No al carbone Alto Lazio

14 aprile 2010

Beppe Grillo: "La centrale della morte Enel di Civitavecchia"





Riportiamo per intero il post che Beppe Grillo ha dedicato ieri alla nostra triste vicenda (lo scritto riporta il contenuto dell'intervista ad Anna Federzoni)

"Alla centrale Enel di Civitavecchia sono morti finora tre ragazzi, ne manca all'appello ancora uno per le statistiche. La madre di un ragazzo vittima un grave infortunio, avvenuto prima degli incidenti mortali, testimonia la mancanza cronica di minime misure di sicurezza. Dalle reti di protezione, agli strumenti di lavoro legati al polso per evitarne la caduta. Il prossimo morto, il quarto, è già condannato a morte, ma non lo sa ancora. Comunque, nessuno pagherà per il suo omicidio come per quelli precedenti.

Cronaca di un incidente
Questa è la centrale Enel di Civitavecchia, siamo all’ingresso di Torrevaldaliga nord, qui a destra invece abbiamo Torrevaldaliga sud, questo posto mi ricorda circa 6 anni fa l’incidente che ha avuto mio figlio, è stato uno dei primi incidenti accorsi sul lavoro in questa centrale. Mio figlio stava camminando a terra, quando a un altro operaio di

un’altra ditta sfuggì dalle mani un martello da un’altezza di circa 14 metri, il martello pesava circa 2 chili e lo prese sulla schiena, lui riportò una frattura alla spinosa D4, è la quarta vertebra dorsale, spalla destra. Lui non venne soccorso, arrivano degli operai, delle persone che erano lì a lavorare, il capocantiere, il responsabile della sicurezza gli dissero di andare a casa, di riposarsi e poi l’indomani sarebbe tornato sul posto di lavoro. Mio figlio mi chiamò, mi disse: "mamma, sto male, ho avuto un incidente sul lavoro, non andare a lavorare, aspettami che mi porti al pronto soccorso, vediamo cosa è successo perché ho un dolore lancinante". E’ arrivato, l’ho portato in ospedale, lì in ospedale appena entrato al pronto soccorso gli hanno fatto subito una radiografia e gli hanno detto che era un trauma cervicale, la diagnosi è stata di 3 giorni per trauma cervicale, gli hanno messo il collarino e gli hanno detto che dopo 3 giorni lui poteva tranquillamente rientrare a lavoro. La notte è stato trattenuto presso l’ospedale in osservazione, ma il ragazzo stava male, ho chiesto di dargli un antidolorifico ma mi è stato risposto dall’infermiere di turno che non dovevo rompere le scatole. Sono uscita, sono andata a casa, ho preso l’Aulin, gliel’ho portato, sono stata con lui fino a una certa ora e poi in tarda notte sono tornata a casa.
L’indomani mattina sono tornata al pronto soccorso, ho preso mio figlio, gli hanno dato questa prognosi di 3 giorni e l’hanno dimesso. Tutto il giorno il ragazzo è stato male, la notte non è riuscito a chiudere occhio e l’indomani mattina ho pensato di portarlo a Palidoro al Bambin Gesù, l’ospedale più vicino che abbiamo qui a Civitavecchia, gli hanno fatto subito una radiografia e gli hanno detto che aveva la frattura della spinosa D4, si doveva mettere a letto e non si doveva muovere assolutamente, l’hanno ricoverato, aveva 24 anni, l’hanno ricoverato, l’hanno portato a Roma per fargli una Tac, da lì hanno riconfermato la diagnosi che era proprio la frattura della quarta vertebra dorsale della spinosa e l’hanno ingessato, ha portato questo gesso per un mese e poi per altri 4 mesi circa non è andato a lavoro perché il medico dell’Inail nelle visite che faceva periodicamente, non aveva ritenuto opportuno di farlo rientrare a lavoro.
Poi rientrato, gli hanno dato un definitivo, l’Inail gli ha riconosciuto una percentuale di invalidità di 2 punti, che è una sciocchezza, è assolutamente niente, quando una frattura so che parte da 6 punti in su e a lui non gli è stata riconosciuta neanche questa cosa.
Ho denunciato l’A.S.L., ho denunciato anche la ditta avversaria per l’insicurezza che c’era sul lavoro, sono passati quasi 6 anni e devo dire che non ho ottenuto assolutamente niente, c’è da dire anche un’altra cosa che in Italia la giustizia costa troppo, non mi sono potuta permettere un bravo avvocato che potesse difendere mio figlio per quella causa civile e la causa penale, però nel frattempo la Procura della Repubblica ha indagato e le cose sono andate avanti, a luglio ci sarà l’udienza penale contro la ditta in cui lavorava il ragazzo cui è sfuggito il martello dalla mano, erano due ditte diverse e poi vedremo un po’ a luglio quello che succederà, già 6 anni fa quando successe questo fatto a mio figlio denunciai la poca sicurezza sul lavoro ma non venni ascoltata né dai partiti, né dal sindacato, era passato tutto così molto alla leggera, dopo un po’ di tempo purtroppo i fatti mi hanno dato ragione perché sono morti 3 ragazzi, uno aveva 24 anni, tra l’altro si dice che fosse un operaio molto qualificato, poi è morto un altro ragazzo più o meno con la stessa dinamica dell’incidente che era successo a mio figlio, solo che da un’altezza non so di quanti metri fosse, sfuggì un tubo innocente che prese in pieno questo ragazzo e perse la vita e adesso c’è stato il terzo morto.


A chi toccherà morire oggi?
Le statistiche dicono, ho sentito dire poi da vari personaggi politici civitavecchiesi che le statistiche quando si iniziò a costruire la centrale, avevano detto che ci sarebbero stati 4 morti, siamo arrivati a 3, spero che non si arrivi al quarto morto e poi secondo me non c’è proprio sicurezza in questo cantiere… diventano numeretti, adesso facciamo questa centrale, ci saranno 4 morti, quindi mettetevi l’anima in pace, la mattina uno entra e dice: mah, a chi toccherà oggi morire? E’ una cosa assurda, veramente assurda!
Tra l’altro il Sindaco in un’intervista radiofonica ha detto che per quanto riguarda la statistica, l’Enel è in regola, è in regola perché ci sono stati solo 3 morti anziché 4? Questa cosa la trovo veramente folle!
La centrale Enel sì, dice che porta ricchezza, non so a chi, c’è da specificare una cosa che gli elettrici che lavorano nella centrale sono 350, l’indotto sono circa 2000 persone che lavorano per 4/5 anni, il tempo della durata della costruzione della centrale e poi vanno tutti a casa, vanno messi tutti in cassa integrazione, la ricchezza che ci ha portato l’Enel, secondo me, è solamente la morte, gli incidenti sul lavoro, tanti incidenti neanche si sanno e ci ha portato anche tanto inquinamento a Civitavecchia le morti per tumore di polmone, per leucemia sono aumentate, i bambini nascono quasi tutti con l’asma, soffrono di problemi respiratori, adesso si muore anche per tumore, specialmente le donne, alla vescica che è un tumore nuovo, prima non si sentiva dire questa cosa e si muore, purtroppo si muore non solo per il lavoro in centrale, anche per tutto l’inquinamento causato, anche se ci assicurano che tutto quanto è in regola, che la centrale a carbone non inquina.
L’Enel quando cominciò a costruire la centrale a carbone disse che ci avrebbe fatto pagare la luce un po’ di meno perché rischiavamo etc., etc., sulla bolletta della luce paghiamo la corrente un po’ di più perché c’è una tassa, noi paghiamo questa tassa perché usiamo la corrente, l’elettricità che viene prodotta con l’emissione di Co2, quindi oltre al danno anche la beffa!
Sì la sicurezza è un diritto, un dovere, ho letto questa cosa e a me sembra l’ennesima presa per i fondelli, per la sicurezza non c’era, mio figlio non avrebbe avuto questo problema se ci fossero state le reti di protezione e se l’operaio avesse portato al polso il martello perché per la 626 bisogna portare legati gli utensili con cui si lavora, invece questa cosa non c’era!
Mio figlio è tornato a lavorare dopo 5 mesi, ha lavorato un altro po’, però siccome lui lavorava anche in quota a 90/95 metri, a causa del trauma che ha subito ha continui giramenti di testa, ha lavorato un altro po’ e poi si è messo in aspettativa, 6 mesi e poi ci è licenziato completamente perché è impossibile per lui continuare a fare questo tipo di lavoro, tra l’altro mio figlio sta ancora male, la spalla ogni volta che la muove un po’ di più, non la può più muovere come era prima ha dei grossi dolori, ma la cosa brutta è che lui ormai ha una cervicale molto, molto forte e non può più andare in quota, non può più fare questo tipo di lavoro.
Avrei dovuto prendere un medico legale di parte e fargli fare la controperizia, il medico legale di parte mi chiese un’assurdità, non avevo i soldi e non ho potuto fare niente. A luglio ci sarà questo processo penale, vorrei solamente che la Procura della Repubblica indagasse per bene, venisse a vedere il luogo di lavoro di tutti questi operai e poi vorrei giustizia, ma la giustizia non solo per mio figlio ma per tutte le persone che sono state male, che si sono infortunate, per questi 3 ragazzi morti perché veramente questa cosa la sento molto, è come se avessero toccato un’altra volta mio figlio!

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13 aprile 2010

TVN: terzo gruppo in blocco, paura tra gli operai

Da Civonline.it

"Intorno alle 10 c’è stato un fuggi fuggi di operai al terzo gruppo; operai che hanno corso per le scale per trovare una via di fuga, impauriti". E’ il racconto che qualche lavoratore della centrale Enel di Torrevaldaliga Nord ha fatto anche ai sindacati, impegnati proprio ieri mattina in un incontro con l’azienda sulla questione sicurezza. «A quanto pare il terzo gruppo è andato in blocco automatico - ha spiegato il segretario della Camera del Lavoro della Cgil Franco Boriello - improvvisamente si sono aperte le valvole di sicurezza ed è uscito vapore in pressione che, per fortuna, non ha investito nessuno. Soltanto due lavoratori sono stati portati al punto di soccorso della centrale per essere stati colpiti da una nuvola di cenere e polvere. Poi il gruppo ha iniziato a vibrare: lì c’è una caldaia grandissima e per il rumore e la vibrazione gli operai hanno avuto il timore che scoppiasse». I sindacati hanno subito riferito della questione ad Enel, puntualizzando ancora una volta come sia necessario focalizzare l’attenzione sulla sicurezza. Continua qui

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Inchiesta sulla morte dell'operaio S. Capitani: "un copione già visto"

"Fate finire in fretta questo teatrino"
Articolo di Marco Galice, merita una lettura.
Da Centumcellae.it

Le Commissioni parlamentari d'inchiesta, è storia nota della Repubblica italiana, non hanno mai portato a nulla. Sono la scappatoia preferita e privilegiata del Parlamento quando qualche scandalo rischia di incrinare privilegi e mettere spalle al muro caste e potentanti. Quando bisogna far calare il silenzio su qualche imbarazzante scandalo la prima e sempre bipartisan risposta che si leva dalle aule di Camera e Senato è sempre la stessa: “Istituiamo una Commissione d'inchiesta!” A memoria d'uomo non si ricordano Commissioni che abbiano determinato al termine

delle loro indagini arresti eccellenti e condanne esemplari. Gli esempi da citare potrebbero essere decine: dallo scandalo della Banca romana, nel lontano 1892, alle più recenti Commissioni sulla P2, sulla mafia, sul terrorismo, sul rapimento di Aldo Moro, sull'uranio impoverito. Chi è mai finito in manette al termine dei lavori parlamentari? La sensazione corale che si prova al termine di queste costose Commissioni (pagate ovviamente in surplus con soldi pubblici) è quella di un ulteriore insabbiamento della verità. E così ieri anche Civitavecchia, dopo la tragica morte di Sergio Capitani, ha avuto l'onore di finire all'attenzione dell'ultima Commissione parlamentare d'inchiesta promossa nel corso della vigente legislatura, quella chiamata a fare luce sulle cosiddette “morti bianche”. Chi si aspettava finalmente un'autorevole istituzione pronta ad indagare senza remore e a scavare nel torbido incurante di potentati e lobby è rimasto deluso. Al termine della giornata di eccellenti audizioni (Comune, Provincia, Regione, Enel, Asl ecc. Ecc.) il senatore Oreste Tofani ha solennemente sentenziato: 'Capitani è morto principalmente perchè aveva poca formazione'. Ci ha segretamente svelato, insomma, che è stato vittima di sé stesso e della propria scarsa competenza su un luogo di lavoro in cui doveva per primo garantirsi la sicurezza. Nessun accenno al fatto che una parte di tubo è letteralmente schizzata, che un getto di ammoniaca sparata a pressione inaudita lo ha investito in pieno volto scaraventandolo a cinque metri di distanza. Se Capitani fosse stato 'formato', ci sono venuti a raccontare, probabilmente non sarebbe morto. Il tubo schizzato e l'ammoniaca sparata in pieno volto sono stati a quanto pare eventi che si potevano, se non dovevano, mettere in conto; e per i quali Enel e ditte operanti nel cantiere non sembrano chiamate a dover rispondere. Due le considerazioni. La prima: è davvero possibile che Senatori della Repubblica, pagati profumatamente, possano venire tranquillamente a Civitavecchia, dopo tre incidenti mortali a Tvn, a dirci che Sergio Capitani è morto perchè inesperto? E' mai possibile che si possa aver riversato le principali responsabilità di un tragico incidente su chi oggi non è nemmeno in grado di difendersi? E' mai possibile che si possa completamente soprassedere sulle responsabilità di chi quella centrale l'ha progettata e costruita definendoa un sempio di efficienza e sicurezza mondiale? Posso solo immaginare lo stato d'animo dei famigliari di Sergio, che in questo momento possono trovare una minima consolazione soltanto nell'accertamento della verità e nell'applicazione della giustizia, dopo aver sentito le parole del Senatore Tofani. Forse avranno sentito morire Sergio una seconda volta. La seconda considerazione. Nessuno, dopo le parole del Senatore Tofani, ha avuto un sussulto di indignazione. Nessuno, soprattutto tra le istituzioni e tra i politici cittadini, provinciali e regionali, ha sentito la necessità di manifestare quantomeno un disagio o un moto di orgoglio. C'è stato al contrario chi, come il Capo centrale di Tvn, l'Ing Ivano Ruggeri, ha avuto anche la spavalderia di affermare che il loro obiettivo è “zero infortuni”. Per adesso dovrebbe ricordarsi che i fatti parlano di tre morti e diversi feriti in soli due anni; tanto bastava per evitare almeno ieri e in quella sede una simile sfrontata dichiarazione e per andarsene via in silenzio e a testa china.
Rimane la rabbrividente sensazione, allora, che si stia ripetendo il copione già visto con le morti di Michele Cozzolino ed Ivan Ciffary. L'iniziale cordoglio e indignazione di politici, sindacati e istituzioni, l'Enel che nega responsabilità e celebra la sicurezza di Tvn, lo sciopero di una giornata dei lavoratori e poi...calato il silenzio e ripresa la normalità, una cappa di indifferenza per non disturbare le inalazioni di carbone e i profitti dell'Enel. Questa volta, a quanto pare, si è aggiunto un pochino di indignazione e di spettacolo in più, con una ordinanza di chiusura della centrale, pomposamente annunciata all'inizio di 15 giorni e poi subito ridotta a cinque, e la visita di una Commissione parlamentare d'inchiesta che ci ha illuminato sulla morte di Capitani. Una sola richiesta allora: se il finale del film è quello che già conosciamo bene, allora fatelo finire in fretta questo teatrino. Per rispetto di Michele, Ivan e Sergio e delle loro famiglie distrutte dal dolore.

Marco Galice

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Mal di larghe intese

Politica locale.

Non ci facciamo mancar niente a Civitavecchia. In ritardo e dopo l'errore madornale della sua candidatura, la buona novella era Alvaro Balloni messo alla porta da IdV e la sede locale commissariata. Lunedì nomina del nuovo referente locale. Speriamo lontano da certi intasi.
Ridicola l'autodifesa del Ballonaro che continua a insistere sul riferimento a idee invece che a bandiere per determinare l'appartenenza a un progetto politico, ma appunto: amico delle grandi colate di cemento, amico delle scelte carbonifere, amico dei rifiuti bruciati nella centrale e degli inceneritori, amico di tutte le speculazioni mangerecce. Non sono idee queste?

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12 aprile 2010

Sergio Capitani: "formazione inadeguata e carenze strutturali" alla base dell'incidente mortale

Riportiamo da Trcgiornale.it

“Sergio Capitani non era stato adeguatamente formato”. Questo uno dei passaggi salienti della relazione del presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle morti bianche, senatore Oreste Tofani, che si è riunita a partire dalle 10 di questa mattina in Comune, dove si sono svolte le audizioni di tutti i soggetti interessati del tragico incidente a Tvn di sabato 3 aprile, nel quale ha perso la vita Sergio Capitani. “I rappresentanti della ditta in cui

lavorava (Guerrucci, ndr) – ha detto Tofani - hanno ammesso che Capitani non era stato adeguatamente formato, rientrando purtroppo in quel circa 10% di lavoratori che non avevano svolto corsi di formazione”.
Questo quindi il primo tassello di un puzzle che si fa sempre più complesso, nella misura in cui le responsabilità sembrano essere molteplici. Del resto lo stesso senatore Tofani ha precisato che “spesso quando si verificano fatti del genere si registrano delle concause”. Una di queste l'avevano messa in evidenza, dal loro punto di vista, le Rappresentanze Sindacali di Base, che in mattinata avevano presentato un documento alla Commissione, soffermandosi poi anche sull'episodio specifico dell'incidente. “Capitani non stava svolgendo un lavoro routinario – ha detto Giancarlo Ricci, delle Rdb – perché non era la prima volta che quel tubo si ostruiva, anzi. Era già accaduto e tutte le volte lo avevamo segnalato. Il problema della cristallizzazione dell'ammoniaca deriva da un errore progettuale o, nella migliore delle ipotesi, da una non adeguata valutazione del progetto. L'ammoniaca si cristallizza perché la temperatura di quelle tubazioni non è quella che dovrebbe essere, e questo è il primo deficit strutturale. Non solo. Nel precedente impianto valvole di questo tipo erano poste a quota zero, mentre adesso si trovano a quindici metri di altezza, non garantendo quindi spazi adeguati di sicurezza e le necessarie vie di fuga”. Da parte sua il senatore Tofani ha precisato che rispetto alla situazione del sito in cui stava lavorando Capitani, non è “nelle condizioni di poter rispendere, perché sono in corso le indagini della magistratura e credo che sia anche giusto – ha aggiunto – che siano i periti a mettere in evidenza quanto accaduto. Le organizzazioni sindacali, comunque, hanno evidenziato che i tempi del processo di riconversione hanno determinato una minore attenzione ai lavori stessi”. Come richiesto anche dai sindacati, la Commissione d'inchiesta si è augurata la costituzione di “un osservatorio permanente, alla quale tutti i soggetti hanno accordato la propria disponibilità a partecipare”. Chiarito poi un altro aspetto messo in evidenza dai sindacati, ovvero quello della presunta mancanza delle certificazioni antincendio. La Commissione ha accertato che “Enel è in possesso di tre certificazioni provvisorie per cui, a detta del rappresentante dei vigili del fuoco, da questo punto di vista l'azienda è nella legalità”. Oltre al senatore Tofani la delegazione parlamentare era composta dai senatori Candido De Angelis, Paolo Nerozzi e Angela Maraventano. Sono stati ascoltati: rappresentanti della Procura della Repubblica e dello forze dell'ordine, rappresentanti della Regione, Provincia e Comune, gli enti ispettivi Inail e Asl (direttamente responsabile dei controlli sull'area di Enel Produzione), organizzazioni sindacali confederali e di categoria, con diverse rappresentanze regionali, Enel, presente tra gli altri con il responsabile nazionale dell'area carbone, Calogero Sanfilippo, e copn il capo-centrale di Tvn, Ivano Ruggeri

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Dopo il bluff della chiusura, riparte ufficialmente TVN

Riportiamo da Carta.org

"A Civitavecchia l'Enel riaccende il carbone

Ha resistito poco l’ordinanza del sindaco di Civitavecchia [Roma], Giovanni Moscherini [centrodestra], che prevedeva la chiusura per quindici giorni della centrale Enel a carbone Torre Valadaliga nord, subito dopo l’incidente del 3 aprile costato la vita a Sergio Capitani, operaio della ditta appaltatrice Guerrucci, una delle tante che lavorano per l’ente elettrico. L’impianto, infatti, è stato riattivato parzialmente già venerdì 9, per ripartire a pieno ritmo

oggi. Fosse dipeso dall’amministrazione locale e dall’Enel, la centrale avrebbe riaperto tre giorni dopo l’incidente, ma i lavoratori si sono rifiutati di rientare a fronte di controlli durati solo poche ore. In realtà, nulla è cambiato dal 3 aprile: l’impianto continua a essere rischioso per chi ci lavora [sono tre le vittime in meno di due anni, impiegate da ditte in appalto o sub appalto], per chi vive nel comprensorio, per l’ambiente, per l’agricoltura… come denunciano da anni i No coke dell’alto Lazio, che documentano le irregolarità anche procedurali. La Procura di Civitavecchia ha aperto un’inchiesta e iscritto undici persone nel registro degli indagati. Intanto, sullo stesso territorio incombe anche il rischio del nucleare nella centrale Enel di Montalto di Castro [Viterbo], alimentata a olio combustibile e gas.
La centrale Alessandro Volta a Montalto di Castro, Torre Valdaliga nord [Tvn] dell’Enel e Torre Valdaliga sud [Tvs] di Tirreno Power a Civitavecchia formano uno dei maggiori poli energetici d’Europa, con tutti i rischi e i problemi che ne derivano. Rischi e impatti aggravati dalla recente conversione a carbone di Tvn, proposta ora anche per Tvs da Tirreno Power, società al 50 per cento di EblAcea [70 per cento di Gdf Suez, 30 di Acea] e per l’altro 50 per cento di Energia Italiana [78 per cento Sorgenia, 11 Hera e 11 Iride]. Stavolta, però, il consiglio comunale di Civitavecchia ha fatto la sua parte e ha dato parere negativo alla richiesta di Tirreno Power di convertire a carbone uno dei gruppi della centrale Tvs. Un atto di cui ha tenuto gran conto la conferenza dei servizi riunita al ministero dell’ambiente l’8 aprile, che ha detto no alla richiesta di Autorizzazione integrata ambientale [Aia] per il nuovo gruppo a carbone. Seduti al tavolo della conferenza c’erano anche i rappresentanti dei No coke, che in questi anni hanno tenuta costantemente viva l’attenzione sulle centrali dell’alto Lazio, documentandone irregolarità, rischi, impatti, ecc. La partita su Tvs non è ancora conclusa, ma l’inizio è incoraggiante.

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Concorso "Ambiente: Italia ferita": il tema della studentessa Clara Macor

Si intitola "L'italiano medio" il tema della vincitrice del concorso "Ambiente: Italia ferita" Clara Macor, studentessa del Liceo Classico Alessandro Volta di Como.

"Nel suo articolo, dall'esplicativo titolo "L'Italiano Medio", la studentessa ha messo in evidenza le contraddizioni, in tema d'ambiente, tra le opinioni e i comportamenti di ciascuno di noi: "Si fuma l'ultima sigaretta, la finisce e butta il mozzicone a terra, l'Italiano Medio. L'Italiano Medio si lamenta riguardo il "problema rifiuti", eppure non contribuisce a risolverlo. L'Italiano Medio si sposta solo ed esclusivamente in macchina. L'Italiano Medio odia lo smog. Egli pensa: "Non va bene così", ma non muove un dito per cambiare la situazione. Dal nord, al sud. Nessuno si salva. Dal petrolio nel Po alla Napoli dei rifiuti. L'Italiano Medio sa che ci vogliono anni per smaltire la plastica, la carta e tutto il resto. L'Italiano Medio butta piattini e fazzoletti di carta nell'erba fresca. L'Italiano Medio è così pigro che, anche con il cestino a mezzo metro di distanza, preferisce far cadere i suoi rifiuti sul terreno. "Tanto da solo non posso cambiare il Mondo" dice: e non li raccoglie. Questa è l'Italia". Fonte

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"No al carbone, fino all'ultimo respiro" Mobilitazione anti-carbone a Brindisi




"Ennesima iniziativa di protesta e sensibilizzazione a Brindisi indetta dal gruppo No al Carbone e che ha visto la presenza di oltre un centinaio di partecipanti, compresi i "ragazzi" del Centro Sociale Autogestito Cloro Rosso di Taranto con un loro striscione, segno che le lotte per l'ambiente e la salute in Puglia hanno un unico denominatore comune: ribellarsi ai padroni dell'acciaio e dell'Energia..."
Continua qui

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Wangjialing, Cina: almeno 32 operai morti in miniera di carbone

Fonte

"Almeno 32 operai sono morti dopo l'inondazione avvenuta domenica 28 marzo nel fondo di una miniera di carbone a Wangjialing, nella provincia settentrionale cinese dello Shanxi. Il nuovo bilancio è stato reso noto dai soccorsi che erano alla ricerca di sei dispersi. Lo riferisce oggi l'agenzia Nuova Cina. Il precedente bilancio era di 28 morti e 10 dispersi."

Sempre da inscrivere nella serie "carbone pulito".

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11 aprile 2010

Il vescovo Reali: «Sergio vittima innocente: l'industria guardi meno al profitto e più alla vita»

Da Corriere.it/Roma

"Ai funerali dell'operaio morto nella centrale Enel,
monito del vescovo di Civitavecchia. Colleghi in lacrime..."

Al vescovo Reali e a tutti vogliamo ricordare le parole di Scajola nel giorno dell'inaugurazione di TVN (30/07/2008): «Si inaugura nuovo percorso con il grande investimento di Enel, con le alte tecnologie, con la capacità di discutere con il territorio (INSULTO!!), con le professionalità e con la perdita di qualche vita umana (OLTRAGGIO!!) si è riusciti a realizzare la centrale più all'avanguardia d'Europa (MENZOGNA!!)»

Come anche vogliamo ricordare la MESSA "NERA" celebrata dal defunto Mons. Chenis in quella stessa data, all'interno del cantiere per la riconversione a carbone di TVN-enel. Un atto vergonoso: benedire con una cerimonia religiosa una vera e propria fabbrica di morte per gli operai e per gli abitanti del territorio.

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10 aprile 2010

Sergio Capitani, celebrato il funerale

E' stato celebrato stamattina il funerale a Sergio Capitani, l'operaio 34enne morto a TVN

Vedi Civonline.it, "Lacrime e tanti fiori per l'ultimo saluto a Sergio Capitani"

Presenti anche alcuni tra i complici politici dell'evento luttuoso.

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