Il frastuono cupo di stanotte ha riportato alla memoria l'esplosione avvenuta ormai venti anni fa all'interno della vecchia centrale situata all'ingresso di Fiumaretta, rileggiamo dell'accaduto in un articolo dell'epoca.
Fonte
'LA CENTRALE DI CIVITAVECCHIA NON DEVE MAI PIU' RIAPRIRE'
"Repubblica — 11 settembre 1990 pagina 21 sezione: CRONACA
ROMA Carabinieri e magistratura indagano sull' incidente e hanno messo sotto sigillo gli impianti incriminati, ambientalisti e gruppi di cittadini manifestano la loro rabbia in piazza, l' Enel tace. Quanto al sindaco, ha fiutato l' aria, ha riflettuto e, pressato da un clima ormai incandescente, ha disposto ieri l' immediata chiusura della centrale di Civitavecchia. L' esplosione di sabato notte a uno dei tre impianti termoelettrici della cittadina, quello di Fiumaretta, nel cuore del centro abitato, ha accelerato la rottura di equilibri già compromessi da tempo. Alle 22.30 di un tranquillo giorno di week-end la vecchia centrale ha vomitato pezzi di lamiera roventi. Una pioggia infernale di oggetti contundenti e di sottile, insidiosa lana di vetro, quaranta minuti di rumore assordante, come il rombo di un aereo impazzito. Rottura del tubo da sei pollici nel corpo cilindrico della caldaia della centrale (terzo gruppo) con conseguente emissione di vapore saturo, spiegano off records i dipendenti dello stabilimento. Immediata la reazione dei verdi, alimentata dal malumore degli incolpevoli vicini di casa della centrale. L' esplosione non ha provocato danni ma poteva farlo. I pezzi di metallo incandescente e materiale coibente sono finiti sulla statale Aurelia, fortunatamente deserta. Già domenica mattina i verdi, capitanati dal consigliere provinciale del Lazio Athos de Luca, avevano radunato le loro truppe in città, chiedendo al sindaco comunista Fabrizio Barbaranelli di scegliere: O ti dimetti urlavano o fai chiudere una volta per tutte quell' impianto inquinante e obsoleto. Ieri riunione straordinaria della giunta e controffensiva del primo cittadino. Barbaranelli, che accusa esplicitamente l' Enel di non aver provveduto, com' era stabilito in accordi firmati e sottoscritti con il Comune di Civitavecchia, ai lavori di manutenzione dell' impianto, ha deciso di accelerare i tempi del divorzio. Della centrale coinvolta nell' esplosione, e in grado di sviluppare fino a 240 megawatt, si sarebbe dovuto parlare a fine anno per deciderne il destino. Ma il sindaco ha emesso ieri, a tutela dell' incolumità pubblica, un' ordinanza che risolve il rapporto. Dopo questo gravissimo incidente, considero l' impianto definitivamente dismesso ha detto ieri Barbaranelli l' amministrazione ha ora gli argomenti tecnico-giuridici per decidere la chiusura, avendo l' incidente stesso dimostrato lo stato di obsolescenza e pericolosità dell' impianto. L' Enel dunque non è più chiamata a migliorare la qualità di Fiumaretta. Troppo tardi, ormai. L' Enel, anzi, è inibita dall' intraprendere qualsiasi lavoro atto al ripristino della funzionalità dell' impianto stesso. Sorridono soddisfatti i verdi. Civitavecchia, una delle zone a più alta produttività energetica d' Italia, da dove, non a caso, Giovanni Paolo II lanciò tre anni fa un forte appello ambientale, è da tempo teatro di proteste e denunce. Athos De Luca ha appena presentato una denuncia nei confronti del presidente dell' Enel, Viezzoli, per attentato alla pubblica incolumità ma non è contento: La chiusura dell' impianto di Fiumaretta è un primo risultato positivo della vertenza. Ma è una cosa che chiedevamo da anni. Il sindaco arriva tardi. Incidenti del genere sono frequenti. L' anno scorso nell' altro impianto di Civitavecchia, a Torre Valdalica Sud, ci fu un' esplosione uguale a quella di sabato, lo scoppio improvviso, le caldaie squarciate. Già nell' 89, il 90 per cento della cittadinanza si era espresso in un referendum per la metanizzazione delle centrali ma il risultato di quella consultazione è a tutt' oggi ignorato. L' Enel, accusata dal sindaco e dai verdi, non parla. A chi insiste per una reazione viene assicurato ufficiosamente che la chiusura decisa dal sindaco non crea poi tanti problemi. La centrale di Civitavecchia sarebbe stata chiusa da qui a poco, in fondo è successo prima quello che sarebbe successo dopo..."
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