillo
Le mafie investono sul cemento, sul Ponte di Messina, sulla TAV, sulle centrali nucleari, sugli inceneritori? Secondo Spatuzza e altri pentiti la mafia ha fatto un patto con lo Stato? Per Lunardi con la mafia bisogna convivere? In Parlamento ci sono due senatori di cui faccio solo il cognome: Cuffaro e Dell’Utri, condannati in primo grado per rapporti con la mafia? La prima impresa del Paese sono le mafie con un giro di affari di centinaia di miliardi di euro

all’anno? Lo Scudo Fiscale per il rientro dei capitali mafiosi con un cinque per cento di tassa e l’anonimato garantito è un vestito su misura per la mafia? La messa all’asta dei beni sequestrati in precedenza ai mafiosi favorisce, per l’appunto, i mafiosi? Il taglio alle forze di Polizia, ridotte a spingere le autovetture per strada, rinforza la criminalità organizzata? L’attacco alla magistratura da parte del Governo esalta la mafia? Se avete letto tutte le domande ve ne farò un’altra: perché dare una risorsa come la mafia in appalto allo Stato?

La mafia può diventare il motore del Paese, i suoi enormi investimenti essere pilotati verso il futuro. Sole, eolico, energie rinnovabili per una mafia rinnovabile. Cemento e inceneritori distruggono il territorio in cui vivono i mafiosi, discariche e rifiuti tossici uccidono cittadini, anche facoltosi, che non pagheranno più il pizzo. Di cosa vivrà domani la mafia?
I politici “collegati” non sono affidabili, non lo sono mai stati, sono ominicchi, quaqquaraquà come scriveva Sciascia. Non vedono più in là della loro tangente o della posizione di potere. C’è più dignità in un Provenzano che in molti parlamentari.

Nell’Ottocento le mafie erano latenti, il loro concime, ciò che le ha fatte crescere, è stata l’Unità d’Italia. Nel 2011 si festeggeranno, insieme a quello dello Stato italiano, i 150 danni della nascita delle mafie. Un senatore a vita, Andreotti, è riverito da tutti media, dal Corriere alla Repubblica, ed è un prescritto di mafia. I migliori uomini della Repubblica, da Falcone a Dalla Chiesa, sono stati uccisi dalla mafia, o da parti dello Stato che hanno usato la mafia come braccio armato. Nella seconda guerra mondiale la Sicilia è stata conquistata dagli Alleati grazie alla mafia e gli Stati Uniti, in cambio, hanno permesso l’insediamento di frotte di uomini d’onore nelle posizioni chiave dell’isola da cui non si sono più mossi.
Oggi è difficile segnare una linea di confine tra cos’è mafia e ciò che non lo è. Di certo non si può continuare per altri 150 anni con la barzelletta, sempre meno credibile della lotta alla mafia. La mafia esiste perché esistono gli italiani, dobbiamo farcene una ragione o cambiare noi stessi.

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20 dicembre 2009

"Copenhagen: il fallimento non è un'opzione. La lettera di Kumi Naidoo"

Da Greenpeace.it la lettera aperta di Kumi Naidoo, Direttore esecutivo di Greenpeace International, a commento della conclusione del Summit sul clima di Copenhagen.

Come le decine di migliaia di attivisti attorno al globo che hanno lavorato in modo così duro perché da Copenhagen uscisse un trattato equo, ambizioso e legalmente vincolante, ho sperato fino all’ultimo che i nostri leader avrebbero agito, raggiungendo un accordo sul clima sufficiente a evitare la catastrofe climatica.

Ma la realtà è stata diversa. Nonostante il mandato ricevuto dai cittadini di tutto il mondo, e più di un centinaio di capi di governo arrivati a Copenhagen, il battibecco continua. I nostri leader non hanno agito come tali. Non hanno portato a termine il loro compito.

Il risultato non è equo, né ambizioso e legalmente vincolante. Oggi, i potenti della Terra hanno fallito l’obiettivo di impedire cambiamenti climatici disastrosi.

La città di Copenhagen è la scena di un crimine climatico, con i colpevoli che scappano verso l’aeroporto, coperti di vergogna. I leader mondiali hanno avuto un’occasione unica per cambiare il pianeta in meglio, evitando i cambiamenti climatici. Alla fine hanno prodotto un debole accordo, pieno di lacune, abbastanza grandi da farci passare dentro tutto l’Air Force One.

Il fallimento è dovuto in parte alla mancanza di fiducia reciproca tra nazioni sviluppate e in via di sviluppo. I leader dei Paesi industrializzati hanno avuto moltissimo tempo per fissare obiettivi ambiziosi e impegnativi di riduzione dei gas serra. E, allo stesso tempo, per accordarsi sui miliardi di euro che avrebbero permesso alle nazioni in via di sviluppo di fare la propria parte per ridurre i gas serra da combustibili fossili e arrestare la deforestazione su larga scala.

Nel corso dell’anno, le nazioni in via di sviluppo hanno mostrato la volontà di impegnarsi in questa direzione. Ma sono le nazioni industrializzate che non si sono mosse a sufficienza. E i meno pronti sono stati gli Usa, che ora meritano la parte del leone nella nostra condanna.

Ma il fallimento non è un’opzione. I climatologi di tutto il mondo ci dicono che la crescita delle temperature globali deve arrestarsi al più presto, per poi iniziare a tornare sotto i livelli attuali. Anche una crescita della temperatura di 1,5 gradi potrebbe determinare impatti irreversibili, e una di 2 gradi rischia di portare verso cambiamenti climatici catastrofici.

Per evitare questo, le nazioni industrializzate – che hanno la maggiore responsabilità del problema – devono adottare i tagli più drastici. Inoltre, devono fornire almeno 140 miliardi di dollari all’anno per aiutare i Paesi in via di sviluppo a fare la propria parte e incamminarsi in un percorso di energia pulita, proteggere le foreste tropicali e adattarsi a quei cambiamenti climatici che – purtroppo – sono ora inevitabili.

E tutto questo deve essere racchiuso in un trattato legalmente vincolante. Questo è il lavoro non concluso a Copenhagen. Ed è nostro compito – vostro e mio – assicurarci che i potenti della Terra tornino al lavoro e concludano il proprio compito.

Greenpeace, come molte altre organizzazioni attorno al pianeta, continuerà a premere, in modo pacifico, affinché i nostri leader facciano quello che deve essere fatto … salvare vite umane e proteggere specie che non possono parlare per sé stesse.

Non è finita. I cittadini di tutto il mondo chiedevano un vero accordo prima che il Summit iniziasse, e lo stanno ancora chiedendo. Possiamo ancora salvare centinaia di milioni di persone dalle devastazione di un mondo sempre più caldo, ma è solo diventato molto più difficile.

La società civile, la maggior parte della quale è stata chiusa fuori nei giorni finali di questo Summit sul clima, ora deve raddoppiare i propri sforzi. Ciascuno di noi deve costringere i propri leader ad agire. Dobbiamo portare la lotta per impedire la catastrofe climatica a ogni livello politico: locale, regionale, nazionale e internazionale. E lo stesso per le stanze dei consigli di amministrazione e le strade principali delle nostre città. O lavoreremo per un cambiamento effettivo della nostra società o soffriremo le conseguenze di questo fallimento.

Come insulto finale, abbiamo appena saputo che i tre attivisti di Greenpeace entrati nel Palazzo Reale danese, nel corso della cena ufficiale dei capi di Stato, aprendo un banner con la richiesta di una vera azione per il clima, sono stati spediti in prigione per tre settimane. Si tratta dei leader sbagliati. I veri leader mondiali che hanno provato ad agire realmente sono ora in cella, mentre i presunti leader stanno abbandonando la scena.

Kumi Naidoo
Executive Director
Greenpeace International

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18 dicembre 2009

Nessun inceneritore ad Allumiere

"Rifiuti Lazio, Montino: Bertolaso chiede un quinto impianto, ma sbaglia i calcoli"

Dal Messaggero.it

Secondo Guido Bertolaso il piano dei rifiuti del Lazio deve comprendere un quinto impianto, ma il vicepresidente della Regione Esterino Montino assicura che la Protezione Civile sbaglia i calcoli e che il piano rprevisto regge: comprende anche Albano «dove i lavori non partiranno prima di Pasqua».

Quanto al sito dove dovrebbe sorgere l'eventuale quinto termovalorizzatore, Montino spiega che l'unica ipotesi è Allumiere «ma

questo territorio vicino a Civitavecchia è già gravato».

Il calcolo della Protezione civile secondo Montino è sbagliato perché si parte «dal presupposto di modificare la percentuale di riferimento della raccolta differenziata, abbassandola rispetto al piano e questo in termini legislativi non si può fare, lo stabilisce la direttiva europea a cui il nostro piano è conforme».

La creazione di un quinto sito aprirebbe «anche il problema della rivisitazione del vecchio piano firmato da Marrazzo e pone il problema di adeguare il numero degli impianti rispetto agli obiettivi e alla produzione rifiuti».

Montino ha criticato la scelta di togliere la raccolta dei rifiuti porta a porta nel centro storico per far partire la raccolta differenziata: «un azzardo», ha detto, e il rischio è quello di «trovare immondizia per strada». Con questo sistema ci sono «sei sacchetti per ogni famiglia di colori diversi» e sono stati «fissati in luoghi convenzionati lo scarico di questi sacchetti dalla mattina alle 7 fino alla sera alle 10 per singolo prodotto, creando difficoltà molto serie».

Carlo Lucherini, vicepresidente del Consiglio regionale e segretario provinciale del Pd, ipotizza che il quinti impianto venga realizzato all'interno del Comune di Roma. «L'ipotesi di Allumiere dice - deve essere assolutamente respinta, così come l'ipotesi di bruciare il Cdr nella centrale di Torre Valdaliga. Il territorio già paga un contributo altissimo in termini ambientali con gli impianti di Civitavecchia. Oltretutto ad Allumiere la discarica sarebbe ubicata in una zona di pregio come i Monti della Tolfa».

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Autostrada tirrenica. Come primo piatto: sassi al bitume e una spolverata di cemento

Comunicato del Comitato dei Cittadini Liberi

A Viterbo s'è svolto il Consiglio Provinciale aperto per discutere di autostrada tirrenica, cioè di quei 2.000 ettari di fertili terre sottratte alla produzione agricola e consegnate ai signori del cemento, dell'asfalto, delle cave e del petrolio dal Ministro Matteoli, dai presidenti di Toscana e Lazio Conti e Marrazzo e complice quel tal Parroncini che vorrebbe presentarsi come dispensatore di sviluppo. A Palazzo Gentili c'erano il Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia, una rappresentanza degli Agricoltori di Maremma e il Comitato Amici della Maremma che

hanno presentato il documento votato all'unanimità dal Consiglio Provinciale e denunciato il danno grave arrecato agli abitanti. La prova è negli atti: il Consiglio Comunale di Tarquinia prima e la Giunta Regionale poi hanno deliberato il tracciato autostradale senza preoccuparsi dell'inquinamento che avrebbe prodotto; nemmeno una riga nella delibera comunale e nemmeno una riga in quella regionale e così è stata approvata l'autostrada tra le case dell'abitato di Tarquinia, con un raddoppio istantaneo degli inquinanti rispetto all'Aurelia, dovuto all'incremento della velocità e al numero di veicoli che passerà da 17.000 a 42.000. Il diritto alla salute sancito dall'art. 32 della Costituzione ancora una volta è stato negato da quelli che come Matteoli, Marrazzo, Parroncini, Mazzola forse no, sanno bene che l'autostrada è un'opera inutile e dannosa e che solo l'intermodalità bilanciata – ferrovia, autostrade del mare e gomma – può migliorare realmente quel sistema dei trasporti a cui era sufficiente il poco costoso completamento a quattro corsie dei tratti d'Aurelia ancora a due. Ma si sa, pochi soldi pochi appalti. E questo ai mestieranti della politica non piace. Meglio 4 miliardi di euro di appalti e affari lucrosi per cementifici, cave, centrali di conglomerati cementizi e bituminosi, cioè per le attività più appetibili per le mafie, che hanno sempre soldi da investire. A Viterbo i cittadini hanno ricevuto il sostegno unanime dei Consiglieri di destra e di sinistra, dopo aver denunciato l'atto di barbarie compiuto da chi ha messo l'autostrada nel centro abitato di Tarquinia.

In questi ultimi tempi al clima di saccheggio della salute si affianca spesso il furto di legalità, che proprio a Tarquinia ha subito un'ulteriore accelerazione con la brutta storia del cementificio. Ma ancora una volta i cittadini sono scesi in campo, da soli, armati di sole parole e voglia di libertà e hanno bloccato l'ultimo misfatto: un cementificio, di cui ancora non si sa chi sia il vero finanziatore, stava per essere approvato con tanto di studio ambientale falsato.

Oggi ci tocca pure leggere le cavolate.

Speriamo che nessuno legga quello che ha scritto Parroncini.

Comitato dei Cittadini Liberi

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17 dicembre 2009

"Cosa accade nel cantiere di Torrevaldaliga Nord?" Lunedì 21/12 ore 17,30, AULA PUCCI


DIFFONDI LA NOTIZIA!

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enel clima killer. Il sito web

Un sito web tutto da vedere: http://www.greenpeace.it/enel/

Leggi anche qui: http://www.greenpeace.org/italy/news/enel-sito

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"NON CI FACCIAMO INTIMIDIRE DA enel" (minuscole sempre d'obbligo)

Da Greenpeace.it, 9/12/2009
Roma, Italia — Confermiamo le notizie di stampa anticipate questa mattina dal Financial Times. Enel, il più grande emettitore di CO2 in Italia, alla vigilia del summit di Copenhagen, ci ha chiesto 1,6 milioni di euro per le azioni di protesta dei nostri attivisti presso le centrali a carbone.

Il carbone è la fonte energetica con le maggiori emissioni di CO2, sia in assoluto che in termini relativi, e i piani di Enel di espandere la produzione a carbone non faranno altro che accelerare i cambiamenti climatici.

Se Enel pensa di intimidirci o mettere pressione perché abbassiamo il tono della nostra campagna su quella che è la principale questione ambientale globale, i cambiamenti del clima, si sbaglia di grosso.

Invece di investire massicciamente in fonti rinnovabili, l'Enel è in Italia di gran lunga il primo produttore a carbone e solo il terzo nell'eolico (nel 2008, addirittura, si è classificato solo quinto).

Chiedere soldi a Greenpeace per aver protestato è come chiedere soldi al sindacato quando c'è uno sciopero. Abbiamo il diritto di protestare, a maggior ragione quando chiediamo misure per proteggere il pianeta, che è di tutti.
È il commento del nostro direttore esecutivo, Giuseppe Onufrio.

Gran parte della richiesta di risarcimento dell'Enel (80 per cento circa) è motivata da perdite di profitto dovute all'uso – al posto del carbone – di olio combustibile, che Enel sostiene di aver dovuto utilizzare durante le azioni condotte presso la centrale di Brindisi Cerano nel 2007 e nel 2009.

Pensiamo che se c'è qualcuno che deve pagare, in questa vicenda, è l'Enel, i cui piani di espansione del carbone ci porteranno ancora più vicini alla catastrofe climatica.

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